Raffaello Sanzio e Ilaria Bernardini: differenze tra le pagine

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{{S|scrittori italiani}}
{{nota disambigua||Raffaello (disambigua)|Raffaello}}
[[File:Sanzio 00.jpg|thumb|Presunto [[autoritratto (Raffaello)|autoritratto]] (1506 circa), [[Galleria degli Uffizi]], [[Firenze]]]]
[[File:Portrait de l'artiste avec un ami, by Raffaello Sanzio, from C2RMF retouched.jpg|thumb|''[[Autoritratto con un amico]]'' (1518 circa), [[Louvre]], [[Parigi]]]]
{{Bio
|Nome = RaffaelloIlaria
|Cognome = SanzioBernardini
|Sesso = F
|ForzaOrdinamento = Raffaello
|LuogoNascita = Milano
|Sesso = M
|GiornoMeseNascita = 22 Settembre
|LuogoNascita = Urbino
|AnnoNascita = 1977
|GiornoMeseNascita = 28 marzo o 6 aprile
|NoteNascita = <ref>{{cita web|http://www.feltrinellieditore.it/autori/autore/bernardiniilaria/|Profilo della scrittrice|19 ottobre 2017}}</ref>
|AnnoNascita = 1483
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 6 aprile
|AnnoMorte = 1520
|Attività = scrittrice
|Epoca = 1500
|Attività2 = autrice televisiva
|Attività = pittore
|AttivitàAltre = e [[sceneggiatrice]]
|Attività2 = architetto
|Epoca = 2000
|Nazionalità = italiano
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità = , tra i più celebri del [[Rinascimento italiano]]
}}
 
== Biografia ==
Laureata in Filosofia della Scienza, con un'intervista lunga un anno alla poetessa [[Alda Merini]], esordisce nella narrativa nel 2005 con il romanzo ''Non è niente''<ref>{{cita web|http://www.milanonera.com/whiteside-intervista-ilaria-bernardini/|Intervista di Ambretta Sampietro|19 ottobre 2017}}</ref>.
[[File:Raffaello Madonna col Bambino 1498.jpg|thumb|''[[Madonna di Casa Santi|Madonna col Bambino]]'' (1498), [[Casa Santi]], Urbino]]
=== Gioventù (1484-1504) ===
==== Origini (1483-1493) ====
[[File:Raffaello Sanzio - Sacra Famiglia con Rafael, Tobia e San Girolamo, o Vergine del pesce.jpg|miniatura|Sacra Famiglia con Rafael, Tobia e San Girolamo, o Vergine del pesce]]
Raffaello nacque a [[Urbino]] «l'anno 1483, in venerdì santo,<ref>Che nel 1483 corrispondeva al giorno 28 marzo</ref> alle tre di notte, da un tale [[Giovanni Santi|Giovanni de' Santi]], pittore non meno eccellente, ma sì bene uomo di buono ingegno, e atto a indirizzare i figli per quella buona via, che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostra nella sua bellissima gioventù»<ref name=V>[[Giorgio Vasari]], ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'', ''Vita di Raffaello da Urbino'', [[Firenze]] 1568.</ref>. La notizia del [[Vasari]] comporta che Raffaello sia nato il 28 marzo (venerdì santo). Tuttavia esiste un'altra versione secondo la quale il giorno di nascita del maestro urbinate dovrebbe essere il 6 aprile, e ciò sulla base della lettera di [[Marcantonio Michiel]] ad Antonio Marsilio (confermata dal noto epitaffio, un tempo ritenuto opera di [[Pietro Bembo]] e oggi invece attribuito al poeta [[Antonio Tebaldeo]]) che sottolinea come la data del giorno e dell'ora di morte di Raffaello, apparentemente coincidente con quella di [[Cristo]] - ore 3 del 6 aprile, venerdì prima di [[Pasqua]] - corrispondano esattamente con la data della sua nascita. Naturalmente, tutto questo ha il sapore della leggenda e se si può ritenere sufficientemente certo il giorno della sua morte, non può essere così per quello della sua nascita.
 
L'anno successivo la raccolta di racconti ''La fine dell'amore'' è finalista al [[Premio Chiara]]<ref>{{cita web|http://ilfestivaldelracconto.it/premiochiara/Edizione_2007.asp|Premio Chiara 2007|19 ottobre 2017}}</ref>, mentre il romanzo ''Domenica'' del 2012 giunge secondo al [[Premio Letterario Chianti|Premio Chianti]]<ref>[http://www.premioletterariochianti.it/lin.asp?l=3 Albo d'oro] su www.premioletterariochianti.it</ref>. ''Faremo Foresta'' è stato segnalato per il [[premio Strega]] 2018. La versione per bambini di questo romanzo si chiama "Facciamo Fo(re)sta" ed è pubblicato da Hop Edizioni.
Raffaello (ritratto bambino dal padre nella [[Cappella Tiranni]] in [[Cagli]]) fu il primo e unico figlio di [[Giovanni Santi]] e di Maria di Battista di Nicola Ciarla. Il cognome "Sanzio" infatti non è che una delle possibili declinazioni di "Santi", in particolare derivata dal latino "Sancti" con cui Raffaello sarà poi solito, nella maturità, firmare le sue opere. La madre morì di lì a poco, il 7 ottobre [[1491]]<ref name=F10>Franzese, cit., pag. 10.</ref>. Il padre si risposò poco dopo con una certa Berardina di Piero di Parte, dalla quale ebbe la figlia Elisabetta. Con le due donne la famiglia del padre ebbe liti per motivi finanziari<ref name=F12/>.
 
''Corpo Libero'' e ''Faremo Foresta'' {{Senza fonte|sono in sviluppo nella loro versione cinematografica}}.
Nella formazione di Raffaello fu determinante il fatto di essere nato e di aver trascorso la giovinezza a Urbino, che in quel periodo era un centro artistico di primaria importanza che irradiava in Italia e in Europa gli ideali del [[Rinascimento]]. Qui Raffaello, avendo accesso con il padre alle sale del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]], ebbe modo di studiare le opere di [[Piero della Francesca]], [[Luciano Laurana]], [[Francesco di Giorgio Martini]], [[Pedro Berruguete]], [[Giusto di Gand]], [[Antonio del Pollaiolo]], [[Melozzo da Forlì]] e altri<ref name=F10/>.
 
''The Portrait'' ({{Senza fonte|in Italia verrà edito da Mondadori a gennaio 2020 e da Atlantic Books ( Allen and Unwin) ad aprile 2020}}) è il primo romanzo dell’autrice scritto direttamente in lingua inglese. Con Ludovica Rampoldi ha scritto ''The Echo Chamber'', l'ultimo film di Bernardo Bertolucci.
Raffaello apprese probabilmente i primi insegnamenti di disegno e pittura dal padre<ref name=V/>, che almeno dagli anni ottanta del Quattrocento era a capo di una fiorente bottega, impegnata nella creazione di opere per l'aristocrazia locale e per la famiglia ducale, come la serie delle ''Muse'' per il tempietto del palazzo, nonché l'allestimento di spettacoli teatrali<ref name=F10/>. Giovanni Santi inoltre aveva una conoscenza diretta e aggiornatissima della pittura contemporanea non solo italiana, come dimostra una sua efficace ''Chronaca rimata'', scritta in occasione delle nozze di [[Guidobaldo da Montefeltro|Guidobaldo]] con [[Elisabetta Gonzaga]]<ref name=F10/>.
 
Speaker di [[MTV (Italia)|MTV]] e di vari canali e brand, ha scritto/scrive per [[Rolling Stone]], Gq, Vogue, Amica, Ciak, Cabana, Tutto Musica, Ilpost.it, Linus ed è autrice ed ideatrice di programmi televisivi e reality<ref>{{cita web|http://www.mangialibri.com/interviste/intervista-ilaria-bernardini|Intervista di Benedetta Ferrucci|19 ottobre 2017}}</ref>.
Nella bottega del padre, il giovanissimo Raffaello apprese le nozioni di base delle tecniche artistiche, tra cui probabilmente anche la tecnica dell'[[affresco]]: una delle primissime opere a lui attribuite è infatti la ''[[Madonna di Casa Santi]]'', delicata pittura murale nella casa familiare<ref name=F12>Franzese, cit., pag. 12.</ref>.
 
Il 1º agosto [[1494]], quando Raffaello aveva undici anni, morì il padre. Tale data ha ridimensionato in alcuni studi il contributo della bottega paterna nella formazione dell'artista; è altresì comprovato come nel giro di pochissimi anni, in piena adolescenza, l'artista raggiunse rapidamente una maturazione artistica che non può prescindere da un avviamento molto precoce all'attività artistica<ref name="www.electaweb.it">{{Cita web | titolo=www.electaweb.it | opera= raffaello e urbino | url=http://www.electaweb.it/mostre/scheda/raffaello-e-urbino-urbino-palazzo-reale/it}}</ref>.
 
Non è noto attraverso quali vie il giovanissimo pittore arrivò a far parte della bottega del [[Perugino]]: non sembra infatti credibile la notizia del Vasari, secondo la quale Raffaello sia stato allievo del Perugino ancora prima della morte del padre e persino di quella della madre<ref>Per Vasari, Pietro Perugino, «preso il putto, non senza molte lagrime della madre, che teneramente l'amava, lo menò a Perugia»</ref>. Probabilmente, più che di un vero e proprio apprendistato a Perugia, il ragazzo ebbe modo di frequentare saltuariamente la bottega di Perugino, intervallando l'attività in quella paterna, almeno fino alla morte del genitore: in quell'anno Raffaello ne ereditò l'attività, assieme ad alcuni collaboratori tra cui soprattutto [[Evangelista da Pian di Meleto]]<ref name=F12/> (artista quasi sconosciuto agli studi storico-artistici) e [[Timoteo Viti]] da Urbino, già attivo anche a [[Bologna]] dove era stato a diretto contatto con [[Francesco Francia]]<ref name=S323>Santi, cit., pag. 323.</ref>.
 
==== Apprendistato dal Perugino (1494-1498) ====
[[File:Rafael - ressureicaocristo01.jpg|thumb|''[[Resurrezione di Cristo (Raffaello)|Resurrezione]]'' (1501), [[Museu de Arte]], San Paolo]]
Le prime tracce della presenza di Raffaello accanto a [[Perugino]] sono legate ad alcuni lavori della sua bottega tra il [[1497]] e il nuovo secolo. In particolare si è ritenuto di vedere un intervento di Raffaello nella tavoletta della ''Natività della Madonna'' nella [[predella]] della ''[[Pala di Fano]]'' ([[1497]]) e in alcune figure degli [[Sala delle Udienze del Collegio del Cambio|affreschi del Collegio del Cambio]] a [[Perugia]] (dal [[1498]]), soprattutto dove le masse di colore assumono quasi un valore plastico ed è accentuato il modo di delimitare le parti in luce e quelle in ombra, con un generale ispessimento dei contorni. Se comunque la sua mano è ancora difficile da individuare, a Perugia Raffaello dovette vedere per la prima volta le [[grottesche]], dipinte sul soffitto del Collegio, che entrarono in seguito nel suo repertorio iconografico<ref name=F13>Franzese, cit., pag. 13.</ref>.
 
Sembra però che la sua prima opera cui possa darsi un reale credito attributivo sia la ''[[Madonna di Casa Santi|Madonna col Bambino]]'', affrescata nella stanza in cui si crede sia nato, in casa Santi a Urbino, databile al [[1498]] (e che fino a pochi anni addietro si riteneva opera del padre, che avrebbe raffigurato nei personaggi lo stesso Raffaello e la prima moglie Maria Ciarla).
 
==== Città di Castello (1499-1504) ====
[[File:Crocifissione gavari.jpg|thumb|left|''[[Crocifissione Gavari]]'' (1503-1504), [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]]]
Nel [[1499]] Raffaello, sedicenne, si trasferì con gli aiuti della bottega paterna a [[Città di Castello]], dove ricevette la sua prima commissione indipendente: lo ''[[stendardo della Santissima Trinità]]'' per una confraternita locale che voleva offrire un'opera devozionale in segno di ringraziamento per la fine di una pestilenza proprio quell'anno. L'opera, sebbene ancora ancorata agli echi di [[Perugino]] e [[Luca Signorelli]], presenta anche una profonda, innovativa freschezza, che gli garantì una fiorente committenza locale, non essendo reperibili in città altri pittori di pregio dopo la partenza di Signorelli proprio nel 1499, alla volta di [[Orvieto]]<ref name=F13/>.
 
Il 10 dicembre [[1500]] infatti, Raffaello ed [[Evangelista da Pian di Meleto]] ottennero dalle monache del [[chiesa di Sant'Agostino (Città di Castello)|monastero di Sant'Agostino]] un nuovo incarico, che è il primo documentato della carriera dell'artista, la ''[[Pala del beato Nicola da Tolentino]]'', terminata il 13 settembre [[1501]] e oggi dispersa in più musei dopo che venne sezionata in seguito a un terremoto nel [[1789]]. Nel contratto è interessante notare come Raffaello, poco più che esordiente, venga già menzionato come ''magister Rafael Johannis Santis de Urbino'', prima dell'anziano collaboratore, testimoniando ufficialmente come venisse già, a diciassette anni, ritenuto pittore autonomo dall'apprendistato concluso<ref name=F14>Franzese, cit., pag. 14.</ref>.
 
A Città di Castello l'artista lasciò almeno altre due opere di rilievo, la ''[[Crocifissione Gavari]]'' e lo ''[[Sposalizio della Vergine (Raffaello)|Sposalizio della Vergine]]''. Nella prima, databile al 1502-1503, si nota una piena assimilazione dei modi di Perugino (un "Crucifisso, la quale, se non vi fusse il suo nome scritto, nessuno la crederebbe opera di Raffaello, ma sì bene di Pietro", scrisse [[Vasari]]), anche se si notano però i primi sviluppi verso uno stile proprio, con una migliore interazione tra figure e personaggi e con accorgimenti ottici nelle gambe di Cristo che testimoniano la piena conoscenza degli studi di matrice urbinate, dove l'ottica e la prospettiva erano materia di studio comune fin dai tempi di [[Piero della Francesca]]<ref name=DVC158>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 158.</ref>.
 
==== Perugia e gli altri centri (1499-1504) ====
[[File:Madonna and Child Enthroned with Saints.jpg|thumb|La ''[[Pala Colonna (Raffaello)|Pala Colonna]]'']]
Nel frattempo la fama di Raffaello cominciava ad allargarsi a tutta l'Umbria, facendone uno dei più richiesti pittori attivi in regione. Nella sola [[Perugia]], negli anni tra il [[1501]] e il [[1505]], gli vennero commissionate ben tre pale d'altare: la ''[[Pala Colonna (Raffaello)|Pala Colonna]]'', per la chiesa delle monache di [[monastero di Sant'Antonio (Perugia)|Sant'Antonio]], la ''[[Pala degli Oddi]]'', per [[chiesa di San Francesco al Prato|San Francesco al Prato]] e un<nowiki>'</nowiki>''Assunzione della Vergine'' per le clarisse di Monteluce mai portata a termine, dipinta poi da [[Berto di Giovanni]]<ref name=F15>Franzese, cit., pag. 15.</ref>. Si tratta di opere di impianto peruginesco, con una graduale messa a fuoco verso elementi stilistici più personali.
 
