Economia di Catania e Fabrizio Santafede: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
 
Riga 1:
{{Bio
{{torna a|Catania}}
|Nome = Fabrizio
{{c|Il testo è obsoleto, pieno di anacronismi, espressioni POV e presenta, più che l'"economia di Catania", la descrizione di un apparato corruttivo mafioso della città Catania quale fosse l'unica attività; occorre ristrutturazione paragrafi, ricerca di fonti a supporto|economia|gennaio 2015}}
|Cognome = Santafede
{{F|Provincia di Catania|novembre 2011}}
|Sesso = M
Nel [[XIX secolo]], la Sicilia era il maggior produttore mondiale di [[Zolfo di Sicilia|zolfo]] e aveva il [[monopolio]] della fornitura in [[Europa]]<ref>{{cita|Cangila|p. 23|cangila}}</ref>; dalla seconda metà del secolo Catania divenne il più importante centro siciliano di [[raffinazione]] e commercializzazione del minerale. La commercializzazione dello zolfo e dei suoi derivati permise alla città di cambiare volto e di [[industrializzazione|industrializzarsi]]; i suoi stabilimenti divennero tra i più grandi e attrezzati del mondo<ref>{{cita|Aniante|p. 401|aniante}}</ref>.
|LuogoNascita = Napoli
[[File:Archi della marina immagine inizio secolo.jpg|thumb|upright=1.4|Gli Archi della Marina all'inizio del Novecento]]
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1555 circa
|NoteNascita = <ref name=ReferenceA>{{DBI}}</ref>
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1626
|NoteMorte = <ref name=ReferenceA />
|Epoca = 1500
|Epoca2 = 1600
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , dell'epoca [[barocca]]
}}
[[File:Cristoospitato.jpg|thumb|''[[Cristo in casa di Marta e Maria (Santafede)|Cristo in casa di Marta e Maria]]'' (1612), [[Pio Monte della Misericordia]]]]
[[File:Madonna col Bambino ed i santi Benedetto, Mauro e Placido.gif|thumb|Fabrizio Santafede, ''Madonna col Bambino ed i santi Benedetto, Mauro e Placido'', 1593, [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio]], cappella Medici<ref>Opera firmata e datata, olio su tavola, cm 270×190.</ref>]]
== Biografia ==
Allievo dell'artista senese [[Marco Pino]], che operò a Napoli nell'ultima parte della sua vita, tra il [[1580]] e il [[1600]] i suoi dipinti risentirono dell'impronta [[manierismo|manierista]] tosco-veneta, calibrata e addolcita negli anni da un recupero di modelli lontani nel tempo, tanto da fargli meritare il "plauso universale, sì che ne fu chiamato il Raffaello napoletano".<ref>{{Cita libro |curatore = Giovan Battista Chiarini <!--|autore = Carlo Celano--> |titolo = Delle notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli raccolte dal canonico Carlo Celano |volume = Vol. I |città = Napoli |editore = Stamperia Floriana |anno = 1856 |p = 154 |accesso = 17 dicembre 2015 |url = http://books.google.it/books?id=t3w5AAAAcAAJ&pg=PA3&dq=Carlo+Celano,+Delle+notizie+del+bello,+dell%27antico,+e+del+curioso&hl=it&ei=zS2bTMGoPMTJswbTmeGCBA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CC0Q6AEwAQ#v=onepage&q&f=false}}</ref>
 
