Elvis Presley e My Monster In Law - Mẹ Chồng Chàng Dâu: differenze tra le pagine

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{{FictionTV
{{P|Affermazioni POV e toni in generale poco adatti ad un enciclopedia già a partire dall'incipit <del>(ad esempio: ''" il suo mito e la sua leggenda non sono stati minimamente scalfiti, ma anzi permangono tuttora vivi e intatti."'')</del> (frase specifica rimossa, ma i toni rimangono promo), ma in generale tutta la voce sembra più adatta ad un fansite|musica|marzo 2013}}
|titolo italiano = My Monster In Law
{{Artista musicale
|immagine = My Monster In Law.png
|nome = Elvis Presley
|didascalia = Logo della serie
|nazione = Stati Uniti d'America
|titolo originale = Mẹ Chồng Chàng Dâu
|genere = Rock and roll
|paese = [[Vietnam]]
|nota genere = <ref name="allmusic.com">[http://www.allmusic.com/artist/p5175 allmusic.com - Elvis Presley]</ref>
|anno prima visione = [[2017]]
|genere2 = Rockabilly
|tipo fiction = webserie
|nota genere2 = <ref name="allmusic.com" /><ref name="digitaldreamdoor.com">[http://www.digitaldreamdoor.com/pages/best_songs-rbilly.html digitaldreamdoor.com - 100 Greates Rockabilly Songs]</ref>
|genere3genere = Pop rocksitcom
|genere 2 = sentimentale
|nota genere3 = <ref name="allmusic.com" />
|genere4genere 3 = Rockcomico
|stagioni = 1
|nota genere4 = <ref name="allmusic.com"/><ref name="digitaldreamdoor.com"/><ref>[http://www.elvis.it/ Elvis re del Rock]</ref>
|episodi = 31
|genere5 = Country pop
|durata = 10-20 minuti (a episodio)
|nota genere5 = <ref name="allmusic.com" />
|lingua originale = [[lingua vietnamita|vietnamita]]
|anno inizio attività = 1953
|ideatore =
|anno fine attività = 1977
|attori =
|note periodo attività =
|produttore =
|tipo artista = cantante
|casa produzione = SML Channel
|immagine = Elvis Presley 1970.jpg
|inizio prima visione = 12 maggio 2017
|didascalia = Elvis Presley in un'immagine dei primi [[anni 1970|anni settanta]].
|fine prima visione = 31 agosto 2017
|url = [http://www.elvis.com elvis.com]
|rete TV = SML Channel
|logo=Logo Elvis.png
|numero totale album pubblicati = 61
|numero album studio =
|numero album live =
|numero raccolte =
 
<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 188, 189</ref>
 
<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 50 </ref>
 
<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
 
<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 58 Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
}}
{{Bio
|Nome = Elvis Aaron<ref>Sul suo certificato originale di nascita si legge Elvis '''Aaron''' Presley (così come lo scrisse il medico). Esiste anche un certificato di nascita, non ufficiale, conservato come una sorta di ''souvenir'', nel quale si legge Elvis '''Aron''' Presley. Elvis, quando firmava qualcosa inserendo anche il secondo nome, scriveva '''Aron'''. C'è scritto '''Aron''' sul suo certificato di nozze, così come pure sulla borsa che usò sotto le armi.</ref>
|Cognome = Presley
|Sesso = M
|LuogoNascita = Tupelo
|LuogoNascitaLink = Tupelo (Mississippi)
|GiornoMeseNascita = 8 [[gennaio]]
|AnnoNascita = 1935
|LuogoMorte = Memphis
|LuogoMorteLink = Memphis (Tennessee)
|GiornoMeseMorte = [[16 agosto]]
|AnnoMorte = 1977
|Attività = cantante
|Attività2 = chitarrista
|Attività3 = attore
|Nazionalità = statunitense
}}
'''''My Monster In Law''''' (letteralmente "Il mio mostro in legge") è una [[webserie]] vietnamita a tematica [[omosessuale]] pubblicata dal 12 maggio al 31 agosto [[2017]], per un totale di 31 episodi, su [[YouTube]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=SML Channel|data=2017-05-12|titolo=Mẹ Chồng Chàng Dâu sitcom {{!}}tập 1 Thuỵ Mười đối đầu với "chàng dâu" lần đầu gặp mặt.|accesso=2019-05-17|url=https://www.youtube.com/watch?v=JxjCuRaOXW0&list=PLy5w5Zsc63sJGgehrTXQEPSSn2GbIEolc}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=My Monster In Law {{!}} TVmaze|lingua=en|accesso=2019-05-17|url=https://www.tvmaze.com/shows/29127/my-monster-in-law}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.themoviedb.org/73331-my-monster-in-law-m-ch-ng-chang-dau|titolo=My Monster in Law (Mẹ Chồng Chàng Dâu)|sito=The Movie Database|lingua=pt|accesso=2019-05-17}}</ref>
 
== Trama ==
E' stato uno dei più celebri [[cantanti]] di tutti i tempi, fonte di ispirazione per molti musicisti e interpreti di [[rock and roll]] e [[rockabilly]],<ref>[http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761574978/Presley_Elvis.html]</ref> tanto da meritarsi il soprannome de ''Il Re del Rock and Roll'' o più semplicemente ''The King'' (''Il Re'' in [[lingua italiana]]).<ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=3764512 Lastampa.It<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Hùng Cường-Bá Đô e Jackie-Duy Lâm sono una coppia [[Omosessualità|omosessuale]] che sta parlando, assieme ai loro colleghi, del successo del film "''My Monster In Law''", opera ispirata alla madre di Hùng/suocera di Jackie. Nel momento che quest'ultimo si rammarica del fatto che proprio Bà Ái-Thuỵ Mười, la suocera, non sia potuta venire alla festa lei fa la sua comparsa in scena.
 
Sei mesi prima Bà è a casa in trepida attesa del ritorno del figlio, dopo un lungo periodo passato negli [[Stati Uniti d'America]], assieme a sua moglie (della quale ha scoperto l'esistenza, casualmente, solo da poco). Insieme alla figlia Thuỳ Dương-Kiều Ngân si interrogano su come possa essere questa donna ma Hùng, una volta arrivato, gli presenta Jackie, un uomo ([[NDR|N.d.R]] nonostante sia un uomo, essendo il [[Attivo, passivo e versatile nel sesso|passivo]] della coppia, viene chiamato e sarà chiamato per tutta la serie moglie e non marito). La reazione della madre è di sconcerto viste le sue aspettative e l'ignoranza sull'omosessualità del figlio e per questo motivo tenta, goffamente, di menarlo con una scopa. Successivamente, per colpevolizzare il figlio al fine di farli separare, imbastisce un falso e molto breve [[sciopero della fame]].
La sua particolare presenza scenica ha prodotto un impatto senza precedenti sulla [[Cultura degli Stati Uniti|cultura americana]] e mondiale. I suoi atteggiamenti, i manierismi ed i suoi caratteristici movimenti di [[Bacino (anatomia)|bacino]], nei quali si produceva sui palcoscenici durante lo svolgimento delle sue esibizioni, all' epoca gli procurarono l'altro particolare soprannome: "Elvis The Pelvis" (Elvis il bacino).
 
Visto che lo sciopero non ha sortito alcun effetto e dopo la minaccia del figlio che se ne sarebbe tornato, insieme a Jackie, di nuovo in America a causa del suo comportamento lei desiste dal farli lasciare ma richiede che Jackie firmi un contratto, della durata di 3 mesi, nel quale gli si chiede di adempiere a ogni suo ordine. Quest'ultimo accetta e lei decide di sfruttarlo per farli fare le faccende di casa (anche sovraccaricandolo inutilmente di lavoro).
Negli [[anni cinquanta]], all'epoca del suo esordio sulle scene internazionali, fu fonte di ispirazione per artisti che successivamente raggiunsero la celebrità, e che non hanno mai rinnegato di aver maturato nel corso del tempo verso il cantante americano un notevole debito musicale e di immagine, ispirandosi sempre largamente nel corso della loro carriera alla sua musica, al suo stile, e al suo [[look]].
 
Dopo il burrascoso approccio iniziale Bà Ái si ammorbidisce e sviluppa una miglior considerazione nei confronti di Jackie e la storia si concentra sugli amori, le gelosie, il lavoro e le incomprensioni dei protagonisti fin quando Jackie non scoprirà, improvvisamente, che il padre di Hùng non è morto quando costui era piccolo, come gli aveva raccontato Bà Ái, ma che, in realtà, laveva lasciata, decenni prima, per un'altra donna. Tentando di contattarlo scopre, attraverso un suo figlio che ha avuto nel secondo matrimonio, che è morto 2 settimane prima. Avendo promesso a Bà Ái di mantenere il segreto non dice niente a Hùng ma quest'ultimo viene comunque a saperlo causando uno sconquasso in famiglia. Dopo qualche tempo, e tutti i chiarimenti del caso, la famiglia è più solida che mai con Thuỳ che ha trovato un nuovo marito e Hùng e Jackie felicemente insieme con tanto di Bà Ái con che sembra, ormai, aver totalmente accettato i loro rapporti.
In [[Italia]] il cantante divenne la principale fonte di ispirazione per artisti quali [[Adriano Celentano]], [[Bobby Solo]], e [[Little Tony]], in [[Francia]] lo divenne per artisti quali [[Johnny Hallyday]], e in [[Inghilterra]] per artisti quali [[Billy Fury]].
 
== Personaggi ==
Osannata e idolatrata da [[fan]], critici e da molte altre personalità dello [[star system]] e dello [[industria dello spettacolo|Show business]] del suo tempo - da [[Marilyn Monroe]] ai [[The Beatles|Beatles]] - la sua figura ha oltrepassato il confine che divide un [[fenomeno]] di natura solamente e prettamente musicale dal quel grande universo rappresentato dalla [[Cultura di massa|cultura pop]], finendo per diventarne una vera e propria icona. Il suo decesso avvenne in circostanze misteriose e mai completamente chiarite il [[16 agosto]] del [[1977]].
 
* Hùng Cường-Bá Đô, interpretato da Bá Đô Hoàng<br>Vietnamita, figlio di Bà, che è stato per diversi anni negli [[Stati Uniti d'America]] dove si è laureato. Lì ha incontrato Jackie con il quale si è sposato.
Dopo la sua morte, nel corso degli anni la sua immagine è stata in qualche modo trasfigurata e mitizzata dai suoi [[fan]] più devoti e accaniti, per i quali col tempo il cantante è diventato qualcosa di più di un semplice [[artista]], raggiungendo lo [[status]] di un un vero e proprio oggetto di [[culto]] e venerazione.
* Jackie-Duy Lâm, interpretato da Đoàn Huỳnh Duy Lâm<br>Americano sposato con Hùng. Essendo di madre lingua inglese non parla molto bene il vietnamita.
 
* Bà Ái-Thuỵ Mười, interpretata da Thuy Muoi Nguyen<br>Madre di Hùng e suocera di Jackie. È molto ricca e dimostra una certa durezza nell'imporre le regole in casa.
Nonostante siano ormai trascorsi più di trent' anni dal suo decesso, migliaia di siti [[internet]] sparsi in tutto il mondo narrano tuttora di tutto quanto concerne la complessa figura del cantante, collaborando a continuare a mantenere vivo l'interesse per la sua immagine, per la sua personalità e per la sua musica, nonché contribuendo ovviamente alla divulgazione di materiale del più svariato e diversificato genere, comunque legato alla sua figura di [[artista]].
* Thuỳ Dương-Kiều Ngân, interpretata da Huynh Diep Kieu Ngan<br>Sorella di Hùng.
 
Concomitante e parallelo alla distribuzione di materiale ufficiale, come le pellicole che ha girato, i dischi che ha inciso, e i filmati tratti dalle sue esibizioni, è floridissimo il mercato che si occupa della diffusione di [[gadget]] e reliquie del più vario e disparato genere, quali foto del cantante scattate nelle più strane e atipiche circostanze, registrazioni di brani musicali inediti, versioni alternative o scartate all' epoca di brani che concorrono a comporre l' elenco della sua discografia ufficiale, foto scattate e filmati amatoriali realizzati durante il corso della sua vita privata, foto scattate e filmati amatoriali realizzati durante lo svolgimento della miriade di concerti in cui si esibì nel corso della sua lunga carriera artistica, e ancora [[bootleg]] di qualsivoglia tipologia.
 
Un' altro fenomeno degno di nota che prese ancor più piede successivamente al decesso del cantante, ma che già era largamente in auge quando egli era ancora in vita, è quello della nascita e del successivo consolidamento degli innumerevoli e attivissimi [[fan club]], sparsi un po' ovunque nel mondo, che, già ben molto prima dell' era di [[internet]], si occupavano di diffondere il [[merchandising]] legato all' immagine del loro [[idolo]]: tale fenomeno cominciò a evidenziarsi a partire dalla seconda metà degli [[anni cinquanta]], quando il cantante raggiunse una notorietà mondiale, e permane tuttora in continuo fermento.
 
[[File:Elvis impersonators record.jpg|thumb|Un gruppo di imitatori di Elvis]]
 
[[File:Big G4003 - Elvis Presley (BLUE).jpg|thumb|Singolari [[Gadget]] posti in commercio, e ispirati alla figura di Elvis]]
 
[[File:DBP 1988 1361 Jugend Elvis Presley.jpg|thumb|Un francobollo commemorativo emesso dalle poste tedesche nel [[1988]]]]
 
[[File:Marshall Islands - 10 dollars - 1995 (Elvis Presley) a.jpg|thumb|Una moneta commemorativa da dieci dollari, coniata nel [[1995]], alle [[Isole Marshall]] ]]
 
Merita menzione anche il particolare fenomeno della moltitudine di "Elvis Impersonator" (imitatori di Elvis), cioè artisti che sfruttando la loro somiglianza fisica e vocale con il cantante, si sono proposti nel corso degli anni come suoi [[imitatori]]; Anche questo fenomeno è in effetti legato alla particolare aura di [[misticismo]] e di venerazione con cui i suoi più accaniti [[fan]] circondarono sempre il loro idolo, e della quale il cantante subì, nel bene e nel male, le influenze durante tutto il corso dello svolgimento della sua lunga carriera. Tra di essi va ricordato [[Johnny Lee Harra]] (11 Giugno 1946 - 30 Marzo 2011), il più celebre di tutti. Spesso poi vengono organizzati nei più disparati luoghi del mondo raduni commemorativi, ove durante lo svolgimento degli stessi gli imitatori del cantante si esibiscono, accompagnati da orchestre che nella loro struttura e composizione si rifanno palesemente a quelle che collaborarono realmente con lui.
 
Non trascurabile infine anche il fenomeno attinente al singolare settore inerente ai multiformi [[gadget]], prodotti solitamente da ditte a carattere artigianale, sparse un po ovunque nel mondo, e indissolubilmente legati alla figura del cantante; tale fenomeno, che all' epoca in primo luogo fu promosso e incentivato con ogni mezzo da quello che fu il suo [[manager]] "storico", il [[colonnello Tom Parker]], a partire dal momento in cui egli cominciò a curare gli interessi del suo assistito, (e più in generale quando la fama del cantante oltrepassò il ristretto ambito locale presso il quale era rimasta confinata sino ad allora), col passare del tempo ha assunto i connotati di una vera e propria industria, molto attiva e prospera ancor oggi.
 
Tuttora a [[Memphis]], città indissolubilmente legata alla [[leggenda]] che un enorme e articolato apparato mediatico ha nel corso del tempo creato attorno alla figura del cantante, nascono e prosperano una miriade di attività commerciali, presso le quali chiunque i può acquistare i più svariati e talvolta davvero strani [[gadget]], ovviamente tutti caratterizzati dall' avere una qualche attinenza con la sua immagine.
 
Eccetto sei concerti svoltisi in [[Canada]] verso la fine degli [[anni 50]], il cantante non si esibì mai al di fuori dei confini degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]],<ref>[http://www.musicaanni60.com/index.php?news=206 Seconda parte Biografia di Elvis Presley<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e nel corso della sua carriera egli ha visto le sue canzoni approdare più volte nella [[Top Chart]] della rivista ''[[Billboard]]'', punto di riferimento per le vendite nel mercato discografico statunitense.<ref>[http://www.billboard.com/bbcom/bio/index.jsp?pid=5444 Elvis Presley Music News & Info | Billboard.com<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Sul mercato britannico, il cantante di [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]] piazzò ben ventuno singoli in vetta alle classifiche di vendita, a volte con permanenze di ottanta settimane al primo posto. I suoi dischi a 45 giri rimasero in classifica 1.277 settimane, mentre i [[long playing]] con le sue canzoni stazionarono nella ''Top 10'' dal novembre [[1958]] al luglio del [[1964]].
 
In 24 anni di carriera il cantante ha pubblicato 61 album, vendendo oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo,<ref name="Person of the Week: Elvis Presley">{{Cita web |url=http://www.time.com/time/nation/article/0,8599,337778,00.html |titolo=
Person of the Week: Elvis Presley |editore=[[Time (magazine)]]|data=15 agosto 2002}}</ref><ref name=autogenerato3>{{Cita web |url=http://www.rollingstone.com/artists/elvispresley/biography |titolo=Biography: Elvis Presley |editore=[[Rolling Stone]]}}</ref><ref name=autogenerato1>{{Cita web |url=http://www.america.gov/st/washfile-english/2006/August/20060816170536BCreklaW0.6157648.html |titolo=Pop Icon Elvis Presley Remembered on Anniversary of Death|editore=America.gov|data=16 agosto 2006}}</ref> e conquistando in tal modo il [[record]] di dischi venduti da un solo [[cantante]], [[record]] peraltro condiviso con i [[Beatles]] e [[Michael Jackson]].<ref>[http://thatgrapejuice.net/2012/01/michael-jackson-sells-1-billion-copies-worldwide/ Confirmed: Michael Jackson Sells Over 1 Billion Records Worldwide | ..::That Grape Juice // ThatGrapeJuice.net::.. || Thirsty?<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== Biografia ==
{| {{prettytable|align=right|text-align=center}}
| !style="background: {{{Citazione necessariaondo|#999}}}; color: {{{carattere|#fff}}}; font-size:125%" colspan="5"| &nbsp;Elvis Presley, queste le cifre:&nbsp;<br />in vent'anni 68 volte tra le<br />''Top 20'' di ''[[Billboard]]''<ref>(ISBN 0-89820-076-8)</ref>
|-
! Anno
! Hit tra le ''Top 20''
|-
| [[1956]] || 9
|-
| [[1957]] || 9
|-
| [[1958]] || 5
|-
| [[1959]] || 4
|-
| [[1960]] || 5
|-
| [[1961]] || 6
|-
| [[1962]] || 4
|-
| [[1963]] || 3
|-
| [[1964]] || 4
|-
| [[1965]] || 4
|-
| [[1966]] || 1
|-
| [[1968]] || 1
|-
| [[1969]] || 3
|-
| [[1970]] || 3
|-
| [[1972]] || 2
|-
| [[1973]] || 2
|-
| [[1974]] || 1
|-
| [[1975]] || 1
|-
| [[1977]] || 1
|}
 
 
[[File:Elvis' birthplace Tupelo, MS 2007.jpg|thumb|right|La casa natale di Elvis a [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]], Mississippi]]
 
====Prologo====
 
{{quote|''Da piccolo, ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l'eroe della storia. Guardavo un film, e diventavo l'eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte.''<ref>Clayton, Marie. ''Elvis the illustrated biography'', Trans Atlantic Press, pag. 207, ISBN 978-1-907176-07-4</ref>|Elvis Presley}}
 
{{quote|''Se trovassi un bianco che canta con l'anima di un nero diventerei miliardario''|[[Sam Phillips]] pochi mesi prima di scoprire il re del [[rock 'n' roll]].}}
 
{{quote|''E' stato colui che ha operato il miracolo della fusione tra il [[Rhythm and blues]] e il [[Country and Western]], eppure è sempre rimasto il più bianco dei Rock and Roll man. La sua non è stata solo una carriera di musicista, ma un pezzo di storia americana e un fenomeno di costume. In lui si possono leggere i riflessi di due generazioni che si sono succedute, le contraddizioni del Music Businness, l' itinerario classico della Rock star, i meccanismi dei fans e le strumentalizzazioni che possono condizionare una carriera e l' immagine''|Peppe Videtti, critico musicale, a proposito di Elvis, nel 1981.}}
 
=== La nascita ===
 
Elvis Aaron Presley nacque un martedì, l' [[8 gennaio]] del [[1935]], a [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]], nello stato del [[Mississippi]], e sopravvisse al [[Gemelli (biologia)|gemello]], Jesse Gaaron Presley, che morì appena nato.<ref>[http://rcslibri.corriere.it/speakerscorner/musica7.spm Speaker's Corner<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== Gli Anni quaranta ==
 
====L'infanzia====
 
Il padre del futuro cantante, Vernon Presley, di origini scozzesi, non aveva un lavoro fisso, e la madre aggiustava come poteva i conti domestici, svolgendo lavori precari e saltuari: la famiglia Presley abitava in una modesta dimora, un bilocale con il bagno situato all' esterno, situata appena fuori [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]], nelle immediate vicinanze del [[quartiere]] abitato dalla gente di colore. Tale abitazione è ovviamente diventata in seguito meta di pellegrinaggio per i suoi [[fan]], come del resto la ben più famosa "[[Graceland]]".<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/08_Agosto/12/elvis_origini_scozzesi.shtml La Scozia litiga sulle origini di Elvis Presley - Corriere della Sera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
L'infanzia del futuro cantante fu poverissima, e di tale periodo della sua vita egli serbò sempre un ricordo molto particolare, tanto che nelle rare interviste che concesse successivamente ne fece spesso menzione, ponendo l'accento sul rapporto molto intenso che lo legava ai suoi genitori, ed in modo particolare alla madre, in quell'epoca.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 18</ref>
 
