Decrescita e Jan Mayen: differenze tra le pagine

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{{Infobox isola
[[Immagine:Bastille - a la gloire - décroissance 2386.JPG|thumb|Il graffito rosso ''décroissance'' (decrescita) alla base della [[Colonna di luglio]] in [[Place de la Bastille]], scritto durante lo sciopero generale del 28 marzo [[2006]].]]
|Nome= Jan Mayen
La '''decrescita''' (''degrowth'' in inglese, ''décroissance'' in francese, ''decrecimiento'' in spagnolo) è una corrente di [[Scienza politica|pensiero politico]], [[Storia del pensiero economico|economico]] e [[società (sociologia)|sociale]] favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della [[Produzione|produzione economica]] e dei [[Consumo|consumi]], con l'obiettivo di stabilire relazioni di [[Sinecologia#Equilibri ecologici|equilibrio ecologico]] fra l'uomo e la [[natura]], nonché di [[Uguaglianza sociale|equità]] fra gli esseri umani stessi.<ref name=def>''«Sustainable degrowth is a downscaling of production and consumption that increases human well-being and enhances ecological conditions and equity on the planet.»''<br />
|Immagine = JanMayen angepasst.jpg
Traduzione: «La decrescita sostenibile è una riduzione di produzione e consumo che incrementi il benessere umano e migliori le condizioni ecologiche e di equità sociale sul pianeta.»''<br />
|Didascalia = Visualizzazione dell'isola di Jan Mayen dal satellite.
Fonte: {{cita web |url=http://degrowth.org/definition-2 |titolo=Definition |accesso=28 gennaio 2012 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore=Research & Degrowth |data=21 gennaio 2010 |titolo=Degrowth Declaration of the Paris 2008 conference |rivista=Journal of Cleaner Production |volume=18 |numero=6 |pp=523–524 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921800910005021 |accesso=28 febbraio 2012 |lingua=inglese}}</ref><ref>''«[Degrowth] is defined as an equitable downscaling of production and consumption that increases human well-being and enhances ecological conditions at the local and global level, in the short and long term.»<br />
|Arcipelago= Jan Mayen
Traduzione: ''«[La decrescita] è definita come una riduzione equa di produzione e consumo che incrementi il benessere umano e migliori le condizioni ecologiche sia a livello locale che globale, nel breve e nel lungo periodo.»''<br />
|Stato_definizione=Stato|Stato= NOR
Fonte: {{cita pubblicazione |cognome=Schneider |nome=François |coautori= Giorgos Kallis, Joan Martinez-Alier |data=22 gennaio 2010 |titolo=Crisis or opportunity? Economic degrowth for social equity and ecological sustainability. Introduction to this special issue |rivista=Journal of Cleaner Production |volume=18 |numero=6 |pp=511–518 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652610000259 |accesso=28 febbraio 2012 |lingua=inglese}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |cognome=Kallis |nome=Giorgios |data=15 febbraio 2011 |titolo=In defence of degrowth |rivista=Ecological Economics |volume=70 |numero=5 |pp=873–880 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921800910005021 |accesso=28 febbraio 2012 |lingua=inglese}}</ref><ref>''«At first approximation, one can conceive of a policy of degrowth as having as an objective to reverse the wedge between production of well being and GDP. It is a question of uncoupling or disconnecting the improvement of the situation of private individuals from a statistical rise in material production, in other words to decrease "well-having" to improve the "well-being".»''<br />
|Suddivisione2_nome=Nazione|Suddivisione2=
Traduzione: ''«In prima approssimazione, si può concepire una politica della decrescita avente l'obiettivo di invertire la forbice fra produzione di benessere e PIL. Si tratta di disaccoppiare o scollegare il miglioramento della vita dei cittadini da un aumento statistico della produzione materiale, in altre parole diminuire il "ben-avere" per accentuare il "benessere".»''<br />
|Suddivisione5_nome=
Fonte: {{cita pubblicazione |cognome=Latouche |nome=Serge |data=10 marzo 2010 |titolo=Degrowth |rivista=Journal of Cleaner Production |volume=18 |numero=6 |pp=519–522 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652610000417 |accesso=28 febbraio 2012 |lingua=inglese}}</ref>
|Mappa_localizzazione = Mar Glaciale Artico
|Localizzazione = [[Mare di Norvegia]], [[Mare di Groenlandia]]
|Latitudine_d =
|Longitudine_d =
|Latitudine_Gradi = 71
|Latitudine_Primi = 0
|Latitudine_Secondi =
|Latitudine_NS = N
|Longitudine_Gradi = 8
|Longitudine_Primi =20
|Longitudine_Secondi =
|Longitudine_EW = W
|Centro= [[Olonkinbyen]]
|Abitanti= 18
|Anno_censimento= 2007
|Densità= 0,05
|Altitudine= 2 277
|Superficie_km2= 377
|Mappa= Jan Mayen (Norway) map.gif
}}
L''''isola di Jan Mayen''' è un territorio appartenente alla [[Norvegia]], costituito da un'[[isola]] situata al limite tra l'[[Oceano Atlantico]] e il [[Mar Glaciale Artico]] e sotto l'amministrazione della Contea di [[Nordland]].<ref name="World Factbook">{{cita web|lingua=en|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/|The World FactBook - Jan Mayen|16-12-2007}}</ref> Dopo la scoperta avvenuta nel [[XVII secolo]] da parte di alcuni cacciatori di balene, l'isola è stata contesa da varie nazioni per costruirvi una base per la [[caccia alla balena|caccia alle balene]] o per la caccia alle [[Alopex lagopus|volpi artiche]]. Nonostante tutto, l'isola diventò un centro per gli studi scientifici dopo la vincita del premio dell'[[Anno polare internazionale]] durante l'inverno tra il [[1882]] e il [[1883]]. Nel [[1929]] la Norvegia conquistò l'isola e ne fece una [[stazione meteorologica]] fino al [[1959]], quando cadde in disuso; le principali attività sull'isola si svolgevano in una stazione necessaria per la [[radionavigazione]].<ref name="Sito ufficiale">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/|Sito ufficiale di Jan Mayen|16-12-2007}}</ref>
 
