Il ritorno (film 1992) e Castelferretti: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{O|film|dicembre 2016}}
|Nome=Castelferretti
{{Film
|Nome ufficiale=
| titolo italiano = Il ritorno
|Panorama=
| titolo originale = Jesus vender tilbage
|Didascalia=
| lingua originale = [[Lingua danese|Danese]]
|Stemma=
| paese = [[Danimarca]]
|Stato=ITA
| titolo alfabetico = Ritorno, Il
|Grado amministrativo=4
| anno uscita = [[1992]]
|Divisione amm grado 1=Marche
| durata = 90 min
|Divisione amm grado 2=Ancona
| genere = Fantastico
|Divisione amm grado 3=Falconara Marittima
| regista = [[Jens Jørgen Thorsen]]
|Altitudine=
| soggetto =
|Superficie=
| sceneggiatore = Jens Jørgen Thorsen
|Note superficie=
| produttore = Jens Jørgen Thorsen
|Abitanti=circa 5 500
| produttore esecutivo = [[John Hilbard]]
|Note abitanti=
| casa produzione = [[Superfilm Productions]]
|Aggiornamento abitanti=
| casa distribuzione italiana =
|Codice catastale=
| attori = * [[Marco Di Stefano (attore)|Marco Di Stefano]]: Gesù
|Nome abitanti=castelfrettesi
* [[Johnny Melville]]: predicatore
|Patrono=
* [[Jed Curtis]]: Papa
|Festivo=
* [[Jean-Michel Dagory]]: barbone
* [[Benny Hansen]]: barbone
* [[Jacob Haugaard]]: predicatore americano Billy Graham
* [[John Hahn-Petersen]]: prete del carcere
* [[Paul Hagen]]: prete protestante
* Atlanta: Marianna
* [[Hans Henrik Baerentsen]]: cardinale
* [[Jørgen Bidstrup]]: cardinale
* [[Mogens W. Johansen]]: cardinale
* [[Jim Russel]]: generale statunitense
* [[Hugo Øster Bendtsen]]: capo della polizia italiana
* [[Marco Barfoed Ramirez]]: guardia carceraria
* [[Pascal Sefusatti]]: guardia carceraria
* [[Eduardo Bohr]]: giudice
* [[Eric Danielsen]]: annunciatore televisivo
* [[Pia Koch]]: ''steward''
* [[Simon Vagn Jensen]]: pilota
* [[Jacques Desplats]]: Diplomatico
* [[Stephen Hakesberg]]: uomo-radar
* [[Peter Gilsford]]: uomo-radar
* [[Jan Hertz]]: diplomatico
* [[Flemming Jetmar]]: terrorista
* [[Hans-Peter Ludvigsen]]: terrorista
* [[Martin Spang Olsen]]: terrorista
| fotografo = [[Jesper Høm]]
| montatore = [[Jesper Osmund]]
| effetti speciali = [[Hans-Peter Ludvigsen]]
| musicista = [[Jimmy Dawkins]]
| scenografo = Jens Jørgen Thorsen
| costumista = [[Ole Glaesner]], [[Annelise Houberg]], [[Birthe Qualmann]], [[Marcella Kjelltoft]], [[Anne Mathiesen]]
| truccatore =
| sfondo =
}}
'''''Il ritorno''' (Jesus vender tilbage)'' è un film del [[1992]] diretto da [[Jens Jørgen Thorsen]].
 
'''Castelferretti''' (''Castalfrett'' in [[dialetto gallo-piceno]]) è una frazione del Comune di [[Falconara Marittima]], in [[Provincia di Ancona]], nelle [[Marche]], sita nella bassa valle del [[Esino (fiume)|fiume Esino]]. La frazione conta circa 5 500 abitanti.
== Trama ==
Gesù torna sulla terra a redimere il mondo: atterrato a [[Parigi]], scopre che è un vero paradiso ma, ancora una volta, torna a essere perseguitato, picchiato, rapito e, preso come ostaggio, subisce il fascino d’una bella dirottatrice. Arrestato e condannato a morte, fugge in autostop. Viene ripreso, fugge di nuovo, finché deve scegliere tra l’amore della sua vita o il compromesso col potere.
 
