Il manifesto e Statua equestre di Vittorio Emanuele II del Vittoriano: differenze tra le pagine

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{{Opera d'arte
{{titolo minuscolo|il manifesto}}
|titolo = Monumento equestre a Vittorio Emanuele II (Vittoriano)
{{Testata giornalistica
|artista = [[Emilio Gallori]]
|nome = il manifesto
|artista2 = [[Enrico Chiaradia]]
|prezzo = 1,30 € (sabato con ''Alias'': 2,50 €)
|data = 1889-1910
|logo =
|paeseopera = {{ITA}}scultura
|materiale = bronzo per la statua e basamento marmoreo
|lingua = [[lingua italiana|italiano]]
|altezza = 1250 cm
|periodicità = [[quotidiano]] (lunedì escluso)
|larghezza = 1000
|genere = generalista
|formatocittà = [[berlineseRoma]]
|ubicazione = [[Vittoriano]]
|tiratura = 72.863
|data-tiratura= marzo 2010
|diffusione = 21.344
|data-diff = marzo 2010
|fondazione = [[23 giugno]] [[1969]]
|inserti-allegati = Alias (sabato), Le Monde Diplomatique, Fuoriluogo
|proprietà = Cooperativa editoriale
|politica = [[Comunismo|comunista]]
|sede = via Bargoni, 8 - [[Roma]]
|direttore = [[Norma Rangeri]]<ref name="norma">{{cita web | url=http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2010/mese/05/articolo/2705/ | titolo=Nuova direzione al "manifesto" | editore= | accesso=04-05-2010}}</ref>
|vicedirettore = [[Angelo Mastrandrea]]
|redattore capo = Marco Boccitto, Giulia Sbarigia, Massimo Giannetti
|sito = http://www.ilmanifesto.it/
|ISSN = 0025-2158
}}
Il '''Monumento equestre a Vittorio Emanuele II''' è un monumento posto sopra la statua della [[Roma (divinità)|Dea Roma]] nel [[Vittoriano]] in [[piazza Venezia]] inaugurato il 4 giugno 1911 insieme a tutto il monumento.
 
== L'opera d'arte ==
{{quote|Fondato nel 1969 da un gruppo d'intellettuali comunisti dopo una polemica con il Partito comunista italiano, resta indipendente ancora oggi e continua per la sua strada, sempre a sinistra. Una vera istituzione del giornalismo italiano, Il Manifesto ha rischiato di scomparire a causa di una grave crisi finanziaria. È sopravvissuto solo grazie alla mobilitazione dei suoi lettori. Primo quotidiano italiano a dotarsi di un sito internet nel 1995, offre ai lettori la possibilità di consultare parte dell'edizione del giorno e i più importanti articoli di quelle precedenti.|[http://www.presseurop.eu/it Presseurop.eu], autorevole sito d'informazione europeo<ref>http://www.presseurop.eu/it/content/source-information/16061-il-manifesto</ref>}}
La costruzione del monumento fu affidata a [[Enrico Chiaradia]] nel 1889.
 
La statua, che fu ultimata da [[Emilio Gallori]] poiché il suo ideatore è morto nel [[1901]] fu fusa con il [[bronzo]] proveniente dai cannoni del [[Regio Esercito]].
'''''il manifesto''''' è un [[quotidiano]] di indirizzo comunista fondato nel [[1969]].
Le dimensioni sono imponenti: con un'altezza di circa 12 [[metri|mt]] e gli zoccoli sono lunghi 50 cm.
 
Prima di chiudere la pancia è stato organizzato un pranzo per 21 persone.
Non è un quotidiano di partito, non avendo aderito a nessun partito o gruppo politico organizzato, pur appartenendo all'area della [[sinistra (politica)|sinistra]] italiana.
== La scultura ==
 
Dal [[6 giugno]] [[2008]] è stata rinnovata la grafica che conserva ugualmente le particolari "prime pagine", caratteristiche di questo quotidiano.
 
