Grande Bibbia e Castelferretti: differenze tra le pagine

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{{Libro
{{Divisione amministrativa
|titolo = Grande Bibbia
|Nome=Castelferretti
|titoloorig = Great Bible
|Nome ufficiale=
|titolialt = Bibbia di Cromwell, Bibbia di Enrico VII
|Panorama=
|immagine = GreatbibleI.jpg
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|didascalia = Frontespizio dell'edizione del 1539.
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|autore = [[Myles Coverdale]] e diversi religiosi.
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|annoorig = [[1539]]
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|Divisione amm grado 1=Marche
|lingua = en
|Divisione amm grado 2=Ancona
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|Abitanti=circa 5 500
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'''Castelferretti''' (''Castalfrett'' in [[dialetto gallo-piceno]]) è una frazione del Comune di [[Falconara Marittima]], in [[Provincia di Ancona]], nelle [[Marche]], sita nella bassa valle del [[Esino (fiume)|fiume Esino]]. La frazione conta circa 5 500 abitanti.
La '''''Grande Bibbia''''' del [[1539]], o anche detta la '''''Bibbia di Cromwell,''''' fu la prima edizione autorizzata della [[Bibbia]] in inglese, dal re [[Enrico VIII d'Inghilterra|'''Enrico VIII d'Inghilterra''']], a essere letta ad alta voce nei servizi ecclesiastici della [[Chiesa anglicana|Chiesa d'Inghilterra]]. La Grande Bibbia fu preparata da [[Myles Coverdale]], che lavorava su commissione di [[Thomas Cromwell, I conte di Essex|Thomas Cromwell]], segretario di Enrico VIII e [[vicario generale]]. Nel 1538, Cromwell ordinò al clero di fornire "''un libro della bibbia del più grande volume in inglese, e lo stesso istituito in qualche posto conveniente all'interno della detta chiesa di cui voi avete cura, di cui i vostri parrocchiani possano procurarsela e leggerla.''"
 
==Storia==
===Medioevo===
La costruzione del castello, intorno al quale si è poi sviluppato il primo nucleo urbano della frazione, risale al [[1384]]-[[1386]] ed è legata alla famiglia dei conti Ferretti<ref name=Ferretti>vedi [http://www.musan.it/cms/vis_cms.php?id_cms=82 la storia dei conti Ferretti nel sito del Sistema Museale della Provincia di Ancona] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304212916/http://www.musan.it/cms/vis_cms.php?id_cms=82 |date=4 marzo 2016 }}, basata sul testo de "''La nobiltà dei natali''" di Francesco Maria Ferretti.</ref> che, a partire dalla originaria località alsaziana di Ferrette<ref>La località di Ferreto, secondo Albert Dauzat e Charles Rostaing (in ''Dictionnaire étymologique des noms de lieux en France'', Librairie Guénégaud, 1979, p. 287), sarebbe una forma latina che significherebbe "castello, fortezza", riferita al Castello di Ferrette (in lingua francese), che tuttora domina dall'alto l'abitato del comune di Ferrette (in lingua tedesca “Pfirt”), sito attualmente in Francia, nel sud del dipartimento dell'Alto Reno, nella regione Alsace-Champagne-Ardenne-Lorraine, al confine con la Svizzera.</ref>, da cui presero il nome, si erano insediati nella zona sin dal [[Duecento]].
Infatti, in un documento del [[1255]], per la prima volta viene citato Antonio Ferretti, generalmente riconosciuto quale capostipite della casata<ref>Antonio, per quanto tramanda la tradizione familiare e non pochi scrittori genealogici, si ritiene appartenesse all'antica stirpe alsaziana dei conti di Ferretto, che esercitò il proprio dominio sulla contea di [[Ferrette]] (in lingua tedesca “Pfirt”), per oltre cinque secoli. </ref>, il quale, valoroso guerriero di origine svizzero-tedesca, si dice fosse venuto dalla [[Germania]] in Italia verso il [[1225]] per mettersi al servizio del pontefice [[Gregorio IX]], dal quale fu ricompensato con il dono di ampi possedimenti terrieri, posti tra Falconara e [[Chiaravalle]], in località detta "Piana dei Ronchi" (cioè un’area roncata, disboscata per essere assoggettata a produzione agricola).
 
