Riforma dioclezianea dell'esercito romano e Filipp Andreevič Maljavin: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Infobox unità militare
|Titolo =
|Nome= Riforma dioclezianea dell'esercito romano
|Nome = Filipp Andreevič
|Immagine=Diocletian bust.png
|Cognome = Maljavin
|Didascalia=Busto dell'[[imperatore romano]] [[Diocleziano]], che avviò una prima riforma politico-militare delle [[esercito romano|forze armate romane]].
|CognomePrima =
|Categoria=esercito romano
|PreData=
|Attiva= [[285]] - [[293]]
|PostCognomeVirgola =
|Nazione= [[Roma (città antica)|Roma Antica]]
|ForzaOrdinamento =
|Servizio=
|Sesso = M
|Tipo= forze armate [[legione romana|terrestri]] (di [[fanteria (storia romana)|fanteria]], [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]] e [[artiglieria (storia romana)|artiglieria]])<br />oltre a [[marina militare romana|quelle marittime]]
|LuogoNascita = Kazanka
|Ruolo=
|LuogoNascitaLink = Kazanka (Russia)
|Dimensione=
|GiornoMeseNascita = 22 ottobre
|Struttura_di_comando=
|AnnoNascita = 1869
|Guarnigione=''[[limes romano|limes]]''
|NoteNascita =
|Descrizione_guarnigione=
|LuogoMorte = Nizza
|Equipaggiamento=
|LuogoMorteLink =
|Descrizione_equipaggiamento=
|GiornoMeseMorte = 23 dicembre
|Soprannome=
|AnnoMorte = 1940
|Patrono= [[Marte (divinità)|Marte dio della guerra]]
|NoteMorte =
|Colori= porpora
|Epoca = 1800
|Descrizione_colori=
|Epoca2 = 1900
|Marcia=
|Attività = pittore
|Mascotte=
|Attività2 =
|Battaglie=
|Attività3 =
|Anniversari= 21 aprile
|Nazionalità = russo
|Decorazioni= ''[[Ricompense militari romane|Dona militaria]]''
|NazionalitàNaturalizzato =
|Onori_di_battaglia= [[Trionfo]],<br />[[Ovatio]],<br />[[Spolia opima]],<br />[[Cognomina ex virtute]]
|PostNazionalità =
<!-- Comandanti -->
|Immagine = Filipp Maliavin by Filipp Maliavin (1869-1940).jpg
|Comandanti_degni_di_nota= [[Diocleziano]],<br />[[Massimiano]],<br />[[Costanzo Cloro]],<br />[[Galerio]]
|Didascalia = Autoritratto
<!-- Simboli -->
|Simbolo=
|Descrizione_simbolo=
|Simbolo2=
|Descrizione_simbolo2=
}}
La '''riforma dioclezianea dell'esercito romano''' rappresentò un primo importante momento nella riorganizzazione delle [[esercito romano|armate romane]], che vide in [[Diocleziano]] e nella sua [[Tetrarchia di Diocleziano|riforma tetrarchica]], un primo adeguamento della macchina da guerra romana alle nuove esigenze della politica estera lungo le [[limes romano|frontiere imperiali]], [[Riforma costantiniana dell'esercito romano|portata a termine]] sotto [[Costantino I]] ([[312]]-[[337]]).
 
== Biografia ==
== Contesto storico: evoluzione dell'esercito nel III secolo ==
[[File:Peasant girl with stocking by F. Malyavin (1895).jpg|thumb|''Ragazza contadina'', [[1895]]]]
=== Sfondo: l'esercito del Principato ===
[[File:Малявин. Девушка. Начало 1900-х.jpg|thumb|''Ragazza contadina'', [[1900]], Museo Nazionale d'Arte della Repubblica di Bielorussia]]
{{Vedi anche|Riforma augustea dell'esercito romano}}
[[File:Philipp Malyavin - Peasant Women - Google Art Project.jpg|thumb|''Donne contadine'', [[1905]], Museo russo]]
[[File:Filipp Malyavin - Вихрь - Google Art Project.jpg|thumb|''Turbine'', [[1906]], Galleria Tret'jakov]]
Maljavin nacque a Kazanka, un villaggio situato nel [[governatorato di Samara]], da una famiglia di contadini.<ref name =arti>{{Cita web | url=https://artinvestment.ru/en/auctions/435/biography.html | titolo=Malyavin Filipp Andreevich | lingua = en | accesso= 6 gennaio 2019}}</ref><ref name =russia>{{Cita web | url=http://russia-ic.com/people/general/m/846 | titolo=Filipp Malyavin | lingua = en | accesso= 6 gennaio 2019}}</ref><ref name =prab>{{Cita web | url=https://prabook.com/web/filipp.malyavin/3742736 | titolo=Filipp Andreevich Malyavin | lingua = en | accesso= 6 gennaio 2019}}</ref><ref name =musi />
 
Nel [[1885]] studiò pittura a [[Icona (arte)|icone]] presso il [[monastero di San Panteleimon]] sul [[Monte Athos]].<ref name =arti /><ref name =russia /><ref name =musi />
L'esercito regolare del [[Principato (storia romana)|Principato]] fu stabilito dall'Imperatore [[Augusto]] (regno 30&nbsp;a.C. – 14&nbsp;d.C.), fondatore dell'Impero, e sopravvisse fino alla fine del III secolo, quando si tramutò nell'esercito tardo-imperiale. L'esercito regolare consisteva di due corpi distinti, entrambi formati principalmente di professionisti volontari.
 
Lo scultore V. A. Beklemishev lo aiutò ad entrare all'[[Accademia russa di belle arti]] di [[San Pietroburgo]], dove seguì le lezioni di P. P. Chistyakov.<ref name =arti /><ref name =russia /><ref name =prab />
Le [[legioni romane]] d'élite erano consistenti formazioni di fanteria, il cui numero di unità variava tra i 25 e i 33, ognuna composta da circa 5.500 soldati (tutti fanti tranne 120 cavalieri), tutti [[cittadini romani]].<ref>Goldsworthy (2003) 50, 78.</ref> Le ''[[auxilia]]'' consistevano di circa 400 unità di circa 500 soldati ciascuna (una minoranza di queste unità potevano consistere di circa 1.000 soldati), che erano divise in approssimativamente 100 ''alae'' di cavalleria', 100 ''cohortes'' di fanteria e 200 unità miste di cavalleria/fanteria o ''cohortes equitatae''.<ref name="Holder 2003 120">Holder (2003) 120.</ref> Alcuni reggimenti di auxilia erano denominati ''sagittariorum'', indicando che erano composte da arcieri specialisti. Le ''auxilia'' pertanto comprendeva la quasi totalità degli arcieri e dei cavalieri dell'esercito romano, oltre ad approssimativamente (almeno a partire dalla fine del I secolo) lo stesso numero di fanti delle legioni.<ref>Goldsworthy (2003) 56–8.</ref> Gli ''auxilia'' erano principalmente reclutati tra i ''[[Peregrinus|peregrini]]'': sudditi provinciali dell'Impero che non avevano ancora ottenuto la cittadinanza romana; tuttavia, gli ''auxilia'' ammisero anche cittadini romani nonché ''barbari'', soldati provenienti al di fuori dei confini dell'Impero.<ref>Goldsworthy (2003) 80.</ref> In quell'epoca sia le legioni che le auxilia erano quasi tutte situate nelle province di frontiera.<ref name="Holder 2003 145">Holder (2003) 145.</ref> L'unica forza militare consistente a immediata disposizione dell'Imperatore era la [[Guardia pretoriana]], armata d'élite composta da 10.000 soldati con sede a Roma.<ref name="Goldsworthy 2003 58">Goldsworthy (2003) 58.</ref>
 
Dal [[1894]] al [[1899]] Maljavin ha studiato presso la Scuola d'arte superiore di pittura, scultura e architettura dell'Accademia russa di belle arti sotto la guida di [[Il'ja Efimovič Repin]].<ref name =arti /><ref name="le muse">{{cita libro | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1966 | volume=VII |p=190}}</ref><ref name =russia /><ref name =prab /><ref name =musi />
Gli ufficiali maggiori dell'esercito provenivano, fino almeno al III secolo, principalmente dall'aristocrazia italica. Essa era suddivisa in due ordini, quello senatoriale (''ordo senatorius''), comprendente all'incirca i 600 membri a sedere del [[Senato romano]] e i loro figli e nipoti, e quello [[ordine equestre|equestre]], comprendente i più numerosi (alcune migliaia) ''[[equites]]'' ("cavalieri").
Nel [[1900]] Maljavin vinse la medaglia d'oro per il dipinto ''Risata'' alla mostra internazionale di [[Parigi]].<ref name =arti /><ref name =russia /><ref name =musi />
 
L'anno seguente la [[Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)|Galleria internazionale d'arte moderna di Venezia]] acquistò questo dipinto nella sua collezione e così Maljavin diventò famoso in [[Europa]].<ref name =arti /><ref name =russia />
I senatori ereditari e gli ''equites'' combinavano il servizio militare con cariche civili, un percorso di ascesa politica noto come ''[[cursus honorum]]'', il quale tipicamente cominciava con un periodo iniziale in cui essi ricevevano incarichi amministrativi di minore importanza a Roma, seguito da 5–10 anni in cui ricoprivano incarichi militari e, infine, un periodo finale in cui essi rivestirono cariche di prestigio o nelle province o a Roma.<ref>Goldsworthy (2003) 60, 66.</ref> Questa oligarchia di circa 10.000 uomini monopolizzò il potere politico, militare ed economico in un impero di circa 80 milioni di abitanti e riuscì ad ottenere un livello notevole di stabilità politica per lo stato. Nei primi due secoli (30 a.C. – 180 d.C.), l'Impero conobbe un unico episodio veramente importante di guerre civili (la [[Anno dei quattro imperatori|guerra civile del 68–69]]). Inoltre, i tentativi di usurpazione compiuti dai governatori provinciali furono pochi e agevolmente soppressi.
 
Successivamente Maljavin creò una serie di dipinti con contadine russe, e durante la sua carriera Malyavin si dedicò anche alla [[Ritratto|ritrattista]],<ref name =arti />di cui possiamo menzionare, tra gli altri, il ritratto del ''Re Gustavo V'' e della ''Principessa Ingrid di Svezia''.<ref name =prab /><ref name =musi />
Per quanto riguarda gli incarichi militari, i membri dell'ordine senatoriale (''senatorii'') potevano ricoprire esclusivamente i seguente incarichi:
:(a) ''[[legatus Augusti pro praetore]]'' (governatore provinciale di una provincia di frontiera, il comandante supremo delle forze militari della provincia in questione nonché la massima autorità civile della provincia)
:(b) ''[[legatus legionis]]'' (comandante della legione)
:(c) ''tribunus militum laticlavius'' (deputato del comandante della legione).<ref>Goldsworthy (2003) 60.</ref>
 
Maljavin espose le sue opere alle mostre del gruppo [[Mir iskusstva]] (Il Mondo dell'arte), negli anni [[1899]]-[[1903]], [[1906]], [[1911]], [[1921]], [[1922]].<ref name =arti /><ref name =prab /><ref name =musi />
Gli ''equites'' potevano ricoprire i seguenti incarichi:
:(a) governatori (''procuratores'') dell'[[Egitto]] e di poche altre province di importanza minore
:(b) i due ''[[prefetto del pretorio|praefecti praetorio]]'' (comandanti della Guardia Pretoriana)
:(c) ''praefectus castrorum'' (terzo in comando) di una legione e i cinque ''tribuni militum'' (ufficiali dello staff maggiore)
:(d) ''praefecti'' (comandanti) dei reggimenti ausiliari.<ref>Goldsworthy (2003) 64–5.</ref>
 
