Emanuele Severino e Erika Ferrara: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
 
|Nome = Erika Ferrara
|Immagine =
|Sesso = F
|CodiceNazione = {{ITA}}
|Disciplina = Calcio a 5
|Squadra = {{Calcio a 5 femminile Falconara}}
|Ruolo = [[Intermedio (calcio a 5)|Laterale]]
|TermineCarriera =
|SquadreGiovanili =
|Squadre =
{{Carriera sportivo
|2016-2017|{{Calcio a 5 femminile Real Lions Ancona|G}}|21 (16)
|2017|{{Calcio Dorica Torrette}}|9 (1)
|2017-|{{Calcio a 5 femminile Falconara|G}}|54 (4)
}}
|SquadreNazionali =
|Disciplina2 = Calcio
|Squadra2 =
|Ruolo2 = [[Centrocampista]]
|TermineCarriera2 =
|SquadreGiovanili2 =
{{Carriera sportivo
|2014-2015|{{Calcio femminile Jesina}} [[Campionato Primavera (calcio femminile)|Prim.]]|? (?)
}}
|Squadre2 =
{{Carriera sportivo
|2013-2014|{{simbolo|600px Giallo e Blu.svg}} Porto Sant'Elpidio|? (?)
|2015-2016|{{Calcio femminile Riviera di Romagna|G}}|15 (0)
}}
|SquadreNazionali2 =
|Aggiornato = 21 maggio 2016 (calcio a 11)
}}
{{Bio
| Nome = EmanueleErika
| Cognome = SeverinoFerrara
| Sesso = MF
| LuogoNascita = BresciaFermo
| GiornoMeseNascita = 2616 febbraioluglio
| AnnoNascita = 19291999
| LuogoMorte = Brescia
| GiornoMeseMorte = 31/03
| AnnoMorte = 2019
| Attività = filosofocalciatrice
| Attività2 = accademicogiocatrice di calcio a 5
| Nazionalità = italiana
| Attività3 = compositore
| PostNazionalità = , [[Intermedio (calcio a 5)|laterale]] del [[Città di Falconara]]
| Epoca = 1900
| Epoca2 = 2000
| Nazionalità = italiano
| PostNazionalità =
| Immagine =
| Didascalia =
| Didascalia2 = {{Premio|Premio Internazionale Friedrich Nietzsche|[[1985]]}}<ref>{{cita libro|autore=E. Severino|wkautore=Emanuele Severino|titolo=Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia|editore=Rizzoli|anno=2012|annooriginale=2011|città=Milano|p=132|url=https://books.google.it/books?id=w3foRi7vaXkC&pg=PT101&dq=L%C3%A9vinas+Emanuele+Severino&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4rIacqa_KAhUHWhQKHaOpDFYQ6AEIMzAE#v=onepage&q=L%C3%A9vinas%20Emanuele%20Severino&f=false|accesso=1 marzo 2016|isbn=978-88-17-05747-9}}</ref>.
}}
 
== BiografiaCarriera ==
=== Club ===
Il padre era un militare di carriera siciliano originario di [[Mineo]] trasferitosi a [[Brescia]], mentre la madre era una bresciana di [[Bovegno]] in alta , morto il 31/03/2019 di infarto fulminante [[Val Trompia]].<ref name=Bovegno>{{cita web|url=http://www.giornaledibrescia.it/valtrompia-e-lumezzane/bovegno-il-filosofo-severino-cittadino-onorario-1.3056869 |titolo=Bovegno, il filosofo Severino cittadino onorario |data=25 dicembre 2015}}</ref> Si laurea all'[[Università di Pavia]] nel 1950, come alunno dell'[[Almo Collegio Borromeo]], discutendo una tesi su ''[[Heidegger]] e la [[metafisica]]'' sotto la supervisione di [[Gustavo Bontadini]]. L'anno successivo ottiene la libera docenza in [[filosofia teoretica]]. Dal 1954 al 1969 insegna filosofia all'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrano in forte conflitto con la dottrina ufficiale della [[Chiesa cattolica]], suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica e nella [[Congregazione per la dottrina della fede]] (l'ex [[Sant'Uffizio]]). Dopo un lungo e accurato esame (condotto da [[Cornelio Fabro]]) la Chiesa proclama ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il [[Cristianesimo]].
Erika Ferrara si appassiona al mondo del [[calcio (sport)|calcio]] fin dalla giovanissima età, tesserandosi con il Porto Sant'Elpidio e giocando in [[Eccellenza (calcio femminile)|Serie C]] dalla stagione 2013-2014 nel ruolo di [[centrocampista]].<ref name="RdRPDF">{{Cita web|url=http://www.rivieradiromagnacalcio.it/archivio/giocatori/145/erika%20ferrara.pdf|Scheda Erika Ferrara|sito=rivieradiromagnacalcio.it|accesso=22 aprile 2017}}</ref>
 
Nell'estate 2014 decide di passare alla [[Associazione Polisportiva Dilettantistica E.D.P. Jesina Femminile|E.D.P. Jesina]] che la inserisce nella sua formazione che partecipa al [[Campionato Primavera (calcio femminile)|Campionato Primavera]] di categoria.<ref name="RdRPDF" />
Il filosofo, lasciata l'Università Cattolica, viene chiamato all'[[Università "Ca' Foscari" di Venezia|Università Ca' Foscari]] di [[Venezia]] dove è tra i fondatori della Facoltà di Lettere e Filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi allievi ([[Umberto Galimberti]], [[Carmelo Vigna]], [[Luigi Ruggiu]], [[Salvatore Natoli]], [[Italo Valent]]). Dal 1970 è stato professore ordinario di [[filosofia teoretica]], ha diretto l'Istituto di filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e, oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al [[1989]] e ha insegnato anche [[Logica]], [[Storia della filosofia]] moderna e contemporanea e [[Sociologia]].
 
