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== Osservazione dalla Terra ==
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Start|00:09, 12 mag 2019 (CEST)}}
La [[magnitudine apparente]] di Plutone dalla Terra è, al massimo, di 13,65, mentre il suo [[diametro angolare]] varia da un minimo di 0,06 a un massimo di 0,11 [[Secondo (geometria)|secondi d'arco]], quando si trova alla minima vicinanza al nostro pianeta; queste caratteristiche ne rendono difficile l'osservazione dalla [[Terra]], e giustificano il fatto che sia stato scoperto solamente nella prima metà del XX secolo. Data la sua magnitudine apparente, Plutone non può essere facilmente osservato con piccoli strumenti amatoriali, anche se con telescopi superiori ai 200&nbsp;mm di apertura, meglio se di 300–350&nbsp;mm, si può riuscire a scorgerlo<ref>{{cita web|url = http://infotelescopi.blogspot.it/2011/09/scelta-del-telescopio-e-del-binocolo.html|titolo = cosa si può vedere con un piccolo telescopio|accesso = 6 giugno 2014}}</ref>. L'utilizzo sempre più diffuso di [[Dispositivo ad accoppiamento di carica|CCD]] in campo amatoriale permette, sotto un cielo con un buon [[seeing]], di poter acquisire immagini anche di Caronte, quando questi si trova alla massima distanza angolare da Plutone<ref>{{cita web |autore=Daniele Gasparri |url = http://www.danielegasparri.com/Italiano/articoli/astronomia_amatoriale/pluto_charon.pdf|titolo = Il progetto Plutone-Caronte |editore = danielegasparri.com}}</ref>.
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 1 |voce = Michelle Bolsonaro |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 maggio 3 |durata = 11 giorni |multipla = }}
 
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 2 |voce = Servizio ferroviario suburbano di Reggio Calabria |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 maggio 3 |durata = 7 giorni |multipla = }}
== Storia delle osservazioni ==
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 3 |voce = Concetta De Nicola |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 maggio 3 |durata = 7 giorni |multipla = }}
[[File:Clyde W. Tombaugh.jpeg|thumb|left|[[Clyde Tombaugh]], lo scopritore di Plutone]]
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 4 |voce = Barbara Norris |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 maggio 3 |durata = 7 giorni |multipla = }}
Si sospettava da tempo l'esistenza di un pianeta esterno rispetto a quelli già noti, a causa del fatto che [[Urano (astronomia)|Urano]] e [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]] sembravano muoversi in modo diverso dal previsto, come se fossero perturbati dall'[[Interazione gravitazionale|attrazione gravitazionale]] di un altro oggetto. Alle stesse conclusioni arrivarono [[William Henry Pickering]] e [[Percival Lowell]] all'inizio del Novecento. Perfino lo scrittore [[Howard Phillips Lovecraft|Howard P. Lovecraft]] aveva ipotizzato, sulla base di calcoli astronomici, l'esistenza di un altro pianeta oltre Nettuno.<ref>In una lettera pubblicata su [[Scientific American]], 25 agosto 1906 [http://4.bp.blogspot.com/_QKWok61IOLw/TAUVjiMuwHI/AAAAAAAAKNc/uROnCWuPaxw/s1600/Lovecraft+Scientific+American+2.jpg Screenshot del testo 1]</ref>
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 5 |voce = Robin Wood (personaggio) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 maggio 3 |durata = 7 giorni |multipla = }}
La tecnica delle [[Perturbazione (astronomia)|perturbazioni]] aveva già riportato un grande successo nel [[1846]], quando Nettuno era stato scoperto allo stesso modo.
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 6 |voce = Mari di Azeroth |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 maggio 3 |durata = 7 giorni |multipla = }}
 
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[[Clyde Tombaugh]] iniziò ad interessarsi di astronomia sin da giovane, negli anni venti, costruendosi telescopi amatoriali per osservare oggetti del sistema solare. Nel 1928 mandò alcuni disegni di osservazioni compiute su [[Marte (astronomia)|Marte]] e [[Giove (astronomia)|Giove]] a [[Vesto Slipher]], allora direttore dell'[[Osservatorio Lowell]] di [[Flagstaff (Arizona)|Flagstaff]], in [[Arizona]]. Slipher lo assunse all'osservatorio e lo incaricò della ricerca del [[Pianeta X]], previsto da Lowell e Pickering<ref name="Scoperta" />.
Seguendo le previsioni teoriche e dopo lunghe ricerche, il 18 febbraio [[1930]], per mezzo del confronto di lastre fotografiche impressionate pochi giorni prima, il 23 e il 29 gennaio, Tombaugh scoprì l'oggetto cercato, che già dai primi calcoli pareva orbitare al di là dell'orbita di Nettuno<ref>{{Cita web|titolo = Happy 100th Birthday, Clyde Tombaugh|autore = Dr. Alan Stern|sito = Southwest Research Institute|url = http://www.jhuapl.edu/newscenter/pressreleases/2006/060203.asp|anno = 2006|accesso = 13 aprile 2007}}</ref>. Dopo che l'osservatorio ebbe ottenuto fotografie di conferma, la notizia della scoperta fu telegrafata all'[[Harvard College Observatory]] il 13 marzo 1930, in quanto l'osservatorio volle far coincidere la data con quella della scoperta di Urano da parte di [[William Herschel|Herschel]] e con la data di nascita di Percival Lowell, avvenuta nel 1855<ref name="Scoperta">{{cita web|titolo = 13 Marzo 1930: Clyde Tombaugh annuncia la scoperta di Plutone|url = http://www.sciencestorming.eu/index.php/2012-01-18-17-01-34/un-po-di-storia/24-marzo-1930-la-scoperta-di-plutone|accesso = 6 giugno 2014}}</ref>. Il pianeta fu in seguito ritrovato in fotografie risalenti al 19 marzo 1915.
 
Plutone fu trovato quasi esattamente nella posizione prevista dai calcoli teorici, per cui inizialmente si credette di aver trovato il corpo perturbatore, il Pianeta X. Col passare degli anni le misurazioni rivelarono tuttavia che Plutone era di gran lunga troppo piccolo per spiegare le perturbazioni osservate, e si pensò quindi che non si potesse trattare dell'ultimo pianeta del sistema solare. Ripartì quindi la caccia al decimo pianeta.
 
La questione fu risolta solo nel [[1989]], quando l'analisi dei dati della [[Sonda spaziale|sonda]] [[Voyager 2]] rivelò che le misure della massa di Urano e Nettuno comunemente accettate in precedenza erano lievemente sbagliate. Le orbite calcolate con le nuove masse non mostravano alcuna anomalia, il che escludeva categoricamente la presenza di qualunque pianeta più esterno di Nettuno con una massa elevata<ref>{{cita pubblicazione|autore = Miles Standish|data = 1993|titolo = Planet X—No dynamical evidence in the optical observations|url = http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?1993AJ....105.2000S&amp;data_type=PDF_HIGH&amp;whole_paper=YES&amp;type=PRINTER&amp;filetype=.pdf|lingua = en|rivista = [[Astronomical Journal]]|volume = 105|numero = 5|pagine = 2000–2006|doi = 10.1086/116575}}</ref>.
 
La scoperta di Plutone fu in definitiva casuale, trovandosi il pianeta al posto giusto nel momento giusto mentre si dava la caccia a qualcos'altro<ref>{{Cita|Jones|p. 69}}</ref>.
 