Nella ''[[Resurrezione di Cristo (Raffaello)|Resurrezione]]'' di [[San Paolo (Brasile)|San Paolo del Brasile]] [[Roberto Longhi]] lesse influssi di [[Pinturicchio]] - nel paesaggio, nei particolari della decorazione del sarcofago e nella preziosità delle vesti dei personaggi - legati a una fase databile al biennio [[1501]]-[[1502]].
 
Allo stesso periodo sono riferibili alcune ''Madonne col Bambino'' che, sebbene ancora ancorate all'esempio di Perugino, preludono già all'intenso e delicato rapporto tra madre e figlio dei più importanti capolavori successivi legati a questo tema<ref name="ReferenceA">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 159.</ref>. Tra queste spiccano ''[[Madonna Solly]]'', la ''[[Madonna Diotallevi]]'', la ''[[Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Francesco]]''<ref name=F13/>.
 
Verso il 1503 l'artista dovette intraprendere una serie di brevi viaggi che lo portarono ai primi contatti con importanti realtà artistiche. Oltre alle città umbre e alla nativa Urbino, visitò quasi sicuramente [[Firenze]], [[Roma]] (dove assistette alla consacrazione di [[Giulio II]]) e [[Siena]]. Si trattò di brevi viaggi, magari di qualche settimana, che non possono essere definiti veri e propri soggiorni<ref name=F15/>. A Firenze vide forse le prime opere di [[Leonardo da Vinci]], a Roma entrò in contatto con la cultura figurativa classica (leggibile nel dittico delle ''[[Tre Grazie (Raffaello)|Tre Grazie]]'' e il ''[[Sogno del cavaliere]]''<ref name=DVC158/>), a Siena aiutò l'amico [[Pinturicchio]], ben più anziano e in pieno declino, a preparare i cartoni per gli affreschi della [[Libreria Piccolomini]], di cui restano due splendidi esemplari agli Uffizi, di incomparabile grazia ed eleganza rispetto al risultato finale<ref name=F15/>.
 
==== A Siena ====
[[File:Raffaello - Spozalizio - Web Gallery of Art.jpg|thumb|''[[Sposalizio della Vergine (Raffaello)|Sposalizio della Vergine]]'' (1504), [[Pinacoteca di Brera]], [[Milano]]]]
A Siena fu invitato da [[Pinturicchio]], con il quale intesseva una stretta amicizia. Il pittore più anziano invitò Raffaello a collaborare agli affreschi della [[Libreria Piccolomini]], fornendo dei cartoni che svecchiassero il suo stile ormai in una fase di declino, come si vede nei precedenti affreschi della [[Cappella Baglioni]] a [[Spello]]<ref name=F15/>.
 
Non è chiaro quante di queste composizioni vennero in effetti disegnate da Raffaello, ma quasi sicuramente deve essere di mano del Sanzio il cartone con la ''Partenza di Enea Silvio Piccolomini per Basilea'' oggi al [[Gabinetto dei Disegni e delle Stampe]] di [[Firenze]]<ref name=F15/>.
 
Raffaello dovette infatti abbandonare presto l'impresa, poiché, come riporta Vasari, venne a conoscenza, tramite alcuni pittori locali, delle lodi straordinarie a proposito del cartone della ''Sant'Anna'' di [[Leonardo]], esposto nella [[basilica della Santissima Annunziata (Firenze)|basilica della Santissima Annunziata]] a Firenze, nonché del disegno della ''[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|Battaglia di Anghiari]]'', sempre di Leonardo, e del cartone della ''[[Battaglia di Cascina (Michelangelo)|Battaglia di Cascina]]'' di [[Michelangelo]], che incuriosirono a tal punto il giovane pittore da farlo decidere di partire subito per la città sull'Arno<ref name=F15/>.
 
==== Lo ''Sposalizio della Vergine'' (1504) ====
L'opera che conclude la fase giovanile, segnando un distacco ormai incolmabile con i modi del maestro Perugino, è lo ''[[Sposalizio della Vergine (Raffaello)|Sposalizio della Vergine]]'', datato [[1504]] e già conservato nella cappella Albizzini della [[chiesa di San Francesco (Città di Castello)|chiesa di San Francesco]] di [[Città di Castello]]. L'opera si ispira a una [[Sposalizio della Vergine (Perugino)|pala analoga]] che il Perugino stava dipingendo in quegli stessi anni per il [[Duomo di Perugia]], ma il confronto tra le due opere mette in risalto profonde differenze. Raffaello infatti copiò il maestoso tempio sullo sfondo, ma lo alleggerì allontanandolo dalle figure e ne fece il fulcro dell'intera composizione, che sembra ruotare attorno all'elegantissimo edificio a pianta centrale. Anche le figure sono più sciolte e naturali, con una disposizione nello spazio che evita un rigido allineamento sul primo piano, ma si assesta a semicerchio, bilanciando e richiamando le forme concave e convesse del tempio stesso<ref name="ReferenceA"/>.
 
Al centro del quadro vengono posizionati un gruppo di persone divise in due schiere, aventi come perno il sacerdote, il quale celebra il matrimonio tra la vergine Maria e San Giuseppe suo sposo. Il gruppo delle donne (dietro Maria) e il gruppo di uomini (dietro Giuseppe) formano due semicerchi aperti rispettivamente verso il tempio e verso lo spettatore.
 
A Firenze Raffaello soggiornò per quattro anni, pur facendo viaggi e brevi soggiorni altrove, e senza recidere i contatti con l'Umbria, dove continuò a spedire pale d'altare per le copiose commissioni che continuavano a giungergli.
 
=== Il periodo fiorentino (1504-1508) ===
[[File:Madonna del cardellino dopo il restauro.jpg|thumb|left|''[[Madonna del Cardellino]]'' (1506 circa)]]
Raffaello si trovava a [[Siena]], da Pinturicchio, quando gli giunse notizia delle straordinarie novità di [[Leonardo]] e [[Michelangelo]] impegnati rispettivamente agli affreschi della ''[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|Battaglia di Anghiari]]'' e della ''[[Battaglia di Cascina (Michelangelo)|Battaglia di Cascina]]''. Desideroso di mettersi subito in viaggio, si fece preparare una lettera di presentazione da [[Giovanna Feltria]], sorella del [[duca di Urbino]] e moglie del duca di Senigallia e "prefetto" di Roma. Nella lettera, datata 1º ottobre [[1504]] e indirizzata al gonfaloniere a vita [[Pier Soderini]], si raccomanda il giovane figlio di [[Giovanni Santi]] «il quale avendo buono ingegno nel suo esercizio, ha deliberato stare qualche tempo in Fiorenza per imparare. [...Perciò] lo raccomando alla Signoria Vostra»<ref name="DVC190">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 190.</ref>.
 
Probabilmente la lettera voleva assicurare qualche commissione ufficiale al giovane pittore, ma il gonfaloniere era in ristrettezze economiche per il recente esborso per acquistare il ''[[David di Michelangelo]]'' e i grandiosi progetti per la [[Salone dei Cinquecento|Sala del Gran Consiglio]]. Nonostante ciò non passò molto tempo che l'artista riuscì a garantirsi commissioni da alcuni facoltosi cittadini soprattutto residenti in [[Oltrarno]], come Lorenzo Nasi, per il quale dipinse la ''[[Madonna del Cardellino]]'', suo cognato Domenico Canigiani (per cui fece la ''[[Sacra Famiglia Canigiani]]''), i Tempi (''[[Madonna Tempi]]'') e i coniugi [[Agnolo Doni|Agnolo]] e Maddalena Doni<ref>Gloria Fossi, ''Uffizi'', Giunti, Firenze 2004, pag. 366. ISBN 88-09-03675-1</ref>.
 
Nel clima artistico fiorentino, fervente più che mai, Raffaello strinse rapporti d'amicizia con altri artisti, tra cui [[Aristotile da Sangallo]]<ref>Ossia [[Bastiano da Sangallo]], soprannominato Aristotile per il suo parlare ''con gravità, adagio e sentenziosamente''</ref>, [[Ridolfo del Ghirlandaio]], [[Fra' Bartolomeo]], l'architetto [[Baccio d'Agnolo]], [[Antonio da Sangallo il Giovane|Antonio da Sangallo]], [[Andrea Sansovino]], [[Francesco Granacci]]. Scrisse Vasari che «nella città molto onorato e particolarmente da [[Taddeo Taddei]], il quale lo volle sempre in casa sua e alla sua tavola, come quegli che amò sempre tutti gli uomini inclinati alla virtù»<ref name="vasari">G. Vasari, ''Vita di Raffaello''</ref>. Per lui Raffaello eseguì, nel 1506, la ''[[Madonna del prato (Raffaello)|Madonna del Prato]]'' di Vienna - che il Vasari giudica ancora della maniera del Perugino e, forse l'anno dopo, la ''[[Madonna Bridgewater]]'' di Londra, «molto migliore», perché nel frattempo Raffaello «studiando apprese»<ref name="vasari" />.
 
Il soggiorno fiorentino fu di fondamentale importanza nella formazione di Raffaello, permettendogli di approfondire lo studio dei modelli quattrocenteschi ([[Masaccio]], [[Donatello]],...) nonché delle ultime conquiste di [[Leonardo]] e di [[Michelangelo]]. Dal primo apprese i principi compositivi per creare gruppi di figure strutturati plasticamente nello spazio, mentre sorvolò sulle complesse allusioni e implicazioni simboliche, sostituendo anche l'"indefinito" psicologico a sentimenti più spontanei e naturali. Da Michelangelo invece assimilò il chiaroscuro plastico, la ricchezza cromatica, il senso dinamico delle figure<ref name="DVC191">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 191.</ref>.
 
I suoi lavori a Firenze erano destinati quasi esclusivamente a committenti privati, gradualmente sempre più conquistati dalla sua arte; creò numerose tavole di formato medio-piccolo per la devozione privata, soprattutto Madonne e Sacre famiglie, e alcuni intensi ritratti. In queste opere variava continuamente sul tema, cercando raggruppamenti e atteggiamenti sempre nuovi, con una particolare attenzione alla naturalezza, all'armonia, al colore ricco e intenso e spesso al paesaggio limpido di derivazione [[rinascimento umbro|umbra]]<ref name="DVC190"/>.
 
==== Commissioni dall'Umbria ====
[[File:PalaOddiRaffaello.jpg|thumb|''[[Pala degli Oddi]]'']]
 
Ma all'inizio del soggiorno fiorentino erano soprattutto le commissioni che continuavano ad arrivare da [[Urbino]] e dall'[[Umbria]] a tenere occupato l'artista, che di tanto in tanto si spostava in quelle zona temporaneamente. Nel [[1503]] aveva ricevuto l'incarico, dalle monache del [[monastero di Sant'Antonio (Perugia)|convento di Sant'Antonio]] a Perugia, di una pala d'altare, la ''[[Pala Colonna (Raffaello)|Pala Colonna]]'', che ebbe una lunga elaborazione, visibile nelle differenze di stile tra la lunetta ancora «umbra» e il gruppo «fiorentino» della tavola centrale<ref name=F17>Franzese, cit., pag. 17.</ref>.
 
Un'altra commissione ricevuta da Perugia, nel [[1504]], riguardò una ''Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Nicola'' (''[[Pala Ansidei]]'') da collocare in una cappella della [[chiesa di San Fiorenzo (Perugia)|chiesa di San Fiorenzo]], che fu completata, secondo quanto sembra leggersi nel dipinto, nel 1505. Nell'opera ancora di ispirazione umbra, Raffaello apporta una sostanziale semplificazione dell'impianto architettonico, così da dare all'insieme una più efficace e rigorosa monumentalità, di stampo leonardesco. In tale opera, nonostante il tema convenzionale, sorprende il dominio del mezzo pittorico, ormai pienamente maturo, con le figure che acquistano consistenza in funzione del variare della luce<ref name=F17/>.
 
Sempre nel [[1505]] firmò a Perugia l'affresco con la ''[[Trinità e santi (Raffaello)|Trinità e santi]]'' nella chiesa del [[monastero di San Severo]], che anni dopo Perugino completò nella fascia inferiore. In questo lavoro le forme sono ormai più grandiose e possenti, con una monumentalità immota che rimanda all'esempio di [[Fra' Bartolomeo]] e che preannunciano la ''[[Disputa del Sacramento]]''<ref name=F18>Franzese, cit., pag. 18.</ref>.
 
==== Commissioni dalle Marche ====
Nel [[1505]]-[[1506]] Raffaello dovette trovarsi brevemente a [[Urbino]], dove venne accolto alla corte di [[Guidobaldo da Montefeltro]]: la fama raggiunta nella sua città natale è testimoniata da una menzione lusinghiera nel ''[[Cortegiano]]'' di [[Baldassarre Castiglione]] e da un serie di ritratti, tra cui [[ritratto di Guidobaldo da Montefeltro|quello di Guidobaldo]], [[ritratto di Elisabetta Gonzaga|di Elisabetta Gonzaga]] sua consorte e dell'erede designato del ducato [[giovane con la mela|Guidobaldo della Rovere]].
 
Per il duca inoltre dipinse una grande [[Madonna d'Orleans|Madonna]] e tre tavolette di soggetto simile, ''[[San Michele e il drago]]'', un ''[[San Giorgio e il drago (Raffaello Parigi)|San Giorgio e il drago]]'' oggi a [[Parigi]] e [[San Giorgio e il drago (Raffaello Washington)|uno]] a [[Washington]]. Quest'ultimo venne dipinto per essere regalato a [[Enrico VII d'Inghilterra]] come ringraziamento per il conferimento dell'[[Ordine della giarrettiera]]: la giarrettiera è infatti evidente al polpaccio del cavaliere, con l'iscrizione "Honi" che è la prima parola del motto dell'ordine ("Honi soit qui mal y pense", "Sia vituperato chi ne pensa male").
 
==== La serie delle Madonne ====
[[File:Belvedere madonna.jpg|thumb|''[[Madonna del Belvedere]]'']]
Celebre è la serie delle Madonne col Bambino che a Firenze raggiunge nuovi vertici. Per famiglie fiorentine della borghesia medio-alta Raffaello dipinse alcuni capolavori assoluti, come alcuni gruppi di Madonne a tutta figura col Bambino e san Giovannino: la ''[[Bella giardiniera]]'', la ''[[Madonna del Cardellino]]'' e la ''[[Madonna del Belvedere]]''. In queste opere la figura della Vergine si erge monumentale davanti al paesaggio, dominandolo con leggiadria ed eleganza, mentre rivolge gesti affettuosi ai bambini, in strutture compositive piramidali di grande efficacia. Gesti familiari si riscontrano anche in opere come la ''[[Madonna d'Orleans]]'', come quello di solleticare, o spontanei come nella ''[[Grande Madonna Cowper]]'' (Gesù allunga una mano verso il seno materno), o ancora sguardi intensi come nella ''[[Madonna Bridgewater]]''<ref name=F19>Franzese, cit., pag. 19.</ref>.
 
Queste figure dimostrano inoltre l'assimilazione di vari modelli iconografici fiorentini, che dovevano ispirare positivamente la committenza. Da Donatello ad esempio prende spunto per la ''[[Madonna Tempi]]'', con i volti di madre e figlio teneramente accostati, mentre al ''[[Tondo Taddei]]'' rimandava la postura del Bambino della ''[[Piccola Madonna Cowper]]'' o della ''[[Madonna Bridgewater]]''<ref name=DVC191/>.
 
