== Avviso ==
{{Bio
|Nome = Domenico
|Cognome = Barduzzi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Brisighella
|GiornoMeseNascita = 5 agosto
|AnnoNascita = 1847
|LuogoMorte = Siena
|GiornoMeseMorte = 27 febbraio
|AnnoMorte = 1929
|Attività = medico
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , [[dermatologo]] e [[sifilografo]]
|Immagine = Domenico_Barduzzi_(1847-1929).jpg}}
{{Vandalismo|Stazione di Alba}}--[[Utente:Leo0428|Leo0428]] ([[Discussioni utente:Leo0428|msg]]) 22:54, 16 mag 2019 (CEST)
È considerato un innovatore nel campo della [[dermatologia]] associata alla [[venereologia]], in particolar modo nello studio della [[dermosifilopatia]]. Inoltre si è distinto nel campo della [[idrologia]], della [[medicina sociale]] e della [[storia della medicina]].
==Biografia==
Domenico Barduzzi nasce a Brisighella il 5 agosto 1847 da Carlo Barduzzi, [[agrimensore]], e da Angela Tani, che invece era casalinga. Intraprese i primi studi nel paese natale, fino al [[1863]], quando sostenne e superò l'esame di ammissione al Regio Liceo Torricelli di Faenza, per poi concludere l'anno scolastico 1867-1868 al Liceo Dante di Firenze.<ref>Pietro Malpezzi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.115-117.</ref>.
Consegue la laurea di primo grado nel [[1872]] a [[Pisa]], a cui aggiunge il Diploma di libero esercizio ottenuto nel [[1874]] a [[Firenze]] e nel [[1882]] la Libera Docenza in Dermatologia presso l'[[Università di Modena]] grazie ai suoi studi di [[dermatologia]] sotto la guida di [[Augusto Michelacci]]. Nel [[1883]] ottiene l'incarico di professore straordinario di Dermosifilopatia nell'[[Università di Pisa]] e nell'anno successivo partecipa al concorso per la stessa cattedra e lo vince classificandosi terzo. Nel [[1886]] supera il concorso per la cattedra di clinica dermosifilopatica all'[[Università degli Studi di Siena]] nella quale diventa preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia nel [[1901]]. Rettore ad anni alterni tra il [[1898]] e il [[1912]], mantenne il posto di professore fino al [[1922]] . Dopo aver ricevuto, tra le altre, alte onorificenze quali la nomina a Cavaliere della Corona d'Italia nel [[1891]] e la nomina a Grand'Ufficiale della Corona d'Italia nel [[1922]], si dedica allo studio dell'[[idrologia]], collaborando a riviste e giornali specialistici e assumendo numerosi uffici e incarichi, tra i quali la direzione delle [[Terme di S.Giuliano]] nel [[1885]], e alla ricerca nella [[storia della medicina]], in particolar modo concentrandosi su figure della medicina italiana come [[Santa Ildegarda]] e [[Fabrici d'Acquapendente]], rispettivamente nel [[1913]] e nel [[1919]].
===Barduzzi e il periodo universitario===
[[File:Sigillo dell'Università di Siena (1896).jpg|left|thumb|Sigillo storico dell'Università di Siena nella versione approvata dalla Consulta Araldica (1896)]]Dopo aver vinto il concorso per la cattedra nell'[[Università degli Studi di Siena]], non avendo la possibilità di conciliare la vita familiare con l'attività di libero professionista a [[Pisa]],inizialmente non si trasferì nella stessa città fino al [[1890]], quando venne nominato professore ordinario. Tuttavia questo non gli impedì di trovare a [[Siena]] un ambiente favorevole integrandosi rapidamente nell'ambiente universitario e cittadino .<ref>Carlo Ricci, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.19-20.</ref> Infatti divenne nel [[1887]] Socio ordinario dell'[[Accademia senese dei Fisiocritici]], fino a diventarne presidente dal [[1893]] al [[1896]] e anche dal [[1908]] alla morte e nel [[1892]] venne eletto Consigliere del Comune di [[Siena]], carica che manterrà fino al [[1908]].