=== Missioni spaziali ===
{{vedi anche|Esplorazione di Plutone}}
L'esplorazione di Plutone da parte di sonde spaziali è rimasta una sfida particolarmente ardua a causa della grande distanza dalla Terra. La [[Voyager 1]] avrebbe dovuto esplorare Plutone da distanza ravvicinata, tuttavia all'epoca la [[NASA]] preferì optare per un passaggio ravvicinato alla luna di Saturno, Titano, e il cambiamento di traiettoria risultò poi incompatibile per programmare un [[sorvolo ravvicinato]] con Plutone<ref>{{cita web|url = http://voyager.jpl.nasa.gov/faq.html|titolo = Voyager Frequently Asked Questions|editore = JPL|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>. Nessun altro serio tentativo è stato fatto per l'esplorazione spaziale di Plutone fino all'ultimo decennio del [[XX secolo]]. Nel 1992 il [[Jet Propulsion Laboratory]] della [[NASA]] iniziò a sviluppare la missione [[Pluto Kuiper Express]]. Nonostante l'interesse per la missione, l'ente spaziale statunitense tuttavia l'annullò nel 2000 per motivi di bilancio e optò per una soluzione più economica che sarebbe divenuta la missione [[New Horizons]]<ref>{{cita web|url = http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=PLUTOKE|titolo = Pluto Kuiper Express|editore = [[NASA]]|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>.
 
==== New Horizons ====
{{incorso|astronautica}}
[[File:PlutoCharon-1stColorImage-NewHorizons-Ralph-20150409.png|thumb|upright=0.8|Prima immagine a colori di Plutone e Caronte ripresa dalla sonda [[New Horizons]] il 9 aprile 2015 da una distanza di circa 115 milioni di chilometri.]]
Nel 2003 fu concesso un finanziamento da parte del governo degli Stati Uniti per la sonda [[New Horizons]], che è stata lanciata il 19 gennaio 2006 alla volta di Plutone. L'incontro con il pianeta nano è avvenuto il 14 luglio [[2015]]<ref name="Count" />. La sonda trasportava, oltre alla strumentazione scientifica, anche un francobollo statunitense del 1991 con la dicitura "Pluto - Not yet explored"<ref>{{Cita web|url = http://www.collectspace.com/news/news-070715a-newhorizons-pluto-explored-stamp.html|titolo = 'Not Yet Explored' no more: New Horizons flying Pluto stamp to dwarf planet {{!}} collectSPACE|accesso = 2015-07-16|sito = collectSPACE.com}}</ref> e le ceneri dell'astronomo che scoprì il pianeta nel 1930, [[Clyde Tombaugh]]<ref>{{Cita web|url = http://www.cnn.com/2015/07/13/us/nasa-pluto-new-horizons-clyde-tombaugh-ashes/index.html|titolo = Pluto discoverer's ashes are aboard New Horizons probe - CNN.com|accesso = 2015-07-16|sito = CNN}}</ref>.
 
Si è trattato di un sorvolo ravvicinato, perché la sonda non aveva abbastanza carburante a bordo per rallentare e immettersi in orbita attorno all'oggetto; i piani di volo prevedevano un avvicinamento massimo a circa 12500&nbsp;km di distanza dalla superficie plutoniana a una velocità relativa di circa 14&nbsp;km/s<ref>{{cita web|url = http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=2006-001A|titolo = New Horizons Pluto Kuiper Belt Flyby|editore = NASA|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>, con la possibilità di sorvolare il pianeta ancora più vicino al pianeta grazie a correzioni di rotta successive<ref name="Count">{{cita web|url = http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2014/14jan_pluto/|titolo = Countdown to Pluto|editore = NASA|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>.
 
La sonda, messa in stato di ibernazione per un lungo periodo per preservare gli strumenti per l'incontro ravvicinato, si è attivata alcuni mesi prima dell'arrivo, laddove le fotografie di Plutone erano già migliori di quelle ottenibili dalla Terra o dal [[telescopio spaziale Hubble]]. Data l'enorme distanza dalla Terra e la bassa potenza disponibile, l'invio dei dati avviene a velocità molto bassa, tra 0,6 e 1,2 [[kilobit]] al secondo, e occuperà i mesi successivi all'incontro<ref>{{cita web|url = http://newhorizonsmission.synthasite.com/|titolo = NASA's Mission to Pluto and Beyond|editore = newhorizonsmission.synthasite.com|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>. Il 13 luglio la sonda è entrata in silenzio radio; il 14 luglio è avvenuto il sorvolo ravvicinato di Plutone e il 15 luglio sono ripresi i contatti, con la trasmissione dei primi dati. Per avere il grosso dei dati bisognerà attendere. L'inizio della trasmissione dei dati ricavati di maggior importanza inizierà a settembre 2015 e durerà un paio di mesi, mentre per la ricezione dei dati completi inizierà a novembre 2015 e avrà la durata di un anno circa<ref>{{cita web|autore = Ted Stryk|url = http://www.planetary.org/blogs/guest-blogs/2014/20140123-new-horizons-updates-part-1.html|titolo = New Horizons: Updates From the Science Team Meeting|data = 24 gennaio 2014|accesso = 14 giugno 2014}}</ref>.
 
== Parametri orbitali e rotazione ==
{{vedi anche|Parametri orbitali di Plutone}}
[[File:Plutoorbit1.5sideview.gif|thumb|left|Immagine che mostra la notevole [[Inclinazione orbitale|inclinazione]] dell'orbita di Plutone (in rosso) rispetto all'[[eclittica]]]]
Il [[Periodo di rivoluzione|periodo orbitale]] di Plutone è di 248 anni terrestri. Le sue caratteristiche orbitali sono sostanzialmente diverse da quelle degli altri pianeti del sistema solare, che seguono orbite quasi circolari attorno al Sole, vicino a un [[Piano orbitale|piano di riferimento]] chiamato [[eclittica]]. Al contrario, l'orbita di Plutone è molto [[Inclinazione orbitale|inclinata]] rispetto all'eclittica ( di oltre 17°) e altamente [[Eccentricità orbitale|eccentrica]]. Questa elevata eccentricità è la causa per cui Plutone, per un breve periodo della sua rivoluzione, si trova più vicino al [[Sole]] di [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]]. Il baricentro del sistema Plutone-Caronte è passato al [[perielio]] il 5 settembre 1989, ed è rimasto più vicino al Sole rispetto a Nettuno nel periodo compreso tra il 7 febbraio 1979 e l'11 febbraio 1999<ref>{{cita web|url = http://www.jpl.nasa.gov/releases/99/pluto990209.html|titolo = Pluto to become most distant planet|editore = NASA|accesso = 6 giugno 2014}}</ref>.
 
Nel lungo periodo, in realtà l'orbita di Plutone sembra [[Teoria del caos|caotica]]. Le simulazioni al computer possono essere utilizzate per prevedere la sua posizione per diversi milioni di anni (sia in avanti che indietro nel tempo), tuttavia su scale temporali superiori ai 20 milioni di anni, i calcoli diventano speculativi. Il [[tempo di Lyapunov]] è il tempo oltre il quale un [[sistema dinamico]] diventa caotico, e varia da sistema a sistema: nel caso di Plutone questo periodo è appunto stato stimato sui 20 milioni di anni<ref>{{cita|Stern|p. 145}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore = Hiroshi Kinoshita,
Hiroshi Nakai|titolo = Long-Term Behavior of the Motion of Pluto Over 5.5 Billion Years|editore = Springer|anno = 1996|pagine = 165-173|url = http://link.springer.com/chapter/10.1007/978-94-009-0209-1_21#page-1|doi = 10.1007/978-94-009-0209-1_21}}</ref>. Ciò non significa che l'orbita di Plutone sia di per sé instabile, ma il percorso della sua orbita è impossibile da determinare così lontano nel tempo, anche se diversi fattori concorrono a mantenere l'orbita di Plutone stabile, al sicuro da collisioni planetarie<ref name="nineplanet" />.
 
