Gaeta e Assedio di Gaeta (1806): differenze tra le pagine

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{{Infobox conflitto
{{Nota disambigua}}
|Tipo=Battaglia
{{Divisione amministrativa
|Nome del conflitto=Assedio di Gaeta
|Grado amministrativo=3
|Parte_di=della [[Terza coalizione|guerra della Terza Coalizione]]
|Nome=Gaeta
|Immagine=GaetaCastello.jpg
|Stato=ITA
|Didascalia=Il [[castello di Gaeta]]
|Stemma=Gaeta-Stemma.png
|Luogo=[[Gaeta]], [[Regno di Napoli]]
|Bandiera=Gaeta-Gonfalone.png
|Data=26 febbraio – 18 luglio [[1806]]
|Voce stemma=
|Esito=Vittoria francese
|Voce bandiera=
|Schieramento1={{FRA 1IMPERO}}<br>{{ITA 1805-1814}}<br>[[File:Flag of the Kingdom of Etruria.svg|20px|border]] [[Regno di Etruria]]<br>[[File:Flag of Poland.svg|20px|border]] [[Legione polacca]]<br>[[File:Flag of Switzerland.svg|20px|border]] [[Svizzera]]
|Panorama=Gaeta panoramica.jpg
|Schieramento2=[[File:Flag of the United Kingdom.svg|20px|border]] [[Regno Unito]]<br>[[File:Flag of the Kingdom of Naples.svg|20px|border]] [[Regno di Napoli]]
|Didascalia=
|Comandante1= [[Andrea Massena]]
|Divisione amm grado 1=Lazio
|Comandante2= [[Luigi d'Assia-Philippsthal]]
|Divisione amm grado 2=Latina
|Effettivi1=12.000
|Amministratore locale=Cosmo Mitrano<ref>[http://www.comune.gaeta.lt.it/comune/comune_action.php?ACTION=istituzioni&cod_istituzione=31 Comune di Gaeta-Sindaco]</ref> [[Il Popolo della Libertà|PDL]]
|Effettivi2=7.000
|Data elezione=21 maggio 2012
|Perdite1=1.000
|Data istituzione=
|Perdite2=1.000 morti <br /> 6.000 prigionieri
|Altitudine=
|Superficie=29.2
|Note superficie=
|Abitanti=20876
|Note abitanti=[http://www.demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 maggio 2015.
|Aggiornamento abitanti=31-5-2015
|Sottodivisioni=Arenauta, Ariana, Fontania, Sant'Agostino, San Vito
|Divisioni confinanti=[[Formia]], [[Itri]]
|Prefisso=[[0771]]
|Targa=LT
|Zona sismica=3A
|Gradi giorno=938
|Nome abitanti=gaetani
|Patrono=santi [[Erasmo di Formia|Sant'Erasmo V.M.]] e [[Marziano di Siracusa|Marciano]], [[Annunciazione|Madonna Annunziata]]<ref>[http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=88920 TeleFree.iT » Latina » Gaeta » Santi patroni, si cambia. D'Onorio aggiunge l'Annunziata]</ref>
|Festivo=2 giugno
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Gaeta (province of Latina, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Gaeta nella provincia di Latina
|Sito=http://www.comune.gaeta.lt.it/
|Diffusività=
}}
{{Campagnabox Guerra della terza coalizione}}
 
L''''assedio di Gaeta''' del 1806 fu un assedio effettuato alla fortezza di [[Gaeta]] dall'armata francese, al cui comando vi era [[Andrea Massena]], che iniziò alla fine di febbraio durante le guerre della [[terza coalizione]].
'''Gaeta''' è un [[comune italiano]] di {{formatnum:20876}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Latina]] nel [[Lazio]] meridionale.
 
==L'assedio==
== Geografia fisica ==
Anche se dopo la fuga del re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] il principe ereditario [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco]], cui era stata data la reggenza, si accordò con i francesi per la cessione delle piazzaforte di Gaeta, insieme a quelle di [[Napoli]] e [[Pescara]], il governatore principe di [[Luigi d'Assia-Philippsthal]] rifiutò di consegnare la fortezza; egli fece rispondere a Massena che: «Gaeta non è [[Battaglia di Ulma|Ulm]] e il principe di Assia non è il [[Karl Mack von Leiberich|generale Mack]]»<ref>''The Life of Napoleon Buonaparte'', pag. 230</ref> Ebbe quindi inizio un lungo assedio durante il quale la guarnigione dimostrò una fiera resistenza e Massena ebbe gran parte della responsabilità se il suo ''esercito napoletano'' restò impegnato in questo assedio per i successivi cinque mesi. Questo impedì a Massena di spedire rinforzi per reprimere la sollevazione scoppiata in [[Calabria]] il che permise agli inglesi di sbarcare nella [[piana di Sant'Eufemia]] e di ottenere la vittoria nella [[battaglia di Maida]]. Comunque i britannici non riuscirono a mettere a frutto questa vittoria o a inviare rinforzi agli assediati e di conseguenza, dopo che Philippsthal (gravemente ferito mentre sulle mura incoraggiava i suoi soldati) il 10 luglio fu evacuato da una fregata inglese e il comando passò al colonnello Holtz,<ref>''The History of Modern Europe'', pag. 412</ref><ref>''France, dictionnaire encyclopédique'', pagg. 559-560</ref> la città venne catturata il 18 luglio [[1806]] quando l'artiglieria francese riuscì ad aprire una breccia nelle sue difese.
=== Territorio ===
Sorge nel [[Golfo di Gaeta|golfo omonimo]] sul [[Mar Tirreno]] e dista circa 80&nbsp;km da [[Napoli]] e 120&nbsp;km da [[Roma]]. Nel golfo sfocia il fiume [[Garigliano]].
 
===In Clima =seguito==
Gaeta fu trasformata in un [[Ducato (feudo)|ducato]] del [[Regno di Napoli#Il periodo napoleonico|Regno napoleonico di Napoli]], con il nome francese di ''Gaete'', di cui fu investito nel 1809 il ministro delle finanze [[Martin-Michel-Charles Gaudin]]. Gaeta fu l'ultima città in Italia a rimanere fedele a Napoleone; fu solo con il successivo [[Assedio di Gaeta (1815)|assedio]] operato da una forza anglo-austriaca, ultima azione della [[guerra austro-napoletana]], che la città fu infine riconquistata.
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Gaeta}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]] di Gaeta:
** [[Zona climatica]] C;
** [[Gradi giorno]] 938.
 
== Storia Note==
<references/>
=== Origini del nome ===
==Bibliografia==
Le origini del nome di Gaeta (in latino: ''Caieta'', in greco ''Kaièta'', Καιέτα, in albanese: ''Kajeta, ka jeta'') sono tuttora avvolte nella leggenda:
* {{en}} Walter Scott, ''The Life of Napoleon Buonaparte, Emperor of the French: With a Preliminary View of the French Revolution'', Volume V, Ballantyne and co. per Longman, Rees, Orme, Brown, & Green, 1827
* {{en}} Thomas Henry Dyer, ''The History of Modern Europe: from the Fall of Constantinople in 1453 to the War in the Crimea in 1857'', Volume IV, J. Murray, 1864
* {{fr}} Philippe Le Bas, ''France, dictionnaire encyclopédique'', Volume VIII (Fet-God), Fratelli Firmin Didot, 1842
 
* [[Strabone]] non parla della città ma solo del golfo, detto "Καιάτα" (''Kaiata''), nome che deriverebbe dal termine "καιέτα" (''caieta'') usato dai [[Laconia|Laconi]] (fondatori, secondo lui, di [[Formia]]) per indicare ogni cosa cava, con chiaro riferimento all'ampia insenatura del golfo stesso; lo stesso autore riporta però anche che altri fanno derivare il nome da quello della nutrice di [[Enea]];<ref name="StraboneItaliaV3.6">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,6.</ref>
* [[Diodoro Siculo]] collegò queste terre al mito degli [[Argonauti]] facendo derivare il nome della città da ''Aietes'', mitico padre di [[Medea]] (figlia di Circe), la maga innamorata di [[Giasone (mitologia)|Giasone]].<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/Gaeta-nella-storia|titolo=Gaeta nella storia|autore=|editore=|data=|accesso=}}</ref>
* [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]''<ref>[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], ''[[Eneide]]'', VII, 1-4</ref> trovò la sua origine nel nome della nutrice di [[Enea]], ''[[Caieta]]'', sepolta dall'eroe troiano in quel sito durante il suo viaggio verso le coste laziali. [[Dante Alighieri]], quasi a significare la storicità dell<nowiki>'</nowiki>''Eneide'', confermò l'avvenimento.<ref>[[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'', ''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', XXVI, 92.</ref>
* Altre fonti prendono il nome di Gaeta da Aiete, figlio del dio sole Elio, il cui soprannome è "L'[[Aquila]]"; egli sarebbe il fratello della nota [[Circe|Maga Circe]]. Questo appellativo le sarebbe stato dato per l' insolita struttura geografica della città che ricorda appunto la testa di questo famoso rapace.<ref name=":0" />
 
=== Storia antica ===
I primi insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono all'[[VIII secolo a.C.]], ma fu solo nel [[345 a.C.]] che finì sotto l'influenza di [[Roma]].
 
Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi romani, da consoli e da famosi senatori dell'epoca. Per favorire la loro venuta fu persino costruita una nuova strada romana, la [[Strada statale 213 Via Flacca|Via Flacca]], più breve rispetto all'[[Via Appia Antica|Appia]]. Il suo territorio, peraltro, è situato all'interno di quell'area geografica denominata, in epoca imperiale, ''Latium adjectum''. Tale nome era infatti riferito ai territori "aggiunti", in seguito alle prime espansioni di Roma verso sud, al ''Latium vetus'' (terra di origine dei latini), con la conseguente scomparsa di altri popoli preromani (Volsci, Equi, Ernici e Ausoni). Ormai già con Augusto e la sua riforma amministrativa, i territori di Gaeta ricadevano nella regione unica che i romani chiamavano con il nome Latium e che terminava proprio con l'attuale confine con la Campania del fiume Liri-Garigliano.
 
