== Collegamenti esterni modificati ==
{{Monarca
| nome = Enzo di Sardegna
| titolo = [[Giudicato di Torres|Re di Torres]] e di [[Giudicato di Gallura|Gallura]]
[[File:Torre Merlata del Giudicato di Torres.svg|40 px]]
[[File:Gallo del Giudicato di Gallura.svg|40 px]]
| immagine = Enzo di svevia.jpg
| legenda = (''incisione del XIX secolo'')
| regno = [[1238]] - [[1272]], [[giudicato di Torres|Torres]]<br>[[1238]], [[giudicato di Gallura|Gallura]]
| altrititoli = [[Re di Sardegna]]
| nome completo = [[Hohenstaufen|Enzo di Hohenstaufen]]
| consorte = [[Adelasia di Torres]]
| dinastia =
[[File:King Manfred of Sicily Arms.svg|30px|sinistra]]
[[Hohenstaufen]]
| padre = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
| madre = [[Adelaide di Urslingen]]
| data di nascita = [[1220]] circa
| luogo di nascita= [[Cremona]]
| data di morte = [[1272]]
| luogo di morte = [[Bologna]]
| sepoltura = [[Bologna]], [[chiesa di San Domenico]]
}}
{{Bio
|Nome = Enzo di Sardegna
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = conosciuto anche come '''Enzo di Svevia o di Hohenstaufen'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cremona
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1220
|LuogoMorte = Bologna
|GiornoMeseMorte = 14 marzo
|AnnoMorte = 1272
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato dal [[1238]] [[giudicato di Torres|re di Torres]] e [[giudicato di Gallura|di Gallura]], [[re di Sardegna]] e vicario imperiale nell'Italia centro-settentrionale per conto del padre, l'[[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Fu sovrano effettivo del [[giudicato di Torres|Logudoro]] dal [[1238]] al [[1245]]
}}
La casata [[Bologna|bolognese]] dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] avrebbe poi vantato da lui presunte discendenze.
Gentili utenti,
== Biografia ==
Enzo era il figlio naturale di [[Federico II di Svevia]] e di [[Adelaide di Urslingen]]<ref>L. Trombetti Budriesi, 1996, pp. 210-214.</ref>. I suoi genitori si sarebbero conosciuti nel castello di [[Hagenau]], una delle residenze preferite dall'[[imperatore del Sacro Romano Impero]], ma si ritiene che possa essere nato nella ghibellina [[Cremona]] dove la madre potrebbe aver preso residenza<ref name="A.I. Pini, 1993">A.I. Pini, 1993</ref>. Il suo vero nome, ''Heinrich'', venne abbreviato in ''Heinz'' (lat. ''Encius'', italianizzato in ''Enzio'' o, in maniera scorretta, in ''Enzo''), per distinguerlo dal fratellastro [[Enrico VII di Germania|Enrico]], primogenito legittimo e figlio di [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]].
Molto bello e intelligente, fu - col fratellastro [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] - prediletto dal padre, che di lui ebbe a dire: ”nella figura e nel sembiante il nostro ritratto”<ref>E. Kantorowicz, 1988, p. 467.</ref>.
Soprannominato ''il Falconello'' per la grazia e il valore (ma soprattutto per la rapidità, l'audacia e forse anche la crudeltà delle sue azioni militari), amava, come il padre, la [[falconeria]] e aveva numerosi interessi culturali<ref>F.Roversi Monaco, 2005.</ref>.
[[File:Adelasia di torres.jpg|140 px|miniatura|sinistra|[[Adelasia di Torres|Adelasia giudicessa di Torres]] (regno: [[1236]]-[[1259]]): sposò Enzo di Svevia in seconde nozze]]
[[File:Re enzo.jpg|upright=0.6|destra|thumb|Ritratto di re Enzo sulla lapide della tomba, in [[basilica di San Domenico (Bologna)|San Domenico di Bologna]]]]
[[File:Cagli - Archivio Storico Comunale - Sigillo di re Enrico -1240.jpg|thumb| Sigillo a effigie di cera della pergamena 30 gennaio 1240. Intorno al campo, la legenda: SIGILLUM HENRICI REGIS TURRIUM ET GALLUR(IS). [[Cagli]], Archivio Storico Comunale]]
[[File:Stemma torres 198.jpg|140 px|miniatura|sinistra|Lo stemma del [[giudicato di Torres]], nella chiesa di [[San Gavino]] a [[Porto Torres]]]]
[[File:San Domenico93.jpg|thumb|Lapide sulla tomba di Enzo nella [[basilica di San Domenico (Bologna)|basilica di San Domenico]], Bologna.]]