Dal 1903 Maljavin è stato membro e partecipante attivo delle mostre dell'Unione degli artisti russi.<ref name =russia /><ref name =prab /><ref name =musi /> In quegli anni viaggiò frequentemente a [[Parigi]] e nel 1906 espose le sue opere al [[Salon d'Automne|Salon d'autunno]],<ref name =arti /> e fu nominato accademico a San Pietroburgo.<ref name="le muse" />
A partire dalla fine del I secolo, venne fondato un distinto gruppo equestre, composto da non italici e di carattere militare. Esso fu la conseguenza del costume consolidato da parte dell'Imperatore di elevare il ''primuspilus'' (capo centurione) di ogni legione al rango equestre al completamento del suo anno in carica. Questo fece sì che soldati con circa trent'anni di carriera, per lo più non-italici, entrarono nell'aristocrazia ogni anno.<ref>Goldsworthy (2003), pp. 65–6.</ref> Di gran lunga meno benestanti delle loro controparti italiche, molti di questi ''equites'' appartenevano a famiglie che fornivano soldati di carriera da generazioni. Tra questi spiccavano gli [[Illiri]] romanizzati, i discendenti delle tribù illiriche che abitavano le province romane di [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]] e [[Mesia Superiore]], oltre ai limitrofi [[Traci]] della [[Mesia Inferiore]] e della [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]]. A partire da Domiziano (regno 81–96), quando più della metà dell'esercito romano era impiegato sulla frontiera danubiana, le province illiriche e tracie divennero le zone di reclutamento più importante per le auxilia e, più tardi, per le legioni.<ref name="t109">Tomlin (1988), p. 109.</ref>
 
Maljavin soggiornò dal 1900 al [[1917]] nel villaggio Aksinino vicino a [[Rjazan']], prima di trasferirsi nel biennio [[1918]]-[[1920]] a Rjazan'.<ref name =arti />
=== I Severi ===
[[File:Roman soldier 175 aC in northern province.jpg|thumb|Tipico equipaggiamento di un fante romano del tardo III secolo. L'elmo è di tipo Niederbieber, la spada è una ''[[spatha]]'', utilizzata unicamente dalla cavalleria nei primi due secoli. Il soldato porta uno ''spiculum'', ovvero un giavellotto pesante tipo ''[[pilum]]'', oltre alla ''[[lorica hamata]]'' (un tipo di armatura) e uno scudo ovale. Indossava anche tunica, pantaloni e stivali. L'equipaggiamento di un fante del IV secolo era molto simile a quello del III secolo, salvo il fatto che lo ''spiculum'' era in genere rimpiazzato da un (''[[hasta]]'') e l'elmo era predominantemente di tipo "[[Intercisa]]".<ref>Goldsworthy (2003) 123, 209.</ref>]]
{{Vedi anche|Dinastia dei Severi}}
 
Dopo la [[rivoluzione d'ottobre]], Maljavin collaborò con il commissariato di Rjazan' per l'istruzione pubblica.<ref name =arti /><ref name =prab />
Il principale fattore che portò ad un'evoluzione dell'esercito nel III secolo fu la ''[[Constitutio Antoniniana]]'' del 212, emanata dall'Imperatore [[Caracalla]] (r. 211–18). Questo editto garantì la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'Impero, ponendo fine alla classe sociale dei ''peregrini''.<ref>The Roman Law Library ''Constitutio Antoniniana de Civitate''.</ref> Conseguenza dell'editto fu che la distinzione tra le legioni, composte fino ad allora da cittadini romani, e reggimenti ausiliari, composti da provinciali, andò cancellata. Se nei primi due secoli, le legioni erano il simbolo (e i garanti) della dominazione degli Italici sui loro popoli sudditi, nel III secolo esse non erano più superiori dal punto di vista sociale delle loro controparti ausiliarie (anche se potrebbero aver conservato il loro rango d'élite dal punto di vista militare) e l'equipaggiamento e l'armatura delle legioni (ad esempio la ''[[lorica segmentata]]'') andò fuori fase.<ref name="Goldsworthy 2003 205">Goldsworthy (2003) 205.</ref>
 
Nel 1922 Maljavin si trasferì definitivamente in [[Francia]],<ref name="le muse" /> soggiornando a Parigi e a [[Nizza]],<ref name =russia /> proseguendo a dipingere opere ispirate dalle donne contadine russe, tra le quali: ''Matrimonio'' ([[1923]]), ''Contadine russe'' ([[1925]]), ''Donna in fazzoletto giallo'' ([[1926]]), ''Civetta di campagna'' ([[1927]]), ''Danza'' ([[1930]]),<ref name =arti /> dopo che i lavori di molti artisti, definiti da [[Iosif Stalin|Stalin]] come "arte borghese", vennero sequestrati e a questi artisti impedito di creare ed esibire.<ref name =musi>{{Cita web | url=https://musings-on-art.org/filipp-malyavin | titolo=Malyavin, Filipp | lingua = en | accesso= 6 gennaio 2019}}</ref>
La tradizionale alternanza tra le cariche civili maggiori e militari cadde in disuso nel corso del II e III secolo, allorché l'aristocrazia italica fu progressivamente sostituita al comando delle armate dai ''primipilares'' (ex capi centurioni).<ref>Goldsworthy (2000) 164–65.</ref> Nel III secolo, solo il 10% dei prefetti ausiliari di cui si conoscono le origini erano cavalieri italici, mentre nei primi due secoli rappresentavano la maggioranza.<ref>Holder (1982) 65.</ref> Al contempo, i membri dell'ordine equeste sostituirono progressivamente i membri dell'ordine senatoriale ai comandi maggiori. [[Settimio Severo]] (r. 193–211) collocò i ''primipilares'' equestri al comando delle tre nuove legioni da lui create, mentre [[Gallieno]] (260–68) fece lo stesso per tutte le altre legioni, conferendo ai loro comandanti il titolo di ''praefectus pro legato'' ("prefetto agente come legato").<ref>Goldsworthy (2000) 164.</ref><ref name="Tomlin 1988 108">Tomlin (1988) 108.</ref> L'ascesa dei ''primipilares'' potrebbe aver fornito alle armate una conduzione più professionale, ma ebbe anche l'effetto di aumentare le rivolte militari ad opera di generali ambiziosi. Non a caso il III secolo fu caratterizzato da numerosi ''coups d'état'' e guerre civili. Molti imperatori del III secolo regnarono pochi anni, venendo nella maggior parte dei casi detronizzati e assassinati da usurpatori in rivolta.<ref>Goldsworthy (2000) 164–5.</ref>
 
Le sue opere degli [[Anni 1920|anni venti]] e [[Anni 1930|anni trenta]], così come quelle di esordio, si caratterizzarono per i colori vividi e decorativi,<ref name =arti /> ma mentre all'inizio della sua carriera (''Ritratto contadina con la calza'', [[1895]]; ''Ritratto della madre'', [[1898]]) aderì allo stile degli Ambulanti nel descrivere il mondo contadino, nel suo secondo periodo artistico diede una interpretazione più personale, originale e fantasiosa dell'argomento, cercando di approfondire e trasmettere l'elemento autoctono del popolo russo, connesso alla sua natura, al suo carattere, alla sua costituzione,<ref name="le muse" /> oltre che di esprimere gli elementi attraenti e affascinanti della Russia primitiva, avvicinandosi ad una idealizzazione decorativa (''Turbine'', [[1906]]).<ref name="le muse" />
Gli Imperatori risposero all'insicurezza sempre più crescente con un rafforzamento delle forze a loro immediata disposizione. Esse divennero note con il termine di ''comitatus'' ("scorta"). Ai 10.000 soldati della Guardia Pretoriana, [[Settimio Severo]] aggiunse la ''[[Legio II Parthica]]''. Con sede ad [[Albano Laziale]] nei pressi di Roma, fu la prima legione ad avere sede in Italia dai tempi di Augusto. Il suddetto Imperatore raddoppiò inoltre le dimensioni della cavalleria di scorta imperiale, gli ''equites singulares Augusti'', che raggiunse così i 2.000 soldati, richiamando distaccamenti selezionati dalle ''alae'' sulle frontiere.<ref>Tomlin (1988) 107.</ref> Il suo ''comitatus'', pertanto, annoverava all'incirca 17.000 soldati, l'equivalente a 31 ''cohortes'' di fanteria e 11 ''alae'' di cavalleria.<ref name="g170"/> La tendenza da parte degli Imperatori di rafforzare l'esercito a difesa della propria persona raggiunse il suo apice nel IV secolo sotto [[Costantino I|Costantino I il Grande]] (r. 306–37) il cui ''comitatus'' potrebbe aver raggiunto la cifra considerevole di 100.000 soldati, all'incirca un quarto delle dimensioni complessive dell'intero esercito romano dell'epoca.<ref name="Zosimus II.43">Zosimo II.43.</ref>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] Maljavin si trovò a [[Bruxelles]], quando il [[Belgio]] fu invaso dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] [[Germania|tedeschi]].<ref name =russia />
Con la morte dell'imperatore [[Alessandro Severo]] e la fine della [[dinastia dei Severi]] (nel [[235]]), l'Impero romano si trovò ad affrontare una [[crisi del III secolo|lunga e profonda crisi]] che sfociò nel periodo denominato dell'[[anarchia militare]]. Tale periodo durò per circa un cinquantennio, fino all'ascesa al trono di [[Diocleziano]]. Durante i circa 50 anni della crisi si alternarono più di venti imperatori cosiddetti "legittimi" ed un numero doppio di [[usurpatori romani|usurpatori]] sul trono di [[Roma]]. Per un certo periodo, dal regno di [[Gallieno]] a quello di [[Aureliano]], l'impero fu diviso anche in tre parti: l'Impero Romano propriamente detto, l'[[Impero delle Gallie]] ad Occidente e il [[Regno di Palmira]] ad Oriente.
 
Maljavin fu arrestato con l'accusa di spionaggio, tuttavia venne rilasciato poco dopo. Maljavin raggiunse Nizza a piedi.<ref name =prab /><ref name =musi /> Questa lunga e impegnativa camminata lo debilitò e morì il 23 dicembre 1940.<ref name =russia />
=== Crisi del III secolo ===
[[File:Relief of Shapur I capturing Valerian.jpg|thumb|left|upright=1.4|L'Imperatore romano [[Valeriano]] (a sinistra, in ginocchio) implora di essere risparmiato dal nemico dopo essere stato catturato dallo [[Scià]] di Persia [[Sapore I]] (a cavallo) nel corso della [[Battaglia di Edessa]] (259), la più umiliante delle disfatte militari patite dall'Impero nella seconda metà del III secolo. Bassorilievo in roccia a [[Naqsh-e Rostam]] presso Shiraz, Iran]]
{{Vedi anche|Crisi del III secolo|Anarchia militare}}
 
Le mostre personali di Maljavin si svolsero nel [[1919]] a Rjazan', nel [[1924]] nella galleria Charpentier a Parigi,<ref name =russia /> nel [[1933]] a [[Praga]]<ref name =prab /> e [[Belgrado]], nel [[1934]] a Nizza e [[Stoccolma]], nel [[1935]] a [[Londra]].<ref name =arti />
La pressione dei barbari alle frontiere e dei [[Campagne mesopotamiche di Ardashir I|Sasanidi in Oriente]], si era intensificata a tal punto che molti degli imperatori che venivano via via proclamati dalle legioni non riuscirono nemmeno a mettere piede a Roma, né tanto meno a mettere mano a riforme interne durante i loro brevissimi regni, perché permanentemente occupati nelle lotte contro altri pretendenti al trono imperiale o nella difesa del territorio contro i nemici esterni. Il [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I|punto più basso si raggiunse]] nel [[260]], quando l'imperatore [[Valeriano]], [[battaglia di Edessa|sconfitto in battaglia]], fu preso prigioniero dai Sasanidi e morì in cattività senza che fosse possibile intraprendere una spedizione per liberarlo.
 
Le opere di Maljavin sono conservate ed esposte in molti musei russi e in collezioni private, tra cui la [[Galleria Tret'jakov]], il [[Museo Puškin delle belle arti]] di Mosca, il [[Museo russo]] e il Museo di ricerca dell'Accademia russa delle arti a San Pietroburgo.<ref name =arti /><ref name="le muse" />
E se da un lato l'[[impero romano]] sembra abbia attraversato, sotto Gallieno uno dei periodi più "bui" della sua storia, questo imperatore rappresentò il punto di svolta nel tragico periodo della [[crisi del III secolo]], che era seguito alla [[dinastia dei Severi]]. Non è un caso che proprio Gallieno sia stato il primo a regnare per quindici anni (sette con il padre ed otto da solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia militare (dal [[235]] al [[253]]). Era, infatti, dai tempi di [[Settimio Severo]] ([[193]]-[[211]]) che un Imperatore romano non regnava tanto a lungo. Oggi la critica moderna sembra rivalutarne il suo operato, nel tentativo di salvare almeno il "cuore-centrale" dell'Impero romano, creando quindi le basi per una riunificazione territoriale, avvenuta, poco dopo, con gli [[imperatori illirici]] ([[268]]-[[282]]).
 