Nel [[1593]] il pittore - forse il maggiore del momento a Napoli, se appena un anno prima, per dirla col Previtali, «appare assunto nell'Olimpo degli ''arrivati''», con la commissione dell<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione'' di Santa Maria de La Vid, a [[Burgos (Spagna)|Burgos]]<ref>{{Cita libro |autore = Giovanni Previtali |titolo = La pittura del Cinquecento a Napoli e nel vicereame |città = Torino |editore = Einaudi |anno = 1978 |p = 110}} Nel biennio 1591-1592 il pittore collaborò con Girolamo Imparato, Wenzel Cobergher e [[Giovan Battista Cavagna]] alla realizzazione di un gruppo di tele commissionate da [[Juan de Zúñiga y Avellaneda|don Juan de Zùñiga]] conte di Miranda, viceré dal 1586 al 1594, destinate all'altare maggiore della chiesa di Santa Maria de La Vid, un minuscolo villaggio sito a poca distanza da Aranda de Duero, in Castiglia (a sud di Burgos). La chiesa era stata scelta sin dagli anni trenta del Cinquecento come luogo di sepoltura per la famiglia da un illustre antenato del viceré di Napoli, don Íñigo Lòpez de Mendoza. La paternità al Santafede, la data e la notizia della commissione dell'Annunciazione da parte del viceré si ricava dall'iscrizione che corre sul gradino marmoreo nella tela.</ref> - eseguiva per la cappella Medici di Gragnano, nella chiesa napoletana dei [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio|Santi Severino e Sossio]], la ben conosciuta [[pittura su tavola|tavola]] della ''Madonna col Bambino e i santi [[Benedetto da Norcia|Benedetto]], [[San Mauro|Mauro]] e [[San Placido (monaco)|Placido]]''.<ref>Dimensioni 270x190 cm, siglata sul gradino, in basso a destra, ''Fabr(itius) S(ancta) Fede 1593''. L'attribuzione della pala a Fabrizio Santafede si trova registrata per la prima volta in [[Camillo Tutini]] (1664), che la giudicò "pittura assai degna". Camillo Tutini, ''De' pittori, scultori, architetti, miniatori e recamatori napoletani'', ms del 1664 ca, ed. a cura di {{Cita pubblicazione |autore = [[Benedetto Croce]] |titolo = Il manoscritto di Camillo Tutini sulla storia dell'arte napoletana |rivista = [[Napoli Nobilissima]] |serie = s. I, VII |anno = 1898 |numero = 8 |p = 126 |sbn = IT\ICCU\NAP\0580067}} Si ricordi a titolo di cronaca l'invenzione nel vicino 1588, in un sepolcro posto nel coro di San Giovanni a Messina, dei corpi di San Placido, dei due fratelli e della sorella. C. Colafranceschi, ''Placido'', in ''Bibliotheca sanctorum'', vol. X, Roma 1968, col. 949. Sulla cappella Medici si veda: {{Cita pubblicazione |autore = Lawrence d'Aniello |titolo = La cappella Medici di Gragnano nella chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli |rivista = "Napoli Nobilissima" |serie = 5 |volume = vol. 6, fasc. 1/4 |data = genn.-ago. 2005 |sbn = IT\ICCU\NAP\0525433}}</ref> Le molteplici esperienze formative del pittore, da Marco Pino (attivo in passato per la stessa chiesa) a [[Raffaello]], fino al manierismo internazionale, neo-parmigianesco di [[Francesco Curia]], paiono qui raggiungere una loro unitaria convergenza, e a livello assai nobile di qualità. Osserviamo i personaggi inseriti in una equilibrata scenografia, di poche e solide figure solennemente atteggiate in primo piano, che non lasciano alcuno spazio ad elementi secondari quali il paesaggio. È chiaro che siamo di fronte ad un tentativo di interpretare le immagini sacre con serietà [[controriforma|contro-riformata]] di linguaggio, ma in modo accostante e 'domestico', vicino alla religiosità dei devoti.
== L'economia cittadina nel XIX secolo ==
Nel 1837 la città e il suo circondario erano state prostrate economicamente dall'[[epidemia di colera]] che aveva falcidiato anche le classi più in vista e le menti direttive della società catanese; anche le casse comunali e provinciali erano ridotte allo stremo. Le turbolenze del 1848 e del 1860 avevano lasciato segni profondi di disagio cui aveva fatto seguito il crollo del commercio, della produzione e la disoccupazione in massa anche come conseguenza della riduzione delle tariffe doganali decisa dal nuovo governo del Regno<ref>{{cita|Catalano|p. 3|catalano}}</ref>.
 
In seguito il nostro si avvicinò allo studio dell'opera del [[Caravaggio]] e a quella di altri toscani come [[Santi di Tito]] e Domenico Crespi detto il [[Passignano]].
Grave era anche la situazione dei commerci interni anche a causa della mancanza di un sistema viario e ferroviario; gli zolfi delle aree di Assoro e di Valguarnera doveano essere ammassati mediante migliaia di carri a trazione animale nell'area di Raddusa donde poi altre migliaia di carri affrontavano il lungo e difficile viaggio per Catania traversando su chiatte il fiume Simeto alla "Barca dei Monaci"<ref>{{cita|Catalano|pp. 4-5|catalano}}</ref>.
 
Nel [[1603]] e nel [[1608]] gli furono commissionate due opere per il [[Pio Monte della Misericordia]] di Napoli, ''[[Cristo in casa di Marta e Maria (Santafede)|Cristo in casa di Marta e Maria]]'' e ''[[San Pietro che resuscita Tabitha]]''.
La città era una delle tre sedi di "Consolato della [[Seta]]" dell'Isola ma l'industria serica e la tessitura avevano già perso molti dei mercati precedenti; e se nel 1815 il numero di addetti alla lavorazione della seta a Catania era di circa ventimila<ref>{{cita|Cangila|pp. 16-18|cangila}}</ref> nel 1845 si diceva delle manifatture di cotone e di seta di Catania come di industrie "venute meno da alquanti anni in qua" a causa del protezionismo accordato ad esse "con un sistema doganale suggerito dal Colbertismo, non acconcio al caso" <ref>{{cita|Cangila|pp. 89-90|cangila}}</ref>. Alla fine del secolo il settore era ormai in crisi profonda.
 
