Ariano Irpino e Paolo Moci: differenze tra le pagine

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{{Infobox militare
{{Avvisounicode}}
| Nome =Paolo Moci
{{Divisione amministrativa
| Immagine =Paolo moci.jpg
|Grado amministrativo=3
| Didascalia =
|Nome=Ariano Irpino
| Soprannome =
|Stato=ITA
| Data_di_nascita =24 settembre 1911
|Stemma=Ariano Irpino-Stemma.png
| Nato_a =Sanremo
|Bandiera=Ariano Irpino-Gonfalone.png
| Data_di_morte =1º maggio 2002
|Voce stemma=
| Morto_a =Roma
|Voce bandiera=
| Cause_della_morte =cause naturali
|Panorama=Ariano Irpino full view.jpg
| Luogo_di_sepoltura =
|Didascalia=
| Etnia =
|Divisione amm grado 1=Campania
| Religione =
|Divisione amm grado 2=Avellino
| Nazione_servita ={{ITA 1861-1946}}<br />{{ITA}}
|Amministratore locale=Domenico Gambacorta
| Forza_armata =[[Regia Aeronautica]]<br />[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]]
|Partito=[[Forza Italia (2013)|FI]]
| Arma =
|Data elezione=9-6-2014
| Corpo =
|Data istituzione=
| Specialità =[[Aereo da bombardamento|Bombardamento]]
|Superficie=186.74
| Unità =
|Note superficie=
| Reparto =
|Abitanti=22700
| Anni_di_servizio =1932-1971
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
| Grado =[[Generale di squadra aerea]]
|Aggiornamento abitanti=31-12-2015
| Ferite =
|Sottodivisioni=([[#Frazioni e località|Vedi sezione]])
| Comandanti =
|Divisioni confinanti=[[Apice (Italia)|Apice]] (BN), [[Castelfranco in Miscano]] (BN), [[Flumeri]], [[Greci (Italia)|Greci]], [[Grottaminarda]], [[Melito Irpino]], [[Montecalvo Irpino]], [[Monteleone di Puglia]] (FG), [[Savignano Irpino]], [[Villanova del Battista]], [[Zungoli]]
| Guerre =[[Guerra di Spagna]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Zona sismica=1
| Campagne =[[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Occupazione dell'Albania]]<br/>[[Campagna di Grecia]]
|Gradi giorno=2410
| Battaglie =
|Nome abitanti=arianesi
| Comandante_di =[[XXVIII Gruppo]]<br />[[4º Stormo]]<br />[[5º Stormo]]
|Patrono=[[Ottone Frangipane|sant'Ottone]], san Liberatore, [[Elzearo da Sabrano|sant'Elzeario]], beata Delfina
| Decorazioni =[[#Onorificenze|vedi qui]]
|Festivo=23 marzo
| Studi_militari =[[Accademia Aeronautica|Regia Accademia Aeronautica]] di [[Caserta]]
|PIL=
| Pubblicazioni =[[#Pubblicazioni|vedi qui]]
|PIL procapite=
| Frase_celebre =
| Altro_lavoro =
| Altro_campo =
| Altro =
| Note =
| Ref =dati tratti da ''Paolo Moci, un aviatore del '900''<ref name=M4p30>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.30}}</ref>
}}
{{Bio
 
|Nome = Paolo
'''Ariano Irpino''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[a'rjano ir'pino]}}, semplicemente ''Ariano'' in [[dialetto irpino]]<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 38}}</ref>) è un [[comuni d'Italia|comune italiano]] di {{formatnum:22700}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]]. La cittadina costituisce il secondo centro demografico della provincia dopo il capoluogo (da cui dista circa 50&nbsp;km) mentre I suoi 186,74&nbsp;km² di ampiezza ne fanno il comune più esteso dell'intera [[Campania|regione]]. [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|Sede episcopale]] fin dall'[[Alto Medioevo]], si fregia oggi del titolo di [[Città d'Italia|Città]] e del ruolo di [[Ente]] capofila nell'ambito di un'[[area urbana]] vasta<ref>https://www.campaniaeuropa.it/documentazione/ambiti_territoriali_campania.xls&sa=U&ved=2ahUKEwipqurhsuPVAhUGuBoKHftoAacQFnoECBQQAA&usg=AFQjCNHwiV_lPDRnBRf-3LnPNKp2ki5J5A</ref> che abbraccia l'intero settore Nord del territorio provinciale.
|Cognome = Moci
 
|Sesso = M
==Geografia fisica ==
|LuogoNascita = Sanremo
 
|GiornoMeseNascita = 24 settembre
 
|AnnoNascita = 1911
[[File:Ariano Irpino 2016.png|thumb|Il comune all'interno della provincia di Avellino]]
|LuogoMorte = Roma
 
|GiornoMeseMorte = 1º maggio
===Territorio===
|AnnoMorte = 2002
Ariano Irpino si trova nell'[[Appennini#Appennino campano|Appennino campano]], a cavallo tra le regioni [[Campania]] e [[Puglia]] ed in posizione pressoché equidistante tra i mari [[Mar Tirreno|Tirreno]] e [[Mare Adriatico|Adriatico]], tanto che la linea spartiacque attraversa per decine di chilometri l'agro comunale al cui centro è ubicato un importante valico appenninico denominato appunto "[[sella di Ariano]]". Il territorio, riconosciuto per legge come "interamente montano" e formato da stratificazioni detritiche incoerenti a matrice calcarea, rivela nel complesso una natura assai impervia con un'altitudine variabile dai 179 agli 811&nbsp;m [[Livello del mare|s.l.m.]] tra valli incassate e rilievi scoscesi ove non mancano i dirupi (di natura puramente erosiva). Fanno eccezione l'area nord-orientale, che si dispiega in ampi altipiani ondulati poggianti su rocce relativamente più antiche e compatte, e le ristrette piane alluvionali localizzate sull'opposto versante lungo il corso del fiume [[Ufita]].
|Attività = generale
 
|Attività2 = aviatore
In particolare il centro cittadino sorge su tre alti colli, Calvario, Castello e San Bartolomeo, i quali vanno a formare un compatto rilievo montuoso che tocca la massima altitudine proprio al mastio del castello. Per via di tale conformazione orografica Ariano è anche conosciuta col nome di ''Città del Tricolle''. Il centro storico si sviluppa dunque in una posizione sopraelevata rispetto alle valli circostanti, tanto che dai punti più panoramici del centro (e in particolare dal castello, ubicato all'interno della villa comunale), è possibile ammirare ad ovest i massicci del [[Taburno Camposauro|Taburno]] e del Partenio, a sud la Baronia di Vico, il [[Vulture]] e l'altopiano del Formicoso, ad est il [[Subappennino Dauno]] e a nord i [[Matese|monti del Matese]], i [[monti della Meta]] e la vetta della [[Maiella]], sicché sono visibili alcune parti di 6 delle 20 [[Regione (Italia)|regioni italiane]].
|Nazionalità = italiano
 
|PostNazionalità = , che nel corso della sua carriera ha pilotato 130 tipi diversi di [[velivolo|velivoli]] nazionali ed esteri, tra cui 13 [[aliante|alianti]], 3 [[elicottero|elicotteri]] e 114 velivoli a motore (64 monomotore, 40 plurimotore, 5 [[idrovolante|idrovolanti]] e 5 [[aereo a reazione|jet]]). Decorato con la [[Ordine militare d'Italia|Gran croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia]], 6 [[Medaglia d'argento al valor militare|Medaglie d'argento]], e una di [[Valor militare|bronzo al valor militare]], 5 [[Croce al merito di guerra|Croci al merito di guerra]], la [[Ordine della Corona d'Italia|Croce di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia]] e quella di [[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro|Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
Il territorio rurale è attraversato dai torrenti [[Cervaro (fiume)|Cervaro]] e Fiumarella, mentre i fiumi [[Ufita]] e [[Miscano]] lo lambiscono.
La superficie del comune si attesta sui 186,74&nbsp;km², facendone il più ampio dell'intera regione (maggiore anche del capoluogo [[Napoli]] che dista circa 100 km).
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 1 (alta sismicità).<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|accesso=20 luglio 2009}}</ref>
 
I terremoti più distruttivi furono quello del [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|1456]] (che coinvolse in egual misura gran parte delle regioni italiane centro-meridionali) e quello del [[1732]] (il quale ebbe un epicentro assai prossimo alla città). Nello scorso [[XX secolo]] Ariano è stata interessata per tre volte da eventi sismici di magnitudo 5 o superiore (nel [[Terremoto del Vulture del 1930|1930]], [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|1962]] e [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|1980]]).
 
===Clima===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Ariano Irpino}}
Trovandosi nell'entroterra campano, Ariano è caratterizzato da un [[clima]] di tipo [[Clima temperato|temperato freddo]] in cui, come attestato dalla classificazione climatica ufficiale<ref name="erg7118.casaccia.enea.it">{{cita web|url=http://erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/508%20%5BAriano%20Irpino%5D%20capoluogo.Txt|titolo=Profilo Climatico (Archivio climatico DBT dell'ENEA)|accesso=1º luglio 2009}}</ref>, ad [[inverno|inverni]] piuttosto rigidi si alternano [[estate|estati]] non eccessivamente calde.
 
Le [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] non sono molto abbondanti, mediamente non superiori agli 800&nbsp;mm<ref>Dato basato sulle rilevazioni della vicina [[stazione meteorologica di Trevico]] distante 15 km ca. in linea d'aria.</ref> annui, mentre nella parte occidentale della provincia superano i 1200&nbsp;mm<ref>Si veda [[Stazione meteorologica di Avellino]].</ref>. Le precipitazioni massime si registrano di solito fra Novembre e Dicembre, le minime tra Luglio e Agosto. Nel corso del semestre freddo (fine ottobre - fine aprile) si verificano sporadiche nevicate, mentre occasionali sono le grandinate estive.
 
In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +3,8&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, è di +21,6&nbsp;°C (si consideri che la stazione meteorologica è ubicata nell'estrema parte alta della città a quota 794 m.). Più nel dettaglio, dall'analisi matematica delle medie termiche mensili si evince che i valori minimi di temperatura si registrano mediamente nell'ultima decade di Gennaio mentre quelli massimi agli inizi di Agosto. <ref name="erg7118.casaccia.enea.it"/>
 
 
{{ClimaAnnuale
| nome = ARIANO IRPINO
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 7.1
| tempmax02 = 7.8
| tempmax03 = 10.4
| tempmax04 = 14.5
| tempmax05 = 18.6
| tempmax06 = 23.6
| tempmax07 = 27.1
| tempmax08 = 27.2
| tempmax09 = 23.2
| tempmax10 = 17.4
| tempmax11 = 12.0
| tempmax12 = 8.8
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 0.6
| tempmin02 = 0.9
| tempmin03 = 3.0
| tempmin04 = 6.1
| tempmin05 = 9.7
| tempmin06 = 13.7
| tempmin07 = 16.0
| tempmin08 = 16.0
| tempmin09 = 13.9
| tempmin10 = 9.6
| tempmin11 = 5.6
| tempmin12 = 2.7
}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]] di Ariano Irpino:<ref>{{cita web|url= http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|titolo= Classificazioni climatiche dei comuni italiani|accesso=19 luglio 2009}}</ref>
** [[Zona climatica]] E;
** [[Grado giorno|Gradi giorno]] 2410.
 
==Origini delBiografia nome==
Nacque a Sanremo il 24 settembre 1911, e dopo aver conseguito il diploma di [[ragioniere]] e perito commerciale presso l'istituto commerciale "Massimo Tortelli" di Genova,<ref name=M4p30/> divenne avanguardista presso la locale Centuria Aviatori, partecipando ai corsi di [[volo a vela]] su libratore Zögling presso il campo d'aviazione di Genova-Casella.<ref name=M4p31>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.31}}</ref> Il 24 maggio [[1932]] si iscrisse al corso di pilotaggio per piloti di complemento della [[Regia Aeronautica]], effettuando il suo primo volo su velivolo [[Fiat AS.1]] il 1 aprile successivo.<ref name=M4p31/> Nell'ottobre dello stesso anno fu nominato [[sottotenente]] pilota di di complemento, e vinto il relativo concorso iniziò a frequantare la [[Accademia Aeronautica|Regia Accademia Aeronautica]] di [[Caserta]], I corso "Marte".<ref group=N>Si classificò al quinto posto su un totale di 54 allievi, e ottenne l'esenzione totale al pagamento delle rette per via del suo alto rendimento scolastico. Si diplomò con un voto di 18/20, il più alto del suo corso ed eccezionale per quel tempo.</ref> Nel settembre [[1935]] è assegnato all'[[11ª Squadriglia]] del [[9º Stormo|9º Stormo Bombardamento Terrestre]], transitando in forza al [[12º Stormo|12º Stormo Bombardamento Veloce]], equipaggiato con i moderni bombardieri [[Savoia-Marchetti S.M.79|Savoia-Marchetti S.79 Sparviero]] nel luglio [[1936]].<ref name=M4p31/>
L'etimologia del nome "Ariano" deriverebbe, secondo la tradizione, dal latino ''Ara Iani'', un altare realizzato in onore del dio [[Giano]]. Piú verosimilmente l'origine risale al nome di persona latino medievale ''[[Ario (nome)|Arius]]'' cui è legato il suffisso -''anus'' che indica appartenenza. La formulazione "Ariano Irpino" (con riferimento alla regione storico-geografica dell'[[Irpinia]]) ha sostituito nel 1930 l'impropria denominazione di "Ariano di Puglia", la quale in realtà traeva origine dal [[Ducato di Puglia e Calabria]] che in epoca [[Normanni|normanna]] gravitava su [[Salerno]] (tale città era considerata all'epoca la "capitale della Puglia" mentre il suo dialetto era il "volgare pugliese"). In ogni caso l'aggiunta di un epiteto al nome "Ariano" era giustificata dalla necessità di distinguere il comune dall'omonimo centro nel [[Ariano nel Polesine|Polèsine]].
 
Pur in servizio al 12º Stormo BV fu iscritto a partecipare alle [[Giochi della XI Olimpiade|Olimpiadi di Berlino]]<ref group=N>A Berlino ebbe modo di conoscere la famosa aviatrice [[Hanna Reitsch]], incontrando anche l'americano [[Charles Lindbergh]] presso l'aeroporto di Berlino-Staaken.</ref> (1-16 agosto 1936) quale pilota di [[aliante]] nelle gare di presentazione di questo nuovo sport olimpico.<ref name=M4p31/> Durante gli allenamenti, eseguiti sull'aeroporto militare di [[Centocelle]] a Roma, aveva portato a quota 1.400 metri il primato italiano di altezza su veleggiatore con l'[[Orion LT.16]].<ref name=M4p31/> Nel gennaio 1937 fu trasferito alla [[207ª Squadriglia]], prtendo per combattere nella [[guerra civile spagnola]] nel marzo successivo in forza alla [[285ª Squadriglia]] dell'[[Aviazione Legionaria]] con il nome di copertura di "Pablo Cini". Volò sui bombardieri S.79 Sparviero e [[Savoia-Marchetti S.M.81|S.M.81 Pipistrello]] insieme ad altri piloti che divennero molto famosi come [[Ranieri Cupini|Samuele Ranieri Cupini]], [[Ettore Muti]], Roberto Dagasso, [[Emilio Pucci di Barsento]], [[Ferdinando Raffaelli]], Giovanni Raina, Adolfo Rebez a svariati altri.<ref name=M4p31/> Partecipò alle fasi iniziali del bombardamento di [[Guernica]] (26 aprile 1937), quando tre S.79, scortati da cinque caccia [[Fiat C.R.32]], bombardarono il ponte della Renterìa e la [[strada]] a [[est]] della città basca, senza colpire l'abitato per espresso ordine del tenente colonnello Morelli.<ref name=M4p33>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.33}}</ref> rientrò in Italia nel settembre [[1938]], venendo assegnato come [[collaudatore]] al I [[Centro sperimentale di Guidonia]] della Regia Aeronautica, di cui era responsabile l'allora colonnello [[Mario Pezzi (aviatore)|Mario Pezzi]].<ref name=M4p33/> Nell'ottobre successivo viene promosso [[capitano]] per merito di guerra,<ref name=M4p34>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.34}}</ref> e nell'aprile [[1939]] partecipa all'[[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|occupazione dell'Albania]], ricevendo un encomio solenne dal Sottosegretario di Stato per l'Aeronautica.<ref name=M4p33/> Nell'agosto dello stesso anno passa al "Reparto alta quota" dove effettua 21 voli di prova sul [[Fiat C.R.32]] per sperimentare il nuovo [[paracadute]] progettato dal tenente colonnello [[Prospero Freri]] che serviva a favorire l'uscita dalla [[Vite (aeronautica)|vite piatta]].<ref name=M4p33/>
==Storia==
===Preistoria===
 
All'[[seconda guerra mondiale|entrata in guerra]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], il 10 giugno [[1940]], è assegnato al 12º Stormo, partecipando alle operazioni contro la [[Royal Navy|flotta inglese]] e contro obiettivi terrestri e navali in [[Medio Oriente]] e nel settore [[Grecia]]–Albania.<ref name=M4p34/> Il 18 ottobre, partendo dall'[[aeroporto di Gadurrà]] nell'isola di [[Rodi]], guida un'azione di bombardamento eseguita da una formazione di quattro [[Savoia-Marchetti S.M.82|S.M.82 Marsupiale]] sulle [[Raffineria di petrolio|raffinerie di petrolio]]<ref>[http://www.dodecaneso.org/bahrein.htm www.dodecaneso.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160802231803/http://www.dodecaneso.org/bahrein.htm |date=2 agosto 2016 }}.</ref> di [[Manama]], nel [[Bahrein]] e questo resta, per quell'epoca, il volo di una formazione di bombardieri portato alla maggiore distanza dalla base di partenza (4.100&nbsp;km percorsi per una durata di 15 ore e 33 minuti). Quel giorno, così come in altri 131 voli di guerra, suo compagno di volo era Ettore Muti, con il quale ha eseguito altri 128 voli di collegamento e 23 di allenamento. Nel novembre 1940 passa in forza al 41º Gruppo Autonomo B.T., divenuto poi 41º Gruppo Aerosiluranti.<ref name=M4p34/> Promosso [[maggiore]] il 23 giugno 1941, con il 41º Gruppo A.S. partecipa ad attacchi contro navi militari e da carico nel [[Mediterraneo]] centrale e orientale fino al settembre [[1942]], quando viene nuovamente assegnato al Centro sperimentale di Guidonia,<ref group=N>Qui ha modo di provare numerosi tipi di velivoli: [[Nardi FN.305]], [[Savoia-Marchetti S.M.89]], [[Reggiane Re.2001|Reggiane Re.2001 Falco II]], [[Caproni Ca.314]], [[Saiman 204]], [[Savoia-Marchetti S.M.84]], [[CANT Z.1018|CANT Z.1018 Leone]], [[Dewoitine D.520]], [[Macchi M.C.202|Aermacchi C.202 Folgore]], [[Liore et Olivier LeO-451]], [[Bristol Beaufighter]], [[Breguet Bre 690|Breguet Bre.693]], Potez 63, ecc, ecc.</ref> in forza al II Nucleo del Reparto di Volo.<ref name=M4p34/>
Le prime tracce di insediamenti umani nella zona sono stati rinvenuti a seguito di scavi archeologici nell'area Nord del territorio cittadino, in località Starza<ref>{{cita conferenza |autore= C. Albore Livadie |titolo= Considerazione sui nuovi scavi a La Starza (Ariano Irpino) e sulle comunità pastorali appenniniche | conferenza= Civiltà della Transumanza|wkautore=Claude Albore Livadie |mese= novembre|anno= 1988 |città= Santa Croce del Sannio |pagine= 32-45 }}</ref>. I reperti, provenienti da un villaggio di capanne preistorico risalente al [[Neolitico]] inferiore, sono datati a partire dal [[VII millennio a.C.]] fino al [[900 a.C.]], quando il sito viene presumibilmente abbandonato.
 