Di quel periodo restano visibili molte vestigia, come ad esempio il Mausoleo che sorge sulla sommità di [[Parco regionale urbano Monte Orlando|Monte Orlando]] di [[Lucio Munazio Planco]], console romano, prefetto dell'Urbe, generale di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] (attraversò con lui il fiume [[Rubicone]], fu al suo fianco nelle [[Conquista della Gallia|campagne galliche]]) di [[Marco Antonio]] e di Ottaviano detto [[Augusto]].
=== Medioevo ===
{{Vedi anche|Ducato di Gaeta}}
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] iniziò un periodo buio di transizione, caratterizzato da continui saccheggi ad opera delle popolazioni barbariche prima e dei [[Saraceni]] poi.
Proprio per la sua caratteristica posizione su di una penisola naturale, facilmente difendibile, piano piano si trasformò in un ''castrum'': Gaeta fu fortificata con cinte murarie e sulle pendici di Monte Orlando; sulla zona alta dell'antico borgo medioevale sorse il castello di Gaeta a difesa dell'abitato, e le popolazioni delle zone limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare ospitalità, rifugio e protezione.
 
[[File:GaetaPanorama.JPG|upright=1.4|left|thumb|Gaeta medievale]]
 
Le prime notizie del castello risalgono al [[VI secolo]] nella guerra contro i [[Goti]], nel X secolo se ne fa cenno all'interno delle carte del ''[[Codex diplomaticus cajetanus]]'', ma notizie certe della sua esistenza si hanno nel [[XII secolo]], durante la dominazione Sveva. Infatti [[Federico II di Svevia]] venne in diverse occasioni a Gaeta e, durante le lotte tra [[guelfi e ghibellini]], creò delle fortificazioni per difendere meglio i confini del suo regno: nel [[1223]] fece costruire quelle per il castello di Gaeta (che quindi era già esistente all'epoca).
 
Già nell'VIII secolo Gaeta si rese autonoma dall'autorità imperiale bizantina e nell'anno [[839]] la carica di ''[[ipato|Ipata]]'' venne assunta da Costantino, figlio del conte Anatolio. Il Ducato di Gaeta conquistò la sua definitiva indipendenza solo un secolo dopo, quando Giovanni I assunse il titolo di Duca di Gaeta nel 917. Il Ducato restò in vita per circa due secoli, nel corso dei quali Gaeta ebbe una propria solidità militare, un'autonomia politica, un'autonomia giurisdizionale, dei propri istituti giuridici civici, una propria moneta (il "follaro") e un considerevole sviluppo economico attraverso i ricchi traffici commerciali marittimi.
 
Nel periodo che va dall'[[839]] al [[1140]] Gaeta può essere considerata una [[Repubbliche marinare|Repubblica Marinara]]<ref>[http://www.ristoranteilfollaro.it/Cenni%20di%20Storia/Documenti%20Cenni%20di%20Storia/5%C2%AA%20Repubblica%20Marinara.pdf Vedi la pagina]</ref><ref>Guida rossa del Touring Club Italiano. [http://books.google.it/books?id=1TwQ54xw9VgC&pg=PA743&dq=gaeta+repubblica+marinara+-wikipedia&hl=it&sa=X&ei=q_9_T-uoMuTP4QT4qKHZBw&ved=0CE8Q6AEwBQ#v=onepage&q=gaeta%20repubblica%20marinara%20-wikipedia&f=false Lazio: (non compresa Roma e dintorni) - Google Libri]</ref><ref>[[Salvatore Aurigemma]], Angelo de Santis, ''Gaeta, Formia, Minturno'', Istituto poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, 1964</ref>, in quanto si governava in base a proprie leggi, le sue navi percorrevano il Mediterraneo e difese la sua libertà durante numerosi assedi. La fine della repubblica marinara fu causata dalla dominazione Normanna.
 
[[File:GaetaCastello.jpg|thumb|left|Panorama del castello]]
Il ducato autonomo di Gaeta resta tale fino all'inizio dell'XII secolo, quando il duca Giovanni V fu deposto dal [[Principato di Capua|Principe di Capua]], dopo l'invasione normanna della città del [[1140]], ad opera di [[Ruggero II di Sicilia]] della dinastia degli [[Altavilla]], che però fu benevolo nei confronti di Gaeta e le lasciò numerosi privilegi come ad esempio una certa autonomia politica e una moneta propria. Con Ruggero II nacque quello che per i successivi sette secoli sarà un regno unitario, e Gaeta divenne città di confine tra tale regno e lo Stato della Chiesa. In questo periodo, così come durante la dominazione Sveva (1194-1266) la città ricoprì un ruolo politico secondario.
 
Durante il periodo angioino, invece, (1266-1435) la città tornò alla ribalta sulla scena del [[Regno di Napoli]]. Dal [[1378]] fu per qualche anno la residenza dell'[[antipapa Clemente VII]], alleato della Regina [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]]. Dal [[1387]] vi si stabilì, temporaneamente in esilio, l'erede al trono [[Ladislao]] dei d'[[Angiò-Durazzo]], che celebrò in città, il 21 settembre [[1389]], le sue nozze con [[Costanza di Chiaramonte]], figlia del [[Contea di Modica|Conte di Modica]] e [[Vicario]] del [[Regno di Sicilia]], [[Manfredi III Chiaramonte]]. Anche la futura Regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]], sorella di Ladislao, soggiornò per molto tempo a Gaeta, dove scelse di farsi incoronare nel [[1419]].
 
Dal 1435 [[Alfonso V d'Aragona]] fece di Gaeta la base per la conquista del trono di Napoli a discapito di Renato, ultimo sovrano della dinastia Angioina a regnare sul Meridione d'Italia, sconfitto definitivamente nel [[1442]]. Durante questo periodo la città fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto "Alfonsino", mentre il vecchio (chiamato "Angioino") fu ampliato e unito al nuovo. Nella seconda metà del secolo la città fu governata dai Baroni de Gemmis di Castel Foce, casato derivante da una antica famiglia patrizia romana.<ref>[http://books.google.it/books?id=I85PAQAAIAAJ&q=de+gemmis+gaeta&dq=de+gemmis+gaeta&hl=it&sa=X&ei=gUlIUd6_E4zn7AaRmoCgAg&redir_esc=y Vedi la pagina]</ref>
 
Il re capì quanto fosse importante il possesso di tale città e volle ulteriormente fortificare Gaeta, con l'aggiunta di due nuove cinte murarie (oggi scomparse). Gaeta subì ben quattordici [[Assedio di Gaeta|assedi]] che coincisero con importanti avvenimenti, a partire dalla sconfitta del Ducato di Gaeta (con annessione al Regno di Sicilia) fino all'ultimo assedio, quello tenuto nel 1860-'61 dalle truppe del generale piemontese [[Enrico Cialdini]] (che sarà poi nominato [[Sovrani di Gaeta|duca di Gaeta]]) e che diede inizio all'[[Risorgimento|unità d'Italia]].
 
[[File:Gaeta (5068602194).jpg|upright=1.4|thumb|Lungomare]]
 
=== Storia moderna ===
Con la dominazione spagnola, iniziata nel [[1504]], il ruolo di "piazzaforte del Regno di Napoli" fu ancora di più accentuato e la città fu dotata di nuovissime fortificazioni bastionate, alle pendici del Monte Orlando, aggiornate contro le ultime e più potenti armi da fuoco.
 
Fu con l'arrivo degli spagnoli che alcuni personaggi politici, passati in disgrazia, vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui [[Giovanni Caboto]], che si rifugiò a [[Venezia]], prendendone la cittadinanza 15 anni dopo. Nel [[1571]] si radunò nel porto di Gaeta la flotta pontificia che, al comando dell'ammiraglio [[Marcantonio Colonna]], salpò il 24 giugno [[1571]] per unirsi al resto della flotta cristiana, comandata da [[don Giovanni d'Austria]], per combattere i saraceni.
Il comandante della flotta pontificia aveva ricevuto il 20 giugno 1571 dal [[papa Pio V|Papa San Pio V]] lo [[Stendardo di Lepanto]], realizzato in seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia pontificia.
 
L'ammiraglio Colonna nella Cattedrale di Gaeta, davanti a [[Erasmo di Formia|Sant'Erasmo]], fece voto che se avesse vinto avrebbe donato lo Stendardo di Lepanto alla Cattedrale di Gaeta e lo avrebbe posto ai piedi del santo, patrono dei marinai. La battaglia navale tra la flotta della "[[Lega Santa (1571)|Lega Santa]]" e la flotta dell'[[Impero ottomano]] ebbe luogo il 7 ottobre [[1571]] a [[Lepanto]] e fu vinta dalle forze cristiane. Al suo ritorno in Gaeta Marcantonio Colonna mantenne fede al giuramento fatto e oggi lo stendardo è esposto nel museo diocesano.
 
[[File:Joseph Roux - Ville et Baye de Gayétte- Receuil Des Principaux Plans; des Ports, et Rades de la Mer Mediterranée - Marseille 1764.jpg|thumb|Mappa del 1764]]
 
Nel [[1734]] [[Assedio di Gaeta (1734)|Gaeta fu conquistata]] da [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]], fondatore del ramo napoletano della dinastia dei Borbone. Il 25 novembre [[1848]] il [[papa Pio IX]] si rifugiò a Gaeta, ospite dei [[Borbone]], in seguito alla proclamazione della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] ad opera di [[Giuseppe Mazzini]], e vi rimase fino al 4 settembre [[1849]], periodo durante il quale Gaeta assunse la denominazione di [[Stato Pontificio|Secondo Stato della Chiesa]]. E fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX, secondo la tradizione illuminato dallo [[Spirito Santo]] durante le sue preghiere presso la [[Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)|Cappella d'Oro]], decise di scrivere l'enciclica ''[[Ubi Primum (Pio IX/2)|Ubi Primum]]'' con cui interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità di proclamare il [[Dogma]] dell'[[Immacolata Concezione]], cosa che avvenne al suo ritorno a [[Roma]].
 