Caratterizzata da un [[clima artico]], l'isola ospita vari uccelli di mare e ha un territorio composto perlopiù da [[tundra]]. La principale sommità di Jan Mayen è costituita da un vulcano, denominato [[Beerenberg]], la cui altezza è di 2277 metri. Jan Mayen è una piccola isola dalla forma allungata; l'unico villaggio presente sul territorio è [[Olonkinbyen]], e conta solo 18 abitanti, gli operatori della stazione meteorologica e di quella per la radionavigazione.
Come ha affermato [[Serge Latouche]]<ref>{{cita libro | cognome=Latouche | nome=Serge |titolo=Le pari de la décroissance | editore=Fayard | città=Paris | anno=2006 |pagine=16 |lingua=francese}}</ref>, uno dei principali fautori della decrescita, essa è innanzitutto uno [[slogan]] per indicare la necessità e l'urgenza di un "cambio di [[paradigma]]", di un'inversione di tendenza rispetto al modello dominante della [[Crescita economica|crescita]] basato sulla produzione esorbitante di [[Merce|merci]] e sul loro rapido consumo.
 
== Geografia fisica ==
Se si ritiene che la spina dorsale della civiltà occidentale risieda nella produzione materiale di beni e nella massimizzazione del [[profitto]] secondo il modello di [[economia di mercato]], parlare di decrescita significa immaginare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società. Essa invita, dunque, ad una messa in discussione delle principali [[Istituzione|istituzioni]] socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la [[sostenibilità]] ecologica, un rapporto armonico uomo-natura, la giustizia sociale e l'[[autogoverno]] dei territori, restituendo una possibilità di futuro a una civiltà che, secondo i teorici della decrescita, tenderebbe all'autodistruzione.<ref name=def-bis>{{cita web |url=http://degrowth.org/definition-2 |titolo=Definition |accesso=15 maggio 2012 |lingua=en}}</ref><ref name=or-not>{{cita web |url=http://degrowth.org/degrowth-whether-you-like-it-or-not |titolo="Degrowth, whether you like it or not" |accesso=15 maggio 2012 |lingua=en}}</ref><ref name=auto-org>{{cita pubblicazione |cognome=Giampietro |nome=Mario |coautori= Alevgul H. Sorman |data=7 dicembre 2011 |titolo=The energetic metabolism of societies and the degrowth paradigm: analyzing biophysical constraints and realities |rivista=Journal of Cleaner Production |volume=38 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652611004987 |accesso=23 gennaio 2014 |lingua=inglese }}</ref><ref name=theorem>{{cita pubblicazione |cognome=Foster |nome=John Bellamy |data=gennaio 2011 |titolo=Capitalism and Degrowth: An Impossibility Theorem |rivista=Monthly Review |volume=62 |numero=8 |url=http://monthlyreview.org/2011/01/01/capitalism-and-degrowth-an-impossibility-theorem |accesso=15 maggio 2012 |lingua=inglese }}</ref><ref name=montreal>''Cfr.'' {{cita web |url=http://montreal.degrowth.org/downloads/degrowth_barcelonabulletpoints.pdf |titolo="Degrowth Bullet points" from the Barcelona conference
=== Ubicazione ===