Nel luglio del 1943 è mandato presso il Centro sperimentale della [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] di Rechlin in qualità di ufficiale di collegamento, e lì ha modo di provare in volo i caccia [[Messerschmitt Me 410|Messerschmitt Me 410 Hornisse]] e [[Focke-Wulf Fw 190|Focke-Wulf Fw 190D]]. Rientra in Italia dopo la [[caduta del fascismo]], ed è promosso [[tenente colonnello]] il 16 agosto.<ref name=M4p34/> Il 25 dello stesso mese viene informato dell'uccisione, in circostanze misteriose, dell'amico Ettore Muti, e recatosi in visita alla salma presso la camera mortuaria dell'[[ospedale militare del Celio]], organizza i funerali per il mattino seguente, e sottrae il berretto<ref group=N>Incontrata ai funerali la signora Fernanda Mazzotti, vedova di Muti, le consegna il berretto affinché possa in seguito reclamare giustizia per l'assassinio del marito.</ref> di Muti, che porta evidenti i segni di entrata (dietro) e uscita (davanti) del [[proiettile]] che lo ha ucciso.<ref name=M4p34/>
Alle prime popolazioni [[cultura appenninica|appenniniche]] seguirono gli [[Irpini]], una bellicosa tribù dei [[Sanniti]] della quale però non rimangono (in Ariano come nel resto d'[[Irpinia]]) che scarsissime tracce, probabilmente perché le semplici fortezze che essi costruirono nei punti strategici vennero poi, in epoca [[alto medioevo|alto-medioevale]], sistematicamente riconvertite in ben più imponenti strutture fortificate (torri, rocche, castelli). Pertanto l'eventuale presenza di una roccaforte irpina in cima al "Tricolle" di Ariano (con l'obiettivo strategico di controllare e contrastare le due [[colonia romana|colonie romane]] di [[Benevento]] e [[Lucera]]) rimane un'ipotesi suggestiva ma ad oggi non suffragata da prove.
 
Mandato in licenza l'8 settembre [[1943]], dopo la notizia della firma dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|anglo-americani]] organizza un piano di fuga per sé ed altri aviatori.<ref group=N>Si trattava del maresciallo motorista Francesco Toscano, del tenente Satti, del tenente marconista Zoppi, del tenente dei servizi segreti Venturini, quest'ultimo accompagnato dal fratello.</ref><ref name=M4p34/> Il 16 settembre, avendo sottratto un S.79 ai tedeschi che occupavano l'[[Aeroporto di Roma-Urbe|aeroporto dell'Urbe]] e trasportando una stazione radio clandestina,<ref name=M4p34/> con relativi codici,<ref group=N>Prima di partire prese accordi con il maggiore Santini dei servizi segreti che rimase nella Capitale.</ref> lascia Roma a bordo del trimotore per raggiungere il governo legittimo in [[Puglia]].<ref name=M4p34/> Atterrato a [[Lecce]] dopo un volo a bassissima quota, prosegue per [[Brindisi]] dove incontra il Capo del governo, [[Maresciallo d'Italia]] [[Pietro Badoglio]].<ref name=M4p35>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.35}}</ref> Assegnato allo [[Stato maggiore]] della Regia Aeronautica come caporeparto tecnico e logistico, diviene in seguito capo della Sezione logistica.<ref name=M4p35/> Il 26 novembre [[1944]] inizia attivamente a partecipare alla [[Resistenza italiana|guerra di liberazione]] quale comandante del 28º Gruppo ([[XXVIII Gruppo]]) dello [[Stormo Baltimore|Stormo B.T. "Baltimore"]],<ref name=D6p53>{{Cita|D'Amico, Valentini 1986|p.53}}</ref> subentrando a [[Carlo Emanuele Buscaglia]], nel frattempo deceduto.<ref name=D6p53/> Volando sui [[Martin 187 Baltimore]] Mk.IV/V opera contro obiettivi tedeschi in [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] e nei [[Balcani]],<ref name=D6p54>{{Cita|D'Amico, Valentini 1986|p.54}}</ref> meritando il soprannome di ''Mister Stopping train'' ("signor bloccatreni") per aver colpito in pieno nella stazione di Bos Novi un treno merci carico di munizionamenti il 26 marzo [[1945]].<ref name=M4p35/> Compì l'ultima missione il 5 maggio, quando partito per bombardare lo scalo ferroviario di [[Zagabria]],<ref name=D6p58>{{Cita|D'Amico, Valentini 1986|p.58}}</ref> in [[Croazia]], fu raggiunto in volo dall'avvenuta notizia della fine della guerra.<ref name=M4p35/>
===Dominazione romana===
 
Dopo la fine del conflitto, nel maggio [[1946]], viene destinato al ricostituendo Stato Maggiore dell'Aeronautica con il compito di organizzarne la sezione tecnica del 3º Reparto.<ref name=M4p35/> Il 15 aprile [[1948]] ha l'incarico di ricostruire il centro sperimentale di Guidonia, diventando comandante del Nucleo sperimentale di volo.<ref name=M4p35/> In questo periodo, oltre al collaudo di prototipi e velivoli nazionali ed esteri, organizza l'esecuzione di alcuni voli fotografici di ricognizione in Jugoslavia utilizzando i [[Supermarine Spitfire]] e [[Lockheed P-38 Lightning]] opportunamente modificati.<ref name=M4p35/> Ispirandosi al Bristol 170 Freighter propone la trasformazione degli S.79 ancora funzionanti in cargo bimotore, nonostante l'interesse dello Stato maggiore, ma la SIAI-Marchetti non aderì all'iniziativa.<ref name=M4p36>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.36}}</ref> Infine predispose il trasferimento di una parte del centro sperimentale nella nuova base di [[Aeroporto di Pratica di Mare|Pratica di Mare]].<ref name=M4p36/> Nel marzo del [[1948]] diviene membro della'Associazione per il Turismo Aereo Internazionale (ATAI),<ref name=M4p36/> e il 13 maggio dello stesso anno fu insignito dal Presidente della Repubblica [[Luigi Einaudi]] dell'onorificenza di [[Ordine militare d'Italia|Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia]].<ref name=U9p134>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p.134}}</ref> nel 1949 frequenta il 12º corso Superiore presso la [[Scuola di guerra aerea|Scuola di applicazione dell'AMI]] di Firenze.<ref name=M4p36/>
Di epoca romana è invece il borgo di ''[[Aequum Tuticum]]'', sorto su di un vasto altipiano (in localitã Sant'Eleuterio) a non grande distanza dall'antico insediamento della Starza. Eretto dai [[Roma antica|Romani]] a municipio, Aequum Tuticum si trovava in effetti in una posizione strategica rispetto alle vie di comunicazione dell'antichità in uno snodo tra [[Sannio]], [[Campania]], [[Puglia|Apulia]] e [[Lucania]], al centro dei traffici tra [[Mar Tirreno|Tirreno]] ed [[Mare Adriatico|Adriatico]].
 
Il 17 ottobre [[1950]] assume il comando del [[4º Stormo|4º Stormo Caccia Terrestre]] "[[Francesco Baracca]]", allora equipaggiato con i [[North American P-51 Mustang|North American P-51D Mustang]], che il 20 agosto [[1951]] iniziò a ricevere i nuovi aviogetti [[De Havilland DH.100 Vampire]]. Il 21 settembre successivo, dopo un duro ciclo addestrativo, partì al comando di 16 aerei per [[Wiesbaden]] ([[Germania ovest]]) al fine di partecipare alla grande manovra della [[NATO]] denominata "Cirrus".<ref name=M4p36/> Gli eccellenti risultati gli valsero le congratulazioni del comandante delle forze NATO, generale [[Dwight Eisenhower]], di quello delle forze aeree generale Nordstadt, e del Capo di stato maggiore dell'AM generale [[Aldo Urbani]], e la promozione a [[colonnello]] arrivata il 16 dicembre.<ref name=M4p36/> Nello stesso periodo organizza la prima [[pattuglie acrobatiche|pattuglia acrobatica]] del dopoguerra riconosciuta dallo stato maggiore aeronautica, ''Guizzo'', che in seguito prenderà il nome di "Getti tonanti".<ref name=M4p36/>
Il periodo di massimo splendore arriva comunque in epoca [[Impero Romano|imperiale]], quando il centro diventa un punto di passaggio obbligato poiché all'antica via ''Aemilia'' si aggiungono l'[[Via Traiana|Appia Traiana]] tra il I ed il [[II secolo]] e la successiva [[via Herculea]] nel [[III secolo]], che proprio qui s'incrociano. La città viene citata per la prima volta da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] che in una sua missiva a [[Tito Pomponio Attico]], scriveva proprio da ''Aequum Tuticum'' così dicendo: "sosta obbligata verso l'Apulia e città di elevata condizione sociale in quanto fornita di ogni comodità".<ref>Cicerone, Epistulae ad Atticum.</ref>
 
Il 1 marzo [[1952]] passò al comando del [[5º Stormo|5º Cacciabombardieri]] (poi 5ª Aerobrigata), di stanza sull'[[aeroporto di Verona-Villafranca]], allora equipaggiato con i [[Republic P-47 Thunderbolt|Republic F-47D Thunderbolt]], iniziando la transizione sui nuovissimi [[Republic F-84 Thunderjet|Republic F-84G Thunderjet]] a partire dal mese di aprile.<ref name=M4p37>{{Cita|Moci, Sgarlato 2014|p.37}}</ref> Con questi ultimi esegue con i suoi piloti decolli simultanei, anche notturni, di 24 velivoli in 2'10" e di 36 velivoli in 3'10" e guida voli di formazione con 12, 24, 36 velivoli in occasione di parate militari. Gli eccellenti risultati ottenuti consentirono al suo reparto di essere assegnato alla 56th Tactical Allied Force.<ref name=M4p37/> Negli [[Anni 1960|anni sessanta]], in qualità di capodelegazione, partecipa negli [[USA]] alla valutazione del velivolo [[Lockheed F-104 Starfighter|Lockheed F-104G Starfighter]] e supera in collaudo la velocità di [[Numero di Mach|Mach]] 2,2.<ref name=M4p37/>
[[File:Via Appia map.jpg|left|upright=1.4|thumb|Tracciato delle vie Appia e Traiana.]]
Per meglio chiarire la posizione strategica di [[Aequum Tuticum]] durante l'[[Storia antica|età antica]] si forniscono di seguito ragguagli sulle arterie che vi passavano.
* La ''via Æmilia'' era una strada consolare di [[Repubblica romana|età repubblicana]] la quale, staccatasi dalla [[via Appia antica]] all'altezza di [[Flumeri]], si dirigeva ad ''[[Aequum Tuticum]]'' e ''[[Luceria]]''. La sua esistenza è stata accertata dal ritrovamento di due cippi miliari risalenti al [[II secolo a.C.]] con sopra l'iscrizione ''[[Marco Emilio Lepido|Marcus Aemilius Lepidus]]'' nelle località Manna e S. Lucia di Camporeale ad Ariano Irpino.
* La [[via Traiana]] era un'altra diramazione dell'Appia, da cui si staccava a [[Benevento]] in direzione di [[Brindisi]]. Voluta dall'omonimo imperatore, fu costruita tra il [[108]] e il [[110|110 d.C.]] con l'obiettivo di creare un collegamento veloce tra [[Roma]] ed il principale imbarco per l'Oriente, evitando l'impervio percorso [[appennini]]co dell'[[Via Appia Antica|Appia]]. Essa, proprio dopo l'Appia, rappresenta la seconda grande [[Via Romana]] di penetrazione nell'[[Irpinia]]. Nel territorio irpino toccava i comuni di [[Casalbore]], [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]], Ariano e [[Greci]]. Il tracciato, che qui seguiva vie naturali, coincideva parzialmente col regio [[tratturo]] fino ad [[Aequum Tuticum]], dove il tratturo virava in direzione di [[Venosa|Venusia]], mentre la strada verso Aecae nei pressi dell'odierna [[Troia (Italia)|Troia]]. La [[via Traiana]], a differenza dell'Appia che viene abbandonata dopo la [[Impero romano|caduta di Roma]], continua ad essere percorsa anche durante il [[Medioevo]] sotto [[Goti]], [[Longobardi]] e [[Normanni]], finché non viene sostituita dalla Strada Regia delle Puglie sotto gli [[Angioini]].
* La [[via Herculea]], realizzata da [[Massimiano|Valerio Massimiano]] "l'Erculio" tra il [[286]] ed il [[305]], si staccava dalla [[Traiana]] ad ''[[Aequum Tuticum]]'' per proseguire a sud verso la [[Lucania]] sovrapponendosi in parte al percorso del [[tratturo]].
 
Assume quindi vari incarichi di vertice tra cui: Ispettore dell'Aviazione per la marina (MARINAVIA),<ref name=M4p37/> Sottocapo di Stato maggiore della difesa<ref group=N>Quando erano capi di stato maggiore i generali [[Aldo Rossi]] prima e [[Giuseppe Aloia]] poi.</ref>, comandante della II Regione aerea e presidente della sezione aeronautica del [[Consiglio superiore delle Forze armate]] negli anni [[1969]]-[[1970]].<ref name=M4p37/> Promosso [[generale di squadra aerea]] con incarichi speciali, assume la carica di presidente del Consiglio superiore delle Forze armate sino al [[1971]].<ref name=M4p37/>
Dal [[1972]] al [[1977]] diventa Direttore generale dell'[[aviazione civile]] presso il [[Ministero dei Trasporti|Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione civile]].<ref name=M4p37/>
 
Nel 2000, pubblica ''Scritti e Discorsi - 1940/1998'' per l'Ufficio Storico Aeronautica militare, e in quello stesso anno diviene Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare d'Italia. Con il titolo ''Seguendo la Bandiera - vita di un aviatore'', edito (2001) da Giorgio Apostolo Editore - Milano, ha scritto le sue memorie e nel [[2003]] il libro è stato il vincitore assoluto della 5ª edizione del premio letterario AAA. Si spense a Roma il 1 maggio 2002.
===Medioevo===
La decadenza di ''[[Aequum Tuticum]]'' inizia in concomitanza delle prime [[invasioni barbariche]] nel [[IV secolo]], finché nel [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo|VII]] se ne perde ogni traccia. È a quest'epoca che si fa risalire il primo insediamento sul Tricolle, luogo rialzato e facilmente difendibile. Con l'arrivo dei [[Longobardi]], la conquista di [[Benevento]], sottratta ai [[Impero bizantino|Greci-Bizantini]] da [[Zottone]], e la nascita del [[Ducato di Benevento|Ducato Longobardo]] nel [[571]], il territorio arianese (e, più in generale, irpino) rientra in quella sfera di influenza politica e religiosa, seguendone le alterne vicende fino al suo declino nell'[[XI secolo]]. In particolare alla fine del [[secolo VIII]] vengono erette le primissime strutture fortificate del Castello a difesa dai domini Greci e a quello stesso periodo risale anche la prima attestazione scritta del nome "Ariano".<ref>Leone Marsicano Ostiense, Chronicon con antiquum Sacri Monasterii Casinensis</ref>
 
Il medagliere con le principali decorazioni, buona parte dell'oggettistica e dei documenti, appartenuti al generale Paolo Moci, sono stati donati dalla famiglia al [[Museo storico dell'Aeronautica Militare]] di [[Vigna di Valle]], [[Bracciano]], come pure all'Ufficio storico del 5º reparto dell'AMI, a Roma.
Dopo l'anno [[1000]], in un contesto politico frammentato e di continua belligeranza, viene costituita la [[contea (suddivisione amministrativa)|contea]] d'Ariano ad opera di un gruppo di [[normanni|cavalieri normanni]] capeggiato da [[Gilberto Buatère]] ed assoldati da [[Melo di Bari]], un nobile di origine longobarda, ribelle al dominio bizantino e alleato coi principi longobardi. La contea, che può essere considerata il primo organismo politico posto in essere dai [[Normanni]] nel [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], soppianta il guastaldato tra il [[1016]] ed [[1024]].<ref>[http://www.cesn.it/mezzogiorno.htm CESN].</ref>.
Con i [[Normanni]], che nel giro di pochi anni cancellarono dall'[[Italia Meridionale]] [[Longobardi]] e [[Impero bizantino|Bizantini]], Ariano assunse un ruolo di primaria importanza; venne potenziato il castello e la città divenne uno dei centri più importanti del tempo con una contea che comprendeva anche una parte del [[Sannio]].
Proprio nel castello della città appena ristrutturato nel [[1140]] [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II d'Altavilla]] detto [[Ruggero II di Sicilia|Il Normanno]], vi tenne il suo primo parlamento nella parte continentale del [[Regno di Sicilia]]. Qui emanò le [[Assise di Ariano]], la nuova costituzione del [[Regno di Sicilia|Regno]]. Questo corpus legislativo, una sintesi di tradizioni giuridiche diverse, ispirate al [[diritto romano]], al [[Corpus iuris civilis|Codice Giustinianeo]], all'[[Editto di Rotari]], al [[diritto canonico]], alle testimonianze bibliche e cristiane, verrà adottato quasi integralmente e con poche variazioni nelle [[Costituzioni di Melfi]] di [[Federico II di Svevia]]. Nello stesso anno viene battuto il [[Ducato (moneta)|Ducato]]. Le fonti antiche affermano poi che nel [[1180]] Ariano venne "inghiottita" (con evidente riferimento ai burroni che ancora oggi circondano l'abitato) da un terremoto; in realtà altre fonti coeve<ref>http://www.palazzotenta39.it/files/pdf/I%20TERREMOTI%20DELL'IRPINIA.pdf Terremoto dubbio</ref> non parlano affatto di questo sisma, il quale pertanto potrebbe anche essere stato l'effetto (e non la causa) dell'immane sprofondamento, determinato probabilmente dal [[dissesto idrogeologico]].
 
== Onorificenze ==
[[File:Sud Italia nel 1112.jpg|left|upright=1.4|thumb|L'Italia meridionale nell'XI secolo.]]
=== Onorificenze italiane ===
Con la fine della dinastia [[normanni|normanna]] e l'avvento della [[Hohenstaufen|casa di Svevia]] sul trono del [[regno di Sicilia]], inizia per la città un periodo infelice fatto di guerre saccheggi e devastazioni. In particolare nel [[1255]] [[Manfredi di Sicilia|Manfredi di Svevia]] - figlio di [[Federico II di Svevia|Federico II]] - assedia la città, che aveva appoggiato l'esercito papale contro di lui. Ariano resiste duramente all'assedio grazie alle mura ed alla natura combattiva degli abitanti, finché un gruppo di lucerini, fingendosi disertori dell'esercito di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]], viene accolto nella città. Nella notte, in realtà, essi rivelano la loro doppia faccia, saccheggiandola e distruggendola col fuoco, oltre a farne strage degli abitanti. A ricordo del tragico evento c'è ancora una via chiamata per tale motivo "La Carnale".
 