Il 13 febbraio [[1861]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II di Borbone]] si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno, capitolando all'assedio delle truppe del generale [[Enrico Cialdini]] ([[Assedio di Gaeta (1860)|Assedio di Gaeta 1860-1861]]): finì così di esistere il [[Regno delle Due Sicilie]] ed ebbe inizio lo Stato unitario del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], retto dai Savoia fino al 1946 e poi, a seguito del [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale]] del 2 giugno [[1946]], trasformato in [[Italia|Repubblica Italiana]] fino ai giorni nostri.
 
Il [[Porto Salvo (Gaeta)|Borgo di Gaeta]], frazione di Gaeta fuori le mura, con [[Regio decreto legge|Regio Decreto]] del 15 marzo [[1897]], diventò comune autonomo sotto la spinta dei suoi esponenti liberali. Prese il nome di "Comune di Elena" in onore dell'allora [[Elena del Montenegro|principessa Elena]], futura regina d'Italia. Trenta anni dopo, esattamente con Regio Decreto del 17 febbraio [[1927]], i Comuni di Gaeta e di Elena vennero uniti nuovamente sotto il nome Gaeta. Il Borgo di Gaeta oggi si identifica come rione Porto Salvo.
 
Comunque la Città di Gaeta era ed è tuttora storicamente parte dell'antica provincia di [[Terra di Lavoro]] del [[Regno delle Due Sicilie]]. Invece quando il regime fascista nel 1927 riorganizzò gli ambiti amministrativi territoriali italiani e costituì le Regioni, volendo quel regime per motivi politici ridimensionare la Provincia di Terra di Lavoro, trasferì e aggregò Gaeta alla Regione Lazio, incorporandola nella nascente Provincia di [[Latina|Littoria]] (poi chiamata [[Latina]]).
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Edifici religiosi ===
 
==== Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano ====
{{vedi anche|Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta|Campanile del duomo di Gaeta}}
 
[[File:Gaeta, Basilica Cattedrale - Veduta esterna.jpg|300px|miniatura|destra|Esterno della cattedrale e campanile]]
 
La cattedrale di Gaeta venne edificata nell'[[XI secolo]] su di una preesistente chiesa dedicata a Santa Maria del Parco del VII secolo, e fu consacrata da [[papa Pasquale II]] nel [[1106]]. Dopo il disastroso terremoto del 1231, fu ricostruita in [[architettura gotica|stile gotico]] con una struttura a sette navate, per poi esser restaurata in stile neoclassico da Pietro Paolo Ferrara alla fine del [[XVIII secolo]]; in tale occasione, lo spazio interno venne ridotto a tre navate con cappelle laterali, tramite la realizzazione di sovrastrutture.<ref name=duomo>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=27|titolo=La Cattedrale di S. Erasmo e Marciano|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
La facciata neogotica del [[1903]] si affaccia sull'angusta via del Duomo; in mattoncini con decorazioni in pietra chiara, presenta sulla sommità la statua in [[ghisa]] dell<nowiki>'</nowiki>''Immacolata''. Dal pronao, dove si trovano le statue dei due santi patroni Erasmo e Marciano, si accede, tramite il portale, alla navata centrale, coperta col [[volta a botte]] [[soffitto a cassettoni|cassettonata]] e illuminata da finestre a lunetta. Lungo le due navate laterali si aprono quattro cappelle per lato contenenti altari barocchi in marmi policromi, alcuni dei quali provengono da chiese di Gaeta attualmente sconsacrate.<ref name=duomo/>
 
[[File:Gaeta, Basilica Cattedrale - Interno.jpg|300px|miniatura|sinistra|Interno della cattedrale]]
 
L'abside è stata costruita nel [[XVII secolo]] su progetto di Dionisio Lazzari, ed è sopraelevata rispetto al resto della chiesa per la presenza del sottostante ''succorpo'', a navata unica, riccamente decorato con affreschi e marmi, ideato come custodia delle reliquie di diversi santi. In fondo all'abside rettangolare, si trova l'altare barocco in marmi policromi, anch'esso del Lazzari, sormontato dalla pala di [[Giovanni Filippo Criscuolo]] raffigurante ''Madonna col Bambino con San Michele Arcangelo attorniato da una corte di sei angeli'' (metà del XVI secolo), posta dove originariamente trovava luogo lo [[Stendardo di Lepanto]]. Nel [[presbiterio]], è custodito il pregevole ''candelabro del cero pasquale'', del [[XIII secolo]], con ''Storie della vita di Cristo e di Sant'Erasmo''.<ref>{{cita web|url=http://www.gliscritti.it/gallery3/index.php/Gaeta|titolo=Gaeta: cero pasquale del XIII secolo, bassorilievi di Giona e cripta della cattedrale|sito=gliscritti.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
Alle spalle della chiesa, dove si trovava l'entrata della prima chiesa, si trova il [[Campanile del duomo di Gaeta|campanile]]; risalente al [[XII secolo]], è opera di Nicola (o Niccolò) dell'Angelo, che operò anche nella [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Sutri)|concattedrale di Sutri]] e nella [[basilica di San Paolo fuori le Mura]] a [[Roma]]. La possente mole, in [[architettura romanica|stile romanico]] con influssi [[architettura arabo-normanna|arabo-normanni]], è costituita da tre piani con [[bifora|bifore]], sormontati dal cupolino ottagonale. All'interno della strombatura posta alla base della torre, ci sono dei sarcofagi di epoca romana e due bassorilievi marmorei raffiguranti la storia di ''Giona e il pistrice''. Il campanile della cattedrale di Gaeta, insieme a quello di Amalfi con cui ha notevoli analogie, rappresenta un eccellente esempio di arte medievale dell'Italia centro meridionale.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=17|titolo=Il Campanile della Cattedrale di S. Maria Assunta in Cielo|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Santuario della Santissima Annunziata ====
 
{{vedi anche|Santuario della Santissima Annunziata (Gaeta)|Organo del santuario della Santissima Annunziata a Gaeta|Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)}}
 
[[File:Santuario della Santissima Annunziata.JPG|300px|miniatura|destra|Esterno del santuario della Santissima Annunziata]]
 
La chiesa della Santissima Annunziata venne costruita tra il 2 maggio [[1321]] e il [[1352]] (anno in cui venne consacrata) alle porte dell'antica città di Gaeta, lungo l'unica via d'accesso al centro abitato, come luogo di culto annesso all'omonimo stabilimento ospedaliero. Nel [[XVII secolo]], la chiesa gotica venne radicalmente restaurata in [[arte barocca|stile barocco]] su progetto di tre esponenti della famiglia Lazzari: Andrea curò la realizzazione della nuova facciata, Jacopo della cappella del Santissimo Sacramento e [[Dionisio Lazzari|Dionisio]] dell'apparato decorativo interno.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=42|titolo=Santuario della SS. Annunziata|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
La facciata, opera di Andrea Lazzari, è sormontata dal campaniletto a vela con orologio in maioliche. Un secondo campanile, gotico, è situato nei pressi dell'abside, sul lato destro, mentre lungo la fiancata sinistra si apre l'antico portale laterale gotico, con lunetta affrescata raffigurante l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione''.
 
[[File:Gaeta, Santuario della Santissima Annunziata - Abside e presbiterio.jpg|300px|miniatura|sinistra|Abside e organo a canne (a sinistra) del santuario della Santissima Annunziata]]
 
L'interno del santuario è a navata unica, ed è dominato dalla tinta celeste delle pareti, con elementi decorativi in stucco in colore bianco. Lungo la navata, che è coperta dalle volte a crociera gotiche originarie, vi sono due altari marmorei, ciascuno dei quali è sormontato da una pala di [[Luca Giordano]]: a sinistra l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Pastori'', a destra ''Gesù crocifisso''. L'[[aula (chiesa)|aula]] termina con l'[[abside]] rettangolare, all'interno della quale si trova il pregevole ''coro ligneo'' di Colangelo Vinaccia; la parete di fondo è interamente occupata dal polittico di [[Andrea Sabatini]] da [[Salerno]], risalente al [[1521]]. L'altare maggiore e la balaustra del [[presbiterio]] in marmi policromi, nonché le cantorie in finto marmo, la cassa dell'antico [[Organo del santuario della Santissima Annunziata a Gaeta|organo a canne]], posto sulla cantoria di sinistra,restaurato e riposto dopo circa 70 anni di mancanza dopo l'accurato restauro operato dal maestro Alessandro Girotto, che ha ricostruito pure la cassa del lato destro e il ''Crocifisso'', sono opera di [[Dionisio Lazzari]]. L'organo a canne venne costruito da Giuseppe de Martino alla fine del [[XVII secolo]] e venne probabilmente suonato anche da [[Alessandro Scarlatti]].<ref>{{cita web|url=http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/italia22.html|autore=Graziano Fronzuto|titolo=Chiesa della SS.Annunziata di Gaeta|sito=lapaginadellorgano.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
[[File:Gaeta, Cappella d'Oro - Interno.jpg|300px|miniatura|destra|Interno della "Cappella d'Oro"]]
 
Alle spalle del santuario, con portale su via dell'Annunziata, vi è la [[Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)|Cappella dell'Immacolata Concezione]] o "Cappella d'Oro", detta così perché ha la volta a botte costituita da cassettoni di legno intagliati e dorati, che ha alle pareti 19 tele raffiguranti scene della vita di Gesù e della Madonna, opere di Criscuolo, lo stesso che ha fatto i santi del polittico fondale insieme a [[Scipione Pulzone]] che si è occupato dell<nowiki>'</nowiki>''Immacolata'', che si trova al centro di esso. Dal 25 marzo [[2009]], la chiesa della Santissima Annunziata è stata elevata a santuario gemellato con il santuario di [[Nostra Signora di Lourdes]], perché il [[Dogma]] cattolico dell'[[Immacolata Concezione]], proclamato da [[papa Pio IX]] l'8 dicembre [[1854]] con la bolla ''[[Ineffabilis Deus]]'', era stato meditato dal papa nella sua permanenza forzata in Gaeta durante le ore passate in meditazione a pregare davanti al quadro della Madonna presente all'interno della "Cappella d'Oro". Anche [[papa Giovanni Paolo II]] il 25 giugno [[1989]] in occasione della visita alla città di Gaeta volle pregare nella Grotta d'Oro.<ref>{{cita web|url=http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio_member.php?id=95133&sid=95134|titolo=Chiesa della Santissima Annunziata - La Cappella d'Oro|sito=italiavirtualtour.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
Ad oggi, insieme alla Chiesa di Santa Maria della Sorresca, rientra nei beni dell'IPAB "Stabilimento della SS. Annunziata ed annessi". All'interno dell'IPAB è ospitato l'archivio storico che conserva importanti documenti che fotografano l'attività assistenziale svolta dalla SS. Annunziata nei 700 anni della sua esistenza, come pure documenti diplomatici, atti amministrativi e testamenti, tra cui gli Statuta Privilegia et Consuetudinis Civitatis Caietae (XVI sec.).
 