== Opere principali ==
Il regno di Gallieno vide l'introduzione di una nuova carica militare maggiore, il cui detentore, con il titolo di ''dux'', avrebbe ricevuto il comando supremo di tutta la cavalleria del ''comitatus''. Questa forza comprendeva gli ''equites promoti'' (contingenti di cavalleria distaccati dalle legioni), a cui si aggiunsero unità di cavalleria composte da Illiri (''equites Dalmatarum'') e unità di cavalleria composte da barbari (''equites foederati'').<ref name="Tomlin 1988 108"/> Sotto Costantino I, al comandante della cavalleria del ''comitatus'' fu conferito il titolo di ''magister equitum'' ("maestro della cavalleria"), carica che in tempi repubblicani era detenuta dai [[dittatore (storia romana)|dittatori romani]].<ref name="Jones 1964 97">Jones (1964) 97.</ref> Ma nessuno dei titoli implica l'esistenza di un indipendente "esercito di cavalleria", come è stato suggerito da alcuni studiosi più datati. La cavalleria sotto entrambi gli ufficiali era parte integrante del ''comitatus'' composto sia da fanti che da cavalieri, e la fanteria rimase comunque l'elemento predominante di tale forza.<ref name="g170">Goldsworthy (2000) 170.</ref>
*''Ritratto contadina con la calza'', 1895;
*''Ragazza contadina'', 1895;
*''Ritratto della madre'', 1898;
*''Risata'', 1900, Galleria internazionale d'arte moderna, Venezia;
*''Ragazza contadina'', 1900, Museo Nazionale d'Arte della Repubblica di Bielorussia;
*''Donne contadine'', 1905, Museo russo;
*''Turbine'', 1906, Galleria Tret'jakov;
*''Donna contadina'', 1916;
*''Matrimonio'', 1923;
*''Contadine russe'', 1925;
*''Donna in fazzoletto giallo'', 1926;
*''Ritratto dell'ambasciatore Smirnoff'', 1926, Museo nazionale delle belle arti, Rio de Janeiro;
*''Civetta di campagna'', 1927;
*''Danza'', 1930.
 
== Note ==
Il III secolo vide una riduzione progressiva delle dimensioni delle legioni che non risparmiò persino alcune unità ausiliarie. Le legioni vennero man mano spezzettate in unità più piccole, come evidenziato dal restringimento e del successivo abbandono delle loro grandi sedi tradizionali, documentato per esempio in Britannia.<ref>Mattingly (2006) 244.</ref> A ciò si aggiunse, a partire dal secondo secolo, il fenomeno della separazione di alcuni distaccamenti dalle loro unità di origine che divenne in alcuni casi permanente, risultando nella formazione di nuovi tipi di unità, come ad esempio la ''vexillatio equitum Illyricorum'' in Dacia nel II secolo<ref>Holder (2003) 133.</ref> e gli ''equites promoti''<ref name="Tomlin 1988 108"/> e il ''numerus Hnaufridi'' in Britannia.<ref>Mattingly (2006) 223.</ref> Questo fenomeno portò alla proliferazione di questi tipi di unità nel IV secolo, generalmente di dimensioni minori di quelle del Principato. Se nel secondo secolo, il termine ''vexillatio'' (da ''vexillum'' = "insegna") indicava genericamente un qualsiasi distaccamento da una legione o da un reggimento di ausiliari, sia di cavalleria che di fanteria, nel IV secolo indicava un reggimento di cavalleria d'élite.<ref>Goldsworthy (2000) 219.</ref>
<references />
 
== Bibliografia ==
Risalgono al III secolo le prime attestazioni di unità regolari portanti il nome di tribù barbare (in opposizione ai nomi delle tribù di ''[[peregrini]]''). Le unità in questione erano reggimenti di ''foederati'' (truppe di alleati legati da un trattato di alleanza a fornire soldati a Roma) convertite in unità regolari, una tendenza che avrebbe accelerato nel corso del IV secolo.<ref name="Jones 1964 620">Jones (1964) 620.</ref> La ''ala I Sarmatarum'', con sede in Britannia, era probabilmente composta da alcuni dei 5.500 cavalieri [[sarmati]] catturati durante una campagna militari e reclutati a forza e inviati a difendere il Vallo di Adriano dall'Imperatore [[Marco Aurelio]] nel [[175]] ''ca.''.<ref>[[Dione Cassio]] LXXI.16.</ref> Non vi è evidenza di unità irregolari di barbari diventate parte dell'esercito regolare del Principato fino al III secolo.<ref name="Holder 1980 109–24">Holder (1980) 109–24.</ref>
*{{Cita libro | autore=H. Александрова | titolo=Ф. А. Малявин | anno=1966 | lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=Alan Bird | titolo=Storia della pittura russa
| editore= Allemandi | anno=1990}}
*{{Cita libro | autore=Alla Korobtsova | titolo=Philip Maliavin | editore=Aurora Art Publishers | anno=1988 | città=San Pietroburgo| lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=Vladimir Sarabianov|autore2=Engelina |autore3=Smirnova|autore4=Gennadij Vdovin
| titolo=La pittura russa | editore=Mondadori Electa | anno=2001}}
*{{Cita libro | autore=Claudio Poppi|autore2=Elena Kislovskaja |autore3= Grigorij Goldovskij | titolo=Pittura russa e sovietica 1850-1945 | editore=Editoriale Giorgio Mondadori | anno=1994}}
*{{Cita libro | autore=Maya Semina | titolo=Filipp Maliavin | editore= BuksMArt | anno=2014 | città=Mosca| lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=Igor Woinow | titolo=Meister der russischen Malerei: J. Lewithan, P. Maljawin, K. Korowin, B. Kustodijew, K. Juon | editore=Diakow | anno=1924 | città=Berlino| lingua=de}}
*{{Cita libro | autore= O. A. Zhivova| titolo=Filipp Andreevich Maliavin. 1869-1940. Zhizn' i tvorchestvo
| editore=Iskusstvo | anno=1967 | città=Mosca| lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=O. A. Живова | titolo=Ф. А. Малявин | anno=1967 | lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=Олимпиада А. Живова | titolo=Филипп Андреевич Малявин. 1869-1940 | editore=Искусство | anno=1967 | città=Mosca| lingua=ru}}
*{{Cita libro | autore=H. A. Борисовская |autore2=E. C. Гордон| titolo=Русские художники от А до Я | editore=Слово | anno=2000 | città=Mosca| lingua=ru}}
 
== Voci correlate ==
La metà del III secolo vide l'Impero precipitare in una [[Crisi del III secolo|crisi militare ed economica]] che per poco non ne provocò la disgregazione. Essa consistette in una serie di disfatte militari avvenute nel periodo 251–271 allorché la Gallia, le regioni alpine e l'Italia, nonché i Balcani e l'Oriente vennero devastati da Alamanni, Sarmati, Goti e Persiani.<ref>Jones (1964)25.</ref> Al contempo, l'esercito romano subì gli effetti devastanti di una nuova [[epidemia]] di peste, che ora si pensa si trattasse invece di [[vaiolo]], la [[Peste di Cipriano]] che insorse nel 251 ed era ancora in corso nel 270, quando provocò il decesso dell'Imperatore [[Claudio il Gotico]] (268–70).<ref>Zosimo I.24.</ref> Dall'analogia con la precedente [[peste antonina]], che flagellò l'Impero verso la fine del II secolo, probabilmente anch'essa vaiolo, si è stimato che tale epidemia provocò il decesso del 15–30% degli abitanti dell'intero Impero.<ref>D. Ch. Stathakopoulos ''Famine and Pestilence in the late Roman and early Byzantine Empire'' (2007) 95.</ref> Zosimo descrive la peste di Cipriano come addirittura peggiore.<ref>Zosimo I.16.</ref> Le armate e, per estensione, le province di frontiera dove avevano sede (e dove venivano reclutate), furono probabilmente quelle che subirono le perdite maggiori, a causa della forte concentrazione di individui e dei loro movimenti frequenti attraverso l'Impero.<ref>Zosimo I.20.</ref>
* [[Russia#Arte|Arte russa]]
 
* [[Mir iskusstva]]
La crisi del III secolo generò una reazione a catena di effetti socio-economici che si determinarono decisivi per l'evoluzione dell'esercito tardo-imperiale. La combinazione delle devastazioni barbariche e del ridotto gettito fiscale dovuto alla peste mandò in bancarotta il governo imperiale, che si risolse a emanare monete ancora più svalutate: ad esempio l<nowiki>'</nowiki>''[[Antoniniano|antoninianus]]'', la moneta d'argento impiegata per pagare le truppe in questo period, perse il 95% dell'argento contenuto in esso tra la sua introduzione nel 215 e il suo abbandono negli anni 260. Con questo provvedimento fu possibile distribuire una quantità di denaro 20 volte superiore con la stessa quantità di metallo prezioso.<ref>J. Kent ''The Monetary System'' in Wacher (1988) 576–7.</ref> Ciò generò altresì una dilagante inflazione dei prezzi: basti pensare che il prezzo di alcuni beni all'epoca di Diocleziano era 67 volte superiore alla tipica cifra del Principato.<ref>Duncan-Jones (1990) 115.</ref> L'economia monetaria collassò, costringendo l'esercito a fare affidamento su leve di cibo non pagate per ottenere provviste.<ref>Tomlin (1988) 110.</ref> Le leve di cibo furono requisite senza riguardo per la giustizia, rovinando le province di frontiera dove avevano sede le armate.<ref>Jones (1964) 32.</ref> I salari dei soldati, inoltre, divennero sempre più bassi, riducendo le reclute dell'esercito a una esistenza a [[Agricoltura della civiltà romana|livello di subsistenza]].<ref>Jones (1964) 29.</ref> Ciò altresì scoraggiò i volontari e costrinse il governo a fare affidamento in misura sempre maggiore sulla coscrizione<ref name="j615">Jones (1964) 615.</ref> e sul reclutamento a larga scala di barbari nell'esercito regolare a causa delle perdite provocate dalla peste. Intorno alla metà del IV secolo, i soldati di origini barbariche probabilmente ammontavano a un quarto di tutte le reclute (e oltre un terzo nei reggimenti di élite), probabilmente una percentuale di gran lunga superiore a quella dei primi due secoli.<ref>Elton (1996) 148–52.</ref>
 
=== Gli Imperatori illirici ===
[[File:Celio - le mura tra porta san Sebastiano e porta Ardeatina 1974.JPG|thumb|upright=1.4|Le [[mura aureliane]] di Roma, edificate per opera di [[Aureliano]] nel 270–5. Queste furono le prime nuove mura di Roma a partire dalla costruzione delle [[Mura serviane]] dopo il sacco di Roma compiuto dai Galli 650 anni prima: esse rappresentano il simbolo della pervadente insicurezza nell'Impero del III secolo. Esse avevano in origine un'altezza di 8m, che fu raddoppiata a 16m dopo il sacco di Roma del 410]]
{{Vedi anche|Imperatori illirici}}
 
A Gallieno, ucciso da una congiura dei suoi stessi generali nel [[268]], successe il primo degli [[imperatori illirici]]: [[Claudio il Gotico]], che regnò fino al [[270]] e morì di peste. Gli subentrò il fratello [[Quintillo]], che poco dopo si fece da parte (forse suicidandosi) per lasciare il posto ad [[Aureliano]]. Quest'ultimo riuscì nell'impresa di riunificare l'impero, combattendo prima [[Zenobia]] e [[Vaballato]] in Oriente e poi [[Tetrico]] in Occidente. Anch'egli fu ucciso da una congiura militare nell'autunno del [[275]].
 