Più di dieci anni più tardi, nel [[1269]], [[Carlo I d'Angiò]], dopo aver sconfitto [[Manfredi di Sicilia]] nella [[battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] e conquistato il regno, decide di ricostruire la città. In quell'occasione dona in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata al papato, due [[Sacra Spina|spine]] della corona di [[Cristo]] (donategli dal fratello [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] [[re di Francia]] detto [[Luigi IX di Francia|Il Santo]]), ancora conservate in un [[reliquiario]] all'interno della Cattedrale [[Architettura romanica|romanica]] della città.
Durante il regno degli [[Angioini]], la città viene governata da esponenti della famiglia provenzale dei [[de Sabran]] dal [[1294]] al [[1413]]. Tra i vari conti di questo periodo è da ricordare [[Elzearo da Sabrano|S. Elzeario]], figlio di Ermengao, e la moglie Beata [[Delfina di Signe]], due dei quattro patroni di Ariano. Ai primi del Quattrocento la città risente delle alterne vicende della lotta tra [[Angioini]] ed [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] per il possesso del [[regno di Napoli]].
Nel [[1417]] tutta la contea passa a [[Francesco Sforza]], condottiero e futuro [[Governanti di Milano|duca di Milano]]. Nel [[1440]] viene concessa da [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]] nelle mani del [[Siniscalco|Gran Siniscalco]] Inigo de Guevara che si era distinto come uno dei suoi migliori generali durante la conquista del [[Regno di Napoli]]. Nel [[1456]] Ariano, così come gran parte del centro-sud peninsulare, venne distrutta da quello che viene talvolta considerato come il [[terremoto del 1456|terremoto]] piú disastroso registrato in Italia nel corso del [[II millennio]]; ciò accadde quasi nel mezzo del dominio [[Corona d'Aragona|aragonese]] che durerà fino al [[1485]], quando Pietro, figlio di Inigo, perderà la città, a seguito della sua partecipazione alla [[Congiura dei baroni]] contro il Re [[Ferdinando I di Aragona]] ed in favore di [[papa Innocenzo VIII]]. Nell'anno successivo la città rientra nel [[Demanio]] e vi resta fino al [[1495]].
[[File:ariano irpino via russo anzani.jpg|thumb|Veduta della via Russo-Anzani]]
 
Il [[1493]] è un altro anno funesto per Ariano a causa di un'epidemia di [[peste]] che sconvolse [[Napoli]], danneggiando pesantemente l'economia locale, visto che rimase interdetto il transito da e per il capoluogo partenopeo, mentre furono fortemente limitati gli spostamenti all'interno del regno.
 
===Età moderna===
Nel [[1495]] la città sarà comprata da [[Carafa (famiglia)|Alberico Carafa]], il quale riceverà dal re [[Ferdinando II di Napoli]], il titolo di “duca di Ariano” nel [[1498]]. I [[Carafa (famiglia)|Carafa]] la conserveranno fino al [[1532]], quando [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] la concederà ai [[Gonzaga]], per poi passare ai [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]] nel [[1577]]. Sono questi gli ultimi anni del [[Feudalesimo|regime feudale]]. Il 2 agosto [[1585]], infatti, Ariano si riscatta, viene reintegrata nel [[demanio]] e diventa [[Città regia (Italia)|Città regia]], andando a dipendere direttamente dal [[Viceré]] del [[Regno di Napoli]].
Questo status la porterà nei secoli successivi a rimanere fedele alla corona e ad opporsi energicamente ai moti di [[Masaniello]] tra il [[1647]]-[[1648|48]], fino a subire l'assedio ed il saccheggio ad opera dei ribelli napoletani, per aver bloccato il transito del grano a loro destinato dalla [[Puglia]]. Nel [[1732]] Ariano venne rasa al suolo da un terremoto che sconvolse tutto il settore Nord dell'Irpinia.
Nel [[XIX secolo]] si registrò invece una crescita demografica della popolazione, la quale si mantenne in maggioranza fedele ai [[Borbone]] opponendosi ai moti del [[Risorgimento]] e ricadendo poi nella piaga del [[brigantaggio]].
 
===Dopo l'unità d'Italia===
In epoca post-unitaria fu sede del [[circondario di Ariano di Puglia]], fino alla soppressione dei circondari del [[1926]]. Nel [[1868]] il comune aveva infatti ufficialmente acquisito la denominazione (tradizionale ma approssimativa) di '''Ariano di Puglia''' che poi nel [[1930]] venne rettificata in '''Ariano Irpino'''<ref>{{cita libro|cognome= AA. VV.|nome= |titolo=Puglia|annooriginale= 1978|edizione=4|data= |anno= |editore=Touring Club Italiano|città= |ISBN=88-365-0020-X|pagine= 11}}</ref>.
Proprio nel 1930 la cittadina viene violentemente colpita dal [[terremoto del Vulture del 1930|terremoto del Vulture]]. Nei successivi decenni si ebbero altri gravi danni, dapprima nel corso della [[Seconda Guerra Mondiale]], poi ancora a seguito del [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|terremoto del 1962]] quando molti edifici risultarono danneggiati<ref>{{cita web|url=http://www.flanet.org/aseva/evento.asp?WHERE=ID_Evento%20=%2022|titolo=Terremoto dell'Irpinia del 1962.|accesso=10 luglio 2009}}</ref>. Meno cruenti furono invece gli effetti dovuti al [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|sisma]] del [[1980]], il quale provocò danni solo alle strutture più fatiscenti, oltre che ad alcuni monumenti tra
cui il campanile del duomo crollato nella centrale piazza Plebiscito.
Una conseguenza indiretta di tali eventi infausti è stata la notevole espansione urbana verso le aree periferiche mentre la ricostruzione nel centro storico è stata solo parziale.
 
[[File:Ariano Irpino-Stemma.png|150px|right]]
 
===Simboli===
Lo Statuto comunale della Città di Ariano Irpino<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.4,comma 2.|accesso=10 maggio 2009}}</ref> afferma che
{{citazione|Lo stemma del Comune di Ariano Irpino è d'argento ha i tre monti di verde, al naturale, sormontati dalla scritta d'azzurro A I (''Ara Iani'').}}
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine =Cavaliere Coronadi digran Croce cittàBAR.svg
| nome_onorificenza = TitoloCavaliere di Cittàgran croce dell'Ordine militare d'Italia
| collegamento_onorificenza =Ordine Cittàmilitare delld'Italia
|motivazione=''Combattente della Seconda Guerra Mondiale, già più volte decorato per il coraggio e l’abnegazione dimostrati in numerose azioni belliche, si distingueva in maniera particolare per la straordinaria capacità organizzativa, l’eccezionale ardimento e l’altissimo valore quale Comandante di formazioni aeree. Nel periodo successivo alla guerra, per circa 40 anni, ha continuato a servire la Repubblica esprimendo eccelse doti di ideatore e di organizzatore, fino ad assumere elevate responsabilità istituzionali, sempre dimostrando profondo amore per la Patria. Luminoso esempio di cittadino e di soldato, fedele servitore dello Stato e benemerito della Nazione, da additare alle attuali e future generazioni''.
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica<ref name=ACSFascCom>{{Cita web|http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali}}</ref>
|luogo=Decreto del Presidente della Repubblica 2 novembre 2000<ref name= quirinale >[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3457 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
| data = [[26 ottobre]] [[1952]]
}}
{{Onorificenze
 
|immagine=Cavaliere BAR.svg
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia
 
|collegamento_onorificenza=Ordine militare d'Italia
===Architetture religiose===
|motivazione=''Comandante di un gruppo di bimotori da bombardamento, alla testa delle sue formazioni, partecipava a numerose rischiose missioni contro muniti obiettivi, dando costante prova di capacità e di ardimento. Guerra di Liberazione, 16 settembre 1943-7 aprile 1945''.
Nel centro storico di Ariano Irpino si trovano diversi edifici religiosi (tra cui numerose chiese), molti dei quali di antica origine. Quasi tutti però sono andati incontro nel corso dei secoli ad opere di restauro o ricostruzione, più o meno fedele, a causa dei terremoti che non di rado hanno scosso il Tricolle.
|luogo=Decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio [[1948]]<ref name= quirinale/><ref>Bollettino Ufficiale 1948, disp.14, pag.906, e Bollettino Ufficiale Esercito 1948, disp.30, pag.3112.</ref>
 
;Cattedrale:
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)}}
[[File:Basilica Cattedrale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Basilica Cattedrale]]
[[File:ariano irpino cattedrale romanica.jpg|thumb|Cattedrale Romanica (X sec)]]
 
La chiesa cattedrale di Ariano si presenta in stile [[Architettura romanica|romanico]] con la classica pianta a [[croce latina]]. Le tre [[Navata|navate]] dell'edificio, sormontate da [[Volta a crociera|volte a crociera]], si intersecano con il [[transetto]] posto in una posizione rialzata, andando a terminare nel [[presbiterio]]. La [[cattedrale]] è intitolata all'Assunzione di Maria Ss. in Cielo ed a [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], principale protettore della città. Nel 1984 ha ottenuto da [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] il titolo di [[Basilica]] Minore<ref>{{cita web|url=http://www2.diocesiarianolacedonia.it/site/sito%2008-09/Storia_della_Cattedrale/Storia_della_Cattedrale.html|titolo=Diocesi Ariano Irpino - Lacedonia|accesso=15 luglio 2009}}</ref>.
 
;Chiesa di S. Michele Arcangelo:
 
È stata eretta originariamente nell'[[XI secolo]], per poi essere rivista nel [[XVI secolo]] e infine ricostruita nel [[1742]]. Il portale d'ingresso in pietra è del [[1747]]. All'interno si possono ammirare una statua lignea di S. Michele ed il seggio vescovile di stile tardo-catalano del [[1563]].
 
;Chiesa di S.Agostino:
 
Sita in piazza Garibaldi, custodisce l'altare della Consolazione del [[XVI secolo]], sovrastato da un arco in pietra grigia di [[Roseto Valfortore|Roseto]], adornato da fregi e sculture simboliche.
 
;Chiesa di San Pietro alla Guardia:
 
È ubicata nell'antico Rione Guardia e risale al [[1459]]. Sulla facciata presenta un portale tardo-gotico, mentre al suo interno si può trovare un altare [[XV secolo|quattrocentesco]].
 
;Chiesa del Carmine:
 
Situata lungo corso Vittorio Emanuele ai piedi del rione Tranesi, fu edificata nel [[XVII secolo]].
 
;Chiesa di S. Giovanni Battista:
 
La struttura risale al [[XVIII secolo]], sebbene sulla facciata presenti un portale del [[XIII secolo]].
 
;Chiesetta di S. Andrea:
 
Si trova di fianco al Palazzo della Duchessa, non lontana dalla Piazza del Plebiscito. Risale al [[XV secolo]].
 
;Chiesa di S. Anna:
 
Situata in via Mancini alle spalle del Municipio, presenta due altari del [[XVII secolo|Seicento]].
 
;Chiesetta di S. Maria del Loreto:
 
Si trova al di fuori del centro storico, su di una rupe a valle del castello. Venne eretta alla fine del [[XV secolo|Quattrocento]], tanto che la si trova ricompresa nell'inventario del [[1517]] presentato al vescovo [[Diomede Carafa]], in cui la si cita con annessa una camera e un “horto". La sua struttura originaria venne gravemente danneggiata dai terremoti del [[1930]] e del [[1962]].
 
;Chiesa di S. Pietro de' Reclusis:
 
Sita nel rione omonimo ai piedi del centro storico, custodisce affreschi del [[XVI secolo|Cinquecento]]. A lato della costruzione si trova un [[eremo]] in cui passò gli ultimi anni della sua vita [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città e della diocesi.
 
;Santuario di Valleluogo:
 
Si trova a pochi chilometri dal centro nell'omonima vallata tra Ariano e [[Montecalvo Irpino]], nel luogo di un'antica [[Apparizioni e altre manifestazioni mariane|apparizione mariana]]. Situata in un'area ricchissima di acque e di verde, divenne meta di pellegrinaggi fin dal [[basso Medioevo]]; la festa viene celebrata il giorno della [[Pentecoste]]. Al suo interno viene custodita una statua della Madonna risalente al [[XV secolo]]. Nell'area contigua alla chiesetta è stato realizzato un centro di riabilitazione psico-motoria per disabili.
 
;Santuario di San Liberatore:
Situato nella contrada omonima a
3 km dal centro storico, ha origini assai antiche ed è dedicato ad uno dei Santi compatroni della città. E` meta di pellegrinaggi soprattutto in occasione del 15 Maggio.
 
===Architetture militari===
====Il Castello Normanno====
{{D|Castello Normanno (Ariano Irpino)}}
[[File:Castello normanno ariano.jpg|thumb|Il Castello Normanno]]
Il [[castello]] sorge sulla sommità dell'omonimo colle, nella zone più alta e panoramica del territorio cittadino. Edificata in una posizione strategica e di difficile accesso, crocevia tra l'Irpinia, il Sannio e la Puglia, la fortezza domina infatti le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro. Come risulta dai documenti pervenuti fino ai giorni nostri, la sua funzione non è stata tanto quella di proteggere la città da eventuali attacchi provenienti dalle zone limitrofe, quanto quella di ergersi a baluardo per sostenere un assedio in caso di guerra, di modo da frenare l'invasione del regno<ref name=Antuono >{{cita|D'Antuono M. e D'Antuono O.|}}</ref>.
 
La struttura presenta le caratteristiche peculiari dell'architettura aragonese e può essere datata per il profilo costruttivo tra i secoli [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo|XII]]. Di forma pressoché trapezoidale, presenta lati di dimensione diversa e torri disposte ai quattro angoli. Ogni torre è articolata al suo interno con alcuni vani di varia dimensione, più grandi in basso e più piccoli in alto. Il loro diametro varia da 13 fino a 16 metri. I muri di cortina sono muniti di contrafforti ora interrati. I lati più corti sono quelli nord e sud, rispettivamente di 40 e 56 metri circa. I lati est ed ovest, invece, corrono per circa 72 ed 81 metri.
 
Assedi, incuria e terremoti ne hanno accentuato il degrado a partire dal [[XVI secolo]], tanto che nell'[[XIX secolo|Ottocento]] della costruzione originaria non rimangono che i Torrioni, parte della cinta muraria e poche altre costruzioni oggi immerse nel verde della villa comunale. "Da i terremoti fu molto rovinato, di modo che al presente ([[1794]]) non vi esistono, che quattro ben grandi quasi intieri Baloardi, o siano Torrioni, ed alcune altre fabbriche"<ref>{{cita|Vitale T.|}}</ref>.
Il complesso è stato oggetto di un lungo periodo di restauro.
 
====Le torrette====
Nel settore nord-orientale del territorio di Ariano, lungo la valle del [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], si trovano alcune fortificazioni d'epoca medievale, tre torri di avvistamento poste a presidio dei vasti altipiani che si estendono in quelle aree: la '''Torre delle Ciavole''', la '''Torre de li Pizzi''' e la '''Torretta di Camporeale'''. Le costruzioni sono state utilizzate in epoca successiva come [[masseria|masserie]] ed oggi, soprattutto le ultime due, si presentano in condizioni alquanto precarie. Di altre torrette localizzate sull'opposto versante, attorno alle valli del [[Miscano]] e dell'[[Ufita]], restano solo scarse tracce e qualche toponimo (ad es. "Serro della Torre" in località Cristina e "Torre d'Amandi" nella contrada omonima).
 
===Architetture civili===
====I Palazzi storici====
* Palazzo [[Anzani (famiglia)|Anzani]], [[XVII secolo]], sito in Via [[Donato Anzani]] a poca distanza dalla centralissima Piazza del Plebiscito. La struttura è adibita a sede del Museo Archeologico.
* Palazzo Forte del [[XV secolo]] e restaurato nel [[1990]], già sede della [[Sottoprefettura]] di Ariano di Puglia fino al [[1926]]. Ospita oggi il Museo Civico ed il Centro Europeo di Studi Normanni.
* Palazzo Gambacorta, risalente agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]].
* Palazzo De Miranda, del [[XVIII secolo]].
* Palazzo de Piano-d'Afflitto, noto come Palazzo della Duchessa, dei secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo|XVIII]].
* Palazzo Vitale-Pisapia, dei secoli [[XV secolo|XV]]-[[XVI secolo|XVI]].
* Palazzo Vitoli-Cozzo, in via Tribunali, risalente al [[XVIII secolo]].
 
 
====Le fontane====
Un patrimonio della città di Ariano è rappresentato dai cosiddetti "càrpini", le fontane che i viandanti incontravano lungo la Strada Regia delle Puglie, la lunga arteria che collegava Napoli alla [[Capitanata|Terra di Capitanata]]. È tuttora possibile ammirare le seguenti fontane, che mostrano una combinazione di arte, storia e ingegno dell'antica società rurale: il Càrpino della Pila, la Fontana della Maddalena, il Càrpino della Tetta e la Fontana di Camporeale,
Quest'ultima, oggi meglio nota come "Fontana di Ponte Gonnella", fu realizzata per espressa volontà di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] nel [[1757]]. Successivamente, nel [[1858]], fu restaurata e abbellita per ordine di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
 
===Aree naturali===
[[File:Villa Comunale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Villa Comunale]]
====La villa comunale====
La villa comunale è ubicata sul colle più alto della città, estendendosi tutt'attorno al Castello. La sua realizzazione risale al [[1876]], quando cominciò l'ampliamento di quelli che allora erano i giardini del maniero. Il parco oggi si estende su 10.000 [[metro quadrato|m²]] circa ed è ricoperto da una vegetazione lussureggiante tra prati, fiori, arbusti ed alberi d'alto fusto. Tra questi meritano una menzione i secolari [[Cedrus libani|Cedri del Libano]].<ref>{{cita web|url=http://irpiniacom.it/citta_di_ariano/la_villa_comunale.php|titolo=Irpiniacom|accesso=10 agosto 2008}}</ref> Notevole anche l'ombroso viale degli [[ippocastano|Ippocastani]] nei cui pressi si trovano un campo da tennis, un centro di ritrovo per anziani e un parco giochi mentre più oltre sono collocati il monumento a [[Pietro Paolo Parzanese|P. P. Parzanese]], l'antica Croce longobarda e il monumento ai Caduti. Sovente innevata d'inverno, per via delle sue ampie vedute panoramiche è soprannominata ''"il belvedere d'Irpinia"''.
 
====Boschetto Pasteni====
Si tratta in realtà di un vero e proprio bosco d'alto fusto con fitta vegetazione mista ([[Conifere]] e [[Latifoglie]]), localizzato a poca distanza dall'omonimo piazzale. Situato lungo un versante assai fresco e ventilato, dispone di un'area attrezzata per escursionisti. Tra gli alberi presenti spicca un raro esemplare di [[olmo]] plurisecolare, probabilmente immune alla [[grafiosi]].
 