Durante il calciomercato estivo 2015 coglie l'occasione per compiere un salto di categoria sottoscrivendo con la [[Associazione Sportiva Dilettantistica Riviera di Romagna|Riviera di Romagna]] un contratto per giocare in [[Serie A (calcio femminile)|Serie A]] per la [[Associazione Sportiva Dilettantistica Riviera di Romagna 2015-2016|stagione entrante]]. Ferrara, impiegata in 15 occasioni alle quali si aggiungono le due in [[Coppa Italia (calcio femminile)|Coppa Italia]], condivide le sorti della squadra la quale, dopo un girone di andata concluso all'ottavo posto e mantenendosi in zona salvezza anche per gran parte del campionato, in virtù dei risultati negativi degli ultimi incontri non riesce a evitare la retrocessione in [[Serie B (calcio femminile)|Serie B]], arrivata alla penultima giornata.<ref>{{Cita|Football.it|Erika Ferrara}}.</ref>
Nel 2005 l'[[Università "Ca' Foscari" di Venezia|Università Ca' Foscari di Venezia]] lo ha proclamato Professore emerito; attualmente insegna ''[[Ontologia]] fondamentale'' presso la Facoltà di Filosofia dell'[[Università Vita-Salute San Raffaele]] di [[Milano]]; è [[Accademia dei Lincei|Accademico dei Lincei]] e [[Cavaliere di Gran Croce]] e collabora da alcuni decenni con il ''[[Corriere della Sera]]''.
 
=== Calcio a 5 ===
Il 23 dicembre 2015 il Consiglio Comunale di [[Bovegno]] gli ha conferito la [[cittadinanza onoraria]] con la seguente motivazione: "Discendente per parte di madre da antica famiglia bovegnese, ha contribuito con la sua opera in maniera rilevante al pensiero filosofico occidentale contemporaneo, sulle orme degli antichi filosofi greci. Nella sua autobiografia ha espresso il suo legame con la terra avìta di Bòvegno che onorata, lo vuole annoverare tra i suoi concittadini più illustri".
La decisione della società di non iscriversi al campionato successivo svincola la giocatrice che decide di cambiare categoria accettando la proposta del Real Lions Ancona per la sua prima esperienza nel [[calcio a 5]] femminile, per giocare in [[Serie A 2016-2017 (calcio a 5 femminile)|Serie A la stagione entrante]].<ref>{{Cita|ladyfutsal.com|Erika Ferrara}}.</ref>
 
La stagione successiva il Real Lions Ancona non si iscrive e la sua eredità viene presa dalla Dorica Torrette Femminile, nel campionato di A2. A dicembre 2017, durante la sessione invernale del futsalmercato, viene acquistata dal [[Città di Falconara]].
===Politica e società===
Severino ha spesso criticato sia il [[capitalismo]] sia il [[comunismo]], fonti dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di "dominio della tecnica" (come d'altronde il [[fascismo]]), ma anche la sinistra in quanto "non è più [[socialdemocrazia]]", rilasciando anche dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'[[Italia]]: {{citazione|Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assoluto – e innanzitutto Dio.(...) Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo Stato moderno, che detiene – dice [[Max Weber|Weber]] – “il monopolio legittimo della violenza”. Questo grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla tecnica moderna – ed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli di Stato. (...) La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia).<ref name=fatt>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/17/emanuele-severino-ecco-perche-la-giovane-italia-sta-andando-in-malora/816682/ ''Emanuele Severino: "Ecco perché l'Italia va in malora"]</ref>}}
 
e criticando "l'assolutismo [[cattolicesimo|cattolico]] e comunista", oltre che tacciando la magistratura di "ingenuità"<ref name=fatt/>, poiché processando una classe politica a fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia della guerra fredda e, secondo Severino, impossibile da debellare integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli problemi.<ref name=fatt/>
{{citazione|L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita. (...) <small>[''Sull'[[evasione fiscale]]'']</small> Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero, fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto “giusto” pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non pagarle. [[papa Francesco|Questo Papa]], da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non vorrei che si perdesse di vista che la “corruzione” di fondo è l'“evasione” del mondo dal passato dell'Occidente.<ref name=fatt/>}}
 
===Critiche===
Oltre alle citate critiche cattoliche, Severino è stato criticato dal [[matematico]] e [[logico]] [[Piergiorgio Odifreddi]], in risposta a un giudizio critico dello stesso Severino su un'opera di Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta per l'edizione italiana di ''L'ABC della relatività'' di [[Bertrand Russell]], dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino stesso, [[Heidegger]], [[Benedetto Croce|Croce]] e [[Gilles Deleuze|Deleuze]]), secondo Severino in maniera non congrua e "alla rinfusa"; il matematico ha accusato invece Severino di non considerare l'importanza della scienza (come già fecero i [[neoidealismo|neoidealisti]], come Croce e [[Giovanni Gentile|Gentile]]), a differenza di grandi filosofi del passato che avevano studiato a fondo alcune teorie (facendo l'esempio di [[Kant]], [[Nietzsche]] e [[Cartesio]], matematico lui stesso).<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/23/la-scienza-sotto-tiro.html Piergiorgio Odifreddi, ''La scienza sotto tiro (Severi? Sì, con Severino!)''], la Repubblica, 23 aprile 2005</ref>
 