Le composizioni divengono via via più complesse e articolate, senza però mai rompere quel senso di idilliaca armonia che, unita alla perfetta padronanza dei mezzi pittorici, fanno di ciascuna opera un autentico capolavoro. Nella ''[[Sacra Famiglia Canigiani]]'', databile al [[1507]] circa, quindi quasi alla fine del soggiorno fiorentino, le espressioni e i gesti si intrecciano con sorprendente varietà, che riesce a rendere sublimi e poetici dei momenti tratti dalla quotidianità<ref name=F19/>.
 
==== I ritratti ====
Al periodo fiorentino appartengono infine alcuni ritratti nei quali è manifesta l'influenza di Leonardo: la ''[[la Gravida|Donna gravida]]'', ''[[ritratto di Agnolo Doni|Agnolo Doni]]'' e ''[[Ritratto di Maddalena Strozzi|Maddalena Strozzi]]'', la ''[[Dama col liocorno]]'' e la ''[[la Muta|Muta]]''. Ad esempio in [[ritratto di Maddalena Strozzi|quello di Maddalena Strozzi]] è evidente l'impostazione a mezza figura nel paesaggio, con le mani conserte, derivata dalla ''[[Gioconda]]'', ma con risultati quasi antitetici, in cui prevalgono la descrizione dei lineamenti fisici, dell'abbigliamento, dei gioielli, e la luminosità del paesaggio, scevra dal complesso mondo di significati simbolici e allusivi di Leonardo<ref name="DVC191"/>. In queste opere Raffaello dimostra la capacità di indagare attentamente la psiche, cogliendo i dati introspettivi degli effigiati, assieme a un'appassionata descrizione del dettaglio di matrice fiamminga, appresa probabilmente alla bottega paterna<ref name=F18/>.
 
[[File:Raffaello, pala baglioni, deposizione.jpg|thumb|left|''[[Deposizione Borghese]]'', parte centrale della ''[[Pala Baglioni]]'']]
 
==== La pala Baglioni ====
Opera cruciale di questa fase è la ''[[Pala Baglioni]]'' (1507), commissionata da [[Atalanta Baglioni]], in commemorazione dei fatti di sangue che avevano portato alla morte di suo figlio Grifonetto, e destinata a un altare nella [[chiesa di San Francesco al Prato]] a [[Perugia]], anche se dipinta interamente a Firenze. I numerosi studi pervenutici sull'opera dimostrano un graduale passaggio iconografico per la pala centrale, da un ''Compianto'', ispirato a [[Compianto sul Cristo morto (Perugino)|quello]] di [[Perugino]] nella [[chiesa di Santa Chiara (Firenze)|chiesa di Santa Chiara]] a Firenze, a una più drammatica ''[[Deposizione Borghese|Deposizione nel sepolcro]]''<ref name=F20>Franzese, cit., pag. 20.</ref>.
 
In quest'opera Raffaello fuse il senso tragico della morte con il vitale slancio del turbamento, con una composizione estremamente monumentale, drammatica e dinamica, ma bilanciata con cura, in cui si notano ormai evidenti spunti michelangioleschi, nella ricerca plastica e coloristica, e dell'antico, in particolare dalla rappresentazione della ''Morte di [[Meleagro]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.antiqua.mi.it/A_Mealagro_Apr2013.htm|titolo=Mealagro [sic! in luogo di Meleagro], Sarpedonte e l'iconografia del trasporto|autore=|cognome=Riva|nome=Fausto|sito=Antiqua.mi|curatore=Andrea Bardella & Angelo Stella|data=1º aprile 2013}}</ref> che l'artista aveva potuto vedere durante un probabile viaggio formativo a Roma nel [[1506]]<ref name="DVC192">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 192.</ref>.
 
==== La Madonna del Baldacchino ====
[[File:Madonna del Baldacchino.jpg|thumb|''[[Madonna del Baldacchino]]'']]
Opera conclusiva del periodo fiorentino, del [[1507]]-[[1508]], può considerarsi la ''[[Madonna del Baldacchino]]'', lasciata incompiuta per la sua repentina chiamata a Roma, da parte di [[Giulio II]]. Si tratta di una grande pala d'altare, la prima commissione del genere ricevuta a Firenze, con una [[sacra conversazione]] organizzata attorno al fulcro del trono della Vergine, con un fondale architettonico grandioso ma tagliato ai margini, in modo da amplificarne la monumentalità. Ogni staticità appare annullata dall'intenso movimento circolare di gesti e sguardi, esasperato poi negli angeli in volo accuratamente scorciati. Sant'Agostino ad esempio allunga un braccio verso sinistra invitando lo spettatore a percorrere con lo sguardo lo spazio semicircolare della nicchia, legando i personaggi uno per uno, caratteristica che a breve si ritroverà anche negli affreschi delle [[Stanze vaticane]]<ref name=F20/>.
 
Tale opera fu un imprescindibile modello nel decennio seguente, per artisti come [[Andrea del Sarto]] e [[Fra' Bartolomeo]]<ref name="DVC192"/>.
 
=== Il periodo romano (1509-1520) ===
Verso la fine del [[1508]] per Raffaello arrivò la chiamata a Roma che cambiò la sua vita. In quel periodo infatti [[papa Giulio II]] aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare, chiamando a sé i migliori artisti sulla piazza, tra cui [[Michelangelo]] e [[Donato Bramante]]. Fu proprio Bramante, secondo la testimonianza di [[Vasari]], a suggerire al papa il nome del conterraneo Raffaello, ma non è escluso che nella sua chiamata ebbero un ruolo decisivo anche i [[Della Rovere]], parenti del papa, in particolare [[Francesco Maria Della Rovere|Francesco Maria]], figlio di quella [[Giovanna Feltria]] che già aveva raccomandato l'artista a Firenze<ref name=F21>Franzese, cit., pag. 21.</ref>.
 
Fu così che il Sanzio, appena venticinquenne, si trasferì velocemente a Roma, lasciando incompiuti alcuni lavori a Firenze<ref name=F20/>.
 
==== La Stanza della Segnatura ====
[[File:Sanzio 01.jpg|thumb|upright=1.3|''[[Scuola di Atene]]'', [[Stanza della Segnatura]]]]
{{vedi anche|Stanza della Segnatura}}
Qui affiancò una squadra di pittori provenienti da tutta Italia ([[il Sodoma]], [[Bramantino]], [[Baldassarre Peruzzi]], [[Lorenzo Lotto]] e altri) per la decorazione, da poco avviata, dei nuovi appartamenti papali, le [[Stanze di Raffaello|Stanze]]. Le sue prove nella volta della prima, poi detta [[Stanza della Segnatura]], piacquero così tanto al papa che decise di affidargli, fin dal 1509, tutta la decorazione dell'appartamento, a costo anche di distruggere quanto già era stato fatto, sia ora sia nel Quattrocento (tra cui gli affreschi di [[Piero della Francesca]])<ref name=F22>Franzese, cit., pag. 22.</ref>.
 
Alle pareti Raffaello decorò quattro grandi lunettoni, ispirandosi alle quattro facoltà delle università medioevali, ovvero [[teologia]], [[filosofia]], [[poesia]] e [[giurisprudenza]], cosa che ha fatto pensare che la stanza fosse originariamente destinata a biblioteca o [[studiolo]]<ref name=F23>Franzese, cit., pag. 23.</ref>.
 
Opere celeberrime sono la ''[[Disputa del Sacramento]]'', la ''[[Scuola di Atene]]'' o il ''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]''. In queste dispiegò una visione scenografica ed equilibrata, in cui le masse di figure si dispongono, con gesti naturali, in simmetrie solenni e calcolate, all'insegna di una monumentalità e una grazia che vennero poi definite "classiche"<ref name=F24>Franzese, cit., pag. 24.</ref>.
 
==== La Stanza di Eliodoro ====
[[File:Liberazione di san pietro 01.jpg|thumb|upright=1.3|''[[Liberazione di san Pietro]]'', [[Stanza di Eliodoro]]]]
{{vedi anche|Stanza di Eliodoro}}
Nel [[1511]], mentre i lavori alla [[Stanza della Segnatura]] andavano esaurendosi, il papa tornava da una disastrosa guerra contro i francesi, che gli era costata la perdita di [[Bologna]] e la tanto temuta presenza di eserciti stranieri in Italia, nonché un forte spreco di risorse finanziarie. Il programma decorativo della successiva stanza, destinata a sala delle Udienze e poi detta di Eliodoro dal nome di uno degli affreschi, tenne conto della particolare situazione politica: venne deciso infatti di realizzare scene legate al superamento delle difficoltà della Chiesa grazie all'intervento divino<ref name=F24/>.
 
Già il primo degli affreschi, la ''[[Cacciata di Eliodoro dal Tempio]]'', mostra un radicale sviluppo stilistico, con l'adozione di un inedito stile "drammatico", fatto di azioni concitate, pause e asimmetrie, impensabile nei pur recentissimi affreschi della stanza precedente. Assiste dalla sinistra dell'affresco il papa imperturbabile, come se fosse davanti a una rappresentazione teatrale<ref name=F25>Franzese, cit., pag. 25.</ref>.
 
Nella ''[[Messa di Bolsena]]'' tornano ritmi pacati, anche se la profondità dell'architettura e gli effetti luminosi creano un'innovativa drammaticità; il colore si arricchì di campiture dense e più corpose, forse derivate dall'esempio dei pittori veneti attivi alla corte papale<ref name=F25/>.
 
Di nuovo nell<nowiki>'</nowiki>''[[Incontro di Leone Magno con Attila]]'' ricorrono asimmetrie e azione, mentre nella ''[[Liberazione di san Pietro]]'' si raggiunge il culmine degli studi sulla luce, con una scena in notturna ravvivata dai bagliori lunari e dell'apparizione angelica che libera il primo pontefice dalla prigionia<ref name=F25/>.
 
All'inizio del [[1513]] Giulio II morì, e il suo successore, [[Leone X]], confermò tutti gli incarichi a Raffaello, affidandogliene presto anche di nuovi<ref name=F25/>.
 
==== Per Agostino Chigi ====
[[File:Raphael's Triumph of Galatea 03.jpg|thumb|left|upright=1.3|''[[Trionfo di Galatea]]'', dettaglio]]
Mentre la fama di Raffaello si andava espandendo, nuovi committenti desideravano avvalersi dei suoi servigi, ma solo quelli più influenti alla corte papale poterono riuscire a distoglierlo dai lavori in Vaticano. Tra questi spiccò sicuramente [[Agostino Chigi]], ricchissimo banchiere di origine senese, che si era fatto costruire in quegli anni la prima e imitatissima villa urbana da [[Baldassarre Peruzzi]], quella poi detta [[villa Farnesina]]<ref name=F26>Franzese, cit., pag. 256.</ref>.
 
Raffaello vi fu chiamato a lavorare a più riprese, prima con l'affresco del ''[[Trionfo di Galatea]]'' (1511), di straordinaria rievocazione classica, poi alla [[Loggia di Psiche]] (1518-1519) e infine alla camera con le ''Storie di Alessandro'', opera incompiuta creata poi dal [[il Sodoma|Sodoma]]<ref name=F26/>.
 
Inoltre per i Chigi Raffaello eseguì l'affresco delle ''[[Sibille e angeli]]'' (1514) in [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)|Santa Maria della Pace]] e soprattutto l'ambizioso progetto della [[Cappella Chigi]] in [[Basilica di Santa Maria del Popolo|Santa Maria del Popolo]], dove l'artista curò anche la progettazione dell'architettura, i cartoni per i mosaici della cupola e, probabilmente, i disegni per le sculture, eseguite dal [[Lorenzetto]] e completate, anni dopo, da [[Gianlorenzo Bernini]]<ref name=F26/>.
 
==== I ritratti ====
[[File:Pope Julius II.jpg|thumb|''[[Ritratto di Giulio II]]'']]
Accanto all'attività di frescante, un'altra delle fondamentali occupazioni di quegli anni è legata ai ritratti, dove apportò molteplici innovazioni sul tema. Già nel ''[[Ritratto di cardinale (Raffaello)|Ritratto di cardinale]]'' oggi al [[Prado]] (1510-1511), l'uso di un punto di vista ribassato e il conseguente leggero scorcio delle spalle e della testa introdusse un aristocratico distacco confermato dall'atteggiamento impassibile del personaggio<ref name=DVC207>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 207.</ref>. Il ''[[Ritratto di Baldassarre Castiglione]]'' (1514-1515), grazie alla rara affinità spirituale tra effigiato ed effigiante, riesce a incarnare quell'ideale di perfezione estetica e interiore della cortigianeria espressa nel celebre trattato del ''[[Cortegiano]]''. Nel ''[[Ritratto di Fedra Inghirami]]'' (1514-1516) anche un difetto fisico come lo [[strabismo]] viene nobilitato dalla perfezione formale dell'opera.
 
Ma fu soprattutto col ''[[Ritratto di Giulio II]]'' che le innovazioni si fecero più evidenti, con un punto di vista diagonale e leggermente dall'alto, studiato come se lo spettatore si trovasse in piedi accanto al pontefice. L'atteggiamento di malinconica pensosità, così indicatore della situazione politica dell'epoca (il 1512), introduce un elemento psicologico fino ad allora estraneo dalla ritrattistica ufficiale. In pratica lo spettatore è come se si trovasse al cospetto del pontefice, senza alcun distacco fisico o psicologico<ref name=DVC207/>.
 
Un'impostazione simile venne replicata anche nel ''[[Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi]]'' (1518-19, [[Uffizi]]), in cui il papa, di nuovo con una prospettiva basata su linee diagonali, è rappresentato mentre, sospesa la lettura di un prezioso codice miniato, si trova al cospetto dei due cardinali cugini, con un intreccio di sguardi e gesti che sonda lo spazio in profondità, calibrandosi su un'estrema armonia. Lo straordinario virtuosismo nella resa dei dettagli, come la resa materica della [[mozzetta]], la campanella cesellata o il riflesso della stanza nel pomello della sedia, aiuta a creare quell'immagine di splendore tanto cara al pontefice<ref name=DVC209>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 209.</ref>.
 
=====La Fornarina=====
 
Sempre agli stessi anni (1518-19) risale il celeberrimo ritratto di donna noto come ''[[La Fornarina]]'', opera di dolce e immediata sensualità unita a vivida luminosità. Secondo una ricostruzione priva di fondamento scientifico e documentale, l'artista vi avrebbe ritratto seminuda la sua musa-amante, sull'identificazione della quale sono poi fiorite romantiche leggende. Lo studio di [[Giuliano Pisani]] mostra come il termine “Fornarina” (usato nel 1772 dall'incisore Domenico Cunego) rimandi a una tradizione linguistica consolidata, attestata già in Anacreonte (VI a.C.) e in numerosi documenti letterari di età antica, medievale, rinascimentale e moderna, in cui “forno” e derivati (“fornaio”, “fornaia”, “infornare”, ecc.) indicano metaforicamente l'organo sessuale femminile e le pratiche connesse all'accoppiamento. La domanda corretta non è dunque “chi sia” la Fornarina (domanda alla quale dovremmo rispondere semplicemente che è una modella, e non la figlia di un fornaio), ma quale sia il soggetto del dipinto, che cosa rappresenti. Pisani, attraverso opportuni confronti (in particolare con [[Tiziano]], ''Amor sacro e amor profano'', ipotizza che Raffaello, sulla scorta di Marsilio Ficino e di Pietro Bembo, ritragga nella Fornarina la Venere celeste, l'amore che eleva gli spiriti alla ricerca della verità attraverso l'idea sublimata della bellezza, e che si distingue dall'altra Venere, quella terrestre, forza generatrice della natura, che guarda alla bellezza terrena e ha come fine la procreazione. Alla Fornarina corrisponderebbe in tal senso [[La Velata]], identificata come Venere terrestre, sposa e madre<ref>[[Giuliano Pisani]], ''Le Veneri di Raffaello (Tra Anacreonte e il Magnifico, il Sodoma e Tiziano)'', Studi di Storia dell'Arte 26, 2015, Ediart, Todi, pp. 97-122</ref>.
 