Tra le altre tele di rilievo vanno menzionate ''L'incoronazione della Vergine'' ([[1601]]-[[1602|02]]) nella [[Chiesa di Santa Maria la Nova (Napoli)|Chiesa di Santa Maria la Nova]], la ''Madonna e Santi'' ([[1606]]) a [[Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi|Monteoliveto]], e le opere commissionate da privati come ''I figli di Zebedeo davanti a Cristo'' ([[1625]]) ai [[Chiesa dei Girolamini|Gerolamini]] e la ''Lavanda del Bambino'', tela menzionata da [[Bernardo De Dominici]] nel [[1742]]. Di probabile sua attribuzione sarebbe la ''Madonna con angeli e san Bonaventura, san Francesco e Ludovico d'Angiò'' opera collocata sull'altare maggiore nella [[Chiesa di San Bonaventura (Napoli)]] situata in via San Giovanni Maggiore Pignatelli.
Altra produzione del catanese era quella dei [[limone|limoni]], valutata in circa 20 mila casse (contro quella del messinese di 150.000); nel 1815, alla fine del blocco continentale, i limoni venivano imbarcati per Amburgo, Anversa, Amsterdam, Copenhagen, Pietroburgo, Danzica e (in misura minore) per Livorno, Trieste e Venezia<ref>{{cita|Cangila|p. 20|cangila}}</ref>.
 
Lavorò anche in altre città dell'Italia meridionale, ma anche al Nord e in [[Spagna]].
La produzione di buona pasta di [[Glycyrrhiza glabra|liquirizia]], prodotto estratto a livello artigianale dalle radici dell'[[Glycyrrhiza glabra|arbusto]] coltivato in varie parti della Sicilia, attraverso la cottura in grandi caldaie era appannaggio di Catania (la produzione di altre località era di qualità scadente o adulterata) e l' esportazione annua era valutava in circa diecimila [[Cantaro (unità di misura)|cantari]]; la sua destinazione era l'Europa del nord e l'Inghilterra dove veniva impiegata come ingrediente nella fabbricazione della [[birra]]<ref>{{cita|Cangila|pp. 20-21|cangila}}</ref>.
Scarsa era ancota la rilevanza dello zolfo nell'economia cittadina in quanto era più conveniente per le solfare del centro della Sicilia indirizzarlo verso i caricatori di [[Licata]] e [[Gela|Terranova]]<ref>{{cita|Cangila|p. 26|cangila}}</ref>. Difficoltà incontrava anche l'industria chimica a Catania: la fabbrica di [[acido solforico]] impiantata da Giuseppe Mirone chiudeva i battenti nel 1838 per difficoltà di reperimento di apparecchiature di distillazione<ref>{{cita|Cangila|p. 30|cangila}}</ref>.
 
Fra i suoi allievi vi fu [[Giovanni De Gregorio]] detto il Pietrafesa.
Nel 1855 [[Vincenzo Florio]] impiantava a Catania nell'area di Piazza dei Martiri un distilleria per produrre alcool dai fichidindia e dalle carrube, in società con alcuni investitori francesi; frutto della collaborazione con l'ambiente scientifico siciliano che aveva trovato il modo per ricavare un buon tenore di alcool impiegava una trentina di operai con produzione giornaliera tra 2.200 e 4.400 litri. L'attività tuttavia ebbe breve durata sia per la concorrenza che per le elevate tasse comunali<ref>{{cita|Cangila|pp. 43-44|cangila}}</ref>.
 
In crescita era la produzione delle arance la cui destinazione estera maggiore erano gli Stati Uniti ma, se nel 1850 dai porti di Palermo e Messina partivano oltre 300.000 casse, dal [[Porto di Catania]] l'imbarco era poco più del 10% della produzione isolana e per l'Austria<ref>{{cita|Cangila|p. 53|cangila}}</ref>.
 
== Opere (lista non esaustiva) ==
Ancora nei primi [[Anni 1870|anni settanta]] del [[XIX secolo]] il sindaco di Catania, Tenerelli, finanziere e imprenditore del settore zolfifero, denunciava il ritardo con cui si procedeva nella costruzione della [[Ferrovia Palermo-Catania]] come motivo principale di paralisi dell'industria zolfifera catanese.<ref>{{cita|Giarrizzo|p. 60|giarrizzo}}</ref>. Fu solo dopo l'apertura della [[ferrovia|linea ferrata]] fino a [[Stazione di Villarosa|Villarosa]] ([[1876]]), realizzata in subappalto da [[Robert Trewhella]], anch'egli importante imprenditore zolfifero del catanese, che lo zolfo poté giungere celermente alle raffinerie della città e al [[Porto di Catania|porto]].
* ''La Madonna con il Bambino e Santi'' (tela, 1580 circa), [[Cattedrale di Matera]]
Il trasporto per ferrovia, che abbatté da 33 a 20 lire (per tonnellata) il prezzo di trasporto dal centro isolano allo scalo catanese, fino al tempo operato per mezzo di carri da carico tirati da robusti cavalli<ref>{{cita|Barone|pp. 135-136|barone}}</ref>portò la città ad assumere un ruolo preminente nel settore<ref>{{cita|Giarrizzo|p. 75|giarrizzo}}</ref>. La ferrovia attrasse verso Catania anche lo zolfo dell'area di Valguarnera, Castrogiovanni, Villarosa e Calascibetta che prima verteva su Licata ad un costo esorbitante di 50 lire per tonnellata<ref>{{cita|Francesco Maggiore Perni, Delle strade ferrate in Sicilia||}}</ref>, mutandone le gerarchie territoriali e mercantili a vantaggio degli imbarchi della costa orientale. Catania divenne il centro principale di smistamento dello zolfo. Se nel 1870 il prezioso minerale partiva per l'85% dai porti di Licata, Terranova e Porto Empedocle e solo il 12% da Catania nel [[1885]], grazie al trasporto ferroviario al porto catanese ne giungevano 133.000 t contro 103.000 t di Porto Empedocle e 58.000 t di Licata<ref>{{cita|Barone|pp. 136-137|barone}}</ref>.
Nel corso dell'ultimo quarto di secolo l'area attorno alla stazione centrale e a nord del portosi riempì di depositi, magazzini di spedizione, raffinerie e forni di fusione in pani di zolfo, molini per riduzione in polvere, laboratori di produzione di acido solforico e di concimi e antiparassitari. L'imprenditoria del settore comprendeva operatori indigeni e stranieri trapiantati; gli stabilimenti di Alonzo, Consoli Marano, Fog, Sarauw e Trewhella davano occupazione a circa 2000 operai<ref>{{cita|Barone|pp. 137-138|barone}}</ref>.
 