I suoi genitori erano sempre stati assidui frequentatori della [[Chiesa Evangelica]] delle Assembly of God, e proprio durante le frequenti cerimonie religiose a cui il futuro cantante presenziava in compagnia dei suoi famigliari, si svilupparono le sue prime prese di contatto con il mondo della musica. In concomitanza con il suo ottavo compleanno, egli ricevette in regalo dai genitori una modesta chitarra, tramite la quale imparò i primi rudimenti musicali, osservando uno zio della madre mentre suonava durante le frequenti riunioni di famiglia. Successivamente, utilizzando tale strumento, egli cominciò ad esibirsi in presenza dei compagni di scuola, e più in generale di amici e conoscenti, ottenendo talvolta un certo successo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 18</ref>
 
Il futuro cantante, circa tre anni dopo partecipò anche a un concorso organizzato per [[dilettanti]], sponsorizzato dalla locale stazione radiofonica, la "WECO", ed in quel frangente egli si esibì per la prima volta di fronte ad un pubblico di una certa consistenza, durante lo svolgimento della "Mississippi Alabama Fair and Dairy Show", una manifestazione fieristica a carattere locale, e nella classifica che venne stilata successivamente, ottenne un piazzamento onorevole, riuscendo a classificarsi al secondo posto.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 18</ref>
 
Per la cronaca egli interpretò, accompagnandosi con la chitarra, un brano che era stato un classico di [[Red Foley]], ''[[Old Shep]]''.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 19, 20</ref>
 
Circa una decina di anni dopo lo stesso brano fu inciso in studio dal cantante, e incluso in uno dei suoi primi album di successo, pubblicato durante il periodo durante il quale, scritturato dalla [[RCA Records]], egli stava dando la scalata alla notorietà, e la sua fama non era più confinata in un ristretto ambito di carattere locale.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 18</ref>
 
La famiglia Presley durante il periodo della sua permanenza a [[Tupelo]] dimorò in diversi quartieri della cittadina, cominciando ad abitare inizialmente presso la zona denominata [[Commerce Street]], situata vicino ai negozi, poi trasferendosi presso quella denominata [[Mobile halley]], situata vicino alla fiera, e spostandosi ancora presso la [[North Gleen Street]]. Tutti luoghi non certo residenziali, ma lontani geograficamente dalla [[miseria]] della zona ove era situato il [[ghetto]] abitato dalla gente di colore, presso il quale un certa [[retorica]] [[mitologica]] sviluppatosi successivamente attorno alla figura del cantante ha sempre fissato la sua [[residenza]] durante il periodo della sua [[adolescenza]]. <ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 75, 76</ref>
 
Dal momento che Vernon Presley, suo padre, non riusciva a trovare un' occupazione stabile nella città di [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]], nel [[Settembre]] del [[1948]], la famiglia Presley decise di trasferirsi a [[Memphis]], una [[città]] situata nello Stato del [[Tennessee]], che in quegli anni stava godendo degli effetti di un rigoglioso sviluppo economico, con la speranza di migliorare le sue condizioni di vita, che all' epoca erano davvero precarie. Trovarono in un primo tempo una temporanea sistemazione di fortuna in un fatiscente alloggetto, e successivamente il nucleo familiare il [[1 maggio]] del [[1949]] trovò una sistemazione più decorosa presso un piccolo nucleo residenziale situato nelle vicinanze del complesso delle "Launderdale courts", il locale quartiere delle case popolari.
<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 18 </ref>
 
== Gli anni cinquanta ==
 
====L'adolescenza====
Il futuro cantante, ormai un adolescente, frequentava il locale istituto scolastico "Humes High School", ma nella nuova città continuava ad incontrare grosse difficoltà a costruirsi delle amicizie stabili ed a legare con i suoi coetanei, principalmente a causa del suo carattere schivo e introverso, poiché era terribilmente attaccato ai genitori, ed in modo particolare alla madre. Il suo [[look]], oltretutto, non lo rendeva affatto popolare tra i suoi compagni di scuola ed i suoi conoscenti, poiché esso appariva ai loro occhi quantomeno atipico e in qualche modo rivoluzionario. Mentre solitamente gli altri ragazzi sfoggiavano un taglio di capelli piuttosto corto, ordinato, e pettinature che si ispiravano nettamente ai dettami di uno stile militare, egli invece prima lasciava che i suoi capelli rossicci raggiungessero una lunghezza notevole, e poi li compattava raccogliendoli in un vistoso ciuffo cementato da dosi abbondanti di [[brillantina]], che abbinava ad altrettanto lunghe e vistose basette.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 40 </ref>
 
[[File:Rock-Ola juke box 01.jpg|thumb|Un [[juke box]] Rock-Ola, un tipico simbolo degli [[anni 50]]]]
 
Con ogni probabilità al momento non poteva certo immaginare che da lì a qualche anno, quella particolare [[acconciatura]] sarebbe stata adottata da una miriade di suoi fan sparsi in tutto il mondo, assurgendo in seguito addirittura al ruolo di simbolo di un' epoca, i "favolosi anni cinquanta", almeno quanto lo sono diventati successivamente i [[jukebox]], le [[Cadillac]], i [[Drive-in]], e le bottigliette della ''[[Coca-Cola]]'', particolare icone dello stesso periodo storico.
 
Il futuro cantante inoltre era solito adottare un abbigliamento di tipo molto particolare, poiché, a differenza dei suoi coetanei, si vestiva con abiti caratterizzati da uno stile solitamente pacchiano e appariscente, contraddistinti da tagli particolari e colori sgargianti, manifestando già all' epoca una tendenza che consolidò nel corso della sua esistenza, acquistati a [[Beale Street]], nel cuore di [[Memphis]], luogo eletto dalla gente di colore come suo punto di ritrovo prediletto, e dove, proprio per questo motivo, poteva acquistare tutto ciò che cercava a buon mercato. Girovagando per [[Beale Street]] ebbe anche l' occasione di assistere a svariate esibizioni di [[bluesman]] del calibro di [[B.B. King]], e [[Furry Lewis]], appassionandosi al genere di musica da loro proposto.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 18 </ref>
 
Egli, contrariamente alla maggioranza della popolazione del sud degli [[Stati Uniti]] d'[[America]] non faceva distinzioni di razza e, indifferentemente, frequentava ambienti sia della comunità bianca, sia della comunità di colore, e da qui nacque il suo approccio disinvolto anche con la musica, che fu in seguito una delle ragioni che gli consentirono di raggiungere la fama e la celebrità.
<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 25, 26</ref>
 
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] le stazioni radio statunitensi erano nettamente divise in due categorie. La prima era rappresentata da quelle che trasmettevano esclusivamente musica "bianca", interpretata da artisti dalla pelle chiara, e la seconda era rappresentata da quelle che trasmettevano esclusivamente musica "nera", interpretata da artisti di colore. Il futuro cantante le ascoltava indistintamente entrambe, finendo in tal modo per assorbire simultaneamente le influenze musicali di artisti sia "bianchi", sia "neri".
 
====I primi passi nel mondo della musica====
 
[[File:Elvis Presley's Gibson J200, Graceland.jpg|thumb|La Gibson J200, posseduta da Elvis, esposta a [[Graceland]]]]
 
[[File:Fender Coronado II, Elvis Museum, Pigeon Forge.jpg|thumb| La [[Fender]] Coronado II, appartenuta a Elvis]]
 
Con lo scopo di migliorare le sue condizioni economiche e quelle della sua famiglia, egli iniziò a cercare un'occupazione stabile, e dopo qualche tempo la trovò presso la [[Crown Electric]], una ditta che aveva sede a [[Memphis]], e che si occupava della realizzazione di impianti elettrici, presso la quale venne assunto come camionista. Un giorno, transitando casualmente mentre era alla guida del camion che utilizzava per svolgere la sua attività lavorativa per la [[Union Street]], la via dove si affacciava la sede dello studio di una modesta casa discografica, denominata [[Sun Records]], di proprietà di [[Sam Phillips]], scoprì che chiunque, recandosi presso la stessa e sborsando una somma irrisoria, poteva registrare un [[album discografico|disco]] dimostrativo, che successivamente poteva portarsi a casa, e magari ascoltare con il proprio [[grammofono]] tra le mura domestiche.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 29 </ref>
 
Elettrizzato da quell' opportunità, egli decise di registrare un disco, con l'intenzione di regalarlo successivamente alla madre, alla quale era legatissimo, e che in quel periodo era prossima al compimento degli anni. Per l'esattezza il brano scelto dal futuro cantante fu una vecchia ballata che aveva ascoltato per radio quando ancora egli risiedeva a [[Tupelo (Mississippi)|Tupelo]], ed il cui titolo era ''[[My Happiness]]''. [[Marion Keisker]], la segretaria che lavorava presso lo studio, accolse le sue richieste, e l'incisione venne effettuata. <ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 30 </ref>
 
[[Sam Phillips]] ascoltò successivamente in modo del tutto casuale il materiale che era stato tratto da quella prima ingenua esibizione del futuro cantante, ne intuì le potenzialità artistiche, e convocò immediatamente due [[session men]] che già avevano lavorato nel suo studio in passato, il [[contrabbassista]] [[Bill Black]] e il [[chitarrista]] [[Scotty Moore]], con l'intenzione di creare una sorta di [[team]] musicale, il cui compito principale sarebbe stato quello di collaborare con la sua giovane scoperta, perseguendo l'obiettivo di raggiungere dei risultati artisticamente validi.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 36, 59</ref>
 
Dalle testimonianze fornite da coloro che si rapportarono con il giovane cantante in quegli anni, di desume che egli, pur non essendo in grado di leggere gli spartiti, possedesse comunque un notevole orecchio musicale, col quale sopperiva alla sua mancanza di preparazione ed alle sue carenze di natura teorica.
 
Egli dimostrava poi di possedere una spiccata predilezione per strumenti come la [[chitarra]], dalla quale non si separava mai, utilizzandola per accompagnarsi sin dalle sue sue prime esibizioni, nonché successivamente per tutto il corso della sua carriera, e che con il l' evolversi della stessa divenne parte imprescindibile della sua immagine. Altro strumento per il quale egli manifestava una notevole predilezione era il [[pianoforte]], che prese l'abitudine di suonare quando allo scopo di rilassarsi tra una [[session]] e l' altra decideva di cantare qualche brano [[gospel]], abitudine questa che conservò per tutto il resto della sua esistenza.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 156</ref>
 
Molte delle chitarre possedute nel corso della sua carriera artistica dal cantante, assurte per i suoi fan più accaniti ad un vero e proprio ruolo di [[reliquia]], come la maggior parte degli oggetti con cui venne a contatto nel corso della sua esistenza, sono ancora visibili presso quella che fu la sua dimora, [[Graceland]], cosi come lo è un pianoforte di foggia particolare, completamente placcato in oro, che rappresenta un tipico esempio di quelle eccentricità di cui egli, a partire da un certo momento della sua vita, amò circondarsi.
 
====L' avvio della carriera artistica====
 
Seguendo il consiglio ricevuto da [[Sam Phillips]], il cantante iniziò allora a collaborare costantemente con i due [[session man]], continuando a provare con loro per ore e ore nuovi brani, o riarrangiando e vivacizzando pezzi già noti con l'apporto innovativo della sua voce, del suo particolare [[stile]] e degli arrangiamenti che il gruppo continuamente provava e riprovava, migliorando e perfezionando in tal modo la sua tecnica di esecuzione, e concorrendo alla formazione di un gruppo molto affiatato.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 19 </ref>
 
[[Scotty Moore]], che qualche tempo dopo sarebbe diventato anche il suo primo [[manager]] ufficiale, sfruttando le sue conoscenze ed i suoi agganci si adoperò allora attivamente allo scopo di promuovere la figura dell' emergente cantante presso i locali circuiti musicali, e successivamente iniziò a collaborare con i primi due, anche [[D.J. Fontana]], un abile [[batterista]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 119, 123, 126</ref>
 
Il gruppo che si era formato venne battezzato col nome di [[Blue Moon Boys]]. I suoi membri parteciparono alla lavorazione delle pellicole interpretate dal cantante, e lo accompagnarono anche nel corso delle sue esibizioni agli show alla televisione nazionale che ebbero luogo a partire dalla seconda metà degli [[anni 50]]. Due dei tre membri ufficiali del gruppo ricomparvero anche nello show televisivo definito l' [[Elvis cameback Special]], trasmesso nel [[1968]]. Mancava [[Bill Black]], poiché era deceduto circa due anni prima.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 119, 123, 126</ref>
 
[[File:One of six used by Elvis, Sun Studio.jpg|thumb|Un [[microfono]] usato da Elvis nei primi [[anni 50]]]]
 
Durante una notte di [[Luglio]] del [[1954]], dopo aver provato con loro per ore ed ore senza essere riuscito a prodursi in qualcosa che reputasse soddisfacente o originale, il giovane cantante vinse la sua proverbiale timidezza e disse, rivolgendosi agli astanti: ''«La conoscete questa?»'', ed iniziò quindi a suonare un vecchio pezzo di genere [[country]] , scritto da [[Arthur Crudup]], che qualche tempo prima era stato interpretato e portato al successo da altri artisti, intitolato ''[[That's All Right (Mama)]]'', vivacizzandolo con l' apporto innovativo di un ritmo molto particolare e frenetico; [[Sam Phillips]] allora, folgorato dall' atipicità di quanto stava ascoltando uscì dalla sala di regia entusiasta, e li fermò dicendo : ''«No, non la conosco ma io di questo ne faccio un disco!!!»''.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 46, 47</ref>
 
Il cantante fu quindi scritturato ufficialmente da [[Sam Phillips]], e da quel momento in poi iniziò a collaborare stabilmente e a incidere dischi sotto l'egida della [[Sun Records]]. I primi singoli che egli incise per la ''Sun'' furono accolti molto favorevolmente da un punto di vista commerciale, e entrarono rapidamente nella storia del [[rock]]. Egli incise brani quali ''[[That's All Right (Mama)]]'', ''[[Blue Moon of Kentucky]]'', ''[[Good Rockin' Tonight]]'', ''[[Baby Let's Play House]]'', titoli ora considerati dei classici, che all' epoca contribuirono a catapultare rapidamente il nome del giovane cantante tra quelli che già da tempo apparivano nelle zone alte delle classifiche inerenti alle stelle della musica del Sud degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 48</ref>
 
Lo stile della musica proposta dall' emergente artista appariva alle orecchie degli ascoltatori così nuovo e sconvolgente, tanto che essi spesso spesso telefonavano ai [[Disc jockey|DJ]] che la proponevano presso le [[radio locali]] per cercare di scoprire chi fosse quel "nero che cantava canzoni [[country]]", oppure chi fosse quel "bianco che cantava pezzi [[blues]]".<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 45</ref>
 
Inoltre egli nel corso di qualche settimana conquistò un singolare primato, poiché era l'unico [[artista]] che appariva, raggiungendo in entrambi i casi buoni piazzamenti, sia nelle classifiche di vendita attinenti a brani di musica [[rhythm and blues]], sia nelle classifiche di vendita attinenti a brani di musica [[country]]. Il verificarsi di quella situazione gli consentì di raggiungere rapidamente una certa notorietà, benché essa fosse comunque ancora ristretta in un ambito di carattere prettamente locale.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 38</ref>
 
Il cantante cominciò inoltre ad esibirsi accompagnato dal suo gruppo, generalmente durante lo svolgimento di qualche manifestazione a carattere locale, raccogliendo talvolta riscontri positivi. Con l' evolversi della situazione si accorse che la sua nuova occupazione era totalmente inconciliabile con il lavoro che svolgeva presso la [[Crown Elettric]], e dovendo scegliere tra la prosecuzione della prima e l' abbandono della seconda, optò per quest' ultima alternativa. Decise quindi di licenziarsi dalla ditta presso la quale sino ad allora aveva svolto la sua attività lavorativa, e questo suo gesto sancì anche ufficialmente la data di inizio della sua nuova [[carriera]] artistica, in quanto, da quel momento in poi, sarebbe anche stata anche la sua unica fonte di reddito.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 40</ref>
 
In quel periodo i mezzi d' informazione locali cominciarono a definirlo con soprannomi quali "The Hillibilly Cat", o "The king of Western Bop".<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 50 </ref>
 
====Il consolidamento della carriera in ambito locale====
 
[[File:Sun Studio, Memphis, TN (3636820842).jpg|thumb|Gli studi della [[Sun Records]], a [[Memphis]]]]
 
[[File:PresleyPromo1954.jpg|thumb|Elvis in una foto promozionale della [[Sun Records]] scattata nel [[1954]]]]
 
[[File:Sun 209 - BlueMoonOfKentucky.jpg|thumb|Un singolo inciso da Elvis per la [[Sun Records]], ''[[Blue Moon of Kentucky]]'']]
 
[[Albert Goldman]], in alcuni paragrafi della biografia da lui scritta, e relativa alla vita cantante, ha posto più volte l' accento su quell'enorme apparato mediatico e propagandistico che aveva sempre gravitato attorno al personaggio. Nell' accezione più comune, e in particolar modo per in suoi [[fan]] più convinti e irriducibili, le gesta del cantante sono sempre state ammantate di un aura [[mistica]] e leggendaria, che lo ha sempre raffigurato come il detentore di una qualche forma di potere soprannaturale, capace di raccogliere sempre consensi totali di fronte a qualsiasi tipo di [[platea]]. In realtà ciò non risponde affatto a verità, poiché, almeno in qualche caso, per esempio agli albori della sua carriera, le contestazioni non solo non mancarono, ma furono anche di notevole entità.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 116, 118</ref>
 
Il [[25 Settembre]] del [[1954]], forte dei responsi positivi che aveva ottenuto sino ad allora, e che si riflettevano sulla posizione che il suo nome occupava nelle classifiche inerenti alla musica [[country]], il giovane cantante si esibì in quello che da sempre era considerato il tempio di quel genere musicale, il [[Grand Ole Opry]] di [[Nashville]], ma la [[tipologia]] di pubblico che solitamente frequentava quel tipo di manifestazioni, gli tributò un'accoglienza molto fredda e per nulla entusiastica, perché l' immagine che scaturiva dalle esibizioni del cantante era totalmente inconciliabile con la mentalità delle stesso, di natura prettamente puritana e bigotta.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 38</ref>
 
Reduce da quell'inaspettato insuccesso la settimana seguente il cantante si esibì nella manifestazione che da sempre era considerata agli antipodi della precedente, al [[Louisiana Hayride]], di [[Shreveport]] ove invece gli venne tributata un' accoglienza calda e entusiastica, e dove ottenne anche una scrittura, tanto che per tutto il corso del [[1955]], continuò a esibirsi stabilmente presso la stessa, ottenendo sempre un notevole successo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 38</ref>
 
[[Scotty Moore]] frattanto si defilò, e il nuovo [[manager]] dell' emergente cantante diventò un certo [[Bob Neal]], che maggiormente introdotto negli ambienti musicali rispetto a quello precedente, riuscì successivamente a procurargli una serie di ingaggi presso alcune località. Assieme a quelli che nel frattempo erano stati battezzati i "[[Blue Moon Boys]]", egli si produsse in quello che può essere definito il suo primo [[tour]] ufficiale, e in circa tre settimane attraversò il Sud degli [[Stati Uniti]], dopo essere partito da [[New Orleans]], nella [[Louisiana]], essersi esibito in città dell' [[Alabama]], della [[Florida]], della [[Georgia]], della [[Virginia]], ed aver concluso il ciclo di spettacoli a [[Chattanooga]], nel [[Tennessee]].<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 50 </ref>
 
Durante lo svolgimento di quel [[tour]], il cantante si accorse ben presto che il suo [[stile]] scatenato e la sua [[mimica]] provocatoria, che caratterizzavano in modo particolare le sue esibizioni sui vari palcoscenici sortiva un effetto pressoché nullo, se non addirittura controproducente, quando si trovava al cospetto di un pubblico composto principalmente soggetti adulti, tanto che sovente in presenza di spettatori appartenenti a quest' ultima [[categoria]], fu fatto oggetto di violente contestazioni, che diedero poi origine a incidenti di vario genere, e a conseguenti frustranti insuccessi.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. pag. 51</ref>
 
Ben diversi erano gli esiti delle sue esibizioni quand' esse avvenivano al cospetto di un pubblico composto da soggetti giovani. In quei frangenti egli si accorse ben presto di possedere una notevole dose di [[carisma]] sulla platea, e confortato dai positivi riscontri che egli otteneva quando tali circostanze si verificavano, indirizzò tutti i suoi sforzi verso quella direzione, poiché durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, in presenza di quel tipo di pubblico la situazione si evolveva rapidamente in modo a lui favorevole, e gli astanti non tardavano a manifestare in qualsiasi modo tutto il loro [[entusiasmo]] e la loro approvazione per le esibizioni a cui stavano assistendo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 39</ref>
 
Un giornalista in quel periodo gli chiese delle delucidazioni sull' esagitato dinamismo che sfoggiava durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, e a tal proposito il cantante così si espresse: <<''Si deve dar spettacolo per attirare la gente, altrimenti ognuno se ne starebbe a casa senza uscire per venirnmi a vedere...''>><ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 66</ref>
 
Proprio a partire da quel periodo cominciarono a verificarsi, in concomitanza con lo svolgersi delle sue scatenate esibizioni, notevoli e ripetute manifestazioni di [[fanatismo]] e di [[isteria]] collettiva. Questa [[fenomenologia]] tendeva a verificarsi in particolar modo se la maggior parte degli spettatori che componeva il pubblico che assisteva in quel momento alle sue esibizioni, oltre ché essere composto principalmente da gente giovane, apparteneva al sesso femminile, e più in generale comunque se esso, come quasi sempre accadeva, era formato da quelli che allora venivano definiti i cosiddetti "[[Teenager]]" (giovane, adolescente).<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 40</ref>
 
In svariate occasioni egli dovette faticare non poco allo scopo di preservare la sua incolumità personale, poiché talvolta non riusciva a portare a termine le sue esibizioni, dal momento che veniva assalito da orde di ragazzine urlanti e isteriche, che lo aggredivano con lo scopo di strappargli brandelli degli abiti che indossava in quel momento, per potersi appropriare di qualcosa che gli appartenesse, o chiedergli un autografo, o ancora semplicemente prodursi in una qualche forma di approccio di natura sessuale con lui. In altre circostanze, egli fu fatto oggetto di vere e proprie aggressioni fisiche, perpetrate da fidanzati gelosi dell' ascendente che egli esercitava sulle loro predilette, e in molti casi la situazione degenerò. Quando si verificavano tali episodi al cantante non rimaneva altra alternativa se non quella di interrompere la sua esibizione e allontanarsi celermente dal palco sul quale si stava esibendo scortato e difeso dalle autorità locali.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 40</ref>
 
Tale [[tipologia]] di manifestazioni, la cui genuinità e autenticità è comprovata dalla miriade di filmati amatoriali realizzati all'epoca, direttamente durante lo svolgimento degli spettacoli, finì anche per diventare una parte essenziale e imprescindibile dell'[[iconografia]] che cominciò a nascere e a svilupparsi rapidamente attorno all'emergente personaggio.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 188, 189</ref> <ref> uno dei tanti filmati originali è visibile sul sito http://www.youtube.com/watch?v=EiRXV79kgLQ</ref>
 
Sam Phillips, interpellato successivamente sulla figura del cantante, così si espresse: ''<<Alle radici di questo mito c'è ancora oggi tanto mistero. Nessuno può dire di conoscere veramente bene l' uomo Presley...Era complicato, pieno di contraddizioni e anche insicuro in privato, ma sul lavoro era sempre profondamente convinto di ciò che faceva, e non si sbagliava mai.>>''<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 95</ref>
 
====Le accuse di razzismo====
 
[[File:BillyWard n Elvis Presley circa 1955.jpg|thumb|[[Billy Ward]], artista di colore, e Elvis in un'istantanea scattata nel [[1955]].]]
 