==== Il rinnovo della pala d'altare ====
[[File:Raphael St Cecilia.jpg|thumb|''[[Estasi di santa Cecilia]]'']]
L'altro motivo fondamentale di questa stagione è quello legato alle radicali trasformazioni messe in atto sul tema della [[pala d'altare]], all'insegna di un sempre più profondo coinvolgimento dello spettatore. Già nella ''[[Madonna di Foligno]]'' (1511-1512) lo schema tradizionale dell'ancona è superato dai continui rimando tra parte superiore e inferiore, con un'orchestrazione cromatica che dà unità all'insieme, compreso il vibrante paesaggio sullo sfondo, legato a un evento miracoloso che era stato all'origine della commissione<ref name=DVC207/>.
 
Il passo decisivo si compì però con la ''[[Madonna Sistina]]'' (1513-1514), dove una tenda scostata e una balaustra fanno da cornice a un'apparizione terrena di Maria, scalza e priva di aureola, ma resa sovrannaturale dall'area luminosa che la circonda. Attorno a essa due santi guardano e indicano fuori dalla pala, come a voler introdurre gli invisibili fedeli a Maria, verso i quali essa sembra incedere, miracolosamente immota ma spinta da un vento che le agita la veste. Anche i due celeberrimi angioletti pensosi, appoggiati in basso, hanno il ruolo di mettere in connessione la sfera terrena e reale con quella celeste e dipinta<ref name=DVC208>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 208.</ref>.
 
Punto di arrivo è la pala con l<nowiki>'</nowiki>''[[Estasi di santa Cecilia]]'' (1514), tutta giocata su un'impalpabile presenza del divino, interiorizzato dallo stato estatico della santa che rinuncia alla musica terrena, raffigurata nella straordinaria natura morta di vecchi strumenti musicali ai suoi piedi, in favore della musica eterna e celeste dell'apparizione del coro di angeli in alto<ref name=DVC208/>. Riferibile a quest'opera, per lo meno nella fisiognomia della Vergine, si reputa la "[[Madonna del Divino amore]]" (1516) , soggetto sulla cui ideazione e realizzazione recentemente è stata riportata la responsabilità a Raffaello stesso (e di cui esiste una copia di Gian Francesco Penni alla Chiesa della Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo)
 
==== Le tavole ====
Nonostante gli impegni proseguì la produzione di tavole destinate all'uso privato. Ad esempio il tema della ''madonna col Bambino'' raggiunge il culmine sublime di perfezione geometrica e armonizzazione spontanea e naturale dei sentimenti nella ''[[Madonna della Seggiola]]'' (1513-1514 circa). Figure emblematiche come ''[[La Velata]]'' (1516 circa) e ''[[La Fornarina]]'' (forse l'amante dell'artista) mostrano un'impareggiabile qualità pittorica e un virtuosismo che non mettono mai in secondo piano la vivida descrizione delle protagoniste.
 
==== La bottega ====
Per far fronte alla sua crescita di popolarità e alla conseguente mole di lavoro richiesto, Raffaello mise su una grande bottega, strutturata come una vera e propria impresa capace di dedicarsi a incarichi sempre più impegnativi e nel minor tempo possibile, garantendo comunque un alto livello qualitativo. Prese così all'apprendistato non solo garzoni e artisti giovani, ma anche maestri già affermati e di talento<ref name="F142">Franzese, cit., pag. 142.</ref>.
 
[[File:Giovanni da Udine Venus, Ceres and Juno 01.jpg|thumb|left|''Tre dee'' nella [[Loggia di Psiche]], attribuite a Giovanni da Udine su disegno di Raffaello]]
A trent'anni circa Raffaello era il titolare della più attiva bottega di pittura a Roma, con una schiera di aiuti che inizialmente si dedicavano essenzialmente a lavori preparatori e di rifinitura di dipinti e affreschi<ref name=F26/>. Col tempo, negli anni avanzati del periodo romano, la quasi totalità dei lavori di Raffaello vide poi un contributo sempre maggiore della bottega nella stesura pittorica, mentre la preparazione dei disegni e dei cartoni restava solitamente ad appannaggio del maestro. L'integrazione tra le varie figure era tale che risulta difficoltoso anche distinguere la paternità di opere e disegni, tanto più che i vari artisti della sua scuola furono individualmente incaricati di completare le varie opere pittoriche e architettoniche lasciate incompiute. Il sistema di lavoro della bottega, per un periodo ospitata nella stessa casa di Raffaello ([[Palazzo Caprini]]), era strutturato con efficienza e formò un'intera generazione di artisti<ref name=F26/>.
 
Il suo atelier fu per certi versi opposto a quello di [[Michelangelo]], che preferiva lavorare con appena i modesti aiuti indispensabili (preparazione dei colori, degli intonaci per gli affreschi, ecc.) mantenendo una leadership assoluta sull'esito dell'opera finale<ref name=F142/>. Raffaello invece, con l'andare degli anni, delegava sempre più spesso parti consistenti del lavoro ai suoi assistenti, che ebbero così una crescita professionale notevole. Ne è esempio [[Giovanni da Udine]], che assoldato come decoratore professionale specializzato in [[grottesche]], divenne un valido creatore di nature morte con originalità ed eleganza, anticipando le scene di genere seicentesche. Allievi fedeli e duttili furono [[Tommaso Vincidor]], [[Vincenzo Tamagni]] o [[Guillaume de Marcillat]], mentre aggiungevano alla bottega un bagaglio di conoscenze polivalenti, dall'architettura alla scultura, personalità come [[Lorenzo Lotti]]<ref name=F142/>.
 
[[Giovan Francesco Penni]] fu un vero e proprio ''factotum'' della bottega, capace di imitare i modelli del maestro alla perfezione, tanto che è difficile distinguere la sua migliore produzione grafica da quella di Raffaello; la sua scarsa inventiva però lo resero una figura di secondo piano dopo la scomparsa del maestro.<ref name=F142/>
 
L'allievo più conosciuto e quello capace poi di avere la migliore carriera artistica indipendente fu [[Giulio Romano]], che dopo la morte del maestro si trasferì a [[Mantova]] diventando uno dei massimi interpreti del [[manierismo]] italiano. Un altro allievo affermato fu [[Perin del Vaga]], fiorentino dallo stile elegante e accentuatamente disegnativo, che dopo il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]] si trasferì a [[Genova]] dove ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione locale del linguaggio raffaellesco<ref name=F142/>.
 
[[File:Incendio di borgo 01.jpg|thumb|upright=1.3|''[[Incendio di Borgo]]'']]
Altri artisti che ebbero poi una carriera indipendente di successo furono [[Polidoro da Caravaggio]], [[Alonso Berruguete]] e [[Pedro Machuca]]<ref name=F142/>.
 
Raffaello collaborò anche con numerosi incisori come [[Marcantonio Raimondi]], [[Agostino Veneziano]], [[Marco Dente]] e [[Ugo da Carpi]] a cui affidò la realizzazione di stampe tratte da propri dipinti o disegni, assicurando una grande diffusione alla propria opera figurativa.
 
==== Stanza dell'Incendio di Borgo ====
{{vedi anche|Stanza dell'Incendio di Borgo}}
Nelle [[Stanze di Raffaello|Stanze]] [[Leone X]] non fece altro che confermare a Raffaello il ruolo che aveva sotto il suo predecessore. La terza Stanza, poi detta [[Stanza dell'Incendio di Borgo|dell'Incendio di Borgo]], fu incentrata sulla celebrazione del pontefice in carica attraverso le figure di suoi omonimi predecessori, come [[Papa Leone III|Leone III]] e [[Papa Leone IV|IV]]. La lunetta più famosa, nonché l'unica col consistente intervento diretto del maestro, è quella dell<nowiki>'</nowiki>''[[Incendio di Borgo]]'' (1514) in cui cominciano ormai a essere evidenti i debiti verso il dinamismo turbinoso degli affreschi di [[Michelangelo]], reinterpretati però con altri influssi, fino a generare un nuovo "classicismo", scenografico e monumentale, ma dotato anche di grazia e armonia<ref name=DVC210>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 2010.</ref>.
 
==== Gli arazzi per la Sistina ====
[[File:V&A - Raphael, St Paul Preaching in Athens (1515).jpg|thumb|upright=1.3|''[[Predica di san Paolo]]'', cartone per arazzo]]
{{vedi anche|Arazzi di Raffaello}}
Le imprese che distolsero il Sanzio dall'esecuzione materiale degli affreschi nella terza Stanza furono essenzialmente la nomina a sovrintendente della [[basilica vaticana]] dopo la morte di [[Bramante]] (11 aprile [[1514]]) e quella degli [[arazzi per la Cappella Sistina]]. Leone X desiderava infatti legare anche il proprio nome alla prestigiosa impresa della [[Cappella Sistina|Cappella pontificia]], facendo decorare l'ultima fascia rimastra libera, il registro più basso dove si trovavano i finti tendaggi e dove decise di far tessere a [[Bruxelles]] una serie di arazzi da appendere in occasione delle liturgie più solenni<ref name=DVC210/>. La prima notizia sulla commissione risale al 15 giugno [[1515]]<ref name="D83">De Vecchi, cit., pag. 83.</ref>.
 
Raffaello, trovandosi a confronto direttamente coi grandi maestri del Quattrocento e soprattutto con Michelangelo e la sua sfolgorante [[volta della Cappella Sistina|volta]], dovette aggiornare il proprio stile, adattandosi anche alle difficoltà tecniche dell'impresa che prevedevano la stesura di cartoni rovesciati rispetto al risultato finale, la limitazione della gamma cromatica rispetto alle tinture disponibili dei filati e il dover rinunciare ai dettagli troppo minuti, preferendo grandi campiture di colore<ref name=DVC210/>.
 
Nei sette su dieci cartoni conservati oggi al [[Victoria and Albert Museum]] di [[Londra]] si nota come il Sanzio seppe superare tutte queste difficoltà, semplificando la determinazione dei piani in profondità e scandendo con maggiore forza l'azione grazie a una netta contrapposizione tra gruppi e figure isolate e ricorrendo a gesti eloquenti, di immediata leggibilità, all'insegna di uno stile "tragico" ed esemplare<ref name=DVC210/>.
 
==== Commissioni inevase ====
Nonostante la velocità e l'efficienza della bottega, la notevole consistenza degli aiuti e l'eccellente organizzazione lavorativa, la fama di Raffaello andava ormai ben oltre le reali possibilità di soddisfare le richieste e molte commissioni, anche importanti, dovettero essere a lungo rimandate o inevase. Le clarisse di Monteluce di [[Perugia]] dovettero aspettare circa vent'anni prima di ottenere una pala con l<nowiki>'</nowiki>''Incoronazione della Vergine'' commissionata nel 1501-1503 circa e dipinta solo dopo la morte dell'artista da [[Giulio Romano]] su disegni appartenenti alla gioventù del maestro. Il cardinale [[Gregorio Cortesi]] provò nel [[1516]] a chiedergli affreschi per il refettorio del [[convento di San Polidoro]] a [[Modena]]<ref name="D84"/>, mentre l'anno successivo [[Lorenzo duca d'Urbino]], nipote del papa, avrebbe voluto che l'artista disegnasse il suo profilo da battere nelle monete del ducato<ref name=D84/>.
 
[[Isabella d'Este]] non riuscì mai a ottenere un "quadretto" di mano di Raffaello per il suo [[studiolo di Isabella d'Este|studiolo]]<ref name="D84"/>, né vi riuscì suo fratello [[Alfonso d'Este|Alfonso]] per i [[camerini d'alabastro]]: nonostante il versamento di un acconto e le ripetute insistenze degli ambasciatori ferraresi alla corte pontificia (ai quali Raffaello arrivò anche a fingersi impegnato pur di non riceverli), alla fine il ''Trionfo di Bacco'' dovette essere dipinto da [[Tiziano]]<ref name=D83 />. Nel frattempo però il marchese aveva ricevuto numerosi cartoni e disegni di Raffaello per non perderne le grazie<ref name=D84/>.
 
[[File:Dome interior - Chigi Chapel - Santa Maria del Popolo - Rome 2015.jpg|thumb|left|Cupola della [[cappella Chigi]]]]
 
==== Raffaello architetto ====
Quando Raffaello decise di accettare l'incarico di soprintendente ai lavori nella basilica vaticana, il più importante cantiere romano, egli aveva già alle spalle alcune esperienze in questo campo. Le stesse architetture dipinte, sfondo di tante celebri opere, mostrano un bagaglio di conoscenze che va di là dal consueto apprendistato di un pittore<ref name=DVC211>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 211.</ref>.
 
Già per [[Agostino Chigi]] aveva curato le cosiddette "Scuderie" di [[villa Farnesina]] (distrutte, ne resta solo il basamento su via della Lungara) e la [[Cappella Chigi|cappella funeraria]] in [[Basilica di Santa Maria del Popolo|Santa Maria del Popolo]]. Inoltre aveva atteso alla costruzione della piccola [[chiesa di Sant'Eligio degli Orefici]]. In queste opere si nota un reimpiego di motivi derivati dall'esempio di [[Bramante]] e di [[Giuliano da Sangallo]], coniugati con suggestioni dell'antico, all'insegna di una notevole originalità<ref name=DVC211/>.
 
La [[Cappella Chigi]] ad esempio riproduce in piccolo la pianta centrale dei quattro piloni angolari di [[San Pietro in Vaticano|San Pietro]], ma aggiornati a modelli antichi come il [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] e tendenzialmente decorati con maggiore ricchezza e vivacità, con connessioni armoniose alle strutture architettoniche<ref name=DVC211/>. Nel novembre [[1515]] dovette partecipare a Firenze alla gara per la facciata di [[San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], vinta poi da [[Michelangelo]]<ref name="D84"/>.
 
La storiografia artistica ha a lungo trascurato la portata e l'influenza di Raffaello architetto, riscoprendolo solo dopo la grande mostra del [[1984]]<ref>Franzese, cit., pag. 143.</ref>.
 
==== Basilica di San Pietro ====
[[File:SaintPierreRaphael.JPG|thumb|Progetto di Raffaello per San Pietro]]
{{vedi anche|Basilica di San Pietro in Vaticano}}
Fu così che Raffaello si dedicò al cantiere di San Pietro con entusiasmo, ma anche con un certo timore, come si legge dal carteggio di quegli anni, per la dimensione dei suoi slanci che vorrebbero eguagliare la perfezione degli antichi. Non a caso si fece fare da [[Fabio Calvo]] una traduzione del ''[[De architectura]]'' di [[Vitruvio]], rimasta inedita, per poter studiare direttamente il trattato e utilizzarlo nello studio sistematico dei monumenti romani<ref>La traduzione, una delle prime conosciute, di cui esistono due redazioni manoscritte, riporta la seguente intestazione: "...tradocto di latino in lingua e sermone proprio e volgare da Messere Fabio Calvo ravennate, in Roma in casa di Raphaello di Giovan de Sancte da Urbino e a sua instantia...": vd. F. Di Todaro, ''Vitruvio, Raffaello, Piero della Francesca'', in Annali di Architettura n. 14, 2002.</ref>.
 