=== Re di Torres e di Gallura ===
Dopo essere stato investito cavaliere a Cremona ([[1238]]), nell'ottobre di [[1238|quell'anno]] sposò, per interessi dinastici, [[Adelasia di Torres]], sorella del [[giudice di Torres]] Barisone III e vedova del re di [[Gallura]] [[Ubaldo Visconti]], divenendo nominalmente ''rex Turrium et Gallurae'' e in realtà solo signore del [[giudicato di Torres|Logudoro]], benché il padre imperatore lo nominasse [[re di Sardegna]]. Il [[papa Gregorio IX]], che aveva la giurisdizione dell'isola, scomunicò per questa nomina Federico II e iniziò così una lunga serie di battaglie che Enzo fronteggiò da protagonista e per cui venne anch'egli scomunicato<ref>"Adelasia, abbandonata dal marito ed esclusa dal governo del giudicato, si ritirò nel castello del [[Burgos (Italia)|Gocèano]]; sottomessasi al papa, nel [[1243]] fu sciolta dalla scomunica, ottenendo nel [[1245]] l'annullamento dell'unione con Enzo, che perdeva così i titoli ottenuti in seguito al matrimonio. Enzo, però, non riconobbe mai decaduti i suoi diritti, che continuò in parte a esercitare anche durante la prigionia, grazie al matrimonio della figlia Elena con Guelfo della Gherardesca, figlio dell'Ugolino dantesco che era stato uno dei suoi vicari nel giudicato. Adelasia morì nel [[1259]] circa senza lasciare eredi": F. Roversi Monaco, 2005.</ref>.
=== Federico II richiama Enzo nella penisola ===
Enzo, che si era stabilito a [[Sassari]] in un palazzo che più tardi sarà conosciuto come la ''domus domini regis Henthii'', in Sardegna restò soltanto pochi mesi<ref name="A.I. Pini, 1993"/>. Fu richiamato nella penisola italiana dal padre, che il 25 luglio [[1239]] lo nominò vicario imperiale (''Sacri Imperii totius Italiae legatus generalis''): il giovane re diveniva così figura di riferimento dei ghibellini italiani e protagonista dello scontro che infuriava nell'Italia centrosettentrionale tra l'Impero, i Comuni e il Papato.
Sposatosi con Adelasia nella chiesa di [[Santa Maria del Regno]] in [[Ardara]], convisse con lei nel palazzo giudicale e più spesso da solo a Sassari. Dopo neppure un anno rientrò nel continente, richiamato dal padre. Enzo nominò diversi vicari nel [[giudicato di Torres]] fra cui il potente sassarese [[Michele Zanche]] (la notizia non è documentata), posto da [[Dante]], nell'[[Inferno]], tra i [[barattieri]]. [[Adelasia di Torres|Adelasia]], nel [[1246]], fece sciogliere, per adulterio, il matrimonio dal papa: Enzo, però, si considererà [[giudici di Torres|re di Torres]] fino alla morte.
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Enzo, dunque, strappò alla Chiesa le città della [[Marca d'Ancona]] ([[Iesi]], [[Macerata]], [[Osimo]]) che i papi avevano incamerato durante la minore età di Federico II; si rivolse poi ai [[Comune medievale|comuni]] [[guelfo|guelfi]] di [[Romagna]], nel [[1240]] partecipò all'assedio di [[Ravenna]] e a quello di [[Faenza]].
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20090108040427/http://www.teamdan.com/archive/wsc/1954/54ba.html per http://www.teamdan.com/archive/wsc/1954/54ba.html
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20100216202653/http://www.teamdan.com/archive/wsc/1955/55ba.html per http://www.teamdan.com/archive/wsc/1955/55ba.html
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20090108043108/http://www.teamdan.com/archive/wsc/1956/56ba.html per http://www.teamdan.com/archive/wsc/1956/56ba.html
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.
Il 3 maggio [[1241]], col supporto delle flotte [[pisa]]na e siciliana, Enzo catturò nei pressi dell'[[isola del Giglio]] i cardinali francesi e inglesi che erano stati convocati a Roma da [[papa Gregorio IX]] per il [[Concilio]] che avrebbe dovuto deporre l'imperatore. Nel [[1242]] fu impegnato in una serie di scorrerie nel [[Milano|milanese]] e nel [[Piacenza|piacentino]]; ferito ad una coscia, si ritirò a [[Cremona]] e da qui proseguì le sue campagne in Lombardia: nel [[1243]] si recò a Vercelli, poi in soccorso di [[Savona]] assediata dai genovesi, quindi avanzò minaccioso verso Milano e infine, col fratellastro Manfredi, verso [[Piacenza]].