== Pensiero ==
Nei suoi scritti fa spesso riferimento a pensatori come<ref name=fusaro>[http://www.filosofico.net/severino.htm ''Emanuele Severino'', Filosofico.net (a cura di D. Fusaro)]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.filosofia.it/images/download/argomenti/SguardosuSeverino_Miligi_Torno_07.pdf Gianluca Miligi et al., ''Sguardo su Emanuele Severino''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> [[Parmenide]], [[Eraclito]], [[Aristotele]], [[Hegel]], [[Nietzsche]], [[Leopardi]]<ref>il cui "[[Pensiero e poetica di Giacomo Leopardi|pensiero]] poetante", titolo di un saggio di Antonio Prete, che riprende la metafora di Heidegger su [[Friedrich Hölderlin]], è stato analizzato da Severino</ref>, [[Heidegger]] e [[Giovanni Gentile|Gentile]].<ref name=fusaro/>
===L'eternità di tutti gli essenti===
Severino affronta l'antico problema radicalizzato da [[Platone]] e [[Aristotele]] e ripreso poi in epoca moderna da [[Heidegger]]: il problema dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo: la fede nel senso greco del divenire. Sin dagli antichi greci, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) viene considerato come proveniente dal nulla, dotato temporaneamente di esistenza e successivamente ritornante nel nulla.<ref>cf. ''La Guerra '', p.12, 38.</ref>
 
Rifacendosi al pensiero di [[Parmenide]], Severino è stato definito come fondatore di un neoparmenidismo, di cui sarebbe l'unico esponente<ref name="parm">« [...] occorre riconoscere che le sue posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, ''Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche'', Napoli, Bibliopolis, 2005)</ref>, peraltro criticato in senso anti-metafisico da [[Gennaro Sasso]] e da [[Mauro Visentin]] che sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Parmenide esista invece un deciso rifiuto della metafisica.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.filosofia.it/essais/ Neoparmenidismo] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Severino, riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di [[differenza ontologica]] così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi, come [[Schopenhauer]], abbiano tentato di negare tale assunto.<ref>«Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondo che si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer)</ref>
 
Ma, mentre Parmenide tentava di risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo quindi in un'[[aporia]]), Severino sceglie una via differente, portando il suo pensiero a delle tesi estreme.<ref name=fusaro/>
 
Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, ''«ogni essente è eterno»''. Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono eterni. Il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l'apparire successivo degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film. Gli enti entrano ed escono da quello che Severino chiama ''cerchio dell'apparire''. Ciò significa che, quando un ente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente alla vista: dunque, le cose esistono anche quando scompaiono ovvero non si vedono ("vedere senza vedere", dice Donato Sperduto in una tragicommedia sul pensiero severiniano).<ref>D. Sperduto, ''Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte'', Prefazione di E. Severino, Schena ed., Fasano di Brindisi 2007.</ref> Riprendendo la metafora di [[Plotino]], afferma che il divenire degli enti è come lo scorrere degli oggetti sulla superficie di uno specchio. Le cose, infatti, esistono prima di entrare nel campo visivo dello specchio e ovviamente continuano ad esistere anche dopo esserne uscite. Non solo Plotino, ma anche Agostino di Ippona, con un'immagine simile, definì il tempo come immagine mobile dell'Eterno. Nel pensiero di Severino, tuttavia, l'eternità non è limitata a un Dio che dà e toglie la vita agli Enti, facendoli entrare e uscire dallo specchio (senza che nulla esista prima e dopo), ma si estende anche a tutti gli enti che nel divenire si manifestano.<ref name=fusaro/>
 
===Dimostrazione dell'eternità di tutti gli essenti===
{{Vedi anche|Divenire#Severino}}
La dimostrazione severiniana dell'eternità di tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul [[principio di non contraddizione]], ma non nella versione che ne dà [[Aristotele]] nel [[De Interpretatione]]. In essa anzi "''il discorso del tramonto del senso dell'essere...trova la sua formulazione più rigorosa e più esplicita''".<ref>E. Severino, ''Ritornare a Parmenide'', in ''Essenza del Nichilismo'' - Brescia 1972.</ref>
 
Bisogna invece "''ritornare a Parmenide''", correggerne - con Platone - l'esito aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col [[principio di non contraddizione]], ma scoprendo anche che il divenire così come Platone lo pensa, come uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto ''evidente''.<ref name=fusaro/>
 
Di qui si potrà proseguire su una via (quella indicata da Parmenide, il "''sentiero del giorno''") ben diversa da quella imboccata con Platone dal pensiero occidentale.<ref name=fusaro/>
 