== Unicità nella gestione e nel trattamento economico ==
 
Gestito da un collettivo di giornalisti si trova a non avere una proprietà davvero distinta dalla [[redazione]], con giornalisti che sono [[Editore|editori]] di sé stessi.
 
Tutti i lavoratori sono soci della cooperativa, compresi i tecnici addetti alla stampa, e hanno lo stesso [[stipendio]]. Per questo spesso non partecipa agli [[Sciopero|scioperi]] dei giornalisti contro gli editori, andando comunque in edicola, ma ospitando alcune pagine con le ragioni degli scioperanti.
 
== Storia ==
 
=== Le origini ===
 
Nasce in origine come [[rivista]] politica [[Periodico (stampa)|mensile]], diretta da [[Lucio Magri]] e da [[Rossana Rossanda]]. Alla redazione del [http://www.nelvento.net/archivio/68/manifesto/manif.htm primo numero], uscito il [[23 giugno]] [[1969]] con una tiratura di 75.000 copie per le ''[[Edizioni Dedalo]]'' di Raimondo Coga, con sede a [[Bari]], partecipano [[Luigi Pintor]], [[Aldo Natoli]], [[Valentino Parlato]], [[Luciana Castellina]] e [[Ninetta Zandegiacomi]]. La veste grafica è curata da [[Giuseppe Trevisani]].
 
Il periodico nasce dalla componente più "a sinistra" del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI) che con [[Pietro Ingrao]] aveva sostenuto nel corso dell'XI congresso alcune battaglie per la democrazia interna al partito e sollevato la questione del "modello di sviluppo" in contrapposizione alla componente più "moderata" del partito, capeggiata da [[Giorgio Amendola]].
 
L'idea di dare vita a una pubblicazione autonoma risale all'estate del [[1968]], ma viene congelata in vista del XII congresso del PCI, dove, peraltro, Pintor, Natoli e Rossanda non avevano votato in [[Comitato centrale]] le tesi.
 
La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'[[Primavera di Praga|invasione sovietica]] della [[Cecoslovacchia]], con l'[[editoriale]] uscito nel secondo numero intitolato "[[Praga]] è sola") che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del PCI del [[24 novembre]] [[1969]] delibera la radiazione per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per [[Lucio Magri]] e non vengono rinnovate le iscrizioni per [[Massimo Caprara]] (dal 1944, per 20 anni, segretario personale di [[Palmiro Togliatti|Togliatti]]), Valentino Parlato e Luciana Castellina.
 
=== La fondazione ===
 
''il manifesto'' si costituisce, quindi, come formazione politica con una piccola rappresentanza [[Parlamento della Repubblica Italiana|parlamentare]] (Natoli, Pintor, Rossanda ai quali si aggiungono [[Massimo Caprara]] e [[Liberato Bronzuto]]). Nel settembre del [[1970]] (la tiratura sarà di 60.000 copie) vengono proposte le tesi per il comunismo nelle quali viene avanzata una piattaforma politica per l'unità della [[sinistra rivoluzionaria]] e si caldeggia la costituzione di una forza politica. Si intensificano, inoltre, le relazioni con [[Potere operaio]] con il quale la formazione ''del manifesto'' tiene un congresso nel febbraio [[1971]]: si dovrebbe sancire l'unificazione tra le due forze, ma si chiude invece con una rottura.
 
Con la trasformazione in quotidiano (avvenuta il [[28 aprile]] [[1971]]), ''il manifesto'' si costituisce anche come struttura politica alle elezioni del [[VI Legislatura della Repubblica Italiana|1972]], presentando una propria lista alla [[Camera dei deputati]] e invitando a votare il PCI al [[Senato della Repubblica|Senato]]. Un risultato elettorale modesto (0,67%) ma non lontanissimo dal raggiungere il quorum nel Lazio (32.000 voti pari al 1,2%) e quindi l'ingresso in parlamento
 