====Panoramica Russo-Anzani====
Questa strada percorre il perimetro delle antiche mura cittadine, parte delle quali sono tuttora visibili. Situata in posizione assai panoramica e soleggiata con esposizione a levante, sovrasta l'unica selva di [[abete|abeti]] presente nel territorio cittadino.
 
====Muraglioni dei Tranesi====
Questi contrafforti si trovano lungo la via omonima e costituiscono l'area delle antiche fornaci dei ceramisti.<ref>([[#Economia#Artigianato|vedi sezione Artigianato]])</ref>
Situati su di una rupe a strapiombo esposta a ponente, rappresentano oggi uno dei punti più arieggiati e panoramici della città.
 
====Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]====
Questo antico tracciato erboso, che attraversa i vasti altipiani situati nel settore nord-orientale del territorio comunale, è legato fin dall'antichità alla transumanza di armenti dall'Abruzzo alla Puglia. Lungo in tutto 114 miglia per una larghezza originaria di 111,60 metri, era anche denominato la “via della lana”. Il tratto che si è meglio conservato fino ai giorni nostri, quello che attraversa la contrada Camporeale, è oggi meta di escursionisti a piedi, in bici o a cavallo. Oltre al Tratturo vero e proprio vi è anche un'interessante diramazione per [[Foggia]], il cosiddetto [[Tratturello]], che ricalca in gran parte l'antica [[via Traiana]] lungo un itinerario costellato da vecchie [[masseria|masserie]] e storici [[casale|casali]].
 
===Siti Archeologici===
Nel territorio di Ariano Irpino sono presenti due siti archeologici, entrambi localizzati a circa 10 km a nord del centro cittadino; si tratta dell'abitato [[neolitico]] della Starza e del centro romano di [[Aequum Tuticum]]. Molti dei reperti rinvenuti in queste aree a seguito degli scavi, attualmente sospesi, sono esposti nel locale Museo Archeologico in quanto entrambi i siti non sono visitabili dal pubblico.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/tutela5.htm|titolo=Archemail - Gli scavi di Aequum Tuticum e della Starza, l'archeologia dimenticata|accesso=25 agosto 2009}}</ref>.
 
====La Starza====
Il sito archeologico della Starza si trova su di una collina gessosa (in passato sfruttata come cava) situata tra il fiume [[Miscano]] ed i torrenti Cupido e Starza.
Gli scavi sono.stati avviati dalla Scuola Britannica di Roma tra il 1957 ed il 1962 e poi proseguiti fra il 1988 al 2000 dalla locale [[Soprintendenze|Soprintendenza archeologica]] sotto la direzione dell'archeologa Claude Albore Livadie.
 
È stato rinvenuto un antichissimo insediamento preistorico risalente al [[Neolitico|Neolitico Inferiore]] (VI millennio a.C.), sicuramente il più antico in [[Campania]].<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano1.htm|titolo=Archemail - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
I reperti rinvenuti testimoniano un'occupazione lunghissima (pluri-millenaria) e ininterrotta durante tutto il Neolitico e l'[[età del bronzo]] fino all'abbandono avvenuto a ridosso dell'[[età del ferro]] ([[900 a.C.]]) e preceduto dalla fortificazione dell'insediamento attraverso l'erezione di una cinta muraria.
 
Tra i rinvenimenti più importanti si possono citare numerosi reperti in ceramica risalenti soprattutto all'età del Bronzo medio ([[XVI secolo a.C.|XVI]]-[[XIV secolo a.C.]]), dapprima non ornati e successivamente incisi ed intagliati. A ciò si aggiunge un quartiere artigianale specializzato nella lavorazione dei metalli.<ref>{{cita web|url=http://www.eptavellino.it/archeologia_2.php|titolo=Ente Provinciale per il Turismo di Avellino - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
 
A non molta distanza, nell'area PIP di Camporeale, lungo il [[Regio tratturo pescasseroli candela|Regio Tratturo]], sono venuti alla luce resti sporadici dell'età del bronzo.nell'ambito di un recinto adibito a [[necropoli]]<ref>{{Cita libro|autore=Claude Albore Livadie|titolo=Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia|anno=1996|editore=Sellino & Barra|città=|pp=17-32|volume=I|capitolo=La Starza di Ariano Irpino}}</ref>.
 
====Aequum Tuticum====
{{vedi anche|Aequum Tuticum}}
Il sito archeologico di [[Aequum Tuticum]] si trova su di un altipiano in località S. Eleuterio, non lontano dal sito della Starza. Scavi compiuti nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]] hanno rivelato un'occupazione compresa tra il [[I|I secolo]] ed [[V secolo]] ed una successiva rioccupazione in [[Medioevo|età medievale]] nel corso del [[XII secolo]]. Le tracce rinvenute mostrano un abitato sviluppatosi sulla direttrice nord-sud, attraversato dalla [[via Traiana]], dall'''Aurelia Aeclanensis'', che collegava quest'ultima all'[[via Appia antica|Appia]] e, successivamente, dalla [[via Herculea]]. Proprio a nord dell'area nei pressi del fiume [[Miscano]], è stato individuato un tratto della [[via Traiana]]. Due aree sepolcrali, invece, sono venute alla luce a sud e ad ovest del sito.<ref>{{cita web|url=http://www.archeosa.beniculturali.it/?center=luogo&id_provincia=1&id_luogo=19|titolo=Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
 
Gli scavi hanno riportato in superficie strutture murarie e testimonianze di epoca romana come ceramiche, iscrizioni, steli funerarie e monete. Il complesso più antico risulta essere una struttura termale risalente al [[I secolo]]. L'ambiente centrale, il ''frigidarium'', presenta un [[mosaico]] in tessere bianche e nere. A questo si aggiungono una serie di ambienti disposti a schiera del [[II secolo]], probabilmente locali adibiti a magazzino o a bottega, al di sopra dei quali venne forse eretta una villa nel corso del [[IV secolo]], come testimonia il rinvenimento di un mosaico policromo.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano.htm|titolo=Archemail - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
 
Il sito fu abbandonato alla fine dell'età antica, presumibilmente in concomitanza con le [[invasioni barbariche]]. Esistono, tuttavia, tracce di una sua rioccupazione in [[Medioevo|epoca medievale]], quando le vecchie mura romane vennero inglobate in quelle di un edificio facente parte del nuovo nucleo abitato denominato "Sant'Eleuterio", poi anch'esso decaduto.
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Ariano Irpino}}
 
===Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[2008]] gli stranieri residenti sul territorio comunale risultavano essere 268 (1,2% del totale), di cui 98 maschi e 170 femmine.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2008/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R15&Pro=P064&Com=5&paese=A9999&submit=Tavola|titolo= Dati Istat al 31 dicembre 2008|accesso= 7 agosto 2010}}</ref>
 
Le comunità più numerose sono le seguenti:
* [[Romania]] 105
* [[Albania]] 49
* [[Polonia]] 28
* [[Ucraina]] 26
 
 
=== Religione ===
La città è sede della [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia]], suffraganea dell'[[Arcidiocesi di Benevento]]. In particolare nell'ambito cittadino si contano 15 [[parrocchia|parrocchie]] e 4 [[santuario|santuari]] diocesani.<ref>http://www.diocesiarianolacedonia.it/</ref>
 
Sul territorio comunale sono presenti inoltre piccole comunità di membri dell'[[Esercito della Salvezza]] e dei [[Testimoni di Geova]].
 
===Tradizioni e folklore===
Gli elementi tradizionali e folkloristici tuttora vivi condividono un'evidente matrice contadina a sfondo religioso. Gli eventi più rilevanti sono due e simboleggiano l'inizio e la fine dell'annata agraria.
 
Il ''"faóne'' (=grande falò) ''di San Giuseppe"'' consiste nell'accensione simultanea, al crepuscolo del 19 Marzo,.di molti falò (uno per ciascuna contrada cittadina) e dall'allestimento di altrettanti bivacchi.
 
La ''"giornata del Ringraziamento"'' si svolge invece in una domenica del tardo autunno al termine dell'ultimo raccolto dell'annata, quello delle olive (la data precisa varia quindi di anno in anno). Da ciascuna contrada tanti carri agricoli addobbati con i prodotti della terra confluiscono nella piazza del [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Duomo]] ove il carro più originale viene prescelto e premiato.
 
===Lingue e dialetti===
Nell'ambito del territorio comunale accanto alla [[lingua Italiana]] si parla il dialetto arianese, il quale costituisce una forma peculiare del [[Dialetto irpino|vernacolo irpino]], appartenente a sua volta alla grande famiglia dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]].
Le caratteristiche della parlata arianese sono in effetti piuttosto atipiche rispetto ai dialetti del resto della provincia per via della posizione geografica del comune. Ariano, infatti, si trova in prossimità del margine settentrionale del [[Irpinia|Sannio irpino]], a ridosso dei territorio [[Daunia|dauno]]-[[Puglia|pugliese]]; di conseguenza, se da un lato la parlata arianese ha potuto così resistere relativamente meglio all'invadente contaminazione [[dialetti campani|campana]] in generale e [[dialetto napoletano|napoletana]] in particolare ([[Napoli]] divenne capitale del [[Regno di Napoli|Regno]] fin dal [[secolo XIII]]), dall'altro lato è rimasta esposta in qualche misura alle influenze [[dialetti della Puglia|dialettali pugliesi]] (e più precisamente [[dialetti della Puglia#gruppo dei dialetti alto-maridionali|daune]]), piuttosto evidenti soprattutto a livello [[fonetica|fonetico]].
 
In effetti fra i tratti salienti della parlata locale c'è la '''pronuncia''' delle vocali "e" ed "o" che sono tendenzialmente chiuse, mentre nel resto dell'[[Irpinia]] prevale ovunque il timbro aperto.
Diverso anche il modo di pronunciare la vocale "a" che ad Ariano tende parzialmente verso la "e" mentre altrove in [[Campania]] tende piuttosto verso la "o".
Si consideri poi l'anomala alternanza tra gli ''''ausiliari "avere" ed "essere" ''' nei tempi composti:
* ''à ritto'': hai detto;
* ''è `dditto'': ha detto.
In realtà quest'ultimo costrutto potrebbe essere derivato da un più antico "à `dditto" ove il successivo passaggio da "à" a "è" sarebbe dovuto a un influsso pugliese. In effetti nel resto dell'[[Irpinia]] si dice ovunque "à `dditt".
 
Del resto sono ben evidenti la differenze che contraddistinguono la parlata arianese dai dialetti limitrofi e comunque anche questi appaiono diversi gli uni dagli altri. Addirittura qualche differenza si avverte perfino tra una zona e l'altra dello stesso comune; così ad esempio la parola "dietro" viene tradotta in dialetto come ''"addréto"'' nel settore Nord del territorio di Ariano, mentre ''"arrét"'' lungo il versante Sud della medesima città (da notare però come entrambe le forme presentino la tipica "e" tonica chiusa).
 
Condiviso invece almeno da tutti i comuni del comprensorio arianese (ma non dal resto dell'[[Irpinia]]) e con analogie anche in talune altre aree [[Appennini|appenniniche]] è il modo d'uso degli '''articoli determinativi'''.
Infatti gli articoli "il", "lo" vengono tradotti ''"lu"''; tuttavia quando si tratta di cose non numerabili ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Lu cuccio'': il coniglio;
* ''Lu viccio'': il tacchino;
* ''Lu razzo'': il braccio;
* ''Lu zuóppo'': lo zoppo;
* ''Lu zinno'': l'angolo;
* ''Lu squiccio'': lo schizzo;
* ''Lu `ffierro'': il ferro;
* ''Lu `llardo'': il lardo;
* ''Lu `fforte'': il piccante.
.
Gli articoli "i", "gli", "le" vengono tradotti tutti ''li''; tuttavia quando "li" deriva da ''"le"'' ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Li ciucci'': i somari;
* ''Li zappielli'': i sarchielli;
* ''Li ualani'': i villani;
* ''Li mbriachi'': gli ubriaconi;
* ''Li strazzati'': gli straccioni;
* ''Li zuócculi'': gli zoccoli;
* ''Li `ccàsire'': le case;
* ''Li `ccosse'': le gambe;
* ''Li `qquatrare'': le ragazze.
 
 
Vi sono poi altri elementi che accomunano il dialetto arianese non solo a tutta l'Irpinia ma anche a diverse regioni circostanti, come ad esempio il fatto che i '''verbi''' all'infinito subiscono il '''troncamento''' dell'ultima sillaba, fenomeno questo diffuso dall'[[dialetti abruzzesi|Abruzzo]] alla [[dialetti lucani|Lucania]]. Alcuni esempi sono:
* ''fatià'' (lavorare), ''sparagnà'' (risparmiare), ''rancicà'' (graffiare), ''struppià'' (massacrare);
* ''tiné'' (possedere), ''caré'' (cadere), ''ascì'' (uscire), ''mpaccì'' (impazzire);
* ''accìre'' (uccidere), ''strùre'' (distruggere), ''sàglie'' (salire), ''fùie'' (fuggire).
 
 
Sono comunque numerosi i fenomeni linguistici che, almeno a grandi linee, sono condivisi dalla generalità dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]]: a puro titolo di esempio si possono citare l''''[[accusativo alla greca]]''' (ad es. ''"lu faccistuort"'': "chi ha il viso torvo") e l''''[[accusativo preposizionale|accusativo con preposizione]]''' (ad es. ''"mica aviss vist`a Ppashcale?"'': "per caso hai visto Pasquale?"), quest'ultimo diffuso anche nel [[lingua siciliana|siciliano]].
 
A livello sintattico troviamo poi il fenomeno della '''[[metafonesi]]''', comune, oltre che a gran parte dei [[dialetti meridionali|dialetti centro-meridionali]], anche a quelli di talune zone interne della [[Sicilia]]. Tale fenomeno consiste nel cambiamento di una vocale nella parola a causa dell'influsso di altra vocale nel passaggio dal genere maschile a quello femminile, dal singolare al plurale oppure tra le varie persone dei verbi. Di seguito alcuni esempi:
* ''vaglione'' (ragazzo) opposto a ''vagliuni'' (ragazzi);
* ''prèvete'' (prete) opposto a ''priéviti'' (preti);
* ''róssa'' (rossa) opposto a ''russo'' (rosso).
* ''ròssa'' (grande, al femminile) opposto ''ruóssu'' (grande, al maschile)
* ''accòglio'' (raccolgo) opposto a ''accuógli'' (raccogli)
* ''vuléss'' (vorrei, oppure vorrebbe) opposto a ''vulìss'' (vorresti).
 
La metafonesi rappresenta del resto un tratto assai antico mentre altri mutamenti fonetici sono sopravvenuti in epoche successive. Ne è una dimostrazione la parola ''"vosco"'' (="bosco d'alto fusto"), di probabile origine [[Ostrogoti|ostrogota]] (''bôsk'' nell`[[Lingue germaniche|antico germanico]]), la quale mostra sì il passaggio da "b" a "v" (tipico dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]] e del [[Lingua siciliana|siciliano]]) ma non la metafonesi, il che ci garantisce che a quell'epoca tale fenomeno si era già interamente compiuto e dunque non poteva produrre più alcun effetto sulle parole sopraggiunte tardivamente. Una conferma in tal senso ci è data dalla contrapposizione fra ''"Sant'Antuono"'' (="[[Sant'Antonio Abate]]", morto nel [[IV secolo]]) e ''"Sant'Antonio"'' (="[[Sant'Antonio di Padova]]", morto nel [[XIII secolo]]).
 
Naturalmente anche il passaggio da "b"a "v" deve essere avvenuto in una determinata fase storica oltre la quale ha cessato di produrre ogni effetto. Ad esempio possiamo certamente affermare che tale trasformazione è avvenuta dopo che nel dialetto arianese era penetrata la parola ''"vrénna"'' (significante "crusca" e derivante dall'[[lingua francese antica|antico-francese]] ''bren'', a sua volta di origine [[lingue celtiche|celtica]] ossia pre-latina) ma prima che vi si introducesse la parola ''"buttéglia"'' (la quale, parallalamente all'italiano "bottiglia", deriva dal [[lingua francese|francese moderno]] ''bouteille'' che a sua volta trae origine dal latino ''butticula'' ossia "piccola bótte").
 
Altre trasformazioni fonetiche sono poi avvenute in [[epoca moderna]]. Ne è prova il fatto che ad esempio la parola ''"nnóglia"'' (derivante dal francese ''andouille'' alla fine del [[medioevo]] e indicante un particolare tipo di insaccato) ha subìto l'assimilazione da <nd> a <nn>, segno che tale fenomeno si è compiuto non prima che il termine entrasse a far parte del lessico dialettale; del resto ancora nel [[secolo XV]] il toponimo de "La Manna" era attestato come "Amando" o "Amandi" (lo stesso accadeva per Il vicino comune di [[Panni]], citato come "Pandi" o "Panda"). Ciò significa che ad esempio il termine dialettale ''"tanno"'' (che significa "allora", dal latino "tam") in origine non doveva rimare con ''"quanno"'' (="quando", dal latino ''quando'') poiché quest'ultima parola deve essere stata pronunciata ''[quando]'' o ''[quand]'' fino al momento dell'avvenuta assimilazione del gruppo consonantico <nd>. Si sottolinea però che ormai anche tale fenomeno ha già cessato di produrre effetti, tanto che i termini penetrati nel dialetto in epoche ancora posteriori non ne hanno più risentito (ad es. ''"nduvinà"'' dall'italiano "indovinare").
 
Tuttavia proprio nell'epoca attuale si stanno verificando alcune altre modifiche fonetiche, le quali perdipiù non sono ancora giunte a compimento: un esempio è costituito dal passaggio da <nt> a <nd>, tant`è vero che la frase italiana "quanti ne siete?" può essere trascritta in dialetto sia ''"quanti ni site?"'' sia ''"quandi ni site?"''. Ad oggi la pronuncia fluttua liberamente fra le due forme in quanto l'innovazione ''"quandi"'' non si è ancora definitivamente affermata mentre la vecchia forma ''"quanti"'' è considerata ancora accettabile (in alternativa si potrebbe congetturare che nel dialetto esiste una consonante del tutto particolare, la quale avrebbe un suono intermedio tra la "t" e la "d").
 
In quanto al lessico, occorre innanzitutto chiarire che le parole derivanti dall'antico sostrato [[Lingua osco-umbra|osco]], ossia dalla lingua pre-latina parlata dalle antiche popolazioni [[Italici|italiche]] ([[Sanniti]], [[Irpini]], ecc.), non sono molto numerose. Vi sono comunque alcuni vocaboli associati fin dalla piú remota antichità alla tecnica agro-pastorale, come ad esempio la parola ''"stiero"'' (="letame"), che non può essere derivata dal latino ''stercus'' altrimenti si sarebbe dovuto avere ''[stierco]'' (così come da ''porcus'' è derivato ''"puorco"''); ciò fa presupporre l'esistenza di una forma osca (pre-latina) ''sterux'' da cui forse anche il latino "stercus" ha tratto origine (in alternativa si potrebbe ipotizzare una comune matrice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]]).
Altri nomi di origine pre-latina sono rimasti in uso perché adoperati principalmente dal volgo nel linguaggio osceno; in effetti una buona metà delle parole dialettali indicanti le parti anatomiche dell'apparato genitale femminile o maschile sono di derivazione osca. Altri termini ancora sono sopravvissuti perché utilizzati spesso come toponimi: un esempio è dato dalla parola ''"pishcóne"'' (="macigno") derivato da una radice osca ''peskl'' che si ritrova in numerosissimi toponimi in area sannitica come ad esempio Pescolamazza (oggi [[Pesco Sannita]]), [[Pescocostanzo]], [[Pescopagano]], [[Pescosolido]], [[Pescolanciano]], [[Pescorocchiano]] e tanti altri ancora.
Ed infatti taluni nomi di origine osca sopravvivono solo come toponimi: è il caso di (S.Maria a)''"Tuoro"'', analogo a tanti altri nomi simili diffusi sia in [[Irpinia]] (ad. es. [[Montoro]]) che nel [[Sannio]] (ad es. [[Toro (Italia)|Toro]]).
 