Quando [[Dewey Phillips]] mandò in onda per la prima volta ''That's All Right Mama'' su Radio Memphis, molti ascoltatori telefonarono alla locale stazione radio per avere informazioni sul cantante, dando per scontato che fosse di colore.<ref>Guralnick, ''Careless Love'', 1999, pag. 100-101</ref> Sin dall'inizio della sua carriera, il cantante espresse rispetto per gli afro-americani e disprezzo per le norme della segregazione razziale nonché per il pregiudizio allora prevalente nel sud degli [[Stati Uniti]]. Intervistato nel [[1956]] ricordò come nella sua infanzia ascoltasse la musica del bluesman [[Arthur Crudup]] (autore di ''That's All Right'') - e come essa lo ispirò ad intraprendere la carriera musicale.<ref name="Guralnick, 2004">Guralnick, 2004</ref>
 
Il ''The Memphis World'', un giornale afroamericano, riferì come il cantante, "il fenomeno Rock 'n' Roll, infranse le leggi della segregazione razziale a Memphis, frequentando il parco divertimenti locale che era solitamente frequentato dalla gente di colore".<ref name="Guralnick, 2004"/> Tali dichiarazioni portarono il cantante ad essere generalmente ben accolto nella comunità di colore durante gli albori della sua celebrità. Per contro, molti adulti bianchi lo condannarono come un depravato per le sue movenze sul palco, ritenute oscene, che egli proprio dalla gente di colore aveva mutuato.
 
Nonostante il parere ampiamente positivo che la gente di colore aveva del cantante, intorno alla metà del [[1957]], si diffuse la voce che egli, intervistato da un giornalista, si fosse ad un certo così espresso: ''«L'unica cosa che i negri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe».''<ref>Simpson, Paul. ''Guida completa a Elvis Presley'', Antonio Vallardi Editore, Milano, 2004, pag. 32, ISBN 88-7887-015-3</ref> Un giornalista del settimanale americano ''Jet'', Louie Robinson, cercò di far luce sulla storia. Sul set del film ''[[Il delinquente del rock and roll]]'', il cantante gli concesse un'intervista, nella quale egli negò categoricamente di aver mai proferito una frase del genere e affermò di non essere in alcun modo un razzista. Robinson non trovò prove che la frase razzista fosse stata mai effettivamente pronunciata, anzi raccolse le testimonianze di molti individui che riferirono che il cantante era tutt'altro che razzista.<ref name="Guralnick, 2004"/><ref>Pilgrim, 2006</ref>
 
Il cantante blues [[Ivory Joe Hunter]], che era a conoscenza del fatto, una sera si recò a [[Graceland]], e interpellato successivamente sulla cosa, disse del cantante: ''«Mi ha mostrato la massima cortesia, e credo che sia uno dei più grandi in assoluto»''.<ref>Guralnick, ''Careless Love'', 1999, pag. 426</ref> Benché all' epoca l'osservazione razzista fosse dunque stata smentita del tutto, rimase in uso, allo scopo di screditare il cantante, nei decenni successivi.
 
L'identificazione del cantante con il razzismo, a livello personale o simbolico, è stata esemplificata nel celebre testo del brano rap del 1989 ''[[Fight the Power]]'', dei [[Public Enemy]]: ''«Elvis was a hero to most / But he never meant shit to me / Straight-up racist that sucker was / Simple and plain»'' ''(«Elvis era un eroe per molti / Ma non ha mai significato un c... per me / Era un fottuto razzista / Puro e semplice»)''.<ref name="Myrie, 2009, pag. 123–24">Myrie, 2009, pag. 123–24</ref>
 
La persistenza di tali atteggiamenti è stata alimentata dal risentimento dipendente dal fatto che il cantante, il cui linguaggio musicale e visivo traeva grande ispirazione dalle fonti africane presenti in [[America]], avesse riscosso il successo e il riconoscimento culturale e commerciale in gran parte negato ai suoi contemporanei di colore. Ancora oggi, la tesi secondo la quale il cantante si fosse pesantemente ispirato alla la musica della gente di colore per edulcorarla e renderla più appetibile alle orecchie dei bianchi per ricavarne profitto, trova numerosi proseliti.<ref name="Myrie, 2009, pag. 123–24"/>
 
In particolare il musicista afroamericano [[Jackie Wilson]] si è preoccupato di smentire questa teoria, affermando: ''«Un sacco di persone hanno accusato Elvis di rubare la musica dei neri, quando in realtà, quasi ogni artista solista nero ha copiato i suoi modi di fare!»''.<ref>Masley, 2002</ref> Durante tutto lo svolgersi della sua lunga carriera, il cantante non disconobbe mai l'enorme debito di carattere musicale che aveva contratto nei confronti dei musicisti di colore.
 
====Il consolidamento della carriera in ambito internazionale====
 
Il [[22 novembre]] del [[1955]] il contratto che legava il cantante a [[Sam Phillips]], che a causa delle modeste dimensioni e dei conseguenti limiti della sua piccola etichetta manifestava sempre maggiori difficoltà a gestire la rapida ascesa della sua giovane scoperta, venne ceduto da quest' ultimo alla [[Radio Corporation of America|RCA]], per l'allora cifra [[record]] di 35.000 dollari.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 52</ref>
 
Paradossalmente [[Sam Phillips]] in precedenza, qualche mese prima di fare la conoscenza del soggetto che sarebbe diventato successivamente uno dei migliori membri della sua scuderia aveva affermato: ''<<Se trovassi un bianco che canta con l'anima di un nero diventerei miliardario>>"
 
Curiosamente il primo singolo che il cantante incise sotto l' egida della [[Radio Corporation of America|RCA]], non venne tratto da un brano di [[Rock and Roll]], ma da un brano di netta ispirazione [[Blues]], dal titolo [[Heartbreak Hotel]] (L' Hotel dei cuori spezzati), che ottenne un ottimo riscontro di carattere commerciale a livello mondiale, e che contribuì a fare in modo che la norietà del [[cantante]] diventasse internazionale, e non rimanesse confinata in realtà di carattere prettamente locale, come era accaduto sin ad allora.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 56</ref>
 
Coloro i quali all' epoca collaborarono con lui durante le sedute registrazione ricordano ancora il suo particolare comportamento in sala di incisione, poiché egli tendeva a eseguire i brani in studio con lo stesso dinamismo che lo contraddistingueva quando si esibiva davanti ad una platea, e questo suo modo di operare spesso originava non pochi problemi di natura tecnica, poiché i suoi collaboratori erano di fatto costretti ad inseguirlo in giro per la sala mentre incideva i nastri che erano l' oggetto della seduta. Nessuno di loro però mise mai in discussione la sua professionalità. Cosi si espresse al riguardo [[Steve Sholes]], il suo nuovo produttore: <<''Elvis era capace di incidere una cinquantina di tracce della stessa canzone, e senza neanche riascoltarle, decidere qual' era la migliore, quella da utilizzare per incidere il disco da commercializzare...''>>.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 161, 165, 171 </ref>
 
Sempre in quell' epoca, cominciò a collaborare stabilmente con il cantante ed il suo complesso un gruppo vocale composto da quattro ottimi [[coristi]], denominato [[the Jordanaires]]: tale quartetto, validamente supportato dalle sue notevoli doti vocali, già godeva all'epoca di una notevole fama nella qualità di raffinato esecutore di brani [[Spirituals]], [[Gospel]], e [[Folk]], e furono proprio i suoi membri a divenire successivamente anche il gruppo [[autore]] e [[arrangiatore]] di quei tipici accompagnamenti corali che costituirono sempre una delle parti fondamentali della struttura musicale dei brani dai quali venne tratta la miriade di singoli incisi dal cantante durante tutto il corso del successivo decennio, e che amalgamandosi perfettamente con la sua voce, contribuirono a contraddistinguerli vocalmente in un modo molto particolare e caratteristico.<ref>Informazioni sui Jordanaires sono reperibili sul sito http://www.lastfm.it/music/The+Jordanaires</ref> <ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 200</ref>
 
I [[Jordanaires]] ovviamente parteciparono anche sia agli [[show]] televisivi nei quali il cantante presenziò, sia alla lavorazione di alcune pellicole cinematografiche delle quali egli era [[protagonista]], interpretando il ruolo che rivestivano nella realtà, e successivamente al decesso dello stesso, incisero un notevole numero di [[album]], contenenti [[cover]] di brani che ai tempi erano stati i suoi più grandi successi discografici. Sempre nella loro veste di [[coristi]] hanno inoltre partecipato spesso alle manifestazioni commemorative che lo riguardano organizzate in ogni parte del mondo, e collaborato anche con i migliori "Elvis impersonator".
 
Sempre in quel periodo il cantante fece anche la conoscenza del [[colonnello Tom Parker]], che a causa di una serie di circostanze dopo qualche tempo sarebbe diventato il suo nuovo [[manager]], sostituendo [[Bob Neal]], e quando ciò accadde nacque anche una sorta di sodalizio artistico che sarebbe durato vent'anni, e il cui termine sarebbe stato sancito solamente dalla suo decesso.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 151</ref>
Il controverso rapporto che nel corso di tutta la sua carriera legò in modo indissolubile e apparentemente molto proficuo a livello economico per entrambi, il cantante ed il suo [[manager]], col tempo finì per diventare un argomento di accesa discussione presso i suoi [[fan]] più accaniti. In merito la vulgata più diffusa è quella che definisce il [[colonnello Tom Parker]] come un individuo dal passato equivoco, venale, astuto e cinico, nonché gran giocatore d' [[azzardo]], mentre invece il suo protetto come un soggetto docile e remissivo, animato da buoni sentimenti, e tendenzialmente propenso ad eseguire le direttive che il suo [[manager]] gli impartiva senza discutere o avanzare alcuna obiezione, perlomeno la maggior parte delle volte. Per i fan più irriducibili del cantante, se da un lato il colonnello fu dunque indubbiamente l' artefice delle sue enormi fortune commerciali, dall' altro, a causa del suo temperamento intriso di una notevole dose di [[cinismo]], fu anche il principale responsabile del suo declino.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 153</ref>
Il colonnello, nel corso di una delle rarissime interviste che concesse, così si espresse nei riguardi del suo assistito: ''<<Quando conobbi Elvis, possedeva milioni di dollari di talento...ora possiede solamente milioni di dollari!>>''<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 79, Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
Peculiare poi l' esosità delle richieste di carattere economico che egli avanzava, ogniqualvolta qualcuno gli gli proferiva offerte in denaro allo scopo di ingaggiare e assicurarsi l' esibizione del suo assistito, tanto che dopo aver ricevuto da un potenziale cliente un' offerta di 50.000 dollari per contrattualizzare il cantante, così si espresse: ''<<Per me va bene...ma per il ragazzo quanto offrite ?>>''<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 79, Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
[[Parker]], che era un personaggio scaltro e scafato, intuì immediatamente le potenzialità artistiche del suo assistito, e pienamente conscio della cosa, si attivò celermente allo scopo farlo esibire negli [[show]] organizzati dalla [[televisione]] nazionale, rendendo così possibile il suo ingresso simultaneo in tutte le case d'[[Stati Uniti d'America|America]].<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 20 </ref>
 
Il [[10 aprile]] del [[1955]] il cantante raggiunse [[New York]], allo scopo di effettuare un provino per poter successivamente partecipare al programma "[[Talent Scouts]]", condotto dal celebre critico [[Arthur Godfrey]], ma ricevette da quest' ultimo una decisa risposta negativa.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
Il [[28 Gennaio]] del [[1956]] apparve per la prima volta in uno show della televisione nazionale, lo [[Stage Show]] dei fratelli Dorsey, risquotendo un buon successo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
Il [[3 Aprile]] del [[1956]] prese parte ad uno degli spettacoli più seguiti all' epoca, il "[[Milton Berle Show]]", ed in quell' occasione più di quaranta milioni di spettatori assistettero quindi contemporaneamente alle sue esibizioni.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
Il [[12 gennaio]] del [[1957]] partecipò all' [[Ed Sullivan show]], riscuotendo un successo clamoroso, ma la sua esibizione venne parzialmente censurata, poiché egli venne ripreso dalla cintola in su, onde evitare di inquadrare i suoi famosi "movimenti pelvici".<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
 
I benpensanti, che all'epoca rappresentavano una parte consistente dell' [[opinione pubblica]], ovviamente si scandalizzarono, sia a causa del ritmo veemente e assatanato della musica che il cantante proponeva, sia a causa delle movenze selvagge nelle quali egli si produceva durante le sue scatenate esibizioni, che erano classificate come "oscene". Il quel periodo il cantante, giudicato alla stregua di un "depravato" dalle varie associazioni di carattere religioso che da sempre svolgevano la loro attività negli [[Stati Uniti]] venne anche duramente attaccato e perseguitato dalle stesse, che lo fecero oggetto di una vera e propria campagna denigratoria, a volte con risvolti grotteschi, poiché a causa degli atteggiamenti in cui si produceva quando si esibiva era da esse ritenuto un pericoloso veicolo di [[perdizione]] per la gioventù dell' epoca.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 63 </ref>
 
Da un punto di vista puramente discografico però i risultati furono sempre molto positivi, ed i [[singoli]] che all'epoca vennero tratti da brani come ''[[Heartbreak Hotel]]'' (5 milioni di copie), ''[[Teddy bear]]'' (4 milioni di copie), ''[[Don't Be Cruel]]'' (6 milioni di copie), ''[[Jailhouse Rock]]'' (che come singolo per ora ha venduto più di 9 milioni di copie), ''[[Hound Dog]]'' (13 milioni di copie), ''[[Love Me Tender]]'' (5 milioni di copie), ''[[All Shook Up]]'' (7 milioni di copie) permangono a tutt' oggi come tra i più venduti nella [[storia]] della [[musica]], e detengono ancora [[record]] di vendita significativi, e talvolta tuttora imbattuti.
 
Particolare menzione meritano poi [[Jerry Leiber]] e [[Mike Stoller]], che proprio in quel periodo furono gli autori di molti brani che sembravano strutturati ad arte allo scopo di esaltare le doti artistiche e vocali del cantante, e che tanto contribuirono a consolidare il suo successo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 52</ref>
 
[[File:GracelandJungleRoom.JPG|thumb|Una veduta della "Jungle Room" una stanza di [[Graceland]], la dimora di Elvis]]
 
Nei primi mesi del [[1957]], coi proventi derivanti dalla sua fulminea carriera artistica, il cantante acquistò una splendida dimora, che reputava più confacente al suo nuovo ruolo di [[star]] cinematografica, [[Graceland]], situata a [[Memphis]], nel [[Tennessee]]. Successivamente la adattò alle sue esigenze effettuando una serie di modifiche alla sua struttura, e ne arredò gli interni seguendo i dettami di uno stile pacchiano e [[kitsch]]. In seguito, vi si trasferì in compagnia di tutta la sua cerchia famigliare. Ormai da tempo la sua dimora è diventata una specie di [[mausoleo]], meta di forme di continuo pellegrinaggio attuate dai suoi [[fan]], ed è considerata dagli americani una specie di [[monumento nazionale]].<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 78</ref>
 
Nel corso degli [[anni cinquanta]] vennero attribuite al cantante lunga serie di relazioni sentimentali, più o meno ufficiali, fra le quali si possono ricordare quelle che egli avrebbe intrattenuto con [[Dixie Locke]], [[Barbara Hearn]], [[Dorothy Harmony]], [[Tempest Storm]], [[June Juanico]], e [[Natalie Wood]], quest' ultima attrice già famosa all' epoca per aver interpretato un ruolo di una certa importanza nel celebre film ''[[Gioventù bruciata]]''.<ref> informazioni reperite dal sito dal sito http://www.macedonio.it/angelo/sito/image/miti/music/elvis/biografia/Elvisdonne.htm</ref>
 
====Il "Million Dollar Quartet"====
Durante il corso della sua carriera il cantante non collaborò mai collegialmente con altri artisti, salvo in un caso, peraltro del tutto fortuito e casuale, quando il [[4 Dicembre]] del [[1957]], durante lo svolgimento di una seduta di registrazione presso gli studi della [[Sun Records]] alla quale partecipavano [[Carl Perkins]], come cantante, e [[Jerry Lee Lewis]], come suo pianista, egli si trovò a passare casualmente da quelle parti, in compagnia di [[Johnny Cash]]. Durante una pausa della seduta che si stava effettuando Elvis si sedette al piano, ed iniziò a suonare brani [[gospel]] e ad intrattenere gli altri astanti, che successivamente si unirono a lui.<ref>informazioni tratte da http://www.elvis-italian-collector-club.it</ref>
Il tutto ovviamente accadde alla presenza di [[Sam Phillips]], che intuendo la rarità e la particolarità dell'evento, decise di registrare quell' atipica esibizione dello strano quartetto che si era formato casualmente qualche istante prima.<ref>informazioni tratte da http://www.elvis-italian-collector-club.it</ref>
 
Dalla suddetta esibizione vennero ricavati circa settanta minuti di materiale, che venne pubblicato successivamente al decesso del cantante. [[Sam Phillips]] all' epoca definì i quattro, tutti artisti che già da tempo si erano ricavati un notevole spazio nell' ambito musicale del periodo, "The [[Million Dollar Quartet]] (Un quartetto da un milione di dollari)".
<ref>informazioni tratte da http://www.elvis-italian-collector-club.it</ref>
 
Le incisioni che vennero ricavate all' epoca rappresentano comunque l' unica testimonianza tangibile di una qualche forma di collaborazione attuata dal cantante con altri artisti del suo tempo.<ref>informazioni tratte da http://www.elvis-italian-collector-club.it</ref>
 
====L'avvio della carriera cinematografica====
 
[[File:King Creole poster.jpg|thumb|La locandina del film ''[[La via del male (film 1958)|King Creole]]''.]]
 