Nel [[1974]] si unifica con il [[Partito di Unità Proletaria]] (PdUP), fondando il [[Partito di Unità Proletaria per il comunismo]]. Già nel [[gennaio]] [[1977]], però, la componente ex-PdUP esce dal partito, essendo gli ex-''manifesto'' più orientati verso il PCI che non verso altri progetti politici (come la costituente di [[Democrazia Proletaria]]). Coloro che provengono dal gruppo ''del manifesto'' mantengono comunque il nome "[[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo|PdUP per il comunismo]]", assorbendo poi la minoranza di [[Avanguardia operaia|Avanguardia Operaia]] e soprattutto i militanti del vecchio "[[Movimento Studentesco]]" del dopo [[1968]], chiamato allora [[Movimento Lavoratori per il Socialismo]].
 
Nel [[1983]] il [[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo|PdUP per il comunismo]] si presenta alle [[Elezioni politiche italiane del 1983|elezioni]] con il PCI, nel quale confluisce nel [[1984]]. Anche se i principali fondatori del giornale si allontanano col tempo dalla vita politica, ''il manifesto'' resta comunque un progetto editoriale interessante, proprio per la sua contaminazione e attenzione alla politica.
 
=== La crisi, la ripresa e di nuovo la crisi ===
 
Verso la prima metà del [[2006]] la crisi economica che da tempo investe la testata, giunta ormai al 35º anno di pubblicazione, si fa sempre più grave e rischia di far chiudere il giornale, che attraverso il suo [[Sito web|sito]] chiede ai lettori di sostenere il quotidiano tramite sottoscrizioni, e di pagare 5 [[euro]] l'edizione del giovedì; l'iniziativa consente di raccogliere oltre 1.700.000 €. Da segnalare anche la donazione di [[Loredana Bertè]], per la cifra di 20.000 € versati al giornale.
 
Il quotidiano negli ultimi mesi del [[2008]] attraversa poi un'ennesima crisi<ref>''il manifesto'', 24 settembre 2008</ref>. Nel [[2009]] il giornale riesce a raccogliere due milioni di euro, uscendo dallo stato di crisi.
 
Nel [[2012]] il collettivo del quotidiano annuncia che il [[Ministero per lo Sviluppo economico]] ha avviato il [[7 febbraio]] la procedura di [[liquidazione coatta]] della cooperativa editrice del giornale.<ref>''[[Il Fatto Quotidiano]]'', 8 febbraio 2012</ref><ref> In una nota il collettivo spiega che la procedura serve ad evitare il [[fallimento]]. Ed aggiunge: "La decisione di non opporsi alla procedura indicata dal ministero si è resa inevitabile dopo la riduzione drastica e retroattiva dei contributi pubblici per l’editoria [[non profit]].”</ref> L'[[11 maggio]] i liquidatori hanno inviato un fax alla redazione del giornale per chiedere la chiusura di ogni attività editoriale.<ref>http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/7359/</ref>La cooperativa è stata messa in liquidazione coatta amministrativa<ref>[http://www.lenovae.it/ora-e-ufficiale-da-febbraio-addio-al-quotidiano-il-manifesto/ Le Novae - Ora è ufficiale. Da Febbraio addio al quotidiano “Il Manifesto”]</ref>.
 