===Napoli===
== La prima industrializzazione ==
* ''La Madonna del Rosario'' (tela), [[Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella]]
{{C|Fuorviante ed errato che l'economia fosse "solo" zolfo (vedi Giarrizzo); prima basata su commercio vini, seta e poi agrumi; zolfo diventa dominante dal '70 in avanti|economia|gennaio 2016}}
* ''La Madonna del Rosario'' (tela), [[Basilica di San Domenico Maggiore]]
Lo stesso ''[[skyline]]'' della città di fine secolo era caratterizzato da una selva di capannoni e comignoli, tanto che alcuni arrivarono a paragonare Catania alla città inglese di [[Manchester]]. Inoltre, tramite lo zolfo la città iniziò ad esercitare un certo potere attrattivo sui territori limitrofi, specie per la [[provincia di Agrigento]], [[Caltanissetta]] ed [[Enna]], dove veniva estratta la materia prima. Uno spaccato parziale di quello che fu la Catania dello zolfo, si può ancora osservare in viale Africa intorno al centro espositivo "''le Ciminiere''". I prezzi dello zolfo estratto venivano scelti unilateralmente sfruttando il potere del [[monopolio]] sulla raffinazione, e quindi volutamente tenuti ai minimi. In questo modo si ottenne un duplice effetto favorevole: da un lato gli importanti profitti - che venivano ricavati anche grazie allo sfruttamento dei minatori (si vedano ad esempio alcune opere scritte da [[Luigi Pirandello]], come ''[[Ciaula scopre la luna]]'', e [[Giovanni Verga]], come ''[[Rosso Malpelo]]'') - dall'altro, un flusso continuo di mano d'opera a basso prezzo costituito dagli stessi [[minatore|minatori]], che cercavano in città delle migliori condizioni di lavoro rispetto a quelle delle miniere. Le rendite della raffinazione affluivano copiose alla [[nobiltà]] cittadina, mentre larga parte della popolazione costituiva il [[proletariato]] operaio urbano, residente nei quartieri popolari (tipico fenomeno caratterizzante dei paesi industrializzati dell'[[XIX secolo|Ottocento]])
* ''L'Annunciazione'' (tela), [[Basilica di San Domenico Maggiore]]
* ''La Deposizione''(tela), [[Eremo dei Camaldoli]]
* ''San Pietro che resuscita Tabitha'' (tela, 1611), Chiesa del [[Pio Monte della Misericordia]]
* ''Cristo in casa di Marta e Maria'' (tela, 1612), Chiesa del [[Pio Monte della Misericordia]]
* ''La Sacra Famiglia con Santa Lucia'' (tela, 1620 circa), Quadreria del [[Pio Monte della Misericordia]]
* ''La Visitazione'' (tela), [[Chiesa di Santa Teresa a Chiaia]]
* ''L'Annunciazione'' (tela), [[Chiesa di Santa Maria in Portico]]
* ''La Santissima Trinità con la Vergine, San Giuseppe e Santi'' (tela, 1618-1619), [[Chiesa di Santa Maria di Monteverginella]]
* ''La Madonna del Rosario'' (tela), [[Chiesa del Gesù Nuovo]]
* ''La Madonna del Soccorso'' (tela, 1607), [[Basilica dello Spirito Santo]]
* ''La Natività'' (tela, 1590), Oratorio dell'Arciconfraternita di Santa Restituta dei Neri nel [[Duomo di Napoli]]
* ''La Madonna con il Bambino e i Santi Benedetto, Mauro e Placido'' (tela, 1593), [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio]]
* ''I Figli di Zebedeo davanti a Cristo'' (tela), [[Quadreria dei Girolamini]]
* ''La Lavanda del Bambino'' (tela), [[Quadreria dei Girolamini]]
* ''L'Annuncio ai pastori'' (tela, 1606), [[Chiesa dei Girolamini]]
* ''
 