==== Tempio di San Francesco ====
 
{{vedi anche|Tempio di San Francesco}}
 
[[File:Duomo (5068603768).jpg|300px|miniatura|sinistra|Veduta esterna del tempio di San Francesco]]
 
In luogo dell'attuale chiesa dedicata a [[san Francesco d'Assisi]], lo stesso santo dedicatario fondò, nel [[1222]], una chiesa, presso dove dimorava durante la sua permanenza a Gaeta. Questa venne ricostruita in [[architettura gotica|stile gotico]] per volere di [[Carlo II d'Angiò]], con struttura di carattere monumentale, nel [[XIV secolo]] e, nel [[XIX secolo]], [[Ferdinando II delle Due Sicilie]] affidò a Giacomo Guarinelli un radicale restauro dell'edificio, durante il quale vennero sovrapposte alla struttura trecentesca decorazioni neogotiche.<ref>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=23|titolo=Chiesa S. Francesco|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
Il sagrato è preceduto da una grande scalinata, al centro della quale si trova la ''statua della Religione'' con in mano la croce, opera di Luigi Persico. La slanciata facciata neogotica ha un bel portale strombato ed un grande rosone; è decorato dalle sculture marmoree raffiguranti i due sovrani che vollero la costruzione e la ricostruzione della chiesa e del santo dedicatario. L'interno a tre navate, dominato dal colore giallo dei muri, è illuminato da grandi finestre con vetrate policrome. Nell'abside poligonale, dominata dalla statua del ''Redentore'', si trova l'altar maggiore in stile neogotico, realizzato in stucco dipinto a finto marmo; in fondo a ciascuna delle due navate laterali, vi è un altare in marmi policromi.<ref>{{cita web|url=http://www.terraurunca.it/cultura/monumenti-e-chiese/150-san-francesco-dassisi-in-gaeta.html|titolo=San Francesco d'Assisi in Gaeta|sito=terraurunca.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo ====
 
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo (Gaeta)}}
 
[[File:Gaeta03.jpg|300px|miniatura|destra|Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo]]
 
Situata nell'[[Porto Salvo (Gaeta)|omonimo quartiere]], originariamente abitato prevalentemente da pescatori, è anche detta ''degli Scalzi'' poiché era anticamente tenuta dai [[Ordine degli agostiniani scalzi|frati agostiniani scalzi]].
 
La chiesa venne costruita su progetto di [[Dionisio Lazzari]] nel [[XVII secolo]] ed è in [[architettura barocca|stile barocco]]. Il suo interno, dominato dal colore celeste delle pareti, è a navata unica con cappelle laterali; alle spalle del pregevole altare maggiore in marmi policromi, all'interno di una nicchia con elaborata cornice marmorea, vi è la venerata statua processionale della ''Madonna di Porto Salvo''; annesso alla chiesa è l'oratorio detto della ''Congrega dei Pescatori'', con pavimento in maioliche policrome, altare marmoreo e decorazione in stucco sulle pareti e sulla volta.<ref>{{cita web|url=http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-di-porto-salvo|titolo=Chiesa di Porto Salvo|sito=sscosmaedamiano.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
Sulla chiesa insiste la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, che prende il nome dalla vicina chiesa, gravemente danneggiata dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] e successivamente restaurata senza però ricostruire le campate distrutte.<ref>{{cita web|url=http://www.sscosmaedamiano.it/web/parrocchia/chiese/chiesa-dei-santi-cosma-e-damiano|titolo=Chiesa dei Santi Cosma e Damiano|sito=sscosmaedamiano.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Chiesa di San Giacomo ====
 
{{vedi anche|Chiesa di San Giacomo (Gaeta)}}
 
[[File:Gaeta, chiesa di San Giacomo, interno.JPG|300px|miniatura|sinistra|Interno della chiesa di San Giacomo]]
 
La chiesa di San Giacomo è situata lungo via dell'Indipendenza, nel [[quartiere]] di [[Porto Salvo (Gaeta)|Porto Salvo]]. Venne costruita tra il [[1517]] e il [[1605]] in [[architettura barocca|stile barocco]], con unica navata con cappelle laterali, e successivamente rimaneggiata. I lavori più importanti furono quelli del [[1965]], quando vennero demolite la facciata e la parete di fondo dell'abside, e in stile moderno si provvedette a ricostruire il prospetto e a realizzare una nuova abside a pianta quadrangolare, quest'ultima collegata alla navata tramite quella antica.<ref name=S.Giacomo>{{cita web|url=http://digilander.libero.it/sangiacomoparrocchia/|titolo=Comunità Parrocchiale San Giacomo - Gaeta|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
All'interno della chiesa, è custodito l'antico altare maggiore barocco proveniente dalla ex chiesa di Santa Caterina d'Alessandria e ivi trasferito nel [[XIX secolo]]; la sua pala, fino al [[1993]] al centro dell'ancona e attualmente sulla parete di destra dell'antica abside, raffigura una ''Sacra Conversazione'' ed è opera di Santillo Sannini ([[1695]]).<ref name=S.Giacomo/>
 
==== Santuario della Santissima Trinità ====
 
[[File:Grotta del turco1.jpg|250px|miniatura|destra|La ''grotta del Turco'' vista dall'interno]]
 
Il Santuario della Santissima Trinità, anche detto ''della Montagna Spaccata'', è situato sulla fiancata [[ovest|occidentale]] del [[Monte Orlando]], prospiciente [[Serapo]].
 
Fu edificato nell'XI secolo, sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella ''grotta del Turco'', creatasi, secondo la leggenda, al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Nel [[1434]] dall'alto dei due costoni di roccia si staccò un macigno che andò ad incastrarsi più in basso tra le pareti della fenditura, al di sopra dell'ingresso sul mare della grotta; Su di esso, nel [[XVI secolo]], venne realizzata una cappella, raggiungibile tramite una scalinata che porta nelle viscere della montagna; lungo di essa, che percorre la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta ''mano del Turco'', la forma di una mano (le cinque dita nella roccia) che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un "miscredente" marinaio turco, che non credeva, cioè, alla storia che gli era stata raccontata sulla causa della spaccatura nella roccia, si era appoggiato alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione formando l'impronta della mano.
 
[[File:Gaeta12.jpg|300px|miniatura|sinistra|Il Santuario della Santissima Trinità]]
 
La chiesa, in [[architettura barocca|stile barocco]], si articola in un'unica navata con volta a botte lunettata e diverse cappelle laterali; l'[[abside]] quadrangolare ospita l'altare maggiore novecentesco, sormontato dalla tela di Raimondo Bruno ''Sant'Erasmo e la Madonna affidano Gaeta alla protezione della Santissima Trinità'' ([[1850]] circa).
 
Qui pregarono numerosi pontefici, tra cui Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, [[Paolo della Croce|San Paolo della Croce]], Gaspare del Bufalo e [[Filippo Neri|San Filippo Neri]]. La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all'interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come "Il letto di San Filippo Neri". Il santuario è sede dei missionari del [[Pontificio Istituto Missioni Estere|P.I.M.E.]]
 
==== Chiesa della Santissima Addolorata ====
 
{{vedi anche|Chiesa della Santissima Addolorata}}
 
[[File:Gaeta, chiesa della Santissima Addolorata - Facciata e convento.jpg|250px|miniatura|destra|Chiesa e convento dell'Addolorata]]
 
La chiesa della Santissima Addolorata sorge lungo via Annunziata, sul lato opposto rispetto allo Stabilimento della Santissima Annunziata. Essa è la cappella dell'annesso convento delle [[Suore crocifisse adoratrici dell'Eucaristia]], già delle [[Mantellate serve di Maria]] che, nel [[XIX secolo]], vi avevano stabilito un collegio per ragazze nobili.
 
La chiesa, costruita nel [[XIV secolo]] e originariamente dedicata a [[Papa Gregorio I|San Gregorio Magno]], venne radicalmente restaurata tra il [[1853]] e il [[1855]] in [[architettura neogotica|stile neogotico]] da Ferdinando Travaglini, che anche progettò la facciata neoclassica, con ripida rampa di scale che collega la strada alla navata, posta quest'ultima ad un livello superiore.
 
L'interno è costituito da un'unica navata con due [[campata|campate]] con [[volta a crociera]] decorata con stucchi raffiguranti le ''Litanie lauretane''; nella seconda campata si aprono a sinistra la cappella dedicata a [[Filippo Benizi|san Filippo Benizi]], con statua lignea policroma del santo, a destra una finestra con grata, dalla quale la famiglia reale seguiva le celebrazioni. Nella parete di fondo dell'abside si apre una triplice nicchia con [[arco a sesto acuto]], all'interno della quale vi è un gruppo scultoreo con al centro la statua della ''Madonna Addolorata'' ([[XIX secolo]]).
 