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 05:22, 15 mag 2019 (CEST)
Nel frattempo a Lione [[papa Innocenzo IV]] deponeva Federico II e scomunicava ancora una volta il re Enzo (7 luglio [[1245]]). L'imperatore decise allora di attaccare Milano: durante uno scontro vittorioso a [[Gorgonzola (Italia)|Gorgonzola]] Enzo fu catturato e rinchiuso, ma venne presto liberato dalle truppe imperiali. L'[[1246|anno dopo]] compì ancora scorrerie nel Piacentino e nel [[Piemonte]]. Nel [[1247]], mentre Federico assediava Parma, Enzo ebbe il compito di controllare i movimenti dei guelfi nella pianura padana e assediò, assieme alle truppe di [[Ezzelino da Romano]], il castello di [[Quinzano d'Oglio|Quinzano]], presso [[Verolanuova]], per poi abbandonarlo. Ma nel febbraio [[1248]], alla notizia della sconfitta di Vittoria ritornò a Cremona e assunse la podesteria della città: in quel tempo sposò una nipote di [[Ezzelino da Romano]], di cui si ignora il nome.
=== La battaglia di Fossalta e prigionia a Bologna ===
[[File:Enzo Codice Chigi.JPG|miniatura|destra|Re Enzo imprigionato a [[Bologna]], da un manoscritto medievale]]
Nel febbraio [[1249]] assediò ed espugnò il castello di [[Rolo]]. Poi, in primavera, avendo i guelfi di Bologna attaccato [[Modena]], si mosse in soccorso della città, dirigendosi verso il fiume Panaro. Il 26 maggio [[1249]] in località [[Battaglia di Fossalta|Fossalta]] le sue truppe furono sorprese ai fianchi dalla cavalleria bolognese e costrette a ritirarsi precipitosamente; alle porte di Modena, Enzo fu disarcionato dai nemici e catturato insieme a milleduecento fanti e quattrocento cavalieri. Rinchiuso prima nei castelli di [[Castelfranco]] e [[Anzola dell'Emilia]], fu poi condotto il 24 agosto a [[Bologna]] e imprigionato nel nuovo palazzo del comune adiacente a [[piazza Maggiore (Bologna)|Piazza Maggiore]], che poi fu detto per questo [[Palazzo Re Enzo]]. Mentre buona parte dei prigionieri otteneva la libertà dietro il pagamento di un riscatto, per Enzo la prigionia si trasformò in reclusione a vita<ref>"E così il giorno seguente l'ingresso di Enzo a Bologna si radunò il Consiglio comunale per deliberare che il giovane re mai e a nessun patto potesse essere rilasciato, ma dovesse vivere prigioniero sino alla fine dei suoi giorni, provveduto a pubbliche spese e con servitù consona al suo rango. Una riformagione del 9 gennaio 1252 veniva poi a regolamentare la custodia del prigioniero: si stabiliva che sedici custodi dell'età di almeno trent'anni dovessero provvedere alla sua guardia e rinnovarsi a turno ogni quindici giorni ricevendo un compenso di due soldi al giorno da pagarsi da parte del re. Negli statuti del 1259 si abbassava l'età dei custodi a venticinque anni; si stabiliva inoltre che il compenso fosse anticipato dal Comune, ma poi rimborsato dal re ogni tre mesi, e che nessuno potesse rivolgere la parola ad Enzo senza la presenza dei custodi. Negli statuti del 1262 si stabiliva che nessuna guardia potesse giocare a zara né a qualunque altro gioco col re, né rivolgergli la parola. Il servizio di custodia diventava gratuito (segno questo innegabile dell'impoverimento progressivo di Enzo), ma nessuno a ciò destinato poteva sottrarsi, pena una multa, al suo ufficio. Negli statuti del 1263, infine, si ordinava, per rendere più tollerabile ad Enzo la sua prigionia, che egli fosse liberato dalla compagnia ormai intollerabile del tedesco Corrado di Solimburgo, forse nel frattempo impazzito: A.I. Pini, 1993.</ref>: i bolognesi infatti rifiutarono irritualmente qualsiasi proposta di riscatto da parte dell'imperatore, che nel frattempo nel dicembre 1250 moriva, lasciando sospese le già difficili trattative.
Malgrado fosse costretto alla prigionia, gli fu concessa una vita abbastanza agiata, allietata dalla poesia e dalla compagnia delle dame. In questo periodo, secondo una recente ipotesi<ref>Anna Laura Trombetti Budriesi, ''De arte venandi'', 2000, p. LXXX</ref>, Enzo avrebbe curato personalmente la redazione in sei libri del ''[[De arte venandi cum avibus]]'' di Federico trasmessa dal testimone più antico, lo splendido manoscritto conservato a Bologna nella [[Biblioteca Universitaria di Bologna|Biblioteca Universitaria]] e databile alla seconda metà del [[XIII secolo]].