In effetti la stragrande maggioranza del lessico dialettale attuale è costituito da [[latinismo|latinismi]], il che è normale per un [[lingue romanze|idioma romanzo]]. Alcuni di essi sono andati perduti nel corso dei secoli, ma tantissimi si conservano, specialmente negli ambiti più tradizionalisti come quello contadino. Ecco alcuni esempi:
* ''«lóta»'' ([[fango]]) da ''luta'';
* ''«fungi»'' ([[funghi]]) da ''fungi'';
* ''«accio»'' ([[Apium graveolens|sedano]]) da ''apium'';
* ''«ciraso»'' ([[Prunus avium|ciliegio]]) da ''cerasus'';
* ''«cucózza»'' ([[Cucurbita maxima|zucca]]) da ''cucutia'';
* ''«jéta»'' ([[Beta vulgaris|bietola]]) da ''bleta'';
* ''«làssina»'' ([[senape]] selvatica) da ''lapsana'';
* ''«fràscino»'' ([[Fraxinus ornus|frassino]]) da ''fraxinus'' (da cui il toponimo ''"Frascineta"'');
* ''«cuorno»'' ([[Cornus mas|corniolo]]) da ''cornus'' (da cui il toponimo ''"Curneta"'', erroneamente trascritto "Orneta");
* ''«saúco»'' ([[Sambucus nigra|sambuco]]) da ''sabucus'', esso stesso toponimo.
* ''«milogna»'' ([[Meles meles|tasso]]) da ''meles'';
* ''«pica»'' ([[Pica pica|gazza]]) da ''pica'';
* ''«tàuro»'' ([[Bos taurus|toro]]) da ''taurus'';
* ''«àino»'' ([[agnello]]) da ''agnus'' (evidentemente in latino la "g" e la "n" venivano pronunciate separatamente, non essendosi ancora realizzata l'assimilazione che si ritrova invece nella parola italiana "agnello").
 
Sporadici e remoti sono invece i termini di origine [[Lingua greca|greca]], peraltro non tutti pervenuti contemporaneamente: la fonologia consente infatti di distinguere fra parole [[Lingua greca antica|greco-antiche]] (ad esempio ''"cìcino"'' che significa "orcio", nonostante che derivi dalla stessa radice del termine italiano "cigno", in greco ''kŷknos'') e parole [[Lingua greca bizantina|greco-bizantine]] (ad esempio ''"chìchilo"'' che significa "fusillo elicoidale" dalla cui radice greca ''kŷklos'' è stata poi coniata la parola italiana moderna "ciclo"). In effetti alla fine del [[secolo IX]] i [[Impero bizantino|Bizantini]], partiti dalla [[Puglia]], erano riusciti a occupare [[Benevento]] che poi tennero per diversi anni; dovette essere proprio allora che si affermò il toponimo "Sant'Eleuterio", chiaramente bizantino e sinonimo di "San Liberatore" (toponimo anch`esso ma appioppato a tutt'altra zona del territorio comunale).
 
Non manca qualche termine di origine [[Lingua araba|araba]] giunto attraverso le incursioni [[Saraceni|saracene]], ad esempio ''"taùto"'' che vuol dire "bara" (dall'arabo ''tabút'') oppure ''"zirro"'' che significa "barile per olio" (dall'arabo ''zir'').
 
Frequenti invece le parole [[Lingue germaniche|germaniche]], apportate dapprima dagli [[Ostrogoti]] e poi anche dai [[Longobardi]]; un esempio davvero significativo è rappresentato da ''"La Wardia"'' (="la Guardia"), nome del più antico quartiere cittadino situato proprio ai piedi del Castello; un altro toponimo è costituito da ''"Gaudiciello"'', derivante dalla parola longobarda ''waud'' avente il significato di "bosco" con l'aggiunta però di un diminutivo tipicamente latino (quindi Gaudiciello = boschetto). Rare e posteriori invece le parole di origine [[lingua inglese|inglese]], come ''"fenza"'' (="recinzione"), da ''fence''.
 
Sono presenti inoltre molte influenze della [[lingua francese]], compresi diversi vocaboli come ad esempio ''"ciambata"'' ("calcio", da ''jambe'' che a sua volta deriva dal latino ''gamba'') o ''"sciarabballo"'' ("calesse", da ''char-à-bancs'' ossia "carro a banchi").
Notevole è stato poi l'influsso [[lingua spagnola|spagnolo]], che si può riscontrare non solo in alcune strutture sintattiche, quali l'uso del verbo ''"stà"'' (=stare) che ricalca quello di ''estar'', ma anche nel lessico. Sono comuni, infatti, termini come ''"rubbricà"'' (=seppellire, dal verbo ''lobregar'' a sua volta risalente al termine latino ''lugubris'') oppure ''"abbushcà"'', che può significare secondo i casi “guadagnare” o “prendere schiaffi” e che deriva dallo spagnolo ''buscar''.
 
Si sarà notato come la parola ''"abbushcà"'' mostri un'inflessione fonetica chiaramente napoletana. In effetti quasi tutte le parole derivate da idiomi stranieri sono pervenute non direttamente dalle rispettive lingue madri, ma per tramite di altre parlate regionali di piú alto rango, soprattutto il [[dialetto napoletano|napoletano]], ma anche il [[dialetto beneventano|beneventano]], il capuano e il salernitano (Ariano è stata soggetta per tre secoli al [[Ducato di Benevento]] e per ben cinque secoli al [[Regno di Napoli]], tuttavia in una fase intermedia si imposero anche i Principati di [[principato di Capua|Capua]] e [[principato di Salerno|Salerno]]).
 
Del resto le stesse considerazioni valgono anche per i termini latini pervenuti a posteriori: si noti ad esempio la differenza tra ''"scopa"'' nel significato di "arnese per spazzare" e ''"shcopa"'' nel senso di "gioco di carte", il quale ultimo mostra nella fonetica la chiara derivazione napoletana.
Tuttavia, nel periodo storico di massimo splendore della storia di Ariano (epoca [[Normanni|normanna]]), è anche accaduto che qualche parola penetrasse nel dialetto arianese direttamente dalla lingua d'origine; è il caso di ''"pàccio"'' (="pazzo") che deriva non dal salernitano ''pazz'' (che è invece all'origine della parola italiana "pazzo"), ma direttamente dall'antico-francese ''page'' ossia "paggio" (i paggi avevano una pessima nomea, da cui il detto "être effronté comme un page"). Diverso è invece il caso di ''"pazzià"'' (=scherzare) che deriva, questo sì, dalla parlata napoletana.
 
A partire dalla seconda metà del [[XIX secolo]], il dialetto è stato poi contaminato (ma al tempo stesso arricchito) da moltissime parole di origine [[Lingua italiana|italiana]], le quali comunque sono anch'esse banalmente distinguibili da quelle derivate direttamente dal [[Lingua latina|Latino]] (ad es. ''"lu cerchio"'', che significa "il cerchione", rispetto a ''"lu circhio"'' che invece significa "il cerchio").
D'altra parte vi è anche un influsso inverso, ossia del dialetto sull'italiano parlato localmente, il quale pertanto mostra caratteri differenziati rispetto all'italiano standard.
 
==Cultura==
===Istruzione===
 
====Università====
 
Biogem Campus<ref>[http://www.biogemcampus.com/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=145 Life &amp; Mind Science School]</ref> promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
a) Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche;
b) Dottorati di Ricerca;
c) Master Internazionale di II livello in Biogiuridica;
d) Master Post Universitario UIIP<ref>[http://www.uiip.it]</ref>.
 
====Ricerca====
 
Ariano è sede del Centro Europeo di Studi Normanni (CESN). L'istituto è sorto il 7 ottobre 1991 per iniziativa di un gruppo di studiosi italiani, francesi e inglesi, al fine di promuovere attività di ricerca sulla [[Normanni|Civiltà Normanna]] nell'[[Medioevo|Europa medievale]].
 
Nell'area PIP ha sede il Centro di Ricerche Biogem<ref>http://www.biogem.it/pillolebiogem.pdf</ref> (Biologia e genetica Molecolare). Inaugurato il 14 luglio 2006 alla presenza del premio Nobel [[Rita Levi-Montalcini]], ha la missione di contribuire all'avanzamento della ricerca scientifica, al trasferimento delle conoscenze al mondo della salute e dell'industria, all'offerta di formazione e divulgazione scientifica, alla realizzazione di servizi avanzati nelle discipline collegate alle Life and Mind Sciences ([[Biologia]], [[Medicina]], [[Biotecnologia|Biotecnologie]], [[Bioetica]], [[Biogiuridica]], [[Bioinformatica]], Gestione dell'innovazione e della conoscenza).
Biogem, che ha ospitato diversi premi Nobel ([[Rita Levi-Montalcini]], [[Torsten Wiesel]], [[Renato Dulbecco]], [[Mario Capecchi]]) ottenendo importanti riconoscimenti, ospita annualmente il Meeting "[http://www.biogem.it/l2c_2014.pdf Le Due Culture]". La struttura promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
a) ''Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche'';
b) ''Dottorati di Ricerca'';
c) ''Master Internazionale di II livello in Biogiuridica''; d) "Master Post Universitario UIIP"<ref>http://www.uiip.it/home/</ref>. Biogem ospita il ''[http://www.biogem.it/DOCUMENTI/biogeo.pdf Museo di Storia della Terra e della Vita]''. Il 18 ottobre 2013 è stato inaugurato il ''Laboratorio di genetica forense'' distinto in quattro aree intercomunicanti, ciascuna con una sua specificità funzionale: “Foto documentazione e campionamento”; “Estrazione del DNA”; “Amplificazione del DNA”; “Post Amplificazione del DNA”.
 
====Scuole====
 
In ambito cittadino sono fruibili i seguenti indirizzi didattici:
* Liceo Classico
* Liceo Scientifico
* Liceo Linguistico
* Liceo delle Scienze Umane
* Liceo Artistico
* Istituto Tecnico per Amministrazione, Finanza e Marketing
* Istituto Tecnico per i Sistemi Informativi Aziendali
* Istituto Tecnico per Costruzioni, Ambiente e Territorio
* Istituto Tecnico per la Chimica, i Materiali e le Biotecnologie
* Istituto Tecnico per la Meccanica, la Meccatronica e le Energie
* Istituto Tecnico per l'Elettronica e l'Elettrotecnica
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità alberghiera
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per le produzioni industriali
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per la manutenzione tecnica.
 
 
====Biblioteche====
 
===== Biblioteca Comunale P.S. Mancini =====
Si trova nel centro storico della città e comprende 20.000 volumi circa, nonché stampe che vanno dal [[XVI secolo|Cinquecento]] al [[XVIII secolo|Settecento]]. La raccolta venne costituita nel [[1870]] grazie all'acquisizione delle opere custodite nei Conventi Francescani e Scolopi di Ariano, nella Biblioteca dei Francescani di S. Giovanni del Palco a [[Lauro (Italia)|Lauro]], dai Francescani di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]] e [[Casalbore]] e dagli Alcantarini di [[Mirabella Eclano]].
 
Nel [[1866]], infatti, vennero soppressi gli Ordini e le Corporazioni Religiose, mentre i relativi bene furono [[Secolarizzazione dei beni ecclesiastici|secolarizzati]]. A seguito dell'atto di eversione ecclesiastica compiuto dal nascente Stato unitario, tutti i manoscritti che si trovavano negli edifici loro appartenenti vennero devoluti ad istituzioni pubbliche e musei delle rispettive provincie. Per la costituzione della biblioteca arianese fu determinante l'azione di [[Pasquale Stanislao Mancini]], cui la collezione è intitolata.
 
===== Biblioteca Diocesana =====
Conta circa 10.000 opere e l'archivio della curia vescovile. La sua ubicazione è all'interno dell'omonimo museo.
 
====Musei====
 
=====Museo della Civiltà Normanna=====
Situato all'interno del Castello e costituito da un'importante raccolta di monete normanno-sveve e da un fondo di altre monete medievali. Fanno inoltre parte del patrimonio museale: pergamene, cinquecentine, incisioni, un piatto argenteo di evangelario e materiali lapidei. Importanti le riproduzioni tra le quali, di gran pregio per qualità e dimensioni, quella del mantello di Re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], indossato nell'incoronazione.
 
Nella sala delle armi, intitolata all'ing. Mario Troso, sono in mostra 220 esemplari autentici di armi che coprono 2000 anni di storia. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: [[alabarda|alabarde]], picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo [[pilum]] romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della [[battaglia di Hastings]], recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l'epopea normanna in Europa, spiccano un'armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII secolo e un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.
 
===== Museo Civico e della Ceramica =====
Si trova a Palazzo Forte, in via D'Afflitto. All'interno si possono ammirare una raccolta di ceramica locale risalente al [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]] ad uso domestico o ornamentale ed una donazione privata di ceramiche meridionali-adriatiche risalente al IV-V secolo a.C. Alle ceramiche si sommano rare edizioni a stampa dei secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] provenienti dalle librerie di conventi che sorgevano sul territorio e che furono soppressi nel corso dell'[[XIX secolo|Ottocento]], nonché la fototeca civica dal [[1865]] al [[1955]].
 
===== Museo Archeologico =====
Ospitato dal Palazzo Anzani, vi si trovano reperti archeologici rinvenuti nell'insediamento sulla collina della Starza, corredi funebri ritrovati nelle tombe a tumulo di un insediamento sannitico di [[Casalbore]], reperti romani provenienti da [[Aequum Tuticum]] ed altri oggetti d'interesse storico rinvenuti nel comprensorio.
 
===== Museo Degli Argenti =====
Ha sede nell'ex Tesoreria della Cattedrale dell'Assunta. Conserva tra l'altro un ostensorio d'argento di Pietro Vannini, il reliquario contenente le [[Sacra Spina|Sacre Spine]] della corona di [[Cristo]], donate da [[Carlo I d'Angiò]] al Vescovo di Ariano, e la statua in argento del Santo Patrono della città, risalente al [[XVII secolo]].
 
===== Museo Diocesano =====
Ospita pitture del [[XVII secolo|Seicento]] e [[XVIII secolo|Settecento]] napoletano, tra cui "l'Annunciazione" del pittore fiammingo Wenzel Cobergher, altre opere lignee e marmoree oltre ad un gran numero di oggetti ed arredi sacri. Al suo interno è ubicata la Biblioteca Diocesana che conta circa 10.000 opere e l'archivio storico della Curia Vescovile.
 
===== Museo Arcucci =====
Custodito dalle [[Suore dello Spirito Santo]], conserva documenti di archivio delle monache Benedettine Cassinesi di Ariano risalenti al periodo tra il 1565 ed il 1877, volumi della biblioteca, arredi e oggetti sacri.
 
===== Museo di Storia della Vita e della Terra "Biogeo" =====
Sito all'interno del centro di ricerca e campus "Biogem". Biogeo ha lo scopo di illustrare l'origine e l'evoluzione della vita sulla Terra. Al suo interno sono esposti numerosi fossili ed è possibile ammirare i resti di un [[allosaurus|allosauro]]. Infine, è da poco stata inaugurata la Quadrisfera, una struttura ideata dal fisico italiano [[Paco Lanciano]], che consente di assistere ad una multiproiezione di quattro filmati sincronizzati in un caleidoscopio tecnologico, grazie ad un complesso gioco di monitor e specchi, come nel centro di una sfera. L'allestimento multimediale racconta, in pochi suggestivi minuti e con suoni ed immagini di grande forza comunicativa, gli eventi legati all'origine e all'evoluzione della terra e della vita.
 
=== Media ===
 
==== Radio ====
''Radio Canale 4'' è stata un'emittente radiofonica fondata negli anni '90. Modulava su 102,7 sulle province di Avellino e Benevento e in streaming su www.radiocanale4.it. La radio ha spento le sue frequenze a seguito della conversione in Ai Radio.
 
''Ai Radio'' emittente radiofonica che nasce dalle ceneri di Radio Canale 4 e modula in Fm sulle province e città di Avellino e Benevento con la 107,7. Ha iniziato i programmi il 10 novembre 2014 dopo aver apportato una serie di cambiamenti alla struttura sia tecnica che artistica.
Si occupa principalmente di informazione locale condotta in diretta con aggiornamenti riguardanti le notizie del territorio su cui si estende la copertura, ovvero le province di Avellino e Benevento. Durante il giorno si susseguono le dirette con professionisti dell'intrattenimento radiofonico.
 
==== Televisione ====
''Canale 58'' è l'emittente televisiva cittadina, fondata da Pietro Puopolo (presidente) e Amleto Bevere (amministratore delegato e responsabile di rete) unitamente ad un gruppo di imprenditori soci, diretta da Gianni Raviele, ex vicedirettore del [[TG1]]. Nata alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]], si caratterizza per un palinsesto focalizzato sull'informazione regionale. Infatti nel 2013 l'emittente televisiva, oltre ad ampliare la copertura territoriale estendendola a tutte le province campane, si è dotata di un sito web: www.canale58.com con servizi rubriche ed altro.
 
===Cucina===
 
La cucina arianese rispecchia le tradizioni contadine e pastorali del luogo. I piatti principali si preparano con prodotti “poveri”, soprattutto verdure; la carne più utilizzata è quella di [[Sus scrofa domesticus|maiale]], di cui praticamente viene sfruttato ogni scarto per gli usi più vari, dal [[lardo]] all'osso del [[prosciutto]], mentre le poche pietanze di pesce sono a base di [[baccalà]]. I condimenti per eccellenza sono [[Irpinia - Colline dell'Ufita|olio d'oliva locale]], cui è stato accordata la [[Denominazione di Origine Protetta - Protezione Transitoria Nazionale|Protezione Nazionale Transitoria]] in vista del [[Denominazione di origine protetta|DOP]], e la [[strutto|sugna]].
 
Tipica dell'arianese è la pasta casereccia cucinata con verdure o [[ragù]]. I formati più tradizionali sono i ''Cicatielli'', di forma allungata con un'incavatura all'interno ed i ''Cavaiuóli'', ravioli con ricotta di forma circolare.
 
Tra i '''primi piatti''' caratteristici di questa parte dell'Appennino si possono citare:
* ''minesta mmaritata'', verdura bollita con pollo e prosciutto;
* ''làjne 'e fasùli'', fettuccine all'uovo con fagioli;
* ''cardone'', cardo a pezzetti cotto in brodo di gallina con polpettine di carne ed uova. Si tratta di una pietanza tipica delle festività;
* ''ciambòtta'', uno stufato a base di verdure stagione come patate, pomodori, fagiolini aglio sedano ecc.
 