|formato=pdf |accesso=16 maggio 2012 |lingua=en}}</ref>
[[File:Carte de la mer de Norvège-Jan-Mayen-localisation.png|left|thumb|Posizione dell'isola di Jan Mayen nell'[[Oceano Atlantico]].]]
Jan Mayen è un'isola situata tra l'[[Oceano Atlantico]] (a [[sud]]) e il [[Mar Glaciale Artico]] (a [[nord]]), in [[Europa]], e più precisamente al limite tra il [[Mare di Norvegia]] (a [[sud]]-[[est]]) e il [[Mare di Groenlandia]] (a [[nord]]-[[ovest]]),<ref name="World Factbook"/> a nord del parallelo 66°33'39" o [[circolo polare artico]].
 
Jan Mayen fa parte di un [[arcipelago]] costituito dall'isola stessa e da altre isole secondarie e isolotti. Essa è piuttosto piccola (misura 377&nbsp;km²) e isolata: la costa [[Groenlandia|groenlandese]] si trova a nord-ovest e dista poco meno di 500&nbsp;km dall'isola; l'[[Islanda]] dista circa 550&nbsp;km a sud-ovest; la [[Norvegia]] è lontana all'incirca 950&nbsp;km a sud-est e l'arcipelago delle isole [[Svalbard]] dista circa 1.000&nbsp;km a nord-est da Jan Mayen.<ref name="Geologia">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/geology.htm|Jan Mayen - Geologia|16-12-2007}}</ref>
Nata come una critica alle dinamiche economiche prevalenti, attorno al progetto della decrescita si articola ormai un insieme variegato di proposte e riflessioni. Esse investono la sfera ecologica, sociale, politica e [[cultura]]le oltre a una molteplicità di "buone pratiche" (dai [[Distretto di economia solidale|Distretti di Economia Solidale]] all'[[agricoltura biologica]] e alla [[permacultura]], dai [[Gruppo di acquisto solidale|Gruppi di Acquisto Solidale]] alla difesa dei territori e dei [[Bene comune#Scienza politica|beni comuni]], dal [[risparmio energetico]] al [[consumo critico]], dal [[cohousing]] alla [[Consumo collaborativo|sharing economy]]), che realizzano un'importante circolarità tra esperienze concrete e ricerca teorica.<ref name=montreal/>
 
=== Geografia fisica ===
==Storia==
Jan Mayen è un'[[isola]] dalla forma allungata la cui superficie è di 377&nbsp;km².<ref name="World Factbook"/> Essa misura 53,6 chilometri di [[lunghezza]] per 15,8 chilometri di [[larghezza]] e, nella sua parte centrale, presenta un [[istmo]] largo 2,5 chilometri.<ref name="Sito ufficiale"/> Il punto più settentrionale di Jan Mayen è [[capo (geografia)|capo]] [[nord]] (in [[lingua norvegese]] ''nordkapp''), che si è formato in seguito a un'eruzione del Beerenberg, la maggiore vetta dell'isola; il punto più meridionale è capo sud (''Sørkapp'').
[[File:Serge Latouche - Festival Economia 2012.JPG|thumb|[[Serge Latouche]] è uno dei principali sostenitori della teoria della decrescita.]]
Le idee sostenute dai teorici della decrescita contemporanei affondano le loro radici nel pensiero di alcuni autori come [[John Ruskin|Ruskin]], [[Henry David Thoreau|Thoreau]] e [[Lev Tolstoj|Tolstoj]]. Anche gli scritti di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] contengono simili principi, in particolare riguardo al concetto di [[semplicità volontaria]].
 