=== La morte di Enzo ===
Dopo ventitré anni di prigionia morì a Bologna il 14 marzo [[1272]] e fu sepolto presso la [[basilica di San Domenico (Bologna)|basilica di San Domenico]] con splendidi onori a spese del comune di Bologna. Sono state effettuate tre ricognizioni al sepolcro (1376, 1586, 1731): dopo l'ultima, la cassetta contenente
le ossa di Enzo - rinvenuto con corona, spada e speroni - fu di nuovo chiusa dietro il muro e ivi collocata la lapide, con il ritratto, che tuttora si vede.
Enzo ebbe solo figli naturali che ricordò nel proprio testamento: Elena (sposa a Guelfo, primogenito del conte [[Ugolino della Gherardesca]]), Maddalena e Costanza (nate a [[Bologna]] durante la prigionia).
== Scuola siciliana ==
Si attribuiscono comunemente a Enzo quattro componimenti (due [[Canzone (metrica)|canzoni]], un [[sonetto]] e un frammento probabilmente di canzone), riconducibili alla tradizione poetica della [[scuola siciliana]], ascritti dai manoscritti che li tramandano a ''Rex Hentius'', ''Rex Enso'', ''lo re Enzo''.
<poem>
''Alegru cori, plenu''
''di tutta beninanza,''
''suvvegnavi s'eu penu''
''per vostra inamuranza;''
''ch'il nu vi sia in placiri''
''di lassarmi muriri talimenti,''
''ch'iu v'amo di buon cori e lialmenti.''<ref>''I poeti della Scuola Siciliana'', vol. II: Poeti della corte di Federico II, ed. diretta da C. Di Girolamo, Mondadori, Milano 2008, p. 745.</ref>
</poem>
Alla [[Puglia]], terra agognata dalla lontana prigionia, dedicò alcuni versi:
<poem>
''Và, canzonetta mia''
''e saluta messere''
''dilli lo mal ch'i'aggio''
''quelli che m'à 'n bailìa''
''sì distretto mi tene''
''ch'eo viver non por{r}aggio''
''Salutami [[Toscana]]''
''quella ched è sovrana''
''in cüi regna tutta cortesia:''
''e vanne in Puglia piana,''
''la magna [[Capitanata|Capitana]],''
''là dov'è lo mio core nott'e dia''<ref>''I poeti della Scuola Siciliana'', vol. II: Poeti della corte di Federico II, ed. diretta da C. Di Girolamo, Mondadori, Milano 2008, p. 720.</ref>
</poem>
== Re Enzo nel mito e nella letteratura ==
[[File:Casa re enzo sassari.jpg|140 px|miniatura|destra|Casa di Re Enzo (gotico-aragonese, in corso Vittorio Emanuele a [[Sassari]])]]
[[File:1198 - Bologna - Palazzo di Re Enzo - Foto Giovanni Dall'Orto, 9-Feb-2008.jpg|miniatura|destra|[[Palazzo Re Enzo|Palazzo di Re Enzo]] a [[Bologna]]]]
* '''''Enzio''''', tragedia scritta nel Settecento dal padre gesuita Simone Maria Poggi;
* '''''Il re Enzio in campo''''', tragicommedia scritta nel [[1735]] da Domenico Maria Creta;
* '''''Il re prigioniero''''', dramma anonimo rappresentato nel [[1831]];
* '''''Re Enzo''''', opera comica in 3 atti e 4 quadri del [[1905]] su libretto di Alberto Donini musicata da [[Ottorino Respighi]] (la sua prima opera teatrale);
* '''''Le Canzoni di re Enzio''''', tre componimenti poetici (''del Carroccio'', ''del Paradiso'', ''dell'Olifante'') composti da [[Giovanni Pascoli]] nel [[1908]]; altri tre preannunciati (''dello Studio'', ''del Cor gentile'', ''di Biancofiore'') non furono portati a termine a causa della morte del poeta;
* '''''Enzo Re - tempo viene chi sale e chi discende''''', spettacolo promosso dall'[[Università di Bologna]] come evento inaugurale delle manifestazioni per ''Bologna 2000 Città Europea della Cultura'', presentato dal 23 al 26 giugno [[1998]] nella piazza Santo Stefano in Bologna: testi del poeta e scrittore [[Roberto Roversi]], musiche di [[Lucio Dalla]], regia di Arnaldo Picchi, un cast di più di 100 tra attori-studenti del DAMS e attori professionisti.