Nel [[1384]] Francesco Ferretti, discendente di Antonio, membro della nobiltà anconitana, chiese al vicario generale della Marca Anconitana, Andrea Bontempi, di poter trasformare una torre di guardia già esistente nella “piana dei ronchi” in un luogo fortificato capace di contenere armati e riserve alimentari. Fino a quel momento la torre aveva avuto per lo più la funzione di sorvegliare i confini segnati dal [[Esino (fiume)|fiume Esino]], soggetto a frequenti inondazioni, motivo di attriti continui tra [[Jesi]]ni e [[Ancona|Anconitani]].
Probabilmente l’edificazione di un castello era divenuta necessaria per difendere i territori e i contadini dalle scorrerie delle armate [[Luigi I d'Angiò|angioine]] che proprio in quegli anni dilagavano nella [[Marca anconitana]], impegnate nella lotta tra il [[papa Urbano VI]] e l’antipapa [[Avignone|avignonese]] [[Antipapa Clemente VII|Clemente VII]]. In questo periodo vennero ristrutturate anche le altre rocche del circondario, quelle di Bolignano, del Cassero e di Fiumesino.
 
Al completamento della costruzione del castello, nel [[1397]], [[papa Bonifacio IX]] nominò Francesco Ferretti [[conte]] di Castelfrancesco; il territorio della contea consisteva in una pianura fertile che si estendeva dal [[Esino (fiume)|fiume Esino]], di cui era stato parzialmente deviato il corso per recuperare terreno coltivabile, sino ai confini con [[Ancona]] che, all'epoca, comprendeva anche il territorio dell'odierna [[Falconara Marittima]], ovvero quello del castello di Falconara Alta, ceduto alla città dorica dai conti Cortesi nel [[1225]]. Tale riconoscimento del feudo ai Ferretti, famiglia appartenente alla nobiltà di Ancona, incrinò ulteriormente le relazioni tra Anconetani e Jesini, fra i quali la disputa territoriale per il possesso delle terre al di qua e al di là dell’Esino si chiuderà solo nei primi decenni del [[XVI secolo]].
=== Età moderna ===
Fino al 1600 tutti gli abitanti di Castelferretti vivevano all'interno del castello, dove furono costruiti una chiesa, un forno e dei magazzini usati per ricoverare i raccolti.
Infatti, l’area della "Piana dei Ronchi", “paludosa e selvata”, era stata messa a coltura da maestranze immigrate dall’Albania durante il frequente esodo dovuto alla pressione turca sull’area balcanica.
 
La fertilità dei terreni consentì un notevole incremento demografico di Castelfrancesco nel XVI e XVII secolo, quando si contavano solo cinquecento abitanti distribuiti su un territorio di circa milletrecento ettari. In questo periodo il capitano Francesco Ferretti intraprese l’ampliamento della rocca, la costruzione di un “casino” nel borgo, con logge e giardino, l’edificazione della chiesa di S. Stefano e il completamento della villa di Monte Domini utilizzata come residenza estiva dalla sua famiglia.
I Ferretti riuscirono a conservare il controllo feudale sul castello contro i tentativi di Ancona di considerarlo parte del proprio territorio, che proseguirono fino al [[1760]], quando la disputa viene risolta a favore della famiglia.
 
===Età contemporanea===
Pochi anni dopo, però, nel [[1797]]-[[1799|99]], con l’invasione francese, l’obbligo di provvedere alle spese di occupazione costrinse i Ferretti a ipotecare il castello finché, nel [[1817]], con la [[Restaurazione]], essi persero ogni diritto feudale sul paese, dopo cinque secoli di dominio.
 
Fu elevato a Comune nel 1816 e rimase indipendente fino al 1859.
 
Nel [[1869]] gli abitanti abbatterono la chiesa che si trovava al centro del castello e ne costruirono una più ampia nella sede attuale, ovvero di fronte alla piazza su cui si affaccia il portone del castello, dedicata a [[Andrea apostolo|Sant'Andrea Apostolo]].
 
Dall'[[XIX secolo|800]] il paese si è continuamente ampliato; il suo sviluppo data soprattutto a partire dagli [[anni sessanta]] del [[XX secolo]], grazie alla sua posizione e ai servizi offerti, con lo spostamento di molte famiglie dalla campagna al centro abitato per il passaggio dall'agricoltura al lavoro operaio ed impiegatizio. A partire dagli [[anni novanta]] del [[XX secolo]] si è anche registrato il fenomeno dell'immigrazione, con l'arrivo di stranieri soprattutto dall'Est Europa e dall'Africa.
 