La parte nord-orientale di Jan Mayen prende il nome di ''Nord-Jan'', e presenta una forma tondeggiante&nbsp;– un po' schiacciata a [[est]] – al centro della quale è situato il vulcano attivo denominato [[Beerenberg]], alto 2&nbsp;277&nbsp;m, che costituisce la sommità più elevata dell'isola. ''Nord-Jan'' si è formata in seguito all'eruzione di questo vulcano avvenuta alcuni milioni di anni fa.<ref name="Sito ufficiale"/> La parte sud-occidentale dell'isola, invece, è chiamata ''Sør-Jan'', ed è costituita da un massiccio montagnoso allungato, poco elevato, la cui principale sommità è [[Rudolftoppen]] (769&nbsp;m). La catena montuosa è costituita da vulcani, ancora oggi attivi, anche se la loro eruzione è sempre meno frequente.<ref name="Sito ufficiale"/> Le coste dell'isola, essendo rocciose, presentano due baie: la parte di [[costa]] sud-orientale presenta nella sua parte centrale, un istmo, al cui interno è presente un golfo denominato ''Engelskbukta'' ( ''baia degli inglesi''), e si apre sull'[[Oceano Atlantico]] (qui [[mare di Norvegia]]); la ''Rekvedbukta'' (''baia del legno alla deriva'') si trova nella parte sud-occidentale dell'isola e fa parte del [[Mar Glaciale Artico]] (qui [[Mare di Groenlandia]]).
Propriamente, il termine "decrescita" compare per la prima volta negli anni settanta nel titolo della traduzione francese di un'opera di Georgescu-Roegen "Demain la Decroissance" (curata da Jacques Grinevald), anche se importanti anticipazioni possono essere ritrovate nei lavori del [[Club di Roma]], di [[André Gorz|Gorz]] e [[Ivan Illich|Illich]], posizioni poi riprese da [[Serge Latouche|Latouche]] e da altri economisti contemporanei.
 
Il [[litorale]], lungo 124,1 chilometri,<ref name="World Factbook"/> è formato per gran parte da [[scogliera|falesie]] e da coste alte e rocciose. Fa eccezione l'istmo, che è costituito da un cordone litorale: qui la costa è quindi bassa. In questo punto si trovano due [[laguna|lagune]]: ''Nordlaguna'', nella zona settentrionale dell'[[istmo]], e ''Sørlaguna'', nella zona meridionale, la maggiore. Ci sono altre piccole baie come ''Guinea-bukta'' (''baia di Guinea'') o ''Kvalrossabukta'' (''baia dei trichechi''). Esse si trovano nella parte meridionale dell'isola. Jan Mayen si trova al limite della banchisa artica della [[Groenlandia]].<ref name="Galles">{{cita web|lingua=en|http://www.aber.ac.uk/~glawww/arctic.shtml|Università del Galles - Studi sul cambiamento dell'ambiente polare|18-12-2007}}</ref> Tuttavia, questi ghiacci arrivano più raramente alle coste di Jan Mayen a causa del [[riscaldamento globale]], che sta influenzando il [[clima]] della [[Terra]].
=== Il rapporto del Club di Roma===
Nel 1968 il [[think tank]] detto [[Club di Roma]] diretto da [[Aurelio Peccei]] con sede a [[Winterthur]] in Svizzera chiese ad alcuni ricercatori del [[Massachusetts Institute of Technology]] di predisporre uno studio che indicasse soluzioni pratiche per problemi su scala globale. Il rapporto venne pubblicato nel 1972 con il nome di [[Rapporto sui limiti dello sviluppo]] e divenne il primo studio importante che evidenziava i pericoli della repentina crescita che il mondo stava sperimentando. Questo documento, conosciuto anche con il nome di ''rapporto di Meadows'', rappresenta il primo studio scientifico che individua nella [[crescita economica]] la principale causa dei problemi ambientali come l'[[inquinamento]], la scarsità delle [[materie prime]] e la distruzione degli [[ecosistema|ecosistemi]].
 