Convinto anche delle potenzialità di attore del suo assistito, il Colonnello [[Parker]] si attivò in ogni modo possibile, sfruttando tutte le sue varie conoscenze, allo scopo di inserire rapidamente il cantante all'interno dei vari circuiti cinematografici, e per poter fare in modo che ciò accadesse quanto prima, egli sollecitò l' esecuzione di una lunga serie di provini, che vennero effettuati presso gli studi della [[Paramount]], e diedero tutti un esito complessivamente soddisfacente, tanto che il risultato dell'operazione fu che il famoso [[produttore]] [[Hal B. Wallis]] firmò con il colonnello [[Parker]] un contratto di esclusiva per poter avere il cantante fra i protagonisti dei suoi [[film]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 225</ref>
 
[[File:Elvis Presley promoting Jailhouse Rock.jpg|thumb|250px|</center>Elvis in una foto promozionale per il film ''[[Il delinquente del rock and roll|Jailhouse Rock]]'', [[1957]]]]
 
Il cantante firmò allora un contratto con la celebre casa cinematografica [[Paramount Pictures]] che lo vincolava per sette anni, e cominciò quindi a lavorare stabilmente per la stessa in qualità di attore [[protagonista]]. Nel biennio compreso fra il [[1956]] e il [[1958]], egli interpretò quattro pellicole, diretto da registi del calibro di [[Robert Wise]] e [[Michael Curtiz]], e sino alla data della sua partenza per lo svolgimento del servizio militare, che lo costrinse ad interrompere la sua carriera cinematografica, girò nell' ordine i seguenti [[Film]], dai rispettivi titoli: ''[[Fratelli rivali|Love Me Tender]]'' (''Fratelli rivali''), nel [[1956]], ''[[Amami teneramente|Loving You]]'' (''Amami teneramente''), nel [[1957]], ''[[Il delinquente del rock and roll|Jailhouse Rock]]'' (''Il delinquente del rock and roll'', solitamente considerato dai suoi fan il suo [[film]] più riuscito), nel [[1957]], e ''[[La via del male (film 1958)|King Creole]]'' (''La via del male''), nel [[1958]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 201, 202, 209, 210, 222, 223, 226, 235 -242, 265 - 270</ref>
 
Pochi critici cinematografici plaudirono alle doti del cantante che era diventato un novello attore, mentre la maggioranza di essi accolse le pellicole sopra elencate freddamente, e non lesinò aspri rimproveri all' interprete principale, reo secondo gli stessi di possedere pessime qualità recitative, ma esse ottennero comunque un riscontro di carattere commerciale nettamente positivo. Tali pellicole divennero campioni di incassi, contribuendo a consolidare a livello internazionale la fama del cantante, e sono tuttora considerate dai suoi [[fan]] più incalliti un vero e proprio oggetto di culto, in quanto indissolubilmente legate al suo "periodo aureo", quando negli [[anni cinquanta]] egli fece il suo esordio sulle scene come rocker.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 201, 202, 209, 210, 222, 223, 226, 235 -242, 265 - 270</ref>
 
Il cantante era dotato naturalmente di una certa [[fotogenia]], di una certa presenza scenica, e di bei lineamenti, ma il colorito della sua carnagione, tendente al pallido, ed i suoi capelli rossastri mal si conciliavano con le esigenze del "[[technicolor]]", sicché i truccatori ed i visagisti holliwoodiani intervennero pesantemente sul suo [[look]], rivoluzionandolo completamente. A partire dal secondo [[film]] che girò, egli si tinse i capelli di nero corvino, iniziando nel contempo a sfoggiare occhi bistrati e un colorito terreo, dovuto ai pesanti [[make-up]] a quali si sottoponeva, e mantenne tali consuetudini per il resto dei suoi giorni, interrompendole solamente, per cause di forza maggiore, durante lo svolgimento del [[servizio militare]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 201, 202, 209, 210, 222, 223, 226, 235 -242, 265 - 270</ref>
 
[[File:Graceland Randers 04.JPG|thumb|Elvis in un' immagine pubblicitaria del [[1957]]]]
 
====Il servizio militare====
 
[[File:Presley & Mahendra.jpg|thumb|Elvis in una foto scattata durante lo svolgimento del [[servizio militare]]]]
 
Il [[20 dicembre]] del [[1957]], mentre stava partecipando alla lavorazione del film intitolato [[King Creole]], la sua quarta pellicola girata per la [[Paramount Pictures]], il cantante venne chiamato allo svolgimento del [[servizio militare]]. Ciò ovviamente scombinò i piani ed i progetti a breve scadenza che il Colonnello [[Parker]] stava elaborando per tutelare la carriera del suo assistito, e conseguentemente egli si attivò allo scopo di ottenere un rinvio della partenza, affinché potesse ottemperare agli impegni contrattuali che lo legavano alla casa cinematografica, e ci riuscì.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 58, 59</ref>
 
Il cantante ottenne quindi una particolare dispensa dai comandi militari, e gli fu consentito di posticipare la data della sua effettiva chiamata alle armi, riuscendo in tal modo anche a portare a termine la lavorazione della pellicola a cui stava partecipando senza ulteriori intoppi, ma successivamente, il [[24 marzo]] del [[1958]] dovette comunque presentarsi presso il locale distretto militare per effettuare la cosiddetta "visita di leva".<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 82 </ref>
 
Il Colonnello non perse ovviamente l' occasione per trasformare l' avvenimento in una sorta di evento mediatico senza precedenti, ed ogni singola fase della visita di leva del cantante, del suo successivo arruolamento nell' [[esercito americano]], che avvenne nel distaccamento militare di [[Fort Chaffee]], nell' [[Arkansas]], della sua assegnazione alla "Scuola di addestramento carristi" situata presso [[Fort Hood]], nel [[Texas]], e del suo successivo arrivo a [[Brema]], in [[Germania]], il [[1 ottobre]] del [[1958]], venne ripresa, documentata accuratamente, e data spietatamente in pasto ai mezzi d'informazione, quali [[giornali]], [[Rotocalco (giornalismo)|rotocalchi]] e [[televisione]].<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 79, 80, 81</ref>
 
Egli venne arruolato tra le fila dei [["G.I."]] di stanza a [[Friedberg]], ossia nelle truppe di occupazione che stazionarono nel territorio tedesco per più di un ventennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, come [[carrista]], ed accettò di buon grado il netto cambiamento del suo stile di vita dipendente dal suo arruolamento, rifiutando a priori i vantaggi e i benefici derivanti dal fatto di essere una celebrità, tanto che si sottopose di di buon grado alle fatiche della vita militare, e durante tutto lo svolgersi del suo periodo di ferma, mantenne sempre nei confronti dei compagni un comportamento irreprensibile e corretto.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 85</ref>
 
Inoltre, sempre a causa dello svolgimento del servizio militare dovette rimanere lontano dalle scene e dai palcoscenici per ben due anni. In quel frangente, ponendo in atto un accorta politica commerciale (per esempio immettendo sul mercato discografico brani ancora inediti, raccolte di brani musicali già noti, e alimentando continuamente il floridissimo mercato dei [[gadget]]) il colonnello [[Parker]] riuscì a mantenere vivo e inalterato l'interesse del pubblico per il suo assistito, e la sua [[popolarità]] non solo rimase intatta, ma si consolidò ulteriormente.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 86, 87</ref>
 
Sempre durante lo svolgimento del suo servizio militare, il cantante apprese poi della morte dell'adorata madre, Gladys, che già da tempo manifestava gravi problemi di salute, avvenuta il [[14 Agosto]] del [[1958]], all'età di soli 46 anni, a causa di una grave [[epatite]].<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 83</ref>
 
Durante il periodo della sua permanenza in [[Germania]], egli si appassionò anche alle discipline delle [[arti marziali]], ed in modo particolare a quella del [[karate]], tanto che col tempo si perfezionò in quest' arte, e i suoi più accreditati biografi sostengono che al culmine della sua preparazione fosse diventato un combattente temibile come qualsiasi altro valido [[Karateka]].<ref> informazioni reperite sul sito http://www.elvis-italian-collector-club.it/public/?elvisology1=il-karate-e-elvis</ref>
 
Allo scopo di mantenersi più lucido e vigile durante lo svolgimento delle mansioni alle quali era assegnato nell' esercito, egli prese anche la poco salutare abitudine di assumere farmaci stimolanti, quali la [[benzedrina]], e ciò sancì in lui il nascere di un'abitudine che con il passare del tempo si radicò nel cantante in misura sempre maggiore, diventando successivamente una grave forma di dipendenza, e nel prosieguo degli anni fonte per lui di innumerevoli guai di salute.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 124</ref>
 
Nello stesso periodo terminò anche il suo rapporto con [[Anita Wood]], un'attraente cantante che godeva di una discreta fama, con la quale Elvis aveva da tempo instaurato una relazione. Successivamente, nell' [[agosto]] del [[1959]] conobbe quella che circa una decina di anni dopo sarebbe diventata sua moglie: [[Priscilla Presley|Priscilla Beaulieu]], la figlia di un [[colonnello]] americano, anche lui di stanza in territorio tedesco.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 305</ref>
 
Durante un intervista che concesse posteriormente al suo congedo, il cantante così si espresse: <<''I due anni sotto le armi mi hanno fatto riflettere. La noia è una grande madre di virtù.''>> <ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 72, Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
== Gli anni sessanta ==
 
====Il ritorno ====
 
Al suo rientro negli [[Stati Uniti]], ovviamente il cantante fu assalito dai giornalisti, e nonostante da un lato palesasse atteggiamenti da divo, dall' altro egli concesse una serie di interviste, producendosi in quei frangenti in atteggiamenti docili e remissivi, con l' intento di fornire loro l' immagine di un individuo modesto, responsabile e assennato, che non si era montato la testa a causa della fama e della celebrità raggiunte.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 88</ref>
 
All' inizio degli [[anni 60]], i tempi stavano inevitabilmente cambiando. Le nuove [[rock]] band avevano ormai invaso il mercato, e i [[Teenager]], che sin dagli albori della carriera del cantante avevano rappresentato la sua fetta di sostenitori più accaniti, cominciarono a dirottare le loro attenzioni ed il loro interesse verso i nuovi idoli musicali del momento, come i [[The Beatles|Beatles]], i [[Beach Boys]] o i [[Rolling Stones]], e questo stato di cose finì per esercitare delle influenze anche sull'evolversi della sua carriera.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 312, 313</ref>
Dopo il ritorno dal servizio militare, nel [[1960]], il cantante, dimostrò alle persone che gli gravitavano intorno di essere cambiato profondamente a livello caratteriale. Il primo evidente effetto della metamorfosi subita fu la sua tendenza a mostrarsi sempre più guardingo e diffidente nei rapporti con la gente, e la primaria conseguenza di questo suo atteggiamento fu il formarsi attorno alla sua persona di una sorta di barriera impenetrabile, composta da una folta schiera di parenti, amici, guardie del corpo, o di opportunisti "yes men".<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 331</ref>
 
====La Memphis Mafia====
 
Col passare del tempo la ristretta cerchia di persone con la quale il cantante amò circondarsi costantemente fino alla fine dei suoi giorni, e che lo seguiva ovunque come un'ombra, cominciò ad essere identificata con l'appellativo di "Memphis Mafia". ''«Elvis era circondato dai parassiti''», afferma il giornalista [[John Harris (giornalista)|John Harris]], ''«Non c'era da meravigliarsi che, appena Elvis iniziò a scivolare nella dipendenza e nel torpore, nessuno lanciò l'allarme: per loro, Elvis era una banca, e in quanto tale doveva rimanere aperta»''.<ref>Harris, 2006</ref>
 
[[Tony Brown (produttore)|Tony Brown]], che suonò regolarmente il pianoforte per il cantante negli ultimi due anni di vita dello stesso, osservò il rapido declino della sua salute psico fisica e l'urgente necessità di affrontare il problema: ''«Ma sapevamo tutti che era un'impresa disperata perché Elvis era circondato da quel piccolo ristretto cerchio di persone ... tutti quei cosiddetti amici»''.<ref>Clayton, Heard, 2003, pag. 339</ref> In difesa della "Memphis Mafia", un membro della stessa, Marty Lacker, ha affermato: ''«Presley era l'artefice del suo destino, era lui il capo ... Se non fossimo stati in giro, sarebbe morto molto tempo prima»''.<ref>Connelly, 2008, pag. 148</ref>
 
[[Larry Geller]] diventò il parrucchiere personale del cantante a partire dal [[1964]], e a differenza di altri membri della "Memphis Mafia", era molto interessato a questioni di natura prettamente spirituale, e non soltanto a quelle superficiali e di natura principalmente economica. Larry ricorda come, sin dal primo colloquio che intrattenne con il cantante, egli si aprì e si confidò con lui, mettendolo al corrente dei suoi più reconditi pensieri, e contemporaneamente della vera natura delle ansie interiori che lo tormentavano, esprimendosi con lui all' epoca nel modo seguente:''«Voglio dire, ci deve essere uno scopo... ci deve essere un motivo... un motivo per cui ho scelto di essere Elvis Presley... Giuro su Dio, nessuno sa quanto io mi senta solo, vuoto è come mi sento veramente dentro».''<ref>Guralnick, Peter. ''Careless Love'', 1999, pag. 174</ref> In seguito qualche anno dopo Geller prese l' abitudine di rifornire il cantante di un cospicuo quantitativo di libri che trattavano di [[religione]] e di [[misticismo]], che il [[cantante]] leggeva voracemente durante le pause dei faticosissimi e incessanti [[tour]].<ref>Guralnick, ''Careless Love'', 1999, pag. 174</ref>
 
Solitamente coloro i quali entravano a far parte del ristretto organico della "Memphis Mafia", che il cantante definiva affettuosamente "The Guys" (I ragazzi), lo circondavano con ogli tipo di attenzione possibile ed immaginabile, e rispondevano sempre affermativamente a qualsiasi tipo di richiesta da lui avanzata, poiché il loro unico scopo era quello di accondiscendere a qualsiasi suo desiderio, per poter poi entrare rapidamente nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi vantaggi. Questa cerchia di persone, se da un lato nel corso della sua carriera lo protesse con ogni mezzo a sua disposizione da una qualsiasi forma di influenza che essa reputasse indesiderabile, dall' altro gli impedì di poter intrattenere rapporti sani e costruttivi con il reale mondo esterno.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 10, 11, 12, 13, 14 </ref>
 
Conseguenza del nuovo atteggiamento che il cantante maturò all' epoca, l'usanza di affittare al completo un enorme locale, un grande teatro, o addirittura un intero [[Luna Park]], magari per poterci poi trascorrere una serata esclusiva, naturalmente in compagnia dei soli membri del suo [[entourage]], cautelato in ogni modo da quella che era considerata l'inopportuna presenza di persone estranee al giro delle sue conoscenze e delle sue frequentazioni abituali.
 
Sempre nel corso di quel periodo il cantante maturò anche un notevole l'interesse per alcune particolari scienze, quali la [[numerologia]], il [[misticismo]] e l'[[esoterismo]], e ben presto la sua [[biblioteca]] personale si arricchì rapidamente di un notevole numero di testi che trattavano di tali argomenti.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 329, 330, 331, 332</ref>
 
==== Il rientro sulle scene ====
 
Gli inizi del nuovo decennio furono piuttosto problematici, poiché la morte della madre Gladys, avvenuta mentre svolgeva il servizio militare in Germania, lo aveva gettato in un profondo stato di [[prostrazione]], del quale pativa ancora le conseguenze. Degno di nota il fatto che i suoi più accreditati biografi abbiano sempre posto l'attenzione sul particolare rapporto che lo legava ad essa, sostenendo che egli fosse legato alla stessa da un rapporto particolarmente intenso, e che la sua perdita sia stato per lui un colpo terribile.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 328</ref>
 
Nel [[1960]] il concretarsi di un' operazione di carattere meramente commerciale e di immagine attuata dal suo [[manager]], sortì come effetto la partecipazione del cantante in qualità di ospite allo [[show]] televisivo del quale [[Frank Sinatra]] era il popolare conduttore, benché quest'ultimo non avesse mai nascosto in un recente passato la profonda avversione che nutriva per quello che era stato definito dai media di allora il "cantante del secolo", attaccandolo anche pubblicamente in più occasioni, e definendolo con appellativi assolutamente poco lusinghieri.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 81 </ref>
 
La partecipazione allo [[Show]] televisivo diede comunque al cantante la possibilità di riprendere finalmente il contatto col suo affezionato pubblico, che aveva atteso impazientemente il suo ritorno sulle scene per più di due anni, e riacquistare la visibilità di cui godeva prima della sua partenza, avvenuta a causa dell'adempimento dei suoi obblighi di leva.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 82 </ref>
 
Egli si presentò allo [[show]] pochi giorni dopo essere rientrato dal servizio militare, e si esibì in un primo tempo in qualità di solista, cantando accompagnato dal quartetto vocale col quale collaborava da tempo, i [[Jordanaires]], un brano intitolato ''[[Fame and fortune]]'', un lento, caratterizzato dalla particolare struttura musicale del [[terzinato]], tipica di un' infinità di brani dell' epoca, dunque una [[Soul ballad]], e un brano dal titolo ''[[Stuck on you]]'', decisamente più veloce e ritmato. Successivamente si esibì in un duetto vocale in coppia con Sinatra, interpretando una versione arrangiata seguendo i dettami dello stile tipico di quest' ultimo brani quali ''[[Love me tender]]'' (che era stata la canzone principale facente parte della colonna sonora della prima pellicola interpretata dal cantante, "Fratelli rivali"), e ''[[Witchcraft]]'', (un successo di Sinatra risalente a quattro anni prima, poiché era stato commercializzato nel [[1957]]). Il successo che arrise allo show televisivo fu notevole, e durante lo svolgimento dello stesso il cantante si produsse in una esibizione vocalmente impeccabile, ma dalla quale inevitabilmente traspariva un radicale cambiamento di stile e di immagine, in quanto egli non appariva più l'aggressivo rocker di un tempo, ma un cantante molto più mieloso e sdolcinato.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag.83 </ref>
 
Risale comunque a quel periodo la pubblicazione di alcuni singoli che ottennero un enorme riscontro di natura commerciale, quali ''[[Are You Lonesome Tonight?]]'' (''Ti senti sola stanotte?''), il rifacimento di un vecchio brano degli [[anni 20]], caratterizzato dalla presenza di un lungo inciso parlato, e il riadattamento di due classici della canzone napoletana, ''[[It's Now or Never]]'' (''O sole mio''), e ''[[Surrender]]'' (''Torna a Surriento''). <ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 84 </ref>
 
La [[tipologia]] di quei brani, e gli arrangiamenti che vennero studiati allo scopo di ottimizzare il prodotto finale contribuirono indubbiamente a mettere in risalto le qualità vocali del cantante, ma i singoli che ne vennero tratti erano ormai un prodotto molto lontano da quel particolare spirito pionieristico e innovativo che lo aveva animato quando egli era ancora agli albori della sua carriera, e che tanto aveva contribuito al contraddistinguere in modo particolare i primi dischi incisi sotto l' egida della [[Sun Records]], nonché al nascere ed al consolidarsi del suo successo. <ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 88, 89</ref>
 
A proposito della sua voce, il cantante ebbe a dire ''<<Non mi faccio illusioni. La mia voce, di per sé, è una voce molto ordinaria. La gente viene a vedere solo come la uso. Se dovessi starmene fermo mentre canto mi sentirei morto. Potrei tornarmene a fare il camionista...>>''
<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 79 Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
I suoi più accreditati biografi gli attribuiscono negli [[anni sessanta]], una relazione con [[Juliet Prowse]], sua partner in ''[[Cafè Europa]]'', film girato nel [[1960]], che era la sublimazione romanzata dei suoi ricordi della vita militare, e una relazione con [[Ann Margret]], che fu la sua partner in ''[[Viva Las Vegas (film)|Viva Las Vegas]]'', film girato nel [[1964]].
 
Verso la fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] la situazione del cantante in effetti era già quella di un quasi recluso, e ciò può in parte motivare l'entusiasmo che negli anni successivi lo portò a cercare, in modo spasmodico e con incredibile frequenza, il contatto con il pubblico.
 
====La ripresa e la prosecuzione della carriera cinematografica====
 
[[File:Girls Girls Girls Poster B.jpg|thumb|La locandina originale di un [[film]] girato da Elvis negli [[anni 60]], [[Cento ragazze e un marinaio|Girls! Girls! Girls!]]]]
 
[[File:Honda CB77 from the movie "Roustabout" (1964).jpg|thumb|l' Honda CB77 usata da Elvis nel [[film]] [[Il cantante del luna park|Roustabout]]]]
 
Dopo un paio di esibizioni dal vivo a scopo di beneficenza, avvenute a partire dal [[25 Marzo]] del [[1961]] all Ellis Auditorium di Memphis, il cantante troncò completamente ogni rapporto diretto con il suo pubblico, e decise di sfruttare al massimo il remunerativo filone cinematografico. Nel corso del decennio successivo egli interpretò ben ventinove [[film]], alcuni dei quali tuttora inediti in Italia, ma in realtà solo tre o quattro di essi potevano essere considerati artisticamente validi, mentre in maggioranza potevano essere considerati al massimo dei "[[B-movie]]", di qualità dozzinale, e girati in tempi record.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 91, 92</ref>
 
Le trame di questi film erano solitamente banali, scontate e generalmente tutte molto simili tra loro, poiché l' interprete principale rivestiva sempre e comunque il ruolo dell'eroe canterino della situazione, il tutto condito dalla presenza della graziosa fidanzatina di turno, da un numero imprecisato di avvenenti e procaci fanciulle, da magnifici scenari esotici, da qualche scazzottata, dalla quale egli usciva immancabilmente vincente, e da un certo variabile quantitativo di canzoncine melense e insignificanti.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 91, 92</ref>
 
Nonostante ciò i film spesso registravano resse al botteghino, e almeno sino alla metà del decennio incassarono bene, poi il filone di quelli che venivano definiti "Presley movies" iniziò a manifestare segni di stanchezza, e verso la fine del decennio la situazione precipitò. Il pubblico, stanco della monotonia e della banalità delle trame, che viaggiava di pari passo con quella delle [[colonne sonore]], cominciò a disertare le sale cinematografiche quando si proiettavano le pellicole girate dal cantante, e ciò ovviamente si riflesse negativamente sui loro incassi, e di conseguenza anche sulla sua carriera cinematografica.
 
Rappresentarono comunque un'eccezione a quella che ormai da anni era diventata una norma consolidata i due film girati dal cantante nel [[1968]], ''[[Stay Away, Joe]]'' e ''[[Live a little, Love a little]]'' (entrambi inediti in Italia), così pure come i tre girati nel [[1969]]: ''[[Un uomo chiamato Charro|Charro!]]'' (''Un uomo chiamato Charro''), e ''[[Guai con le ragazze|The Trouble with Girls]]'' (''Guai con le ragazze''), e ''[[Change of Habit]]'' (inedito in Italia).
 
I ruoli che il cantante ricopriva in queste pellicole erano meno banali e scontati, così come lo erano le loro trame, ma tali pellicole, pur migliori di quelle che le avevano precedute, non riuscirono a risollevare le sorti della sua carriera cinematografica, poiché il pubblico e la critica le accolsero tiepidamente.
 
Nel corso della sua carriera cinematografica, il cantante lavorò con una lunga serie di attori, alcuni famosi, quali, in ordine alfabetico: [[Arthur o' Connell]], [[Bill Bixby]], [[Cesare Danova]], [[Charles Bronson]], [[Dean Jones]], [[Gary Lockwood]], [[Gig Young]], [[James Gleason]], [[James Shigeta]], [[John Mc Intire]], [[Mickey Shaugnessy]], [[Paul Lucas]], [[Richard Egan]], [[Robert Redford]], [[Steve Forrest]] e [[Vincent Price]].
 