== Produzione Storia==
===Medioevo===
Il 5 luglio 1973 il regista [[Jens Jørgen Thorsen]] riceve 600 mila [[corone norvegesi]] dal [[Danish Film Institute]] per la realizzazione di un progetto cinematografico. Questo venne considerato blasfemo da alcuni, decidendo di posticiparne la data di uscita; nel durante si sarebbe indagato sulla questione. Successivamente, il 27 giugno 1989 lo stesso istituto concede nuovamente un sostegno economico al direttore per un film su [[Gesù]], presentato al pubblico danese il 13 marzo 1992.
La costruzione del castello, intorno al quale si è poi sviluppato il primo nucleo urbano della frazione, risale al [[1384]]-[[1386]] ed è legata alla famiglia dei conti Ferretti<ref name=Ferretti>vedi [http://www.musan.it/cms/vis_cms.php?id_cms=82 la storia dei conti Ferretti nel sito del Sistema Museale della Provincia di Ancona] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304212916/http://www.musan.it/cms/vis_cms.php?id_cms=82 |date=4 marzo 2016 }}, basata sul testo de "''La nobiltà dei natali''" di Francesco Maria Ferretti.</ref> che, a partire dalla originaria località alsaziana di Ferrette<ref>La località di Ferreto, secondo Albert Dauzat e Charles Rostaing (in ''Dictionnaire étymologique des noms de lieux en France'', Librairie Guénégaud, 1979, p. 287), sarebbe una forma latina che significherebbe "castello, fortezza", riferita al Castello di Ferrette (in lingua francese), che tuttora domina dall'alto l'abitato del comune di Ferrette (in lingua tedesca “Pfirt”), sito attualmente in Francia, nel sud del dipartimento dell'Alto Reno, nella regione Alsace-Champagne-Ardenne-Lorraine, al confine con la Svizzera.</ref>, da cui presero il nome, si erano insediati nella zona sin dal [[Duecento]].
Infatti, in un documento del [[1255]], per la prima volta viene citato Antonio Ferretti, generalmente riconosciuto quale capostipite della casata<ref>Antonio, per quanto tramanda la tradizione familiare e non pochi scrittori genealogici, si ritiene appartenesse all'antica stirpe alsaziana dei conti di Ferretto, che esercitò il proprio dominio sulla contea di [[Ferrette]] (in lingua tedesca “Pfirt”), per oltre cinque secoli. </ref>, il quale, valoroso guerriero di origine svizzero-tedesca, si dice fosse venuto dalla [[Germania]] in Italia verso il [[1225]] per mettersi al servizio del pontefice [[Gregorio IX]], dal quale fu ricompensato con il dono di ampi possedimenti terrieri, posti tra Falconara e [[Chiaravalle]], in località detta "Piana dei Ronchi" (cioè un’area roncata, disboscata per essere assoggettata a produzione agricola).
 