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
[[File:King Manfred of Sicily Arms.svg|140 px|miniatura|destra|Lo stemma di re Enzo]]
* AA.VV., ''Federico II a Bologna'', Bologna 1996.
* AA.VV., ''Il regno di Torres'', 2 vol., Sassari 1999.
* AA.VV., ''Re Enzo e il suo mito'', Bologna 2001.
* C. Alessandri, ''Federico II di Svevia'', Palermo 2005.
* A. Boscolo, ''Michele Zanche nella storia e nella leggenda'', Sassari 1951.
* C. Brundo, ''Adelasia di Torres'', racconto storico, Sassari 2013.
* F. Bruni, ''La cultura alla corte di Federico II e la lirica siciliana'', in "Storia della civiltà letteraria italiana", diretta da G.B. Squarotti, I, 2: Dalle origini al Trecento, Torino 1990.
* A. Cioppi, ''Battaglie e protagonisti della Sardegna medioevale'', Cagliari 2008.
* Id., ''Enzo Re di Sardegna'', Sassari 1995.
* P. Corrao, ''Il regno di Sicilia e la dinastia sveva'', in AA.VV. Storia medievalw, Roma 1998, pp. 354-356.
* E. Costa, ''Adelasia di Torres'', Nuoro 2008.
* A. Ducci, Re Enzo, Bologna 2008.
* G. Fasoli, ''Re Enzo tra storia e leggenda'', <AA.VV., Studi in onore di Carmelina Naselli>, II, Catania 1968.
* F. Filippini, ''La tomba di Re Enzo'', Bologna 1928.
* P. Foschi-F. Giordano F. (a cura di), ''Palazzo Re Enzo'', Bologna 2003.
* L. Frati L., ''La prigionia di Re Enzo a Bologna'', Bologna 1902.
* ''I poeti della Scuola siciliana'', vol. II: Poeti della corte di Federico II, ed. diretta da C. Di Girolamo, Milano 2008.
* E. Kantorowicz, ''Federico II imperatore'', Milano 1988 (ed. orig. Berlin 1927-31).
* M. Marchesini, ''Storia di Re Enzo'' (immagini del pittore Wolfango), Bononia University Press, Bologna 2007.
* A. Messeri A., ''Enzo Re'', Parma 1981.
* A. Murineddu (a cura di), ''Gallura'', Cagliari 1962.
* A.I. Pini, ''ENZO (Enzio, Enrico) di Svevia, re di Sardegna'', in DBI, vol. 43, Roma 1993.
* F. Roversi Monaco, ''Enzo, Re di Torres e di Gallura'', in "Enciclopedia Fridericiana" (Treccani), Roma 2005.
* R. Roversi R., ''Enzo Re'', Sasso Marconi 1997.
* A. Satta Branca, ''La Sardegna attraverso i secoli'', Cagliari 1966.
* C. Sperle, ''König Enzo von Sardinien und Friedrich von Antiochia. Zwei illegitime Söhne Kaiser Friedrichs II. und ihre Rolle in der Verwaltung des Regnum Italiae'', Peter Lang, 2001, ISBN 3-631-37457-7.
* M. de Szombathely, ''Re Enzo nella storia e nella leggenda'', Bologna 1912.
* P.P. Tilocca, ''Il castello di Burgos'', Sassari 1997.
* V. Vandano, ''Gli Svevi'', ed. Mondadori, Milano 1972.
== Voci correlate ==
* [[Adelasia di Torres]]
* [[Battaglia di Fossalta]]
* [[Federico II]]
* [[Giudicato di Torres]]
* [[Giudicato di Gallura]]
* [[Hohenstaufen]]
* [[Michele Zanche]]
* [[Palazzo Re Enzo]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Enzo of Sardinia|s=Autore:Re Enzo|s_preposizione=di}}
{{wikilibro|Scuola siciliana}}
== Collegamenti esterni ==
* Antonio Ivan Pini, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL43/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol43_054297.xml ENZO (Enzio, Enrico) di Svevia, re di Sardegna ]», in ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], (on line)
* Corrado Calenda, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000191.xml Enzo, Re di Torres e di Gallura], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* Corrado Calenda, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000191.xml Attività poetica di Re Enzo], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* Francesca Roversi Monaco, [http://www.treccani.it/enciclopedia/re-di-torres-e-di-gallura-enzo_%28Federiciana%29/ ENZO, RE DI TORRES E DI GALLURA] ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000256.xml Battaglia del Giglio], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
{{Box successione|
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