== I direttori/le direttrici ==
 
* Dal [[28 aprile]] [[1971]] al [[19 settembre]] [[1975]]: [[Luigi Pintor]];
* Dal [[19 settembre]] [[1975]] al [[18 febbraio]] [[1976]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal [[18 febbraio]] [[1976]] al [[3 luglio]] [[1976]]: [[Luigi Pintor]], [[Luciana Castellina]], [[Pino Ferraris]], [[Vittorio Foa]], [[Valentino Parlato]] e [[Rossana Rossanda]];
* Dal [[3 luglio]] [[1976]] al [[2 marzo]] [[1978]]: [[Luciana Castellina]], [[Valentino Parlato]] e [[Rossana Rossanda]];
* Dal [[2 marzo]] [[1978]] al novembre [[1985]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal novembre [[1985]] al novembre [[1986]]: [[Rina Gagliardi]] e [[Mauro Paissan]];
* Dal gennaio [[1988]] al luglio [[1990]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal luglio [[1990]] al novembre [[1991]]: [[Sandro Medici]];
* Dal novembre [[1991]] a ottobre [[1995]]: [[Luigi Pintor]];
* Dal ottobre [[1995]] al marzo [[1998]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal marzo [[1998]] al dicembre [[2003]]: [[Riccardo Barenghi]] e [[Roberta Carlini]] (vicedirettore);
* Dal dicembre [[2003]] al giugno [[2009]]: [[Mariuccia Ciotta]] e [[Gabriele Polo]];
* Dal giugno [[2009]] al [[4 maggio]] [[2010]]: [[Valentino Parlato]];
* Dal [[4 maggio]] [[2010]]: [[Norma Rangeri]]<ref name="norma" /> e [[Angelo Mastrandrea]] (vicedirettore)
 
== Firme ==
=== Principali firme attuali ===
 
{{Div col|cols=3}}
* [[Stefano Benni]]
* [[Matteo Bartocci]]
* [[Loris Campetti]]
* [[Gianfranco Capitta]]
* [[Luciana Castellina]]
* [[Giulietto Chiesa]]
* [[Marco D'Eramo]]
* [[Manlio Dinucci]]
* [[Tommaso Di Francesco]]
* [[Ida Dominijanni]]
* [[Peter Freeman]]
* [[Daniele Luttazzi]]
* Angelo Mastrandrea
* [[Enzo Mazzi]]
* [[Sara Menafra]]
* [[Guido Moltedo]]
* [[Toni Negri]]
* [[Valentino Parlato]]
* [[Gabriele Polo]]
* [[Alessandro Portelli]]
* [[Arrigo Quattrocchi]]
* [[Norma Rangeri]]
* [[Alessandro Robecchi]]
* [[Carla Ravaioli]]
* [[Rossana Rossanda]]
* [[Vauro Senesi]]
* [[Giuliana Sgrena]]
* [[Roberto Tesi (giornalista)|Roberto Tesi alias Galapagos]]
* [[Adriana Zarri]]
{{Div col end}}
 
=== Principali collaboratori storici ===
{{Div col|cols=3}}
* [[Miro Allione]]
* [[Lucia Annunziata]]
* [[Stefano Benni]]
* [[Alberto Burgio]]
* [[Luciano Canfora]]
* [[Franco Carlini]]
* [[Cesare Cases]]
* [[Grazia Cherchi]]
* [[Stefano Chiarini]]
* [[Gianfranco Corsini]]
* [[Erri De Luca]]
* [[Umberto Eco]]
* [[Marcello Flores]]
* [[Franco Fortini]]
* [[Carmine Fotia]]
* [[Chiara Frugoni]]
* [[Mino Fuccillo]]
* [[Eduardo Galeano]]
* [[Filippo Gentiloni]]
* [[Franco Indovina]]
* [[K.S. Karol]]
* [[Serge Latouche]]
* [[Lucio Magri]]
* [[Guido Moltedo]]
* [[Nico Perrone]]
* [[Alessandro Portelli]]
* [[Marco Revelli]]
* [[Gianni Riotta]]
* [[Guido Ruotolo]]
* [[Sandro Ruotolo]]
* [[Gianpasquale Santomassimo]]
* [[Osvaldo Soriano]]
* [[Gianni Vattimo]]
{{div col end}}
 
== Iniziative ==
 
La [[Società cooperativa|cooperativa]] editoriale ''del manifesto'' ha intrapreso varie iniziative ulteriori alla pubblicazione del quotidiano: dalle produzioni musicali (iniziate nel [[1995]] col nome «il manifesto musica», poi «il manifesto CD»), tra cui diversi [[album discografico|album]] del gruppo [[musica rap|rap]] [[roma]]no [[Assalti Frontali]] e del gruppo [[Têtes de Bois]], all'edizione di libri (già dal [[1972]] e con il nome "Manifestolibri" dal [[1994]]), dalla traduzione e distribuzione come allegato del prestigioso mensile francese ''[[Le Monde diplomatique]]'' fino alla nascita di numerose riviste tra le quali ''[[Carta (rivista)|Carta]]'', poi resasi rapidamente indipendente e ''[[La Rivista del Manifesto]]'', un mensile di approfondimento politico che ha cessato le pubblicazioni nel [[2004]].
 