Consideriamo la proposizione parmenidea: "''...è infatti l'essere, il nulla non è''"<ref>DK B 6, 1-2</ref>: tale proposizione esprime l'opposizione ''assoluta'' tra i termini ''essere'' e ''non essere''; pertanto ogni essente, in quanto ente, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere né un tempo né uno stato in cui un ente non sia, come pensa invece il [[principio di non contraddizione]] aristotelico: "''è necessario che l'essere sia, quando è, e che il non-essere non sia, ''quando non è''"<ref>Aristotele, ''Liber de Interpretatione'', 19 a 23</ref>. Quest'enunciato esprime il pensiero di un tempo, una condizione, in cui l'ente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione costituisce la "''follia essenziale''" in cui cresce e sta, senza esserne consapevole, tutto il pensiero occidentale.<ref name=fusaro/>
 
Infatti il pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'ente come essere, ma insieme come diveniente (pensa cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla). Ad esso sfugge invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo più proprio, la follia<ref>"...''essenza del nichilismo''" ... follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli essenti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente." - La morte e la terra, p. 21</ref> che si annida nell'inconscio della filosofia, della scienza e della tecnica.<ref name=fusaro/>
 
===La [[differenza ontologica]]===
Per Heidegger, l'essere non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico degli enti, e per questo motivo viene definito un ''transcendens'' rispetto all'ente. Severino rigetta la concezione heideggeriana, affermando che la totalità dell'essere è costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi per Severino quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello immutabile.<ref name=fusaro/>
 
L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad alcun mutamento.<ref name=fusaro/>
 
===Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo===
Un po' tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di verità a cui stavano pensando.<ref name=severino1>[https://books.google.it/books?id=ClnnaT-nRogC&pg=PT182&lpg=PT182&dq=tutto+%C3%A8+avvolto+dal+nichilismo+severino&source=bl&ots=iuDeUC0s77&sig=hsHoLZ5DN3gnID6hPWiFCo-qcj0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiftd6pzP3OAhWDF8AKHRl3C8kQ6AEIQjAH#v=onepage&q=tutto%20%C3%A8%20avvolto%20dal%20nichilismo%20severino&f=false E. Severino, ''Pensieri sul cristianesimo'']</ref>
Nella prospettiva severiniana dell'eternità di tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali, ovvero che l'essere possa non essere, ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero credere nel divenire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione senza verità<ref>{{Cita libro|autore=E. Severino|titolo=Destino della necessità|annooriginale=1980|editore=Adelphi|città=Milano|p=93}}</ref>. L'Occidente non domina casualmente il mondo, o perché ha una possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura che ritiene più avanzata – e dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità dell'esistenza.<ref name=severino1/>
 
===Nichilismo, morte e destino===
Severino ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di [[Episteme|epistème]] come quelle di [[Aristotele]] ed [[Hegel]], che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno.<ref name=fusaro/>
 
L'intera storia dell'Occidente è quindi per Severino storia del [[nichilismo]]. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della filosofia contemporanea e la rapida ascesa della scienza moderna ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema di [[volontà di potenza]]). Secondo la logica severiniana, tutto ciò che appare appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il nichilismo dell'Occidente. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il ''mortale'' come noi lo conosciamo.<ref name=fusaro/>
 
Ma, per Severino, l'Occidente è destinato al tramonto, per fare spazio al Destino della verità, la verità che testimonia la follia della fede nel divenire. Solo all'interno del Destino della verità la morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione dell'assentarsi dell'eterno.<ref name=fusaro/><ref name=severino1/>
 
===Dio e il Superdio===
Da quanto detto precedentemente appare chiaro come nel pensiero di Severino non ci sia posto per il [[Dio]] comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa Cattolica.<ref name=fusaro/><ref name=severino1/>
 
Nel corso della [[storia della filosofia]], e nel pensiero della [[Chiesa cattolica]] in particolare, l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il divenire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un "rimedio" per l'"angoscia" che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è impossibile che esista un Dio come è stato pensato dalla religione e dalla filosofia. A maggior ragione è impossibile per Severino che esista il Dio del cristianesimo, che è tradizionalmente concepito come dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere, per Dio, l<nowiki>'</nowiki>''annichilimento'' - diverso dal concetto fisico di [[annichilazione]] -, e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli ritornare nel nulla).<ref name=fusaro/>
 
Essendo ogni ente eterno, non può esserci né creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla luce del ''Destino della verità'', ogni ente, anche il più insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un ''superdio'', ben più grande del Dio della tradizione religiosa.<br />
L'inconciliabilità fra la dottrina dell'[[Essere]] di Severino e il [[Tomismo]] è stata sostenuta da [[Cornelio Fabro]].<ref>''L'alienazione dell'Occidente: osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino'', ed. [[Quadrivium]], [[Genova]], [[1981]].</ref>
 
=== Necessità dell'oltrepassamento ===
{{W|filosofia|novembre 2014}}
{{NN|filosofia|settembre 2016}}
Con il libro ''La Gloria'' (2001),
Severino giunge, tra le altre cose, alla dimostrazione necessaria
dell'esistenza degli "altri". Quando [[Cartesio]] infatti scopre che la
carta vincente della scienza è la conferma delle ipotesi da parte dell'''esperienza'',
e cioè da parte della ''presenza certa a me'' da parte delle cose, si apre
il problema della fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che
come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non
sono apparenti, non sono cioè da me "visibili". I fallimenti dei
tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti ad opera della
fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più cogenti
all'interno del discorso filosofico dello [[Husserl]]), a cominciare da quello di
Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico
dell'essente e del senso dell'"oltrepassamento"."L'oltrepassamento dell'attualità nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del Destino" è necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello attuale.
 