Sebbene i lavori procedessero con lentezza ([[Leone X]] era infatti molto meno interessato del suo predecessore al nuovo edificio), suo fu il fondamentale contributo di ripristinare il corpo longitudinale della basilica, da innestare sulla crociera avviata da Bramante<ref name=DVC211/>.
 
Nella progettazione Raffaello utilizzò un nuovo sistema, quello della proiezione ortogonale (dice: l'architetto non ha bisogno di saper disegnare come un pittore, ma di avere disegni che gli permettono di vedere l'edificio così com'è), abbandonando la configurazione prospettica del Bramante. Da una pianta attribuita a Raffaello si distingue una [[navata]] di cinque campate, con navate laterali, che viene posta davanti allo spazio [[cupola]]to bramantesco; i pilastri che presentano doppie [[parasta|paraste]] sia verso la navata maggiore sia verso le navate laterali; vi si vede la facciata costituita da un ampio [[portico]] a due piani.
 
Le [[fondazione (edilizia)|fondazioni]] dei piloni si mostrarono insufficienti; per questa ragione si decise di posizionare le pareti (quelle più sollecitate dal carico) più vicine ai piloni della cupola. L'[[ordine gigante]] della crociera proseguiva sui pilastri del transetto, e le colonne tra i pilastri formavano un ordine minore.
 
Raffaello non aveva alcuna intenzione di modificare la cupola di Bramante: l'aspetto esterno della chiesa sarebbe stato dominato dal sistema [[trabeazione|trabeato]] all'antica, composto cioè da sostegni verticali e [[architrave|architravi]] orizzontali senza l'uso di archi. Sia nei [[deambulatorio|deambulatori]] sia sulla facciata, colonne libere o semicolonne addossate alla muratura sostengono una trabeazione [[ordine dorico|dorica]].
 
[[Antonio da Sangallo il Giovane]], successore di Raffaello ([[1520]]), espose però i difetti del progetto di Raffaello in un famoso memoriale.
 
==== Palazzi ====
[[File:Palazzo Branconio dell Aquila 17th century.jpg|thumb|left|Palazzo Branconio dell'Aquila, già a Roma]]
Raffaello progettò (secondo [[Giorgio Vasari|Vasari]]) il [[palazzo Branconio dell'Aquila]] per il protonotario apostolico [[Giovanbattista Branconio dell'Aquila]], demolito poi nel [[XVII secolo|Seicento]] per fare spazio al colonnato del [[Bernini]] di fronte a San Pietro. La facciata aveva cinque campate, ispirate a [[Palazzo Caprini]] di Bramante, ma si distaccava dal modello del maestro. Il pianterreno ad esempio doveva essere affittato a botteghe e non era di [[bugnato]], ma articolato da un [[ordine tuscanico]] che incorniciava arcate cieche. Al piano superiore abbandonò gli ordini classici, rompendo così la tradizione da [[Palazzo Rucellai]], e fu superata anche la tradizionale distinzione chiara tra elementi portanti e parti di riempimento.
 
Altri palazzi quasi certamente furono progettati da Raffaello, con l'aiuto della sua bottega, che comprendeva [[Giulio Romano]], sono il [[Palazzo Jacopo da Brescia]] e il [[Palazzo Alberini]].
 
[[Palazzo Vidoni Caffarelli]], nonostante sia stato attribuito per molto tempo a Raffaello, non fu progettato personalmente dal maestro, ma sicuramente da un suo allievo, probabilmente [[Lorenzo Lotti]], e rispecchia comunque un modello e uno stile riferibile non solo a Raffaello ma anche a Bramante. A Raffaello è attribuito, secondo anche quanto riportato dal Vasari, anche il progetto di [[Palazzo Pandolfini]] a Firenze, avviato dal 1516, dove però sovrintese i lavori [[Giovanfrancesco da Sangallo]] e poi [[Bastiano da Sangallo]], detto Aristotile. Non è chiaro se il palazzo, insolitamente a due soli piani invece dei tre canonici, sia incompleto o no.
 
==== Villa Madama ====
[[File:Secondo prospetto del casino di villa Madama.jpg|thumb|upright=1.4|Villa Madama in un'incisione settecentesca]]
{{vedi anche|Villa Madama}}
Un altro progetto, destinato a trovare grande risonanza e sviluppi per tutto il Cinquecento, fu quello incompiuto di [[Villa Madama]] alle pendici del [[Monte Mario]], iniziatosi nel [[1518]] su incarico di Leone X e del cardinale [[Giulio de' Medici]]. L'impostazione rinascimentale della villa venne rielaborata alla luce della lezione dell'antico, con forme imponenti e una particolare attenzione all'integrazione tra edificio e ambiente naturale circostante. Attorno al cortile centrale circolare si dovevano dipartire una serie di assi visivi o di percorso, in un susseguirsi di logge, saloni, ambienti di servizio e locali termali, fino al giardino alle pendici del monte, con ippodromo, teatro, stalle per duecento cavalli, fontane e giochi d'acqua<ref name=DVC211/>. Delicatamente calibrata è la decorazione, in cui si fondono affreschi e stucchi ispirati alla ''[[Domus Aurea]]'' e ad altri resti archeologici scoperti in quell'epoca<ref name=F29>Franzese, cit., pag. 29.</ref>.
 
L'opera venne sospesa all'epoca di [[Clemente VII]] e danneggiata durante il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]].
 
In Villa Madama si trova la stessa insistenza sulle visuali interne, come nella [[Cappella Chigi]], e la medesima rinuncia a un sistema strutturale che governi tutto l'insieme, come nel [[palazzo Branconio dell'Aquila]]. Nessun edificio precedente aveva riprodotto così esattamente la funzione e le forme degli antichi modelli romani: struttura e ornamento si fondono insieme.
 
==== Lo studio dell'antico ====
[[File:Giovanni da Udine Detalle de las decoraciones de la Loggeta del Cardenal Bibbiena.jpg|thumb|Grottesche nella [[Loggetta del cardinal Bibbiena]]]]
{{citazione|Quanta calcina di è fatta di statue et d'altri ornamenti antichi?|Raffaello, ''[[Lettera a Leone X]]''}}
Sotto il pontificato di [[Leone X]], Raffaello ricevette anche l'incarico di custodia e registrazione dei marmi antichi, che lo portò a condurre un attento studio delle vestigia, per esempio esaminando le strutture e gli elementi architettonici del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] come nessuno aveva fatto fino a quel momento<ref>Frommel, Ray, Tafuri (a cura di), ''Raffalello architetto'', 1984</ref>.
 
Il progetto più coinvolgente e ambizioso in questo settore fu quello di redigere una pianta di Roma imperiale, che richiese la messa a punto di un procedimento sistematico di rilievo e di rappresentazione ortogonale. L'ausilio venne fornito da uno strumento munito di [[bussola]], descritto in una lettera al papa, che venne redatta con [[Baldassarre Castiglione]] e in cui si trova anche una famosa, appassionata espressione di ammirazione per la cultura classica. La volontà di misurarsi con essa non poteva prescindere dall'esigenza di conservarne i resti, lamentandosi per le distruzioni, non tanto quelle dei barbari, ma di quelle dovute all'incuria e alla superficialità dei precedenti pontefici, arrivando a perdere l'immagine e la memoria stessa della Roma antica<ref name=DVC212>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 212.</ref>.
 
Il tema del "paragone de li antichi" divenne centrale nelle opere degli ultimi anni del Sanzio, sia come rivivere dei miti, sia nel raggiungimento della perduta perfezione formale. In opere come la [[Loggia di Psiche]] o le grottesche della [[Stufetta del cardinal Bibbiena|Stufetta]] o della [[Loggetta del cardinal Bibbiena]] viene elaborato un sistema di decorazione all'antica, evocato da stucchi e affreschi nello stile della ''[[Domus Aurea]]'' (scoperta qualche anno prima), fino alla ripresa di tecniche come l'[[encausto]] o la pittura compendiaria con tocchi rapidi ed essenziali, ravvivati da lumeggiature<ref name=DVC213>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 213.</ref>.
 
==== Le Logge ====
{{vedi anche|Logge di Raffaello}}
[[File:Transfiguration Raphael.jpg|thumb|La ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'', ultima opera di Raffaello, esposta nella camera ardente]]
Le Logge che decorano la facciata del palazzo niccolino in Vaticano, avviate da Bramante, vennero proseguite da Raffaello, sia nell'esecuzione sia nella decorazione. Il Sanzio arricchì l'articolazione delle pareti e coprì le campate con [[volta a padiglione|volte a padiglione]], che permisero alla sua bottega di disporre di piani più vasti per la decorazione pittorica. Quest'ultima, avviata nel [[1518]], vide l'opera di un folto numero di assistenti, e comprendeva una sessantina di storie dell'[[Antico Testamento|Antico]] e [[Nuovo Testamento]], tanto che venne chiamata la "Bibbia di Raffaello"<ref name=DVC213/>.
 
==== La Trasfigurazione ====
{{vedi anche|Trasfigurazione (Raffaello)}}
Nel [[1516]] il cardinale [[Giulio de' Medici]] mise su una sorta di competizione tra i due più grandi pittori attivi in Roma, Raffaello e [[Sebastiano del Piombo]] (alle cui spalle stava l'amico [[Michelangelo]]), ai quali richiese una pala ciascuno da destinare alla [[cattedrale di Narbona]], la sua sede vescovile. Raffaello lavorò piuttosto lentamente all'opera, tanto che alla sua morte era ancora incompleta e vi mise sicuramente mano [[Giulio Romano]] nella parte inferiore, anche se non si conosce in quale misura. La sua opera riguardava la ''Trasfigurazione'' di Cristo, che era fusa per la prima volta con l'episodio evangelico distinto della ''Guarigione dell'ossesso''<ref name=DVC217/>.
 
Opera dinamica e innovativa, con uno sfolgorante uso della luce, mostra due zone circolari sovrapposte, legate da molteplici rimandi di mimica e gesti. Forza drammatica è sprigionata dal contrasto tra la composizione simmetrica della parte superiore e la concitata gestualità e le dissonanze di quella inferiore, raccordandosi però sull'asse verticale fino all'[[Teofania|epifania]] divina, che scioglie tutti i drammi<ref name=DVC217>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 217.</ref>.
 
==== La morte ====
[[File:Raphael's grave, Pantheon 2010.jpg|thumb|upright=1.3|La tomba di Raffaello, nel Pantheon]]
Raffaello morì il 6 aprile [[1520]], a soli 37 anni, nel giorno di [[Venerdì Santo]]. Secondo [[Vasari]] la morte sopraggiunse dopo quindici giorni di malattia, iniziatasi con una febbre "continua e acuta", causata secondo il biografo da "eccessi amorosi", e inutilmente curata con ripetuti salassi.
 
Uno dei testimoni del cordoglio suscitato dalla morte dell'artista è [[Marcantonio Michiel]], che in alcune lettere descrisse il rammarico "d'ogn'uno et del papa" e il dolore dei letterati per il mancato compimento della "descrittione et pittura di Roma antiqua che'l faceva, che era cosa bellissima". Inoltre non mancò di sottolineare i segni straordinari che si avverarono come alla morte di Cristo: una crepa scosse il palazzo vaticano, forse per effetto di un piccolo terremoto, e i cieli si erano agitati<ref name=D84>De Vecchi, cit., pag. 84.</ref>. Scrisse [[Pandolfo Pico della Mirandola]] a [[Isabella d'Este]] che il papa, per paura, "dalle sue stantie è andato a stare in quelle che feze fare papa Innocentio"<ref name=F138/>.
 
Si tratta di un ''leit motiv'' dei contemporanei del Sanzio che, all'apogeo del suo successo, lo consideravano tanto "divino" da paragonarlo a una reincarnazione di Cristo: come lui era morto di Venerdì santo e a lungo venne distorta la sua data di nascita per farla coincidere con un altro Venerdì santo. Lo stesso aspetto con la barba e i capelli lunghi e lisci scriminati al centro, visibili ad esempio nell<nowiki>'</nowiki>''[[Autoritratto con un amico]]'', ricordavano da vicino l'effigie del Cristo, come scrisse [[Pietro Paolo Lomazzo]]: la nobiltà e la bellezza di Raffaello "rassomigliava a quella che tutti gli eccellenti pittori rappresentano nel Nostro Signore". Al coro di lodi si unì Vasari, che lo ricordò "di natura dotato di tutta quella modestia e bontà che suole vedersi in colore che più degli altri hanno a certa umanità di natura gentile aggiunto un ornamento bellissimo d'una graziata affabilità"<ref name=F138>Franzese, cit., pag. 138.</ref>.
 
Nella camera ove egli morì era stata appesa, alcuni giorni prima della morte, la ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'' e la visione di quel capolavoro generò ancora più sconforto per la sua perdita. Scrisse Vasari a tal proposito: «La quale opera, nel vedere il corpo morto e quella viva, faceva scoppiare l'anima di dolore a ognuno che quivi guardava»<ref>Cit. in De Vecchi-Cerchiari, pag. 217.</ref>.
 
La sua scomparsa fu salutata dal commosso cordoglio dell'intera corte pontificia.
Il suo corpo fu sepolto nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], come egli stesso aveva richiesto. Forse [[Antonio Tebaldeo]], un poeta amico di Raffaello, o più probabilmente il grande umanista [[Pietro Bembo]] compose per lui l'epitaffio inciso sulla sua tomba, il cui [[distico]] finale così recita:<ref>S. Pagliaroli, ''L'epitaffio di Pietro Bembo per Raffaello'', in ''Pietro Bembo e l'invenzione del Rinascimento'', a cura di G. Beltramini, D. Gasparotto, A. Tura, Marsilio, 2013, p. 293.</ref>
{{citazione|Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la gran madre delle cose temette<br />d'esser vinta e, mentre moriva, di morire.||<small>ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT QUO SOSPITE VINCI<br />RERUM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI</small>|lingua=la}}
 
== Raffaello e i contemporanei ==
[[File:Raffaello, studio della leda e il cigno di leonardo.jpg|thumb|upright=0.8|Raffaello, studio della ''[[Leda col cigno (Leonardo)|Leda col cigno]]'' di [[Leonardo]]]]
=== Raffaello e Leonardo ===
Leonardo era già più che trentenne quando Raffaello nacque, ma la sua fama di pittore innovativo e capace di esiti straordinari era ancora ben viva quando il Sanzio decise di recarsi a Firenze, per ammirare, tra l'altro, la sua ''[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|Battaglia di Anghiari]]''. L'influenza di Leonardo, del suo modo di legare le figure in composizioni armoniche caratterizzate da schemi geometrici, e del suo [[sfumato]] fu una delle componenti fondamentali del linguaggio raffaellesco, anche se venne rielaborata con esiti completamente diversi. Opere come la ''[[Madonna del Belvedere]]'' mostra una composizione piramidale derivata da Leonardo, ma è del tutto assente il senso di mistero e l'inquietante carica di allusioni e suggestioni del pittore di Vinci, sostituiti da un sentimento di calma e spontanea familiarità<ref name=F139140>Franzese, cit., pagg. 139-140.</ref>.
 