Negli anni il giornale si è fatto, peraltro, primo promotore di diverse [[manifestazione|manifestazioni]] fra cui, il [[25 aprile]] [[1994]], la manifestazione nazionale a [[Milano]] per la celebrazione della [[Resistenza italiana|Liberazione italiana]].
 
Da sempre schierato contro ogni [[guerra]], è stato tra gli organizzatori di alcune iniziative e manifestazioni di critica al modello militare di gestione dei conflitti, soprattutto quando l'Italia vi era coinvolta direttamente.
 
''il manifesto'', insieme a ''[[Liberazione (quotidiano)|Liberazione]]'' e ''[[Carta (rivista)|Carta]]'', ha lanciato la manifestazione nazionale a Roma del [[20 ottobre]] [[2007]]. La vasta piattaforma politica che si è arricchita nel corso del tempo che ha preceduto la manifestazione, ha criticato la mancata applicazione del programma del[[l'Unione]] durante il primo anno e mezzo di governo. Il corteo ha visto una vasta partecipazione dei militanti del [[Partito della Rifondazione Comunista|PRC]] e del [[Partito dei Comunisti Italiani|PdCI]] e nel complesso quasi un milione di persone. Vaste le polemiche di coloro che temevano che diventasse una manifestazione contro il governo; timori e strumentalizzazioni sono cessati dopo la manifestazione stessa che li ha smentiti.
 
Sempre nel 2007, per festeggiare i 90 anni dalla [[Rivoluzione d'ottobre|Rivoluzione Russa del 1917]], ''il manifesto'' ha prodotto un [[Figurina|album di figurine]] dedicato a tutti i [[Comunismo|comunisti]], [[Socialismo|socialisti]], [[Anticapitalismo|anticapitalisti]] e [[Rivoluzione (politica)|rivoluzionari]] che hanno contribuito fortemente agli sviluppi della [[Storia]]. Le figurine erano, in tutto, 220.
 
== Episodi salienti ==
 
=== L'attentato ===
 
Il [[22 dicembre]] [[2000]], alle 12:05, il quotidiano fu obiettivo di un [[attentato]]: un [[petardo]] artigianale, preparato dal militante di [[estrema destra]] Andrea Insabato, esplose di fronte agli uffici della redazione, ferendo seriamente alle gambe e alla mano l'attentatore.
 
=== L'errore "americano" ===
 
Sull'onda dell'entusiasmo degli ''[[exit poll]]'' favorevoli al candidato [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratico]] [[John Kerry]] all'indomani delle [[Elezioni presidenziali statunitensi del 2004|elezioni americane]] il [[3 novembre]] [[2004]] il giornale pubblicò a tutta pagina la notizia della vittoria del candidato democratico alla [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidenza]] con il titolo: «Good morning America. Con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa bianca. Venti milioni di elettori in più rispetto al 2000 portano Kerry alla presidenza. Nella notte gli exit-poll decretano la sconfitta dell'uomo della guerra preventiva».
 
Il risultato delle elezioni fu però deludente per la redazione del giornale: [[George W. Bush|Bush]] vinse con oltre 3 milioni e mezzo di voti in più del suo avversario. Il giorno dopo, la redazione titolò a tutta pagina «Good night America» e si scusò con queste parole per l'errata previsione: «La nostra copertina, già definita cult dagli amici, è un errore giornalistico grave ma anche il segno di una passione e di un'emozione politica - che ha sorpreso chi non ci conosce - per quella moltitudine d'oltreoceano scesa in piazza contro il più pericoloso e criminale dei presidenti, e che condivide con noi rabbia e sogni. Ci scusiamo con i nostri lettori per questo ''falso'', che li ha illusi di avere un futuro senza George W. Bush».
 