L'ascesa di questi [[Imperatori illirici|Imperatori-soldati di origine illirica]] è una conseguenza delle misure prese dall'imperatore [[Gallieno]] (260-268), il quale aprì le porte delle cariche più importanti ai suoi comandanti militari, finora riservate soprattutto all'[[ordine senatorio]]. Nonostante la breve durata di questo periodo (meno di un ventennio dalla morte di Gallieno all'istituzione della [[tetrarchia]] di [[Diocleziano]]) risultò di fondamentale importanza per:
*aver messo fine al periodo dell'[[anarchia militare]], cominciata dopo la morte di [[Alessandro Severo]], e che aveva moltiplicato il numero di imperatori e usurpatori;
*tutti questi imperatori ''Illirici'', erano soldati di professione, che riuscirono a porre un freno soprattutto alle [[Invasioni barbariche del III secolo|invasioni barbariche del periodo]] lungo il [[limes renano|fronte renano]] e [[limes danubiano|danubiano]]. L'Imperatore assumeva così l'immagine, non più o soltanto di giudice ma soprattutto di ''leader'' in guerra;
*Con [[Aureliano]] l'Impero, diviso in tre parti con due secessioniste ([[Impero delle Gallie]] e [[regno di Palmira]]), tornerà unito.
 
A partire dal III secolo, gli Illiri e i [[Traci]] romanizzati, per lo più ''primipilares'' e i loro discendenti, cominciarono un'ascesa tra i ranghi dell'esercito che li portò a dominare i comandi superiori delle armate.<ref>Goldsworthy (2000) 165.</ref> Infine, alcuni degli ufficiali maggiori dell'esercito di origini illiriche/trace giunsero addirittura a diventare Imperatori. Nel 268, l'Imperatore [[Gallieno]] (r. 260–68) fu rovesciato da un ''coup d'état'' organizzato da ufficiali maggiori illirici dell'esercito, tra cui spiccavano i suoi successori Claudio il Gotico e [[Aureliano]] (270–75).<ref>Zosimo I.22.</ref> Costoro e i loro successori [[Marco Aurelio Probo|Probo]] (276–82) e [[Diocleziano]] (r. 284–305) e i suoi colleghi [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchi]] formarono una sorta di autoperpetuatosi giunta militare di ufficiali illirici che erano nati nelle medesime province (alcuni addirittura nella stessa città, [[Sirmio]], una importante base legionaria in Mesia Superiore) o avevano servito nei stessi reggimenti.<ref name="t109"/>
 
La gunta pose rimedio alle disfatte militari del 251–71 con una serie notevole di vittorie, tra cui spicca la sconfitta nei pressi di [[Battaglia di Naisso|Naisso]] di un vasto esercito gotico per opera di Claudio il Gotico, sconfitta così devastante che i Goti non rappresentarono più una minaccia seria per l'Impero per oltre un secolo, fino ad [[Battaglia di Adrianopoli (378)|Adrianopoli]] (378).<ref>Zosimo I.23.</ref>
 
[[File:Impero romano 260.png|left|thumb|upright=1.4|L'[[Impero romano]] degli imperatori “legittimi” al centro, con l'[[Impero delle Gallie]] ad Occidente, il [[Regno di Palmira]] a Oriente, all'apice del periodo dell'''[[Anarchia militare]]'', poco dopo la morte di [[Gallieno]] ([[268]]), all'avvento dei cosiddetti ''Imperatori illirici'']]
 
Gli [[Imperatori illirici]] erano in particolare preoccupati dello spopolamento delle province di frontiera in seguito alla peste e alle invasioni barbariche che avevano flagellato l'Impero nel corso della crisi del III secolo. Il problema era particolarmente acuto nelle province da dove provenivano, ovvero quelle danubiane, dove molta terra arabile non veniva più coltivata a causa della carenza di manodopera.<ref name="Jones 1964">Jones (1964).</ref> Lo spopolamento era inoltre una seria minaccia al reclutamento e del rifornimento di provviste all'esercito. Nel tentativo di porre rimedio a questa situazione, gli Imperatori illirici perseguirono una politica aggressiva di reinsediamento in scala massiccia in territorio imperiale di prigionieri barbari sconfitti in battaglia e fatti prigionieri, costretti a coltivare le terre spopolate per l'Impero. Aureliano insedio un enorme numero di [[Carpi]] in Pannonia nel 272,<ref name="Victor 39.43">Vittore 39.43.</ref> mentre intorno al 275 evacuò la [[Dacia (provincia romana)|provincia di Dacia]], spostando la popolazione dell'intera provincia in Mesia, un atto motivato dalla necessità di ripopolare la Mesia.<ref>Eutropio IX.15.</ref> Si narra che il suo successore Probo trasferì addirittura 100.000 [[Bastarni]] in Mesia nel 279/80 e successivamente fece lo stesso per enormi quantità di [[Gepidi]], [[Goti]] e Sarmati.<ref>Hist. Aug. ''Probus'' 18.</ref> Diocleziani continuò questa politica, trasferendo nel 297 immense quantità di Bastarni, Sarmati e Carpi in territorio imperiale (secondo [[Aurelio Vittore|Vittore]] addirittura l'intera tribù dei Carpi fu trasferita).<ref name="Victor 39.43"/><ref>Eutropius IX.25.</ref> Anche se le precise condizioni con cui queste popolazioni furono insediate all'interno dell'Impero sono ignote (e potrebbero essere variate da caso a caso), in genere a queste popolazioni veniva concessa terra da coltivare in cambio dell'obbligo di servire nell'esercito romano con una quota di coscrizione molto più pesante della norma. Questa politica ebbe tre effetti benefici, dal punto di vista del governo romano: di aver indebolito la tribù ostile, di aver ripopolato le frontiere di provincia spopolate dalla peste (e aver ripopolato i campi abbandonati facendo in modo che ritornassero ad essere coltivati) e aver fornito nuove fonti di reclute per l'esercito. Ma ciò poteva anche essere vantaggioso per i prigionieri barbari, che spesso erano attratti dalla prospettiva di ricevere terra all'interno dell'Impero. Nel IV secolo, tali comunità erano note come ''[[laeti]]''.<ref name="Jones 1964 620"/>
 
Gli [[Imperatori illirici]] governarono l'Impero per oltre un secolo, fino al 379. Inoltre, fino al 363, il potere era detenuto dai discendenti dei primi Imperatori illirici. Il padre di Costantino I, [[Costanzo Cloro]], era, con il rango di Cesare, uno dei quattro Tetrarchi al tempo di Diocleziano.<ref>Zosimo II.40.</ref> La dinastia di Costantino continuò a reggere l'Impero fino al 363, anno dell'uccisione dell'Imperatore [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] nel corso di una guerra contro la Persia. Gli Imperatori illirici riportarono l'esercito alla sua antica potenza militare, ma al prezzo di servire solo le necessità e gli interessi dei militari, con la conseguenza di alienarsi il favore delle famiglie benestanti senatoriali romane che dominavano il Senato e possedevano molte delle terre imperiali. Il sentimento di alienazione per l'esercito che sorse tra gli aristocratici romani portò poi alla tendenza che si fece sempre più acuta verso la fine del IV secolo di resistere alle richieste sempre più esorbitanti da parte dello stato di fornire reclute e provviste all'esercito.<ref>Lee (1997) 221 (nota 58).</ref>
 
In conclusione, la crisi politico-militare fu caratterizzata almeno da tre conflitti: quello esterno, innescato dalle invasioni barbariche; quello interno, tra l'aristocrazia senatoria ed i comandanti militari; e quello nelle file dell'esercito tra generali, imperatori ed usurpatori.
 
L'anarchia militare durata 50 anni dimostrò la maggiore importanza dell'elemento militare che doveva difendere l'Impero rispetto al Senato che aveva ormai perso non solo autorità, ma anche autorevolezza. Gli imperatori ormai non provenivano più dai ranghi del Senato, ma erano i generali che avevano fatto carriera nell'esercito ed erano stati proclamati dai soldati, ottenendo il potere dopo aver combattuto contro altri comandanti. Con la riforma dell'esercito operata da [[Gallieno]] (260-268) il [[Senato (storia romana)|Senato]] di Roma finì per essere escluso non solo sostanzialmente, ma anche ufficialmente dal comando militare, in quanto l'imperatore decretò che le legioni potessero essere guidate anche da ''praefecti'' di rango [[ordine equestre|equestre]] (in precedenza il comando delle legioni era monopolio di ''legati'' di classe senatoria).
 
===Ascesa di Diocleziano===
Con la morte dell'imperatore [[Numeriano]] nel novembre del [[284]] (a cui il padre [[Marco Aurelio Caro|Caro]] aveva affidato l'Oriente romano),<ref>SHA, ''Vita Numeriani'', 12, 13; Eutropio IX, 18; Aurelio Vittore, 38; ''Epitome'' 39; Zonara XII, 90; {{Cita|Barnes 1981|p. 4|BarnesConstantineEusebius}}.</ref> ed il successivo rifiuto delle truppe orientali di riconoscere in [[Marco Aurelio Carino|Carino]] (il primogenito di Caro), il naturale successore, fu elevato alla porpora imperiale un validissimo generale di nome [[Diocleziano]].<ref>Secondo W. Seston, cit., p. 49, il 17 settembre; secondo Eusebio, ''De martyribus Palestina'' 1, 5 e 2, 4, e Lattanzio, cit., 17, 1, il 17 novembre; Aurelio Vittore 39, 1: «ducum Consilio tribunorumque».</ref>
 
È possibile che Diocleziano sia stato a capo di una congiura dei generali che si liberarono sia di Numeriano, giovane più votato alla poesia che alle armi,<ref>SHA, ''Vita Numeriani'', 11; E. Gibbon, cit. I, 12: «Vinse tutte le corone contro Nemesiano col quale gareggiava nella poesia didattica».</ref> che del suocero Apro.<ref>V. A. Sirago, ''Diocleziano'', p. 584: «La morte di Numeriano sarà stata dunque voluta dallo stesso Diocleziano, non certo col consenso dei soldati, ma dei suoi colleghi generali. La soppressione spettacolare di Apro deve servire a due scopi, a liberarsi d'un rivale e a placare l'ira dei soldati».</ref> Inoltre, storicamente Diocleziano non intese presentarsi come vendicatore di Numeriano, tanto che fece cancellare il suo nome da molte epigrafi ufficiali,<ref>''[[Corpus Inscriptionum Latinarum]]'' (CIL), VIII, 2529, 2530, 2532, 10382; XI, 727, 3580; XII, 110; XIV, 126.</ref> e dal panegirista [[Claudio Mamertino]] Diocleziano fu descritto come liberatore «da una crudelissima dominazione».<ref>''Panegyrici latini'', III, 5, 3.</ref>
 
Poco dopo la morte di Apro, Diocle mutò il proprio nome nel più latinizzante «Diocleziano»,<ref>Corcoran, "Before Constantine", 39.</ref> adottando il nome di Gaio Aurelio Valerio Diocleziano.<ref>{{Cita|Barnes 1982|p. 31|BarnesNewEmpire}}; Bowman, "Diocletian and the First Tetrarchy" (CAH), 68–69; Potter, 280; {{Cita|Southern 2001|p. 134|Southern}}; {{Cita|Williams 1997|p. 37|WilliamsRecovery}}.</ref> La guerra civile che ne scaturì vide la vittoria di [[Diocleziano]] (primavera del [[285]]).<ref>Michael Grant, ''Gli imperatori romani, storia e segreti'', Roma 1984, p. 261.</ref> Fu in seguito a questi eventi che Diocleziano riformò ed organizzò l'esercito romano che era uscito dalla grande [[crisi del III secolo]]. Alcuni suoi atti erano già stati in parte preceduti dalle trasformazioni volute dei suoi predecessori, ma Diocleziano impostò una organica riorganizzazione.
 
==Nuove unità militari==
{{Vedi anche|Lista di legioni romane}}
 
Lo [[invasioni barbariche del III secolo|sfondamento ripetuto]] di tutte le [[limes romano|frontiere romane]], eredità della [[crisi del III secolo]], costrinse [[Diocleziano]] e gli altri [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchi]] a dover creare nuove e numerose legioni da porre lungo i confini imperiali. Questa necessità strategica di difesa del ''[[limes romano|limes]]'', portò inevitabilmente ad un incremento del fabbisogno finanziario statale per mantenere le armate che ormai sembra [[Dimensione dell'esercito romano|superassero le 500.000 unità o forse raggiungessero le 600.000]]. Si rese così necessaria una [[Iugatio-capitatio|ulteriore tassazione]] del cittadino romano ed una miglior distribuzione della [[Riforma monetaria di Diocleziano|circolazione monetaria]] per meglio rifornire le truppe alloggiate e distribuite a guardia dei [[province romane|confini provinciali]].
 