Oltre che da didatta, si distingue anche come accademico, amministratore e difensore dell'[[Università degli Studi di Siena]] nel periodo post-unitario, caratterizzato da un clima di grande incertezza per l'istruzione superiore e per l'[[Università]], parlando delle disposizioni parlamentari come: {{quote|le confuse ed incerte norme del regolamentari presenti, le disposizioni contraddittorie, le interpretazioni variabili<ref>Carlo Ricci,''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.22</ref> |Domenico Barduzzi|}} Su questa linea fonda nel [[1894]] l"Unione universitaria" che dirigerà per cinque anni, rivista alla quale collaboreranno professori provenienti da tutta la penisola, tra cui [[Cesare Lombroso]], [[Enrico Morselli]] e [[Vittorio Emanuele Orlando]], nella quale si proponeva di : {{quote|offrire il mezzo a chi è nella vita universitaria di esporre le proprie idee e discutere [...] tutte le opinioni che, pur rimanendo tra loro diverse, siano ispirate dalla convinzione leale di portar giovamento agli studi e alla dignità di chi li professa<ref>Carlo Ricci,''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.22</ref> |Domenico Barduzzi|}} Il periodico si ampliò rapidamente fino a dare vita nel [[1902]] ad una rivista di livello nazionale, l'"Università italiana", pubblicata a [[Bologna]] e diretta dallo stesso Barduzzi e da [[Raffaele Guerrieri]].<ref>Carlo Ricci, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.21-22.</ref> Tra gli altri successi che ottenne da Rettore dell'[[Università degli Studi di Siena]], conia l'attuale sigillo storico della stessa università, che viene approvato dalla [[Consulta Araldica del Ministero degli Interni]] il [[4 gennaio]] [[1896]].<ref>Carlo Ricci, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.28.</ref>
===Barduzzi e la dermato-venereologia===
Barduzzi ufficialmente entra nel campo della [[dermatologia]] nel [[1883]] con la nomina a professore incaricato, ma aveva già mostrato il suo talento per la materia alcuni anni prima nel bienno di studi di perfezionamento e di pratica nella disciplina per conseguire il diploma di Libera docenza che gli avrebbe consentito l'esercizio della professione, sotto la guida di [[Augusto Michelacci]], professore di [[dermatologia]], e di [[Pietro Pellizzari]], in quanto professore di [[venereologia]].<ref>Lucio Andreassi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.55.</ref>
I primi studi del Barduzzi furono incentrati soprattutto sulla [[sifilide]] e in particolar modo sui problemi di terapia della stessa, influenzato anche dagli studi di [[Pietro Pellizzari]], il quale condusse esperimenti su tre soggetti volontari (allora non era proibito in [[Toscana]] sottoporre soprattutto i condannati a morte ad esperimenti di natura scientifica) al fine di verificare se la [[sifilide]] potesse essere trasmessa per via ematica. Barduzzi, nonostante l'iniziale fascino di questa teoria che affrontò con entusiasmo, comprese che il modo più efficace per fermare la diffusione della [[sifilide]] fosse soprattutto la cura della [[profilassi]] e affrontare il problema dal punto di vista sociale, non esistendo allora una valida terapia.<ref>Lucio Andreassi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.57.</ref> Inoltre Barduzzi si rese conto che per difendere la popolazione dal contagio dilagante della [[sifilide]] i dermatovenereologi si sarebbero dovuti unire in una associazione, che nacque nel [[1885]] a [[Perugia]], entrandone nel comitato direttivo in qualità di segretario.