== Note ==
A partire dal primo dopoguerra, lo zolfo e la città stessa (che si presentava ancora economicamente arretrata) persero d'importanza. Conseguentemente, Catania fu segnata da una crisi economica - che culminò nei primi [[anni 1920|anni venti]] - e da una pesante contrazione demografica, aggravata dall'emergenza sanitaria dovuta alla tristemente famosa [[epidemia]] di "[[Influenza spagnola|spagnola]]".
<references />
 
== Bibliografia ==
Negli [[Anni 1930|anni trenta]], (durante il [[regime fascista]]), Catania era una tranquilla cittadina di provincia ma con uno sviluppo incerto. Fu a partire dal [[secondo dopoguerra]] e specialmente negli [[Anni 1960|anni sessanta]] che si ebbe un ''boom'' economico, demografico e sociale di notevoli dimensioni, soprattutto nel settore dell'[[edilizia]] privata.
* {{Cita libro |url = http://books.google.it/books?id=kgNAAAAAcAAJ&pg=PA885&dq=capaccio+santafede&hl=it&ei=1TSiTLXELoGROLbj7OYE&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=8&ved=0CEoQ6AEwBw#v=onepage&q&f=false |autore = Giulio Cesare Capaccio |titolo = Il forastiero |città = Napoli |editore = |anno = 1634 |p = 859 |accesso = 17 dicembre 2015}}
 
* {{Cita libro |autore = Niccolò Morelli di Gregorio |autore2 = Pasquale Panvini |titolo = Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, ornata de loro rispettivi ritratti |città = Napoli |editore = |anno = 1820 |accesso = 17 dicembre 2015 |url = http://books.google.it/books?id=Z1oq-b8kNioC&pg=PT263&dq=santafede+%22severino%22+medici&hl=it&ei=hUqbTIKeONO44AbExfQ8&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CEgQ6AEwBg#v=onepage&q=santafede%20%22severino%22%20medici&f=false}}
== La ''Milano del Sud'' ==
* {{Cita libro |autore = Giovanni Battista Gennaro Grossi |titolo = Le belle arti |città = Napoli |editore = Tipografia del giornale enciclopedico |anno = 1820 |pp = 91-92 |accesso = 17 dicembre 2015 |url = http://books.google.it/books?id=qxsTAAAAQAAJ&dq=belisario%20corenzio&pg=RA1-PA91#v=onepage&q=santafede&f=false}}
Lo sviluppo degli anni sessanta raggiunse un livello tale che Catania fu definita la "Milano del Sud". Tale vigorosa crescita economica era connessa all'espansione dell'[[edilizia]] in città, alle attività insediate nella [[Zona industriale di Catania|zona industriale]] ma anche al settore [[agricoltura|agricolo]] in special modo quello della [[Agrume|agrumi]]coltura nella vicina [[piana di Catania]]. La crescita economica provocò un copioso flusso migratorio dalla stessa provincia e da quelle vicine (in particolare da Enna, Caltanissetta, Siracusa e Ragusa), culminato nel 1971 quandò la popolazione superò i 400.000 residenti.
* {{Cita libro |autore = Adolfo Venturi |titolo = Storia dell’arte italiana. La pittura del Cinquecento |volume = vol. IX, parte quinta |città = Milano |editore = |anno = 1932 |pp = 746-748 |sbn = IT\ICCU\RMS\0186380}}
 
* {{Cita libro |autore = Giovanni Previtali |titolo = La pittura del Cinquecento a Napoli e nel vicereame |città = Torino |editore = Einaudi |anno = 1978 |p = 120 |sbn = IT\ICCU\RAV\0079351}}
Lo sviluppo economico si intrecciò presto con gli interessi di particolari [[lobby]] affaristiche e permise alla [[mafia]] - che sino ad allora era rimasta praticamente ai margini della vita cittadina - di infiltrarsi nel tessuto sociale e produttivo con effetti che si sarebbero visti negli anni seguenti. A partire dagli [[Anni 1970|anni settanta]], infatti, iniziò una spietata guerra di mafia fra il clan dei [[Nitto Santapaola|Santapaola]] e quello dei [[Cursoti]] per il controllo del territorio. Questa faida ebbe il suo apice negli [[Anni 1980|anni ottanta]], quando nell'arco di un anno avvenivano anche più di cento omicidi. Testimone e poi vittima di quella mattanza fu, tra gli altri, il [[giornalista]] [[Pippo Fava]].
* Concetta Restaino, ''La giovinezza di Fabrizio Santafede'', in «Prospettiva», 1989-1990, 57-60, ''Scritti in ricordo di Giovanni Previtali'', vol. II, pp.&nbsp;95–96.
 