Nella ''Gloria'', Severino perviene alla fondazione del senso autentico
dell'''oltrepassamento,'' dopo aver
stabilito nelle opere precedenti che il divenire autentico (cioè non
nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e
lo sparire di ciò che è eterno.
 
Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da
considerazioni svolte dallo stesso Severino in ''Destino della Necessità'' (1980)
che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la
dimensione degli essenti che via via appaiono – e che, per contro, il nichilismo pensa come
fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) ''incominciano ''ad apparire
(il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel cerchio
dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui, la
totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come
contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire ''trascendentale'');
l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra,
è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire
trascendentale) ed una parte del suo contenuto.
 
È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della terra (a sua
volta eterna), non aggiunge alcunché al Tutto eterno – che è, con Parmenide,
appunto "non incompiuto" [ouk ateleuteton], "non
manchevole" [oulon achineton] (Parmenide, fr. 8, vv 38, 33, 38). Anche
l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo
entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, appare – ma questo
apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice
che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche
l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire è eterna.
L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio eterno
dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso apparire
incominciante in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra al
cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso (e
di tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa
autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio
dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio.
 
Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato
ad essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile
dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire
già da sempre. Un oltrepassante che sia inoltrepassabile è impossibile, perché
altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo "Sfondo" (e
Severino intende, con questo termine, quel complesso di significati, o
«costanti persintattiche» – costanti sintattiche di ogni significato –, senza i
quali non apparirebbe nulla – motivo per cui non possono non essere sempre
presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati «essere» e «nulla» - Cfr.
Severino E., La struttura originaria, Milano, Adelphi, 1981, pp.&nbsp;444–449). Inoltre,
la serie progressiva degli essenti che via via appaiono è necessariamente
finita; infatti, se in direzione del passato fosse estensibile all'infinito, ci
vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per giungere al momento
attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla terra.
 
La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per quanto sopra
esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?
 
Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinito – giacché
l'apparire infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire
finito – dove la Gloria è, per Severino, proprio questo infinito dispiegarsi)
non è un oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed
eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale
dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incominciante –
il quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in
quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario
che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario
dell'apparire. La totalità simpliciter degli
essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che
include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua
volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante
non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè
l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua
volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per
quanto sopra esposto), l'incominciante inoltrepassabile.
 
Poiché la terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio
originario, sopraggiungendo in un cerchio diverso, il contenuto incominciante
che appare nel cerchio originario dell'apparire attuale, è oltrepassato
(infinitamente) in due direzioni:
 
(a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato lungo il
dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario (o, per
utilizzare il lessico severiniano, lungo la Gloria del dispiegamento infinito
della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale
contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito
del contenuto attuale.
 
(b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè, alla sua attualità) il
contenuto incominciante è oltrepassato invece in un altro cerchio – e in
un'infinità di altri cerchi dell'apparire. L'oltrepassante-incominciante, qui,
entra nell'apparire non attuale. Anche questa seconda direzione
dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella Gloria, ma, appunto,
nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere, nel cerchio originario,
della costellazione infinita degli altri cerchi. La gloria è l'unità di queste
due dimensioni.
 
La dimensione dell'essente, che incomincia cioè ad apparire nel cerchio
originario, è necessariamente oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente
(perché l'incominciante non può incominciare ad appartenere all'essenza dello
Sfondo, non incominciante e non tramontante, del cerchio originario); ma anche
l'attualità dell'essente che incomincia ad apparire – ossia anche l'apparire
(che, in quanto tale, è apparire attuale) dell'essente che incomincia ad
apparire – incomincia ad apparire, sì che (per lo stesso motivo) è
necessariamente oltrepassata in un altro cerchio dell'apparire; e anche la
sintesi tra l'attualità del cerchio originario e l'attualità in sé dell'altro
cerchio incomincia ad apparire nel cerchio originario, quando in esso incomincia
ad apparire ciò che ne oltrepassa l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo)
tale sintesi è oltrepassata in un terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé
dell'altro cerchio non è oltrepassata solo nel cerchio originario, ma
necessariamente in un terzo cerchio) – e così all'infinito.
 
In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un cerchio non avviene
solo lungo la dimensione "verticale" del singolo cerchio, ma anche
lungo quella "orizzontale" della costellazione di cerchi del Destino.
 
L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva "idealmente", cioè astrattamente, ciò che
oltrepassa, e non realmente, determinandone la distruzione. In un contesto
siffatto è fondata l'impossibilità dell'esistenza degli "altri",
perché l'altro, che è il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento,
e mi consegnerebbe ad una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema
hegeliano l'esistenza degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici,
sensibili, che è quindi comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico
"Io".
 
Il nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la "Gloria" (cioè la manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in essi.
Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dio - e oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e annientare gli essenti.
 