Attualmente gli abitanti (Castelfrettesi) sono circa 5.500.
 
== Descrizione ==
Il patrono locale è [[Sant'Andrea Apostolo]] e la parrocchia fa parte della zona pastorale di Falconara Marittima e dell'[[Arcidiocesi di Ancona-Osimo]].
Da segnalare la rievocazione storica che si tiene ogni anno nel mese di luglio in cui i quartieri del paese si sfidano per la conquista del "Palio dei Ronchi".
 
=== Distanze e vie di comunicazione ===
Il capoluogo comunale [[Falconara Marittima]] ed il [[mare Adriatico]] si trovano a circa 4&nbsp;km di distanza; il capoluogo di provincia e di regione, [[Ancona]], dista circa 15&nbsp;km. Distano meno di un chilometro dal centro abitato sia il casello “Ancona Nord” dell'[[autostrada A14 (Italia)|autostrada A14]], che l'[[Aeroporto di Ancona-Falconara|aeroporto internazionale "Raffaello Sanzio"]].
 
In auto Castelferretti è raggiungibile: da nord dalla [[Strada statale 16 Adriatica#Marche e Abruzzo settentrionale|SS. 16 Adriatica]] entrando, a Fiumesino di Falconara Marittima, nell'ingresso della variante “Falconara-Pontelungo” alla predetta SS16 e uscendo al primo svincolo di “Falconara-Stadio”, girando poi a sinistra in direzione ovest. Da sud, percorrendo la predetta variante alla SS16 e uscendo al predetto svincolo di “Falconara-Stadio”, proseguendo poi verso ovest.
Da ovest, dalla [[Strada statale 76 della Val d'Esino#Tratto Serra San Quirico - Falconara|superstrada SS76 della Val d'Esino]], con uscita allo svincolo n.22 di [[Chiaravalle]], girando poi a destra, proseguendo verso est.
 
Il servizio di [[trasporto pubblico locale]] è svolto a mezzo autobus dalla società [[Conerobus]] (Linea C Ancona-Chiaravalle o linea J) con corse frequenti.
 
Inoltre Castelferretti è facilmente raggiungibile in ferrovia, con la linea [[Ferrovia Roma-Ancona|Ancona-Roma]], scendendo alla stazione di Castelferretti, o con la linea [[Ferrovia Bologna-Ancona|Bologna–Pescara]], scendendo alla stazione di Falconara Marittima.
 
== Monumenti ==
=== La Chiesa di Santa Maria della Misericordia ===
La piccola chiesa di [[Santa Maria della Misericordia]]<ref>{{Cita web |url=http://www.musan.it/musei/vis_musei.php?id_news=54 |titolo=La chiesa di Santa Maria della Misericordia nel sito del Sistema Museale della Provincia di Ancona |accesso=27 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160523163325/http://www.musan.it/musei/vis_musei.php?id_news=54 |dataarchivio=23 maggio 2016 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.falconarainlinea.it/chiesamisericordia.htm galleria fotografica della chiesa di Santa Maria della Misericordia] a Castelferretti.</ref> è sita fuori del paese, a fianco del cimitero di Castelferretti, a circa "400 passi" dal castello.
 
La primitiva struttura era, agli inizi del [[XV secolo]], più bassa di quella attuale e fu edificata negli anni delle [[Peste nera|pestilenze]] di fine [[Trecento]], secondo un modello molto diffuso nelle [[Marche]] che, secondo alcuni, ha dato vita anche all’originaria costruzione della [[Santa Casa]] di [[Loreto]]. Fu costruita per volere dei conti Ferretti<ref name=Ferretti/>, dei quali è stata anche tomba di famiglia, e che ne sono tuttora i proprietari.
 