* {{Cita libro |autore = Pierluigi Leone De Castris |titolo = Pittura del Cinquecento a Napoli (1573-1606) |volume = 3 (''L’ultima maniera'') |città = Napoli |editore = Electa |annooriginale = 1991 |anno = 2001 |p = 262 |isbn = 88-510-0017-4 |sbn = IT\ICCU\NAP\0014086}}
== Il boom dell'edilizia e i "cavalieri del lavoro" ==
* {{Cita libro |autore = Francesco Abbate |titolo = Storia dell’arte nell’Italia meridionale |volume = 3 (''Il Cinquecento'') |città = Roma |editore = Donzelli |anno = 2001 |p = 233 |isbn = 88-7989-653-9}}
 
L'economia cittadina alla fine degli anni settanta era in mano ai quattro [[cavaliere del lavoro|cavalieri del lavoro]] [[Carmelo Costanzo]], [[Gaetano Graci]], [[Francesco Finocchiaro]] e [[Mario Rendo]]. Questi imprenditori gestivano grosse attività che vertevano principalmente nell'edilizia, e più in particolare, negli appalti pubblici in Sicilia, nel resto d'Italia (specie a Milano e a Roma), in Europa (sia ad ovest che nell'est "comunista") e persino nelle Americhe (Stati Uniti, Argentina e Brasile). Inoltre, i cavalieri affiancavano all'edilizia attività in diversi settori, fra cui il commercio (supermercati [[3A]]), la televisione ([[Telecolor]], [[Telejonica]], [[Video 3]]), il turismo delle zone vicine (il complesso La Perla Jonica ad [[Acireale]], il Lido dei Ciclopi ad [[Acitrezza]], l'Hotel Timeo di [[Taormina]]), il credito (la [[Banca Agricola Etnea]]) e l'agricoltura, dilagando in diversi altri ambiti (erano anche presidenti di fondazioni benefiche e di ricerca) e vantando la fama di mecenati<ref>[http://www.girodivite.it/I-quattro-cavalieri-dell.html I quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa, di Pippo Fava]</ref>.[[File:Giuseppe Fava.jpg|thumb|left|upright=0.6|[[Giuseppe Fava]]]]
 
Il giornalista [[Giuseppe Fava]], descrivendo l'intreccio di interessi economico-politico-mafiosi che vigeva in città, citò questi imprenditori come i "[[quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa]]". Proprio dei Cavalieri avrebbe parlato anche il pentito [[Antonino Calderone]]<ref>[http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000037.pdf XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI]</ref>. Nel [[1984]], Pippo Fava veniva assassinato {{cn|e con lui scompariva l'unica importante voce}} "contro" la mafia e quel particolare sistema, quando quasi tutti negavano il problema mafioso e descrivevano le faide adducendo a «questioni private» (non a caso, il quotidiano ''[[La Sicilia]]'', fra le polemiche parlò molto banalmente di «questioni di natura privata» alla base dell'agguato mortale subito da Fava).
 
{{cn|Sulle indagini che seguirono [[Antonino Drago]] ([[sottosegretario]] alla [[Pubblica Istruzione]] nell'ultimo governo [[Governo Spadolini II|Spadolini]]) disse: «bisogna chiudere presto le indagini, altrimenti i cavalieri se ne andranno»}}. Ciò in quanto gli interessi economici che ruotavano attorno ai cavalieri coinvolgevano pesantesente il tessuto economico della città.
 
Permangono molte e divergenti interpretazioni riguardo ai Cavalieri. La magistratura italiana li assolse, ritenendoli vittime di quel sistema mafioso, dalla quale neanche loro seppero sfuggire.
 
=== L'''affaire'' delle Ciminiere ===
Il sistema affaristico del cosiddetto "Caso Catania" proseguì praticamente indisturbato sino ai primi [[anni 1990|anni novanta]], quando, a seguito dell'appalto per il [[centro fieristico le Ciminiere]] di viale Africa si sarebbe scoperto un losco giro di tangenti (nell'ordine di centinaia di miliardi di lire) pagate da Francesco Finocchiaro ai politici più in vista in città. Aperta una finestra e tolta la rete di protezione che favoriva quel sistema, gli altri tre gruppi (Costanzo, Rendo e Graci) caddero uno alla volta. Destino che toccò anche all'intera classe dirigente del tempo, travolta da altri scandali di quella che fu definita la "[[Tangentopoli]] catanese".
 
=== Le tangenti del Garibaldi ===
Negli anni novanta scoppiò un altro caso di tangenti, legato alla realizzazione del nuovo [[ospedale]] Garibaldi e che portò (oltre all'inchiesta sull'impresa aggiudicataria l'[[appalto]]) alla richiesta di autorizzazione d'arresto per il senatore [[Giuseppe Firrarello]] (poi respinta) e all'arresto di [[Nuccio Cusumano]] (sottosegretario di governo) e di [[Giuseppe Castiglione (politico)|Giuseppe Castiglione]] (vicepresidente della Regione Siciliana) con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d'asta.
 
La prima gara era stata vinta proprio dalla "Fratelli Costanzo" ma revocata per eccesso di ribasso. L'opera venne quindi affidata ai nuovi appaltatori accusati di corruzione. Giuseppe Castiglione venne assolto in appello dall'accusa di associazione mafiosa, ma venne condannato comunque a dieci mesi per turbativa d'asta. Nuccio Cusumano venne invece assolto con formula piena solo nel [[2007]]. Nell'aprile 2007 la prima sezione del tribunale di Catania ha condannato Firrarello a 2 anni di reclusione per corruzione e turbativa d'asta, riconoscendo invece il risarcimento dei danni morali e materiali all'impresa di costruzione del Cavaliere Carmelo Costanzo e all'ospedale Garibaldi.
 