== Scritti principali ==
{{div col}}
* ''La struttura originaria'', Brescia, La Scuola, 1958. Nuova edizione, con modifiche e una Introduzione 1979, Milano, Adelphi, 1981.
* ''Per un rinnovamento nella interpretazione della filosofia fichtiana'', Brescia, La Scuola, 1960; poi in ''Fondamento della contraddizione'', Milano, Adelphi, 2005.
* ''Studi di filosofia della prassi'', Milano, Vita e pensiero, 1963; nuova ediz. ampliata, Milano, Adelphi, 1984.
* ''Ritornare a Parmenide'', in «Rivista di filosofia neoscolastica», LVI 1964, n. 2, pp.&nbsp;137–175; poi in ''Essenza del nichilismo'', Brescia, Paideia, 1972, pp.&nbsp;13–66; nuova edizione ampliata, Milano, Adelphi, 1982, pp.&nbsp;19–61.
* ''Ritornare a Parmenide. Poscritto'', in «Rivista di filosofia neoscolastica», LVII 1965, n. 5, pp.&nbsp;559-618; poi in ''Essenza del nichilismo'', Brescia, Paideia, 1972, pp.&nbsp;67-148; nuova edizione ampliata, Milano, Adelphi, 1982, pp.&nbsp;63-133.
* ''Essenza del nichilismo. Saggi'', Brescia, Paideia, 1972; seconda edizione ampliata, Milano, Adelphi, 1982.
* ''Gli abitatori del tempo. Cristianesimo, marxismo, tecnica'', Roma, Armando, 1978; nuova edizione ampliata, 1981.
* ''Téchne. Le radici della violenza'', Milano, Rusconi, 1979; seconda edizione, ivi, 1988; nuova edizione ampliata, Milano, Rizzoli, 2002.
* ''Legge e caso'', Milano, Adelphi, 1979.
* {{Cita libro|titolo=Emanuele Severino, Dispute sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, 2018|anno=2018|editore=Rizzoli|città=Milano|p=}} nuova edizione, senza modifiche sostanziali, ivi, 1999.
* ''A Cesare e a Dio'', Milano, Rizzoli, 1983; nuova ediz., ivi, 2007.
* ''La strada'', Milano, Rizzoli, 1983; nuova ediz., ivi, 2008.
* ''La filosofia antica'', Milano, Rizzoli, 1984; nuova ediz. ampliata, ivi, 2004.
* ''La filosofia moderna'', Milano, Rizzoli, 1984; nuova ediz. ampliata, 2004.
* ''Il parricidio mancato'', Milano, Adelphi, 1985.
* ''La filosofia contemporanea'', Milano, Rizzoli, 1986; nuova ediz. ampliata, ivi, 2004.
* ''Traduzione e interpretazione dell'«Orestea» di Eschilo'', Milano, Rizzoli, 1985.
* ''La tendenza fondamentale del nostro tempo'', Milano, Adelphi, 1988; nuova ediz., ivi, 2008.
* ''Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo'', Milano, Adelphi, 1989.
* ''Antologia filosofica,'' Milano, Rizzoli,1989;nuova ediz.ampliata,ivi,2005.
* ''La filosofia futura'', Milano, Rizzoli, 1989; nuova ediz. ampliata, ivi, 2005.
* ''Il nulla e la poesia. Alla fine dell'età della tecnica: Leopardi'', Milano, Rizzoli, 1990; nuova ediz., ivi, 2005.
* ''Filosofia. Lo sviluppo storico e le fonti'', Firenze, Sansoni, 3 voll.
* ''Oltre il linguaggio'', Milano, Adelphi, 1992.
* ''La guerra'', Milano, Rizzoli, 1992.
* ''La bilancia. Pensieri sul nostro tempo'', Milano, Rizzoli, 1992.
* ''Il declino del capitalismo'', Milano, Rizzoli, 1993; nuova ediz., ivi, 2007.
* ''Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la gioia)'', Milano, Rizzoli, 1994.
* ''Heidegger e la metafisica,'' Milano, Adelphi'',''1994.
* ''Pensieri sul Cristianesimo'', Milano, Rizzoli, 1995; nuov ediz., ivi, 2010.
* ''Tautótēs'', Milano, Adelphi, 1995.
* ''La filosofia dai Greci al nostro tempo'', Milano, Rizzoli, 1996.
* ''La follia dell'angelo'', Milano, Rizzoli, 1997; nuova ediz., Milano, Mimesis, 2006.
* ''Cosa arcana e stupenda. L'Occidente e Leopardi'', Milano, Rizzoli, 1998; nuova ediz., ivi, 2006.
* ''Il destino della tecnica'', Milano, Rizzoli, 1998; nuova ediz., ivi, 2009.
* ''La buona fede'', Milano, Rizzoli, 1999.
* ''L'anello del ritorno'', Milano, Adelphi, 1999.
* ''Crisi della tradizione occidentale'', Milano, Marinotti, 1999.
* ''La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell'esistenza'', Milano, Rizzoli, 2000.
* ''Il mio scontro con la Chiesa'', Milano, Rizzoli, 2001.
* ''La Gloria'', Milano, Adelphi, 2001.
* ''Oltre l'uomo e oltre Dio'',(con Alessandro Di Chiara, interventi di Carlo Angelino), Genova, il melangolo, 2002.
* ''Lezioni sulla politica'', Milano, Marinotti, 2002.
* ''Tecnica e architettura'', Milano, Cortina, 2003.
* ''Dall'Islam a Prometeo'', Milano, Rizzoli, 2003.
* ''Fondamento della contraddizione'', Milano, Adelphi, 2005.
* ''Nascere, e altri problemi della coscienza religiosa'', Milano, Rizzoli, 2005.
* ''Sull'embrione'', Milano, Rizzoli, 2005.
* ''Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica'', Milano, Rizzoli, 2006.
* ''Ricordati di santificare le feste'', (con [[Vincenzo Vitiello]]), Milano, AlboVersorio, 2006 (con un CD audio).
* ''L'identità della follia. Lezioni veneziane'', a cura di Giorgio Brianese, Giulio Goggi, [[Ines Testoni]], Milano, Rizzoli, 2007.
* ''Oltrepassare'', Milano, Adelphi, 2007.
* ''Dialogo su Etica e Scienza'' (con [[Edoardo Boncinelli]]), Editrice San Raffaele, Milano, 2008.
* ''Immortalità e destino'', Milano, Rizzoli, 2008.
* ''La buona fede'', Milano, Rizzoli, 2008.
* ''Volontà, fede e destino'', a cura di Davide Grossi, con un saggio di [[Massimo Donà]], Milano-Udine, Mimesis, 2008 (con due CD audio).
* ''L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica'', con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, 2008.
* ''La ragione, la fede'', Milano, AlboVersorio, 2008.
* ''L'identità del destino'', Milano, Rizzoli, 2009.
* ''Il diverso come icona del male'', Bollati Boringhieri, 2009.
* ''Democrazia, tecnica, capitalismo'', Morcelliana, Brescia, 2009.
* ''Discussioni intorno al senso della verità'', Pisa, Edizioni ETS, 2009.
* ''La guerra e il mortale'', a cura di [[Luca Taddio]], con un saggio di G. Brianese, Milano-Udine, Mimesis, 2010 (con due CD audio).
* ''Macigni e spirito di gravità'', Milano, Rizzoli, 2010.
* ''L'intima mano'', Milano, Adelphi, 2010.
* ''Il mio ricordo degli eterni'', Rizzoli, 2011; nuova ediz., ivi (in altra collana), 2012.
* ''La morte e la terra'', Milano, Adelphi, 2011.
* ''Capitalismo senza futuro'', Rizzoli, Milano, 2012.
* ''Educare al pensiero'',La Scuola, Brescia, 2012.
* ''Intorno al senso del nulla'', Milano, Adelphi, 2013.
* ''La potenza dell'errare'', Rizzoli, Milano, 2013.
* ''Il morire tra ragione e fede'' (con [[Angelo Scola]]), Marcianum Press, 2014.
* ''Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente'' (con Raimon Panikkar), Jaca Book, 2014.
* ''Sul divenire''. ''Dialogo con Biagio De Giovanni'', Mucchi, 2014.