Tra i '''secondi piatti''' si possono ricordare:
* ''pipilli e patane cu lu salisicchio'', salsiccia di maiale a tocchetti, fritta con patate e peperoni;
* ''mugliatiélli'', involtini di interiora e frattaglie di agnello, avvolti con l'intestino;
* ''spizzatino Arianese'', carne di vitello a tocchetti con salsa di pomodoro;
* ''pizza cu li ccécule'', una pizza di pane con pezzettini di lardo di maiale disciolto;
* ''fritticiello'', soffritto con interiora di maiale, o agnello, patate e peperoni all'aceto. In passato era un tipico piatto invernale, quando tra dicembre e gennaio si macellavano i suini;
* ''cime e baccalà'', baccalà cotto con cime di rapa;
* ''pipilli chjini'', peperoni all'aceto ripieni con un impasto di mollica di pane sbriciolata, pinoli, noci, uva passa, aglio, prezzemolo, olio ed altri condimenti. L'accoppiata ''pipilli chjini'' – ''cime e baccalà'' è tipica della vigilia di natale.
 
Per quanto riguarda i '''dolci''', infine:
* ''casatiello'', una focaccia dolce farcita di riso. È tipica del periodo pasquale;
* ''malati'', tarallucci di pasta bolliti nel vino cotto.
 
 
===Eventi===
 
Ciascuno degli eventi qui riportati può seguire una cadenza trimestrale o annuale:
* Fiere della Campania<ref>http://www.corsoitalianews.it/fiera-caccia-pesca-ad-ariano-irpino-numerose-le-adesioni-020317/</ref>
* Ariano Film Festival<ref>https://www.comingsoon.it/cinema/news/al-via-la-v-edizione-dell-ariano-film-festival-in-programma-dal-29-luglio/n68637/</ref>
* Vicoli ed Arte<ref>http://www.ecampania.it/avellino/eventi/vicoli-ed-arte-ad-ariano-irpino</ref>
* Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine<ref>http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/08/01/news/storia_folklore_e_fede_ad_ariano_irpino-145187038/</ref>
* Ariano Folk Festival<ref>http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/spettacoli/17_agosto_17/ariano-folkfestival-irpinia-band-russia-africa-america-latina-952b4326-8350-11e7-ab10-ace68caae8fb.shtml</ref>
* ClassicAriano, rassegna di musica classica curata dalla Società italiana della musica da camera<ref>http://www.quotidianodelsud.it/campania/societa-cultura/2016/07/29/basilica-cattedrale-apre-porte-classicariano</ref>
 
==Persone legate ad Ariano Irpino==
*
* [[Girolamo Angeriano]] ([[1470]] - [[1535]]), poeta e umanista
* [[Diomede Carafa]] ([[1492]] - [[1560]]), cardinale
* [[Donato Anzani]] ([[1658]] - [[1732]]), vescovo
* [[Giovanni Angelo Anzani]] ([[1701]] - [[1770]]), vescovo
* [[Filippo Maria Pirelli]] ([[1708]] - [[1771]]), cardinale
* [[Nicola Intonti]] ([[1775]] - [[1839]]), ministro borbonico
* [[Pietro Paolo Parzanese]] ([[1809]] - [[1852]]), poeta
* [[Pasquale Stanislao Mancini]] ([[1817]] - [[1888]]), giurista e politico
* [[Aurelio Covotti]] ([[1871]] - [[1956]]), storico della filosofia
* [[Ireneo Vinciguerra]] ([[1887]] - [[1954]]), deputato dell'Assemblea Costituente
* [[Italo Sgobbo]] ([[1901]] - [[1993]]), medico, archeologo, ispettore onorario per i beni archeologici
* [[Enea Franza]] ([[1907]] - [[1986]]), senatore della repubblica
* [[Francesco Cusano]] ([[1925]] - [[1976]]), poliziotto, medaglia d'oro al [[valor civile]]
* [[Luigi Franza]] ([[1939]]), senatore della repubblica e avvocato penalista
* [[Giovanni Grasso (politico)|Giovanni Grasso]] ([[1940]] - [[1999]]), politico
* [[Ortensio Zecchino]] ([[1943]]), politico e storico
* [[Leonardo Surro]] ([[1962]]), calciatore
*[[Lorenzo Zecchino]] ([[1963]]), cantautore
* [[Alfredo Cardinale]] ([[1976]]), calciatore
 
==Geografia antropica==
===Urbanistica===
Il centro storico cittadino, situato sul crinale del "Tricolle" e di impianto [[Alto Medioevo|alto-medioevale]], aveva fin dall'origine una forma piuttosto allungata. Esso infatti si disponeva lungo un antico tracciato (probabilmente una semplice mulattiera non pavimentata) che da [[Benevento]] (capitale dell'omonimo [[Ducato di Benevento|Ducato]] [[Longobardi|longobardo]]) conduceva verso la [[Puglia]], all'epoca duramente contesa ai [[Bizantini]]. Tale tracciato è tuttora riconoscibile nelle vie Conservatorio, Strada (oggi Capezzuti), Annunziata, D'Afflitto, Piazza Ferrara (oggi Garibaldi), Guardia (oggi Umberto I), Pasteni. Da tale percorso si staccavano poi altre mulattiere (dirette verso alcuni paesi limitrofi) lungo le quali sorsero diversi rioni: è il caso del "Sambuco" (vie S.Stefano-Anzani) lungo una direttrice per [[Villanova del Battista|Villanova]]-[[Zungoli]] ma anche di "San Nicola" (vie Parzanese-Intonti) lungo un tracciato per [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]. La cerchia urbana era cinta da mura, alcuni tratti delle quali sono tuttora visibili in via Russo-Anzani. Invece il castello, estremo baluardo, sorgeva nel punto più elevato ed era staccato dal resto dell'abitato, attorno al quale vi erano piuttosto alcune distese di pascoli pubblici. L'agro rurale, sebbene assai vasto, risultava poco popolato in quanto vi erano solo rari gruppi di case fortificate (i [[casale|casali]]), destinati comunque a soccombere agli attacchi continui cui erano sottoposti. Di contro i burroni che attualmente circondano il centro storico non esistevano in origine; essi si sono formati a seguito di profondi [[erosione|fenomeni erosivi]] (e conseguenti [[frana|frane]]) provocati dell'erronea regimentazione delle acque piovane lungo i ripidissimi pendii e, nel corso dei secoli, hanno inghiottito diversi rioni risultando così non meno dannosi dei terremoti. Tuttavia nel complesso la conformazione urbana subì sostanzialmente poche modifiche durante il suo primo millennio di vita, nonostante le guerre continue e il succedersi delle dominazioni.
 
La situazione mutò radicalmente solo nel [[XVIII secolo]], quando Re [[Carlo III di Spagna]] fece costruire la "Via Regia delle Puglie", ossia la prima grande strada carreggiabile che, per ragioni di spazio, si limitava a rasentare il centro storico (attuali Corso Vittorio Emanuele - Via Nazionale). Fu in quel periodo che bottegai e tavernai si stabilirono in massa lungo la nuova strada, fondando così i rioni S.Rocco, S.Domenico, S.Giovanni, Valle e Pagliare. Nel frattempo, grazie all'accresciuta sicurezza (garantita dal potente esercito spagnolo), in tutte le zone rurali si edificavano numerose [[masseria|masserie]], molte delle quali erano comunque fortificate.
 
Un secondo rivoluzionamento urbanistico si ebbe poi nel [[XX secolo]], determinato non solo dagli eventi bellici della [[Seconda Guerra Mondiale]] ma anche dal susseguirsi di ben tre terremoti nell'arco di soli 50 anni (dal 1930 al 1980). Si determinò allora, oltre all'ampliamento del centro storico a scapito degli antichi pascoli pubblici (rioni Calvario, Pallottini, Pasteni, Fontananuova), anche la costruzione di nuovi quartieri periferici (Cardito, S.Pietro, S.Antonio, Martiri) situati a mezza costa lungo l'attuale tracciato in variante della [[Strada Statale 90 delle Puglie]]. L'intero centro abitato ha assunto così una conformazione conico-elicoidale di cui però il centro antico continua a rappresentare il vertice. Si è inoltre registrata un'intensa attività edilizia nelle zone rurali con la creazione di numerosissime villette spesso allineate (le quali ospitano in effetti una buona metà della popolazione attuale), mentre il centro storico è stato solo parzialmente ricostruito. Tuttavia l'attuale piano urbanistico comunale ed il relativo regolamento edilizio, in vigore dal 29 Aprile 2010<ref>http://old.comunediariano.it/SUE/index.html</ref>, assegnano particolare tutela proprio alla città storica nell'ambito delle aree urbane, mentre la stragrande maggioranza del circostante territorio comunale è riconosciuta quale paesaggio rurale.
 
=== Frazioni e località ===
Nell'ambito del territorio comunale non vi sono altri [[centro abitato|centri abitati]] oltre a quello di Ariano.
 
Numerosi sono invece i [[località abitata#nucleo abitato|nuclei abitati]] rurali, detti localmente "contrade":
* ''Àccoli'' (alt. 640 m. s.l.m.), il nome deriva da "àcquole" (=piccole sorgenti d'acqua), stessa etimologia della città de [[L'Aquila]];
* ''Acqua di Tauro'' (alt. 530 m. s.l.m.), vi si trova un'antica fontana ben conservata;
* ''Acquasalza'' (alt. 380 m. s.l.m.), detta così per la presenza di sorgenti d'acqua salata. Più a valle vi è invece una conca assai fertile, chiamata ''Codelonga'';
* ''Acquazzuolo'' (alt. 460 m. s.l.m.), nei cui pressi sono stati rinvenuti sporadici resti risalenti al [[Neolitico]];
* ''Anselìce'' (alt. 300 m. s.l.m.), situata nel punto climaticamente più caldo del territorio comunale, ove raramente nevica;
* ''Arnola'' (alt. 535 m. s.l.m.), ubicata lungo un pendio rivestito da oliveti;
* ''Bagnara'' (alt. 510 m. s.l.m.), il nome fa riferimento ad un'antica struttura termale;
* ''Bassiello'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata lungo un antica mulattiera per [[Montecalvo Irpino]];
* ''Bosco'' (alt. 620 m. s.l.m.), in questa grande area verde si svolge la tradizionale festa della pizza;
* ''Brecceto'' (alt. 630 m. s.l.m.), nella parte bassa vi è un'antica fontana;
* ''Caccarone'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi si trovano diversi profondi laghetti che erano antiche cave di gesso;
* ''Camporeale'' (alt. 630 m. s.l.m.), situata lungo la linea spartiacque su di un vasto altipiano erboso, all'intersezione fra il Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]] e il [[Tratturello]] per [[Foggia]]. Ricca di antiche [[masseria|masserie]] (notevoli soprattutto quelle di''San Giovanni'' e ''Santa Lucia''), ospita oggi diversi insediamenti produttivi ed un grande centro di ricerche<ref>([[#Cultura#Ricerca|vedi sezione Ricerca]])</ref>
* ''Cannelle'' (alt. 615 m. s.l.m.), anticamente era sede di una villa della nobile famiglia Caracciolo-Cannelle. Attualmente al suo posto sorgono un centro sociale e l'arena "Pietro Mennea";
* ''Cardito'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi è una cappella dedicata a San Francesco di Paola, Divenuta oggi assai popolosa, ospita la zona commerciale della città;
* ''Cariello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome deriva forse da ''lucariello'' (=piccolo podere, in dialetto ''luoco''), in seguito interpretato come ''lu cariello'';
* ''Carpiniello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome dialettale significa letteralmente "fontanella". Situato in una valle amena, ospita oggi un importante centro sportivo;
* ''Casavetere'' (alt. 580 m. s.l.m.), ubicata su di una collina cinta da balze boscose;
* ''Casone'' (alt. 370 m. s.l.m.), ospita l'area fieristica;
* ''Castaglione'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è un rilievo roccioso ma non vi sono prove dell'esistenza di un castello;
* ''Centovie'' (alt. 390 m. s.l.m.), costituiva in passato un importante crocevia;
* ''Cerreto'' (alt. 575 m. s.l.m.), ospita la [[Stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]] (nella frazione ''Scalo'', situata nel fondovalle a soli 480 m. s.l.m.). In passato vi erano anche alcune fornaci per la produzione di laterizi (ora abbandonate);
* ''Cervo'' (alt. 375 m. s.l.m.), vi è una chiesa dedicata alla Madonna di Pompei;
* ''Cesine'' (alt. 620 m. s.l.m.), si estende a valle del santuario della Madonna del Carmine;
* ''Cippone'' (alt. 575 m. s.l.m.), da cui si gode un'ampia veduta panoramica sulla valle del [[Miscano]];
* ''Consini'' (alt. 685 m. s.l.m.), situata al confine con [[Monteleone di Puglia]],
* ''Contessa'' (alt. 250 m. s.l.m.), ubicata in prossimità del fiume [[Ufita]] sul confine di [[Apice]], tra tutte le contrade è quella situata alla minore altitudine;
* ''Costa San Paolo'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta anche ''Cupre'' o ''Cùpido'';
* ''Costavaccaro'' (alt. 720 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Zungoli]], è quasi spopolata. Vi sorge, su di una rupe boscosa a strapiombo sul fiume [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], l'antica Torre de li Pizzi<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture militari|vedi sezione Monumenti]])</ref>. Interessata dal [[Tratturo Pescasseroli-Candela]], possedeva anche diverse cave di pietra;
* ''Creta'' (alt. 460 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Melito Irpino]], vi si trova oggi la cappella del Purgatorio;
* ''Cristina'' (alt. 375 m. s.l.m.), ubicata lungo la linea ferroviaria a ridosso del fiume [[Miscano]] e pressoché spopolata, ospitava uno stabilimento per la produzione di materiali per edilizia le cui materie prime erano tratte da alcune cave presenti in loco, ora abbandonate;
* ''Cupamorte'' (alt. 640 m. s.l.m.), pare che fosse così denominata per via di alcuni agguati letali condotti in loco all'epoca del [[brigantaggio]];
* ''Difesa Grande'' (alt. 700 m. s.l.m.), situata su di un vasto altipiano è una fra le più estese contrade arianesi. Vi passava la [[via Herculea]], come attestato da un reperto rinvenuto in loco. Vi si trovano diverse cave (gesso, argilla e pietra da costruzione, ora tutte in disuso), molte [[masseria|masserie]], l'antica ''Torre delle Ciàvole'' (in dialetto ''ciàvola''=cornacchia) e la piccola chiesa del Calvario.
* ''Falceta'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome non deriva da "falce", ma dalle [[felci]] che vi crescevano in abbondanza. Conserva un'antica masseria;
* ''Festola'' (alt. 660 m. s.l.m.), in quest'area, situata in un punto cruciale della viabilità cittadina, è stato stabilito un presidio d'emergenza;
* ''Ficucelle'' (alt. 600 m. s.l.m.), ubicata in una zona ricchissima di sorgenti;
* ''Fiumarelle'' (alt. 430 m. s.l.m.), situata a monte della confluenza del torrente omonimo nel fiume [[Ufita]];
* ''Foresta'' (alt. 500 m. s.l.m.), il toponimo deriverebbe da un cognome;
* ''Frascineta'' (alt. 600 m. s.l.m.), detta così per la presenza di boschi di fràssino;
* ''Frolice'' (alt. 635 m. s.l.m.) vi è la chiesa del Buon Consiglio;
* ''Gaudiciello'' (alt. 500 m. s.l.m.), di origine antica<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>, il nucleo originario è detto ''le Caselle'';
* ''Grignano'' (alt. 535 m. s.l.m.), pure di antica origine, attestato in epoca medioevale come "Grimianus";
* ''Loreto'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il nome dall'antica chiesetta della Madonna di Loreto, tuttora esistente;
* ''Macchiacupa'' (alt. 540 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Castelfranco in Miscano]] conserva diverse masserie, alcune delle quali trasformate a scopo turistico. Non vi è invece alcuna traccia della "selva oscura" a cui sembra riferirsi il toponimo;
* ''Maddalena'' (da non confondere con San Pietro Maddalena, alt. 570 m. s.l.m.), vi si trova la chiesetta di Sant'Agostino;
* ''Marchetto'' (alt. 525 m. s.l.m.), nei pressi vi è una profonda forra, il ''Canalone'';
* ''Martiri'' (alt. 635 m. s.l.m.), conserva l'antica chiesa di S.Stefano (anticamente S.Maria). Ospita oggi uno dei quartieri più popolosi della città;
* ''Masciano'' (in realtà la "s" non viene pronunciata, alt. 575 m. s.l.m.), di probabile antica origine, è situata sul confine di [[Villanova del Battista]];
* ''Masserie'' (alt. 525 m. s.l.m.), questa piccola località si è sviluppata attorno a una fonte alimentata da un antico acquedotto rurale;
* ''Mogna'' (alt. 660 m. s.l.m.), ospita il cimitero con una chiesetta;
* ''Montagna'' (alt. 725 m. s.l.m.), situata in posizione dominante lungo la linea spartiacque, consente di godere di un'ampia vista tanto sulla [[valle del Cervaro]] quanto sulla [[Valle dell'Ufita]];
* ''Montecifo'' (alt. 635 m. s.l.m.) detta anche ''Municivio'';
* ''Monte dell'Asino'' (alt. 550 m. s.l.m.), il toponimo rappresenta l'unica sopravvivenza della parola ''asino'' nel dialetto attuale (per tutti gli altri usi si adopera ormai sempre ''ciuccio'');
* ''Montefalco'' (alt. 625 m. s.l.m.), è presente un'antica masseria. Situata lungo la linea spartiacque, possedeva In passato grandi cave di pietra;
* ''Montetrecalli'' (alt. 690 m. s.l.m.), situata su di un'altura prossima alla zona ospedaliera;
* ''Monticchio'' (alt. 535 m. s.l.m.), vi si trova la chiesa della Madonna delle Grazie;
* ''Orneta'' (alt. 570 m. s.l.m.), la denominazione ufficiale in effetti è errata poiché il nome non deriva dalla pianta dell'[[orniello|orno]] ma da quella del [[corniolo]]<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>. Vi sono una scuola e la chiesa delle Grazie;
* ''Ottaggio'' (alt. 585 m. s.l.m.), forse il nome deriva dal personale Octavius (cfr. [[Foggia]] da fovea);
* ''Palazzisi'' (alt. 440 m. s.l.m.), ospita uffici pubblici;
* ''Paragano'' (alt. 670 m. s.l.m.), situata a cavallo della linea spartiacque;
* ''Parzano'' (alt. 470 m. s.l.m.), di probabile antica origine, ospita una scuola;
* ''Patierno'' (alt. 600 m. s.l.m.), situata in prossimità della [[Stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]]. Vi è la chiesa di San Giovanni Evangelista;
* ''Perazzo'' (alt. 660 m. s.l.m.), in dialetto significa "pero selvatico". Costituisce oggi un'area commerciale dedicata alla grande distribuzione;
* ''Petrara'' (alt. 650 m. s.l.m.), situata a valle della fontana Nuova;
* ''Pianerottolo'' (alt. 555 m. s.l.m.), posta lungo il fiume [[Cervaro]] e quasi spopolata, ospita però una stazione ferroviaria disabilitata che è ubicata nel punto altimetricamente più elevato della linea [[ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]]. Si trattava in effetti di uno scalo tecnico, necessario soprattutto all'epoca dei treni a vapore;
* ''Piano del Nuzzo'' (alt. 535 m. s.l.m.), interessata da vasti rimboschimenti;
* ''Pianotaverna'' (alt. 490 m. s.l.m.) situata lungo l'antica mulattiera che collegava Ariano con [[Villanova del Battista]], il che spiega il motivo della presenza in loco di una taverna (oggi scomparsa);
* ''Pignatale'' (alt. 630 m. s.l.m.), il nome dialettale fa riferimento ai ''pignatari'', ossia produttori di ''pignate'' (=pentole di terracotta);
* ''Pisciriello'' (alt. 550 m. s.l.m.), il nome in dialetto significa "fontanino";
* ''Ponnola'' (alt. 600 m. s.l.m.), anticamente detta ''Vitone'';
* ''Pontegonnella'' (alt. 565 m. s.l.m.), situata presso il confine con [[Savignano Irpino]], conserva l'antica Masseria delle Monache e una grande fontana settecentesca<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture civili#Le fontane|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Pontelusbergo'' (alt. 350 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Grottaminarda]];
* ''San Donato'' (alt. 585 m. s.l.m.), antico casale, conserva i ruderi della chiesetta omonima e la masseria ''Chiuppo di Bruno'';
* ''San Felice'' (alt. 550 m. s.l.m.), vi si trova la chiesa omonima.
* ''San Giovanni Manna'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta semplicemente ''Manna'', ospita uffici pubblici;
* ''San Liberatore'' (alt. 510 m. s.l.m.), vi si trova l'omonimo antico santuario<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref> dedicato a uno dei compatroni della città;
* ''San Nicola Trignano'' (alt. 450 m. s.l.m.), la più occidentale fra le contrade arianesi, situata a cavallo del 15° [[meridiano]] (riferimento ufficiale per l'ora solare [[UTC+1]] dell'Europa centro-occidentale). Vi si trova la chiesa omonima; nella parte bassa vi è un'enorme rupe a strapiombo sul fiume [[Ufita]], detta ''Cannacamera'', in voga tra gli appassionati di deltaplano;
* ''San Pietro Maddalena'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è la chiesa con l'eremo ove visse [[Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città, cui è dedicato il complesso ospedaliero (con annessa elisuperficie) situato in zona. Nella stessa area vi è inoltre la settecentesca Fontana della Maddalena. Oggi San Pietro ospita un quartiere alquanto popoloso;
* ''San Potito'' (alt. 605 m. s.l.m.), situato su di un colle ricoperto da oliveti;
* ''Sant'Antonio'' (alt. 680 m. s.l.m.), poco al di sotto della settecentesca fontana omonima vi è anche un'altra sorgente chiamata fontana Tetta;
* ''Santa Barbara'' (alt. 530 m. s.l.m.) vi è la chiesa omonima e, poco più a valle, un'antica fontana;
* ''Santa Croce'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il suo nome dalla cappella del Crocifisso, tuttora ben conservata;
* ''Santa Maria Tuori'' (alt. 545 m. s.l.m.), vi è una piccola cappella;
* ''Sant'Angelo Torricelli'' (alt. 720 m. s.l.m.), detta anche ''Capocastagno'';
* ''Santa Regina'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi sono fonti di acqua solfurea;
* ''Sant'Eleuterio'' (alt. 575 m. s.l.m.), il toponimo risale all'epoca della breve dominazione [[Bizantini|bizantina]] (fine del [[IX secolo]]); oggi quasi spopolata, ospita però l'importante area archeologica del fiorente borgo romano di [[Aequum Tuticum]];
* ''San Tommaso'' (alt. 640 m. s.l.m.), situata a valle dell'antico convento dei Cappuccini, tuttora visibile. Ospita oggi un campo sportivo polivalente;
* ''San Vito'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Montecalvo Irpino]], trae il nome da un'antica chiesa, oggi distrutta. In quest'area fu rinvenuta un reperto di epoca romana riportante, fra l'altro, la parola "mefite", il quale sembra attestare l'importanza religiosa che le [[Rocca San Felice#Monumenti e luoghi di interesse#Area archeologica della Valle d'Ansanto|Mofete di Ansanto]] assumevano per gli antichi [[Irpini]];
* ''Scannaturo'' (alt. 625 m. s.l.m.), ospita un'antica [[masseria]] situata lungo la [[via Traiana]]. Oggi pressoché spopolata, è la più settentrionale fra le contrade arianesi, trovandosi anche più a nord del monte [[Circeo]] ([[Lazio]]);
* ''Scarnecchia'' (alt. 465 m. s.l.m.), il toponimo deriva da un antico soprannome. Vi è la fontana del ''Càrpino della Pila''
* ''Serra'' (alt. 575 m. s.l.m.), nella parte più alta vi è la zona alberghiera;
* ''Serralonga'' (alt. 675 m. s.l.m.), situata a cavallo della linea spartiacque, forma la cosiddetta [[sella di Ariano]]; in profondità vi passa la galleria ferroviaria di valico;
* ''Sprinia'' (alt. 595 m. s.l.m.), ospita un'antica masseria situata lungo la [[via Traiana]];
* ''Starza'' (alt. 500 m. s.l.m.), oltre ad un'antica masseria vi è un'importantissima area archeologica con i resti di un villaggio preistorico popolato ininterrottamente per diverse migliaia di anni (il più antico villaggio [[neolitico]] della [[Campania]])<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Aree archeologiche|vedi sezione Archeologia]])</ref>;
* ''Sterda'' (alt. 670 m. s.l.m.), in realtà è composta da due settori, ''Sterda di Sopra'' e ''Sterda di Sotto'', separati da un'altura boscosa;
* ''Stillo'' (alt. 440 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Gerardo;
* ''Stratola'' (alt. 575 m. s.l.m.), ospita la chiesa di San Michele;
* ''Tesoro'' (alt. 620 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Giuseppe, situata esattamente sulla linea spartiacque. Lungo il vicino fiume [[Cervaro (fiume)|Cervaro]] vi era una fabbrica di laterizi che sfruttava l'argilla estratta da una cava vicina, ora in disuso;
* ''Torana'' (alt. 575 m. s.l.m.), assai popolosa, ricca di antichi querceti. Nei pressi vi è la fontana ''Angelica'', chiamata così perché considerata miracolosa;
* ''Torreamando'' (alt. 495 m. s.l.m.), di antica origine; un reperto archeologico ivi rinvenuto attesta il passaggio della via ''Aemilia''. In epoca medioevale costituì un casale denominato ''Amando'' o ''Amandi'', da cui l'attuale nome dialettale '' la Manna''. Oggi vi sono due chiese (dedicate alla Madonna dell'Assunta) e una scuola;
* ''Tranzano'' (alt. 615 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da "Terentius");
* ''Trave'' (alt. 670 m. s.l.m.), vi era uno stabilimento per la lavorazione del gesso estratto dalle cave situate nei dintorni, ora abbandonate;
* ''Tre Lupi'' (alt. 620 m. s.l.m.), situata lungo il [[Tratturello]] Camporeale-[[Foggia]] ma quasi spopolata;
* ''Tressanti'' (alt. 560 m. s.l.m.), detta così perché vi è la chiesa dei Santi Apostoli;
* ''Trimonti'' (alt. 650 m. s.l.m.), situata alle falde di una triplice altura;
* ''Turchiciello'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Turco'' (alt. 635 m. s.l.m.), questi due toponimi derivano da un soprannome, affibbiato in tempi remoti al gestore di una taverna presente anticamente in loco;
* ''Valdugliano'' (alt. 465 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da Vallis Tulliana). È detta anche ''Piano di Via'' o ''Piano di Vico'';
* ''Valleluogo'' (alt. 530 m. s.l.m.), situata in una valle ricca di verde e di acque, ospita un interessante santuario mariano<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Vallone di Valle'' (alt. 500 m. s.l.m.), ubicata in una zona assai ricca di sorgenti;
* ''Vascavino'' (alt. 565 m. s.l.m.), vi è la chiesa del Sacro Cuore;
* ''Viggiano'' (alt. 550 m. s.l.m.), è situata a valle del santuario della Madonna di Fatima. Ospita oggi il Palazzetto dello Sport.
 