=== La [[mafia]] oggi ===
Negli ultimi anni, la città sembra volersi ribellare dal cancro mafioso: in seguito al coraggioso atto di ribellione di un imprenditore catanese che ha denunciato il pizzo, molti altri hanno seguito l'esempio. La gente sta imparando che si può dire no alla mafia. E sempre sullo stesso fronte il comitato [[Addiopizzo Catania]] sta realizzando una rete commerciale pulita in cui il commerciante dichiara alla città di non pagare il pizzo e il consumatore lo sostiene con i suoi acquisti.<ref>[http://www.addiopizzocatania.org Il sito ufficiale di Addiopizzocatania].</ref> La lista dei commercianti che dichiarano di non essere collusi con la mafia è garantita da un'apposita commissione di garanzia ed è in costante crescita.
 
La cappa mafiosa, però non è ancora stata soppressa, e rappresenta comunque un freno all'economia che nonostante ciò va incredibilmente e coraggiosamente avanti. In particolare il clan dei Santapaola - uscito vincente dalla faida mafiosa degli anni ottanta - gestisce il potere criminale in città (in alcuni casi collaborando con altri piccoli [[Organizzazione criminale|clan]]). Tuttavia la politica della mafia è cambiata: non più [[omicidio|omicidi]], [[attentato|attentati]] e [[strage|stragi]] o altre mosse che possano attirare potentemente l'attenzione dello Stato o dei media, ma un controllo subdolo e capillare del territorio tramite le intimidazioni, gli intrecci con le istituzioni e la politica locali e l'uso della cosiddetta "zona grigia", ovvero la collaborazione cosciente o incosciente di cittadini impauriti ed omertosi. Comunque da diverse ricerche statistiche si è notato come il fenomeno mafioso a Catania sia in declino e non più forte come una volta contro un'imprenditorialità (anche straniera) sempre più coraggiosa ed intraprendente.
 
== L'economia catanese oggi ==
{{Citazione necessaria|Oggi Catania si presenta come una città economicamente vivace e dinamica.}} Il tessuto economico della città appare vitale in settori come quello della medio-piccola [[industria]], del [[commercio]], dei [[servizi]] e del [[turismo]], anche se attualmente è trainante il settore della produzione tecnologica (con la [[STMicroelectronics]]), chimica e farmaceutica. Molto sviluppato anche il settore dei mass media e delle telecomunicazioni. La città è infatti sede di diverse emittenti televisive regionali come [[Antenna Sicilia]], e del quotidiano [[La Sicilia]] (il secondo quotidiano della Sicilia, dopo il Giornale di Sicilia).
 
=== I poli economici ===
 
[[Image:Etnapolis.jpg|thumb|Il centro commerciale [[Etnapolis]]]]
La città dispone di numerosi poli di attività economica orbitanti nella sua [[Area metropolitana di Catania|area metropolitana]], come l'area industriale, commerciale e artigianale di [[Misterbianco]]; il centro commerciale [[Etnapolis]] in zona Valcorrente ([[Belpasso]]); più vari altri centri commerciali dislocati sul territorio, tra i quali i principali sono [[Le Zagare (centro commerciale)|Le Zagare]] e [[I Portali (centro commerciale)|I Portali]] a [[San Giovanni La Punta]] ed i più recenti [[Porte di Catania (centro commerciale)|Porte di Catania]] e [[Centro Sicilia (centro commerciale)|Centro Sicilia]], rispettivamente dislocati in zona Zia Lisa-Gelso Bianco il primo e {{chiarire|in zona [[San Giorgio]] il secondo|è invece in territorio di Misterbianco}}. L'agglomerato industriale e commerciale di [[Piano Tavola]] spazia dalla produzione elettromeccanica a quella alimentare. Le attività industriali più importanti sono invece concentrate a sud della città, nella [[Zona industriale di Catania|zona industriale di Pantano d'Arci]], costituita nell'immediato dopoguerra, dove ha sede anche il polo tecnologico (definito da alcuni [[Etna Valley]] {{chiarire|per alcune affinità con la più ben nota [[Silicon Valley]] americana)|quali?}}, che ospita aziende operanti nei settori farmaceutico, elettronico, informatico, agro-alimentare e meccanico, con alcuni punti d'eccellenza. Fra le più importanti si ricordano [[STMicroelectronics]], [[Nokia]], [[Vodafone]], [[IBM]], [[Alcatel]], [[Nortel]], [[Berna]], [[Coca-Cola]] e [[Wyeth]] che dal 2010 è diventato [[Pfizer]].<ref name="urlChi siamo | Chi Siamo - Pfizer Italia">{{Cita web | url = http://www.pfizer.it/cont/chi_siamo/0801/1600/chi-siamo.asp | titolo = Chi siamo &#124; Chi Siamo - Pfizer Italia | autore = | wkautore = | coautori = | data = | formato = | opera = | editore = | pagine = | lingua = it | urlarchivio = | dataarchivio = | citazione = | accesso = }}</ref> Attorno a queste grandi aziende è sorto un indotto di oltre 1.500 micro aziende che producono i semilavorati necessitanti per le varie produzioni. Tutto questo complesso omogeneo di aziende ha dato lavoro a circa 5.000 giovani laureati e diplomati catanesi.
 