=== Relazione con Nettuno ===
Plutone per un breve periodo della sua rivoluzione si trova più vicino al Sole di Nettuno. Tuttavia i due oggetti orbitano in risonanza 2:3 e le orbite non si intersecano mai, anche per la grande inclinazione dell'orbita di Plutone rispetto al piano orbitale del sistema solare. Non è quindi possibile una collisione e non sono possibili incontri ravvicinati tra Nettuno e Plutone tali da perturbare l'orbita di quest'ultimo<ref>{{cita|Jones|p. 71}}</ref>. La risonanza delle orbite è stabile anche nel corso di milioni di anni<ref>{{cita web|url = http://www.ac-ilsestante.it/ASTRONOMIA/i_grandi_astronomi/Colombo/animazioni_colombo/netpluto/netpluto_colombo/netpluto_colombo_01_blocco_popup.html|titolo = Nettuno-PLutone: risonanza 3:2|accesso = 6 giugno 2014}}</ref>, e Plutone non si avvicina mai a Nettuno a meno di 17&nbsp;UA, al contrario è possibile che si avvicini maggiormente a Urano (11&nbsp;UA)<ref name="nineplanet">{{cita web|url = http://nineplanets.org/plutodyn.html|titolo = Pluto's Orbit|accesso = 6 giugno 2014}}</ref>.
 
A partire dagli [[Anni 1990|anni novanta]] del [[XX secolo]] sono stati scoperti diversi [[Corpo minore|planetoidi]] della [[Fascia di Kuiper|fascia di Edgeworth-Kuiper]] in [[risonanza orbitale]] 2:3 con Nettuno: oggi tali corpi vanno sotto la denominazione comune di [[Plutino|plutini]], e Plutone ne è considerato il prototipo.
 
=== Rotazione ===
Nel 1955, osservando le [[Curva di luce|curve di luce]] di Plutone, fu stimato per la prima volta il [[periodo di rotazione]], in 6,39 giorni, con un'incertezza di soli 4 minuti. Successivamente il periodo di rotazione, che avviene in senso retrogrado, fu corretto in 6,387 giorni<ref>{{cita|Jones|p. 96}}</ref>. Il suo [[Rotazione|asse di rotazione]] è [[Inclinazione assiale|inclinato]] di 57,5° rispetto al [[piano orbitale]], quindi per lunghi periodi, durante il suo percorso orbitale, Plutone volge al Sole lo stesso emisfero così come avviene nel caso di Urano<ref>{{cita|Jones|p. 97}}</ref>.
L'azione delle [[Forza di marea|forze mareali]] ha costretto il periodo di rotazione di Plutone a [[Rotazione sincrona|sincronizzarsi]] con il periodo di rivoluzione del suo satellite principale, Caronte: questi ruota in senso retrogrado così come Plutone sul proprio asse, con il risultato che Caronte appare immobile visto da un emisfero di Plutone, mentre non sorgerà mai dall'altro, cioè dall'emisfero non rivolto verso il suo principale satellite<ref>{{cita libro|autore = Patrick Moore|titolo = Un anno intero sotto il cielo: Guida a 366 notti d’osservazioni|editore = Springer|anno = 2007|pagina = 163|isbn = 978-88-470-0542-6}}</ref>.
 
== Formazione ==
[[File:Creation of the moons of Pluto.jpg|thumb|Formazione di Caronte secondo la teoria dell'[[Impatto atronomico|impatto]]]]
Sono state diverse le teorie avanzate per spiegare le piccole dimensioni di Plutone, simile a quella dei satelliti del gigante Nettuno, in particolare di [[Tritone (astronomia)|Tritone]]. Il matematico britannico Raymond Lyttleton riteneva, nel 1936, che Plutone e Tritone ruotassero un tempo attorno a Nettuno, fintanto che una perturbazione gravitazionale espulse Plutone dalla sua orbita, mentre Tritone si inserì su un'orbita retrograda, sempre vincolato a Nettuno<ref>{{cita pubblicazione|autore = R.A.
Lyttleton|titolo = On the possible results of an encounter of Pluto with the Neptunian system|url = http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?1936MNRAS..97..108L&amp;data_type=PDF_HIGH&amp;whole_paper=YES&amp;type=PRINTER&amp;filetype=.pdf|anno = 1936|editore = [[Monthly Notices of the Royal Astronomical Society]]|volume = 97|pagine = 108}}</ref><ref>{{cita|Jones|p. 105}}</ref>. La teoria fu ripresa anche da [[Gerard Peter Kuiper|Gerard Kuiper]], che sosteneva che Tritone e Plutone avevano in comune alcune caratteristiche atmosferiche e geologiche. La teoria fu abbandonata solo molti anni più tardi, quando nel 1992 vennero scoperti diversi corpi ghiacciati simili a Plutone, al di là dell'orbita di Nettuno, e ci si rese conto che Plutone rappresentava solo uno dei più grandi di questi [[Oggetto transnettuniano|oggetti transnettuniani]] fino a quel momento sconosciuti<ref>{{cita web|url = https://web.archive.org/web/20110927042714/http://www.planetary.org/explore/topics/topten/tyson_pluto_is_not.html|titolo = Pluto Is Not a Planet|editore = The Planetary Society|anno = 1999|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>.
 
Secondo lo scenario della [[Formazione ed evoluzione del sistema solare|formazione del sistema solare]] accettato anche nel [[XXI secolo]], Plutone proviene dalla [[Fascia di Kuiper]]<ref>{{cita web|url = http://www.space.com/18561-how-was-pluto-formed.html|titolo = How Was Pluto Formed?|editore = [[Space.com]]|data = novembre 2012|accesso = 7 giugno 2012}}</ref>, così come Tritone, in seguito catturato da Nettuno, ed [[Eris (astronomia)|Eris]], scoperto in tempi recenti e che risulta più massiccio anche dello stesso Plutone. Plutone e Caronte potrebbero essersi formati per accrescimento, e furono inizialmente scagliati oltre l'orbita di Nettuno per l'influenza gravitazionale dei pianeti giganti<ref>{{cita web|autore = Joseph Hahn|url = http://gemelli.colorado.edu/~hahnjm/pubs/migrate.pdf|data = 2008|titolo = "Neptune's Migration into a Stirred–Up Kuiper Belt: A Detailed Comparison of Simulations to Observations|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>. Mentre alcuni di questi corpi furono espulsi nel sistema solare esterno, formando la fascia di Kuiper, la coppia Plutone-Caronte potrebbe essersi costituita da una cattura reciproca o da una collisione<ref>{{cita web|url = http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2012/07/12/news/nuova_luna_plutone-1145752/|titolo = Scoperta una nuova luna di Plutone|anno = 2012|editore = [[National Geographic]]|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>, i cui resti possono essere identificati nelle lune minori [[Notte (astronomia)|Notte]] e [[Idra (astronomia)|Idra]]. L'arrivo della sonda [[New Horizons]] nel sistema Plutone-Caronte nel 2015 potrebbe definitivamente confermare questo scenario, studiando da vicino la composizione di Plutone e delle sue piccole lune<ref>{{cita web|url = http://www.media.inaf.it/2011/02/03/origini-scontrose-per-plutone-e-le-sue-lune/|titolo = Le scontrose origini di Plutone e le sue lune|editore = [[INAF]]|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>.
 