Nel [[1584]] Vincenzo Ferretti decise il restauro della chiesa, che fu affidato, come i lavori di bonifica del territorio circostante, a maestranze albanesi.
La ''Grande Bibbia'' include molto dalla [[Bibbia Tyndale|Bibbia di Tyndale]], con i tratti discutibili riveduti. Poiché la Bibbia di Tyndale era incompleta, Coverdale tradusse i libri rimanenti dell'[[Antico Testamento]] e degli [[Apocrifi dell'Antico Testamento|Apocrifi]] dalla Vulgata latina e dalle traduzioni tedesche, piuttosto che dal testo originale [[Lingua greca|greco]], [[Lingua ebraica|ebraico]] e [[Lingua aramaica|aramaico]]. Sebbene sia chiamata ''Grande Bibbia'' a causa delle sue grandi dimensioni, è conosciuta anche con diversi altri nomi: la ''Bibbia di Cromwell'', dal momento che Thomas Cromwell ne ha diretto la pubblicazione; La Bibbia di Whitchurch dal nome del suo primo editore inglese; la ''Bibbia incatenata'', poiché era incatenata per impedirne la rimozione dalla chiesa. È stata meno accuratamente definita la ''Bibbia di Cranmer'', dal momento che sebbene [[Thomas Cranmer]] non fosse responsabile della traduzione, una sua prefazione apparve nella seconda edizione.<ref>{{Cita libro|titolo=Holy Bible : 1611 edition : King James version.|url=https://www.worldcat.org/oclc/53439624|accesso=2019-02-04|data=2003|editore=Hendrickson|OCLC=53439624|ISBN=1565631609}}</ref>
 
La chiesa presenta all'interno interessanti affreschi della scuola marchigiana, risalenti al [[1450]]-[[1455|55]], che furono probabilmente coperti nel [[1610]], durante i restauri compiuti dalla famiglia Ferretti, di cui resta testimonianza in un’epigrafe, e riscoperti nel [[Novecento]], in occasione dei lavori di restauro commissionati dai Ferretti, effettuati nel [[1938]]-[[1940|40]] da Dante De Carolis e Mario Pesarini. Alcuni affreschi furono distaccati e poi ricollocati nel [[1969]].
== Fonti e storia ==
Questi dipinti rappresentano un’importante testimonianza delle decimazioni e della grande paura causate dalla peste trecentesca. Nell'affresco principale della [[navata]] centrale è infatti rappresentata ''La Madonna della Misericordia'' che protegge sotto il suo mantello le popolazioni locali dal contagio.
Il Nuovo Testamento di Tyndale era stato pubblicato nel 1525, seguito dalla sua versione inglese del [[Pentateuco]] nel 1530; ma entrambi usavano il vocabolario e le note aggiunte, che erano inaccettabili per gli uomini di chiesa inglesi e per il re. I libri di Tyndale furono banditi dalla proclamazione reale nel [[1530]], e Enrico mantenne quindi la promessa di una Bibbia inglese ufficialmente autorizzata preparata da studiosi eruditi e cattolici. Nel 1534, [[Thomas Cranmer]] cercò di far progredire il progetto del re facendo pressioni su dieci vescovi diocesani per collaborare a un Nuovo Testamento inglese, ma la maggior parte di essi consegnarono le loro bozze in ritardo, inadeguatamente, o per niente. Nel 1537, Cranmer affermava che la Bibbia dei Vescovi proposta non sarebbe stata completata fino al giorno del giudizio universale. Il re stava diventando impaziente con il lento progredirsi, specialmente in considerazione della sua convinzione che il pellegrinaggio di grazia era stato sostanzialmente esacerbato a causa dello sfruttamento dei ribelli dell'ignoranza religiosa popolare.
Gli altri affreschi rappresentano il ''Padre Eterno'', ''Gesù crocifisso con due angeli'', i ''Santi Paolo e Pietro'', un ''Santo diacono'' e ''San Bernardino da Siena'', insieme al trigramma.
L’intera decorazione è ritenuta di una stessa mano, di gusto pienamente tardogotico, fiammeggiante nella cattedra del Santo Vescovo nella parte destra. Originariamente riferiti al pittore Giacomo di Nicola da Recanati, vanno invece, secondo lo storico dell'arte Andrea De Marchi<ref>Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, ''Pittori ad Ancona nel Quattrocento'', Federico Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9</ref>, attribuiti a un maestro forse associabile a Giambono di Corrado da Ragusa, pittore della cosiddetta "scuola di Ancona", attiva in città tra [[XIV secolo|Trecento]] e [[XV secolo|Quattrocento]], il cui principale esponente era [[Olivuccio di Ciccarello]]<ref>Pietro Zampetti, in ''Francesco Podesti'', Electa editrice, Milano 1996, pagina 34</ref>.
 