Benché a Jan Mayen non scorrano veri corsi d'acqua, l'[[acqua dolce]] è presente grazie a piccoli laghi, formati dallo scioglimento dagli strati della [[calotta polare|calotta ghiacciata]] che copre i rilievi dell'isola. Due terzi di essi sono presenti nella parte settentrionale.<ref name="Galles"/> Questi laghi vengono continuamente alimentati da piccoli [[ghiacciaio|ghiacciai]]<ref name="Sito ufficiale"/> e sono attualmente in costante accrescimento a causa del riscaldamento globale, che provoca una maggior fusione del ghiaccio.<ref name="JM.net">{{de}} {{cita web |1=http://www.jan-mayen.net/HTML-Dateien/Jan%20Mayen%20Startseite.htm |2=Jan Mayen.net - Presentazione dell'isola |3=18-12-2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106143556/http://jan-mayen.net/HTML-Dateien/Jan%20Mayen%20Startseite.htm |dataarchivio=6 gennaio 2009 |urlmorto=sì }}</ref>, dai laghi l'acqua fluisce al mare per rivoli e ruscelletti.
===Gli studi di Georgescu-Roegen===
[[Nicholas Georgescu-Roegen|Georgescu-Roegen]] è considerato uno dei ''precursori'' della decrescita, quantomeno per quanto attiene la questione dei limiti ecologici. Nel 1971 ha pubblicato ''The Entropy Law and the Economic Process'' e altri saggi, ora raccolti in ''Bioeconomia'' (2003), nel quale notò come il modello dell'[[Economia neoclassica]] non tenesse conto del [[secondo principio della termodinamica]]. Il secondo principio della termodinamica, o legge di entropia, afferma che in ogni produzione fisica una parte dell'energia impiegata passa necessariamente da una forma disponibile ad una indisponibile. In altre parole, nel processo economico, ogni attività produttiva comporta una diminuzione dell'energia disponibile. Georgescu-Roegen ha connesso dunque l'attività economica al consumo di risorse naturali evidenziando i fondamenti fisici che stanno alla base della loro limitatezza e del loro progressivo esaurimento.
 
==Concetti= generaliGeologia ===
[[File:Jan Mayen geology-fr.png|thumb|[[Carta geologica]] di Jan Mayen.]]
Sul tema della decrescita si è sviluppato un complesso di idee sostenuto da movimenti culturali alternativi, anti-[[consumismo|consumisti]], [[Anticapitalismo|anticapitalisti]] ed [[Ambientalismo|ecologisti]]. Queste idee intendono proporre modelli culturali alternativi al consumismo e superare il principio della crescita economica. Il termine decrescita si accompagna talvolta ad alcuni aggettivi, in espressioni come «decrescita sostenibile» o «decrescita felice» (in francese, anche «objection de croissance» un [[gioco linguistico|gioco di parole]] con [[obiezione di coscienza]], ''objection de conscience'').
[[File:Beerenberg JanMayen.JPG|thumb|[[Beerenberg]] visto da ''Sør-Jan''.]]
 
Jan Mayen è un'isola [[vulcano|vulcanica]] situata sulla [[placca euroasiatica]], di età abbastanza recente: risale a circa 700.000 anni fa<ref name="Sito ufficiale"/> e su un punto caldo che copre gran parte della [[dorsale medio atlantica]].<ref name="ODP">{{cita web|lingua=en|http://www-odp.tamu.edu/publications/163_SR/chap_06/ch6_f1.htm|Ocean Drilling Program - Geologia dell'Oceano Atlantico settentrionale|19-12-2007}}</ref> Una parte di questa dorsale, denominata [[dorsale Mohns]], termina in prossimità delle coste settentrionali dell'isola e prolunga la [[zona di frattura di Jan Mayen]] di 170&nbsp;km verso nord-est,<ref name="Sito ufficiale"/> costituendo una faglia orientata a nord-ovest/sud-est dell'isola.<ref name="ODP"/>
Le proposte dei sostenitori della decrescita si sviluppano su due piani: a livello individuale, la scelta di stili di vita detti di [[semplicità volontaria]]; a livello globale, una ricollocazione delle attività economiche al fine di ridurre l'[[impronta ecologica]], gli sprechi energetici, l'[[Valutazione di impatto ambientale|impatto ambientale]], le disuguaglianze sociali. I sostenitori della decrescita affermano che la [[crescita economica]] - intesa come accrescimento costante del [[Prodotto Interno Lordo]] (PIL) - non porta a un maggior benessere.
 