Sicuramente l'esempio di Leonardo inculcò nel giovane la volontà di superare le sterili repliche di modelli di repertorio (come era solito fare il [[Perugino]]), in favore di una continua rielaborazione e studio organico di tutte le figure e del paesaggio, spesso rilevato dal vero, per favorire una rappresentazione più naturale e credibile. Lo stesso Vasari testimoniò come al giovane Raffaello "piacendogli la maniera di Leonardo più che qualunque altra avesse veduta mai, si mise a studiarla", distaccandosene però a poco a poco, verso uno stile pienamente proprio<ref name=F139140/>. resta ad esempio una copia della ''[[Leda col cigno (Leonardo)|Leda col cigno]]'' leonardesca di mano del Sanzio.
 
Leonardo fu a Roma nel [[1514]]-[[1516]] e qui ebbe sicuramente modo di venire in contatto con Raffaello, il maggior pittore alla corte papale. Non c'è notizia di contatti diretti tra i due, né di commissioni pittoriche a Leonardo in quel periodo, però opere di Raffaello di quegli ultimi anni mostrano un rinnovato interesse per l'arte di Leonardo, anche quella vista magari un decennio prima. Ad esempio nella ''[[La Perla (dipinto)|Perla del Prado]]'' lo schema riprende quello della ''[[Vergine delle Rocce (Parigi)|Vergine delle Rocce]]'', mentre nella ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'' alcune figure riprendono direttamente quelle di Leonardo nell<nowiki>'</nowiki>''[[Adorazione dei Magi (Leonardo)|Adorazione dei Magi]]''.
 
=== Raffaello e Michelangelo ===
[[File:Raffaello, profeta isaia.jpg|thumb|upright=0.8|Raffaello, ''[[Profeta Isaia (Raffaello)|Profeta Isaia]]'', citazione dei ''[[Veggenti]]'' michelangioleschi]]
Il giovane Raffaello fu molto attratto dalle novità dell'altrettanto giovane Michelangelo (tra i due correvano circa otto anni di differenza), arrivando a trasferirsi a Firenze proprio per ammirare, tra l'altro, il suo cartone per la ''[[Battaglia di Cascina (Michelangelo)|Battaglia di Cascina]]''. Una volta arrivato, Sanzio poté studiare con attenzione il monumentale ''[[David (Michelangelo)|David]]'' marmoreo di [[piazza della Signoria]], dal quale trasse alcuni disegni particolareggiati. Alcune ''Madonne'' del periodo fiorentino risultano influenzate dalle sculture del Buonarroti, come il ''[[Tondo Pitti]]'' o il ''[[Tondo Taddei]]'' e, cosa piuttosto strana, la ''[[Madonna di Bruges]]'', che non uscì dalla bottega dell'artista se non per essere spedita in gran segreto nelle Fiandre. Forse, tramite l'intercessione del suo maestro [[Perugino]], Raffaello era riuscito ad accedere dove molti fiorentini non poterono<ref>Dell'opera si era persa la memoria in Toscana, tanto che neanche Vasari la citò.</ref><ref>Franzese, cit., pag. 139.</ref>.
 
L'ammirazione per Michelangelo si trasformò in un vero e proprio scontro artistico al tempo del soggiorno a Roma. Probabilmente non furono i due interessati a schierarsi volontariamente contro, ma il clima fortemente competitivo della corte papale, surriscaldato probabilmente da [[Bramante]], che cercava di tirare l'acqua al proprio mulino screditando il fiorentino Michelangelo e promuovendo invece il suo conterraneo Raffaello. Le risorse papali, per quanto immense, non erano comunque infinite e Bramante, impegnato nella difficile impresa della ricostruzione di San Pietro fece mettere in secondo piano il progetto della [[tomba di Giulio II]], dando avvio a quelle vicende della "tragedia della sepoltura", che lo avrebbero tormentato per quarant'anni. Scrisse infatti Michelangelo in una tarda lettera: «Tutte le discordie che nacquono tra papa Julio e me, fu l'invidia di Bramante et di Raffaello da Urbino [...] et avevane bene cagione Raffaello, che ciò che aveva dell'arte, l'aveva da me»<ref name="F142"/>.
 
Bramante, a giudicare da lettere e testimonianze, cercò spesso di mettere Michelangelo in cattiva luce, forse preoccupato del suo straordinario talento e dall'interesse che suscitava nel papa, trovando in Raffaello, suo malgrado, un alleato. Ad esempio a causa della scarsa pratica del Buonarroti nella tecnica dell'affresco tentò di far affidare la [[volta della Cappella Sistina]] al Sanzio.
 
La rivalità tra i due pittori portò presto al nascere di veri e propri schieramenti, con sostenitori dell'uno e dell'altro, ai quali si aggiunse [[Sebastiano del Piombo]], preso sotto la protezione del Buonarroti. Nonostante i toni anche aspri della contesa, Raffaello dimostrò di essere interessato alle novità di Michelangelo negli affreschi della [[volta della Cappella Sistina]]; oltre a includere un suo ritratto nella ''[[Scuola d'Atene]]'', in opere successive allo scoprimento della volta si notano riferimenti ben eloquenti a Michelangelo, come nel ''[[Profeta Isaia (Raffaello)|Profeta Isaia]]'', lodato dallo stesso Buonarroti, o nell<nowiki>'</nowiki>''[[Incendio di Borgo]]'', dove i corpi muscolosi in tumultuoso movimento rimandano direttamente al suo esempio.
 
Un nuovo momento di scontro sorse quando [[Giulio de' Medici]] decise di affidare due grandi pale d'altare a Sebastiano del Piombo e Raffaello. Scrisse Leonardo Sellaio al Buonarroti: «Ora mi pare che Raffaello metta sottosopra el mondo perché lui [Sebastiano] non la facia, per non venire a paraghoni» (19 gennaio [[1517]]). Michelangelo disegnò di sua mano le figure principali della pala di Sebastiano (la ''[[Resurrezione di Lazzaro (Sebastiano del Piombo)|Resurrezione di Lazzaro]]'') e i due artisti in ballo ritardarono la consegna dell'opera per non svelarsi prima al rivale. Alla fine Raffaello morì, lasciando la celebre ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'', completata dai suoi allievi.
 
In definitiva Raffaello si mosse sempre in modo da assimilare il meglio da chi aveva a portata d'occhio, fosse la ricchezza cromatica di un veneziano, la dolcezza di Leonardo o il dinamismo di Michelangelo. Ammirando e imitando in tempi diversi, senza mai seguire gli esisti estremi delle poetiche altrui ma piegandole alla propria sensibilità, Raffaello si pose come figura di mediazione, esempio per il futuro e terzo personaggio nell'ideale triade dei grandi "geni" del Rinascimento<ref>Franzese, cit., pag. 140.</ref>.
 
== Raffaello e l'incisione ==
[[File:Galatea (engraving).jpg|thumb|Il ''Trionfo di Galatea'' di Marcantonio Raimondi]]
[[Raffaello]] ebbe una sincera e profonda ammirazione per l'arte dell'incisione, e sono documentate alcune opere di [[Albrecht Dürer]] che egli teneva esposte nella sua bottega. Egli arrivò a inviare un suo discepolo, Baviero de' Carrocci detto il Baviera, per mettersi in contatto con [[Marcantonio Raimondi]], incisore bolognese attivo a Roma, allievo del [[il Francia|Francia]] e influenzato da Dürer. A lui affidò il compito di riprodurre in serie una cospicua quantità di dipinti e disegni del Sanzio, favorendone la straordinaria diffusione<ref name=F147>Franzese, cit., pag. 147.</ref>.
 
[[Vasari]] riportò come Raffaello fosse stato non solo consapevole ma in un certo senso promotore di questa lucrosa attività del Raimondi, spingendolo a vendere le riproduzioni a stampa a prezzi accessibili, per una platea molto ampia, rispetto alla ristretta cerchia dei facoltosi committenti che si garantivano le opere dell'urbinate. Tale mercato ebbe un enorme successo, in Italia e all'estero, arrivando a rappresentare uno dei maggiori veicoli di diffusione della [[Maniera moderna]] in Europa, rendendo noti le iconografie e gli schemi compositivi su cui si formarono intere generazioni di artisti<ref name=F147/>.
 
== Influenza ==
Raffaello fu uno dei pittori più influenti della storia dell'arte occidentale. La sua ripresa dei temi michelangioleschi, mediati dalla sua visione solenne e posata, fu uno degli ''input'' fondamentali del [[manierismo]]. Gli allievi della sua bottega ebbero frequentemente carriere indipendenti in più corti italiane ed europee, che diffusero ovunque la sua [[maniera moderna|maniera]] e i suoi traguardi.
 
Senza le opere monumentali della fase romana è impensabile il "classicismo" del secolo successivo, al tempo stesso aggraziato e magniloquente, dei [[Carracci]], di [[Guido Reni]], di [[Caravaggio]], [[Rubens]] e [[Velázquez]]. Modello imprescindibile ancora nella fase delle accademie sette-ottocentesche, fece da fonte di ispirazione a maestri anche molto diversi come [[Jean-Auguste-Dominique Ingres|Ingres]] e [[Eugène Delacroix|Delacroix]], che trassero da lui spunti differenti. Nel corso del XIX secolo la sua opera ispirò ancora importanti movimenti, come quello dei [[Nazareni]] e quello dei [[Preraffaelliti]], questi ultimi interessati alla sua estetica giovanile, legati a un'arcadica rievocazione del Quattrocento e del primissimo Cinquecento italiano, prima appunto del "Raffaello classicista"<ref>Franzese, cit., pag. 149.</ref>.
 
== Opere ==
=== DipintiRomanzi ===
* ''Non è niente'', Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2005 ISBN 88-8490-559-1.
{{vedi anche|Madonne di Raffaello}}
* ''I supereroi'', Milano, Bompiani, 2009 ISBN 978-88-452-6209-8.
[[File:Raffaello Angelo 2 (frammento pala Baronci).jpg|thumb|''[[Angelo (Raffaello Parigi)|Angelo]]'', Louvre]]
* ''Corpo libero'', Milano, Feltrinelli, 2011 ISBN 978-88-07-01836-7.
[[File:Raffaello, ritratto virile della galleria borghese.jpg|thumb|''[[Ritratto virile (Raffaello Galleria Borghese)|Ritratto virile]]'', Galleria Borghese]]
* ''Domenica'', Milano, Feltrinelli, 2012 ISBN 978-88-07-01919-7.
==== Gioventù ====
* ''Faremo Foresta'', Milano, Mondadori 2018 ISBN 978-88-04-68566-1.
* ''[[Madonna di Casa Santi]]'', 1498 circa, affresco, 97x67 cm, [[Urbino]], [[Casa Santi]]
=== Racconti ===
* ''[[Stendardo della Santissima Trinità]]'', 1499 circa, olio su tela, [[Città di Castello]], [[Pinacoteca comunale (Città di Castello)|Pinacoteca comunale]]
* ''La fine dell'amore'', Milano, Isbn, 2006 ISBN 88-7638-049-3.
** ''Trinità con i santi Rocco e Sebastiano'', 166x94 cm
* ''L'inizio di tutte le cose'', Milano, Indiana, 2009 ISBN 978-88-97404-43-9.
** ''Creazione di Eva'', 166x94 cm
=== Graphic Novel ===
* ''[[Pala del beato Nicola da Tolentino]]'', 1500-1501, olio su tavola
* ''La fine dell'amore'', Pavia, Hop!, 2014 ISBN 978-88-97698-18-0.
** ''[[Angelo (Raffaello Brescia)|Angelo]]'', trasportato su tela, 31x27 cm, [[Brescia]], [[Pinacoteca Tosio-Martinengo]]
** ''[[Angelo (Raffaello Parigi)|Angelo]]'', 58x36 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
** ''[[Eterno tra cherubini e testa di Madonna|Eterno tra cherubini'' e ''testa di Madonna]]'', 112x115 cm, [[Napoli]], [[Museo nazionale di Capodimonte]]
** ''[[Nicola da Tolentino resuscita due colombe]]'', 29,2x54 cm, [[Detroit]], [[Detroit Institute of Arts]]
** ''[[Nicola da Tolentino soccorre un fanciullo che annega]]'', 26,7x51,8&nbsp;cm, [[Detroit]], [[Detroit Institute of Arts]]
** ''Nicola da Tolentino e gli impiccati'', [[Pisa]], [[Museo nazionale di palazzo Reale]]
* ''[[Madonna Solly]]'', 1500-1504 circa, olio su tavola, 52x38 cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Francesco]]'', 1500-1504 circa, olio su tavola, 34x29 cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[San Sebastiano (Raffaello)|San Sebastiano]]'', 1501-1502 circa, olio su tavola, 43x34 cm, [[Bergamo]], [[Accademia Carrara]]
* ''[[Resurrezione di Cristo (Raffaello)|Resurrezione di Cristo]]'', 1501-1502 circa, olio su tavola, 52x44 cm, [[San Paolo (Brasile)|San Paolo del Brasile]], [[Museo d'Arte di San Paolo|Museu de Arte]]
* ''[[Crocifissione Mond]]'' o ''[[Crocifissione Gavari|Gavari]]'', 1502-1503, olio su tavola, 279x166 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
** ''San Girolamo resuscita tre morti'', 23x41 cm, [[Lisbona]], [[Museu Nacional de Arte Antiga]]
** ''Miracolo di san Girolamo'', 23x41 cm, [[Raleigh (Carolina del Nord)|Raleigh]], [[North Carolina Museum of Art]]
* ''[[Pala degli Oddi]]'', 1502-1503, olio su tela, 267x163 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca Vaticana]]
** ''Annunciazione''
** ''Adorazione dei Magi''
** ''Presentazione di Gesù al tempio''
* ''[[Madonna di Pasadena]]'', 1503 circa, olio su tavola, 55x40 cm, [[Pasadena (California)|Pasadena]], [[Norton Simon Museum of Art]]
* ''[[Sogno del cavaliere]]'', 1503-1504 circa, olio su tavola, 17x17 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Tre Grazie (Raffaello)|Tre Grazie]]'', 1503-1504 circa, olio su tavola, 17x17 cm, [[Chantilly]], [[Musée Condé]]
* ''[[Ritratto virile (Raffaello Galleria Borghese)|Ritratto virile]]'', 1503-1504 circa, olio su tavola, 45x31 cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]]
* ''[[Ritratto virile del Liechtenstein|Ritratto virile]]'', 1503-1504, olio su tavola, 47x37 cm, [[Vienna]], [[Liechtenstein Museum]]
* ''[[Pala Colonna (Raffaello)|Pala Colonna]]'', 1503-1505, olio su tavola
** ''Eterno fra due angeli'', 73x168 cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]
** ''Madonna col Bambino in trono e cinque santi'', 169x169,5&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]
** ''San Francesco d'Assisi'', 24x16 cm, [[Dulwich]], [[Dulwich Picture Gallery]]
** ''Sant'Antonio da Padova'', 24x16 cm, [[Dulwich]], [[Dulwich Picture Gallery]]
** ''Orazione nell'orto'', 24x28 cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]
** ''Pietà'', 24x28 cm, [[Boston]], [[Isabella Stewart Gardner Museum]]
** ''Andata al Calvario'', 23x85 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Ritratto di giovane (Raffaello)|Ritratto di giovane]]'', 1504 circa, olio su tavola, 54x39 cm, [[Budapest]], [[Museo di belle arti (Budapest)|Museo di belle arti]]
* ''[[Ritratto del Perugino]]'' (attr. incerta), 1504 circa, olio su tela, 59x46 cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]],
* ''[[Sposalizio della Vergine (Raffaello)|Sposalizio della Vergine]]'', 1504, olio su tavola, 170x118 cm, [[Milano]], [[Pinacoteca di Brera]]
 