=== La villa di Montedomini ===
Con i vescovi che non mostravano segni di completamento del loro compito, Cromwell ottenne l'approvazione ufficiale per la [[Vangelo di Matteo|Bibbia di Matteo]] come misura provvisoria nel [[1537]], l'anno della sua pubblicazione sotto lo pseudonimo di "Thomas Matthew", in realtà [[John Rogers]]. <ref>{{Cita libro|nome=John|cognome=Rogers|nome2=Joseph W.|cognome2=Johnson|titolo=The Matthew's Bible|url=https://books.google.ca/books?id=2AXp3GFGYXwC&printsec=frontcover&dq=Matthew's+bible+Rogers&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjP27iZ9qfVAhVq7IMKHQPIBPAQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Matthew's%20bible%20Rogers&f=false|accesso=2019-02-04|data=2009|editore=Hendrickson Publishers|lingua=en|p=IX|ISBN=9781598563498}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=David Allen|cognome=Rivera|titolo=THE ROOTS OF THE KING JAMES BIBLE|url=https://books.google.ca/books?id=OFWnDgAAQBAJ&pg=PA33&dq=Matthew's+bible+John+Rogers&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiF9dDl9qfVAhXi7oMKHWXPCCcQ6AEIQjAF#v=onepage&q=Matthew's%20bible%20John%20Rogers&f=false|accesso=2019-02-04|data=2017-04-10|lingua=en|p=33}}</ref> Cromwell aveva contribuito a finanziare la stampa di questa versione. La Bibbia di Matteo combinava il Nuovo Testamento di William Tyndale e gran parte dell'Antico Testamento, nel modo in cui Tyndale era stato in grado di tradurre prima di essere condannato a morte l'anno precedente per "[[eresia]]". Nel 1538, era obbligatorio per tutte le chiese possedere una Bibbia secondo le Ingiunzioni di Thomas Cromwell.<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Thomas-Cranmer-archbishop-of-Canterbury|titolo=Thomas Cranmer {{!}} archbishop of Canterbury|sito=Encyclopedia Britannica|lingua=en|accesso=2019-02-04}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Remains, Historical and Literary, Connected with the Palatine Counties of Lancaster and Chester|url=https://books.google.ca/books?id=JPEMAAAAYAAJ&pg=PA851&dq=Cromwell's+Injunctions+1538&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwip1cTM9afVAhUs5IMKHeggCaMQ6AEIOTAD#v=onepage&q=Cromwell's%20Injunctions%201538&f=false|accesso=2019-02-04|data=1858|editore=Chetham Society.|lingua=en}}</ref> Coverdale basava la Grande Bibbia sull'opera di Tyndale, ma rimuoveva gli aspetti discutibili per i vescovi. Tradusse i rimanenti libri dell'Antico Testamento usando principalmente la [[Vulgata|Vulgata latina]] e le traduzioni tedesche.<ref>{{Cita web|url=http://www.bible-researcher.com/greatbible1.html|titolo=The Great Bible|autore=Frederic G. Kenyon|sito=www.bible-researcher.com|editore=Charles Scribner’s Sons, New York, 1909|lingua=en|volume=Dictionary of the Bible|accesso=2019-02-04}}</ref> L'incapacità di Coverdale di tradurre dai testi originale ebraico, aramaico e greco diede impulso alla Bibbia dei Vescovi.
Alla sommità del colle che domina Castelferretti si trova Villa Montedomini, fatta costruire dai conti Ferretti<ref name=Ferretti/> nel [[1505]], antica residenza estiva di campagna della nobile famiglia anconetana.
 
La villa comprende edifici originari del [[XVI secolo|'500]] e ampliati nell'[[XVIII secolo|800]], ed è raggiungibile dal centro del borgo tramite una lunga e suggestiva scalinata tra due filari alberati<ref name=Ferretti/>.
La revisione del Nuovo Testamento della Grande Bibbia è principalmente distinta dalla versione originale di Tyndale dall'interpolazione di numerose frasi e quelle trovate solo nella Vulgata.
 