=== Il sequestro Sgrena ===
 
Durante l'[[guerra in Iraq#L'occupazione (maggio 2003-giugno 2004)|occupazione militare in Iraq]] la giornalista [[Giuliana Sgrena]], viene rapita a [[Baghdad|Bagdad]] mentre raccoglieva interviste per un'inchiesta sulle stragi di [[Falluja]]; è il [[4 febbraio]] [[2005]]. Gli altri giornalisti e collaboratori del quotidiano si danno da fare per intessere buone relazioni e iniziative allo scopo di favorire la liberazione della giornalista rapita; tra queste una grande manifestazione a [[Roma]] con più di mezzo milione di partecipanti e il coinvolgimento di molte personalità.
 
Dopo un mese, il [[4 marzo]] la giornalista viene rilasciata, ma il clima festoso con cui la redazione accoglie la liberazione viene subito guastato dalla notizia dell'uccisione di [[Nicola Calipari]] e del ferimento della stessa Sgrena da parte di una pattuglia statunitense sulla strada verso l'aeroporto. Notevole il cambiamento della vignetta di [[Vauro Senesi|Vauro]] che disegna una colomba sanguinante col ramo d'ulivo e il suo personaggio che dice "Ce l'hai riportata!".
{{vedi anche|Giuliana Sgrena}}
 
Tra il 1990 e il 1992 ha collaborato per ''il manifesto'' [[Antonio Bello|Don Tonino Bello]]
 
== Evoluzione grafica ==
 
=== Gli anni settanta ===
 
Il [[21 aprile]] [[1971]], ''il manifesto'' quotidiano esce in 4 pagine con un'impaginazione, ideata da [[Giuseppe Trevisani]], a 6 colonne che richiama ''[[L'Ordine Nuovo]]'' di [[Antonio Gramsci]] e nel settembre [[1977]] passa da 4 a 6 pagine. Il 28 aprile 1978 avviene la prima riforma grafica ed editoriale.
 
=== Gli anni ottanta ===
 
Il [[10 dicembre]] [[1980]] le pagine aumentano passando a 10. Il [[27 aprile]] [[1982]], [[Piergiorgio Maoloni]] progetta la nuova veste grafica del giornale. Il [[9 febbraio]] [[1985]] le pagine divengono 12 (16 nei giorni in cui escono la talpa del giovedì e il domenicale). Nel [[1989]] le pagine passano a 16/18 (44 nella versione domenicale). Nel [[1992]] si ha una nuova riforma grafica.
 
=== Gli anni novanta ===
 
Dal [[1994]] si opta per il formato [[tabloid]] con una grande foto in prima pagina. Dal [[1997]] avviene una nuova riforma grafica progettata dall'ufficio ''del manifesto''. Dal [[31 marzo]] [[1998]] la testata viene sottolineata da uno sbaffo arancione.
 
=== Dal 2000 ===
 
Dal [[4 aprile]] [[2000]] il formato diviene più grande, le pagine divengono 18/20 e la vignetta di [[Vauro Senesi|Vauro]] viene posta in prima pagina. Dal [[2004]] avviene un ''restyling'' mantenendo inalterato il formato. Nel [[2006]] si opta per un altro cambiamento grafico, peraltro molto criticato dai lettori: il formato diviene più stretto e più alto. Nuovo ''restyling'' il [[6 giugno]] [[2008]] con l'introduzione del colore nella foto di prima pagina.
 
Nel 2008, in relazione ai tagli del [[Governo Berlusconi IV|Governo Berlusconi]] riguardanti i fondi ai quotidiani di partito, ''il manifesto'' ha cominciato una campagna di raccolta fondi chiamata "Fateci uscire", iniziata il [[23 settembre]] e si concluderà il [[31 dicembre]]. Le stime di incassi giornalieri affinché l'operazione riesca, sono stimati dal giornale in 40.000 €. La media giornaliera si attesta a inizio dicembre a 18.000 € al giorno.
 