Nel [[1384]] Francesco Ferretti, discendente di Antonio, membro della nobiltà anconitana, chiese al vicario generale della Marca Anconitana, Andrea Bontempi, di poter trasformare una torre di guardia già esistente nella “piana dei ronchi” in un luogo fortificato capace di contenere armati e riserve alimentari. Fino a quel momento la torre aveva avuto per lo più la funzione di sorvegliare i confini segnati dal [[Esino (fiume)|fiume Esino]], soggetto a frequenti inondazioni, motivo di attriti continui tra [[Jesi]]ni e [[Ancona|Anconitani]].
In Italia fu vietata la visione del lungometraggio nel maggio del 1993 in I grado e in II grado, perché andava contro l'articolo 21 della Costituzione e per avere una visione contraria di quelli che sono i sentimenti della comunità<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=9h8xCwAAQBAJ&pg=PT45&dq=%22Il+ritorno%22+1992+%22Thorsen%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjLkZOMlf3aAhUEM5oKHaRlA-YQ6AEILDAB#v=onepage&q=%22Il%20ritorno%22%201992%20%22Thorsen%22&f=false|titolo=Visioni proibite|autore=Roberto Curti, Alessio Di Rocco|editore=2015|editore=Lindau|accesso=11 maggio 2018}}</ref>. L'opera viene concessa di essere resa disponibile nei cinema italiani col divieto di visione ai minori di diciotto anni e vari tagli alle scene; nonostante ciò non verrà mai pubblicata<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=ZNlh6-jGOzAC&pg=PA135&dq=%22Il+ritorno%22+%22Thorsen%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjcybCvmf3aAhWFBywKHQU8BQoQ6AEIMzAC#v=onepage&q=%22Il%20ritorno%22%20%22Thorsen%22&f=false|titolo=La libertà di manifestazione del pensiero e la libertà religiosa nelle società multiculturali|autore=Donatella Loprieno, Nicola Fiorita|editore=Firenze University Press|anno=2009|p=135|accesso=11 maggio 2018}}</ref>.
Probabilmente l’edificazione di un castello era divenuta necessaria per difendere i territori e i contadini dalle scorrerie delle armate [[Luigi I d'Angiò|angioine]] che proprio in quegli anni dilagavano nella [[Marca anconitana]], impegnate nella lotta tra il [[papa Urbano VI]] e l’antipapa [[Avignone|avignonese]] [[Antipapa Clemente VII|Clemente VII]]. In questo periodo vennero ristrutturate anche le altre rocche del circondario, quelle di Bolignano, del Cassero e di Fiumesino.
 
Al completamento della costruzione del castello, nel [[1397]], [[papa Bonifacio IX]] nominò Francesco Ferretti [[conte]] di Castelfrancesco; il territorio della contea consisteva in una pianura fertile che si estendeva dal [[Esino (fiume)|fiume Esino]], di cui era stato parzialmente deviato il corso per recuperare terreno coltivabile, sino ai confini con [[Ancona]] che, all'epoca, comprendeva anche il territorio dell'odierna [[Falconara Marittima]], ovvero quello del castello di Falconara Alta, ceduto alla città dorica dai conti Cortesi nel [[1225]]. Tale riconoscimento del feudo ai Ferretti, famiglia appartenente alla nobiltà di Ancona, incrinò ulteriormente le relazioni tra Anconetani e Jesini, fra i quali la disputa territoriale per il possesso delle terre al di qua e al di là dell’Esino si chiuderà solo nei primi decenni del [[XVI secolo]].
== Note ==
=== Età moderna ===
<references/>
Fino al 1600 tutti gli abitanti di Castelferretti vivevano all'interno del castello, dove furono costruiti una chiesa, un forno e dei magazzini usati per ricoverare i raccolti.
Infatti, l’area della "Piana dei Ronchi", “paludosa e selvata”, era stata messa a coltura da maestranze immigrate dall’Albania durante il frequente esodo dovuto alla pressione turca sull’area balcanica.
 
La fertilità dei terreni consentì un notevole incremento demografico di Castelfrancesco nel XVI e XVII secolo, quando si contavano solo cinquecento abitanti distribuiti su un territorio di circa milletrecento ettari. In questo periodo il capitano Francesco Ferretti intraprese l’ampliamento della rocca, la costruzione di un “casino” nel borgo, con logge e giardino, l’edificazione della chiesa di S. Stefano e il completamento della villa di Monte Domini utilizzata come residenza estiva dalla sua famiglia.
== Collegamenti esterni ==
I Ferretti riuscirono a conservare il controllo feudale sul castello contro i tentativi di Ancona di considerarlo parte del proprio territorio, che proseguirono fino al [[1760]], quando la disputa viene risolta a favore della famiglia.
* {{Collegamenti esterni}}
 
===Età contemporanea===
Pochi anni dopo, però, nel [[1797]]-[[1799|99]], con l’invasione francese, l’obbligo di provvedere alle spese di occupazione costrinse i Ferretti a ipotecare il castello finché, nel [[1817]], con la [[Restaurazione]], essi persero ogni diritto feudale sul paese, dopo cinque secoli di dominio.
 
Fu elevato a Comune nel 1816 e rimase indipendente fino al 1859.
 