* ''Piazza della Loggia. Una strage politica'', Morcelliana, Brescia, 2015.
* ''In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo,'' Rizzoli'','' 2015.
* ''Dike'', Adelphi, Milano, 2015.
* ''Cervello, mente, anima'', Morcelliana, Brescia, 2016.
* ''Storia, gioia'', Adelphi, Milano, 2016.
* ''Il tramonto della politica'', Rizzoli, Milano, 2017.
*''Dispute sulla verità e la morte'', Milano, Rizzoli, 2018.
{{div col end}}
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
|collegamento_onorificenza=Benemeriti della cultura e dell'arte
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|luogo= [[Roma]], 27 luglio [[1987]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=6001 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
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{{Onorificenze
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|nome_onorificenza = Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica Italiana
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|luogo= [[Roma]], 1º giugno [[2001]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=45291 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
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{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Cittadinanza onoraria del Comune di [[Bovegno]]
|collegamento_onorificenza=
|motivazione =
|luogo= [[Bovegno]], 23 dicembre [[2015]]<ref name=Bovegno />
}}
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Amadori F., ''Il libero arbitrio: Schopenhauer e Severino'' in "Filosofia" - quadrimestrale, terza serie, Anno LVI, Fasc. II-III: maggio-dicembre 2005 -.
* Antonelli A., ''Verità, nichilismo, prassi. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino'', Roma, Armando, 2003.
* Berto F., ''La dialettica della struttura originaria'', Padova, Il Poligrafo, 2003.
* Crapanzano G.E., ''L'immutabilità del diveniente. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino'', Gruppo Albatros Il Filo, 2008.
* Cusano N., ''Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla'', Prefazione di Emanuele Severino, Mimesis, Roma 2011.
* Cusano N., ''Emanuele Severino. Oltre il nichilismo'', Prefazione di Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, 2011.
* Dal Sasso A., ''Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica nel pensiero di Emanuele Severino'', Prefazione di Giorgio Brianese, Roma, Aracne, 2009.
* Dal Sasso A., ''Creatio ex nihilo. Le origini del pensiero di Emanuele Severino tra attualismo e metafisica'', Prefazione di Emanuele Severino, Mimesis, MIlano 2015.
* De Giovanni B., ''Disputa sul divenire. Gentile e Severino'', Napoli, Editoriale Scientifica, 2013.
* De Paoli M., ''Furor Logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele Severino'', Milano, Franco Angeli, 2009.
* Donà M., ''Aporia del fondamento'', Napoli, Città del Sole, 2000; nuova edizione ampliata Mimesis, Milano 2008.
* Fabro C., ''L'alienazione dell'Occidente. Osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino'', Genova, Quadrivium, 1981.
* Goggi G., ''Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino'', Milano, Mimesis, 2014.
* Goggi, G., ''Emanuele Severino'', Lateran University Press, Città del Vaticano 2015.
* Greyer C.-F., ''Der Nihilismus, Europa und eine neue Ontologie. Emanuele Severinos Analyse über das 'Wesen des Nihilismus''', Franziskanische Studien, n. 67, 1985, 209-216
* Hoffmann T. S., '''Alles ist voll von Sein'. Emanuele Severinos Rückgriff auf Parmenides und die Überwindung des Nihilismus'', Wiener Jahrbücher für Philosophie, 1993, n. 25, 163-186.
* Hoffmann T. S., ''Philosophie in Italien. Eine Einführung in 20 Porträts'', Wiesbaden, Marix Verlag, 2007.
* Magliulo, N., ''Cacciari e Severino. Quaestiones disputatae'', Mimesis, Milano-Udine, 2010.
* Mauceri, L., ''La hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino'', Orthotes Editrice, Napoli-Salerno, 2017.
* Messinese L., ''L'apparire del mondo. Dialogo con Emanuele Severino sulla “struttura originaria” del sapere'', Milano, Mimesis, 2008.
* Messinese L., ''Il paradiso della verità. Incontro con il pensiero di Emanuele Severino'', ETS, Pisa 2010.
* Messinese L., ''Stanze della metafisica. Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino'', Brescia, Morcelliana, 2012.
* Messinese L., ''Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia'', Bari, Dedalo, 2013.
* Petterlini A., Brianese G. e Goggi G. (a cura di), ''Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino'', Milano, Mondadori, 2005.
* Poma P., ''Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino'', ETS, Pisa 2011.
* Saccardi F., ''Metafisica e parmenidismo. Il contributo della filosofia neoclassica'', Orthotes, Napoli-Salerno 2016.
* Scilironi C., ''Ontologia e storia nel pensiero di Emanuele Severino'', Abano Terme, Francisci, 1980.
* Scurati M., ''Pensare l'identità. Da Schelling a Severino'', Milano, Alboversorio, 2008.
* Simionato M., ''Nulla e negazione. L'aporia del nulla dopo Emanuele Severino'', Prefazione di Emanuele Severino, Pisa, Edizioni Plus (Pisa University Press), 2012.
* Soncini U., ''Il senso del fondamento in Hegel e Severino'', Genova, Marietti 1820, 2008.
* Spanio D. (a cura di), ''Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino'', Brescia, Morcelliana, 2013.
* Sperduto D., ''Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte'', Prefazione di E. Severino, Fasano di Brindisi, [[Schena Editore]], 2007.
* Sperduto D., ''Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino'', Roma, Aracne, 2009.
* Sperduto D., ''Il divenire dell'eterno. Su Emanuele Severino (e Dante)'', Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne, 2012.
* Testoni I. (a cura di), Emanuele Severino, La follia dell'angelo, Mimesis, Milano, 2006
* Tarca L. V., ''Verità, alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di Emanuele Severino'', Mevio Washington, Treviso 1980.
* Valent I. (a cura di), ''Cura e salvezza. Saggi dedicati a Emanuele Severino'', Bergamo, Moretti & Vitali, 2000.
* Visentin M., ''Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino'', Venezia, Marsilio, 1982 [ora in ''Il neoparmenidismo italiano'', II,'' Dal neoidealismo al neoparmenidismo'', Bibliopolis, Napoli, 2011, pp. 301-426].
 