==== Chiesa di Santa Maria della Sorresca ====
 
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria della Sorresca|Organo della chiesa di Santa Maria della Sorresca a Gaeta}}
 
[[File:Gaeta, chiesa di Santa Maria della Sorresca - Interno.jpg|300px|miniatura|sinistra|Interno della chiesa di Santa Maria della Sorresca]]
 
La chiesa di Santa Maria della Sorresca prende il nome dall'evento miracoloso in virtù del quale venne costruito l'edificio religioso: il 16 aprile [[1513]], infatti, un'immagine raffigurante la ''Madonna col Bambino'' posta nei pressi dei depositi di sorra (derivato della lavorazione del [[tonno]]) della famiglia Albito, operò un miracolo.<ref name=Sorresca>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=48|titolo=Chiesa S. Maria della Sorresca|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
L'attuale chiesa venne costruita in forme barocche, forse su progetto di Andrea Lazzari, tra il [[1617]] e il [[1635]]; venne arricchita con la realizzazione della cantoria, dell'altare maggiore e del confessionale, opere di [[Dionisio Lazzari]] e, alla fine del secolo successivo, di due altari laterali progettati da Pietro Paolo Ferrara. La chiesa, chiusa al culto nel [[1966]], da allora, pur non essendo mai stata sconsacrata, è sede di saltuarie manifestazioni culturali.<ref name=Sorresca/>
 
L'esterno è caratterizzato dalla facciata, realizzata nel [[1855]] (originariamente la chiesa era sprovvista di un ingresso monumentale) probabilmente su progetto di Ferdinando Travaglini, con ripida scalinata d'accesso. L'interno, in stile barocco, è ottagonale, coperto con cupola.<ref name=Sorresca/>
 
==== Chiesa di San Giovanni a Mare ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Giovanni a Mare (Gaeta)}}
 
[[File:GaetaSGiovanniAMareCupola (modificat).jpg|300px|miniatura|destra|La cupola di San Giovanni a Mare]]
 
La chiesa di San Giovanni a Mare è situata nei pressi della [[duomo di Gaeta|cattedrale]], prospiciente il mare.
 
L'edificio venne edificato nel X secolo dal duca di Gaeta Giovanni IV e ricostruito in seguito al terremoto del [[1213]]; arricchito con decorazioni barocche, queste sono state demolite nella prima metà del [[XX secolo]]. L'edificio presenta come caratteristiche la cupola in stile arabo e il pavimento leggermente inclinato per permettere il defluire delle acque del mare nei periodi di alta marea essendo stata eretta nelle vicinanze del mare, all'esterno della cinta muraria, parzialmente demolita agli inizi degli anni sessanta. L'interno a croce greca è privo di decorazioni eccetto che per alcuni affreschi trecenteschi nelle absidi. L'altare maggiore è stato composto nel [[1928]] riutilizzando una lastra di un sarcofago romano.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=38|titolo=La Chiesa di San Giovanni a Gaeta Medievale|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Chiesa di San Domenico ====
 
{{vedi anche|Chiesa di San Domenico (Gaeta)}}
 
Attualmente officiata solo in occasione della memoria del [[Domenico di Guzman|santo patrono]] (8 agosto), venne costruita nel [[XIV secolo]] insieme all'annesso convento dell'[[Ordine dei frati predicatori]], che venne soppresso nel [[1809]]. Gli arredi barocchi della chiesa, nel [[XIX secolo]], vennero collocati in altre chiese della diocesi e l'edificio venne privato di tutte le decorazioni barocche con dei restauri nei primi anni del [[XX secolo]]. La chiesa si presenta a due navate, una maggiore ed una più piccola, a destra. Priva di qualsivoglia decorazione, al centro dell'abside vi è il semplice altare maggiore in pietra.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=44|titolo=La Chiesa di San Domenico|editore=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Altre chiese ====
 
; [[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Gaeta)|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
 
[[File:Gaeta, chiesa di Santa Caterina d'Alessandria - Esterno.jpg|300px|miniatura|sinistra|Esterno della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
 
Situata nei pressi della chiesa di San Domenico, venne costruita nel [[XIV secolo]] come chiesa annessa al monastero delle monache benedettine; venne restaurata internamente agli inizi del [[XVIII secolo]] in stile barocco da [[Domenico Antonio Vaccaro]], mentre l'aspetto neoclassico dell'esterno risale ai lavori del [[1852]], condotti da da Ferdinando Travaglini.<ref name=S.Caterina>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=29|titolo=Chiesa S. Caterina|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref> L'edificio, esternamente con facciata a capanna nella quale si aprono l'unico portale e il [[rosone]] [[cerchio|circolare]], è a navata con [[volta a crociera|volte a crociera]], caratterizzata dalla presenza di un'ampia [[cantoria]] sopra l'ingresso; le modanature barocche in stucco delle pareti e della volta, sottolineano la sottostante struttura gotica, rimasta inalterata. A ridosso della parete di fondo, l'altare maggiore in marmi policromi.<ref name=S.Caterina/>
 
; [[Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Gaeta)|Chiesa di Santa Maria del Suffragio]]
 
È la cappella maggiore del [[cimitero]] comunale, situato nel quartiere [[Serapo]], alle pendici della collina della Catena.<ref>{{cita|O. Gaetano d'Aragona|p. 356.}}</ref> Costruita tra il [[1850]] e il [[1854]], è in un sobrio [[architettura neoclassica|stile neoclassico]], influenzato dall'[[architettura barocca|architettura tardobarocca]]. L'edificio è inserito nel complesso di strutture che costituiscono l'ingresso monumentale del camposanto, tra cui il ''sacrario dei garibaldini'', cripta situata al di sotto del sagrato. L'interno, dominato dall'alternanza dei colori bianco e celeste delle pareti, è a navata unica, terminante con un'[[abside]] quadrangolare coperta con volta a padiglione. Originariamente sull'altare maggiore in marmi policromi vi era una tela di pittore ignoto raffigurante la ''Madonna col Bambino'', attualmente presso la pinacoteca del Centro Storico Culturale.<ref>{{cita|G. Fronzuto|pp. 159-160.}}</ref>
 
; Chiesa dei Santi Carlo e Anna
 
[[File:Gaeta, chiesa dei Santi Carlo e Anna - Facciata durante i festeggiamenti per Sant'Anna.jpg|250px|miniatura|destra|La facciata della chiesa dei Santi Carlo e Anna]]
 
Situata nel quartiere Piaja, lungo la strada per [[Formia]], venne costruita in stile barocco nel [[XVII secolo]] e pesantemente rimaneggiata a partire dalla metà del [[XX secolo]], così da perdere qualsiasi riferimento (ad eccezione della struttura) alle sue caratteristiche originarie. La chiesa, esternamente caratterizzata dal campaniletto a vela, internamente presenta un'unica navata coperta con [[volta a botte lunettata]], con cappelle poco profonde senza altari, terminante con un'abside rettangolare.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=25|titolo=La chiesa di San Carlo Borromeo|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
; Chiesa della Madonna della Catena
 
Situata nei pressi del tratto urbano della [[via Flacca]], sulla sommità che domina [[Serapo]] sul lato opposto rispetto a [[Monte Orlando]], nel luogo dove la tradizione religiosa vuole che sia comparsa la Madonna con il Bambino, con in mano una catena, simbolo del peccato da spezzare. La chiesa, costruita nel [[XVII secolo]] e ampliata nel [[XIX secolo]] e nel [[XX secolo|XX]], è l'unica della città ad avere croce greca; l'altare maggiore barocco proviene dalla [[Chiesa di San Giovanni a Mare (Gaeta)|chiesa di San Giovanni a Mare]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=6&cod_aggiornamento=28|titolo=La Chiesa di Santa Maria della Catena|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
; Chiesa di San Paolo Apostolo
 
Situata sulla piana di Montesecco, tra [[Serapo]] e il centro storico, venne costruita nel [[1964]] per volere dell'arcivescovo Lorenzo Gargiulo, che trova sepoltura nella chiesa. L'edificio, insieme a tutto il complesso parrocchiale, è in stile moderno e venne progettato da Antonio Petrilli e Pasquale Marabotto. La chiesa, a pianta quadrata, presenta un alto ambiente centrale circondato da un basso deambulatorio. Alla destra dell'altare, vi sono i resti dell'altare maggiore della demolita chiesa di San Biagio (rimane solo il tabernacolo, dopo che sono stati demoliti i due angeli che costituivano la base dell'altare laterale). http://www.sanpaologaeta.net/ [http://www.facebook.com/sanpaologaeta https//www.facebook.com/sanpaologaeta] <ref>{{cita web|url=www.sanpaologaeta.net|titolo=Chiesa S. Paolo Ap. Gaeta|sito=www.sanpaologaeta.net|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
; Santuario di San Nilo Abate
 
La chiesa, situata nella zona di [[Serapo]], venne edificata a partire dal [[1965]] su progetto di Riccardo Morandi, secondo un'idea del parroco don Giuseppe Viola che volle rivisitare in chiave moderna le peculiarità delle antiche chiese gaetane. Consacrata nel [[1999]] ed elevata a santuario nel [[2014]],<ref>{{cita web|url=http://www.gaetamedievale.com/gaeta-la-chiesa-di-san-nilo-verra-elevata-a-santuario/|titolo=Gaeta: La chiesa di San Nilo verrà elevata a santuario|sito=gaetamedievale.com|accesso=30 giugno 2016}}</ref> è in stile moderno, con semplice struttura a tre navate.<ref>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=51|titolo=Chiesa S. Nilo Abate|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
==== Chiese sconsacrate ====
 
; Ex chiesa di Santa Lucia
 
[[File:Gaeta, ex chiesa di Santa Lucia - Facciata.jpg|250px|miniatura|250px|La facciata della ex chiesa di Santa Lucia]]
 