Sul sito del giornale una pagina annuncia: "Quello che ci assumiamo e a cui vi chiediamo di partecipare è un compito tutto politico. I tagli ai finanziamenti per l'editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro, in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura» politica che, dall'alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale." Al termine della campagna di sottoscrizione, la raccolta è arrivata a 1.800.000 €. A integrazione della quale, il giornale è uscito in [[edizione straordinaria]] al prezzo di 50 €.
 
== Supplementi ==
 
* '''[[Boxer (periodico)|Boxer]]''' (dal 1997 al 1998).
* '''Alias''', supplemento del sabato: cinema, video, musica, videogame, libri, dischi.
* '''Fuoriluogo''', supplemento mensile ogni ultima domenica del mese, su "droghe e diritti" edito dall'"[[Forum droghe|Associazione Forum Droghe]]", direttore responsabile [[Maurizio Baruffi]].
 
== Diffusione ==
 
{| {{Prettytable|text-align=right}}
|-style="background:lightblue"
! Anno
! Copie vendute
|-
| 1996 || 34.356
|-
| 1997 || 30.059
|-
| 1998 || 28.725
|-
| 1999 || 28.357
|-
| 2000 || 28.543
|-
| 2001 || 35.230
|-
| 2002 || 34.135
|-
| 2003 || 32.311
|-
| 2004 || 31.289
|-
| 2005 || 32.119
|-
| 2006 || 29.008
|-
| 2007 || 25.437
|-
| 2008 || 23.466
|-
| 2009 || 21.344<ref>{{cita web | url=http://www.affaritaliani.it/mediatech/quotidiani240610.html | titolo=Editoria/ Il Corsera perde 90mila copie in un anno, Il Sole -52mila e Repubblica -53mila. I dati Ads | editore=affaritaliani.it | accesso=05-07-2010}}</ref>
|-
| 2010 || 19.280
|}
Dati [[Accertamenti Diffusione Stampa|Ads]] - Accertamenti Diffusione Stampa
 
== Note ==
 
<references />
 
== Voci correlate ==
* [[Rossana Rossanda]]
* [[Luigi Pintor]]
* [[Lucio Magri]]
* [[Giuliana Sgrena]]
* [[Vauro Senesi]]
* [[Comunismo]]
 
== Collegamenti esterni ==
 
* [http://www.ilmanifesto.it/ Sito web]
* [http://musica.ilmanifesto.it Il manifesto musica: produzioni musicali]
* [http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=07/05/1972&tpa=I&tpe=A&ne=&tpseg=C&nlg=9&ccp=389 Logo del partito del manifesto]
* [http://www.vauro.net/ Archivio delle vignette del giornalista Vauro Senesi]
* [http://www.nelvento.net/archivio/68/manifesto/manifesto.htm Raccolta di articoli del manifesto]
* [http://www.fuoriluogo.it Supplemento "Fuoriluogo"]
* [http://www.youtube.com/watch?v=Gd1nfIMYvCI Video] da ''Il manifesto come Nessuno lo racconta'', speciale curato da Nessuno.tv
* [http://www.raistoria.rai.it/articoli/esce-il-primo-numero-de-il-manifesto/13412/default.aspx Esce il primo numero de "Il Manifesto", sul portale RAI Storia]
{{Stampa Italiana}}
 
{{portale|comunismo|editoria}}
 
[[Categoria:Quotidiani italiani|Manifesto, Il]]
[[Categoria:Quotidiani politici|Manifesto, Il]]
[[Categoria:Movimenti politici italiani (passato)]]
 
[[da:Il Manifesto]]
[[de:Il Manifesto]]
[[en:Il manifesto]]
[[eo:Il Manifesto]]
[[es:Il manifesto]]
[[fr:Il Manifesto]]
[[ja:イル・マニフェスト]]
[[nl:Il manifesto]]
[[ru:Il manifesto]]
[[sv:Il Manifesto]]