{| class="wikitable" width="100%"
|- bgcolor="#FFDEAD"
! width="30%" | LEGIONE
! width="25%" | ARRUOLAMENTO<br />PERIODO STORICO
! width="15%" | ANNI
! width="30%" | DESTINAZIONE INIZIALE
|-
| [[legio I Noricorum|I ''Noricorum'']]<ref name="Pontica-Noricorum">Sulla base della numerazione (da I a VI), che inizia con la costituzione della [[Legio I Iovia|I ''Iovia'']], [[Legio II Herculia|II ''Herculia'']] (del 285?), [[legio III Herculia|III ''Herculia'']] (del 288), [[Legio IV Parthica|IV ''Parthica'']] (del 293 circa), [[Legio V Iovia|V ''Iovia'']] ed infine [[Legio VI Herculia|VI ''Herculia'']], sembrerebbe che la formazione delle legioni [[Legio I Pontica|I ''Pontica'']] e la [[legio I Noricorum|I ''Noricorum'']] siano avvenute o prima del 285 o dopo il 294. Non a caso troviamo dopo quest'ultima data, la costituzione di tre nuove legioni con numerazione che riparte da I: [[Legio I Maximiana|I ''Maximiana'']], [[Legio II Flavia Constantia|II ''Flavia Constantia Thebaeorum'']] e [[Legio III Diocletiana|III ''Diocletiana'']]. Non si spiegherebbero altrimenti le numerazioni delle legioni V e VI.</ref>
| <div align="center">[[Marco Aurelio Probo|Probo]]? o [[Diocleziano]]?</div>
| <div align="center">[[278]]?-[[284]]?</div>
| [[Norico (provincia romana)|Norico]]
|-
| [[Legio I Pontica|I ''Pontica'']]<ref name="Pontica-Noricorum"/>
| <div align="center">([[Marco Aurelio Probo|Probo]]?) o [[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">([[278]]?) o [[288]]</div>
| [[Ponto|Ponto Polemoniaco]]
|-
| [[Legio I Iovia|I ''Iovia'']]<br />[[Legio II Herculia|II ''Herculia'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">[[285]]-[[294]]</div>
| [[Mesia inferiore|Scytia]]
|-
| [[legio III Herculia|III ''Herculia'']]
| <div align="center">[[Massimiano]]</div>
| <div align="center">[[288]]-[[289]]</div>
| [[Rezia (provincia romana)|Rezia]]
|-
| [[Legio IV Parthica|IV ''Parthica'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]/[[Galerio]]</div>
| <div align="center">[[293]] ?</div>
| [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osroene]]
|-
| [[Legio V Iovia|V ''Iovia'']]<br />[[Legio VI Herculia|VI ''Herculia'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">[[294]]</div>
| [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia Secunda]]
|-
| [[Legio I Maximiana|I ''Maximiana'']]<br />[[Legio II Flavia Constantia|II ''Flavia Constantia Thebaeorum'']]
| <div align="center">[[Massimiano]]</div>
| <div align="center">[[296]]-[[297]]</div>
| [[Egitto (provincia romana)|Egitto-Tebaide]]
|-
| [[Legio III Diocletiana|III ''Diocletiana'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">[[298]]</div>
| [[Egitto (provincia romana)|Egitto]]
|-
| [[Legio I Armeniaca|I ''Armeniaca'']]<br />[[Legio II Armeniaca|II ''Armeniaca'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]/[[Galerio]]</div>
| <div align="center">[[300]] ?</div>
| [[Armenia (provincia romana)|Armenia]]
|-
| [[Legio V Parthica|V ''Parthica'']]<br />[[Legio VI Parthica|VI ''Parthica'']]
| <div align="center">[[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">[[300]]-[[305]]</div>
| [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osroene]]
|-
| [[Legio I Martia|I ''Martia'']]<br />(o ''Martiorum Victrix'')
| <div align="center">[[Diocleziano]]</div>
| <div align="center">[[300]]-[[305]]</div>
| [[Maxima Sequanorum]]
|-
| [[Legio I Flavia Gallicana Constantia|I ''Flavia Gallicana Constantia'']]
| <div align="center">[[Costanzo Cloro]] o<br />[[Costantino I]]</div>
| <div align="center">[[305]]/[[306]] o<br />[[306]]/[[312]]</div>
| [[Gallia (diocesi)|Lugdunensis]]
|}
 
==Uomini del corpo di truppa==
{{Vedi anche|Cursus honorum|Duce (storia romana)}}
 
===Gerarchie militari===
[[File:Venice – The Tetrarchs 03.jpg|thumb|[[Monumento ai Tetrarchi|I tetrarchi]], una [[scultura]] di porfido saccheggiata a [[Bisanzio]] nel [[1204]] ([[Basilica di San Marco (Venezia)|Basilica di San Marco]] a [[Venezia]])]]
{{Vedi anche|Tetrarchia}}
 
La vera grande riforma militare di [[Diocleziano]] fu soprattutto di [[Tetrarchia di Diocleziano|tipo politico]].<ref name="CascarinoIII,33"/> Il nuovo imperatore dispose, prima di tutto, una divisione del [[Imperatore romano|sommo potere imperiale]], dapprima attraverso una [[diarchia]] (due ''[[augusto (titolo)|Augusti]]'', a partire dal [[285]]/[[286]]) e poi tramite una [[tetrarchia]] (nel [[293]], tramite l'aggiunta di due ''[[cesare (titolo)|Cesari]]''),<ref name="LeBohecII,33">Yann Le Bohec, ''Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero'', Roma, 2008, p. 33.</ref> compiendo così una prima vera "rivoluzione" sull'intera struttura organizzativa dell'esercito romano dai tempi di [[Augusto]]. Questa forma di governo a quattro, se da un lato non fu così felice nella trasmissione dei poteri (vedi [[Guerra civile romana (306-324)|successiva guerra civile]]), ebbe tuttavia il grande merito di fronteggiare con tempestività i pericoli esterni al [[Impero romano|mondo romano]].<ref name="LeBohecII,41">Yann Le Bohec, ''Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero'', Roma, 2008, p. 41.</ref>. La presenza di due Augusti e due Cesari facilitava, infatti, la rapidità dell'intervento armato e riduceva i pericoli che la prolungata assenza di un unico sovrano poteva arrecare alla stabilità dell'Impero.
 
Diocleziano creò una vera e propria gerarchia militare sin dalle più alte cariche statali, quelle dei "quattro" Imperatori, dove il più alto in grado era l<nowiki>'</nowiki>''Augusto'' ''Iovio'' (protetto da [[Giove (divinità)|Giove]]), assistito da un secondo ''Augusto'' ''Herculio'' (protetto da un semidio, [[Ercole]]), a cui si aggiungevano i due rispettivi ''Cesari'',<ref name="LeBohecII,33"/> ovvero i "successori designati".<ref name="CascarinoIII,33">G. Cascarino, ''L'esercito romano. Armamento e organizzazione'', Vol. III - ''Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente'', p. 33.</ref> In sostanza si trattava di un sistema politico-militare che permetteva di dividere meglio i compiti di difesa del confine: ogni tetrarca, infatti, curava un singolo settore strategico e la sua sede amministrativa era il più possibile vicino alle [[limes romano|frontiere]] che doveva controllare ([[Treviri]] e [[Milano]] in Occidente; [[Sirmio]] e [[Nicomedia]] in Oriente<ref name="CascarinoIII,33"/>), in questo modo era possibile stroncare rapidamente i tentativi di incursione dei barbari, evitando che diventassero catastrofiche [[invasioni barbariche del III secolo|invasioni]] come quelle che si erano verificate nel [[crisi del III secolo|III secolo]].
 
====I nuovi comandanti provinciali: i ''duces''====
Con la riforma [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchica]] di [[Diocleziano]], le [[province romane]] furono organizzate in [[diocesi (impero romano)|diocesi]], ognuna amministrata da un [[vicario]], che era assistito da un ''[[Duce (storia romana)|dux]]'' per [[limes romano|quelle di frontiera]]. Quando il vicario chiamava le legioni all'azione, il loro comando spettava al ''[[comes]]'' sotto il quale era posto anche lo stesso ''dux'' ed i suoi reparti di [[limitanei]]. Il ''Comes'' era poi posto alle dipendenze del ''[[magister militum]]'' della sua [[prefettura del pretorio]], sopra il quale c'era solo l'[[Imperatore romano|Imperatore]].
 
Nella [[Notitia Dignitatum]] degli inizi del [[V secolo]] sono menzionati:
*12 ''duces'' per l'[[Impero romano d'Oriente|Oriente]], come segue: ''[[Dux Libyarum]]'', ''[[Dux Thebaidos]]'', ''[[Dux Foenicis]]'', ''[[Dux Syriae]]'', ''[[Dux Palaestinae]]'', ''[[Dux Osrhoenae]]'', ''[[Dux Mesopotamiae]]'', ''[[Dux Arabiae]]'', ''[[Dux Armeniae]]'', ''[[Dux Scythiae]]'', ''[[Dux Moesiae secundae]]'', ''[[Dux Moesiae primae]]'', ''[[Dux Daciae ripensis]]'';
*11 per l'[[Impero romano d'Occidente|Occidente]], come segue: ''[[Dux limitis Mauretaniae Caesariensis]]'', ''[[Dux limites Tripolitani]]'', ''[[Dux Pannoniae secundae]]'', ''[[Dux Valeriae ripensis]]'', ''[[Dux Pannoniae primae et Norici ripensis]]'', ''[[Dux Raetiae primae et secundae]]'', ''[[Dux Sequanicae]]'', ''[[Dux tractus Armoricani et Neruicani]]'', ''[[Dux Belgicae secundae]]'', ''[[Dux Britanniarum]]'', ''[[Dux Mogontiacensis]]''.
 
=== Reclutamento ===
Per assicurarsi che l'esercito ricevesse sufficienti reclute, Diocleziano sembra aver istituito una sistematica coscrizione annuale di cittadini romani per la prima volta fin dai tempi della [[Repubblica romana]]. Inoltre, era probabilmente il responsabile per il decreto, attestato per la prima volta nel 313, con il quale venivano costretti ad arruolarsi i figli dei veterani e dei militari in generale.<ref name="j615"/>
 
Sotto Diocleziano, il numero delle legioni, e probabilmente anche delle altre unità, vennero più che raddoppiate.<ref>Jones (1964) 17.</ref> Ma è improbabile che le dimensioni complessive dell'esercito fossero aumentate di molto, poiché l'aumento delle legioni fu raggiunto riducendone le dimensioni di ognuna, in alcuni casi anche drasticamente: ad esempio le nuove legioni di Diocleziano sembrano aver annoverato appena 1.000 soldati ciascuna, un numero di gran lunga inferiore ai 5.500 soldati che all'epoca del Principato componevano ciascuna legione; pertanto, le nuove legioni aumentarono il numero complessivo di legionari solo del circa 15%.<ref name="Tomlin 1988 111">Tomlin (1988) 111.</ref><ref name="Jones 1964 681">Jones (1964) 681.</ref> Nonostante ciò, gli studiosi concordano generalmente che Diocleziano aumentò sostanzialmente le dimensioni complessive dell'esercito, di almeno il 33%.<ref>Heather (2005).</ref> Tuttavia, l'unica cifra riportata dalle fonti antiche superstiti riporta per le dimensioni dell'esercito di Diocleziano la cifra di 390.000 soldati, che è all'incirca la stessa di quella dell'esercito nel 130 circa sotto Adriano e di gran lunga inferiore alla cifra di 440.000 soldati sotto Settimio Severo.<ref name="John Lydus De Mensibus I.47">Giovanni Lido ''De Mensibus'' I.47.</ref><ref name="MacMullen 1979 454">MacMullen (1979) 454.</ref> La contraddizione apparente si potrebbe spiegare con la supposizione che Diocleziano trovò all'inizio del suo regno un esercito inferiore in dimensioni rispetto a quello dell'epoca dei Severi, in quanto le dimensioni dell'esercito era stata ridotta a causa delle epidemie di peste e dei disastri militari che flagellarono l'Impero nel III secolo.<ref>MacMullen (1979) 455.</ref> In questo caso, la semplice restaurazione delle antiche dimensioni dell'esercito alla fine del II secolo avrebbe senz'altro portato a un consistente aumento delle dimensioni.
 