La chiesa di Santa Maria in Pensulis venne costruita nel [[VII secolo]]; distrutta durante il terremoto del [[1213]], venne ricostruita con orientamento ruotato di 90° e con dimensioni più ampie, e dedicata a [[Lucia di Siracusa|santa Lucia]]. Dal 1387 fu la "Cappella reale" dove si recavano a pregare, venendo dal castello, re [[Ladislao]] in compagnia della moglie, regina Costanza Chiaramonte, e della madre [[Margherita di Durazzo]]. Nel 1648 la chiesa venne restaurata: in tale occasioni, venne decorata con elementi barocchi, demoliti nel [[1930]], quando venne ricondotta ad un ipotetico stile vicino, ma più scarno, a quello originario. Nel [[1966]] la chiesa venne chiusa al culto e sconsacrata nel [[1972]].<ref name=S.Lucia>{{cita web|url=http://www.prolocogaeta.it/documenti.aspx?IDDoc=22|titolo=Chiesa S. Lucia|sito=prolocogaeta.it|accesso=28 febbraio 2015}}</ref>
 
L'edificio è in [[architettura gotica|stile gotico]] e presenta una pianta basilicale con tre navate, delle quali la centrale terminante con un'[[abside]] semicircolare, senza [[transetto]]. Internamente, nella prima campata della navata di destra, vi sono i resti dell'abside della chiesa di Santa Maria in Pensulis, con alcuni affreschi medioevali. Esternamente, sul fianco sinistro, lungo via Ladislao, si apre un portale laterale, con protiro.<ref name=S.Lucia/>
 
; [[Ex chiesa di San Salvatore]]
 
Si trova in vicolo Caetani, tra la [[Duomo di Gaeta|cattedrale]] e il palazzo De Vio. Sorse tra l'[[VIII secolo|VIII]] e il [[IX secolo]] e fu, nel medioevo, di proprietà dell'[[abbazia di Montecassino]]; dal [[1671]] al [[1806]] venne retta dagli [[scolopi]], i quali avevano una loro scuola nell'attiguo edificio attualmente adibito a palazzo arcivescovile. La chiesa, sconsacrata nel [[1814]], venne in gran parte distrutta nel bombardamento della notte da l'8 e il 9 settembre [[1943]] e i suoi resti sono stati convertiti in spazio espositivo all'aperto. Permangono le sei colonne di spoglio che dividevano l'ambiente in tre navate ed è ancora visibile nella sua interezza la navata laterale destra, con tracce di affreschi medioevali.<ref>{{cita web|url=http://vicusmedievalis.altervista.org/dettagli2014.htm#visita_guidata_5.1|titolo=La chiesa di San Salvatore in Gaeta|sito=vicusmedievalis.altervista.org|accesso=13 agoato 2016}}</ref>
 
; [[Ex chiesa di San Giovanni della Porta]]
 
[[File:Gaeta, ex chiesa di San Giovanni della Porta - Esterno.jpg|250px|miniatura|sinistra|L'esterno della ex chiesa di San Giovanni della Porta]]
 
Situata nel centro storico, nei pressi del [[Castello di Gaeta|castello Angioino-Aragonese]], venne fondata nel [[X secolo]] e ha acquisito la sua attuale conformazione nel corso dell'ampliamento medioevale dei secoli [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo|XIV]]. La struttura si compone di un'unica navata gotica articolata in due [[campata|campate]], terminante con un'abside poco profonda; le decorazioni e gli altari in stucco sono in stile barocco, mentre nella prima campata vi è un affresco quattrocentesco attribuito a Giovanni da Gaeta e raffigurante il santo titolare e un santo benedettino. L'avancorpo con [[cantoria]] risale alla fine del [[XIX secolo]] ed ha inglobato il precedente [[campanile]] a vela, non più visibile. La chiesa è priva di una facciata vera e propria e si accede al suo interno tramite due portali che si aprono lungo la fiancata sinistra, che dà su un piccolo slargo. Attualmente l'edificio è la sede locale del Consorzio universitario di economia industriale e manageriale (CUEIM).<ref>{{cita web|url=http://www.development.cueim.com/index.php/il-cueim/sedi?id=73&jjj=1470479973040|titolo=Sede Gaeta|sito=development.cueim.com|lingua=en it|accesso=6 agosto 2016}}</ref>
 
; [[Ex chiesa di San Giuda Taddeo]]
 
Si trova lungo via Angioina, non lontano dal [[tempio di San Francesco]]. Già esistente alla fine del [[XV secolo]] e originariamente dedicata a [[Onofrio (anacoreta)|sant'Onofrio]], tra il [[1855]] e il [[1856]] fu oggetto di un radicale intervento di restauro per volere di [[Ferdinando II delle Due Sicilie]]; utilizzata dai militari nel corso dell'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]] del [[1860]], venne sconsacrata lo stesso anno e cadde in abbandono. La struttura è caratterizzata da una fastosa decorazione [[architettura neogotica|neogotica]] sia esterna, sia esterna. L'ambiente, al quale è affiancata la sacrestia, è costituito da un'unica navata di tre campate, coperta col [[volta a crociera]], nel quale si trovavano tre altari marmorei ottocenteschi, rimossi dopo la chiusura al culto; sia nella facciata, sia nella parete di fondo si apre un [[rosone]] [[cerchio|circolare]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.gaeta.lt.it/Gaeta-nella-storia/Le-Chiese/La-Chiesa-di-San-Giuda-Taddeo-e-Sant-Onofrio|titolo=La Chiesa di San Giuda Taddeo e Sant'Onofrio|sito=comune.gaeta.lt.it|accesso=24 settembre 2016}}</ref>
 
; Ex chiesa dei Santi Martiri Canadesi e del Beato Oliver Plunkett
 
Venne costruita agli inizi degli [[anni 1930]] come luogo di culto della residenza estiva del Pontificio Collegio Irlandese, nei pressi del confine con il comune di [[Formia]]; fu consacrata il 19 ottobre [[1932]] dall'[[Arcidiocesi di Dublino|arcivescovo di Dublino]] Edward Joseph Byrne. Nella seconda metà del [[XX secolo]], l'intero complesso venne convertito in struttura ricettiva e la chiesa, sconsacrata, adibita a ristorante. L'edificio conserva intatte le sue caratteristiche originarie; esternamente presenta un portico [[architettura neoclassica|neoclassico]] a tre arcate in [[facciata]]. L'interno è costituito da un'unica aula terminante con un'ampia [[abside]] poligonale, le cui pareti sono decorate da affreschi monocromi con motivi allegorici e vegetali; al centro, il [[ciborio]] [[marmo]]reo, con elementi [[mosaico|musivi]].<ref>{{cita web|url=http://www.villairlanda.it/il-convento/|titolo=Il convento|sito=villairlanda.it|accesso=9 luglio 2016}}</ref>
 
=== Architetture militari ===
;Castello Angioino-Aragonese
{{vedi anche|Assedio di Gaeta (1860)|Castello di Gaeta}}
 
[[File:Gaeta (castello angioino) da monte orlando.jpg|thumb|Il castello fotografato da [[Monte Orlando]]]]
 
=== Architetture civili ===
;Palazzo de Vio
[[File:Gaeta medievale vista dal mare.jpg|thumb|Il palazzo Arcivescovile]]
:Il Palazzo del Vio fu costruito come vescovado dall'omonimo cardinale e arcivescovo di Gaeta nel Rinascimento. L'attuale facciata è opera di [[Federico Travaglini]]. All'interno ospita il Museo Diocesano, che raccoglie opere provenienti da chiese sconsacrate della città (come l’''Incoronazione di Maria'' di Giovanni di Gaeta che era la pala d'altare di Santa Lucia), lo ''Stendardo di Lepanto'', con raffigurati il Gesù in Croce e i Santi Pietro e Paolo ed ''Exultet'' medioevali su pergamena.
;Palazzo Arcivescovile
:Dietro la cattedrale si trova il palazzo Arcivescovile. Questo, originariamente, scuola degli Scolopi, ha una caratteristica loggia che dà sul mare.
 
=== Altro ===
[[File:Mausoleo di Planco.JPG|thumb|upright=1.6|Mausoleo di Lucio Munazio Planco sulla cima del [[Monte Orlando]]]]
* Mausoleo di [[Lucio Munazio Planco]], edificato nel 22 a.C., è in blocchi di pietra e domina su tutta la città. Al suo interno un corridoio circolare conduce alle quattro camere mortuarie.
* Mausoleo di Sempronio Atratino, posto sulla vetta dell'omonimo colle, è ridotto ormai ad un rudere. Anticamente doveva somigliare al Mausoleo di Lucio Munazio Planco.
* Stabilimento della S.S. Annunziata, nato in occasione del Giubileo del 1300 anche per l'accoglienza dei pellegrini, ha la sua lunga facciata su via dell'Annunziata. All'interno si trovano due cortili (quello barocco e quello catalano). Vi è annessa la [[Cappella dell'Immacolata Concezione (Gaeta)|Cappella dell'Immacolata Concezione]] detta "Cappella d'Oro"
* Ex Caserma Cosenz, edificio ottocentesco che si affaccia su via dell'Annunziata e che ospita mostre temporanee.
* [[Monastero di Santo Spirito di Zannone]]
 
=== Aree naturali ===
* [[Parco regionale urbano Monte Orlando]];
* [[Parco regionale Riviera di Ulisse]], ubicato nel lembo meridionale della Regione Lazio, si estende lungo la costa del golfo di Gaeta e comprende i territori delle aree protette ricadenti nei comuni di Gaeta, Formia, Minturno e Sperlonga.
 
=== Fauna ===
La fauna di Gaeta è molto ampia e ricca di specie che vanno dalla [[Mantis religiosa|mantide religiosa]] al [[falco pellegrino]], dalla [[Hyla intermedia|raganella italiana]] all'[[Hystrix cristata|istrice]] e molte altre.<ref>{{Cita libro|autore = Enrico Romanelli|titolo = Fauna di Gaeta|anno = 2014|editore = |città = Gaeta}}</ref>
 
=== Spiagge ===
La città è famosa per le sue sette spiagge:
;Spiaggia di Serapo
:Questa è una delle più importanti di Gaeta per il lungo tratto di spiaggia che separa il mare dalla Via Marina; le sue caratteristiche principali sono due: la sabbia con granelli sottilissimi ed il mare che ha una trasparenza unica oltre ad inquinamento zero.
;Spiaggia di Fontania
;Spiaggia Quaranta Remi
:Piccola spiaggia situata tra l'Ariana e Fontania, così chiamata perché tra le due estremità c'è una distanza copribile con quaranta remate.
;Spiaggia dell'Ariana
:Piccola spiaggia di sabbia bianca calcarea tipica del primo tratto di costa compresa tra il promontorio di Gaeta e San Felice Circeo.
La spiaggia è posizionata tra due speroni rocciosi di altezza pari a 50-70 metri, su uno di essi svetta un'antica torre detta Torre Viola facente parte del sistema difensivo e di avvistamento costiero costruito per difendere il borgo di Gaeta dalle incursioni saracene.
 