Fu il promotore in [[Italia]] dell'utilizzo del [[Salvarsan]], il preparato arsenicale brevettato da [[Paul Ehrlich]] per la cura della [[sifilide]], intuendo l'importanza di creare un protocollo preciso per la sperimentazione del farmaco e anticipando le attuali sperimentazioni pluricentriche.<ref>Lucio Andreassi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.59-62.</ref> Tra i suoi allievi si distinsero [[Vittorio Mibelli]] e [[Pio Colombini]]; il primo raggiunse grande fama anche fuori dei confini nazionali grazie alla descrizione di due nuove malattie cutanee, cioè l'[[angiocheratoma]] e la [[porocheratosi di Mibelli]], mentre il secondo divenne professore a [[Sassari]] e a [[Modena]], ma non riusci a continuare l'opera del maestro.<ref>Lucio Andreassi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.59-60.</ref>
===Barduzzi idrologo===
Poco più che trentenne, nel [[1881]], Barduzzi comincia la sua esperienza da [[idrologo]] con la direzione delle [[Terme di Castrocaro]], in provincia di [[Forlì]], per poi ottenere provvisoriamente nel [[1885]] il posto vacante di [[direttore sanitario]] delle Terme di S.Giuliano, posto che poi ottiene definitivamente l'anno successivo e che non lascia più fino al termine della sua carriera. Nello stesso anno è, insieme a [[Scipione Vinaj]], [[Pietro Grocco]], [[Luigi Pagliani]] e [[Luigi Burgonzio]], fondatore e promotore dell'[[Associazione Medica Italiana di Idrologia e Climatologia]].<ref>Francesco Pascarella, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.65-66.</ref> Diventa rapidamente una delle figure di spicco dell'[[idrologia]] e della [[climatologia]] italiana tra il XIX e il XX secolo, tanto che viene nominato, tra le numerose cariche e uffici che ricopre, delegato dell'Associazione Italiana di Idrologia e Climatologia al Congresso Internazionale di Bruxelles nel [[1897]], presidente del IX Congresso Nazionale di Idrologia e Climatologia di S.Remo nel [[1908]] e nel [[1910]] del X Congresso Nazionale di Idrologia, Climatologia e Terapia Fisica di Salò durante il quale richiama l'attenzione della platea di studiosi sulla diffusione delle acque artificialmente mineralizzate.<ref>Francesco Pascarella, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.66-68.</ref>
Il Barduzzi sostiene con vigore in tutti i suoi interventi la priorità di rinnovamento degli studi idrologici attraverso la lotta all'empirismo balneoterapico e il rigoroso studio chimico-fisico e clinico delle sorgenti d'acqua; inoltre riteneva necessario vigilare con specifiche norme i bacini idrici con l'imposizione di frequenti [[analisi chimiche]] e [[batteriologiche]]. Secondo lo stesso Barduzzi infatti il modello legislativo da seguire era quello francese che, già da tempo, aveva regolamentato con leggi e norme specifiche il sistema delle risorse idriche.<ref>Francesco Pascarella, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.68.</ref> Si occupa del trattamento [[crenoterapico]] delle [[malattie cutanee]], non trascurando però altri metodi di cura collegati alla [[crenoterapia]] come l'[[idroterapia]], la [[fisioterapia]], la [[fototerapia]] e l'[[elettroterapia]].<ref>Francesco Pascarella, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.76.</ref>
===Barduzzi e la storia della medicina===
[[File:Pergamena conferita a Domenico Barduzzi per il suo pensionamento (1922).jpg|left|thumb|Pergamena conferita al prof. Domenico Barduzzi dal Comune di Siena per il suo collocamento a riposo. (1922)]]Sono fondalmente tre le date cruciali della vita del Barduzzi come storico della medicina: l'istituzione della [[Società Italiana di Storia della Medicina]] nel [[1907]] e della [[Rivista di Storia Critica di Scienze Mediche e Naturali]] in quanto organo ufficiale della società stessa e l'istituzione della [[Cattedra di Storia della Medicina]] nel [[1922]].<ref>Francesca Vannozzi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.81.</ref> È autore di numerosissime pubblicazioni su personaggi della storia della medicina italiana ed europea, tra i quali vi sono [[Andrea Vesalio]], [[Galileo Galilei]], [[Leonardo da Vinci]], [[Evangelista Torricelli]], [[Vincenzo Chiarugi]], [[Francesco Puccinotti]] e molti altri; inoltre si dedicherà con passione anche alla raccolta di notizie sull'[[Università di Siena]], sforzo che gli richiederà circa dodici anni per essere ultimato a causa della grandi difficoltà incontrate nel reperimento dei documenti necessari. Le sue pubblicazioni più importanti a riguardo sono: ''Cenni storici sull'Università di Siena'' ([[1900]]), ''Documenti per la storia dell'Università di Siena'' ([[1900]]), ''Di alcune vicende storiche moderne dello studio senese'' ([[1902]]), ''Cenni storici sull'origine dell'Università di Siena'' ([[1910]]), ''Brevi notizie sulla R. Università di Siena'' ([[1912]])<ref>Francesca Vannozzi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.83.</ref>.