Nel corso della sua carriera cinematografica, il cantante lavorò con una lunga serie di attrici, alcune famose, quali, in ordine alfabetico: [[Angela Lansbury]], [[Annette Day]], [[Anne Helm]], [[Ann-Margret]], [[Barbara Eden]], [[Barbara Stanwyck]], [[Carolyn Jones]], [[Dolores Hart]], [[Debra Paget]], [[Dodie Marshall]], [[Dolores Del Rio]], [[Elsa Cárdenas]], [[Elsa Lanchester]], [[Glenda Farrell]], [[Hope Lang]], [[Ina Balin]], [[Ivonne Craig]], [[Ivonne Romain]], [[Joan Blackman]], [[Joan Freeman]], [[Judy Tyler]], [[Juliet Prowse]], [[Lizabeth Scott]], [[Lola Albright]], [[Mary Tyler Moore]], [[Nancy Sinatra]], [[Schelley Fabares]], [[Stella Stevens]], [[Suzanna Leigh]] e [[Ursula Andress]].
 
Alcuni critici cinematografici concordano sul fatto che egli avesse una certa propensione alla recitazione, ma che gli furono sempre affidati ruoli assai poco favorevoli a far emergere le sue doti di attore.<ref>cfr Paul Simpson, ''Guida completa a E.P.'', ed. Vallardi, ISBN 88-7887-015-3, pag. 321 e seg.</ref> Fu scelto da [[Barbra Streisand]] per recitare nel film ''[[È nata una stella (film 1954)|È nata una stella]]'', ma le richieste esageratamente esose del colonnello Parker impedirono che ciò avvenisse, e la stessa cosa accadde anche per le sue candidature ad altri due film di notevole spessore: ''[[La gatta sul tetto che scotta (film 1958)|La gatta sul tetto che scotta]]'', nel ruolo che fu di [[Paul Newman]] e ''[[Un uomo da marciapiede]]'', nel ruolo che fu di [[Jon Voight]].
 
====L' incontro con i Beatles====
 
Nel corso del [[1965]], i [[Beatles]], che nel corso della loro carriera non disconobbero mai la simpatia che nutrivano per il personaggio, e il debito di natura musicale che avevano maturato verso di lui, poiché anche loro agli albori della loro carriera avevano subito le influenze del suo stile e della sua musica, si recarono nella residenza della quale il cantante disponeva, a [[Bel Air]], allo scopo di incontrarlo di persona.
Si narra di una [[Jam Session]] alla quale il cantante avrebbe partecipato, dialogando e cantando con i "Faboulus four", ma questa è una circostanza che, oltre ad essere circondata dal solito alone di [[leggenda]] che lo ammanta da sempre, non è confutata da prove di carattere fonografico, quali registrazioni, o visivo, quali filmati o foto. Degna comunque di nota l' affermazione che successivamente [[John Lennon]], interpellato sulla figura del cantante, proferì: ''Prima di Elvis non c' era nessuno.''<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 98</ref>
 
====Il Matrimonio====
 
[[File:Priscilla Presley (2003).jpg|thumb|[[Priscilla Presley]], l' ex moglie di Elvis, nel [[2003]]]]
 
[[File:Lisa_Marie_Presley_at_car_race.jpg|thumb|[[Lisa Marie Presley]], la figlia di Elvis, ad una corsa automobilistica]]
 
Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il primo [[maggio]] del [[1967]] il cantante convolò a nozze con la donna che da quasi dieci anni era assurta al ruolo di sua "fidanzata ufficiale" , e il tutto accadde durante lo svolgimento di una cerimonia privata, alla quale furono invitati e parteciparono solamente un ristretto gruppo di persone, formato dalle rispettive famiglie e dagli amici di vecchia data della coppia, presso l'[[Aladdin Hotel]] di [[Las Vegas]].
 
Circa nove mesi dopo, il primo [[febbraio]] del [[1968]] il cantante divenne padre, poiché il suo matrimonio venne allietato dalla nascita di una bambina, che venne battezzata col nome di "Lisa Marie".
 
I suoi più accreditati biografi pongono spesso l' accento sul fatto che egli nutrì per tutto il corso della sua esistenza una vera e propria forma di adorazione per la figlia, [[Lisa Marie Presley]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 392, 393</ref>
 
====Il 68 Comeback Special====
 
Complice sia l' evolversi dei gusti del pubblico, sia il progressivo scadere dal punto di vista qualitativo delle trame e delle colonne sonore dei film che interpretava, e che all'epoca rappresentavano, salvo rare (e talvolta lodevoli) eccezioni, la quasi totalità della sua produzione discografica, il cantante per la prima volta dal folgorante inizio della sua sino ad allora fortunata carriera, dovette misurarsi con gli esiti di un netto calo di popolarità, ed il suo meneger si vide costretto a prendere in esame una serie di alternative per tentare di rinvigorire la vacillante immagine del suo assistito.
 
Fra le alternative più verosimili venne presa in considerazione quella di fargi riprendere le esibizioni dal vivo, e tale ipotesi si cocretizzò mediante l'organizzazione di uno show televisivo di carattere natalizio, nel quale egli avrebbe rivestito il ruolo di ospite d' onore, cogliendo il pretesto per riproporsi davanti al pubblico come cantante puro e non più come attore.
 
Lo [[Show]] venne prodotto dalla rete televisiva [[NBC]], e alla sua realizzazione partecipò un giovane emergente regista, [[Steve Binder]], già noto per aver realizzato dei documentari di successo sul mondo del [[rock and roll]], che aveva in più occasioni manifestato l' intenzione di collaborare alla realizzazione di uno special sul cantante. <ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 102, 103, 104</ref>
 
Durante il periodo della gestazione dello show egli si dimostrò molto collaborativo, in quanto era affascinato dall' idea di rituffarsi in quello che reputava il compendio delle sue origini artistiche, cioè le esibizioni davanti ad una platea, cosa che rappresentava una forma di contatto diretto col pubblico, e non il recitare dietro ad una macchina da presa, che rappresentava una forma di contatto differito. <ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 102, 103, 104</ref>
 
Quello che venne successivamente definito il ''[[68 Comeback Special]]'', che in origine sarebbe dovuto essere solamente una stereotipata celebrazione del Natale, grazie all' innovativo apporto delle idee di Binder e del cantante, che durante la lavorazione dello show collaborarono tra loro allo scopo di raggiungere un risultato finale valido artisticamente, entrando spesso in contrasto con le direttive impartite dal colonnello Parker, diventò invece la celebrazione del suo ritorno in grande stile come rocker.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 399, 400, 401</ref>
 
In quel frangente il cantante curò maniacalmente la sua immagine ed i suo rientro sulle scene, presentandosi al cospetto del pubblico in ottima forma. La pinguedine che aveva sfoggiato nei film che aveva girato sino a qualche tempo prima era solo un ricordo, poiché, visibilmente dimagrito, e fasciato da una particolare tuta di pelle nera, che si ispirava alla più classica [[iconografia]] degli [[anni 50]], il periodo storico durante il quale la sua presenza si era palesata per la prima volta sulle scene internazionali, si esibì dando sfogo a tutta la grinta che aveva dovuto reprimere in tutti gli anni in cui si era dedicato alla recitazione, regalando al pubblico uno spettacolo eccellente, entrato nella storia della televisione americana. Egli durante l' esecuzione dello spettacolo, imbeccato da [[Scotty Moore]] e [[D.J. Fontana]] si produsse nell' interpretazione di un [[medley]] dei suoi vecchi successi, riarrangiati in modo orchestrale, ed assieme a loro rimembrò, commentandole, le circostanze che avevano consentito l' avvio della sua carriera di cantante, ironizzando anche sulla nascita della sua carriera cinematografica. Degno di nota il brano ''[[If I can dream]]'', interpretato dal cantante durante lo svolgimento dello spettacolo, che fu accolto molto favorevolmente a livello di responso commerciale, e che contribuì a far tornare il nome del cantante nelle zone alte delle varie classifiche.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 417, 418, 419</ref>
 
Il notevole successo che arrise allo show rinnovò in lui il desiderio, sino ad allora sopito, di dedicarsi alla produzione di musica di qualità, e spinto da tale motivazione decise di ritornare a [[Memphis (Tennessee)|Memphis]], la città che più di ogni altra era stata l'involontaria testimone della nascita del suo mito, e di chiudersi in uno studio di incisione allo scopo di effettuare una lunga serie di sedute di registrazione.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 108</ref>
 
Il cantante, influenzato positivamente dall'elettrizzante atmosfera che si era creata attorno alla sua persona, e dalla valenza artistica dei suoi collaboratori (autori, strumentisti e coristi), si dedicò con professionalità alle sedute di registrazione, dando il meglio di se stesso. I risultati non si fecero attendere, e il frutto di tutto questo intenso lavoro furono due album, che furono accolti positivamente da critica e pubblico, contenenti una lunga serie di brani eccellenti. Tali album, ''[[From Memphis to Vegas/From Vegas to Memphis|Back In Memphis]]'' e ''[[From Elvis in Memphis]]'', contenevano canzoni quali ''[[In the Ghetto (Elvis Presley)|In the Ghetto]]'' e ''[[Suspicious Minds]]'' (di quest'ultima un gruppo che raggiunse una certa notorietà negli [[anni ottanta]], i ''[[Fine Young Cannibals]]'' produsse una [[cover]], che ottenne all' epoca un buon riscontro commerciale), che furono successi discograficamente notevoli, e contribuirono a far ritornare il nome del cantante tra quelli che occupavano i primi posti delle varie classifiche di vendita, cosa che non accadeva dalla prima metà degli [[anni 60]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 424, 425, 426</ref>
 
==== La ripresa delle esibizioni dal vivo ====
 
Galvanizzato dal successo che il suo assistito aveva ottenuto nello show televisivo, il colonnello Parker valutò attentamente i possibili sviluppi che potevano derivare dalla ripresa delle sue esibizioni dal vivo, e raggiunse la conclusione che quella era la strada da perseguire allo scopo di rinvigorire la popolarità del cantante presso il suo pubblico, e successivamente si attivò allo scopo procurargli una serie di ingaggi. Il cantante dal canto suo si adoperò per creare una struttura che lo supportasse nell' esecuzione del suo rientro sulle scene, e coronando questo suo intento, mise rapidamente assieme l' organico di un' orchestra. Seguendo in particolar modo i consigli e <small></small>le direttive di [[James Burton]], il suo nuovo [[chitarrista]], cominciò a collaborare stabilmente con i membri di quella che sarebbe stata successivamente denominata la [[TCB Band]], il gruppo che lo avrebbe accompagnato per tutti i futuri [[tour]] degli [[anni 70]], e che annoverava tra le sue fila il [[bassista]] [[Jerry Scheff]], il [[batterista]] [[Ronnie Tutt]], il [[chitarrista]] ritmico [[John Wilkinson]] e il [[pianista]] [[Larry Muhoberac]]. Gli sforzi del suo manager vennero coronati dalla firma di un contratto di esclusiva con l'[[International Hotel]] di [[Las Vegas]], che sanciva la disponibilità del cantante ad effettuare una lunga serie di concerti, che in seguito avrebbero ottenuto un ottima accoglienza di pubblico e di critica.
 
== Gli anni settanta ==
 
==== La carriera concertistica ====
 
[[File:Elvis Presley's 1970 white jumpsuit, Hard Rock Cafe Hollywood.JPG|thumb|Un costume di scena di Elvis risalente al [[1969]], esposto a ''[[Graceland]]'']]
 
[[File:Elvis's jump suit & guitar, Graceland.jpg|thumb|Un costume di scena di Elvis risalente al [[1976]], esposto a ''[[Graceland]]'']]
 
[[File:Elvis 35th Anniversary Concert Memphis TN 2012 06 24 003.jpg|thumb|Un cartellone comemorativo del concerto denominato "Aloha from Hawaii via satellite"]]
 
[[File:Elvis.gif|thumb|right|Un esempio dell' eccentrico abbigliamento di Elvis.]]
 
[[File:Elvis-nixon.jpg|thumb|250px|</center>Elvis a colloquio con il Presidente degli [[Stati Uniti]] [[Richard Nixon]]</center>]]
 
[[File:Lisa Marie.jpg|thumb|Un' immagine dell' aereo personale di Elvis, il [[Convair 880]] battezzato "Lisa Marie", esposto a [[Graceland]]]]
 
[[File:Convair 880 Lisa Marie Graceland Memphis TN 2013-04-01 015.jpg|thumb|Una veduta degli interni del [[Convair 880]], l' aereo personale di Elvis]]
 
[[File:Elvis Presley's Gold Piano, CMHF.jpg|thumb|Il piano placcato in oro posseduto da Elvis, una delle sue stravaganze]]
 
Il cantante cominciò il nuovo decennio producendosi in una seconda serie di spettacoli, cosa alla quale si dedicò con continuità per circa un mese, nell' arco di tempo compreso tra [[26 gennaio]] e il [[23 febbraio]] del [[1970]], sempre sul palco dell' [[International Hotel]] di [[Las Vegas]], ottenendo ogni qualvolta si esibiva uno strepitoso successo di critica e di pubblico. Egli, che all' epoca curò moltissimo il suo aspetto fisico, il suo [[look]] e la sua immagine, cercando di rinnovarla e adeguarla ai tempi che si stavano evolvendo, durante lo svolgimento delle sue [[performance]], com' era già accaduto nel corso dell'attività concertistica che aveva svolto negli [[anni 50]], divenne l' oggetto di vere e proprie manifestazioni di [[isterismo]] collettivo, di cui è resa testimonianza nel documentario incentrato sulla sua carriera artistica [[Elvis, That' s way it is]], prodotto in quel periodo.
 
Fu proprio [[Las Vegas]], la città che circa una quindicina di anni addietro era stata la testimone involontaria di uno degli insuccessi giovanili del cantante, poiché all' epoca il sofisticato pubblico che affollava i suoi esclusivi locali aveva dimostrato in ogni modo di non apprezzare assolutamente i manierismi, gli ancheggiamenti e le movenze in cui egli si produceva durante le sue scatenate esibizioni, il luogo presso il quale si concretizzò la sua rinascita artistica.
 
Inizialmente la scaletta dei concerti era essenziale e stringata, ma col passare del tempo si arricchì di un notevole quantitativo di intermezzi e dialoghi, che contribuivano alla creazione di una certa atmosfera di carattere solenne e celebrativo, e inoltre, a partire dal [[1972]], il via alle esibizioni venne sancito dall' esecuzione orchestrale del celebre brano di [[Richard Strauss]] [[Also Sprach Zarathustra]]. Tale scaletta nel corso degli anni subì per altro un modestissimo numero di variazioni, in quanto la sua struttura rimase per tutto lo svolgersi dei concerti sostanzialmente la seguente: Il cantante iniziava le esibizioni interpretando pezzi [[traditional]], cioè brani tradizionali che erano entrati a far parte della cultura musicale tradizionale americana quali [[See See Rider]], o brani che aveva interpretato all' inizio della sua carriera, quali [[That's All Right (Mama)]]. Quindi la proseguiva interpretando un [[medley]] di brani più recenti, quali [[Souspicious Minds]], [[In the ghetto]] e [[Burning Love]], e di altri brani [[traditional]]. Durante l' esecuzione degli stessi solitamente il cantante presentava al pubblico i membri della sua [[band]], e lo intratteneva dialogando e ironizzando su alcuni aspetti della sua carriera. Quindi egli riprendeva le esibizioni interpretando brani portati asuo tempo al successo da altri artisti, quali [[Something]], dei [[Beatles]], [[My Way]], di [[Frank Sinatra]], [[Welcom to my word]], di [[Marthy Robbins]], [[Hurt]], di [[Timi Yuro]], e chiudeva la sua [[performance]] interpretando un brano che faceva parte della colonna sonora del film [[Blue Hawaai]], [[I cant' Help fall in love]].
 
Degna di nota l' amicizia che all' epoca egli strinse con il cantante irlandese [[Tom Jones]], che aveva raggiunto recentemente la notorietà internazionale proprio durante lo svolgimento di una [[tour]] attraverso varie località degli [[Stati Uniti]], calcando anche i palcoscenici di [[Las Vegas]], e dal quale egli mutuò alcuni degli atteggiamenti che quest' ultimo adottava quando si esibiva sul palco.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 433, 434, 435</ref>
 
Il cantante, da quel momento in poi sembrò deciso a voler recuperare tutti gli anni perduti trascorsi lontano dal pubblico, e nell'arco di sette anni, compreso tra il [[1970]] e il [[1977]], si esibì in quasi un migliaio di concerti, realizzando una media di uno ogni due giorni e mezzo circa. inoltre tali concerti comprendevano più esibizioni, anche due o tre, che avvenivano in diversi orari della stessa giornata. Durante tutto lo svolgersi di quel lungo periodo, egli si avvalse dell' attiva e per lui fondamentale collaborazione di [[Cissy Houston]], nota ai più per il fatto di essere la madre della celebre [[Whitney Houston]], popolarissima negli [[anni 80]], e deceduta recentemente.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 432, 433, 437</ref>
 
Qualche anno prima, nel [[1963]], [[Cissy Houston]] aveva fondato un gruppo vocale tutto al femminile, battezzato col nome di [[The Sweet Inspirations]] (Le Dolci Ispirazioni), delle quali in quell' epoca aveva fatto parte anche [[Dionne Warwick]], e che aveva in precedenza già collaborato attivamente con artisti del calibro di [[Aretha Franklin]], [[Wilson Pickett]], [[Lou Rawls]], [[Otis Redding]], [[The Drifters]], [[Dusty Springfield]], [[Jimi Hendrix]], e [[Van Morrison]].
 
Da ricordare anche il ruolo di [[Bill Bellew]], un famoso [[costumista]] di [[Los Angeles]], che a partire dal [[1968]], si occupò del guardaroba personale del cantante, e più in generale dei suoi [[costumi]] di scena. A partire da allora divenne dunque il suo [[costumista]] ufficiale, dando in quel modo origine ad un sodalizio che durò sino al decesso del cantante.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 418</ref>
 
Inizialmente, i costumi di scena del cantante si ispiravano nettamente alle tuniche indossate dai [[Karateka]], ed il loro disegno era lineare, semplice e razionale, ma col passare degli anni esso finì per diventare sempre più pacchiano ed elaborato, e vennero di volta in volta inseriti su di essi un numero esagerato di guarnizioni decorative e orpelli del più svariato genere, che concorrevano alla formazione di disegni di natura simbolica. Tali costumi vennero corredati in seguito ad accessori quali grossi cinturoni, lunghi e decoratissimi mantelli, nonché a sciarpe particolari, tinte con colori cangianti, che il cantante lanciava solitamente verso il pubblico alla fine delle sue [[performance]]: inevitabilmente, col passare del tempo, tali costumi ("Jumpswit", in inglese) finirono per essere considerati una parte indissolubile dell' [[iconografia]] che ruotava attorno del personaggio, e a diventare parte integrante della sua immagine.
 
Dopo il decesso del cantante, i suoi costumi di scena assursero inoltre al ruolo di vera e propria [[reliquia]], e furono esibiti in giro per il mondo durante le manifestazioni che avevano attinenza alla sua figura, e alcuni di essi sono stati anche venduti durante lo svolgimento di aste a cifre davvero ragguardevoli, mentre gli altri sono ancora visibili presso quella che fu la sua dimora, [[Graceland]].
 
====L' "Aloha from Hawaii via satellite"====
 
La ripresa delle sue esibizioni dal vivo aveva indubbiamente contribuito a rivitalizzare l' immagine del cantante, appannata dalle decine di film dozzinali girati nel decennio precedente. Il colonnello [[Parker]], nel tentativo di sfruttare al meglio l'onda del rinnovato successo, cominciò a pensare di organizzare una sorta di mega-concerto, del quale ovviamente il cantante sarebbe stato l'unico ed esclusivo protagonista, e tale proposito si concretizzò successivamente nell'organizzazione di un mega-show, che sarebbe stato trasmesso, via satellite, in tutto il mondo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 139</ref>
 
Peculiarità principale di tale concerto era il fatto che i proventi ricavati sarebbero stati devoluti in [[beneficenza]]. Più dettagliatamente l’opera di beneficenza riguardava la raccolta di fondi da utilizzare per finanziare la ricerca sul [[Neoplasia|cancro]], che in seguito sarebbero stati devoluti ad un'associazione benefica denominata “Kui Lee Cancer Benefit”. La raccolta di tali fondi aveva già preso il via nel [[Giugno]] del [[1972]], in memoria di un grande cantante e [[compositore]] hawaiiano, [[Kui Lee]], che era deceduto a causa di un [[Neoplasia|cancro]] qualche anno addietro, il [[3 Dicembre]] del [[1966]], all' età di soli 34 anni. Fautore di tale nobile iniziativa era stato il [[giornalista]] [[Eddie Sherman]], che collaborava con una testata giornalistica locale denominata Honolulu Advertiser.
 