Nel [[1869]] gli abitanti abbatterono la chiesa che si trovava al centro del castello e ne costruirono una più ampia nella sede attuale, ovvero di fronte alla piazza su cui si affaccia il portone del castello, dedicata a [[Andrea apostolo|Sant'Andrea Apostolo]].
 
Dall'[[XIX secolo|800]] il paese si è continuamente ampliato; il suo sviluppo data soprattutto a partire dagli [[anni sessanta]] del [[XX secolo]], grazie alla sua posizione e ai servizi offerti, con lo spostamento di molte famiglie dalla campagna al centro abitato per il passaggio dall'agricoltura al lavoro operaio ed impiegatizio. A partire dagli [[anni novanta]] del [[XX secolo]] si è anche registrato il fenomeno dell'immigrazione, con l'arrivo di stranieri soprattutto dall'Est Europa e dall'Africa.
 
Attualmente gli abitanti (Castelfrettesi) sono circa 5.500.
 
== Descrizione ==
Il patrono locale è [[Sant'Andrea Apostolo]] e la parrocchia fa parte della zona pastorale di Falconara Marittima e dell'[[Arcidiocesi di Ancona-Osimo]].
Da segnalare la rievocazione storica che si tiene ogni anno nel mese di luglio in cui i quartieri del paese si sfidano per la conquista del "Palio dei Ronchi".
 
=== Distanze e vie di comunicazione ===
Il capoluogo comunale [[Falconara Marittima]] ed il [[mare Adriatico]] si trovano a circa 4&nbsp;km di distanza; il capoluogo di provincia e di regione, [[Ancona]], dista circa 15&nbsp;km. Distano meno di un chilometro dal centro abitato sia il casello “Ancona Nord” dell'[[autostrada A14 (Italia)|autostrada A14]], che l'[[Aeroporto di Ancona-Falconara|aeroporto internazionale "Raffaello Sanzio"]].
 
In auto Castelferretti è raggiungibile: da nord dalla [[Strada statale 16 Adriatica#Marche e Abruzzo settentrionale|SS. 16 Adriatica]] entrando, a Fiumesino di Falconara Marittima, nell'ingresso della variante “Falconara-Pontelungo” alla predetta SS16 e uscendo al primo svincolo di “Falconara-Stadio”, girando poi a sinistra in direzione ovest. Da sud, percorrendo la predetta variante alla SS16 e uscendo al predetto svincolo di “Falconara-Stadio”, proseguendo poi verso ovest.
Da ovest, dalla [[Strada statale 76 della Val d'Esino#Tratto Serra San Quirico - Falconara|superstrada SS76 della Val d'Esino]], con uscita allo svincolo n.22 di [[Chiaravalle]], girando poi a destra, proseguendo verso est.
 
Il servizio di [[trasporto pubblico locale]] è svolto a mezzo autobus dalla società [[Conerobus]] (Linea C Ancona-Chiaravalle o linea J) con corse frequenti.
 
Inoltre Castelferretti è facilmente raggiungibile in ferrovia, con la linea [[Ferrovia Roma-Ancona|Ancona-Roma]], scendendo alla stazione di Castelferretti, o con la linea [[Ferrovia Bologna-Ancona|Bologna–Pescara]], scendendo alla stazione di Falconara Marittima.
 
== Monumenti ==
=== La Chiesa di Santa Maria della Misericordia ===
La piccola chiesa di [[Santa Maria della Misericordia]]<ref>{{Cita web |url=http://www.musan.it/musei/vis_musei.php?id_news=54 |titolo=La chiesa di Santa Maria della Misericordia nel sito del Sistema Museale della Provincia di Ancona |accesso=27 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160523163325/http://www.musan.it/musei/vis_musei.php?id_news=54 |dataarchivio=23 maggio 2016 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.falconarainlinea.it/chiesamisericordia.htm galleria fotografica della chiesa di Santa Maria della Misericordia] a Castelferretti.</ref> è sita fuori del paese, a fianco del cimitero di Castelferretti, a circa "400 passi" dal castello.
 