Il nome Ariana sembra derivare dal binomio dell'antica lingua locale aria-sana, fino ai primi anni cinquanta la spiaggia era però detta dell'arianna. Un'antica mulattiera usata dai contadini e pastori percorreva la spiaggia inerpicandosi sui due speroni che delimitano la spiaggia; ancora oggi una parte del vecchio tracciato della mulattiera è usato come stradina per scendere in spiaggia dalla strada Flacca costruita negli anni sessanta a ridosso della spiaggia congiungendo tratti dell'antico tracciato della via Flacca di origine romana.
Ad oggi la spiaggia dell'Ariana è una delle più affollate spiagge del sud pontino grazie alla sua bellezza e particolare collocazione che la protegge dal vento, seppur il suo tratto antistante sia oggetto di costruzioni abusive anche entro i 300 metri dalla linea d'acqua.
;Spiaggia dell'Arenauta (''arena auta'')
:Spettacolare spiaggia al di sotto di una falesia di particolare bellezza, è nota per il Bagno "dei 300 scalini" in quanto vi si accede mediante una lunga scalinata. Sono presenti altre vie di accesso. Frequentata tutto l'anno da naturisti che prediligono il lato di levante in prossimità della Torre Scissura. Di rilievo è la presenza di una Grotta e di una parete rocciosa utilizzata per allenamenti di scalata alpinistica di grado medio-alto. Di grande pregio naturalistico, soffre del suo illegale utilizzo, del fenomeno del campeggio abusivo, della mancanza di un regolare servizio di raccolta rifiuti e di adeguati servizi igienici.
;Spiaggia di San Vito
:Piccola darsena, naturalisticamente riservata, ospita strutture alberghiere organizzate cresciute nel dopoguerra.
;Spiaggia di Sant'Agostino
:Meravigliosa lingua di sabbia tra scogliere, falesie e campagna coltivata, al margine della SS Flacca. Turisticamente sfruttata in maniera discontinua e scarsamente rispettosa dell'ambiente, offre tuttavia un panorama marino di grande respiro ed è uno dei più noti Spot per Surf da Onda del Mar Tirreno, di cui un piccolissimo pezzo (verso Sperlonga) appartiene al comune di [[Itri]]. [senza fonte]
 
== Società ==
{{...||centri abitati|arg2=società}}
 
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Gaeta}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
 
La presenza straniera in Gaeta continua a salire, in parte dovuta alla sua vicinanza alla capitale, Roma.
 
Alla fine del 2010 sono stati 806 gli immigrati regolari che vivono a Gaeta, e fanno il 3,74% della popolazione, inferiore alla media regionale e nazionale.<br />
La più grande comunità è:
 
* [[Romania]] 239 unità - 1,11% dei residenti.
 
[[File:Porto Gaeta lato Nord.jpg|thumb|Vista del Porto di Gaeta da Nord]]
 
=== Lingue e Dialetti ===
Se si esamina il dialetto gaetano si può rilevare la sua particolarità da questo punto di vista: infatti vi sono due distinti dialetti. Il primo è marcatamente napoletano ed è parlato nella parte "medievale" della città, il centro storico, comunemente conosciuto con l'appellativo "Gaeta Vecchia"; il secondo, invece, è parlato nel resto della cittadina, in quella zona conosciuta come "Borgo di Elena", che per circa trenta anni (dal 1897) fu comune autonomo e successivamente reintegrato nel comune di Gaeta.
 
=== Tradizioni e Folclore ===
* Tipica espressione del folklore gaetano è ''Gliu Sciuscio'', evento caratteristico della sera/notte del 31 dicembre quando tante orchestre di giovani gaetani, usando strumenti musicali per lo più auto-costruiti, girano per gli esercizi commerciali e per le case di Gaeta intonando canti tipici per augurare al padrone di casa un buon anno.
* [[Festa del mare]]. Dal 1927, ogni anno,<ref>A. R. Zamberti (a cura di),''Quaderni del Borgo di Gaeta'', [http://www.telefree.it/news.php?op=view&stampa=1&id=99112 Il ritrovarsi in... "Porto Salvo" alla Festa del Mare a Gaeta].</ref>, la seconda domenica di agosto, parte dalla Chiesa degli Scalzi una tradizionale processione che porta la statua della Madonna di Porto Salvo, protettrice dei pescatori e dei naviganti, su una barca al centro del golfo di Gaeta. Durante tale processione la barca che trasporta la statua della Madonna è seguita da molti natanti e l'evento si conclude con la posa in mare di una corona di fiori in ricordo di tutte le vittime del mare. La cerimonia è tra le più suggestive del litorale laziale.
 
== Cultura ==
{{Citazione|Tu pure ai nostri lidi, nutrice di [[Enea]], morendo desti, Gaeta, eterna fama|''[[Eneide (Caro)|Eneide]]'', VII 1-4|Tu quoque litoribus nostris, Aeneia nutrix, aeternam moriens famam,Caieta,dedisti|lingua=la}}
 
=== Media ===
==== Televisione ====
* Golfo Tv
 
=== Cucina ===
* [[Oliva Itrana|Olive di Gaeta]] (olive nere)
* Sciuscelle, Mostaccioli (dolci natalizi gaetani)
* [[Tiella di Gaeta|Tiella]] (pizza rustica ripiena)<ref name="gaetavola">[http://www.gaetavola.org/tavolaecibo/pizza_tielle_caniscione.aspx Associazione Gaetavola], Pizza, tiella e caniscione</ref>
 
== Persone legate a Gaeta ==
* [[San Nilo da Rossano]] (910 - 1004), dimorò per circa dieci anni nei pressi di [[Serapo]].
* [[Papa Gelasio II]] (1060 - 1119), nato a Gaeta
* Giovanni da Gaeta <ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-da-gaeta_(Dizionario-Biografico)/|titolo=GIOVANNI da Gaeta|sito=www.treccani.it|accesso=2016-05-08}}</ref>, pittore. Non se ne conosce la data di nascita, attivo intorno alla seconda metà del XV secolo.
* [[Giovanni Caboto]] (1450 - 1498), navigatore, scopritore del Canada, presumibilmente nato a Gaeta.
* [[Giovanni Filippo Criscuolo]] ([[1495]] - [[1584]]), pittore del tardo [[Rinascimento]], nato a Gaeta.
* [[San Filippo Neri]] (1515 - 1595), spesso si ritirava in preghiera presso la Cappella del Crocifisso e nelle volte in cui si attardava fino a sera inoltrata, si riposava su un angolo roccioso, poi denominato "Letto di San Filippo".
* Scipione Pulzone <ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pulzone-scipione-detto-il-gaetano/|titolo=Pulzóne, Scipione, detto il Gaetano|sito=www.treccani.it|accesso=2016-05-08}}</ref> (1550 - 1598), pittore, nato a Gaeta.
* [[Lorenzo de Tonti]] (1602 - 1684), banchiere italiano nonché governatore di Gaeta, noto per aver inventato il metodo di investimento denominato [[tontina]].
* [[Sebastiano Conca]] (1680 - 1764), pittore, nato a Gaeta.
* [[Taddeo Orlando]] (1885 - 1950), generale italiano, fu Ministro della Guerra durante il [[Governo Badoglio II]] e Comandante Generale dell'[[Arma dei Carabinieri]], nato a Gaeta.
* [[Franco Michele Napolitano]] ([[1887]] - [[1960]]), musicista, nato a Gaeta.
* [[Benito Nardone Cetrulo]] ([[Montevideo]], 22 novembre 1906&nbsp;– Montevideo, 25 marzo 1964) è stato un politico [[uruguaiano]], presidente del Consiglio Nazionale di Governo dell'[[Uruguay]] dal 1º marzo 1960 al 1º marzo 1961, carica equivalente a quella di Presidente della Repubblica. Figlio di emigranti gaetani, tornò a Gaeta in visita presidenziale il 1º dicembre 1960.
* [[Pasquale Misiano]] (1928 - 1993), [[attore]] e [[direttore di produzione]], nato a Gaeta.
* [[Luigi Di Liegro]] (1928 - 1997), presbitero, fondatore della [[Caritas diocesana]] di [[Roma]], nato a Gaeta.
* [[Claudio Coccoluto]] (1962 - ), [[Disc jockey]], nato a Gaeta.
* [[Massimo Lotti]] (1969 - ), allenatore di [[calcio (sport)|calcio]] ed ex calciatore italiano, ha giocato all'inizio della carriera nella squadra del Gaeta.
* [[Safiria Leccese]] (1970 - ), [[giornalista]] e [[conduttore televisivo|conduttrice televisiva]], nata a Gaeta
 
== Ferrovia ==
{{Vedi anche|Stazione di Gaeta|Ferrovia Sparanise-Gaeta}}
La città è servita dalla [[stazione di Formia-Gaeta]] situata a [[Formia]] e posta sulla [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Formia-Napoli]]; fino al [[1966]] era in funzione anche la [[Ferrovia Sparanise-Gaeta|Formia-Gaeta]] delle [[Ferrovie dello Stato Italiane|FS]], che partiva da [[Stazione di Formia|Formia]] e arrivava fino a [[Stazione di Gaeta|Gaeta]] e la città aveva la sua [[Stazione di Gaeta|stazione ferroviaria]]. La riapertura della tratta Formia-Gaeta era prevista per l'agosto [[2015]].
 