== Televisione ==
==== Periodo fiorentino ====
* ''[[Very Victoria]]'' (2005-2008) (co-autrice)
[[File:Raphael - Madonna dell Granduca LR.jpg|thumb|''[[Madonna del Granduca]]'', Galleria Palatina]]
* ''[[Victor Victoria - Niente è come sembra]]'' (2009-2011) (co-autrice)
[[File:Ritratto di agnolo doni.jpg|thumb|''[[Ritratto di Agnolo Doni]]'', Galleria Palatina]]
* ''[[Ginnaste - Vite parallele]]'' (2011-2016) (ideatrice)
[[File:Raffael stcatherina.jpg|thumb|''[[Santa Caterina d'Alessandria (Raffaello)|Santa Caterina d'Alessandria]]'', National Gallery, Londra]]
* ''[[Ballerini - Dietro il sipario]]'' (2013) (ideatrice)
* ''[[Madonna Diotallevi]]'', 1504 circa, olio su tavola, 69x50 cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[In Treatment (serie televisiva 2013)|In Treatment]]'' (2013-2017) (co-autrice)
* ''[[Madonna Connestabile]]'', 1504 circa, olio su tela, diam. 17,9&nbsp;cm, [[San Pietroburgo]], [[Museo dell'Ermitage]]
* ''[[Madonna del Granduca]]'', 1504, olio su tavola, 84x55 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Piccola Madonna Cowper]]'', 1504-1505 circa, olio su tavola, 58x43 cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Madonna Terranuova]]'', 1504-1505 circa, olio su tavola, diam. 87&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Ritratto di Elisabetta Gonzaga]]'', 1504-1505 circa, olio su tavola, 52,9x37,3&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[Ritratto di Emilia Pia da Montefeltro]]'', 1504-1505 circa, olio su tavola, 42,5x28,5&nbsp;cm, [[Baltimora]], [[Baltimore Museum of Art]]
* ''[[Pala Ansidei]]'', 1505, olio su tavola, 274x152 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
** ''[[Predica del Battista]]'', 1505 circa, olio su tavola, 26x53,3&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Ritratto di giovane con la mela]]'' (''[[Ritratto di Francesco Maria Della Rovere]]''), 1505 circa, olio su tavola, 47x35 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[San Michele e il drago]]'', 1505 circa, olio su tavola, 31x27 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[San Giorgio e il drago (Raffaello Parigi)|San Giorgio e il drago]]'', 1505 circa, olio su tavola, 31x27 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[San Giorgio e il drago (Raffaello Washington)|San Giorgio e il drago]]'', 1505-1506 circa, olio su tavola, 28,5x21,5&nbsp;cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Dama col liocorno]]'', 1505-1506, olio su tavola, 65x51 cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]]
* ''[[La Gravida]]'', 1505-1506, olio su tavola, 66x52 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Cristo benedicente (Raffaello)|Cristo benedicente]]'', 1506, olio su tavola, 31,7x25,3&nbsp;cm, [[Brescia]], [[Pinacoteca Tosio Martinengo]]
* ''[[Autoritratto (Raffaello)|Autoritratto]]'', 1506, olio su tavola, 47,5x33 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[Ritratto di Agnolo Doni]]'', 1506, olio su tavola, 63x45 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Ritratto di Maddalena Strozzi]]'', 1506, olio su tavola, 63x45 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro]]'', 1506, olio su tavola, 69x52 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[Madonna d'Orleans]]'', 1506, olio su tavola, 29x21 cm, [[Chantilly]], [[Musée Condé]]
* ''[[Sacra Famiglia con san Giuseppe imberbe]]'', 1506, olio su tavola, 74x57 cm, [[San Pietroburgo]], [[Museo dell'Ermitage]]
* ''[[Sacra Famiglia con palma]]'', 1506, olio su tavola, diam. 101,4&nbsp;cm, [[Edimburgo]], [[National Gallery of Scotland]]
* ''[[Madonna del Belvedere]]'' (o ''[[Madonna del Prato (Raffaello)|Madonna del Prato]]''), 1506, olio su tavola, 113x88 cm, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]]
* ''[[Madonna dei Garofani]]'', 1506-1507 circa, olio su tavola, 27,9x22,4&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Madonna Northbrook]]'', 1507, olio su tavola, 66x37 cm, [[Worcester (Massachusetts)]], [[Worcester Art Museum]]
* ''[[Madonna del Cardellino]]'', 1507, olio su tavola, 107x77 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[Belle Jardinière]]'', 1507, olio su tavola, 122x80 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[Pala Baglioni]]'', 1507, olio su tavola
** ''[[Deposizione Borghese]]'', 184x176 cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]]
** ''[[Fede (Raffaello)|Fede]]'', 16x44 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca vaticana]]
** ''[[Carità (Raffaello)|Carità]]'', 16x44 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca vaticana]]
** ''[[Speranza (Raffaello)|Speranza]]'', 16x44 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca vaticana]]
** Fregio con ''Putti e grifi'', tempera su tavola, quattro frammenti di 21x37, 21x55, 21x54,8 e 21x36,5&nbsp;cm, [[Perugia]], [[Galleria Nazionale dell'Umbria]]
* ''[[Sacra Famiglia con l'agnello]]'', 1507, olio su tavola, 29x21 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* '' [[Sacra Famiglia Canigiani]]'', 1507, olio su tavola, 131x107 cm, [[Monaco di Baviera]], [[Alte Pinakothek]]
* '' [[Madonna Bridgewater]]'', 1507, olio su tavola, 81x56 cm, [[Edimburgo]], [[National Gallery of Scotland]]
* ''[[La Muta]]'', 1507, olio su tavola, 64x48 cm, [[Urbino]], [[Galleria Nazionale delle Marche]]
* ''Ritratto di giovane'', 1507, olio su tavola, 37x40,5&nbsp;cm, [[Hampton Court]]
* ''[[Madonna Colonna]]'', 1507 circa, olio su tavola, 77,5x56,5&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Madonna del Baldacchino]]'', 1507-1508, olio su tela, 276x224 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Cappella di San Severo]]'', 1507-1508, affresco, base 389&nbsp;cm, [[Perugia]], [[Chiesa di San Severo (Perugia)|chiesa del monastero di San Severo]]
* ''[[Madonna Esterhazy]]'', 1508, olio su tavola, 29x21,5&nbsp;cm, [[Budapest]], [[Museo di belle arti (Budapest)|Museo di belle arti]]
* ''[[Grande Madonna Cowper]]'', 1508, olio su tavola, 68x46 cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Madonna Tempi]]'', 1508, olio su tavola, 75x51 cm, [[Monaco di Baviera]], [[Alte Pinakothek]]
* ''[[Santa Caterina d'Alessandria (Raffaello)|Santa Caterina d'Alessandria]]'', 1508, olio su tavola, 71x53 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
 
==== PeriodoFilmografia romano ====
* ''Che cosa vuol dire pensare'' (2002) (regia e sceneggiatura)
[[File:Messa di bolsena 01.jpg|thumb|upright=1.3|La ''[[Messa di Bolsena]]'']]
* ''Chalk'' (2011) regia di [[Martina Amati]] (sceneggiatura e candidatura ai BAFTA)
[[File:Raphael Madonna della seggiola.jpg|thumb|La ''[[Madonna della Seggiola]]'']]
[[File:MadonnaDiFoligno.jpg|thumb|''[[Madonna di Foligno]]'']]
[[File:Raffael, Sixtinska madonnan.jpg|thumb|''[[Madonna Sistina]]'']]
[[File:Raffael 040.jpg|thumb|''[[Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi]]'']]
[[File:Loge du 2ème étage du palais apostolique du Vatican.jpg|thumb|La [[Loggia di Raffaello]]]]
* ''[[Stanza della Segnatura]]'', 1508-1511, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
** Volta, 1508
*** ''[[Primo moto]]'', 120x105 cm
*** ''[[Giudizio di Salomone (Raffaello)|Giudizio di Salomone]]'', 120x105 cm
*** ''[[Adamo ed Eva (Raffaello)|Adamo ed Eva]]'', 120x105 cm
*** ''[[Apollo e Marsia (Raffaello)|Apollo e Marsia]]'', 120x105 cm
*** ''[[Teologia (Raffaello)|Teologia]]'', diam. 180&nbsp;cm
*** ''[[Giustizia (Raffaello)|Giustizia]]'', diam. 180&nbsp;cm
*** ''[[Filosofia (Raffaello)|Filosofia]]'', diam. 180&nbsp;cm
*** ''[[Poesia (Raffaello)|Poesia]]'', diam. 180&nbsp;cm
** ''[[Disputa del Sacramento]]'', 1509, base 770&nbsp;cm
** ''[[Scuola di Atene]]'', 1509-1511, base 770&nbsp;cm
** ''[[Parnaso (Raffaello)|Parnaso]]'', 1510-1511, base 670&nbsp;cm
** ''[[Virtù e la Legge]]'', 1511, base 660&nbsp;cm
* ''[[Madonna della Torre]]'', 1509 circa, olio su tela, 76,5x63 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Ritratto del cardinale Alessandro Farnese]]'', 1509-1511 circa, olio su tela, 132x88 cm, [[Napoli]], [[Museo di Capodimonte]]
* ''[[Madonna Aldobrandini]]'', 1510, olio su tavola, 38x33 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Ritratto di cardinale (Raffaello)|Ritratto di cardinale]]'', 1510-1511 circa, olio su tavola, 79x61 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Madonna del Diadema blu]]'', 1510-1511 circa, olio su tavola, 68x44 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
* ''[[Madonna d'Alba]]'', 1511, olio su tela, diam. 98&nbsp;cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Trionfo di Galatea]]'', 1511, affresco, 295x225 cm, [[Roma]], [[Villa Farnesina]]
* ''[[Profeta Isaia (Raffaello)|Profeta Isaia]]'', 1511-1512, affresco, 250x155 cm, [[Roma]], [[chiesa di Sant'Agostino (Roma)|chiesa di Sant'Agostino]]
* ''[[Stanza di Eliodoro]]'', 1511-1514, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
** Volta, 1511
*** ''[[Roveto ardente]]'', base 390&nbsp;cm
*** ''[[Scala di Giacobbe]]'', base 340&nbsp;cm
*** ''[[Apparizione di Dio a Noè]]'', base 390&nbsp;cm
*** ''[[Sacrificio di Isacco (Raffaello)|Sacrificio di Isacco]]'', base 340&nbsp;cm
** ''[[Cacciata di Eliodoro dal tempio]]'', 1511-1512, base 750&nbsp;cm
** ''[[Messa di Bolsena]]'', 1512, base 660&nbsp;cm
** ''[[Liberazione di san Pietro]]'', 1513-1514, base 660&nbsp;cm
** ''[[Incontro di Attila e Leone Magno]]'', 1514, base 750&nbsp;cm
* ''[[Ritratto di Giulio II]]'', 1511, olio su tavola, 108,7x81 cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Madonna del Velo (Raffaello)|Madonna del Velo]]'', 1511-1512, olio su tavola, 120x90 cm, [[Chantilly]], [[Museo Condé]]
* ''[[Madonna di Foligno]]'', 1511-1512, olio su tela, 320x194 cm, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]]
* ''[[Ritratto di Giulio II]]'' (attribuito), 1512, olio su tela, 107x80 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[Madonna dei Candelabri]]'', 1513-1514 circa, olio su tela, diam. 65&nbsp;cm, [[Baltimora]], [[Walters Art Gallery]]
* ''[[Madonna Sistina]]'', 1513-1514 circa, olio su tavola, 265x196 cm, [[Dresda]], [[Gemäldegalerie (Dresda)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Madonna dell'Impannata]]'', 1513-1514, olio su tela, 158x125 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Sibille e angeli]]'', 1514, ciclo di affreschi, [[Roma]], [[chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)|chiesa di Santa Maria della Pace]]
* ''[[Estasi di santa Cecilia]]'', 1514 circa, olio su tela, 239x149 cm, [[Pinacoteca Nazionale di Bologna]]
* ''[[Madonna della Seggiola]]'', 1514, olio su tavola, diam. 71&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Madonna della Tenda]]'', 1514, olio su tavola, 65,8x51,2&nbsp;cm, [[Monaco di Baviera]], [[Alte Pinakothek]]
* ''[[Madonna del Pesce]]'', 1514 circa, olio su tela, 215x158 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Ritratto di Fedra Inghirami]]'', 1514-1516 circa, olio su tavola, 89,7x62,2&nbsp;cm, [[Boston]], [[Isabella Stewart Gardner Museum]]
* ''[[Ritratto di Fedra Inghirami]]'', 1514-1516 circa, olio su tavola, 90x62 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Ritratto di Baldassarre Castiglione]]'', 1514-1515 circa, olio su tela, 82x67 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
* ''[[Stanza dell'Incendio di Borgo]]'', 1514-1517, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
** ''[[Incendio di Borgo]]'', 1514, base 670&nbsp;cm
** ''[[Battaglia di Ostia (Raffaello)|Battaglia di Ostia]]'', 1514-1515, base 770&nbsp;cm
** ''[[Incoronazione di Carlo Magno]]'', 1516-1517, base 770&nbsp;cm
** ''[[Giustificazione di Leone III]]'', 1517, base 670&nbsp;cm
* [[Arazzi di Raffaello]], 1515-1516, cartoni per arazzi, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]] (arazzi) e [[Londra]], [[Victoria and Albert Museum]] (una parte dei cartoni)
** ''[[Pesca miracolosa (Raffaello)|Pesca miracolosa]]'', 360x400 cm
** ''[[Consegna della chiavi (Raffaello)|Consegna della chiavi]]'', 345x535 cm
** ''[[Punizione di Elima]]'', 385x445 cm
** ''[[Sacrificio di Listra]]'', 350x540 cm
** ''[[Guarigione dello storpio]]'', 390x520 cm
** ''[[Predica di san Paolo]]'', 390x440 cm
** ''[[Morte di Anania]]'', 385x400 cm
** ''[[Lapidazione di santo Stefano (Raffaello)|Lapidazione di santo Stefano]]'' (cartone perduto)
** ''[[Conversione di Saulo (Raffaello)|Conversione di Saulo]]'' (cartone perduto)
** ''[[San Paolo in carcere]]'' (cartone perduto)
* ''[[Ritratto di Bindo Altoviti]]'', 1515 circa, olio su tavola, 59,7x43,8&nbsp;cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Dio Padre benedicente tra due angeli]]'' (atelier), 1515-1520 circa, affresco staccato, 140x283 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[La Velata]]'', 1516 circa, olio su tavola, 85x64 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Ritratto del cardinal Bibbiena]]'', 1516 circa, olio su tela, 86x65 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano]]'', 1516, olio su tela, 76x107 cm, [[Roma]], [[Galleria Doria Pamphili]]
* Cartoni per i mosaici della [[cappella Chigi]] di [[Basilica di Santa Maria del Popolo|Santa Maria del Popolo]], 1516
* affreschi della [[Stufetta del cardinal Bibbiena]], 1516, [[Roma]], [[Palazzo Apostolico]]
* ''[[Ritratto di giovane uomo]]'', 1516-1517, olio su tavola, 72x56 cm, già a [[Cracovia]], [[Museo Czartoryski]] (scomparso durante la II Guerra Mondiale)
* ''[[San Giovannino nel deserto]]'', 1516-1517 circa, olio su tela, 135x142 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[Madonna del Passeggio]]'', 1516-1518 circa, olio su tavola, 88x62 cm, [[Edimburgo]], [[National Gallery of Scotland]]
* ''[[Loggia di Psiche]]'', 1517, ciclo di affreschi, [[Roma]], [[Villa Farnesina]]
* ''[[Apostoli (Raffaello)|Apostoli]]'', 1517 circa, affreschi già in [[Città del Vaticano]], [[Palazzo Apostolico]], distrutti
* ''[[Spasimo di Sicilia]]'', 1517, olio su tela, 318x229 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Visitazione (Raffaello)|Visitazione]]'', 1517 circa, olio su tela, 200x145 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Visione di Ezechiele]]'', 1518, olio su tavola, 40x30 cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[San Michele sconfigge Satana]]'', 1518, olio su tavola, 268x160 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
* ''[[Sacra Famiglia di Francesco I]]'', 1518, olio su tela, 207x140 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
* ''[[Sacra Famiglia sotto la quercia]]'', 1518, olio su tavola, 144x110 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[La Perla (dipinto)|La Perla]]'', 1518 circa, olio su tela, 144x155 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Ritratto di Dona Isabel de Requesens]]'', 1518 circa, olio su tela, 120x95 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[Santa Margherita (Raffaello)|Santa Margherita]]'' (con [[Giulio Romano]]), 1518, olio su tela, 178x122 cm, [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]
* ''[[Santa Margherita (Raffaello)|Santa Margherita]]'', 1518, olio su tavola, 192x122 cm, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]]
* ''[[Madonna della Rosa (Raffaello)|Madonna della Rosa]]'', 1518, olio su tela, 103x84 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino (Raffaello)|Ritratto di Lorenzo de' Medici duca di Urbino]]'' (attribuito), 1518 circa, olio su tela, 97x79 cm, collezione privata, già Christie's, 2007.
* ''[[Madonna del Divino amore]]'', 1518 circa, olio su tavola, 152x125 cm, [[Napoli]], [[Museo di Capodimonte]]
* ''[[Autoritratto con un amico]]'', 1518, olio su tela, 99x83 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[San Giovannino (Raffaello)|San Giovannino]]'', 1518-1519, olio su tela, 165x147 cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Piccola Sacra Famiglia]]'' (con [[Giulio Romano]]), 1518-1519, olio su tavola, 38x32 cm, [[Parigi]], [[Louvre]]
* ''[[Ritratto di giovane donna (Raffaello)|Ritratto di giovane donna]]'', 1518-1519, olio su tavola, 74x50 cm, [[Strasburgo]], [[Musée des Beaux-Arts (Strasburgo)|Musée des Beaux-Arts]]
* ''[[Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi]]'', 1518-1519, olio su tavola, 154x118 cm, [[Firenze]], [[Uffizi]]
* ''[[La Fornarina]]'', 1518-1519, olio su tavola, 85x60 cm, [[Roma]], [[Galleria nazionale d'arte antica]] di [[Palazzo Barberini]]
* ''[[Loggia di Raffaello]]'', 1518-1519, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
* ''[[Prima Loggia]]'', 1518-1519, ciclo di affreschi, già in [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]], perduti
* ''[[Perla di Modena]]'', 1518-1520 circa, olio su tavola, 35x30 cm, [[Modena]], [[Galleria Estense]]
* ''[[Loggetta del cardinal Bibbiena]]'', 1519, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
* ''[[Trasfigurazione (Raffaello)|Trasfigurazione]]'', 1518-1520, olio su tavola, 405x278 cm, [[Città del Vaticano]], [[Pinacoteca Vaticana]]
 