Sussistono comunque testimonianze inconfutabili del fatto che il cantante, a partire dai primi [[anni sessanta]], raggiunta e consolidata la ricchezza, avesse iniziato a collaborare attivamente con una serie di organizzazioni che si occupavano di raccogliere fondi per devolverli successivamente a scopo benefico, effettuando una lunga e svariata serie di donazioni in denaro, peraltro di rilevante entità, alle stesse, e che mantenne tale nobile consuetudine sino alla fine dei suoi giorni.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 127</ref>
Il [[14 gennaio]] del [[1973]] venne quindi trasmesso in [[TV]] il primo show via satellite da [[Honolulu]], denominato l'''[[Aloha From Hawaii: Via Satellite]]'', che fu seguito da un pubblico stimato di oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi. Il cantante in tale frangente si propose al meglio, tanto che tale concerto è solitamente considerato dai suoi [[fans]] come la migliore esibizione dell' "Elvis anni settanta", e anche la sua ultima grande [[performance]] prima del suo successivo progressivo declino.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 141</ref>
Per l'occasione egli avanzò a [[Bill Bellew]], il suo [[costumista]], la richiesta di preparargli un costume di scena che richiamasse anche visivamente i più classici stereotipi degli [[Stati Uniti]] d' [[America]], e per accontentarlo costui produsse un costume in un particolare tessuto bianco, tempestato di pietre preziose, che formavano il disegno di quello che era da sempre considerato dal popolo americano il simbolo più caratteristico e pregnante della [[nazione]], e cioè quello dell' "[[American Eagle]] (l' aquila americana)", riprodotta disponendo ad arte sul tessuto vistose gemme rosse, oro e blu: il tutto era accompagnato da una cintura chiusa da un enorme fibbia decorata con altre "[[American Eagle]]" dorate, e da un imponente mantello tempestato di gemme, disposte in modo da formare un disegno che riproduceva per l'ennesima volta tale simbolo.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 140</ref>
Il cantante, indossando l' ultima creazione del suo [[stilista]] personale, si produsse in un ottima [[performance]], esibendosi interpretando una lunga serie di brani, comprendente pezzi di recente fattura scritti appositamente per lui, quali il recente ''[[Burning Love]]'', classici che erano stati interpretati in precedenza da altri artisti, quali ''[[Johnny B. Goode]]'' di [[Chuck Berry]], ''[[Whole Lotta Shakin' Goin' On]]'', di [[Jerry Lee Lewis]], ''[[Long Tally Sally]]'' di [[Little Richard]], ''[[Steamroller Blues]]'' di [[James Taylor]], ''[[My Way]]'', di [[Frank Sinatra]], ''[[Something]]'', dei [[Beatles]], e anche un [[medley]] di quelli che potevano essere considerati i suoi cavalli di battaglia, brani storici, quali ''[[Hound Dog]]'', ''[[That's All Right (Mama)]]'', e ''[[Can't Help Falling in Love]]'', brani che egli aveva interpretato agli albori della sua carriera, e il cui grande successo di vendite quasi vent' anni prima gli aveva consentito di raggiungere la notorietà a livello mondiale.
 
Egli si esibì di fronte ad un folto pubblico cantando, dialogando e intrattenendo gli astanti per per più di un'ora, senza manifestare il minimo cedimento, e sfoggiando una forma fisica e vocale impeccabile: <ref name=autogenerato2>[http://www.hitparadeitalia.it/icharts/articoli/ic1972_4i.htm Hit Parade Italia - Living In The Past: classifiche internazionali - Inverno 1972/1973<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>dal concerto venne successivamente ricavato l' album doppio ''[[Aloha From Hawaii: Via Satellite]]''.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 141, 142</ref>
In quel frangente inoltre la [[RCA]] si attivò anche allo scopo di caratterizzare in modo particolare l' album che era in procinto di immettere sul mercato, che doveva essere realizzato riversando le registrazioni effettuate durante l'esibizione del cantante sul vinile. Per raggiungere tale risultato lo mise in produzione sfruttando i principi di una branca della scienza acustica definita [[quadrifonia]], e in effetti l' ''[[Aloha From Hawaii: Via Satellite]]'' fu anche primo album ad essere stato prodotto col contributo di tale innovativa [[tecnologia]] che poté celermente fregiarsi della qualifica di ''million seller'', grazie all'ottimo responso commerciale che ottenne all'epoca.
 
Malgrado le insistenti voci di possibili ''tour'' esteri, il cantante non si esibì mai al di fuori dai confini degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] o del [[Canada]], e di conseguenza furono sempre migliaia gli appassionati che da tutto il mondo si recarono oltreoceano allo scopo di poter assistere di persona ad una sua esibizione.
 
====L' incontro con Richard Nixon====
 
Verso la fine del [[1970]] egli si attivò allo scopo di ottenere un colloquio con l' allora presidente degli [[Stati Uniti]] [[Richard Nixon]]. La richiesta che il cantante avanzò venne accolta, ed il [[21 dicembre]] dello stesso anno egli si recò alla [[Casa Bianca]], in visita al presidente, e in concomitanza con l' avvenimento vennero scattate numerose foto, che lo ritraggono mentre dialoga con lui nel celebre [[Studio Ovale]]. La [[Biblioteca presidenziale]] ''Nixon Library & Birthplace'', con sede a Yorba Linda in [[California]], vende queste foto con la didascalia «The President & The King»: inoltre egli, che da sempre subiva il fascino delle armi e delle uniformi, proprio allora riuscì a coronare un sogno inseguito da tempo, poiché con l' approvazione e il beneplacito del presidente [[Nixon]], il cantante venne nominato a tutti gli effetti un agente dell F.B.I., sezione narcotici.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 456, 457, 458</ref>
 
====Le stravaganze====
 
A partire dai primi [[anni settanta]], egli adottò uno stile di vita sempre più sregolato e stravagante. Da allora in poi, cominciò ad indossare capi di abbigliamento sempre più vistosi ed eccentrici e a fare sfoggio, ogni qualvolta gliene si presentava l' occasione, di atteggiamenti, come si suol dire, "regali", da vero e proprio "[[monarca]]". Venne allora soprannominato "the King (il Re)", e per i suoi [[fans]] più accaniti, tale rimase sino alla fine dei suoi giorni.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 450, 451, 452</ref>
 
Il cantante inoltre si produceva spesse volte in spese folli, acquistando con un ritmo forsennato quantitativi enormi di monili e gioielli costosissimi, auto di lusso, a volte fatte personalizzare apposta per lui allo scopo di soddisfare i suoi gusti tendenti al [[kitsch]] da esosi carrozzieri. Di tali acquisti egli poi si sbarazzava successivamente, magari regalandoli alle fidanzate del momento, o a conoscenti, o ai membri del suo [[entourage]], o talvolta addirittura a sconosciuti, e tale comportamento dissennato finiva inevitabilmente per mettere a volte in crisi le sue pur cospicue finanze.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 126</ref>
 
Nel corso del [[1975]] il cantante acquistò addirittura due aerei. Il primo era un piccolo quadrigetto [[Lockheed JetStar]], usato sino ad allora per l' esecuzione di voli [[charter]], che battezzò "Hound Dog II°". Il secondo era addirittura un jet quadrimotore [[Convair 880]], un aereo civile di medie dimensioni solitamente adibito al trasporto di passeggeri, che era stato recentemente dismesso dalla compagnia [[Delta Air Lines]], che egli aveva acquistato con l'intenzione di farlo diventare il suo "aereo personale", spendendo la somma di 250,000 dollari. Dopo una costosissima ristrutturazione degli interni di cui l' aereomobile fu fatto oggetto, portata a termine allo scopo di renderlo conforme ai suoi gusti, la cifra spesa raggiunse e superò i 600,000 dollari. L'aereomobile fu immediatamente battezzato "Lisa Marie", in onore della figlia del cantante, e ovviamente utilizzato in seguito dallo stesso e dal suo [[entourage]] per raggiungere celermente le più disparate località dell'America.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 515, 516, 517</ref>
 
Un' altra costosa passione che il cantante nutrì per tutto il corso della sua esistenza, fu quella per le [[armi]] in genere, e in particolar modo quelle da utilizzare per la difesa personale, quali [[pistole]] e [[fucili]] della più varia e diversificata foggia, tanto che col passare del tempo egli arrivò a possederne una collezione molto numerosa e di tutto rispetto.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 514</ref>
 
Si narra anche di una sorta di ambizioso progetto cinematografico al quale all' epoca egli avrebbe partecipato, vale a dire la lavorazione di un documentario sulle [[arti marziali]], per le quali nutriva una grande passione, e nel quale egli avrebbe ricoperto il ruolo di protagonista. Tale progetto poi, a causa del verificarsi di una serie di circostanze sfavorevoli e dei problemi di salute che cominciarono ad affliggere il cantante, dovuti principalmente alla sua condotta di vita, venne poi accantonato, e non se ne fece più nulla.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 515, 516, 517</ref>
 
====La produzione discografica del periodo====
 
La produzione discografica complessiva fu enorme e molto diversificata per tutto il corso del decennio, poiché a fianco di una serie di album pubblicati sull'etichetta economica [[RCA Camden]], sottomarca della [[Radio Corporation of America|RCA]], che erano sostanzialmente antologie di brani che costituivano le [[colonna sonora|colonne sonore]] dei [[film]] degli [[Anni 1960|anni sessanta]], furono pubblicati numerosi album con materiale inciso in studio, alcuni molto validi artisticamente.
 
Fra questi si possono ricordare ''[[Elvis Country (I'm 10,000 Years Old)]]'', un [[concept album]] di musica [[country]], e ''[[Elvis Sings the Wonderful World of Christmas]]'', commercializzati entrambi nel [[1971]], quindi ''[[He Touched Me]]'', commercializzato nel [[1972]], nonché svariate raccolte di brani di carattere natalizio e [[gospel]], commercializzate sempre nello stesso periodo. Degni di nota anche album quali ''[[Aloha from Hawaii Via Satellite]]'', commercializzato nel [[1973]], ''[[Promised Land (album Elvis Presley)|Promised Land]]'' e ''[[Today (album)|Today]]'', entrambi commercializzati nel [[1975]].
 
Numerose furono anche le antologie pubblicate realizzando delle raccolte di materiale inciso nei decenni precedenti, mente brani che in quel periodo ottennero maggior successo di classifica in qualità di singoli, furono, in ordine cronologico ''[[Kentucky Rain]]'' e ''[[The Wonder of You]]'', commercializzati entrambi nel [[1970]], ''[[There Goes My Everything]]'', commercializzato nel ([[1971]]), ''[[Burning Love]]'', commercializzato nel [[1972]], ''[[Steamroller Blues]]'',commercializzato nel [[1973]], ''[[Promised Land (singolo)|Promised Land]]'', commercializzato nel [[1974]], ''[[My Boy (singolo Richard Harris)|My Boy]]'', commercializzato nel ([1975]], ''[[T-R-O-U-B-L-E]]'', commercializzati entrambi nel [[1975]], e ''[[Moody Blue (singolo)|Moody Blue]]'', commercializzato nel ([[1977]]), che fu anche l' ultimo singolo pubblicato dal cantante prima del suo decesso.
 
====I documentari sulla carriera====
 
A partire dall fine degli [[anni 60]] Elvis troncò ogni forma di collaborazione con [[Hollywood]], e le uniche testimonianze ufficiali della sua attività concertistica basata su sue immagini risalenti agli [[anni 70]] furono due documentari; Il primo venne intitolato ''[[Elvis Presley Show|Elvis, That's The Way It Is]] (Elvis, questa e la vita per lui)'', e venne realizzato nel [[1970]], ed il secondo venne intitolato ''[[Elvis On Tour]] (Elvis in Tour)'', e venne realizzato circa due anni dopo, nel [[1972]]: pur con qualche limite e qualche ingenuità, questi [[documentari]] forniscono comunque uno testimonianza abbastanza fedele del tipo di vita condotta per tutto il corso di quegli anni dal cantante.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 22 </ref>
 
Tali [[documentari]] poi pongono anche involontariamente l' accento su tutta quella strana forma di [[folklore]], che per tutto lo svolgimento della sua lunga carriera caratterizzò, a volte in modo grottesco, il rapporto che il cantante intrattenne con i suoi [[fan]] più irriducibili, fornendone una dettagliata e particolareggiata panoramica, oltre che ovviamente essere una minuziosa e puntuale carrellata di testimonianze visive dell' intensa attività concertistica in cui egli si produceva, esibendosi senza sosta sui palcoscenici di tutta l' [[America]].
 
== Il declino ==
 
==== Il palesarsi di problemi fisici e nella vita privata ====
 
All' inizio degli [[anni settanta]], il cantante cominciò a soffrire di una grave forma di [[glaucoma]] secondario, una pericolosa malattia agli occhi, e di tale problema soffrì sino alla fine dei suoi giorni. La continua esposizione alle forti luci di scena, inevitabile durante lo svolgimento dell' attività concertistica, col passare del tempo peggiorò la [[patologia]] da cui era afflitto. Successivamente i lunghi e ripetuti periodi di lontananza dalla dimora coniugale, i suoi sempre più frequenti occasionali rapporti con altre donne, la sua precaria salute (il cantante aveva aumentato considerevolmente l'uso di psico-farmaci dal suo ritorno alle esibizioni dal vivo nel [[1969]], e ciò inevitabilmente finì per riflettersi sul suo carattere...) spinsero poi la moglie [[Priscilla Presley|Priscilla]], che non lo seguiva durante lo svolgimento dei suoi interminabili [[tour]], e che nel frattempo aveva imbastito una relazione sentimentale con un altro uomo, a chiedere la separazione da lui, nel [[febbraio]] del [[1972]], cosa che ottenne.<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 124</ref>
 
==== L' abuso di farmaci ====
 
Col passare degli anni il cantante, allo scopo di sostenersi e reggere meglio il ritmo della sua stressante attività concertistica incrementò paurosamente il consumo di [[stimolante|stimolanti]], [[barbiturico|barbiturici]], [[tranquillante|tranquillanti]] e [[anfetamina|anfetamine]], che diventarono suoi compagni abituali di tutte le ore del giorno e della notte. Il letale mix di farmaci che era solito assumere sempre con maggior frequenza e in quantità sempre più rilevanti, finì per incidere in modo pesantemente negativo sulla sua [[salute]], e la cosa ovviamente non fu senza conseguenze. I ricoveri in ospedale diventarono allora frequenti e inoltre a quella che sembrava la continua crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiungevano poi le nefaste conseguenze di una [[alimentazione (nutrizione)|alimentazione]] eccessiva e disordinata, che portarono il cantante a ingrassare vistosamente e a sottoporsi poi, nel tentativo di recuperare un minimo di forma fisica, a spossanti diete dimagranti a base di medicinali.
<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 73 Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
==== Il divorzio dalla moglie e il palesarsi di uno stato depressivo ====
 
Il [[9 ottobre]] del [[1973]], a Santa Monica venne quindi sancito ufficialmente il [[divorzio]] tra la moglie Priscilla ed il cantante, e, sebbene nonostante la fine del loro matrimonio essi abbiano mantenuto successivamente buoni rapporti di amicizia, che perdurarono sino al suo decesso, l' accaduto contribuì al profilarsi in lui di un periodo di acuta [[disturbo depressivo|depressione]]. Risale a quel periodo la pubblicazione di un brano dal quale fu tratto un singolo di carattere fortemente autobiografico, dal titolo [[Always on my mind]] (Sempre nella mia mente), che ottenne un certo successo, e del quale un notissimo gruppo molto in auge negli [[anni ottanta]], i [[Pet Shop Boys]], nel [[1987]] produsse un rifacimento in chiave [[Dance]], che godette a sua volta di un ottimo riscontro di carattere commerciale.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 503, 504, 505</ref>
 
==== Il deterioramento dei rapporti con i membri del suo seguito ====
 
Lo stato depressivo di cui il cantante già soffriva venne aggravato in seguito anche a causa della commercializzazione di una biografia dissacrante e diffamatoria nei suoi confronti, dal titolo ''[[Elvis, What's Happened?]]'' (''Elvis, cosa ti è successo?''), scritta e fatta successivamente pubblicare da alcuni ex membri del suo seguito, Red West, Sonny West, e Dave Hebler, che per quasi un ventennio erano stati i "membri storici" della cosiddetta "Memphis Mafia", che per motivi di natura prettamente economica erano entrati già da tempo in conflitto con lui, e a causa di ciò lo avevano abbandonato, dopo un sodalizio durato decenni.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 201, 202, </ref>
 
[[File:Graceland.jpg|thumb|Una veduta della dimora di Elvis, ''[[Graceland]]'']]
 
[[File:Elvis' tomb.jpg|thumb|250px|La tomba di Presley a ''[[Graceland]]'']]
 
==== Gli ultimi anni ====
 
Verso la fine del [[1973]] la salute del cantante già compromessa dalla vita stressante che conduceva ormai da tempo, cedette praticamente di schianto. Così lo ricorda Il suo chitarrista [[John Wilkinson]]: ''«Gonfio come un otre, balbettante, un vero rottame... c'era qualcosa che assolutamente non andava nel suo fisico... stava così male che le parole nelle sue canzoni erano totalmente indecifrabili...»''
 
Comunque sia il cantante continuò a prodursi negli anni successivi in una serie incessante di faticose esibizioni dal vivo, girovagando per gli [[Stati Uniti]] con il suo seguito senza mai concedersi una sosta, continuando a mettere a dura prova la resistenza della sua tempra, ma i suoi fan non poterono fare a meno di assistere al suo progressivo declino psicofisico.
<ref>La nascita del Rock'n'Roll, pag. 58 Ernesto Assante, Enzo Capua, 1981 </ref>
 
La seconda metà degli [[anni settanta]] lo videro sempre più confuso, insicuro, grasso e sfatto calcare le scene dei ricchi palcoscenici americani, anche se, benché le sue condizioni fisiche spesso fossero critiche, talvolta non mancò di prodursi in [[performance]] di indubbio livello, come la sua memorabile esibizione a [[Indianapolis]] alla "Market Square Arena" il [[26 giugno]] [[1977]], durante la quale eseguì una sentita e vocalmente indimenticabile interpretazione del pezzo ''[[Unchained Melody]]'', brano utilizzato in seguito negli [[anni ottanta]] come colonna sonora del film ''[[Ghost - Fantasma|Ghost]]'' nella versione del [[1965]] incisa dai [[The Righteous Brothers]], e un altrettanto valida interpretazione di un altro vecchio successo, ''[[Bridge over Troubled Water]]'', un famosissimo pezzo, cavallo di battaglia di [[Simon and Garfunkel]] nel [[1969]].<ref>Elvis, Paolo Rodogna, 1982, pag. 177, 178, 179</ref>
 
==== La grande passione per la musica "Gospel" ====
 
Degno di nota inoltre il fatto che il cantante nutrì per tutto il corso della sua carriera una passione incondizionata per la musica sacra e [[gospel]], e, ogniqualvolta gliene si presentava l' opportunità, ne interpretava dei brani, sia in studio, sia dal vivo. Questa sua passione era nata quando, adolescente, si recava ad ascoltare le esibizioni dei [[Blackwood Brothers]], e degli [[Stamps]], due gruppi vocali celebri per la bontà dei cori e degli arrangiamenti nei quali si producevano durante le loro [[performance]]. [[J.D.Summer]], che collaborò con lui per tutto il corso degli [[anni settanta]] in qualità di [[corista]], ne aveva fatto parte, e la sua voce leggendaria raggiunse un record molto particolare, inserito nel [[guinness dei primati]], cioè il primato della nota più bassa emessa dalla voce umana e di cui permanga una traccia fonografica. Per la cronaca tale nota fu emessa durante la registrazione del brano [[Way Down]], presente in uno degli ultimi singoli incisi dal cantante.
 
==== L' "Elvis in concert" ====
 
Nel [[1977]] venne inoltre prodotto dalla [[CBS]] uno speciale televisivo, realizzato riprendendo alcune delle ultime esibizioni in concerto del cantante. Gli spezzoni di filmato utilizzati allo scopo assemblare il prodotto finale successivamente trasmesso, della durata di circa un ora, ci forniscono l' immagine di un artista palesemente invecchiato, paurosamenente in sovrappeso, e nel complesso in pessima forma fisica. Durante le esibizioni egli si propose senza alcuna variazione o novità di rilievo, interpretando come al solito quello che era considerato il suo [[repertorio]] più classico. La registrazione di tali esibizioni rappresenta comunque l'ultima testimonianza mediatica della tipica attività concertistica in cui egli si era prodotto per tutto il corso degli [[anni 70]], e venne denominato ''[[Elvis in Concert]]''. Dalla [[colonna sonora]] dello stesso speciale, fu ricavato anche un album, pubblicato successivamente al decesso del cantante, e che raggiunse posizioni di un certo rilievo nella classifica di ''[[Billboard]]''.<ref>Elvis Presley Story, Antonio Lodetti, Danny Dickson, 1988, pag. 23</ref>
 
==== La vita sentimentale ====
 
Il [[gossip]] e la vulgata imperante all' epoca attorno al personaggio gli attribuì nel corso del decennio una valanga di relazioni di natura sentimentale con un imprecisato numero di donne, e anche delle presunte riappacificazioni con l' ex moglie, ma le relazioni stabili importanti di cui si ha notizia sicura furono sostanzialmente due. La prima quella che il cantante imbastì con [[Linda Thompson]], ex reginetta di bellezza che a suo tempo era stata eletta "Miss Tennessee", che egli conobbe verso la fine del [[1973]], e che gli rimase accanto per circa quattro anni, cercando anche di distoglierlo dalle sue poco salutari abitudini di vita.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 21, 22, 25, 32 - 34, 41 - 42, </ref>La seconda con la donna che assunse anche il ruolo di ultima "fidanzata ufficiale" del cantante, di cui rinvenne il cadavere esanime nella stanza da bagno di [[Graceland]], fu invece quella che egli intrattenne con la modella e attrice [[Ginger Alden]], che egli conobbe dopo la fine della relazione sentimentale con la precedente, e che gli rimase accanto durante l' ultimo travagliato periodo della sua vita.<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 255, 532 - 541, 544 - 551 </ref>
 
==== Gli ultimi giorni di vita, la preparazione di un nuovo Tour, e la morte ====
 
Dopo l'ennesima esibizione, il cantante ritornò a [[Memphis]], per poter riposare, e dedicarsi poi ai preparativi inerenti al suo nuovo [[tour]], che avrebbe dovuto iniziare attorno alla seconda la metà di agosto. Precisamente il [[16 agosto]], poco dopo mezzanotte, egli tornò a [[Graceland]], e sino alle prime ore del mattino rimase sveglio, intrattenendosi in compagnia della sua famiglia e del suo [[staff]], rilassandosi e curando gli ultimi dettagli inerenti al concerto che si sarebbe dovuto svolgere a [[Portland]], nel [[Maine]], il [[17]] di [[Agosto]]. Verso le sette del mattino si ritirò in camera per riposare prima della partenza. Furono queste le sue ultime ore di vita, poiché In tarda mattinata venne rinvenuto agonizzante nella sua stanza da bagno dalla compagna [[Ginger Alden]]. Quest' ultima diede celermente l'allarme, sopraggiunse rapidamente un ambulanza il cantante fu trasportato velocemente al [[Baptist Memorial Hospital]], ma tutti gli innumerevoli tentativi fatti successivamente allo scopo di rianimarlo furono vani. Ne fu quindi dichiarata la morte alle ore 15:30, a causa di un [[infarto|attacco cardiaco]].<ref>[http://www.televisionando.it/articolo/il-re-del-rock-and-roll-ovvero-elvis-presley-30-anni-dopo-la-scomparsa/1476/ televisionando.it - Elvis]</ref> Aveva solamente 42 anni.
 