== Amministrazione ==
Fino al [[1927]] faceva parte della [[Terra di Lavoro|provincia di Terra di Lavoro]] (che aveva come capoluogo prima [[Capua]] e dal 1818 [[Caserta]]), regione storica sorta sotto il [[Regno di Sicilia]] (poi [[Regno di Napoli]] e [[Regno delle Due Sicilie]]). In questa zona della Provincia era il caposaldo militare e amministrativo dell'area ([[Circondario di Gaeta]]).
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|6 giugno [[1988]]
|23 dicembre [[1989]]
|Damiano Tallini
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|23 dicembre [[1989]]
|22 giugno [[1990]]
|Sergio Tuccilli
|[[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|22 giugno [[1990]]
|26 febbraio [[1991]]
|Candeloro Mignano
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 febbraio [[1991]]
|19 settembre [[1991]]
|Giuseppe Renzelli
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|19 settembre [[1991]]
|4 agosto [[1992]]
|Erasmo Di Nitto
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|4 agosto [[1992]]
|11 maggio [[1993]]
|Giuseppe Matarazzo
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|11 maggio [[1993]]
|23 dicembre [[1993]]
|Salvatore Di Maggio
|[[Partito Socialista Italiano|PSI]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|23 dicembre [[1993]]
|12 giugno [[1994]]
|Antonio Reppucci
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|12 giugno [[1994]]
|24 maggio[[1998]]
|Silvio D'Amante
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|24 maggio [[1998]]
|26 maggio[[2002]]
|Silvio D'Amante
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 maggio [[2002]]
|14 novembre [[2006]]
|Massimo Magliozzi
|[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|<ref>Sfiduciato dal [[Consiglio Comunale]].</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|novembre [[2006]]
|27 maggio [[2007]]
|Bruno Frattasi
|
|[[Commissario Prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|27 maggio [[2007]]
|6 maggio [[2012]]
|Antonio Raimondi
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|6 maggio [[2012]]
|''in carica''
|Cosmo Mitrano
|[[Il Popolo della Libertà|PDL]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
Gaeta è gemellata con:
{|width=100%
| valign=top|
* {{Gemellaggio|Francia|Frontignan}}
* {{Gemellaggio|USA|link=Cambridge (Massachusetts)|Cambridge}}<ref>{{cita web|url=http://www2.cambridgema.gov/deptann.cfm?story_id=1597A|titolo=Message from the Peace Commission|accesso=20 marzo 2016}}</ref>
* {{Gemellaggio|USA|link=Somerville (Massachusetts)|Somerville}}
* {{Gemellaggio|USA|link=Mobile (Alabama)|Mobile}}
* {{Gemellaggio|MNE|Cetinje}}
|}
 
=== Altre informazioni amministrative ===
* Fa parte della XVII [[Comunità montana dei Monti Aurunci]] e del [[Parco regionale Riviera di Ulisse]]
 
== Sport ==
Le società sportive presenti a Gaeta sono:
* [[MDC Surf Club]], ASD ([[Surf]])
* ''A.S. Taekwondo Club Gaeta ([[Taekwondo]])
* [[Sporting Club Gaeta]] ([[Pallamano]]), militante nel campionato di [[serie A/1]] maschile.
* [[Polisportiva Gaeta 1931]] ([[Calcio (sport)|Calcio]]), militante nel campionato di [[Eccellenza Lazio|Eccellenza]].
* ''Serapo Sport Gaeta'', ([[Pallanuoto]]), militante nel campionato di serie A/2 femminile e C maschile.
* ''Gaeta Handball '84'', ([[Pallamano]]), militante nel campionato di serie B maschile.
* ''P.G.S.Don Bosco Gaeta'', ([[Calcio (sport)|Calcio]]), militante nel campionato di 1ª categoria
* ''A.S.D.Cajeta'', ([[Calcio (sport)|Calcio]]), militante nel campionato di 3ª categoria
* Serapo Volley Gaeta ( [[Pallavolo]] ) militante nel campionato di serie D maschile e 1ª divisione femminile
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Image:Gaeta.jpg|Porto
Immagine:Golfo_di_Gaeta.jpg|Golfo di Gaeta
Immagine:Porto di Gaeta dall'alto.JPG|Vista da Sud del Porto di Gaeta e dei lavori di ampliamento
Image:Gaeta09.jpg|Il Centro Storico visto dal Tempio di San Francesco
Image:Gaeta05.jpg|Il Municipio
Immagine:Spiaggia Serapo.JPG|La spiaggia di Serapo
Immagine:Vista del Porto di Gaeta d'inverno.JPG|Vista del Porto di Gaeta d'inverno
Image:Gaeta, Basilica Cattedrale, veduta da via Aragonese.jpg|Veduta aerea della Cattedrale
Image:Tempio di San Francesco2.JPG|Il Tempio di San Francesco
Image:US Navy 020704-N-9774H-001 The Command Ship of the U.S. Navy^rsquo,s 6th Fleet, USS La Salle (AGF 3).jpg|Fuochi d'artificio durante le celebrazioni per l'Indipendence Day
Image:Crocifisso Cappella Montagna Spaccata Gaeta.JPG|Cappella del Crocifisso nella Montagna spaccata di Gaeta
Image:Crocifisso Cappella Montagna Spaccata Gaeta 2.JPG|Cappella del Crocifisso nella Montagna spaccata di Gaeta
</gallery>
 
== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giovanni Battista Federici|url=https://books.google.it/books?id=r-5_6yyYqq4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Degli Antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta|città=Napoli|editore=Vincenzo Flauto|anno=1791|isbn=no|cid=G.B. Federici}}
* {{cita libro|autore=Onorato Gaetani d'Aragona|titolo=Memorie storiche della città di Gaeta|città=Caserta|editore=Stabilimento tipo-litografico della Minerva|anno=1885|edizione=2|cid=O. Gaetani d'Aragona|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Luigi Salemme|titolo=Il borgo di Gaeta: contributo alla storia locale|città=Torino|editore=ITER|anno=1939|isbn=no}}
* {{cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Allaria|titolo=Le chiese di Gaeta|città=Latina|editore=Ente Provinciale per il Turismo, Camera di Commercio|anno=1970|isbn=no}}
* {{cita libro|nome=Alberto|cognome=Giordano|titolo=La cattedra episcopale di Gaeta|città=Gaeta|editore=Centro Storico Culturale|anno=1972|isbn=no|cid=A. Giordano}}
* {{cita libro|curatore=Salvatore Abita, Erasmo Vaudo, Ennio Albano, Giuliano Imondi|titolo=La veduta di Gaeta nell'800 napoletano|città=Gaeta|editore=La Poligrafica|anno=1977|cid=S. Abita, E. Vaudo, E. Albano, G. Imondi (a cura di)|isbn=no}}
* {{cita libro|curatore=Pier Giacomo Sottoriva|titolo=Il golfo di Gaeta|città=Novara|editore=Istituto Geografico De Agostini|anno=1985|isbn=no|cid=P.G. Sottoriva}}
* {{cita libro|curatore=Erasmo Vaudo|titolo=Oltre l'immagine. Iconografia mariana a Gaeta dal XIII al XIX secolo|città=Gaeta|editore=Gaetagrafiche|anno=1988|cid=E. Vaudo|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Alvise Schanzer|titolo=Per la conoscenza dei dialetti del Lazio orientale: lo scadimento vocalico alla finale (primi'' ''risultati'')|pubblicazione=Contributi di filologia dell'Italia mediana|volume=3|città=Foligno|editore=Editoriale Umbra|anno=1989|isbn=no}}
* {{cita libro|nome=Graziano|cognome=Fronzuto|titolo=Monumenti d'arte sacra a Gaeta: storia ed arte dei maggiori edifici religiosi di Gaeta|città=Gaeta|editore=Edizioni del Comune di Gaeta|anno=2001|cid=G. Fronzuto|isbn=no}}
* {{cita libro|nome=Piergiorgio|cognome=Granata|titolo=Gaeta: viaggio nell'arte: pittura, scultura e arti minori dal medioevo ad oggi|città=Napoli|editore=Guida|anno=2004|cid=P. Granata|isbn=88-7188-745-X|url=https://books.google.it/books?id=eCdQhcXhdS4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false}}
* {{cita libro|autore=Francesco Sapio|titolo=Gaeta in parole. Vocabolario e altro|città=Gaeta|editore=Edizioni del comune di Gaeta|anno=2006|isbn=no}}
* {{cita libro|autore=Francesco Sapio|titolo=I ragazzi di Gaeta aveana iuca', invece...|città=Gaeta|editore=Associazione culturale Novecento|anno=2012|isbn=no}}
* {{cita libro|url=http://www.arcidiocesigaeta.it/gaeta/allegati/174/Annuario%20Gaeta%202014.pdf|curatore=Arcidiocesi di Gaeta|titolo=Annuario Diocesano 2014|città=Fondi|editore=Arti grafiche Kolbe|anno=2014|cid=Arcidiocesi di Gaeta (a cura di)}}
 
== Voci correlate ==
* [[Assedio di Gaeta (1860)]]
* [[Golfo di Gaeta]]
* [[Porto Salvo (Gaeta)]]
* [[Serapo]]
* [[Sovrani di Gaeta]]
* [[Arcidiocesi di Gaeta]]
* [[Ducato di Gaeta]]
* [[Circondario di Gaeta]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Gaeta|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://sangiacomogaeta.altervista.org/|Sito della Chiesa di San Giacomo}}
* {{cita web|http://www.sscosmaedamiano.it|Sito della Chiesa di Maria SS. di Porto Salvo}}
* {{cita web|http://www.sanpaologaeta.net|Sito della Chiesa di San Paolo Apostolo}}
 
{{Stati italiani del Medioevo}}
{{Provincia di Latina}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lazioguerra|guerre napoleoniche}}
 
[[Categoria:Gaeta|Guerra nel 1806]]
[[Categoria:Assedi delle guerre napoleoniche|Gaeta]]
[[Categoria:Battaglie della Terza coalizione|Gaeta]]
[[Categoria:Battaglie che coinvolgono il Regno di Napoli|Gaeta]]
[[Categoria:Storia di Gaeta]]