==Tattica==
Una conseguenza di questa trasformazione delle frontiere fu anche l'aumento della protezione delle nuove e vecchie strutture militari, che vennero adeguate alle nuove esigenze difensive (tale necessità non era così urgente nei primi due secoli dell'Impero romano, dedicati soprattutto alla conquista di nuovi territori). Le nuove fortezze cominciarono così ad essere costruite, o ricostruite, in modo più compatto nelle loro dimensioni (riducendone il perimetro complessivo), più solide nello spessore delle loro mura (in alcuni casi si passò da uno spessore di 1,6 metri a 3,4 metri, come nel caso della [[castrum|fortezza]] di [[Sucidava]]) e con un maggior utilizzo di [[torre|torri]] esterne, per migliorarne la difesa.<ref name="CascarinoIII,46-48"/>
 
Diocleziano, in sostanza, non solo intraprese una politica a favore dell'aumento degli effettivi, ma anche volta a migliorare e moltiplicare le costruzioni militari del periodo, sebbene queste ultime siano risultate, sulla base dei ritrovamenti archeologici, meno numerose di quanto non abbiano raccontato gli antichi<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', II, 34; ''[[Panegyrici latini]]'', V, 18; [[Ammiano Marcellino]], ''Storie'', XXIII, 5.1-2.</ref> ed i moderni.<ref name="LeBohecII,41"/>.
 
=== Rifornimenti ===
La preoccupazione primaria di Diocleziano era riuscire a garantire approvvigionamenti di cibo per le armate su basi razionali e sostenibili. A questo fine, l'Imperatore pose fine all'arbitraria requisizione di cibo da destinare all'esercito (''indictiones''), il cui peso gravava principalmente sulle province di frontiera. Istituì un sistema di regolari ''indictiones'' annuali con la tassa richiesta proporzionale all'ammontare di terra coltivata in ogni provincia, dati ottenuti tramite un censo della terra e dei contadini di tutto l'Impero.<ref>Jones (1964) 61–2.</ref> Nel tentativo di risolvere il problema dello spopolamento dei campi (con conseguente riduzione della produzione di cibo), decretò che i contadini, che erano stati sempre liberi di abbandonare le loro terre durante il Principato, avevano l'obbligo di non abbandonare mai la località in cui essi erano stati registrati dal censo. Questa misura ebbe l'effetto di legare legalmente i contadini (''coloni'') e i loro discendenti alla terra dei loro padroni, i grandi proprietari terrieri.<ref>Jones (1964) 68.</ref>
 
=== Infrastrutture militari ===
In parallelo con la restaurazione delle dimensioni dell'esercito, Diocleziano tentò di rinforzare tutte le frontiere dell'Impero tramite un rinforzamento delle sue difese: in particolare costruì nuove fortezze sulla frontiera, nonché strade militari di rilevante importanza strategica.<ref>Jones (1964) 55–6.</ref> In particolare istituì province militarizzate con una grande concentrazione di militari, allo scopo di difendere le province indifese lontane dai confini. Man mano che le minacce lungo le frontiere divennero sempre più potenti e sofisticate, il normale sistema difensivo di combattere il nemico all'esterno dei confini cominciò a fallire. La linea di difesa venne conseguentemente spostata lungo la frontiera costruendo mura e valli più resistenti e mantenendo alla difesa della frontiera una forza stazionaria.<ref>Stephen Williams. Diocletian and the Roman Recovery. London: B T Batsford Ltd, 1985, p. 93.</ref> Oltre i valli ogni nemico che avesse fatto irruzione all'interno dell'Impero avrebbe trovato città fortificate, fortezze, nonché fattorie fortificate, per cui sarebbe stato costretto a rallentare la loro avanzata concedendo all'esercito mobile romando sufficiente tempo per poter intervenire respingendo l'invasione.<ref>Stephen Williams. Diocletian and the Roman Recovery. London: B T Batsford Ltd, 1985, p. 94.</ref>
 
Diocleziano apportò, inoltre, importanti cambiamenti alla struttura dell'esercito. L'esercito all'epoca di Diocleziano era costituito da armate mobili e stazionarie, al posto di forze ausiliarie e legionarie; le armate mobili erano costituite sia da fanti che da cavalieri, mentre le forze stazionarie agivano come milizia locale. La cavalleria aveva capacità di combattimento uniche e sarebbe stata in grado di combattere con successo senza il sostegno della fanteria; le unità di cavalleria divennero note come vexilliatones.<ref>Hugh Elton. "Warfare and the Military." The Cambridge Companion to the Age of Constantine. Ed. Noel Lenski. Cambridge University Press. (2006): 328.CCOL0521818389.015.</ref>
 
==Strategia lungo le frontiere: difesa "in profondità"==
[[File:Prima tetrarchia Diocletianus.PNG|thumb|upright=1.4|Le 4 parti e le 12 [[diocesi (impero romano)|diocesi]] nella nuova divisione [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchica]] dell'[[impero romano]] voluta da [[Diocleziano]] attorno al [[300]].]]
{{vedi anche|Strategia (esercito romano)|Limes romano|difesa in profondità (esercito romano)}}
 
Il [[limes romano|sistema difensivo dei confini]] venne reso più elastico e "profondo": alla rigida difesa del ''[[vallum]]'' venne aggiunta una rete sempre più fitta di ''castella'' interni, collegati tra di loro da un più complesso sistema viario (un esempio su tutti: la ''[[strata Diocletiana]]'' in Oriente). In sostanza si passò da un sistema difensivo di tipo "lineare"<ref>E.N. Luttwak, ''La grande strategia dell'Impero romano'', Milano 1981, pp.75-170.</ref> ad uno "più profondo" (sebbene non nelle proporzioni generate dalla [[crisi del III secolo]], quando [[Gallieno]] e gli imperatori illirici erano stati costretti dai continui "sfondamenti" del ''limes'' a far ricorso a "riserve" strategiche molto "interne" rispetto alle frontiere imperiali), che vide un notevole ampliamento dello "spessore" del ''[[limes romano|limes]]'', il quale fu esteso da una fascia interna del territorio imperiale ad una esterna, ''[[barbari|in Barbaricum]]'', attraverso la costruzione di numerose "teste di ponte" fortificate (anche oltre i grandi fiumi [[Reno (Germania)|Reno]], [[limes danubiano|Danubio]] ed [[Eufrate]]), avamposti con relative vie di comunicazione e strutture logistiche.<ref name="CascarinoIII,46-48">G. Cascarino, ''L'esercito romano. Armamento e organizzazione'', Vol. III - ''Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente'', pp. 46-48.</ref>
{{Citazione|''Infatti, per la previdenza di [[Diocleziano]] tutto l'impero era stato diviso [...] in città, fortezze e torri. Poiché l'esercito era posizionato ovunque, i [[barbari]] non potevano penetrarvi. In ogni sua parte le truppe erano pronte a opporsi agli invasori ed a respingerli''.|[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', II, 34.1.}}
 
L'aspetto complessivo che l'esercito assunse conseguentemente all'operato di [[Diocleziano]], lodato dallo storico [[Zosimo (storico)|Zosimo]], è quello di un apparato quantitativamente concentrato lungo le frontiere<ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=[[Zosimo (storico)|Zosimo]]|titolo=Storia Nuova|capitolo= Libro II, 34}}</ref>, che nello stesso tempo però manteneva un ristretto nucleo mobile centrale qualitativamente eccelso (un'evoluzione ulteriore di quanto aveva fatto [[Settimio Severo]], con il posizionamento della ''[[legio II Parthica]]'' nei [[castra Albana]], poco distante da Roma), il ''[[comitatus]]''. Diocleziano, infatti, perfezionò ciò che di buono era stato "riformato" sotto [[Gallieno]] e gli [[imperatori illirici]] (da [[Aureliano]] a [[Marco Aurelio Probo]], fino a [[Marco Aurelio Caro]]), i quali avevano adattato l'esercito alle esigenze della grande [[crisi del III secolo]]. Egli, difatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da [[Gallieno]] in un vero e proprio "esercito mobile" detto ''[[comitatus]]''<ref>Acta Maximiliani: «''in sacro comitatu dominorum nostrorum Diocletiani et Maximiani, Constantii et Maximiani'' (= Galerio) ''milites christiani sunt et militant''».</ref> ("compagnia"), nettamente distinto dall'"esercito di confine" o ''limitaneo''. Probabilmente il ''comitatus'' dioclezianeo era costituito da due ''[[vexillationes]]'' (''Promoti'' e ''Comites'') e da tre ''legiones'' (''[[Herculiani]]'', ''[[Ioviani]]'' e ''Lanciarii''), mentre la "riserva strategica mobile" di [[Gallieno]] era costituita unicamente da ''vexillationes''<ref>{{Cita libro|autore=Simon MacDowall|titolo=Late Roman Cavalryman|capitolo= pag. 4}}</ref>.
 
===Fronte settentrionale===
{{Vedi anche|limes renano|limes danubiano}}
 
Nel [[285]] al nuovo ed unico imperatore, Diocleziano, toccò respingere nuove invasioni [[germani|germano]]-[[sarmati]]che sia in [[Mesia]] sia in [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], ancora una volta favorite dall'aver sguarnito le frontiere del medio-basso tratto danubiano a causa della recente guerra civile.<ref>CIL 14, 128 (p. 613).</ref><ref name="Scarre197">Scarre, p. 197.</ref> Contemporaneamente [[Massimiano]] mosse in [[Gallia]] contro i ribelli [[Bagaudi]],<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Bowman, pp. 70–71.</ref> e le orde barbariche di [[Burgundi]] ed [[Alemanni]].<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Bowman, p. 71; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 31.</ref> L'anno successivo il prefetto della flotta del [[canale della Manica]], il futuro usurpatore [[Carausio]], riuscì a respingere gli attacchi dei pirati [[Franchi]] e [[Sassoni]] lungo le coste della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] e della [[Gallia Belgica]].<ref>Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9.21; Grant, p. 279.</ref> Ancora nel [[287]] le armate romane ottennero nuovi successi sulle tribù germaniche di Alemanni e Burgundi sull'alto Reno,<ref>{{CIL|11|1594}}; {{CIL|13|5249}}; Grant, p. 273.</ref><ref>''Panegyrici latini'', II, 5 [http://www.archive.org/stream/xiipanegyricila02baehgoog#page/n124/mode/1up XII panegyrici latini].</ref> oltre a [[Sassoni]] e [[Franchi]] lungo il corso inferiore.<ref>''Panegyrici latini'', II, 7-8; VI, 8 [http://www.archive.org/stream/xiipanegyricila02baehgoog#page/n125/mode/1up XII panegyrici latini].</ref> Nel [[288]]<ref>{{CIL|3|22}}; {{CIL|3|13578}}.</ref> e nel [[289]] furono ottenuti nuovi successi da Massimiano sugli [[Alemanni]], in un'azione combinata con lo stesso Diocleziano<ref>''Panegyrici latini'', II e III.</ref> e con [[Costanzo Cloro]],<ref>''Panegyrici latini'', III, 7, 1; VI, 4.</ref><ref>[[Orosio]], ''Historiarum adversum paganos'', VII, 25, 7 [http://www.thelatinlibrary.com/orosius/orosius7.shtml#25 Orosius VII].</ref> e poi sui [[Franchi]].<ref>[[Gregorio di Tours]], ''Storia dei Franchi'', libro II [http://remacle.org/bloodwolf/historiens/gregoire/francs2.htm Grégoire de Tour : Histoire des Francs : livre II)].</ref>
 
Nel [[293]] Diocleziano ricevette la quinta acclamazione come "''[[Germanicus maximus]]''" in seguito ai successi riportati da [[Costanzo Cloro]], il quale dopo aver marciato su per la costa fino agli estuari di [[Reno (Germania)|Reno]] e [[Schelda]], riportò una vittoria sugli alleati [[franchi]] del ribelle [[Carausio]].<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 255.</ref> Nuovi successi furono riportati dalla armate romane, nel [[294]] contro le tribù sarmatiche<ref>SupIt-16-R, 50.</ref> e gotiche,<ref name="Grant">Grant, p. 287.</ref> nel [[295]] e [[297]] contro i Carpi (questi ultimi trasferiti in territorio romano<ref>[[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus'', XXXIX, 43.</ref>), nel [[298]] contro gli Alemanni (nella [[battaglia di Lingones]] e di [[battaglia di Vindonissa|Vindonissa]]),<ref>[[Eutropio]], ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 23.</ref> ed ancora contro i Goti,<ref>{{AE|1995|1345}}; {{AE|1936|10}}.</ref> nel [[299]] ancora contro Carpi,<ref>{{CIL|16|157}}.</ref> [[Bastarni]] e Sarmati [[Roxolani]]<ref>Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9.25.</ref> ed infine nel [[300]] nuovamente contro i Sarmati.<ref>{{AE|1890|66}}.</ref>
 