==== I funerali ====
 
Meno di un'ora dopo l'annuncio della morte del cantante, un migliaio di persone si erano già riunite davanti al cancello di [[Graceland]]. Un'ora più tardi il loro numero si aggirava sui 3,000. Nel pomeriggio diventarono più di 20,000. In tarda serata si raggiunsero le 80,000 presenze. Da tutto il mondo piovvero enormi quantitativi di ordini ai fioristi di [[Memphis]], ai quali venne commissionato il confezionamento di migliaia di cuscinetti floreali a forma di chitarre, lo strumento che aveva accompagnato Elvis durante lo svolgimento di tutta la sua carriera, di cagnolini, in riferimento al brano ''[[Hound Dog]]'' (''Cane da caccia''), di orsacchiotti, in riferimento al brano ''[[Teddy Bear]]'' (''L' orso Teddy''), di cuori spezzati, in riferimento al brano ''[[Heartbreak Hotel (Elvis Presley)|Heartbreak Hotel]]'' (''Hotel dei cuori infranti''), e corone funebri della più svariata foggia, ma che si ispiravano comunque nella loro forma all' [[iconografia]] che era nata e si era successivamente sviluppata attorno all' [[immagine]] del cantante. Furono addirittura organizzati due voli speciali, allo scopo di trasportare ben cinque tonnellate di fiori dalla [[California]] e dal [[Colorado]].
Lo svolgimento dei funerali venne anche funestato dal verificarsi di alcuni incidenti, dipendenti sia dalla enorme e caotica ressa che si era creata in quei frangenti, sia da quell' aura di [[fanatismo]] e [[isterismo]] collettivo che aveva sempre caratterizzato il rapporto fra i suoi [[fan]] più devoti il loro [[idolo]].<ref>Albert Goldman, Elvis, 1981, pag. 561, 562, 564, 565</ref>
[[Graceland]], la maestosa tenuta acquistata dal cantante nel [[1957]], è diventata oggi un vero e proprio [[museo]]. Aperta al pubblico dal [[1982]], essa è divenuta una sorta di [[santuario]] del [[rock]], meta del pellegrinaggio continuo dei suoi innumerevoli fan.<ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=5401540 Lastampa.It<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Graceland risulta inoltre essere la seconda dimora più visitata degli [[Stati Uniti]] con oltre 10.000 presenze alla settimana, seconda solo alla [[Casa Bianca]].
 
== Le circostanze del decesso ==
 
==== Il rinvenimento del cadavere e le varie ipotesi sulle cause della morte ====
 
Il [[16 agosto]] del [[1977]], il cantante fu rinvenuto esanime dalla fidanzata [[Ginger Alden]], all' interno del suo bagno personale a [[Graceland]], si presume deceduto a causa di un [[attacco cardiaco]]. Sono comunque state successivamente formulate una ridda di svariate ipotesi inerenti alle cause del suo decesso, sul quale permangono tuttora dubbi e perplessità.
 
Secondo un noto biografo del cantante, [[Peter Guralnick]], il suo medico personale anni dopo così si espresse, interpellato sulle modalità della sua morte: <<'' Elvis aveva vomitato dopo essere stato colpito da [[infarto]], a quanto pare mentre era seduto sul water''>>. Dopo aver effettuato l'[[autopsia]] del suo cadavere, nel suo corpo furono riscontrata la presenza di tracce di ben quattordici sostanze medicinali differenti, che in seguito si scoprirono essere state prescritte legalmente dal suo medico personale. Gode di un certo credito la tesi secondo la quale il cantante non facesse uso di [[sostanze stupefacenti]], ma abusasse esageratamente di [[psicofarmaci]], [[anfetamine]], [[barbiturici]], e [[stimolanti]].
 
Altra causa imputata per giustificare la morte del cantante fu la sua eccessiva [[obesità]], poiché secondo la stima del medico che effettuò l'autopsia sul suo corpo, egli al momento del decesso pesava circa 158&nbsp;kg.<ref name="Simpson, Paul 2004">Simpson, Paul. ''Guida completa a Elvis Presley'', Antonio Vallardi Editore, Milano, 2004, pag. 70, ISBN 88-7887-015-3</ref> Si presume che egli avesse messo su una buona parte di quel peso eccessivo nell'ultimo periodo della sua esistenza, poiché trascorreva la maggior parte del suo tempo rinchiuso all' interno delle sue stanze, abbuffandosi continuamente di cibo in preda alle sue [[paranoie]], cercando di consolarsi, e divorando per raggiungere lo scopo quantità eccessive di dolciumi fritti, cheeseburger, gelati, pizze, panini fritti con bacon, burro di noccioline e banane, alimenti che avevano sempre fatto parte del suo poco raccomandabile regime alimentare, che i medici che lo ebbero in cura all' epoca avevano già cercato di convincere a cambiare, per altro senza successo, già tre anni prima, nel [[1974]].
<ref name="Simpson, Paul 2004"/><ref>[[Peter Guralnick]], ''Careless Love'' (1999), p.651-652</ref>
 
Non trascurabile poi anche l'ipotesi di uno [[shock anafilattico]], provocato da una parziale allergia alla [[codeina]], sostanza presente in dosi elevate nei farmaci contro il mal di denti che egli stava assumendo in dosi massicce durante quei giorni.
 
L'ultima ipotesi sulla morte del cantante è stata formulata tuttavia da un suo stretto conoscente, nonché suo medico personale, il dottor [[George Nick Nichopoulos]], che si occupò della salute del cantante a partire dall' anno [[1965]].
 
Il medico ha recentemente pubblicato un libro dal titolo ''The King and Dr. Nick'', in cui spiega nel dettaglio la sua versione delle reali cause della morte del cantante. Secondo il dottore, egli morì a causa delle conseguenze di una [[patologia]] che viene definita [[costipazione cronica]], e per questo motivo fu rinvenuto esanime vicino al suo WC. La costipazione cronica causa infatti un [[colon]] sproporzionato, una mobilità intestinale quasi inesistente e anche una notevole obesità (tutte circostanze riscontrate durante l'autopsia del cadavere).
 
==== I dubbi sulla veridicità del decesso e la nascita di leggende metropolitane attorno all'evento ====
{{vedi anche|Avvistamenti di Elvis}}
 
Immediatamente dopo la scomparsa del cantante si diffusero le più svariate e fantasiose illazioni, che contribuirono alla nascita e al successivo consolidarsi di una singolare [[leggenda metropolitana]], che gode tuttora di un certo credito. Tali illazioni all' epoca sostenevano che egli non fosse realmente deceduto, ma che in realtà fosse ancora vivo e vegeto, e che la sua morte altro non fosse stata se non l' attuazione di una messa in scena realizzata allo scopo di consentirgli una specie di fuga dall'esistenza che sino a quel momento aveva condotto, e della quale era ormai stufo. A partire dalla data del suo decesso la presenza del cantante è stata segnalata un po' ovunque in varie località del mondo, e sono spesso giunti a conoscenza delle cronache una moltitudine e talvolta ridicoli o inverosimili [[avvistamenti di Elvis]]. Ad oggi, esistono associazioni<ref>[http://www.elvis.it/elvis_vivo.htm Elvis - La teoria di Elvis VIVO<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/08_Agosto/06/elvis_presley_vivo.shtml «Elvis è vivo». Il mito del rock è immortale - Corriere della Sera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.elvislives.net/ Elvis Lives | Elvis Lives<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/10/07/per-sempre-elvis-presley-vivo-canta.html PER SEMPRE ELVIS / Presley è vivo e canta insieme a noi - Repubblica.it » Ricerca<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, in particolar modo statunitensi, impegnate nel sostenere queste teorie.
 
Tra le ipotesi più inverosimili, spiccano la possibile origine [[extraterrestre|aliena]] del [[cantante]] (ipotesi che viene citata anche alla fine del film [[Men in Black (film 1997)|Men in Black]] e nella canzone dei [[Dire Straits]] "[[Calling Elvis]]"), il suo inserimento in un programma dell'[[Fbi]] per la protezione dei testimoni, e il volontario [[esilio]] del [[cantante]] stanco della vita condotta fino ad allora<ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=891572 Lastampa.It<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1348703 Lastampa.It<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Un'altra fantasiosa ipotesi è quella secondo la quale il cantante, creduto morto nel [[1977]] in seguito ad un attacco cardiaco, si nasconderebbe in realtà nella capitale di [[Cuba]], all’[[Avana]], da più di trent' anni: tale eclatante scoperta sarebbe stata fatta in modo rocambolesco e del tutto fortuito da [[Matt Frost]], un [[fotoreporter]] statunitense, che sarebbe riuscito ad entrare nell’ospedale della capitale cubana, dov’è ricoverato [[Fidel Castro]], travestendosi da infermiere. Frost in realtà avrebbe attuato tale messa in scena allo scopo di poter intervistare e scattare delle foto convalescente líder máximo. In quel frangente Frost sarebbe entrato per errore in una stanza dell' Ospedale Gregorio Maranon, dove avrebbe ravvisato la presenza del cantante, ivi ricoverato. A far presupporre al [[giornalista]] che in quella stanza ci fosse [[Fidel Castro]], sarebbe stata la presenza di due militari dei servizi segreti cubani, appostati nelle vicinanze. Quando Frost ha aperto la porta, si sarebbe trovato al cospetto di un uomo di circa settant' anni, di corporatura massiccia, visibilmente somigliante al cantante: credendo di essere stato scoperto, l’uomo avrebbe esclamato, in perfetto inglese: ''Yes, it’s me, Elvis''. A quel punto, Frost, che nel frattempo si sarebbe avvicinato alla porta della stanza per uscirne, sarebbe poi tornato al capezzale del malato, e lo avrebbe osservato attentamente. Nelle due ore successive, egli avrebbe concesso una lunga intervista al reporter statunitense, narrandogli compiutamente degli ultimi trenta e più anni della sua vita segreta, e soffermandosi sui motivi che lo hanno costretto alla [[clandestinità]].<ref>www.grazielvis.it</ref>
 
Fra le più inverosimili storie che riguardano il cantante, merita menzione quella che gli attribuisce addirittura anche il suo coinvolgimento nel complotto che ebbe come conseguenza l'omicidio del presidente [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[John Fitzgerald Kennedy]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2007/gennaio/28/Presley_uccise_Kennedy_Reagan_elimino_co_9_070128149.shtml Presley uccise Kennedy e Reagan eliminò Lennon<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== La passione di Elvis per le automobili ==
 
==== Le Cadillac ====
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 050 1955 Cadillac Fleetwood.jpg|thumb|Una [[Cadillac]] Fleetwood, acquistata dal [[cantante]] nel [[1955]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 030 1956 Lincoln Continental Mark II.jpg|thumb|Una [[Lincoln]] Continental Mark II, acquistata dal [[cantante]] nel [[1956]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 016 1960 Rolls Roice Silver Cloud.jpg|thumb|Una [[Rolls Royce]] Silver Cloud, acquistata dal [[cantante]] nel [[1960]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 033 1963 Lincoln Continental.jpg|thumb|Una [[Lincoln]] Continental, acquistata dal [[cantante]] nel [[1963]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 035 1969 Mercedes Benz 600 Limousine.jpg|thumb|Una [[Mercedes Benz]] 600 [[Limousine]], acquistata dal [[cantante]] nel [[1969]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 042 1973 Stutz Blackhawk.jpg|thumb|Una [[Stutz]] Blackhawk, acquistata dal [[cantante]] nel [[1973]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
[[File:ElvisDeTomaso.jpg|thumb|La [[De Tomaso]] Pantera, acquistata dal [[cantante]] nel [[1971]]]]
 
[[File:Elvis Presley Automobile Museum Memphis TN 2013-03-24 024 1976 Harley Davidson Electra-Glide.jpg|thumb|Un [[Harley Davidson]] "Electra-Glide", acquistata dal [[cantante]] nel [[1976]], e esposta all' "Automobile Museum di Memphis".]]
 
Non è mai stata un segreto la grande passione che il Re del Rock 'n Roll ha sempre coltivato per le automobili in genere, ma in particolar modo per il marchio della [[Cadillac]], che è sempre stata considerata unanimemente l'auto americana di lusso per eccellenza.
 
Il primo esemplare di automobile contraddistinto da tale marchio fu acquistato da Elvis nel [[1955]], e per tre mesi tale autovettura venne utilizzata per raggiungere le località dove il [[cantante]] effettuava le sue esibizioni, assieme al suo gruppo. La macchina finì distrutta a causa di un incendio nel [[Giugno]] dello stesso anno, mentre Elvis stava percorrendo la strada che da [[Hope]] portava a [[Texarcana]].
 
Il secondo esemplare di vettura contraddistinto dal marchio [[Cadillac]] acquistato dal cantante fu la 75 Fleetwood Limousine, che egli si procurò allo scopo di poterlo utilizzare durante il [[tour]] che egli effettuò nel [[marzo]] del l'[[1956]]. Successivamente la stessa autovettura venne anche adoperata per portare a termine le operazioni di trasloco, quando il cantante si trasferì a [[Graceland]], nel [[1957]]. In quella occasione gli interni dell' autovettura vennero anche seriamente danneggiati, in quanto essa fu utilizzata impropriamente allo scopo di trasportare anche diversi animali domestici.
 
La terzo esemplare di vettura contraddistinto dallo stesso marchio è forse la più famosa, ultima icona dell'Elvis [[anni cinquanta]]: si tratta della [[Cadillac]] la De Ville Fleetwood 60 Special, meglio conosciuta dai [[fans]] anche come la "Pink Cadillac". In origine fu acquistata da Elvis con l' intenzione di regalarla alla madre Gladys, ma in seguito egli prese l' abitudine di adoperarla personalmente, e la carrozzeria, inizialmente di colore blu, fu ridipinta di un particolare rosa, che la [[leggenda]] vuole sia stato creato apposta per assecondare i gusti del cantante, in una tonalità molto difficile da ottenere.
 
Si prosegue quindi con la [[Cadillac Eldorado]], che il [[cantante]] acquistò assieme alla sua fidanzata dell' epoca [[June Juanico]] il [[12 giugno]] del [[1956]] per la somma, notevole per il periodo, di 10.000 dollari. Originariamente tale autovettura era dipinta di bianco, ed i suoi interni erano in pelle nera. Il [[cantante]] la fece allora ridipingere da un carrozziere di [[Memphis]], Jimmy Sanders, lo stesso che aveva creato la particolare tonalità di rosa con la quale era stata ridipinta la vettura che egli aveva posseduto in precedenza: vennero inoltre effettuate varie modifiche agli interni in pelle, sui quali vennero inserite le iniziali EP, adornate da ideogrammi che rappresentavano una chitarra e due note musicali.
 
Altra vettura degna di nota, la [[Cadillac]] Series 75 Fleetwood Limousine del [[1960]]. Esageratamente lussuosa, venne fatta allestire come esemplare unico, e venne successivamente acquistata dalla [[RCA]], la casa discografica del [[cantante]], per l'allora cifra [[record]] di 100.000 dollari. L'interno dell' auto era adornato da una serie si accessori particolari e decisamente stravaganti, fra i quali: un complesso beuty case per la cura del proprio aspetto, un frigorifero, un radiotelefono, un impianto TV, un marchingegno in grado di lucidare le scarpe, un registratore a nastro magnetico del tipo che si utilizzava all' epoca, e persino un dispositivo per ascoltare dischi della [[RCA]], fino ad un massimo di dieci LP alternati automaticamente, dunque una sorta di mini [[juke box]]. Il tutto era rifinito in modo pacchiano, mediante la ridondante presenza di una marea di guarnizioni e placcature in oro massiccio. Nel [[1964]] il [[Colonnello Tom Parker]] convinse la [[RCA]] a vendergli la stravagante auto per la somma di 24.000 dollari, per poi utilizzarla successivamente durante l' esecuzione di un [[tour]] a carattere promozionale come una specie di auto di rappresentanza, e più in generale come un esempio di [[status simbol]], che concorresse a rinvigorire la fama e la notorietà del [[cantante]] presso i suoi [[fan]], ottenedo dall' operazione come effetto un notevole successo. Negli [[anni settanta]] tale autovettura è stata donata al "Country Music Association Hall of Fame di [[Nashville]]", dove si trova tuttora. All' epoca vennero anche girati una serie di filmati di carattere promozionale che avevano per soggetto le sue particolarità, e la serie di strampalati [[gadget]] di cui era dotata, visibili tutt' oggi su alcuni [[fansite]] dedicati al [[cantante]].<ref> uno dei filmati dove compare l' auto è visibile visitando il sito http://www.youtube.com/watch?v=r8pjula2P4U</ref>
 
La [[Cadillac]] Series Fleetwood Limousine del [[1964]], di colore nero, successivamente poi riverniciata in color porpora, è sicuramente una delle auto preferite e più usate dal [[cantante]]. Quest'auto ha partecipato anche al suo corteo funebre, che si è svolto nell' [[Agosto]] del [[1977]]. L'ennesima [[Cadillac]] acquistata da Elvis fu una De Ville prodotta nel [[1967]], e fu adoperata dal cantante e da sua moglie [[Priscilla Presley]], durante lo svolgimento della loro luna di miele: l' anno seguente venne il turno della [[Cadillac]] Eldorado Coupé, acquistata da Elvis per farne un uso esclusivo e personale. Fu spesso usata soprattutto durante il periodo della nascita di sua figlia, e per tutto il corso dell'anno successivo. Quando un giorno l'auto a causa di noie meccaniche non partì, Elvis esplose in un eccesso di rabbia, scese dall'autovettura, e la colpì lungo il paraurti di destra con una lunga serie di violenti calci: successivamente egli se ne sbarazzò, regalandola al patrigno di sua moglie.
 
Qualche anno dopo, nel [[1974]] Elvis acquistò una [[Cadillac]] Fleetwood Brougham, che successivamente diventò una delle sue auto preferite, tanto che volle che fosse dotata all'interno di ogni tipo di stravagante optional. Tra di essi si possono ricordare un soffitto decorato con un arazzo che riproduceva una Luna splendente abbinata a un immagine di [[Dio]]. Questa vettura la si può poi scorgere tra le auto che compongono il lungo corteo funebre che si formò durante lo svolgimento dei funerali del cantante. Il proprietario attuale l'ha acquistata dall' ente che si occupa dell' amministrazione dei beni che gli appartennero nel corso della sua vita, recandosi direttamente a [[Graceland]] nel [[1980]]: circa vent' anni dopo, nel [[2000]] è stata messa all'asta dal nuovo proprietario, alla modica cifra di 1.200.000 dollari, successivamente a 750.000 dollari e infine a 500.000.
 
Altre Cadillac di minore importanza appartenute ad Elvis sono state: la [[Cadillac]] Sedan, la [[Cadillac]] Station Wagon, la [[Cadillac]] De Ville, e la [[Cadillac]] Eldorado Convertibile: quest' ultima fu disegnata personalmente da Elvis nel [[1965]], ispirandosi al modello di quella che rappresentava la sua "auto ideale": avrebbe dovuto essere realizzata da Goerge Barris, ma Elvis non vide mai il suo sogno realizzarsi, in quanto morì prima che il suo fantasioso progetto fosse portato a termine.
 
==== Le altre automobili ====
 
Si ha poi notizia di un certo numero di altri esemplari di automobili contraddistinti d marchi diversi, che il [[cantante]] acquistò nel corso degli anni, quali una vetturetta [[Messerschmitt]], acquistata nel [[1956]], di una [[BMW]] 507 s, acquistata nel [[1959]], una [[Lincoln]] Continental Mark 5, acquistata nel [[1960]], una [[Rolls Royce]] Phantom V, acquistata nel [[1961]], una [[Ford]] Thunderbird, acquistata nel [[1962]], una seconda [[Lincoln]], la Executive Limousine, acquistata nel [[1967]], una [[De Tomaso]] Pantera, acquistata nel [[1971]], di alcune [[Stutz Blackhawk]], acquistate tra il [[1970]] ed il [[1973]], una [[Ferrari]] Dino 308 GT4, acquistata nel [[1975]].
 
In qualche caso, ma non sempre, tali autovetture vennero successivamente fatte personalizzare da [[carrozzieri]], per adeguarle ai suoi gusti ed alle necessità del loro proprietario.<ref>molte delle auto descritte sono visibili visitando il sito http://www.elvis.com.au/search.html?cx=007876832253945564589%3Aruhwknepfqm&cof=FORID%3A11%3BNB%3A1&q=elvis+car&sa=Search#sthash.PjpizXsN.lOMEqTom.dpbs</ref>
 
Il [[cantante]] nel corso degli [[anni 60]], acquistò anche un grosso [[autobus]] di linea, dismesso dalle locali compagnie di trasporto passeggeri, che dopo aver fatto trasformare in una specie di gigantesco [[caravan]], utilizzò lungamente in compagnia del suo [[entourage]], e sul quale venne realizzata una serie di filmati amatoriali, che lo ritraggono alla guida dello stesso, alcuni dei quali visibili su [[internet]], nei siti che trattano dell' enorme mole di [[memorabilia]] attinente alla sua figura.<ref> il filmato dove compare l' autobus è visibile visitando il sito http://www.youtube.com/watch?v=U035RCjVKJU</ref>
 
==== Le moto ====
 
Il [[cantante]] poi, a partire dai primi [[anni 50]], e nel corso dello stesso periodo acquistò un certo numero di svariate moto, principalmente [[Harley Davidson]]. Come tutto ciò che in qualche modo aveva una qualche attinenza con la sua figura, anche le auto e le moto da lui possedute durante il corso della sua esistenza finirono per diventare una parte essenziale e imprescindibile dell' [[iconografia]] che ruotava attorno al personaggio, e alcuni esemplari di queste autovetture e di questi motocicli sono tuttora conservati presso il locale Museo "Elvis Presley Automobile Museum Memphis", situato a [[Memphis]].
 