==Voci correlate==
*[[Metafisica]]
*[[Ontologia]]
*[[Episteme]]
*[[Nichilismo]]
*[[Giacomo Leopardi]]
*[[Friedrich Nietzsche]]
*[[Parmenide]]
*[[Martin Heidegger]]
*[[Rasoio di Occam]]
*[[Italo Valent]]
*[[Umberto Galimberti]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{Cita web|url=http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=209|titolo=Emanuele Severino|editore=Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche|accesso=14 febbraio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151206005535/http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=209|dataarchivio=6 dicembre 2015|urlmorto=si}}
* {{Cita web|url=http://www.ladyfutsal.com/giocatori/ferrara/|Erika Ferrara|sito=ladyfutsal.com}}
*{{cita web |1=http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/severino.htm |2=Rassegna stampa di e su Severino |accesso=26 gennaio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090623221240/http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/severino.htm |dataarchivio=23 giugno 2009 |urlmorto=sì }}
* {{Cita web|url=http://www.realanconac5.it/rosa.asp|2=Erika Ferrara|sito=realanconac5.it|cid=realanconac5.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170423064350/http://www.realanconac5.it/rosa.asp|dataarchivio=23 aprile 2017}}
*[http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=697 Video intervista a Emanuele Severino], sito ASIA, Associazione spazio interiore ambiente
* {{cita web|http://www.filosofia.rai.it/articoli/emanuele-severino-parmenide-aforismi/5195/default.aspx|Emanuele Severino, sul portale RAI Filosofia}}
* [https://emanueleseverino.com/ Il pensiero di Emanuele Severino], a cura di Vasco Ursini
 
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