==Economia==
===Agricoltura===
Il settore agro-zootecnico ha assunto da sempre grande rilevanza, come attestato sia dall'ampiezza del territorio comunale (il più esteso della [[Campania]]) che dalla predominanza degli insediamenti rurali sparsi.<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.2, commi 2 e 3.|accesso=10 maggio 2009}}</ref>
 
Questi ultimi presero forma dapprima nel [[Medioevo]] sotto il nome di [[casale|casali]] che però successivamente vennero distrutti e abbandonati. In epoca [[Rinascimento|rinascimentale]] sorsero poi le [[masseria|masserie]], molte delle quali tuttora esistenti (alcune trasformate in aziende agrituristiche). Al giorno d'oggi però la gran parte della popolazione risiede in [[nucleo abitato|nuclei]] moderni di case o villette allineate, detti "contrade".
 
Tra i prodotti tipici più rinomati si annoverano le olive (destinate all`estrazione di olio extravergine [[Denominazione di origine protetta|DOP]] "[[Irpinia - Colline dell'Ufita]]"<ref>https://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/pdf/disciplinare-olio-irpinia-ufita.pdf&sa=U&ved=0ahUKEwiDnvX6zufVAhUGPFAKHfCiAwIQFggvMAM&usg=AFQjCNHsKmPOIc_u5vGBFlLxvPPmFhyyig</ref>), i cereali (utilizzati localmente sia per la produzione di pane e pasta che per l'alimentazione animale), la frutta, i legumi, le carni e i latticini (questi due ultimi ricavati principalmente da allevamenti bovini).
 
===Artigianato===
 
La città si caratterizza per un peculiare prodotto artistico: la maiolica.
 
Della maiolica arianese si hanno esemplari risalenti già al [[XIII secolo]]. Da documenti angioini si apprende che nel [[1200]] era attiva ad Ariano una vera e propria corporazione di ceramisti che venivano tassati per la loro attività: "''cives laborantes in creta-extranea vendentes vasa terrea vel vitrea''"<ref> nome=Antuono </ref>. In quel periodo maestri artigiani islamici avevano attivato in Ariano le proprie fornaci. Gli [[Arabi]] erano giunti in città a seguito di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II il Normanno]], sovrano che seppe convivere con i vinti, utilizzando al meglio le loro conoscenze e la loro vasta cultura. Ceramica italo-araba era quella prodotta inizialmente in Ariano, decorata secondo una concezione della vita e del mondo tipicamente orientale e che ci riconduce alla maestria degli artigiani islamici che avevano le proprie fornaci nelle terre conquistate della Sicilia. Testimoniano in tal senso i reperti provenienti dal castello, dal centro cittadino e dalle discariche storiche.
 
Fino a tutto il [[XVI secolo]] le maioliche si presenteranno tutte smaltate in bianco e decorate con sintetici elementi in azzurro. Nel [[XV secolo]] le opere dei maestri ceramisti risentiranno dell'influenza esercitata dai maestri di [[Faenza]], portati in città, intorno al [[1421]], dal conte di Ariano, [[Francesco Sforza]], futuro Duca di [[Milano]]. I bianchi faentini, che incontreranno notevole fortuna e verranno prodotti in quasi tutte le botteghe di maiolica italiane del secolo [[XVII secolo|XVII]], prenderanno vita in Ariano come a [[Faenza]] già nel secolo XVI.
 
Se di questa tradizione secolare sono testimonianza i repenti rinvenuti sul territori ed i resti di diverse fornaci in località Tranesi, oggi la produzione è più che mai vasta, toccando fiasche, borracce, busti, coppe, targhe, figure, anfore. Tutti pezzi ottimamente decorati dagli artigiani arianesi, sovente di forma assai fine ed elaborata. Un vasto repertorio di antiche maioliche arianesi è conservato nel Museo Civico della città.
 
===Turismo===
La città vanta un'antica tradizione sia nel campo della ristorazione che per quanto attiene alle strutture recettive. Infatti, trovandosi all'altezza dell'unico importante [[sella di Ariano|valico appenninico]] fra Campania e Puglia, ha sempre contato su di un intenso traffico di viaggiatori e viandanti ai cui bisogni provvedeva una numerosa classe locale di bottegai e tavernai. Tuttavia, a seguito della costruzione della [[ferrovia Napoli-Foggia|ferrovia]] nel XIX secolo e dell'[[autostrada dei due mari|autostrada]] nel secolo successivo, si è assistito a un drammatico calo dei transiti interregionali giornalieri lungo la vecchia [[strada statale 90 delle Puglie|strada nazionale delle Puglie]]. Si è determinata allora l'impellente necessità di trasformare quella gran mole di strutture e di competenze in modo tale da riuscire a intercettare i moderni flussi turistici. Molte sono state le strategie adottate non solo dai singoli operatori, ma anche dalle amministrazioni locali. Innanzitutto si è ritenuto opportuno vitalizzare l'estate arianese e, in una seconda fase, anche le festività natalizie, con una serie di manifestazioni a cadenza settimanale o perfino (nel mese di agosto) giornaliera, allo scopo di indurre i tanti emigranti di ritorno a trattenersi il più a lungo possibile nel paese natio. Sono state poi organizzate iniziative di alto spessore (festival musicali e cinematografici, rassegne artistiche, eventi sportivi, rievocazioni storiche, fiere tematiche <ref>([[#Cultura#Eventi|vedi sezione Eventi]])</ref>) la cui eco si è riverberata talvolta a livello nazionale. Molte tradizioni antiche, ormai in decadenza, sono state inoltre riscoperte e valorizzate; ad esempio si è provveduto a riqualificare le cinque antiche Fiere (ridotte ormai a mercati di bestiame) della domenica delle Palme, della domenica in Albis, della Madonna del Carmine, di Sant'Antonio e di Ognissanti evitando ogni commistione con il mercato settimanale che è stato invece differito al mercoledì. Determinante è stata poi la fattiva collaborazione di agricoltori, allevatori e artigiani che sono stati convinti a puntare su di un numero limitato di prodotti ma di prima qualità, talché i canoni della vecchia economia contadina sono risultati capovolti; davvero esemplare è stato, al riguardo, lo sviluppo registrato dalle aziende agrituristiche. Si è infine riusciti a coinvolgere le associazioni e gli altri enti locali al fine di creare dei consorzi che, oltre alla gestione consociata dei servizi, si occupassero anche dell'organizzazione di iniziative comuni con l'obiettivo precipuo di evitare i campanilismi e le sovrapposizioni tra eventi. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi e le evidenti potenzialità, Ariano Irpino rappresenta oggi una meta turistica nota in un ambito essenzialmente interregionale ma non ancora a livello internazionale.
 
==Infrastrutture e trasporti==
===Strade===
L'asse portante di tutta la viabilità cittadina è costituito dalla [[Strada Statale 90 delle Puglie]] che, unitamente alle sue varianti (la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 bis delle Puglie|S.S. 90bis]] e la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 dir delle Puglie|S.S. 90dir]]), attraversa il territorio comunale in tutta la sua lunghezza nel tratto compreso fra il casello [[Autostrada dei due mari|A16]] di [[Grottaminarda]] (situato lungo la direttrice per [[Avellino]]-[[Benevento]]) e lo scalo [[Ferrovia Napoli-Foggia|RFI]] di [[stazione di Savignano Greci|Savignano-Greci]] (sulla direttrice per [[Foggia]]).
 
Vi sono poi numerose [[strada provinciale|strade provinciali]], le quali si dispongono a formare una rete a maglie larghe che consente i collegamenti con tutti i comuni limitrofi e anche con alcune sedi suburbane di rilevante interesse, quali la [[Stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]] e l'area fieristica.
 
Particolarmente fitto e articolato è infine il reticolo formato dalle [[strada comunale|strade comunali]], non tutte però agevolmente percorribili.
 
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Ariano Irpino}}
Ariano Irpino dispone di una propria [[stazione ferroviaria]] situata sulla tratta Benevento-Foggia della linea [[Ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]] e ubicata in una piccola valle a circa 6&nbsp;km dal centro cittadino.
 
La città ed i comuni limitrofi sono inoltre interessati dal progetto [[Ferrovia Napoli-Foggia#Storia#Il progetto di raddoppio|Alta Capacità]] che prevede l'ammodernamento ed il raddoppio della linea ferroviaria esistente con la costruzione di una nuova stazione [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]] (denominata "Irpinia") nell'ampia [[valle dell'Ufita]], in posizione baricentrica rispetto a tutta l'area urbana vasta.
 
=== Mobilità ===
 
Diverse aziende di trasporto su gomma effettuano collegamenti a medio-lunga percorrenza, in special modo con [[Roma Capitale]] (distante oltre 250 km).
 