== Discografia ==
=== Album ===
{{vedi anche|Discografia di Elvis Presley}}
 
== Filmografia ==
{| cellspacing="0" cellpadding="4" border="1" class=wikitable
|- bgcolor="#CCCCCC"
! '''Anno''' || '''Titolo''' || '''Ruolo'''
|-
| [[1969]] || ''[[Change of Habit]]'' (Inedito in Italia) || Dr. John Carpenter
|-
| [[1969]] || ''[[Guai con le ragazze|The Trouble with Girls]]'' (it: ''[[Guai con le ragazze]]'') || Walter Hale
|-
| [[1969]] || ''[[Un uomo chiamato Charro|Charro!]]'' (it: ''[[Un uomo chiamato Charro]]'') || Jess Wade
|-
| [[1968]] || ''[[Live a Little, Love a Little]]'' (Inedito in Italia) || Greg Nolan
|-
| [[1968]] || ''[[A tutto gas (film 1968)|Speedway]]'' (it: ''[[A tutto gas (film 1968)|A tutto gas]]'') || Steve Grayson
|-
| [[1968]] || ''[[Stay Away, Joe]]'' (Inedito in Italia) || Joe Lightcloud
|-
| [[1967]] || ''[[Miliardario... ma bagnino|Clambake]]'' (it: ''[[Miliardario... ma bagnino]]'') || Scott Heyward / Tom Wilson
|-
| [[1967]] || ''[[Fermi tutti, cominciamo daccapo!|Double Trouble]]'' (it: ''[[Fermi tutti, cominciamo daccapo!]]'') || Guy Lambert
|-
| [[1967]] || ''[[3 "fusti", 2 "bambole" e... 1 "tesoro"|Easy Come, Easy Go]]'' (it: ''[[3 "fusti", 2 "bambole" e... 1 "tesoro"]]'') || Ted Jackson
|-
| [[1966]] || ''[[Voglio sposarle tutte|Spinout]]'' alias ''California Holiday'' (it: ''[[Voglio sposarle tutte]]'') || Mike McCoy
|-
| [[1966]] || ''[[Paradiso hawaiano|Paradise, Hawaiian Style]]'' (it: ''[[Paradiso hawaiano]]'') || Rick Richards
|-
| [[1966]] || ''[[Frankie e Johnny|Frankie and Johnny]]'' (it: ''[[Frankie e Johnny]]'') || Johnny
|-
| [[1965]] || ''[[Avventura in Oriente|Harum Scarum]]'' alias ''Harem Holiday'' (it: ''[[Avventura in Oriente]]'') || Johnny Tyrone
|-
| [[1965]] || ''[[Per un pugno di donne|Tickle Me]]'' (it: ''[[Per un pugno di donne]]'') || Lonnie Beale / Panhandle Kid
|-
| [[1965]] || ''[[Pazzo per le donne|Girl Happy]]'' (it: ''[[Pazzo per le donne]]'') || Rusty Wells
|-
| [[1964]] || ''[[Il cantante del luna park|Roustabout]]'' (it: ''[[Il cantante del luna park]]'') || Charlie Rogers
|-
| [[1964]] || ''[[Viva Las Vegas (film)|Viva Las Vegas]]'' || Lucky Jackson
|-
| [[1964]] || ''[[Il monte di Venere|Kissin' Cousins]]'' (it: ''[[Il monte di Venere]]'') || Josh Morgan / Jodie Tatum
|-
| [[1963]] || ''[[L'idolo di Acapulco|Fun in Acapulco]]'' (it: ''[[L'idolo di Acapulco]]'') || Mike Windgren
|-
| [[1963]] || ''[[Bionde, rosse, brune...|It Happened at the World's Fair]]'' (it: ''[[Bionde, rosse, brune...]]'') || Mike Edwards
|-
| [[1962]] || ''[[Cento ragazze e un marinaio|Girls! Girls! Girls!]]'' (it: ''[[Cento ragazze e un marinaio]]'') || Ross Carpenter
|-
| [[1962]] || ''[[Pugno proibito|Kid Galahad]]'' (it: ''[[Pugno proibito]]'') || Walter Gulick
|-
| [[1962]] || ''[[Follow That Dream]]'' (it: ''[[Lo sceriffo scalzo]]'') || Toby Kwimper
|-
| [[1961]] || ''[[Blue Hawaii]]'' || Chad Gates
|-
| [[1961]] || ''[[Wild in the Country]]'' (it: ''[[Paese selvaggio (film 1961)|Paese Selvaggio]]'') || Glenn Tyler
|-
| [[1960]] || ''[[Stella di fuoco|Flaming Star]]'' (it: ''[[Stella di fuoco]]'') || Pacer Burton
|-
| [[1960]] || ''[[Cafè Europa|G.I. Blues]]'' (it: ''[[Cafè Europa]]'') || Tulsa McLean
|-
| [[1958]] || ''[[La via del male (film 1958)|King Creole]]'' (it: ''[[La via del male (film 1958)|La via del male]]'') || Danny Fisher
|-
| [[1957]] || ''[[Il delinquente del rock and roll|Jailhouse Rock]]'' (it: ''[[Il delinquente del rock and roll]]'') || Vince Everett
|-
| [[1957]] || ''[[Amami teneramente|Loving You]]'' (it: ''[[Amami teneramente]]'') || Jimmy Tompkins / Deke Rivers
|-
| [[1956]] || ''[[Fratelli rivali|Love Me Tender]]'' (it: ''[[Fratelli rivali]]'') || Clint Reno
|-
|}
 
== Curiosità ==
{{curiosità}}
[[File:Giuseppe Veneziano Madonna dell'Elvis.jpg|thumb|Giuseppe Veneziano - Madonna dell'Elvis, 2009]]
 
* Nel [[1965]] Elvis interpretò un classico di [[Bob Dylan]], ''[[:en:Tomorrow Is a Long Time|Tomorrow Is a Long Time]]'', incluso come "bonus song", nella colonna sonora del film ''[[Spinout]]'', e Dylan stesso successivamente riconobbe la bontà della versione eseguita dal cantante.
* Negli [[anni 60]], Elvis interpretò un brano in lingua italiana, "Santa Lucia", del quale esiste anche una traccia fonografica, pubblicata anche sulle varie raccolte commercializzate nel corso degli anni.
* [[Bill Clinton]], l' ex presidente degli [[Stati Uniti]], ha, in svariate occasioni, ribadito di essere un grande [[fan]] di Elvis, di aver all' epoca presenziato ai suoi funerali, e durante una manifestazione commemorativa ha suonato col il sassofono un brano del cantante per rendergli omaggio.<ref>informazioni reperite sul sito http://www.youtube.com/watch?v=YJH9OINr1VU</ref>
* Nelle versioni italiane dei film da lui interpretati, Elvis era solitamente doppiato da [[Pino Locchi]], noto soprattutto per essere la voce italiana di [[Sean Connery]], [[Roger Moore]] (in particolare nella serie di pellicole su [[James Bond]]) e di [[Terence Hill]]: più raramente, Elvis fu anche doppiato da [[Massimo Turci]], mentre nel suo primissimo film ''Fratelli rivali'' il suo doppiatore fu invece [[Gianfranco Bellini]].
* La canzone ''[[Ignudi fra i nudisti]]'' di [[Elio e le Storie Tese]] rappresenta una versione in reverse del pezzo di Elvis Presley ''Suspicious Minds''.
* Nel 2008 il suo record di "Artista rimasto più settimane alla #1 della Hot 100" è stato battuto da [[Mariah Carey]], che lo ha superato anche per numero di singoli piazzati alla numero 1 (17 contro i 18 della cantante)<ref>.[http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=561&ID_sezione=12&sezione= Mariah Carey batte Elvis negli hit&nbsp;(e Madonna è soltanto al n.3) - LASTAMPA.it]</ref>
* Nel 2008, nell'annuale classifica dei singoli più scaricati di [[iTunes]], compare tra i primi posti ''[[Baby Let's Play House]]''<ref>.[http://www.musicroom.it/articolo/i-tunes-jovanotti-tra-gli-album-e-singoli-piu-scaricati-del-2008/4455/ I-Tunes: Jovanotti tra gli album e singoli più scaricati del [[2008]] | Music Room]</ref>
* A partire dal 2004, la casa produttrice di giocattoli [[McFarlane Toys]] ha immesso sul mercato diverse [[action figure]] che raffigurano Elvis in diverse fasi della sua carriera: Elvis Presley ('68 Comeback Special) ([[2004]]), Elvis Presley 2: Rockabilly ([[2004]]), Elvis Presley 3: Las Vegas ([[2004]]), Elvis Presley 4: Gold Lamé Outfit ([[2005]]), Elvis Presley 5: Jailhouse Rock ([[2005]]), Elvis Presley 6: Blue Hawaii ([[2006]]), Elvis Presley 7: Gospel Elvis ([[2008]]), Elvis Presley 8: Aloha Elvis ([[2008]])
* Nell'[[agosto]] del [[2008]], la [[Mattel]] ha lanciato sul mercato americano una coppia di bambole ispirate sia nelle fattezze che negli abiti ad Elvis e la moglie Priscilla nel giorno delle loro nozze.<ref>[http://quotidianonet.ilsole24ore.com/musica/2008/08/12/110982-elvis_priscilla_presley_ancora_insieme.shtml Quotidiano Net - Musica - Elvis e Priscilla Presley ancora insieme Diventano bambole firmate 'Mattel'<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Nel brano ''[[God (John Lennon)|God]]'' di [[John Lennon]] viene citato tra le persone o cose a cui non credere
* Nel video del brano ''[[Christmas Lights]]'' dei [[Coldplay]] sono presenti quattro violinisti vestiti da Elvis. Inoltre sopra il palco scenico campeggia la scritta "Credo Elvem Etiam Vivere", dal latino "Credo che Elvis sia ancora vivo"
* Molti artisti contemporanei hanno rappresentato Elvis nelle loro opere. Curioso il lavoro di Giuseppe Veneziano nella sua Madonna dell'Elvis, dove ha rappresentato un Elvis bambino in braccio alla Vergine.
* Nel film ''[[Forrest Gump]]'' un giovane Elvis osservando casualmente gli strani e insoliti passi di ballo in cui, a causa della sua menomazione, si produce il piccolo Forrest, ne rimane in un primo tempo incuriosito e successivamente ne trae ispirazione per i passi di danza che adotta muovendosi scatenato durante le sue esibizioni in televisione al "Milton Berle Show", negli anni cinquanta, mentre esegue il brano [[hound Dog]].
* Nel film ''[[Gallo cedrone (film)|Gallo cedrone]]'', il protagonista Armando Feroci (interpretato da [[Carlo Verdone]]) organizza una riunione in un club per fan di Elvis sostenendo di essere suo figlio naturale e chiede la riesumazione della salma del cantante per fare un test del DNA.
* Nel film ''[[Vacanze in America]]'' il gruppo di vacanzieri in gita negli [[Stati Uniti]] si reca in pellegrinaggio a [[Graceland]], visitando la tomba di Elvis.
* Nel film ''[[Bubba Ho-Tep]]'' viene dato credito alla teoria che Elvis si sia esiliato volontariamente dalle scene stanco della vita condotta sino ad allora. In questo caso, Elvis dona tutti i suoi beni ad un suo perfetto sosia, Sebastian Haff, spacciandosi poi per quest'ultimo e sottoscrivendo un patto: quando il vero Elvis vorrà calcare nuovamente i palcoscenici del mondo, Haff dovrà tornare alla sua vecchia vita. Però non sarà possibile in quanto il patto prenderà fuoco. Elvis si trova costretto a vivere in un ospizio dove si troverà costretto ad affrontare, in compagnia di un altro ospite della struttura che si crede la reincarnazione del presidente Kennedy, un demone venuto dall'antico [[Egitto]].
* In una breve sequenza del film ''[[Voglio sposarle tutte]]'', della durata di 1'07", si può apprezzare Elvis alla guida della prima [[McLaren]] della storia, una M1A di gruppo 7, che, pilotata da [[Graham Hill]], aveva preso parte ad alcune competizioni automobilistiche sia negli [[Stati Uniti]], sia in [[Gran Bretagna]]. Lo stesso Elvis, dopo essere stato al volante della M1A, ha commentato: ''Questa macchina è qualcosa di incredibile: è stata costruita con l'[[immaginazione]] e con l'[[immaginazione]] deve essere guidata'.
* Nella canzone ''[[Calling Elvis]]'' dei [[Dire Straits]] ci sono parecchi riferimenti ad Elvis, in quanto il protagonista del pezzo chiama l'[[Heartbreak Hotel]], [[albergo]] nel quale pensa che ci sia ancora Elvis, e gli lascia persino i suoi auguri.
* Nel 5° libro della trilogia in 5 parti di [[Douglas Adams]], ''[[Praticamente Innocuo]]'' , Elvis si esibisce in un locale chiamato "Il dominio del Re" situato in un pianeta extraterrestre e quando uno dei protagonisti , [[Ford Prefect]], gli chiede se era stato davvero rapito dagli alieni lui afferma di averli invece seguiti di sua spontanea volontà.
* Nel ''[[Ciclo di Sookie Stackhouse]]'' Elvis compare come Bubba, vampirizzato da un fan che lavorava all'obitorio di Memphis.
*In WWE il wrestler [[Wayne Farris]] si ispirò proprio a Elvis per creare la gimmick che lo rese famoso, cioè quella di The Honky Tonk Man.
* Nel primo film della saga di ''Men in Black'', nella scena della macchina che sconfigge la forza di gravità in un tunnel cittadino, K mette alla radio ''Promised Land'' dicendo che ''Elvis non è morto, ma è solo tornato sul suo pianeta''.
* Un cantante che raggiunse la celebrità negli [[anni 80]], [[Nick Kamen]], si fece immortalare in una serie di foto pubblicitarie assumendo delle pose e delle espressioni che erano la perfetta copia di quelle che Elvis assunse in una serie di foto promozionali che gli vennero scattate nella seconda metà degli anni [[anni 50]], e mutuò dalla figura del cantante anche il famoso ciuffo imbrillantinato.<ref>uan di queste immagini è visibile all' indirizzo http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTZXARSKmHd2ENvEfdGWkG1lIGA_3es2-p7iQXZgWwx7OVl7RJb</ref>
* L' immagine di Elvis Presley nel mondo è stata, a livello di popolarità, seconda solo a quella di [[Mickey Mause]].
 
== Record e riconoscimenti ==
* Ha ricevuto 149 dischi d'oro, platino e multiplatino.{{citazione necessaria|}}
* È l'unico artista ad essere inserito in quattro [[Hall of Fame]]: [[rock]], [[gospel]], [[country]] e [[rockabilly]].
* La sua casa è stata dichiarata monumento nazionale ed è la seconda casa più visitata d'America dopo la [[Casa Bianca]].<ref>[http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/elvis_rolling/elvis_graceland.htm APPROFONDIMENTI - - - RAINEWS24<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Ha vinto tre [[Grammy]].<ref>[http://www.grammy.com/GRAMMY_Awards/Winners/ Grammy.com - pagina di ricerca dei vincitori]</ref>
* Detiene il record di presenze contemporanee in classifica con 12 brani. Il vecchio record di 11 brani era sempre suo.{{citazione necessaria|}}
* Negli anni settanta riuscì a fare il tutto esaurito per più di 380 spettacoli consecutivi.{{citazione necessaria|}}
* Il suo concerto ''Aloha from Hawaii'', primo concerto nella storia della [[tv]] ad essere trasmesso via [[satellite artificiale|satellite]], fu visto da più di un miliardo di persone (meno persone videro lo [[sbarco sulla luna]]).<ref name=autogenerato2 />
* La prima volta che entrò in classifica fu nel 1956 con ''[[Heartbreak Hotel (Elvis Presley)|Heartbreak Hotel]]'' e l'ultima volta è stato nel 2003 con la versione remixata di ''Rubberneckin''' diventando così l'artista che è entrato in classifica per l'arco di tempo maggiore.{{citazione necessaria|}}
* Fino ad oggi ha venduto oltre 1 miliardo di dischi in tutto il mondo.<ref name="Person of the Week: Elvis Presley"/><ref name=autogenerato3 /><ref name=autogenerato1 />
* ''[[Love Me Tender]]'' fu disco d'oro ancora prima di uscire grazie alle prenotazioni.{{citazione necessaria|}}
* L' LP di ''G.I.Blues'' rimase in classifica per 111 settimane consecutive.{{citazione necessaria|}}
* Maggior numero di settimane al primo posto in America: 79.{{citazione necessaria|}}
* dal 1956 al 2003 sono apparsi nella classifica Hot 100 di [[Billboard]] 151 suoi singoli.{{citazione necessaria|}}
* Elvis è il cantante con il maggior numero di incisioni certificate dalla Recording Industry Association of America(RIAA) con 262 titoli (148 d'oro, 82 di platino, 32 di multiplatino) tra album e singoli.{{citazione necessaria|}}
* Detiene il record dell'arco di tempo più lungo tra due n.1 in Inghilterra: 1957: ''All shook up'' - 2005:riedizione ''It's Now or Never''{{citazione necessaria|}}
 
=== Hit al primo posto in America ===
 
(NB: dopo i due punti, è indicato il numero di settimane in vetta)
{{div col}}
==== 1956 ====
 
''Heartbreak Hotel'': 8
 
''I Want You, I Need You, I Love You'': 1
 
''Don't Be Cruel/Hound dog'': 11
 
''Love Me Tender'': 5
 
==== 1957 ====
 
''Too much'': 3
 
''All Shook Up'': 8
 
''(Let Me Be Your) Teddy Bear'': 7
 
''Jailhouse Rock'': 1
 
==== 1958 ====
 
''Don't'': 5
 
''Hard Headed Woman'': 2
 
==== 1959 ====
 
''A Big Hunk o' Love'': 2
 
==== 1960 ====
 
''Stuck on You'': 4
 
''It's Now or Never'': 5
 
''Are you lonesome tonight?'': 6
 
==== 1961 ====
 
''Surrender'': 2
 
==== 1962 ====
 
''Good Luck Charm'': 2
 
==== 1969 ====
 
''Suspicious Minds'': 1
{{div col end}}
 
== Note ==
{{<references|2}} />
 
== Bibliografia ==
* ''Elvis. L'ultimo treno per Memphis - Amore senza freni'' di Guralnick Peter (2004), Baldini Castoldi, ISBN 88-8490-572-9
* ''Elvis Presley, la storia, il mito'' di Monari Livio (1992), Arcana, ISBN 88-85859-84-4
* ''Specchio'' di ''La Stampa'', n. 334 (2003), pp.&nbsp;42–53.
* ''Elvis Presley: Vita, canzoni, dischi e film'' a cura di Paolo Ruggeri, [[Lato Side]], Roma, 1981
* ''Remember Elvis'' Produced by Joe Esposito and Daniel Lombardy (2006) [[TCBJOE Publishing]] ISBN 0-9778945-2-5
* ''Elvis Presley'' di Albert Goldman, Oscar Mondadori, (1983)
* ''Elvis Presley Story'' di Antonio Lodetti, Danny Dickson, (1988)
* ''Elvis'' di Paolo Rodogna, (1981)
* ''La nascita del Rock'n'Roll,'' Ernesto Assante, Enzo Capua, (1981)
== Voci correlate ==
* [[Avvistamenti di Elvis]]
* [[Bill Black]]
* [[cultura pop]]
* [[Presley|Famiglia Presley]]
* [[Jerry Leiber]]
* [[Mike Stoller]]
* [[Priscilla Presley]]
* [[Riley Keough]]
* [[Rock and Roll]]
* [[Sam Phillips]]
* [[Scotty Moore]]
* [[Sun Records]]
* [[Lisa Marie Presley]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Elvis Presley}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{en}} [http://www.elvis.com Sito ufficiale]
* [http://www.oldshep.it Sito ufficiale italiano]
* [http://www.grazielvis.it Sito e Club Uffic. Italia]
* [http://www.elvis-italian-collector-club.it/ Sito ufficiale italiano]
* {{Dmoz|World/Italiano/Arte/Musica/Artisti/P/Presley,_Elvis}}
* [http://www.elvis.com.au Sito ufficiale australiano]
*Gli [http://www.avvisodisfratto.it Avviso di Sfratto], band rock and roll italiana dal 1995, ha eseguito [http://www.youtube.com/watch?v=fhU9tlIiyXE ''All shook up su Italia 8'']
* {{en}} [http://songslyrics.atspace.com/elvispresley Testi di Elvis Presley]
* {{en}} [http://www.silverbuicks.com Silver Buicks, Tributo a Elvis Presley]
* {{en}} [http://www.elvislives.net/ ''Elvis is Alive'', the Top Ten list of Evidence]
{{Elvis Presley}}
{{Premio Grammy alla carriera}}
{{Controllo di autorità|VIAF=23404836|LCCN=n/78/79487}}
{{Portale|biografie|cinema|rock}}
 
{{portale|televisione|LGBT}}
[[Categoria:Elvis Presley]]
[[Categoria:Cantanti rock|Presley, Elvis]]
[[Categoria:Chitarristi rock|Presley, Elvis]]
[[Categoria:Vincitori di Grammy|Presley, Elvis]]
[[Categoria:Morti per overdose]]
[[Categoria:Nati in Mississippi]]
[[Categoria:Morti a Memphis]]
 
[[Categoria:Fiction televisive con tematiche LGBT]]
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{{Link AdQ|en}}
{{Link AdQ|es}}