===Fronte orientale===
{{Vedi anche|Limes orientale}}
 
Nell'ottobre del [[293]] Diocleziano si recò a [[Sirmio]] per organizzare una nuova campagna militare per l'anno successivo contro i sarmati Iazigi, insieme a Galerio appositamente creato cesare dal 1º aprile del [[293]], per meglio dividersi i compiti lungo le frontiere imperiali dell'Oriente romano. Sembra, infatti, dalle affermazioni di [[Eutropio]] che una nuova guerra tra Roma e la Persia iniziò proprio nel [[293]].<ref>[[Eutropio]], ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 22.</ref> Ma è solo nel [[296]] che il [[cesare (titolo)|cesare]] [[Galerio]], fu chiamato da [[Diocleziano]] (alle prese con una rivolta in [[Egitto (provincia romana)|Egitto]]) per intraprendere una campagna militare contro [[Narsete di Persia|Narsete]], sovrano sasanide asceso al trono tre anni prima e che aveva invaso la [[Siria (provincia romana)|provincia romana di Siria]]. L'[[esercito romano]], una volta passato l'[[Eufrate]] con forze insufficienti, andò incontro ad una [[battaglia di Callinicum (296)|cocente sconfitta presso Nicephorium Callinicum]],<ref>Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 24.</ref> a seguito della quale [[Impero romano|Roma]] perse la provincia di [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]].<ref name="Grant"/> Tuttavia, nel [[297]], avanzando attraverso le montagne dell'[[Armenia]], ottenne una vittoria decisiva sull'Imperatore [[Sasanidi|sasanide]] [[Narsete di Persia|Narsete]], ricavandone un enorme bottino, che comprendeva l'harem di Narsete.<ref>[[Eutropio]], ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 25.</ref>
 
Approfittando del vantaggio, prese la città di [[Ctesifonte]], costringendo Narsete alla pace l'anno successivo. La [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] ritornò sotto il controllo romano, l'[[Regno d'Armenia|Armenia]] fu riconosciuta protettorato romano, mentre a ''[[Nisibi]]'' furono accentrate le vie carovaniere dei commerci con l'estremo Oriente ([[Storia della Cina|Cina]] e [[Storia dell'India|India]]). Con il controllo di alcuni territori ad est del fiume [[Tigri]], fu raggiunta la massima espansione dell'impero verso est ([[298]]).<ref>Mazzarino, p.588.</ref> Galerio celebrò poi la propria vittoria erigendo un [[arco di Galerio|arco trionfale]] a [[Tessalonica]], sebbene non avesse accolto favorevolmente il trattato di pace, poiché avrebbe preferito avanzare ulteriormente in territorio persiano, sulle orme di [[Traiano]].<ref>Grant, p. 288.</ref> Al termine di [[campagne sasanidi di Galerio|queste campagne]] (o forse poco prima), furono arruolate e posizionate in [[Impero romano d'Oriente|Oriente]] almeno cinque nuove legioni: la [[Legio I Armeniaca|I ''Armeniaca'']]<ref name="Gonzales256">J. R. Gonzales, ''Historia de las legiones romanas'', Madrid 2003, p. 456.</ref> e la [[Legio II Armeniaca|II ''Armeniaca'']] lungo l'[[Eufrate]] in [[Armenia (provincia romana)|Armenia]]; la [[Legio IV Parthica|IIII]], [[Legio V Parthica|V]] e [[Legio VI Parthica|VI ''Parthica'']] in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] ed [[Osroene]].
 
===Fronte meridionale===
{{Vedi anche|Limes africano}}
 
Lungo il [[limes africano|fronte africano]] sappiamo che per la prima volta nel [[290]], i [[Saraceni]], tribù [[arabi|araba]] stanziata nella [[penisola del Sinai]], tentarono invano di invadere la [[Siria (provincia romana)|Siria]];<ref>''Panegyrici latini'', III, 5 - 7,1.</ref> nel [[293]] scoppiò una guerra contro i [[Quinquegentiani]], domata solo quattro anni più tardi da [[Massimiano]];<ref>Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9.22.</ref> nel [[296]]-[[298]], sempre l'[[augusto (titolo)|augusto]] Massimiano riuscì a respingere le tribù dei [[Mauri (Mauritania)|Mauri]]<ref>''Panegyrici latini'', III, 17; IV, 5-6; VI, 8; VIII, 6.</ref> ed a debellare quella dei Quinquegentiani, che erano penetrati anche in [[Numidia]],<ref>Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9.23.</ref> poi fu la volta (nel 297) dei [[Berberi]];<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16; Barnes, ''New Empire'', p. 59; Grant, p. 274.</ref> ed infine nel [[298]] i territori del [[Dodecascheno]] furono abbandonati ed affidati ai [[Nobati]], come [[Socii e Foederati|federati]] contro i Blemmi.<ref>[[Procopio di Cesarea]], ''Guerre: persiana, vandalica e gotica'', I, 19; Robert B. Jackson, ''At Empire's Edge. Exploring Rome's Egyptian Frontier'', p. 152; Mazzarino, p. 588.</ref>
 
===Dislocazione delle legioni nel 305 d.C.===
{{vedi anche|Lista di fortezze legionarie romane|Dislocazione delle legioni romane}}
 
Sappiamo che all'abdicazione di [[Diocleziano]] c'erano almeno 53 legioni o forse 56 (oltre probabilmente alla [[Legio I Isaura Sagittaria]] in Oriente; alla [[legio I Iulia Alpina]], [[legio II Iulia Alpina]] e [[legio III Iulia Alpina]] posizionate a guardia delle [[Alpi]]<ref name="NotDignOcc5-7">[[Notitia Dignitatum|Not.Dign.]], ''Occ.'', V e VII.</ref>), così come è evidenziato qui sotto nella tabella riassuntiva sulla loro dislocazione (nel [[305]]):<ref name="Gonz709Casc44">J. R. González, ''Historia de las legiones Romanas'', pp. 709-710; G. Cascarino, ''L'esercito romano. Armamento e organizzazione'', Vol. III - ''Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente'', Rimini 2009, p. 44.</ref>
 
{| class="wikitable" width="100%"
! width="20%" | N. fortezze legionarie
! width="20%" | unità legionaria
! width="20%" | località antica
! width="20%" | località moderna
! width="20%" | provincia romana
|-
|<div align="center">1</div>
|[[Legio VI Victrix]]:
|''[[Eburacum]]''
|[[York]]
|''[[Britannia (provincia romana)|Britannia Secunda]]''
|-
|<div align="center">2</div>
|[[Legio XX Valeria Victrix]]
|''[[Deva Victrix]]''
|[[Chester]]
|''[[Britannia (provincia romana)|Britannia Prima]]''
|-
|<div align="center">3</div>
|[[Legio II Augusta]]
|''[[Isca Silurum]]'' e/o ''[[Rutupiae]]''
|[[Caerleon]] e/o [[Richborough]]
|''[[Britannia (provincia romana)|Britannia Prima]]''
|-
|<div align="center">4</div>
|[[Legio XXX Ulpia Victrix]]
|''[[Castra Vetera|Vetera]]''
|[[Xanten]]
|''[[Germania inferiore|Germania Secunda]]''
|-
|<div align="center">5</div>
|[[Legio I Minervia]]
|''[[Bonna]]''
|[[Bonn]]
|''[[Germania inferiore|Germania Secunda]]''
|-
|<div align="center">6 e 7</div>
|[[Legio XXII Primigenia]] e<br />[[Legio VI Gallicana]]<ref name="VIGallicana">[[Historia Augusta]], ''Divo Aureliano'', VII, 1-2.</ref>
|''[[Mogontiacum]]''<ref name="VIGallicana"/>
|[[Magonza]]
|''[[Germania superiore|Germania Prima]]''
|-
|<div align="center">8</div>
|[[Legio VIII Augusta]]
|''[[Argentoratae]]''
|[[Strasburgo]]
|''[[Germania superiore|Germania Prima]]''
|-
|<div align="center">9</div>
|[[Legio I Martia]] (?)<ref name="I Martia">{{AE|1941|32}}; {{AE|1977|592}}.</ref>
|''[[Castrum Rauracense]]'' (?)<ref name="I Martia"/>
|[[Kaiseraugs]]
|''[[Maxima Sequanorum]]''
|-
|<div align="center">10</div>
|[[Legio III Italica]]
|''[[Castra Regina]]''
|[[Ratisbona]]
|[[Rezia (provincia romana)|Rezia]]
|-
|<div align="center">11</div>
|[[Legio III Herculea]]
|''[[Caelius Mons]]''
|[[Kellmünz an der Iller]]
|[[Rezia (provincia romana)|Rezia]]
|-
|<div align="center">12</div>
|[[Legio II Italica]]
|''[[Lauriacum]]''
|[[Enns]]
|''[[Norico (provincia romana)|Noricum Ripensis]]''
|-
|<div align="center">13</div>
|[[Legio I Noricorum]]
|''[[Ad Iuvense]]''
|[[Ybbs]]?
|''[[Norico (provincia romana)|Noricum Ripensis]]''
|-
|<div align="center">14</div>
|[[Legio X Gemina]]
|''[[Vindobona]]''
|[[Vienna]]
|''[[Pannonia superiore|Pannonia Prima]]''
|-
|<div align="center">15</div>
|[[Legio XIV Gemina]]
|''[[Carnuntum]]''
|[[Altenburg-Petronell]]
|''[[Pannonia superiore|Pannonia Prima]]''
|-
|<div align="center">16</div>
|[[Legio I Adiutrix]]
|''[[Brigetio]]''
|[[Komárom]]
|''[[Pannonia inferiore|Pannonia Valeria]]''
|-
|<div align="center">17</div>
|[[Legio II Adiutrix]]
|''[[Aquincum]]''
|[[Budapest]]
|''[[Pannonia inferiore|Pannonia Valeria]]''
|-
|<div align="center">18</div>
|[[Legio VI Herculea]]
|''[[Ad Militare]]''
|[[Batina]]
|''[[Pannonia superiore|Pannonia Secunda]]''
|-
|<div align="center">19</div>
|[[Legio V Iovia]]
|''[[Bononia]]''
|[[Banoštor]]
|''[[Pannonia superiore|Pannonia Secunda]]''
|-
|<div align="center">20</div>
|[[Legio IIII Flavia Felix]]
|''[[Singidunum]]''
|[[Belgrado]]
|''[[Mesia superiore|Moesia Prima]]''
|-
|<div align="center">21</div>
|[[Legio VII Claudia]]
|''[[Viminacium]]''
|[[Kostolac]]
|''[[Mesia superiore|Moesia Prima]]''
|-
|<div align="center">22</div>
|[[Legio XIII Gemina]]
|''[[Ratiaria]]''
|[[Archar]]
|''[[Mesia|Dacia Ripensis]]''
|-
|<div align="center">23</div>
|[[Legio V Macedonica]]
|''[[Oescus]]''
|[[Pleven]]
|''[[Mesia|Dacia Ripensis]]''
|-
|<div align="center">24</div>
|[[Legio I Italica]]
|''[[Novae]]''
|[[Svištov]]
|''[[Mesia inferiore|Moesia Secunda]]''
|-
|<div align="center">25</div>
|[[Legio XI Claudia]]
|''[[Durostorum]]''
|[[Silistra]]
|''[[Mesia inferiore|Moesia Secunda]]''
|-
|<div align="center">26</div>
|[[Legio II Herculia]]
|''[[Troesmis]]''
|[[Iglita]]
|''[[Scythia Minor]]''
|-
|<div align="center">27</div>
|[[Legio I Iovia]]
|''[[Noviodunum]]''
|[[Isaccea]]
|''[[Scythia Minor]]''
|-
|<div align="center">28</div>
|[[Legio I Pontica]]
|''[[Trapezus]]''
|[[Trebisonda]]
|''[[Bitinia e Ponto|Pontus Polemoniacus]]''
|-
|<div align="center">29 e 30</div>
|[[Legio XV Apollinaris]] e<br />[[legio II Armeniaca]]
|''[[Satala]]''
|[[Sadagh]]
|''[[Cappadocia (provincia romana)|Armenia Prima]]''
|-
|<div align="center">31</div>
|[[Legio I Armeniaca]]
|''[[Claudiopolis]]''
|[[Mut]]
|''[[Cappadocia (provincia romana)|Armenia Prima]]''
|-
|<div align="center">32</div>
|[[Legio XII Fulminata]]
|''[[Melitene]]''
|[[Melitene]]
|''[[Cappadocia (provincia romana)|Armenia Prima]]''
|-
|<div align="center">33</div>
|[[Legio II Isaura]]
| ?
| ?
|''[[Isauria]]''
|-
|<div align="center">34</div>
|[[Legio III Isaura]]
| ?
| ?
|''[[Isauria]]''
|-
|<div align="center">35</div>
|[[Legio VI Parthica]]?
|''[[Nisibis]]''?
|[[Nusaybin]]
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]
|-
|<div align="center">36</div>
|[[Legio V Parthica]]
|''[[Diyarbakır|Amida]]''
|[[Diyarbakır]]
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]
|-
|<div align="center">37</div>
|[[Legio III Parthica]]?
|''[[Apatna]]''? o ''[[Arbana]]''?
|
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]
|-
|<div align="center">38</div>
|[[Legio IIII Italica]]?<ref name="Luttwak231">E.N. Luttwak, ''La grande strategia dell'Impero romano'', Milano 1981, p.231.</ref>
|''[[Resaina]]''?
|[[Ras al-Ayn]]
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]<ref name="Luttwak231"/>
|-
|<div align="center">39</div>
|[[Legio I Parthica]]<ref name="Millar128">F.Millar, ''The Roman near East (31 BC - AD 337)'', Cambridge Massachusetts & London 1993, p.128.</ref>
|''[[Singara]]''<ref name="Millar128"/>
|[[Sinjar]]<ref name="Millar128"/>
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]<ref name="Millar128"/>
|-
|<div align="center">40</div>
|[[Legio IIII Parthica]]
|''[[Circesium]]''
|[[Buseira]]
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]
|-
|<div align="center">41</div>
|[[Legio II Parthica]]
|''[[Cefae]]''
| ?
|[[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia e Osrhoene]]
|-
|<div align="center">42</div>
|[[Legio XVI Flavia Firma]]
|''[[Sura (città)|Sura]]''
|[[Sura (città)|Sura]]
|''[[Siria (provincia romana)|Syria Euphratensis]]''
|-
|<div align="center">43</div>
|[[Legio IV Scythica]]
|''[[Oresa]]''
|[[Taybè]]
|''[[Siria (provincia romana)|Syria Euphratensis]]''
|-
|<div align="center">44</div>
|[[Legio I Illyricorum]]
|''[[Palmira]]''
|[[Tadmur]]
|''[[Siria (provincia romana)|Syria Phoenicia]]''
|-
|<div align="center">45</div>
|[[Legio III Gallica]]
|''[[Danaba]]''
|[[Mehin]]
|''[[Siria (provincia romana)|Syria Phoenicia]]''
|-
|<div align="center">46</div>
|[[Legio III Cyrenaica]]
|''[[Bostra]]''
|[[Bosra]]
|''[[Arabia (provincia romana)|Arabia Petraea]]''
|-
|<div align="center">47</div>
|[[Legio IIII Martia]]
|''[[Betthorus]]''
|[[El-Lejjun]]
|''[[Arabia (provincia romana)|Arabia Petraea]]''
|-
|<div align="center">48</div>
|[[Legio X Fretensis]]
|''[[Aila]]''
|[[Elat]]
|''[[Siria (provincia romana)|Syria Palaestina]]''
|-
|<div align="center">49</div>
|[[Legio II Traiana Fortis]]
|''[[Nicopolis (Egitto)|Nicopolis]]'' e<br />''[[Apollinopolis Magna]]''
|[[Alessandria d'Egitto]] e<br />[[Edfu]]
|''[[Egitto (provincia romana)|Aegyptus Iovia]]''
|-
|<div align="center">50</div>
|[[Legio III Diocletiana]]
|''[[Ombos]]''
|[[Kôm Ombo]]
|''[[Egitto (provincia romana)|Aegyptus Iovia]]''
|-
|<div align="center">(vedi 23)</div>
|vexill. [[Legio V Macedonica]]
|''[[Memphis]]''
|[[Menfi (Egitto)|Menfi]]
|''[[Egitto (provincia romana)|Aegyptus Herculia]]''
|-
|<div align="center">(vedi 22)</div>
|vexill. [[Legio XIII Gemina]]
|''[[Babylon (Egitto)|Babylon]]''
|[[Il Cairo]]
|''[[Egitto (provincia romana)|Aegyptus Herculia]]''
|-
|<div align="center">51</div>
|[[Legio I Maximiana]]
|''[[Philae]]''
|[[Philae]]
|''[[Egitto (provincia romana)|Aegyptus Thebaida]]''
|-
|<div align="center">52</div>
|[[Legio III Augusta]]
|''[[Lambaesis]]''
|[[Lambèse]]
|[[Africa (provincia romana)|Numidia]]
|-
|<div align="center">53</div>
|[[Legio VII Gemina]]
|''Legio''
|[[León (Spagna)|León]]
|''[[Spagna romana|Gallaecia]]''
|}
 