== Caratteristiche fisiche ==
 
=== Massa e diametro ===
[[File:NH-SizeComparison-PlutoCharonEarth-20150713.jpg|thumb|left|Plutone e Caronte rapportati alla Terra]]
La massa di Plutone è di {{M|1,31|e=22|k|g}}, equivalente allo 0,22% di quella terrestre<ref name="Fact2" />, e il suo diametro è di {{M|2370|k|m}}, ovvero circa il 68% di quella della Luna. La sua superficie {{tutto attaccato|(1,665 × 10<sup>7</sup> km²)}} è circa il 10% inferiore a quella del Sud America. L'atmosfera di Plutone complica la precisa determinazione del corpo solido. L'[[albedo]] di Plutone varia da 0,40 a 0,60.<ref name="Fact2" />
 
La scoperta del satellite Caronte avvenuta nel 1978 ha permesso la determinazione della massa del sistema Plutone-Caronte mediante l'applicazione della [[Leggi di Keplero#Terza Legge .28Legge dei periodi.2C 1619.29|terza legge di Keplero]]. Una volta misurato l'effetto gravitazionale di Caronte è stato possibile determinare la vera massa di Plutone. Una serie di occultazioni avvenuta tra Plutone e Caronte tra il 1985 e il 1990 ha permesso di determinare i raggi dei due corpi.<ref>{{cita web|url = http://stelle.bo.astro.it/letture/webcorso/webleggere/bartolini/bar11.html|titolo = Plutone|editore = Università di Bologna|accesso = 7 maggio 2014}}</ref>
 
Tra gli oggetti del sistema solare, Plutone è molto meno massiccio dei pianeti terrestri, e la sua massa è meno del 20% di quella lunare, ma è anche meno massiccio di altri sette satelliti del sistema solare: [[Ganimede (astronomia)|Ganimede]], [[Titano (astronomia)|Titano]], [[Callisto (astronomia)|Callisto]], [[Io (astronomia)|Io]], la [[Luna]], [[Europa (astronomia)|Europa]] e [[Tritone (astronomia)|Tritone]].
 
Plutone ha un diametro più che doppio del pianeta nano [[Cerere (astronomia)|Cerere]], il più grande oggetto della [[Cintura asteroidale|fascia degli asteroidi]], ma è meno massiccio del pianeta nano [[Eris (astronomia)|Eris]], un [[oggetto transnettuniano]] scoperto nel 2005. Le determinazione delle precise dimensioni di Plutone è problematica per via della sua atmosfera,<ref name="Young2007">{{cita pubblicazione| url = http://adsabs.harvard.edu/abs/2007DPS....39.6205Y| titolo = Pluto's Radius| autore= Eliot F. Young |coautori = Leslie A. Young, Marc W. Buie
| rivista = American Astronomical Society, DPS meeting No. 39, #62.05; Bulletin of the American Astronomical Society| volume = 39| pagina = 541| data = 2007}}</ref> e dalla possibile foschia di idrocarburi.<ref name = "Plutosize">{{cita web|url=http://www.mikebrownsplanets.com/2010/11/how-big-is-pluto-anyway.html|titolo=How big is Pluto, anyway?|data=|editore=Mike Brown's Planet}}</ref> Nel mese di marzo 2014, Lellouch, de Bergh ''et al.'' stimarono il diametro plutoniano superiore a 2360&nbsp;km, con un'ipotesi "maggiormente attendibile" di 2368&nbsp;km.<ref name = "Lellouch" /> Il 13 luglio 2015 la missione della NASA [[New Horizons]] ha determinato che il diametro di Plutone è di 2370&nbsp;km,<ref name=autogenerato1>{{cita web|url=http://www.nasa.gov/feature/how-big-is-pluto-new-horizons-settles-decades-long-debate|titolo=How Big Is Pluto? New Horizons Settles Decades-Long Debate|editore=[[NASA]]|data=13 luglio 2015|lingua=en|accesso=14 luglio 2015}}</ref><ref name = emily>{{cita web|url=http://www.planetary.org/blogs/emily-lakdawalla/2015/07131311-pluto-first-science.html|titolo=Pluto minus one day: Very first New Horizons Pluto encounter science results|editore=Planetary.org|lingua=en|data=13 luglio 2017}}</ref> risultando così di dimensioni maggiori di Eris (anche se meno massiccio, data la sua densità minore).
 
== Struttura interna ==
[[File:Pluto-cutaway.svg|thumb|Struttura interna teorica di Plutone (2006)<br />'''1.''' atmosfera ghiacciata<ref name="tobias">{{cita pubblicazione |titolo = Surface Ices and the Atmospheric Composition of Pluto |autore = Tobias C. Owen, Ted L. Roush et al. |pubblicazione = Science |anno=1993 |mese=8 |giorno=6 |volume = 261 |numero= 5122 |pagine = 745–748 |doi = 10.1126/science.261.5122.745 |url=http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/261/5122/745 |accesso=11 febbraio 2010 |pmid=17757212 }}</ref><br />'''2.''' acqua ghiacciata<br />'''3.''' Roccia]]
 
{{vedi anche|Struttura interna di Plutone}}
Osservazioni tramite il [[telescopio spaziale Hubble]] hanno stimato la [[densità]] di Plutone compresa tra 1,8 e 2,1 g/cm<sup>3</sup>, suggerendo che la sua composizione interna sia composta da circa il 50-70% di roccia e da circa il 30-50% di ghiacci, d'acqua e di altri elementi<ref name="Solstation">{{cita web|url = http://www.solstation.com/stars/pluto.htm|titolo = Pluto|editore = Sol Company|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>. La struttura interna di Plutone è probabilmente differenziata, con il materiale roccioso depositato in un nucleo denso circondato da un mantello di ghiaccio. Il diametro del nucleo è ipotizzato essere di circa 1700&nbsp;km, ossia il 70% del diametro di Plutone.
La densità media di Plutone, pari a due volte quella dell'acqua, suggerisce che il suo interno sia costituito da un miscuglio di materiali rocciosi e di ghiaccio d'acqua e di [[metano]] (la presenza di quest'ultimo è stata dedotta dalle osservazioni sulla riflettività del suolo del pianeta a diverse lunghezze d'onda). L'Istituto di ricerca planetaria del [[Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt|DLR]] ha calcolato che il rapporto densità/raggio di Plutone si colloca in una zona intermedia tra quelli dei satelliti di ghiaccio (come le lune di media grandezza di Urano e di Saturno) e satelliti rocciosi come [[Europa (astronomia)|Europa]]<ref>{{cita web|url = http://solarsystem.dlr.de/TP/images/gross/radius_density.jpg|titolo = Radius|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>.
 
Alcuni studiosi dell'[[Università della California]] sostengono che sotto lo strato ghiacciato Plutone potrebbe ospitare un oceano liquido. Infatti, se il nucleo roccioso contiene almeno 75 parti per miliardo di [[potassio]] [[Radioattività|radioattivo]], il calore prodotto sarebbe sufficiente a mantenere dell'acqua liquida sotto la superficie. La presenza di questo oceano è però strettamente legata alle caratteristiche e alla dimensione dello strato di ghiaccio più esterno, elementi che non possono essere misurati direttamente dalla Terra.<ref>{{cita web|url = http://www.newscientist.com/article/mg21128303.900-plutos-icy-exterior-may-conceal-an-ocean.html|titolo = Pluto's icy exterior may conceal an ocean}}</ref>
 
== Superficie ==
{{vedi anche|Superficie di Plutone}}
[[File:NH-Pluto-TombaughRegio-MountainRange-20150714-IFV.jpg|left|thumb|La superficie di Plutone fotografata dalla sonda New Horizons durante il sorvolo del 14 luglio 2015.]]
[[File:Pluto-01 Stern 03 Pluto Color TXT.jpg|thumb|Immagine in falsi colori che evidenzia le differenze di composizione e morfologia della superficie del pianeta.]]
Fino ad ora, anche con telescopi di grande apertura, Plutone è rimasto un punto luminoso apparentemente di natura stellare visto dalla Terra. Le migliori mappe della sua superficie erano state riprese dal [[Telescopio spaziale Hubble]], tra la fine del [[XX secolo]] e l'inizio del [[XXI secolo|XXI]]<ref>{{cita web|url = http://www.boulder.swri.edu/~buie/pluto/hrcmap.html|titolo = Pluto map information|accesso = 7 giugno 2014}}</ref>.
Il 16 luglio 2015 la sonda New Horizons, dopo essersi avvicinata a 12.700&nbsp;km circa a Plutone scattando numerossissime immagini, ha iniziato ad inviarle sulla Terra. Le prime rivelano una brillante e [[Cuore di Plutone|vasta regione]] a forma di cuore, e nell'area equatoriale una catena montuosa relativamente giovane (trattasi però sempre di ere geologiche), con cime di circa 3,5&nbsp;km. Da un primo riscontro risulta che abbia alla base della sua formazione [[acqua]] ghiacciata, che alle temperature del pianeta nano è resistente come la roccia.
 