La primitiva struttura era, agli inizi del [[XV secolo]], più bassa di quella attuale e fu edificata negli anni delle [[Peste nera|pestilenze]] di fine [[Trecento]], secondo un modello molto diffuso nelle [[Marche]] che, secondo alcuni, ha dato vita anche all’originaria costruzione della [[Santa Casa]] di [[Loreto]]. Fu costruita per volere dei conti Ferretti<ref name=Ferretti/>, dei quali è stata anche tomba di famiglia, e che ne sono tuttora i proprietari.
 
Nel [[1584]] Vincenzo Ferretti decise il restauro della chiesa, che fu affidato, come i lavori di bonifica del territorio circostante, a maestranze albanesi.
 
La chiesa presenta all'interno interessanti affreschi della scuola marchigiana, risalenti al [[1450]]-[[1455|55]], che furono probabilmente coperti nel [[1610]], durante i restauri compiuti dalla famiglia Ferretti, di cui resta testimonianza in un’epigrafe, e riscoperti nel [[Novecento]], in occasione dei lavori di restauro commissionati dai Ferretti, effettuati nel [[1938]]-[[1940|40]] da Dante De Carolis e Mario Pesarini. Alcuni affreschi furono distaccati e poi ricollocati nel [[1969]].
Questi dipinti rappresentano un’importante testimonianza delle decimazioni e della grande paura causate dalla peste trecentesca. Nell'affresco principale della [[navata]] centrale è infatti rappresentata ''La Madonna della Misericordia'' che protegge sotto il suo mantello le popolazioni locali dal contagio.
Gli altri affreschi rappresentano il ''Padre Eterno'', ''Gesù crocifisso con due angeli'', i ''Santi Paolo e Pietro'', un ''Santo diacono'' e ''San Bernardino da Siena'', insieme al trigramma.
L’intera decorazione è ritenuta di una stessa mano, di gusto pienamente tardogotico, fiammeggiante nella cattedra del Santo Vescovo nella parte destra. Originariamente riferiti al pittore Giacomo di Nicola da Recanati, vanno invece, secondo lo storico dell'arte Andrea De Marchi<ref>Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, ''Pittori ad Ancona nel Quattrocento'', Federico Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9</ref>, attribuiti a un maestro forse associabile a Giambono di Corrado da Ragusa, pittore della cosiddetta "scuola di Ancona", attiva in città tra [[XIV secolo|Trecento]] e [[XV secolo|Quattrocento]], il cui principale esponente era [[Olivuccio di Ciccarello]]<ref>Pietro Zampetti, in ''Francesco Podesti'', Electa editrice, Milano 1996, pagina 34</ref>.
 
=== La villa di Montedomini ===
Alla sommità del colle che domina Castelferretti si trova Villa Montedomini, fatta costruire dai conti Ferretti<ref name=Ferretti/> nel [[1505]], antica residenza estiva di campagna della nobile famiglia anconetana.
 
La villa comprende edifici originari del [[XVI secolo|'500]] e ampliati nell'[[XVIII secolo|800]], ed è raggiungibile dal centro del borgo tramite una lunga e suggestiva scalinata tra due filari alberati<ref name=Ferretti/>.
 
Oggi versa in uno stato di totale abbandono, per cui meriterebbe un urgente intervento di restauro, che possa restituire quest'importante struttura ad un uso che ne consenta la visita al pubblico.
 
=== La sede del corpo bandistico ===
[[immagine:Italy. Corpo Bandistico di Castelferretti, 1925.jpg|miniatura|La banda di Castelferretti nel 1925]]
Risale invece agli inizi del '[[900]] il caratteristico edificio sede del corpo bandistico, con la facciata in [[stile liberty]] a forma di [[Lira (strumento musicale)|lira]] o [[cetra (antichità classica)|cetra]].
 
== Sport ==
Vedi [[Falconara Marittima]].
 
== Note ==
<references />
 
== Voci correlate ==
{{Portale|cinema}}
* [[Pallavolo Sabini|G. S. Pallavolo Sabini]]
{{Portale|Marche}}
 
[[Categoria:FilmFrazioni fantasticidella provincia di Ancona]]
[[Categoria:Falconara Marittima]]