==== Opere postume della scuola ====
Già negli ultimi anni di vita Raffaello fu più un appaltatore di lavori per la sua bottega che un pittore nel senso stretto; produceva solitamente i disegni e cartoni per opere che venivano eseguite dai suoi assistenti. Per questo le sue idee continuarono a essere eseguite anche dopo la sua morte.
 
* ''[[Sala di Costantino]]'', 1520-1524, ciclo di affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Musei Vaticani]]
** ''[[Visione della croce]]''
** ''[[Battaglia di Costantino contro Massenzio]]''
** ''[[Battesimo di Costantino]]''
** ''[[Donazione di Roma]]''
* ''Incoronazione di Monteluce'', 1524-1525, olio su tavola, 354x230 cm, [[Roma]], [[Pinacoteca vaticana]]
 
=== Architettura ===
[[File:Monumento a Raffaello Sanzio - Urbino.jpg|thumb|Monumento a Raffaello Sanzio, Urbino.]]
* [[Chiesa di Sant'Eligio degli Orefici]], dal 1509, [[Roma]] (la facciata è stata rifatta nel Seicento)
* [[Cappella Chigi]], dal 1513-1514, [[basilica di Santa Maria del Popolo]], [[Roma]]
* [[Palazzo Pandolfini]] (attr.), 1513-1514 circa, [[Firenze]]
* [[Basilica di San Pietro in Vaticano]], dal 1514 al 1520, [[Città del Vaticano]]
* [[Loggia di Raffaello]], 1514-1519, [[Palazzo Apostolico]], [[Città del Vaticano]]
* [[Palazzo Jacopo da Brescia]] (distrutto), 1515-1519, già a [[Roma]]
* [[Palazzo Alberini]], 1515-1519, [[Roma]]
* Scuderie della [[Villa Farnesina]] (distrutte), 1516 circa, già a Roma
* [[Villa Madama]], dal 1518, [[Roma]]
* [[Palazzo Branconio dell'Aquila]] (distrutto), dal 1519 circa, già a [[Roma]]
 
== Allievi o seguaci di Raffaello ==
 
{{cn|Queste personalità seguirono le orme di Raffaello, ispirandosi alle sue opere:}}
 
* Cesare da Sesto
* Andrea del Sarto
* Correggio
* Salviati
* Lavinia Fontana
* Pordenone
* lo Spagna
* Giovanni da Udine
* Van Orley, Bernart
* Girolamo da Carpi
* Giulio Romano
* Penni, Giovan Francesco
* Polidoro da Caravaggio
* Girolamo Siciolante
* Il Sodoma
* Fiori, Federico (Barocci)
* Tisi, Benvenuto (Il Garofalo)
* l’Ortolano (Giovanni Battista Benvenuti)
* Sebastiano del Piombo
* Perin del Vaga
* Franciabigio
 
=== Altro ===
* ''[[:s:Sonetti (Raffaello)|Sonetti]]''
* ''[[Lettera a Leone X]]'' (con [[Baldassarre Castiglione]]), 1519 circa
* {{cita web|http://www.arteantica.eu/opera-omnia/sanzio_raffaello_santi_raffaello-00013138.html|Opera Omnia di Raffaello Sanzio}}
 
== Onorificenze ==
A Raffaello Sanzio è stato dedicato l'[[asteroide]] [[9957 Raffaellosanti]].
 
Dal [[1997]], Raffaello Sanzio venne raffigurato sulla [[500.000 lire|banconota da 500.000]] [[lira italiana|lire italiane]], in corso fin quando l'Italia adottò l'[[euro]].
 
Inoltre a Raffaello Sanzio è stato dedicato l'aeromobile di lungo raggio Alitalia Airbus A330-202, registrato EI-EJG. http://www.planespotters.net/Production_List/Airbus/A330/1123,EI-EJG-Alitalia.php
 
== Raffaello nel cinema ==
* Nel 1943 [[Enrico Guazzoni]] realizzò il film ''[[La Fornarina (film)|La Fornarina]]'' dove l'artista venne interpretato dal pittore [[Walter Lazzaro]].
* Del 1909 è il cortometraggio ''[[Raffaello Sanzio e la fornarina]]'' di [[Edoardo Bencivenga]].
* Nel 1963 è stato girato il documentario ''[[Raffaello in Casa]]'' di [[Gian Luigi Rondi]].
* Nel 1984 gli è stata dedicata anche la serie tv ''[[Raffaello (miniserie televisiva)|Raffello]]'' di [[Anna Zanoli]].
* Nel 2017 viene realizzato il film biografico-documentario ''[[Raffaello - Il Principe delle Arti in 3D]]'', diretto da [[Luca Viotto]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
[[File:Lire 500000 (Raffaello Sanzio).JPG|thumb|Banconota da 500.000 lire italiane raffigurante Raffaello Sanzio]]
[[File:Bowyer Bible Volume 1 Print Print 5. Fame Crowning Raphael. Chaperon.png|thumb|Robert Bowyer, la ''Fama che incorona un busto di Raffaello'', XVIII secolo]]
* Eugène Müntz, ''Raphael. Sa vie, son oeuvre et son temps'', Paris, Hachette, 1886
* Adolfo Venturi, ''Raffaello'', Roma, E. Calzone, 1920
* Pierluigi De Vecchi, ''Raffaello'', Rizzoli, Milano 1975.
* A. Pagnani, ''Storia di Sassoferrato'', Fabriano 1975
* Pierluigi De Vecchi, ''Raffaello: la pittura'', Firenze 1981
* J. Beck, ''Raffaello'', Milano 1982
* Konrad Oberhuber, ''Raffaello'', Milano 1982
* [[John Pope-Hennessy]], ''Raffaello'', Torino 1983
* Maria Grazia Ciardi Duprè; Paolo Dal Poggetto (a cura di), ''Urbino e le Marche prima e dopo Raffaello'', Firenze, Salani, 1983
* Manfredo Tafuri, Christoph Luitpold Frommel, Stefano Ray, ''Raffaello architetto'', Milano, Electa, 1984
* Enzo Gualazzi, ''Vita di Raffaello da Urbino'', MIlano, Rusconi, 1984
* A. Zuccari, ''Raffaello e le dimore del Rinascimento'', Firenze 1986
* [[Nicole Dacos Crifò]], ''Le Logge di Raffaello'', Roma 1986
* Marcello Fagiolo; Maria Luisa Madonna (a cura di), ''Raffaello e l'Europa''. Atti del IV Corso Internazionale di Alta Cultura dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Roma, Istituto poligrafico e zecca dello stato, 1990.
* V. Labella, ''Una stagione di giganti. Michelangelo, Leonardo, Raffaello'', Cinisello Balsamo 1991
* AA.VV., ''Raffaello'', Milano 1994
* Wolfgang Lotz, ''Architettura in Italia 1500-1600'', a cura di D. Howard, Milano, Rizzoli 1995.
* [[Pasquale Sabbatino]], ''Raffaello Sanzio e Baldassare Castiglione'', in ''La bellezza di Elena. L'imitazione nella letteratura e nelle arti figurative del Rinascimento'', Firenze, Olschki, 1997, pp.&nbsp;35–40, ISBN 88-222-4503-2
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* Jürg Meyer zur Capellen, ''Raphael - A Critical Catalogue of his Paintings'', Landshut, Arcos Verlag, 2001-2008
* Bruno Santi, ''Raffaello'', in ''I protagonisti dell'arte italiana'', Scala Group, Firenze 2001. ISBN 88-8117-091-4
* Sylvie Béguin e Cristiana Garofalo, ''Raffaello. Catalogo completo dei dipinti''. Saggio introduttivo: Sylvie Béguin, catalogo delle opere: Cristiana Garofalo, Octavo Ed., Santarcangelo di Romagna 2002
* John Shearman, ''Raphael in Early Modern Sources 1483–1602'', New Haven/ London, Yale University Press, 2003
* V. Farinella, ''Raffaello'', Milano, 5 Continents 2004
* Bette Talvacchia, ''Raffaello'', Londra, Phaidon, 2007 ISBN 978-0-7148-9875-9
* [[John Shearman]], ''Studi su Raffaello'', a cura di B. Agosti e V. Romani, Milano, Electa 2007
* [[Nicole Dacos Crifò|Nicole Dacos]], ''Le logge di Raffaello. L'antico, la Bibbia, la bottega, la fortuna'', Milano, Jaca Book-LEV-Musei Vaticani 2008
* Paolo Franzese, ''Raffaello'', Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2
* D.Savelli, ''Raffaello e la devozione lauretana'', Toscana Oggi, Settembre 2009
* Lorenza Mochi Onori, ''Raffaello e Urbino. La formazione giovanile e i rapporti con la città natale'', Milano, Electa, 2009 ISBN 978-88-370-6812-7
* Tom Henry; Paul Joannides (dir.), ''Raphaël. Les dernières années'', Musée du Louvre (11.10.2012-14.01.2013), Paris, Hazan, 2012 ISBN 978-88-89854-50-1
* [[Giuliano Pisani]], ''Le Veneri di Raffaello (Tra Anacreonte e il Magnifico, il Sodoma e Tiziano)'', Studi di Storia dell'Arte 26, 2015, Ediart, Todi, pp.&nbsp;97–122.
 
== Voci correlate ==
* [[Lettera di Raffaello d'Urbino a Leone X]]
* [[Rinascimento umbro]]
* [[Rinascimento romano]]
* [[Maniera moderna]]
* [[Architettura rinascimentale]]
* [[Casina di Raffaello]]
* [[Madonne di Raffaello]]
* [[Accademia Raffaello]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_auth&resultForward=opac/iccu/full_auth.jsp&from=1&nentries=10&searchForm=opac/iccu/error.jsp&do_cmd=search_show_cmd&fname=none&sortquery=+BY+%40attrset+bib-1++%40attr+1%3D1003&sortlabel=Nome&saveparams=false&item:5019:VID::@frase@=LO1V296498 Scheda di autorità] sul sito OPAC-SBN
* {{cita web|http://www.villafarnesina.it/|Gli affreschi di Raffaello Sanzio a Roma, in Villa Farnesina}}
* {{imdb}}
* {{cita web|http://raffaello.diecigrandimostre.com/|Sito della mostra Raffello da Firenze a Roma alla Galleria Borghese a Roma}}
* {{cita web|http://www.ilpost.it/ilariabernardini/|Articoli|19 ottobre 2017}}
* {{cita web|url=http://fe.fondazionezeri.unibo.it/catalogo/ricerca.jsp?apply=true&componi_OA=AND&mod_AUTN_OA=esatto&AUTN_OA=Sanzio+Raffaello&pagina=&decorator=layout&tipo_ricerca=avanzata&ordine_OA=data&percorso_ricerca=OA&galleria=true|titolo=Opere di Raffaello nel Catalogo online della Fondazione Federico Zeri}}
* {{cita web|http://alferjeprestia.com/2016/06/08/ilaria-bernardini/|Scheda dell'autrice|19 ottobre 2017}}
* [http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=8922 Intervista] a Marco Ciatti, direttore dei restauri della [[Madonna del Cardellino]]
* {{cita web|url=http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=rinascimento&scheda=rinascimento_testimoni_rinascita_testo24|titolo=Lettera a Leone X}}
* {{cita web|http://archive.org/details/istoriadellavita00quatuoft|(Antoine-Chrysostome) Quatremère de Quincy; Longhena, Francesco ''Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino'' (1829)}}
* {{cita web|http://archive.org/stream/raffaellodurbin00guasgoog#page/n12/mode/2up|Johann David Passavant, ''Raffaello d'Urbino e il padre suo, Giovanni Santi'' (1839, ed.it. 1889)}}
* {{cita web|http://www.adamoli.org/free/raffaello-sanzio|Vita e Opere su Raffaello Sanzio}}
* [http://www.classicistranieri.com/liberliber/Raffaello%20Sanzio/ Tutti gli scritti di Raffaello Sanzio] PDF - TXT - RTF
 
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