Analisi spettroscopiche hanno rivelato che la superficie di Plutone risulta composta per il 98% da ghiaccio d'[[azoto]], con tracce di [[metano]] e [[monossido di carbonio]]<ref>{{cita pubblicazione|autore = C. Tobias ''et al.''|titolo = Surface Ices and the Atmospheric Composition of Pluto|editore = [[Science]]|volume = 261|numero = 5122|pagine = 745–748|doi = 10.1126/science.261.5122.745}}</ref>.
 
Una mappa a bassa risoluzione è stata realizzata fra il [[1994]] e il [[1996]] a partire da osservazioni effettuate grazie al telescopio spaziale Hubble, ma i dettagli visibili sono pochi. Sembra vi siano macchie più chiare, probabilmente composte di azoto e metano solido, che riflettono la debole luce presente, contrastando con il resto della superficie più scura, probabilmente costituita da antiche pianure laviche<ref name="Hubble" />.
 
Una nuova mappa è stata realizzata tramite 12 osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble nel [[2002]] e [[2003]] e ha rivelato sostanziali mutazioni nella topografia plutoniana, sulla cui natura ci si interroga tuttora. È plausibile che l'avanzamento delle stagioni possa provocare l'evaporazione dell'azoto ghiacciato dal suolo dell'emisfero maggiormente irradiato dal sole e conseguenti precipitazioni nevose nell'emisfero opposto (nel [[1987]] il polo sud è uscito dalla sua notte invernale che dura 120 anni). Nel corso delle osservazioni è stato anche riscontrato un aumento della tonalità rossa del pianeta rispetto agli anni precedenti, a fronte di una stabilità cromatica del suo satellite Caronte.
Secondo l'astronomo [[Michael E. Brown]], Plutone ha la superficie più cangiante di tutto il Sistema Solare<ref name="Hubble">{{cita web|url = http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2010/06/full/|titolo = New Hubble Maps of Pluto Show Surface Changes|editore = Hubble Site|accesso = 7 giugno 2014}}</ref><ref>{{cita web|http://www.planetary.org/news/2010/0204_Hubble_Photos_Reveal_Dramatic_Surface.html|Planetary News – Hubble photos reveal "dramatic" surface changes on Pluto – The Planetar Society|8 febbraio 2010| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120210165221/http://planetary.org/news/2010/0204_Hubble_Photos_Reveal_Dramatic_Surface.html|dataarchivio=10 febbraio 2012}}</ref>. Attualmente la sonda New Horizons sta inviando le informazioni raccolte sulla Terra, che permetteranno di effettuare ricerche di gran lunga più approfondite.
 
La temperatura superficiale sulla superficie di Plutone si aggira tra i 40 e i 50 K<ref name="Fact" />.
{{doppia immagine|centro|NH-Pluto-MethaneIce-20150715.png|300|NH-Pluto-FrozenCarbonMonoxide-20150714.jpg|300|Distribuzione del ghiaccio di metano su Plutone (12 luglio 2015)|Un'area con abbondante ghiaccio di monossido di carbonio individuata dallo strumento Ralph della sonda New Horizons nella porzione occidentale di Tombaugh Regio. Le isolinee indicano la concentrazione del ghiaccio di monossido che raggiunge il suo massimo al centro dell'area (14 luglio 2015).}}
 
== Atmosfera ==
{{vedi anche|Atmosfera di Plutone}}
[[File:ESO-L. Calçada - Pluto (by).jpg|thumb|upright=1.2|Rappresentazione artistica della superficie di Plutone sulla base delle osservazioni compiute con lo spettografo ad alta risoluzione dell'ESO CRIRES. Visibile il sottile strato d'atmosfera, con Caronte e il Sole sullo sfondo.]]
Il [[sistema di Plutone]] è stato visitato dalla [[sonda spaziale]] [[New Horizons]] e pertanto si è in attesa di misurazioni relative alla sua natura fisica per il momento ancora approssimative. Si ritiene comunque che esso possieda una debole atmosfera, composta prevalentemente da [[metano]], [[azoto]] e [[monossido di carbonio]]<ref>{{cita web|url=http://www.kencroswell.com/NitrogenInPlutosAtmosphere.html|titolo=Nitrogen in Pluto's Atmosphere|data=1992|sito=KenCroswell.com|lingua=en|accesso=28 novembre 2014}}</ref>, la cui [[pressione atmosferica|pressione]] varia da 6,5 a 24&nbsp;[[Bar (unità di misura)|microbar]]<ref name=Lellouch>{{cita pubblicazione|autore=E. Lellouch ''et al.''|data=2009|titolo=Pluto's lower atmosphere structure and methane abundance from high-resolution spectroscopy and stellar occultations|rivista=[[Astronomy and Astrophysics]]|volume=495 |numero=3|pagine=L17–L21|url=http://www.aanda.org/articles/aa/pdf/2009/09/aa11633-09.pdf|doi=10.1051/0004-6361/200911633}}</ref>. L'eccentricità dell'orbita di Plutone ha un importante effetto sulla sua atmosfera e la pressione varia sensibilmente al variare della distanza del corpo dal Sole e con il ciclo delle stagioni: quando Plutone si allontana dal Sole, la sua atmosfera dovrebbe gradualmente congelarsi e cadere in superficie, mentre quando si avvicina al [[perielio]], la temperatura aumenta e i ghiacci sublimano in gas. Questo provoca un [[effetto serra]] al contrario, poiché la sublimazione dei ghiacci in superficie abbassa ulteriormente la temperatura. Nel 2006, osservazioni compiute con il [[Submillimeter Array]] hanno permesso di scoprire che la temperatura di Plutone è di circa 43&nbsp;K (−230&nbsp;°C), vale a dire 10&nbsp;K più fredda di quanto ci si aspetterebbe per un corpo posto a quella distanza dal Sole e con quelle caratteristiche<ref>{{cita web|url=http://edition.cnn.com/2006/TECH/space/01/03/pluto.temp/index.html|titolo=Astronomers: Pluto colder than expected|editore=CNN.com|data=gennaio 2006|accesso=28 novembre 2014|lingua=en}}</ref>.
 
La presenza di metano costituisce invece un potente gas serra nell'atmosfera di Plutone e porta ad un'[[inversione termica]] con temperature medie di 36 K più calde 10&nbsp;km sopra la superficie<ref name=Lellouch/>. Nel 1999 fu anche individuata la presenza di [[etano]] ghiacciato, la cui presenza potrebbe essere spiegata dalla [[fotolisi]] o dalla [[radiolisi]] del metano<ref>{{cita web|url=http://astrolink.mclink.it/news/fnews/31lug99.htm|titolo=Il notiziario di Sky & Telescope|editore=astrolink.mclink.it|accesso=28 novembre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.spacedaily.com/news/pluto-99b.html|titolo=Is Pluto An Ethane Fuzzball|editore=SpaceDaily|lingua=en|accesso=28 novembre 2014}}</ref>.
 
L'esistenza di un'atmosfera su Plutone fu suggerita da Noah Brosch e Haim Mendelson dell'Osservatorio Wise in Israele, nel 1985<ref name=Marsden>{{cita web|autore=Brian Marsden|url=http://www.cbat.eps.harvard.edu/iauc/04000/04097.html#Item2|titolo=Occultation by Pluto on 1985 August 19|editore=IAU Circular 4097|accesso=28 novembre 2014}}</ref>, e poi definitivamente confermata dal [[Kuiper Airborne Observatory]] nel 1988, dopo osservazioni compiute durante [[Occultazione|occultazioni]] di stelle da parte di Plutone<ref>{{cita web|url=http://www.usno.navy.mil/USNO/tours-events/NOFS_SOFIA_Release_110711.pdf|titolo= NOFS Contributes to SOFIA’S Successful Observation of Challenging Pluto Occultation|editore= US Naval Observatory|accesso=28 novembre 2014}}</ref>. Quando un oggetto privo di atmosfera passa davanti a una stella, questa scompare bruscamente, mentre nel caso di Plutone, la luce della stella oscurata scompare gradualmente<ref name=Marsden/>. Dal tasso di oscuramento, la pressione atmosferica è stata calcolata essere di 0,15 [[Pascal (unità di misura)|pascal]], circa 1/700&nbsp;000 della pressione terrestre<ref>{{cita web|url=http://www.johnstonsarchive.net/astro/pluto.html|titolo=The atmospheres of Pluto and other trans-Neptunian objects|autore=Robert Johnston|data=novembre 2005|lingua=en|accesso=28 novembre 2014}}</ref>.
 