Attraverso questi e svariati altri lavori diventa in [[Italia]] l'apripista per uno studio metodico, preciso e razionale della [[storia della medicina]], che abbandona gli aneddoti e la retorica per diventare una vera e propria scienza, e quindi di fondamentale importanza nello studio accademico. Infatti lui stesso dirà quanto sia indispensabile a tutti i medici una chiara conoscenza della storia delle dottrine scientifiche mediche, in quanto fondamentale per comprendere il valore oggettivo di ogni nuova scoperta scientifica.<ref>Francesca Vannozzi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.82-83.</ref> Non a caso istituisce ed è titolare della prima Cattedra universitaria di Storia della Medicina a [[Siena]] dall'anno accademico 1912-1913 fino al [[1922]], quando la lascia per sopraggiunti limiti d'età ed è autore anche di due Manuali di Storia della Medicina: il primo nel [[1923]],''dalle origini fino a tutto il secolo XVII'', e il secondo nel [[1927]], ''dal secolo XVIII ad oggi''.<ref>Francesca Vannozzi, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.86.</ref>
===Barduzzi medico sociale===
L'attivita di [[termalista]] di Barduzzi, oltre che essere il punto di partenza per la sua carriera di [[idrologo]], diventa anche il momento in cui egli si affaccia alla [[medicina]] dal punto di vista sociale, dedicandosi in particolar modo alla cura della [[profilassi]], che già riteneva di grande importanza nella prevenzione della [[sifilide]], e dell'[[igiene]], pratiche che riterrà fondamentali anche nella lotta contro la [[tubercolosi]]. Sarà lui infatti da presidente dell'[[Accademia dei Fisiocritici]] ad istituire per primo in [[Italia]] un comitato permanente per la lotta contro la tubercolosi nel novembre del [[1898]], e a proposito dell' importanza dell'educazione all'[[igiene]] dirà:{{quote|In proposto corsi di igiene scolastica dovrebbero farsi obbligatori nelle scuole secondarie, con particolare riguardo alla trasmissione delle malattie infettive in genere e della tubercolosi in specie. Il medico, a sua volta mai dimentichi il dovere di fare conoscere ai malati curabili la natura del loro male, onde si persuadano dalle norme profilattiche più rigorose.<ref>Arnaldo Cherubini, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pag.37</ref>|Domenico Barduzzi|}} Sarà uno dei primi inoltre ad individuare ed analizzare le cause sociali e gli effetti patologici dell'[[alcolismo]], piaga della classe operaia del primo Novecento, che allora veniva considerato da molti addirittura necessario alla nutrizione di un uomo dedito a lavori pesanti. A proposito afferma:{{quote|Non ci sembra quindi lodevole fare comprendere all'operaio, che a produrre la somma di lavoro necessario alla sua esistenza sia indispensabile l'uso dell'alcool. È questo un cattivo insegnamento, che bisogna anzi combattere.<ref>Arnaldo Cherubini, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.38-39</ref>|Domenico Barduzzi|}}
Riguardo il [[disegno di legge]] sull'assistenza agli esposti e all'infanzia abbandonata denuncia, nel [[1908]] al Congresso Dermatologico ed ai Fisiocritici, il degrado, l'incuria e la stessa incapacità delle relative istituzioni di gestire la situazione stessa. La totale mancanza di norme igieniche e profilattiche, l'assenza di una direzione sanitaria, la noncuranza nel far rispettare le leggi e le disposizioni più elementari sono il quadro desolante che il Barduzzi descrive sulla base dei dati della [[Commissione d'inchiesta]], levandosi inoltre contro il pregiudizio sulla [[sifilide]], comprendendo che il mistero su di essa impediva di fornire dati certi e quindi di combatterla al meglio, e proponendo maggiori controlli di prevenzione sulla salute delle [[nutrici]] e la stesura di precisi rapporti [[statistici]] riguardo l'infanzia. Nonostante le pressioni esercitate, tutte le questioni sollevate dal medico brisighellese vengono assolutamente trascurate nel [[progetto di legge]], dimostrandosi un testo redatto da burocrati senza alcuna competenza medica specifica.<ref>Arnaldo Cherubini, ''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.42-43</ref>
==Ricordi e monumenti==
[[File:Profilo Domenico Barduzzi.jpg|right|thumb|Calco originale del profilo di Domenico Barduzzi scolpito da Emilio Gallori (1915)]]Viene ritratto in un bassorilievo eseguito dallo scultore senese [[Emilio Gallori]] nel [[1915]], del quale il calco originale è custodito nel Museo dell'[[Università di Siena]], mentre riproduzioni in bronzo sono presenti nell'aula magna dell'[[Accademia dei Fisiocritici]], in una lapide a ricordo della sua abitazione a [[Siena]] in via S.Martino e sulla sua tomba nel cimitero di Brisighella.