===Dimensione dell'esercito dioclezianeo===
{{vedi anche|Dimensione dell'esercito romano}}
 
La nuova forma di governo messa in atto non era del tutto nuova per l'[[Impero romano]]: basti pensare alla prima [[diarchia]] di [[Marco Aurelio]] e [[Lucio Vero]] della fine del [[II secolo]].<ref name="LeBohecII,41"/> È da aggiungere che la divisione interna del mondo romano in quattro diversi settori strategici (a sua volta suddiviso in 12 [[Diocesi (impero romano)|diocesi]], con l'aggiunta di numerose nuove [[province romane|province]]) portò, tuttavia, inevitabilmente ad un aumento del numero degli effettivi,<ref>[[Giovanni Lido]] stima le dimensioni dell'esercito di [[Diocleziano]] in 389.704 armati di terra, 435.266 comprendendo anche i reparti della [[marina militare romana]] (''De Mensibus'', I, 27), quest'ultima "ricostruita" durante la [[tetrarchia]], dopo la [[crisi del III secolo]] (M. Reddé, ''Mare nostrum'', Parigi 1986, pp. 623-641).</ref> con il conseguente irrigidimento del servizio di leva obbligatorio<ref name="LeBohecII,41"/> e l'introduzione del servizio di leva ereditario. Il numero delle legioni non solo fu aumentato, ma fu meglio distribuito: si cominciarono a utilizzare sempre più spesso loro ''[[vexillationes]]'', riducendo il numero degli effettivi della "legione madre" a vantaggio di sue "parti" inviate in altri settori strategici, dai quali mai più avrebbero fatto ritorno al "[[castrum|campo base]]".<ref name="LeBohecII,41"/>
 
Con la riforma [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchica]] di [[Diocleziano]] il numero complessivo delle [[legione romana|legioni]] fu portato nel [[300]] a 53/56.<ref name="Gonz709Casc44"/> La guarnigione di Roma subì un importante incremento (forse già nel corso del [[III secolo]]). Vi erano, infatti, 10 [[coorti pretorie]] di 1.000 uomini ciascuna, 4 [[coorti urbane]] di 1.500 uomini ciascuna, 7 di [[vigili (storia romana)|vigili]] di 1.000 uomini ciascuna e 1.000 ''[[equites singulares]]'', per un totale di 24.000 uomini.<ref>Y.Le Bohec, ''Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero'', Roma 2008, pp.27-28.</ref> La flotta del periodo era invece attestata attorno ai 45.500 uomini, come testimonierebbe un certo [[Giovanni Lido]], monaco che scrisse ai tempi di [[Giustiniano]].<ref name="LeBohecDioclepp.41-42">Y.Le Bohec, ''Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero'', Roma 2008, pp.41-42.</ref> In totale le [[Dimensione dell'esercito romano|armate messe in campo assommavano]] tra le 500.000 e le 600.000 unità,<ref>[[Agazia]] (''Sul regno di Giustiniano'', V, 13) scrive al tempo di [[Giustiniano I]] che, in tempi antichi (che [[Arnold Hugh Martin Jones]] ipotizza prima del 395, più probabilmente al tempo di [[Diocleziano]]-[[Costantino I]], ''The Later Roman Empire, 284–602: A Social, Economic and Administrative Survey'', Baltimore 1964, vol.I, pp. 679-686), l'[[esercito romano]] poteva contare ben 645.000 armati.</ref> vale a dire 125.000/150.000 armati per singolo ''[[Augusto (titolo)|Augusto]]'' o ''[[Cesare (titolo)|Cesare]]''.
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
<div class="references-medium" style="-moz-column-count: 2; column-count: 2;">
;Fonti primarie:
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*[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', IX-X.
*[[Pseudo Igino]], ''[[De Munitionibus Castrorum]]'' [http://www.thelatinlibrary.com/hyginus/hyginus6.shtml il sito in latino qui].
*[[Flavio Vegezio Renato|Vegezio]], ''[[Epitoma rei militaris]]'' [http://www.thelatinlibrary.com/vegetius.html il sito in latino qui].
 
==Altri progetti==
;Fonti secondarie:
{{interprogetto|commons=Category:Filipp Malyavin}}
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*{{Cita libro |cognome=Duncan-Jones |nome=Richard |titolo=Structure and Scale in the Roman Economy |anno=1990}}
*{{Cita libro |cognome=Duncan-Jones |nome=Richard |titolo=Money and Government in the Roman Empire |anno=1994}}
*{{Cita libro |cognome=Elton |nome=Hugh |titolo=Warfare in Roman Europe, AD 350–425 |anno=1996 |editore=Oxford University Press |ISBN=978-0-19-815241-5 }}
*{{Cita libro |cognome=Elton |nome=Hugh |titolo=Warfare and the Military The Cambridge Companion to the Age of Constantine. Ed. Noel Lenski. Cambridge University Press.|anno=2006 |editore=Oxford University Press CCOL0521818389.015}}
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*{{Cita libro |cognome=Heather |nome=Peter |titolo=Fall of the Roman Empire |anno=2005}}
*{{Cita libro |cognome=Holder |nome=Paul |titolo=Auxiliary Deployment in the Reign of Hadrian |anno=2003}}
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*{{Cita libro |cognome=Lendon |nome=J.E. |titolo=Soldiers and Ghosts: A History of Battle in Classical Antiquity |anno=2005 |ISBN=978-0-300-11979-4 }}
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*M.Reddé, ''Mare nostrum'', Parigi 1986.
*{{Cita libro |cognome=Southern & Dixon |nome=P. & K. |titolo=The Late Roman Army |anno=1996|ISBN=0-300-06843-3}}
* {{cita libro |cognome=Starr |nome=Chester G. |titolo=The Roman Imperial Navy: 31 B.C.-A.D. 324 (2nd Edition) |anno=1960 |editore=Cornell University Press }}
* {{cita libro |cognome=Starr |nome=Chester G. |titolo=The Influence of Sea Power on Ancient History | anno=1989 | editore=Oxford University Press US |ISBN=978-0-19-505667-9 }}
*{{Cita libro |cognome=Sumner & D'Amato |nome=G. & R. |titolo=Roman Military clothing (2) AD 200 to 400 |anno=2002|ISBN=18417655970}}
*{{Cita libro |cognome=Tomlin |nome=R. S. O. |titolo="The Army of the Late Empire" in The Roman World (ed J. Wacher) |anno=1988}}
* {{cita libro|cognome=Treadgold |nome=Warren T. |titolo=A History of the Byzantine State and Society |anno=1997 |editore=Stanford University Press |ISBN=0-8047-2630-2 }}
*{{Cita libro |cognome=Williams |nome=Stephen |titolo=Diocletian and the Roman Recovery. London: B T Batsford Ltd |anno=1985}}
*C.R.Whittaker, ''Frontiers of the Roman empire. A social ad economic study'', Baltimora & London, 1997.
*{{Cita libro |cognome=Woods |nome=David |titolo="Subarmachius, Bacurius, and the Schola Scutariorum Sagittariorum" in Classical Philology, Vol. 91, No. 4 (Oct.), pp. 365–371, The University of Chicago Press
|anno=1996}}
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