Nel 2002 fu osservata e studiata un'altra occultazione di una stella da parte di Plutone da un team guidato da Bruno Sicardy dell'[[Osservatorio di Parigi]], [[James Elliot]] del [[Massachusetts Institute of Technology|MIT]] e Jay Pasachoff del [[Williams College]]<ref name=Sicardy/><ref>{{cita web|url=http://newsoffice.mit.edu/2002/pluto|titolo=Pluto is undergoing global warming, researchers find|editore=MIT|accesso=28 novembre 2014|data=ottobre 2002}}</ref>. Sorprendentemente, la pressione atmosferica fu calcolata in {{M|0,3||Pa}}, anche se Plutone era più lontano dal Sole rispetto al 1988 e quindi avrebbe dovuto essere più freddo e avere un'atmosfera più rarefatta. Una spiegazione plausibile è che nel 1987 il polo sud di Plutone usciva dall'ombra per la prima volta in 120 anni, causando la sublimazione di una considerevole quantità di azoto della calotta polare sud. Saranno necessari decenni per la condensazione dell'azoto in eccesso nel polo opposto, secondo un fenomeno ciclico<ref>{{cita web|url=http://www.you.com.au/news/1896.htm|titolo=Puzzling Seasons and Signs of Wind Found on Pluto|editore=you.com.au|accesso=28 novembre 2014}}</ref>. Nello stesso studio è stata anche rivelata quella che potrebbe essere la prima prova della presenza di vento nell'atmosfera di Plutone<ref name=Sicardy>{{cita pubblicazione|url=http://www.nature.com/nature/journal/v424/n6945/full/nature01766.html|titolo=Large changes in Pluto's atmosphere as revealed by recent stellar occultations|rivista=[[Nature]]|data=luglio 2003|volume=424|pagine= 168-170|accesso=28 novembre 2014}}</ref>.
 
== Satelliti naturali ==
{{vedi anche|Satelliti naturali di Plutone}}
[[File:Sistema_di_satelliti_di_Plutone.jpg|left|thumb|Diagramma del sistema plutoniano]]
 
Plutone possiede cinque [[Satellite naturale|satelliti naturali]] conosciuti: [[Caronte (astronomia)|Caronte]], scoperto il 22 giugno [[1978]], con cui Plutone forma una sorta di sistema binario, e quattro satelliti minori, [[Notte (astronomia)|Notte]] e [[Idra (astronomia)|Idra]], scoperti nel maggio [[2005]], [[Cerbero (astronomia)|Cerbero]] scoperto nel luglio 2011<ref name="P4">{{cita web|http://www.nasa.gov/mission_pages/hubble/science/pluto-moon.html|NASA's Hubble Discovers Another Moon Around Pluto|20-07-2011|lingua = en|data = 20 luglio 2011|editore = [[NASA]]}}</ref> e [[Stige (astronomia)|Stige]] scoperto nel luglio 2012<ref name="P5">{{cita web|http://www.nasa.gov/mission_pages/hubble/science/new-pluto-moon.html|Hubble Discovers a Fifth Moon Orbiting Pluto|11-07-2012|lingua = en|data = 11 luglio 2012|editore = [[NASA]]}}</ref>. I dati attualmente disponibili permettono di escludere la presenza di altri satelliti dal diametro superiore ai 20&nbsp;km all'interno del sistema di Plutone.
 
=== Caronte ===
{{vedi anche|Caronte (astronomia)}}
[[Caronte (astronomia)|Caronte]] possiede dimensioni non molto inferiori a Plutone; alcuni preferiscono quindi parlare di un [[Pianeta doppio|sistema binario]], giacché i due corpi orbitano attorno a un comune centro di gravità situato all'esterno di Plutone. Nell'Assemblea Generale UAI dell'agosto del 2006 venne presa in considerazione la proposta di riclassificare Plutone e Caronte come un pianeta doppio, ma la proposta fu poi abbandonata<ref>{{cita web|url = http://www.iau.org/news/pressreleases/detail/iau0601/|titolo = The IAU draft definition of "planet" and "plutons"|editore = UAI|accesso = 20 giugno 2014}}</ref>.
 
Caronte è stato scoperto il 22 giugno [[1978]] da [[James Christy|Jim Christy]]; sulle lastre fotografiche di allora, riprese dall'osservatorio di [[Flagstaff (Arizona)|Flagstaff]] in Arizona, era visibile come una protuberanza del disco di Plutone. Tuttavia la periodicità e la posizione di tale protuberanza fecero ben presto ipotizzare la presenza di un satellite (inizialmente denominato S/1978 P1).
 
Caronte ruota su se stesso con un movimento sincrono in 6,39 giorni, presentando sempre la stessa faccia a Plutone, come la [[Luna]] con la Terra. Tuttavia lo stesso Plutone rivolge sempre il medesimo emisfero al proprio satellite principale. La loro rotazione presenta quindi una sincronia doppia, unica fra i corpi maggiori nel sistema solare.
 
Si ritiene che la sua origine risalga a un impatto catastrofico fra Plutone e un asteroide; parte dei frammenti del planetoide originario si sarebbero poi riaggregati in orbita attorno a esso<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Canup, Robin M.|titolo = A Giant Impact Origin of Pluto-Charon|rivista = Science|numero = 5709|volume = 307|pagine = 546-550|anno = 01/2005|doi = 10.1126/science.1106818|bibcode = 2005Sci...307..546C}}</ref>.
 
=== Satelliti minori ===
[[File:Pluto_system_2005_discovery_images.jpg|thumb|left|Il sistema di Plutone ripreso da Hubble combinando esposizioni brevi con filtri blu {{M|(475|n|m}}) e giallo-verde (555&nbsp;nm) per Plutone e Caronte e lunghe con filtro giallo (606&nbsp;nm) per i due satelliti minori]]
[[File:Pluto_P4.jpg|thumb|La Scoperta di P4]]
[[File:Pluto_P5_Discovery_Image.jpg|thumb|La scoperta di P5]]
L'individuazione di Notte e Idra da parte di astronomi dell'[[Università Johns Hopkins]] è stata resa possibile dall'analisi delle fotografie scattate dal [[telescopio spaziale Hubble]] fra il 15 e il 18 maggio 2005; la loro esistenza è stata confermata con precovery dalle immagini dell'Hubble del 14 giugno 2002<ref>{{cita news|autore = Guy Gugliotta|url = http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2005/10/31/AR2005103101426.html|titolo = Possible New Moons for Pluto|editore = Washington Post|data = novembre 2005|accesso = 19 giugno 2014}}</ref>.
[[Idra (astronomia)|Idra]] è il satellite più esterno del sistema; possiede una [[magnitudine apparente]] stimata in 22,96&nbsp;±&nbsp;0,15 e ruota intorno al pianeta in 38,2&nbsp;±&nbsp;0,8 giorni a una distanza media di 64&nbsp;700&nbsp;±&nbsp;850&nbsp;km. Ruota in senso antiorario sullo stesso piano orbitale di Caronte, in [[risonanza orbitale]] rispetto a quest'ultimo. Sembra essere il maggiore dei quattro nuovi satelliti, e stime basate sui valori probabili di albedo danno un diametro compreso tra 52 e 160&nbsp;km<ref name="Weaver2006" />. [[Notte (astronomia)|Notte]] ha una magnitudine apparente pari a 23,41&nbsp;±&nbsp;0,15 e ruota intorno a Plutone in 25,5&nbsp;±&nbsp;0,5 giorni a una distanza media di 49&nbsp;400&nbsp;±&nbsp;600&nbsp;km. Ruota in senso antiorario sullo stesso piano orbitale di Caronte, in [[risonanza orbitale]] 4:1 rispetto a quest'ultimo<ref name="Weaver2006">{{Cita pubblicazione |autore = H. A. Weaver|coautori = S. A. Stern, M. J. Mutchler, A. J. Steffl, M. W. Buie, W. J. Merline, J. R. Spencer, E. F. Young and L. A. Young|anno = 2006|mese = febbraio|giorno = 23|titolo = Discovery of two new satellites of Pluto|rivista = Nature|volume = 439|numero = 7079|pagine = 943–945|doi = 10.1038/nature04547|arxiv = astro-ph/0601018|pmid = 16495991|bibcode = 2006Natur.439..943W}}</ref>.
 