I trasporti pubblici interurbani sono invece gestiti dalla società partecipata regionale [[Autoservizi Irpini|AIR]] che garantisce le relazioni con le città di [[Avellino]], [[Benevento]], [[Foggia]], [[Napoli]] oltre che con i singoli comuni limitrofi
 
Il servizio di mobilità urbana è curato infine da un'azienda municipalizzata, l'AMU.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|25 maggio [[2014]]
|-
|Domenico Gambacorta
|[[Forza Italia (2013)|Forza Italia]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|26 giugno [[2009]]
|nome_onorificenza= Medaglia d'argento al valore militare
|25 maggio [[2014]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Antonio Mainiero
|motivazione=''Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, capoequipaggio di apparecchio da bombardamento veloce, partecipava a numerose azioni belliche su vari fronti, spesso in condizioni atmosferiche avverse. Eseguiva efficaci bombardamenti da quote basse su obiettivi fortemente difesi, dimostrando in ogni circostanza perizia e spiccate qualità di valoroso combattente. Cielo di Spagna, maggio-giugno 1937''.
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|data=
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|28 giugno [[2004]]
|nome_onorificenza= Medaglia d'argento al valore militare
|22 giugno [[2009]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Domenico Gambacorta
|motivazione=''Esperto e valoroso combattente, sempre distintosi per slancio e ardimento nella sua lunga precedente attività bellica, partecipava quale puntatore di formazione, a molteplici azioni di bombardamento nei settori di Lerida, Castellon, Teruel e Gadesa. Pur di raggiungere a battere efficacemente gli obiettivi assegnati, superava intensi sbarramenti contraerei e sosteneva difficili combattimenti con la caccia nemica, dando costantemente il suo intelligente contributo all'esito delle missioni. In ogni circostanza dimostrava tenacia e ardore combattivo. Cielo di Spagna, aprile-settembre 1938''.
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|30 ottobre [[2003]]
|nome_onorificenza= Medaglia d'argento al valore militare
|28 giugno [[2004]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Pasquale Napoletano
|motivazione=''Ufficiale superiore di provato valore in due successive azioni di aerosiluramento attaccava con audacia e decisione potenti formazioni navali colpendo in pieno due incrociatori britannici. In una di esse pur avendo il velivolo gravemente danneggiato dalla rabbiosa azione contraerea, si portava al centro della formazione colpendo gravemente un incrociatore britannico; che si ritiene successivamente affondato. Con un motore inutilizzato e con un inizio di incendio a bordo, rientrava alla lontana base in notte illune dopo volo fortunato. Esempio di alte virtù militari e di indomito coraggio. Cielo del Mediterraneo Orientale, 11 marzo 1942''.
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|[[2000]]
|nome_onorificenza= Medaglia d'argento al valore militare
|30 ottobre [[2003]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Domenico Covotta
|motivazione=''sul campo''.
|[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]]
|data=Regio Decreto 18 aprile 1942
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|[[1996]]
|nome_onorificenza= Medaglia d'argento al valore militare
|[[2000]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Vittorio Melito
|motivazione=''Partecipava a bombardamenti su munite e lontane basi nemiche. Attaccava un convoglio fortemente scortato ed affondava con siluro un piroscafo di 6.000 tonnellate. In ogni contingenza dava prova di non comune perizia e aggressività. Cielo del Mediterraneo, maggio 1941-luglio 1942''.
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|[[1995]]
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valore militare
|[[1996]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Erminio Grasso
|motivazione=''Ufficiale pilota, all'atto dell'armistizio si sottraeva a qualsiasi collaborazione con le autorità tedesche e fasciste. Rimasto nella Capitale, incurante dei gravi rischi che andava incontro, offriva volontariamente la propria opera per assolvere una rischiosa missione militare, concorrendo alla realizzazione dl collegamento radio clandestino con l'Italia occupata dal nemico. Superando abilmente la stretta vigilanza tedesca, riusciva a sottrarre all'Aeroporto dell'Urbe, già occupato dalle forze tedesche, un velivolo da bombardamento con il quale, il 16 settembre 1943, si trasferiva in territorio dell'Italia liberata, nonostante che il velivolo stesso all'atto del decollo fosse stato attaccato dal fuoco della contraerea e mitragliato durante il primo tratto del volo da un caccia tedesco. Esempio di ardimento, perizia, ed elevati sentimenti patriotici. Settembre 1943''.
|L'Orologio ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=ITA MilMerit 5 BAR.png
|[[1994]]
|nome_onorificenza=5 Croci al Merito di Guerra
|[[1995]]
|collegamento_onorificenza=Croce al merito di guerra
|Antonio Napolitano
|motivazione=
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|[[1990]]
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|[[1994]]
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica Italiana
|Domenico Covotta
|motivazione=Presidente del Consiglio superiore delle FF.AA.
|[[Democrazia Cristiana]]
|luogo=1º giugno [[1970]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=34350 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Grande ufficiale OMRI BAR.svg
|[[1985]]
|nome_onorificenza=Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|[[1990]]
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica Italiana
|Domenico Covotta
|motivazione=Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri
|[[Democrazia Cristiana]]
|luogo=2 giugno [[1965]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=258233 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato].</ref>
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Commendatore OCI Kingdom BAR.svg
|[[1984]]
|nome_onorificenza=Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
|[[1985]]
|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia
|Pasquale Giovannelli
|motivazione=
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Cavaliere SSML BAR.svg
|[[1980]]
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|[[1984]]
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|Romolo De Furia
|motivazione=
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Valor aeronautico bronze medal BAR.svg
|[[1975]]
|nome_onorificenza=Medaglia di Bronzo al Valore Aeronautico
|[[1980]]
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|Vincenzo Aliperta
|motivazione=
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine = Mauriziana BAR.svg|left|100px
|[[1974]]
|nome_onorificenza = Medaglia Mauriziana
|[[1975]]
|collegamento_onorificenza = Medaglia Mauriziana
|Fedele Gizzi
|motivazione =
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine = 40anzianitàdiservizio-RegnoItalia.PNG
|[[1971]]
|nome_onorificenza = Croce d'oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di servizio
|[[1974]]
|collegamento_onorificenza = Croce per anzianità di servizio militare
|Antonio Manganiello
|motivazione =
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine = Medaglia militare aeronautica per lunga navigazione aerea 20 BAR.svg
|[[1970]]
|nome_onorificenza = Medaglia militare aeronautica per lunga navigazione aerea (20 anni)
|[[1971]]
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|Antonio Dotolo
|motivazione =
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Distintivo promozione merito di guerra ufficiali superiori (forze armate italiane).svg
|[[1965]]
|nome_onorificenza=Promozione per merito di guerra
|[[1970]]
|Collegamento_onorificenza=
|Fedele Gizzi
|motivazione=
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Distintivo avanzamento merito di guerra ufficiali superiori (forze armate italiane).svg
|[[1961]]
|nome_onorificenza=Avanzamento per merito di guerra
|[[1965]]
|Collegamento_onorificenza=
|Antonio Manganiello
|motivazione=
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
* Croce di partecipazione "Aviazione Egeo" 1940-43
{{ComuniAmminPrec
* Elogio
|[[1960]]
* Encomio Semplice
|[[1961]]
* Titolo di "Pioniere dell'Aeronautica" come COLLAUDATORE (1984)
|Mario Ortu
* Diploma dell'Associazione Trasvolatori Atlantici (1997)
|[[Partito Socialista Italiano]]
 
|[[Sindaco]]
=== Onorificenze straniere ===
|
{{Onorificenze
|immagine=Ordine di Skanderbeg - ufficiale.png
|nome_onorificenza=Ufficiale dell'Ordine di Scanderbeg (Albania)
|collegamento_onorificenza=Ordine di Skanderberg
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=DEU Deutsche Adlerorden 1 BAR.svg
|[[1959]]
|nome_onorificenza=Cavaliere di III classe dell'Ordine dell'Aquila Tedesca (Germania nazista)
|[[1960]]
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Aquila Tedesca
|Cherubino Cindolo
|motivazione=
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=UnidadNacional.png
|[[1958]]
|nome_onorificenza=Cruz por la Unidad Nacional Española
|[[1959]]
|collegamento_onorificenza = Cruz de la guerra por la unidad nacional española
|Giovanni Scrivano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=ESP Medalla Militar pasador.svg
|[[1956]]
|nome_onorificenza=Medalla Militar colectiva, insignia individual (Spagna)
|[[1958]]
|collegamento_onorificenza=Medalla Militar (España)
|Antonio Maresca
|motivazione=
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{Onorificenze
{{ComuniAmminPrec
|immagine=Лента Медали за Испанскую компанию 1936-1939 гг..svg
|[[1952]]
|nome_onorificenza=Medalla de la Campaña 1936-1939 (Spagna)
|[[1956]]
|collegamento_onorificenza=Medalla de la Campaña (1936-1939)
|[[Enea Franza]]
|motivazione=
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
* Diploma "Paul Tissandier" (1972) della Federation Aeronautique Internationale
{{ComuniAmminPrec
|[[1950]]
|[[1952]]
|Michelangelo Nicoletti
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1950]]
|[[Enea Franza]]
|Democrazia e Lavoro, poi [[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
==Pubblicazioni==
*''Seguendo la Bandiera - vita di un aviatore'', Giorgio Apostolo Editore, Milano, 2001.
 
== Note ==
Quale ente capofila dell'intero ambito territoriale A01<ref>http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/wp-content/uploads/2017/03/Le-dimensioni-antropiche-degli-Ambiti-Territoriali.pdf&sa=U&ved=2ahUKEwjn6LCH2u3VAhWNblAKHcYPCxMQFnoECAgQAA&usg=AFQjCNG1_heHWID-7FnlPAzyY-hi7EcUVw</ref> la città è inoltre sede di [[Servizio sanitario nazionale (Italia)#Distretto sanitario|Distretto Sanitario]], [[Genio Civile]], [[Distretto scolastico|Distretto Scolastico]], [[Agenzia delle Entrate]], [[Comunità Montana dell'Ufita|Comunità Montana]], [[Istituto Nazionale della Previdenza Sociale|Agenzia INPS]] e [[Giudice di Pace]].
=== Annotazioni ===
Pur appartenendo alla [[Provincia di Avellino]], Ariano Irpino (unitamente ai comuni del circondario) soggiace alla competenza territoriale del [[Corte d'appello di Napoli#Tribunale di Benevento|Tribunale di Benevento]].
<references group=N/>
 
==Sport= Fonti ===
'''Calcio'''
 
La principale compagine calcistica della città è oggi la [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che milita nel campionato regionale di [[Promozione Campania 2016-2017|Promozione]]. Questa società ha raccolto l'eredità lasciata da quella che è stata per anni la principale realtà del calcio arianese: l'[[Unione Sportiva Ariano Irpino]], fondata nel 1946. Quest'ultima squadra ottenne i massimi risultati nei suoi primi anni di storia, quando nel [[Promozione 1948-1949 (Lega Interregionale Sud)|1948/49]] sfiorò la Serie C perdendo gli spareggi per il primo posto nel girone M della Promozione Interregionale (attuale Serie D), che avrebbero a loro volta dato l'accesso ai play off nazionali per il salto di categoria. In effetti l'Ariano conta 13 partecipazioni in Serie D (3 come Promozione Interregionale tra il 1948/49 e il 1950/51; 6 come Interregionale tra il 1981/82 e il 1986/87; 4 come Serie D tra il 2002/03 e il 2005/06). L'US Ariano è scomparso nell'estate del 2006 con la cessione del titolo sportivo a una società di un altro comune irpino. Fin da subito l'eredità è stata raccolta dalla società [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che oggi milita nel campionato di Promozione dopo aver disputato due stagioni di Eccellenza.
 
'''Basket (femminile)'''
 
La squadra di pallacanestro locale femminile è la [[Basket Ariano Irpino|Centro Medico Athena Ariano Basket]] (in passato nota col nome di Aloha Ariano, LPA Ariano o MCS Ariano). Il club è stato protagonista di una rapida scalata, che ha visto il suo epilogo in quattro stagioni nel campionato nazionale di Serie A2, sfiorando sempre la promozione nella massima serie. Ha, infatti, sempre raggiunto la fase dei play-off, perdendo le prime due volte in semifinale, venendo sconfitta nel turno unico del 2014/15 e venendo eliminata ai quarti l'anno dopo. Senza essere retrocessa sul campo, ha dovuto rinunciare a iscriversi alla serie cadetta nazionale nell'estate 2016. Oggi milita nel campionato regionale di Serie B.
 
'''Altre realtà minori'''
 
- Sporting Ariano (calcio, Prima Categoria)
 
- GSA Ariano (volley, Prima Divisione sia maschile che femminile)
 
- Ariano Rugby (rugby, incorporata all'interno del IV Circolo Benevento, Serie C2)
 
===Impianti sportivi===
 
* Stadio di calcio "Silvio Renzulli";
* Palazzetto dello sport;
* Campo sportivo polivalente;
* Arena "Pietro Mennea".
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=[[Martino Aichner]]|autore2=Giorgio Evangelisti|titolo=Storia degli aerosiluranti italiani e del Gruppo Buscaglia|editore=Longanesi & C.|città=Milano|anno=1969|cid=Aichner, Evangelisti 1969}}
* {{cita libro||Domenico Cambria|Ariano nella storia dai Normanni all'unità d'Italia|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=D. Cambria, 2008}}
*{{cita libro|autore=Gregory Alegy|autore2=Baldassare Catanalotto|titolo=Coccarde tricolori: l'Aeronautica italiana nella Guerra di liberazione|editore=Nuovo studio Tecna|città=Roma|anno=1994|cid=Alegy, Catanalotto 1994}}
* {{cita libro||Domenico Cambria|Ariano dalle origini ai Longobardi|2005|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=D. Cambria, 2005}}
*{{cita libro|autore=F. D'Amico|autore2=G. Valentini|titolo=Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945|editore=Squadron/Signal Publications|città=Carrolton (Texas)|anno=1986|lingua=en|ISBN=0-89747-185-7|cid=D'Amico, Valentini 1986}}
* {{cita libro||Mario D'Antuono, Ottaviano D'Antuono|Guida Turistica di Ariano Città Capitale|2001|Tipografia Impara|Ariano Irpino|cid=M. D'Antuono, O. D'Antuono}}
*{{cita libro |autore=Giuseppe D'Avanzo|titolo=I lupi dell'aria. L'Italia e gli italiani in un secolo di evoluzione del trasporto aereo|editore=Science Technology History Editore|città=|anno=1993|cid=D'Avanzo 1992}}
* {{cita libro||Ottaviano D'Antuono|La Maiolica delle Antiche Fabbriche di Ariano nel Museo Civico|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=O. D'Antuono}}
*{{cita libro |autore=[[Giuseppe D'Avanzo]]|titolo=Morte a Fregene|editore=Science Technology History Editore|città=|anno=1993|cid=D'Avanzo 1993}}
* {{cita libro||Cesare De Padua, Pasquale Giardino, Vol. I|Ariano. Storia e assetto urbano|2008|Associazione Culturale Arnanah|Ariano Irpino|cid=C. De Padua e P. Giardino}}
*{{cita libro|autore=Chris Dunning|titolo=Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943|editore=Oxford University Press|città=Oxford|anno=1988|lingua=en|ISBN=1-871187-01-X|cid=Dunning 1988}}
* {{cita libro||Nicola Flammia|Storia della città di Ariano|1893|Tipografia Marino|Ariano Irpino|cid=N. Flammia}}
*{{cita libro |autore=Eginaldo Giansanti|titolo=Le ali di Guidonia: 1935-1957 |editore=E-Print|città=Castel Madama|anno=2003|cid=Giansanti 2003}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Primo: 1860-1900|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, I}}
* {{cita libro|autore=Edoardo Grassia|titolo=L'Aviazione Legionaria da bombardamento Spagna 1936-1939|editore=IBN Editore|città=Roma|anno=2011|ISBN=|cid=Grassia 2011}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Secondo: dall'inizio del secolo al 1945|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, II}}
*{{cita libro|autore=|titolo=I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana|editore=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare|città=Roma|anno=1977|cid=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalle origini alla fine del '700|2007|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
* {{cita libro |autore=Giulio Lazzati|titolo=Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana|editore=Ugo Mursia Editore |città=Milano |anno=1975|isbn=978-88-425-4079-3|cid=Lazzati 1975}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalla fine del '700 al 1860|2009|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
*{{cita libro|autore=Sebastiano Licheri|titolo=L'Arma Aerea Italiana 10 giugno 1940 - 8 maggio 1945 |anno=2000|editore=Ugo Mursia Editore|città=Milano|ISBN=978-8-84252-741-1|Licheri 2000}}
* {{cita libro||Tommaso Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|1794|Salomoni|Roma|cid=T. Vitale}}
* {{cita libro|autore=Mirko Molteni|titolo=L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative |editore=Odoya |città=Bologna |anno=2012|ISBN=978-88-6288-144-9|cid=Molteni 2012}}
* {{cita libro||Ortensio Zecchino|Le Assise di Ariano: testo critico|1984|Di Mauro|Cava dei Tirreni|cid=O. Zecchino}}
*{{cita libro |autore=Antonio Mura|titolo=Morte a Fregene<!--|editore=In volo tra guerra e pace-->|editore=Giorgio Apostolo Editore|città=Milano|anno=1985|cid=Mura 1985}}
 
*{{cita libro|autore=|titolo=Ordine Militare d'Italia 1911-1964|editore=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare|città=Roma|anno=1969|cid=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969}}
==Voci correlate==
*{{cita libro|autore=Ferdinando Pedriali|titolo=Guerra di Spagna e Aviazione Italiana|anno=2000|editore=Ufficio Storico Aeronautica Militare |città=Roma|ISBN=|cid=Pedriali 1992}}
* [[Assise di Ariano]]
* {{cita libro|autore=[[Gianni Rocca]]|titolo=I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale|editore=|città=Milano|anno=1993|isbn=88-04-44940-3|cid=Rocca 1993}}
* [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Cattedrale di Ariano]]
* {{cita libro|autore=Renzo Roda |titolo=Reparto Sperimentale di Volo |editore=Edizioni Bizzarri|città=Roma|anno=1974|ISBN=|cid=Roda 1974}}
* [[Comunità montana dell'Ufita]]
* {{cita libro|autore=Renato Rocchi|titolo= La meravigliosa avventura - storia del volo acrobatico |editore=Edizioni Bizzarri|città=Roma|anno=1976|ISBN=|cid=Rocchi 1976}}
* [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|Diocesi di Ariano-Lacedonia]]
*{{cita libro|autore=[[Vittorio Sanseverino]]|titolo=Le nuvole sotto... Autobiografia di un pilota collaudatore|anno=2006|editore=LoGisma editore|città=Roma|ISBN=88-87621-62-4|cid=Sanseverino 2006}}
* [[Ferrovia Napoli-Foggia|Ferrovia Roma-Bari]]
*{{cita libro |autore=Carlo Unia|titolo=Storia degli aerosiluranti italiani|editore=Edizioni Bizzarri|città=Roma|anno=1974|cid=Unia 1974}}
* [[Irpinia]]
* [[Irpinia - Colline dell'Ufita|Olio DOP Colline dell'Ufita]]
* [[Principato Ultra]]
* [[Sella di Ariano]]
* [[Stazione di Ariano Irpino|Stazione ferroviaria di Ariano]]
* [[Stazione meteorologica di Ariano Irpino|Stazione meteorologica di Ariano]]
* [[Strada statale 90 delle Puglie]]
* [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|Terremoto del 1456]]
* [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|Terremoto del 1962]]
* [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]
 
===Periodici===
== Altri progetti ==
*{{cita pubblicazione|autore=Pietro Mazzadri |titolo=Album di Pattuglia. Le pattuglie acrobatiche dell'aeronautica militare italiana dal dopoguerra al 2000|rivista=Supplemento ad Aerei|editore=Delta Editrice|città=Parma|anno=1991|cid=Mazzadri 1991}}
{{interprogetto|commons=Category:Ariano Irpino}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Andrea Moci|autore2=Alberto Sgarlato|anno=2014|mese=febbraio-marzo|titolo=Paolo Moci, un aviatore del '900|rivista=Aerei nella Storia|editore=West-Ward Edizioni|città=Parma|numero=94|pp=30-37|ISSN= 1591-1071|cid=Moci, Sgarlato 2014}}
 
==Collegamenti= esterniVideo ===
* {{cita web|httpurl=https://www.comunediarianoyoutube.itcom/watch?v=sT7Zw11C6RI|Sitotitolo=Sui comunalepozzi del Bahrein. Seconda guerra mondiale.}}
* {{cita web|http://www.cittadiariano.it/|Città di Ariano}}
 
{{Comuni della provincia di Avellino}}
{{Città della Ceramica}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Due Sicilieaviazione|biografie|guerra|Provinciaseconda diguerra Avellinomondiale}}
 
[[Categoria:ArianoAviatori Irpinoitaliani della guerra civile spagnola|Moci, Paolo]]
[[Categoria:Aviatori italiani della seconda guerra mondiale|Moci, Paolo]]
[[Categoria:Piloti collaudatori|Moci, Paolo]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine militare d'Italia]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce dell'Ordine militare d'Italia]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]
[[Categoria:Croci al merito di guerra]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Grandi Ufficiali OMRI]]
[[Categoria:Decorati di Medaglia mauriziana]]
[[Categoria:Croci d'oro per anzianità di servizio]]
[[Categoria:Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dell'Aquila tedesca]]