Nella zona industriale si trova anche un "incubatore d'imprese" ([[Business Innovation Center]] - BIC, controllata da [[Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa|Sviluppo Italia]]), che svolge la funzione di consulenza e supporto alle iniziative economiche, ed accoglie diverse iniziative imprenditoriali. Al BIC si affiancano - e in alcuni casi vengono a sovrapporsi - altre agenzie pubbliche come il bureau [[InvestiaCatania]], altra agenzia di sviluppo finanziata questa volta dal Comune.
 
Sempre nella parte sud della città ha sede il Centro Commerciale all'Ingrosso della città di Catania e il [[mercato ortofrutticolo]] di [[San Giuseppe La Rena]]. Il settore agricolo appare in genere in declino a causa della diminuzione delle rendite agricole e della concorrenza dei produttori esteri.
 
Il centro città ha invece funzione prevalentemente burocratica, direzionale, amministrativa e commerciale.
 
Nel 2011 è stato infine inaugurato il primo centro commerciale [[IKEA]] in Sicilia.
 
===Trasporti===
Il 27 giugno [[1999]] fu inaugurata la [[metropolitana di Catania]]. Gestita dalla [[Ferrovia Circumetnea]], collega il capoluogo etneo con i centri dell'hinterland e della fascia pedemontana, anche tramite un servizio ferroviario di superficie.
 
Il progetto di ammodernamento della ferrovia in fase di attuazione prevede l'istituzione di un servizio a carattere metropolitano fino ad [[Adrano]] e la costruzione di una linea che raggiungerà lo scalo aeroportuale di Fontanarossa.
 
Il 5 maggio [[2007]] venne inaugurata la nuova aerostazione dell'[[aeroporto di Catania-Fontanarossa]]<ref>[http://www.investsicily.com/italia/news.htm Vedi ad esempio]</ref>) intitolata al musicista catanese [[Vincenzo Bellini]]; un progetto in corso prevede anche la ristrutturazione di quella vecchia.
 
== Note ==
{{references}}
 
== Altri progetti ==
==Bibliografia==
{{interprogetto|commons=Category:Fabrizio Santafede}}
* {{cita libro|autore=[[Giuseppe Giarrizzo]]|titolo=Catania|editore=Editori Laterza|anno=1986|città=Bari|isbn=88-420-2786-3|cid=giarrizzo}}
* {{cita libro|autore=[[Denis Mack Smith]]|titolo=Storia della Sicilia medioevale e moderna|volume=3|anno=1976|editore=Editori Laterza|città=Bari}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Barone|titolo=Le vie del Mezzogiorno|editore=Donzelli|pp=133-138|anno=|città=|cid=barone|isbn=}}
* {{cita libro|autore=Luigi Costanzo Catalano|titolo=Sulle strade ruotabili da Catania a Caltanissetta e le ferrovie sino a Palermo|città=Catania|editore=La fenice, tipografia di Musumeci|anno=1862|cid=catalano}}
* {{cita libro|autore=Orazio Cangila|titolo=Storia dell'industria in Sicilia|editore=Editori Laterza|anno=1995|città=Bari|isbn=88-420-4609-4|cid=cangila}}
* {{cita libro|autore=A. Aniante|titolo=Figlio del sole|editore=|città=Milano|anno =1965|cid=aniante|isbn=}}
* [[Giambattista Scidà]], ''[http://www.ucuntu.org/pdf/ScidaCasoCatania.pdf Il caso Catania]'', supplemento telematico a ''i Cordai'', Reg. Trib. Catania, 6/10/2006, nº 26, febbraio 2011.
* <del>Giuseppe Giustolisi e [[Marco Travaglio]], ''[http://www.argo.catania.it/wp-content/uploads/2009/09/micromega_3_06.pdf Arrivano i catanesi]'', da ''[[Micromega]]'', 3/2006</del>.(Link non funzionante)
 
== Collegamenti esterni ==
==Voci correlate==
* {{collegamenti esterni}}
*[[Sventramento di San Berillo]]
* {{Treccani|fabrizio-santafede|Santaféde, Fabrizio|accesso=17 dicembre 2015}}
* {{Cita web |url = http://www.europeana.eu/portal/brief-doc.html?start=1&view=table&query=santafede |titolo = Scheda Santafede, Fabrizio |accesso = 17 dicembre 2015 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151030021924/http://www.europeana.eu/portal/brief-doc.html?start=1&view=table&query=santafede |dataarchivio = 30 ottobre 2015 }}
 
{{Controllo di autorità}}
==Collegamenti esterni==
{{Portale|biografie|pittura}}
*[http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/doc/xxiii/048/d010.htm Relazione sullo stato della criminalità di Catania], approvato dalla [[Commissione parlamentare antimafia]] il 29 novembre 2000, ai sensi dell'articolo 1 della legge 509/1996
 
[[Categoria:CataniaFabrizio Santafede| ]]
[[Categoria:Economia della Sicilia]]