Il quarto satellite è stato individuato tramite il telescopio spaziale Hubble il 28 giugno 2011 e la sua scoperta è stata annunciata dalla [[NASA]] il 20 luglio 2011<ref name="cerbero">{{cita web|http://www.nasa.gov/mission_pages/hubble/science/pluto-moon.html|NASA's Hubble Discovers Another Moon Around Pluto}}</ref> e il 2 luglio 2013 la [[Unione Astronomica Internazionale|UAI]] gli ha assegnato il nome di [[Cerbero (astronomia)|Cerbero]].<ref name="p4p5">{{cita web|autore = IAU|url = http://www.iau.org/public_press/news/detail/iau1303/|titolo = Names for New Pluto Moons Accepted by the IAU After Public Vote|accesso = 2 aprile 2013|lingua = en|data = 2 luglio 2013}}</ref>. Cerbero ha un diametro stimato tra 13 e 34&nbsp;km, ed è la seconda luna più piccola di Plutone dopo Stige. Il range di diametro è stato calcolato ipotizzando un intervallo di albedo pari a 0,06-0,35<ref name="cerbero" />.
 
Il quinto satellite, che dal 2 luglio 2013 ha preso il nome di [[Stige (astronomia)|Stige]]<ref name="p4p5" />, è stato scoperto sempre dal telescopio spaziale Hubble l'11 luglio [[2012]]<ref name="P5" />. È la più piccola luna del sistema plutoniano, avendo un diametro compreso tra 10 e 25&nbsp;km. Il satellite percorre la sua orbita circolare, il cui raggio è circa 45&nbsp;000&nbsp;km, in 20,2 giorni. Così come per Cerbero, l'inclinazione orbitale è di circa 0°<ref>{{cita web|url = http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2012/32/full/|titolo = Hubble Discovers a Fifth Moon Orbiting Pluto|editore = Hubble Site|data = luglio 2011|accesso = 20 giugno 2014}}</ref>.
 
== Status planetario controverso ==
Fin dalle prime analisi di Plutone emerse che si trattava di un pianeta ''anomalo'', in quanto la sua orbita era molto diversa e la sua dimensione era modesta rapportata a quella degli altri pianeti. Tuttavia, dal momento della sua scoperta fino alla fine del [[XX secolo]] Plutone è sempre stato considerato come il nono pianeta del sistema solare. Quando si è scoperto che Plutone altri non era che uno degli oggetti più grandi della Fascia di Kuiper, alcuni astronomi cominciarono a dubitare del suo status di pianeta<ref name="declassato">{{cita web|url = http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/spazio-12pianeti/plutone-declassato/plutone-declassato.html|titolo = Gli astronomi declassano Plutone, solo otto i pianeti del sistema solare|editore = [[La Repubblica]]|data = 24 agosto 2006|accesso = 3 ottobre 2014}}</ref>.
 
Nel 2001 appare la notizia sul [[The New York Times|New York Times]] che il [[Rose Center for Earth and Space]], parte dell'[[American Museum of Natural History|Museo statunitense di storia naturale]], aveva tolto Plutone dal suo planetario già dall'anno precedente, non considerandolo più alla pari degli altri pianeti<ref>{{cita web|url = http://www.space.com/1925-astronomer-responds-pluto-planet-claim.html|autore = Tyson Neil deGrasse|titolo = Astronomer Responds to Pluto-Not-a-Planet Claim|editore = [[Space.com]]|data = 2 febbraio 2001|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>.
 
Nel 2002, venne scoperto [[50000 Quaoar]], un oggetto della Fascia di Kuiper con un diametro di 1280&nbsp;km, ossia circa la metà di quello di Plutone<ref>{{cita pubblicazione|autore = Brown, Michael E.; Trujillo, Chadwick A.|anno = 2004|titolo = Direct Measurement of the Size of the Large Kuiper Belt Object (50000) Quaoar|rivista = The Astronomical Journal|volume = 127|numero = 4|pagine = 2413–2417|doi = 10.1086/382513}}</ref>. Nel 2004, venne scoperto [[90377 Sedna]], avente un diametro massimo di 1800&nbsp;km circa, molto vicino a quello di Plutone, anche se poi il diametro di Sedna è stato ricalcolato in meno di 1600&nbsp;km nel 2007<ref>{{cita pubblicazione|autore = John Stansberry ''et al.''|anno = 2007|titolo = Physical Properties of Kuiper Belt and Centaur Objects: Constraints from Spitzer Space Telescope (The Solar System Beyond Neptune)}}{{arXiv|astro-ph|0702538v2}}</ref>. Così proprio come Cerere, Pallade, Giunone e Vesta alla fine persero il loro status di pianeta dopo la scoperta di molti altri asteroidi, si pensò che anche Plutone doveva essere riclassificato come uno dei tanti oggetti della fascia di Kuiper.
 
Il 29 luglio 2005, è stata annunciata la scoperta di un nuovo oggetto trans-nettuniano, [[Eris (astronomia)|Eris]], avente le stesse dimensioni di Plutone<ref>{{cita web|url = http://www.mikebrownsplanets.com/2010/11/how-big-is-pluto-anyway.html|titolo = How big is Pluto, anyway?|autore = Mike Brown|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>. Eris è stato l'oggetto più grande scoperto nel sistema solare dalla scoperta di Tritone, avvenuta nel 1846. Scopritori e stampa inizialmente definirono Eris il decimo pianeta, anche se non c'era consenso unanime su questa definizione. Piuttosto nella comunità scientifica la scoperta di Eris fu l'argomento più menzionato per riconsiderare la classificazione di Plutone<ref name="Soter">{{cita pubblicazione|What is a Planet?|autore = Steven Soter|anno = 2007|rivista = The Astronomical Journal (Department of Astrophysics, American Museum of Natural History)|volume = 132|numero = 6|pagine = 2513|doi = 10.1086/508861}}</ref>.
 
=== Classificazione UAI del 2006 ===
{{vedi anche|Definizione di pianeta}}
[[File:Pluto Protest and Counter Protest.jpg|thumb|upright=1.2|Una manifestazione di protesta e relativa contro-protesta (a destra) avvenuta in seguito al declassamento di Plutone a pianeta nano.]]
Il 24 agosto 2006 una risoluzione dell'[[Unione astronomica internazionale]] ha definito ufficialmente il termine "pianeta", considerando tale un oggetto che soddisfi i seguenti 3 punti:
 
* Deve essere in orbita attorno al Sole
* Ha una massa sufficiente affinché la sua gravità possa vincere le forze di corpo rigido, cosicché assume una forma di [[equilibrio idrostatico]] (quasi sferica)
* [[Dominanza orbitale|Ha ripulito le vicinanze intorno alla sua orbita]]<ref name="finalresolution">{{en}} {{Cita news|url = http://www.iau.org/static/resolutions/Resolution_GA26-5-6.pdf|formato = PDF|titolo = Definition of a Planet in the Solar System: Resolutions 5 and 6|data = 24 agosto 2006|pubblicazione = IAU 2006 General Assembly|editore = International Astronomical Union|accesso = 18 luglio 2008}}</ref>
 
Plutone non soddisfa il terzo requisito, in quanto la sua massa è solo 0,07 volte quella degli altri oggetti della sua zona orbitale (in confronto, la Terra ha una massa 1,7 milioni di volte quella degli altri oggetti nella sua orbita)<ref name="Soter" />.
 