Oggi versa in uno stato di totale abbandono, per cui meriterebbe un urgente intervento di restauro, che possa restituire quest'importante struttura ad un uso che ne consenta la visita al pubblico.
Le parti non in corsivo sono prese in consegna da Tyndale senza modifiche, ma le parole in corsivo, che non si trovano nel testo greco tradotto da Tyndale, sono state aggiunte dal latino. (La frase aggiunta può anche essere trovata, con differenze verbali minori, nel Nuovo Testamento di Douai-Rheims.) Queste inclusioni sembrano essere state fatte per rendere la Grande Bibbia più appetibile per i conservatori inglesi, molti dei quali consideravano la Vulgata come l'unica Bibbia legittima. I salmi nel libro della preghiera comune del 1662 continuano ad essere presi dalla Grande Bibbia piuttosto che dalla [[Bibbia di re Giacomo|Bibbia di Re Giacomo]]. Nel 1568, la Grande Bibbia fu sostituita dalla versione autorizzata della Chiesa anglicana dalla [[Bibbia dei Vescovi]]. L'ultima delle oltre 30 edizioni della Grande Bibbia apparve nel [[1569]].<ref>{{Cita libro|nome=Herbert, Arthur|cognome=Sumner.|nome2=Moule, H. F. (Horace|cognome2=Frederick)|nome3=British and Foreign Bible Society.|cognome3=Library.|titolo=Historical catalogue of printed editions of the English Bible: 1525-1961;|url=https://www.worldcat.org/oclc/36686|accesso=2019-02-04|data=1968|editore=British & Foreign Bible Society|pp=127-129|OCLC=36686|ISBN=0564001309}}</ref>
 
=== La sede del corpo bandistico ===
== Stile linguistico ==
[[immagine:Italy. Corpo Bandistico di Castelferretti, 1925.jpg|miniatura|La banda di Castelferretti nel 1925]]
La lingua della Grande Bibbia segna l'avvento dell'[[inglese moderno]]. Inoltre, questa variante dell'inglese è [[Età elisabettiana|pre-elisabettiana]]. Il testo, che veniva regolarmente letto nelle chiese parrocchiali, contribuiva a standardizzare e stabilizzare la lingua in tutta l'Inghilterra. Alcune letture della prima versione autorizzata della Bibbia differiscono dalla più familiare edizione del [[1611]], la terza versione autorizzata. Ad esempio, il comandamento contro l'adulterio nella Grande Bibbia recita: "''Non devi rompere il matrimonio''".<ref>Exodus 20:1–17</ref>
Risale invece agli inizi del '[[900]] il caratteristico edificio sede del corpo bandistico, con la facciata in [[stile liberty]] a forma di [[Lira (strumento musicale)|lira]] o [[cetra (antichità classica)|cetra]].
 
== ConseguenzeSport ==
Vedi [[Falconara Marittima]].
Gli ultimi anni di Enrico VIII furono caratterizzati da una reazione seria. Nel 1542, la convocazione con il consenso regale rese un tentativo contrastato da Cranmer di latinizzare la versione inglese e di rendere in realtà ciò che divenne in seguito la versione Romana di Reims. L'anno seguente il Parlamento, che in pratica costituiva dal re e due o tre membri del Consiglio privato, limitava l'uso della Bibbia inglese a certe classi sociali che escludevano nove decimi della popolazione e tre anni dopo proibiva l'uso di tutto tranne che della Grande Bibbia. Probabilmente in quel momento avvenne la grande distruzione di tutti i precedenti lavori sulla Bibbia inglese che hanno reso così scarsamente esemplificativi quelli della Grande Bibbia. Nel frattempo Enrico VIII morì il 28 gennaio [[1547]].<ref>The International Standard Bible Encyclopaedia, Volume 2, Edited by James Orr, Chicago: 1915, page 949. </ref>
 
== Note ==
<references />
 
== CollegamentiVoci esternicorrelate ==
* [[Pallavolo Sabini|G. S. Pallavolo Sabini]]
* {{collegamenti esterni}}
{{Portale|Marche}}
* [[iarchive:GreatBible1540/page/n7|La Grande Bibbia]]
 
[[Categoria:Frazioni della provincia di Ancona]]
{{controllo di autorità}}
[[Categoria:Falconara Marittima]]
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