==Scritti principali==
* ''Dell'uso del fosforo di zinco in alcune dermatosi croniche'', Milano, Vallardi, 1874.
* ''Dell'idroterapia nelle febbri tifoidee'', Raccoglitore Medico, II, Forlì, 1874.
* ''Della vaccinazione e della rivaccinazione obbligatoria'', Giorn. Italiano Malattie Veneree e della Pelle, XI, Aprile, Milano, 1876.
* ''Studi critici di terapia chirurgica'', Raccoglitore Medico, V, Forlì, 1876.
* ''Il solfato di rame nella pellagra'', Pisa, Vannucchi, 1877.
* ''La sifilide cerebrale'', Gazz. degli Osped., Milano, 1878.
* ''La chirurgia di Ippocrate'', Commentario Clinico, Pisa, 1878.
* ''I nuovi orizzonti della dermatologia e sifilografia'', Pisa, Vannucchi, 1887.
* ''Sulla virulenza del bubbone venereo'', Boll. della Sez. dei Cultori delle Scienze Mediche, V, 120, Siena, 1887
* ''Dell'efficacia dello ioduro di potassio nella terapia della psoriasi diffusa'', Milano, Vallardi, 1888.
* ''Sulla profilassi pubblica della sifilide in rapporto con la prostituzione'', Firenze, Niccolai, 1889.
* ''La malattia di Paget'', Milano, Vallardi, 1890.
* ''Filippo Richard e la sua scuola'', Milano, Vallardi, 1890.
* ''Sull'indisciplina delle nostre università'', L'Unione Università, II, 300, Siena, 1895.
* ''La legislazione universitaria italiana e proposte di riforma'', L'Unione Universitaria, II, 371, Siena, 1895.
* ''Terme di S.Giuliano'', Siena, Lazzeri, 1898.
* ''Recenti conquiste nella guarigione della tubercolosi'', Siena, Nava, 1899.
* ''Sul valore dell'alcool nella nutrizione degli operai'', Bene Sociale, Perugia, 1901.
* ''Le acque minerali e le correzioni che si fanno in esse'', Perugia, Unione Cooperativa, 1901.
* ''Etat moleculaire et unique et radioactivitè des eaux minerales'', Atti Congresso Fisioterapico, Roma, Nazionale, 1907.
* ''Le prime vaiolizzazioni in Italia'', Riv. Storia Critica delle Scienze Med. e Nat., Grottaferrata, 1912.
* ''Le medichesse nell'epigrafia romana antica'', Riv. Storia Critica delle Scienze Med. e Nat., II, 87, Grottaferrata, 1913.
* ''I libri di preparazioni anatomiche del dottor. Antonio Maria Vasalva'', Riv. Storia Critica delle Scienze Med. e Nat., II, 355, Grottaferrata, 1914.
* ''La medicina nell'antica Roma nei poeti satirici latini'', Riv. Storia Critica delle Scienze Med. e Nat., III, 55, Siena, 1919.
* ''Gentile da Foligno allo studio senese'', Riv. Storia Critica delle Scienze Med. e Nat., Siena, 1919.
* ''Per un necessario provvedimento legislativo sanitario'', Avvenire Sanitario, Milano, 1927.<ref>Francesca Vannozzi, ''''Domenico Barduzzi, Memorie n.3'', 1987, pp.133-152</ref>
==Bibliografia==
* Autori vari - ''Domenico Barduzzi. Memorie n.3'' (1987) Accademia delle Scienze di Siena detta dei Fisiocritici, Siena
==Note==
<references/>
{{Portale|Biografie}}
{{Voci isolate}}
[[Categoria:Medici italiani]]
[[Categoria:Morti a Siena]]
[[fr:Domenico Barduzzi]]
[[en:Domenico Barduzzi]]
[[de:Domenico Barduzzi]]
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