Il 13 settembre 2006 l'UAI, tramite votazione ha riclassificato Plutone inserendolo tra i pianeti nani assieme a Eris e [[Disnomia (astronomia)|Disnomia]], inserendolo nel catalogo del [[Minor Planet Center]] con la designazione di "(134340) Pluto"<ref name="declassato" /><ref>{{cita news|autore = Daniel W. E. Green|data = settembre 2006|url = http://web.archive.org/web/20070205035336/http://www.cfa.harvard.edu/iau/special/08747.pdf|titolo = Circolare IAU 8747|editore = Central Bureau for Astronomical Telegrams}}</ref>.
 
Questa decisione ha comportato lo scontento di alcune persone ed istituzioni e ci sono state diverse resistenze all'accettare il declassamento di Plutone a pianeta nano<ref>{{cita web|url = http://www.space.com/2791-pluto-demoted-longer-planet-highly-controversial-definition.html|titolo = Pluto Demoted: No Longer a Planet in Highly Controversial Definition|editore = [[Space.com]]|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>. Alan Stern, il principale ricercatore della missione New Horizons, ha obiettato che anche altri pianeti, Terra compresa, condividono la loro orbita con degli asteroidi<ref>{{cita web|autore = David Shiga|data = agosto 2006|titolo = New planet definition sparks furore|editore = NewScientist.com|url = http://www.newscientist.com/article/dn9846-new-planet-definition-sparks-furore.html#.U6EZRPl_tWU|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>. Gli scienziati di diversi fronti si sono riuniti il 14-16 agosto 2008, presso la Johns Hopkins University per una conferenza nella quale si discusse anche sulla definizione di pianeta da parte della UAI<ref>{{cita web|url = http://www.scientificamerican.com/article/rekindling-the-pluto-planet-debate/|titolo = Is Rekindling the Pluto Planet Debate a Good Idea?|data = aprile 2008|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>. Dalla conferenza è uscito un comunicato stampa che annunciava che gli scienziati non avevano trovato un consenso sulla definizione di pianeta<ref>{{cita web|url = http://www.psi.edu/news/press-releases/2008/scientists-debate-planet-definition-and-agree-disagree|titolo = Scientists Debate Planet Definition and Agree to Disagree|editore = psi.edu|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>. Poco prima della conferenza, il 11 giugno 2008, la UAI ha annunciato in un comunicato stampa che il termine "plutoide" da quel momento sarebbe stato utilizzato per descrivere Plutone e altri oggetti simili ad esso che hanno un [[semiasse maggiore]] dell'orbita maggiore di quello di Nettuno e con massa sufficiente per essere di forma quasi sferica<ref>{{cita web|url = http://www.iau.org/news/pressreleases/detail/iau0804/|titolo = The International Astronomical Union has decided on the term plutoid as a name for dwarf planets like Pluto at a meeting of its Executive Committee in Oslo|editore = UAI|accesso = 18 giugno 2014}}</ref>.
 
Nel marzo 2009, il Congresso dello stato dell'[[Illinois]] ha votato una legge che ristabilisce lo status di pianeta per Plutone. L'Illinois è la patria natale di Clyde Tombaugh e quindi la perdita dello status di pianeta era stata vissuta in modo negativo nello Stato del suo scopritore.<ref>{{cita web|url = http://punto-informatico.it/2569584/PI/News/plutone-un-pianeta-troviamone-altri.aspx|titolo = Plutone è un pianeta? Troviamone altri|data = 9 marzo 2009|accesso = 9 marzo 2009|editore = Punto Informatico}}</ref>
 
== Nella cultura di massa ==
{{Vedi anche|Plutone nella fantascienza}}
Plutone ha fatto da scenario per diverse opere narrative, principalmente di [[fantascienza]], fin dalla sua scoperta. Alla sua popolarità ha certamente contribuito il fatto che – quand'era ancora classificato come pianeta – aveva il primato di essere il pianeta più esterno del [[sistema solare]]. Secondo un'idea popolare nella prima fantascienza, i pianeti più esterni, formandosi prima, sarebbero divenuti abitabili prima rispetto alla Terra, dunque Plutone avrebbe potuto ospitare esseri molto [[Evoluzione|evoluti]]. Plutone ha ricevuto una certa notorietà nuovamente nel 2006 a seguito della sua riclassificazione a pianeta nano.
 
Il cane di [[Topolino]], [[Pluto (Disney)|Pluto]], venne così denominato perché introdotto nel mondo dei [[Fumetto|fumetti]] e dei [[Cartone animato|cartoni animati]] pochi mesi dopo la notizia della scoperta del pianeta.
 
In Sailor Moon una delle guerriere, Setsuna Meiou (Sidia nella versione italiana), ha come pianeta Plutone e viene denominata Sailor Pluto; fa parte delle Guerriere del Sistema Solare Esterno assieme a Sailor Uranus, Sailor Nettuno e Sailor Saturn.
 
Nella Trilogia di [[Mass Effect (serie)|Mass Effect]], Plutone ha la funzione di "ancora gravitazionale" in quanto il suo satellite Caronte è in realtà un portale galattico secondario collegato al portale della stella [[Arturo (astronomia)|Arturo]].
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore = Alan Stern, David J. Tholen|titolo = Pluto and Charon|città = Tucson|editore = University of Arizona Press|anno = 1998|ISBN = 0-8165-1840-8|cid = Stern}}
* {{cita libro|autore = Barrie W. Jones|titolo = Pluto Sentinel of the Outer Solar System|anno = 2010|editore = Cambridge University Press|pagina = 69|ISBN = 978-0-521-19436-5|cid = Jones}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt|etichetta = Plutone|commons = Pluto}}
{{interprogetto/notizia|Plutone scoperti due nuovi satelliti 2005|data = 1º novembre 2005}}
{{interprogetto/notizia|Gli astronomi cambiano idea: Plutone non è un pianeta|data = 24 agosto 2006}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{LinkFontiAsteroidi|ast_numero = 134340|ast_nome = Pluto}}
* {{Cita web|http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/factsheet/plutofact.html|NASA's Pluto fact sheet|lingua=en}}
* {{Cita web|http://pluto.jhuapl.edu/|NASA's Pluto-Kuiper Belt Mission – lanciata a inizio 2006|lingua=en}}
* {{Cita web|http://www.sfsite.com/~silverag/pluto.html|Pluto in Science Fiction|lingua=en}} – Bibliografia di [[fantascienza]] ambientata su Plutone.
* {{Cita web|http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/2005/19/|Hubble Spies Possible New Moons Orbiting Pluto|lingua=en}} – Fotografie delle nuove lune di Plutone riprese da Hubble
* {{Cita web|http://www.icq.eps.harvard.edu/ICQPluto.html|is Pluto a giant comet?|lingua=en}}
 
{{Asteroide|precedente = (134339) 5628 T-3|successivo = (134341) 1979 MA|satellite1 = 134340 I Charon|satellite2 = 134340 II Nix|satellite3 = 134340 III Hydra|satellite4 = 134340 IV Kerberos|satellite5 = 134340 V Stix}}
{{Sistema solare}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|sistema solare}}
 
[[Categoria:Corpi celesti scoperti nel 1930]]
[[Categoria:Plutone| ]]