Un centinaio di crateri per lo più formati da trachite e una decina di fessure eruttive,<ref name="Geologia2">{{lingue|en|no}} {{cita web |1=http://miljo.npolar.no/temakart/images/maps/JanMayen_eng.jpg |2=Carte geologiche della Norvegia - Jan Mayen |3=21-12-2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070126070426/http://miljo.npolar.no/temakart/images/maps/JanMayen_eng.jpg |dataarchivio=26 gennaio 2007 |urlmorto=sì }}</ref> hanno emesso durante il [[Pleistocene]], [[lava]] [[basalto|basaltica]], che oggi compone la maggior parte delle rocce presenti sull'isola.<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.tulane.edu/~sanelson/eens211/igneous_rocks_plate_tectonics.htm|Università di Tulane - Formazione delle rocce|21-12-2007}}</ref> Il resto della formazione rocciosa presente su Jan Mayen è stato formato dai detriti trasportati dalla corrente oceanica. Quest'ultima, in particolare, ha formato vari piccoli [[istmo|cordoni]] pianeggianti situati per lo più nella parte centrale dell'isola.<ref name="Geologia2"/>
Questa idea è in contrasto con il "senso comune" della società cosiddetta "moderna", che identifica la crescita del PIL con l'aumento del livello di vita. Il miglioramento delle condizioni di vita deve quindi essere ottenuto non con l'aumento dei consumo di merci ma con il miglioramento dei rapporti sociali, dei servizi collettivi, della qualità ambientale. La costruzione di questo nuovo modello vede l'impegno di numerosi intellettuali, al seguito dei quali si sono formati movimenti spesso non coordinati fra loro, ma con il fine comune di cambiare il paradigma dominante dell'aumento dei consumi quale fonte di benessere. Un esempio di questi gruppi sono i [[Gruppo di acquisto solidale|gruppi d'acquisto solidale]] (GAS) o gli [[Ecovillaggio|ecovillaggi]].
 
[[Beerenberg]], lo [[stratovulcano]] che domina l'isola con i suoi 2.277 metri di altezza, è ricoperto da 115 km² di ghiaccio,<ref name="Sito ufficiale"/><ref name="Galles"/> e forma la maggior parte di ''Nord-Jan'', la parte settentrionale di Jan Mayen. Esso non è solo il [[vulcano]] più elevato dell'isola, ma è anche il vulcano attivo più settentrionale della [[Terra]].<ref name="Sito ufficiale"/> Grazie alle eruzioni avvenute tra il [[1970]] e il [[1985]], l'isola ha avuto modo di ingrandirsi, soprattutto nella sua parte nord-orientale.<ref name="Sito ufficiale"/>
Il principale teorico di questa corrente è [[Serge Latouche]], mentre in [[Italia]] troviamo: [[Mauro Bonaiuti]] <ref>Citato in {{cita libro | cognome=Taibo | nome=Carlos | titolo=En defensa del decrecimiento: sobre capitalismo, crisis y barbarie| editore=Los Libros de la Catarata | città=Madrid | anno=2009 |pagine=158 |lingua=es}}</ref> che nel 2004 fonda insieme a Marco Deriu, [[Luca Mercalli]]<ref>''V.'' {{cita libro | cognome=Mercalli | nome=Luca | titolo=Prepariamoci a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... e forse più felicità | editore=Chiarelettere | città=Milano | anno=2011 |pagine=205}}</ref>, [[Paolo Cacciari]]<ref>''V.'' {{cita libro | cognome=Cacciari | nome=Paolo | titolo=Pensare la decrescita. Sostenibilità ed equità | editore=Intra Moenia | città=Napoli | anno=2006 |pagine=135}}</ref>, Gianni Tamino ed altri l'Associazione per la Decrescita; [[Maurizio Pallante]], fondatore e presidente del movimento per la decrescita felice; [[Massimo Fini]], con il Movimento Zero<ref>''Cfr.'' la parte su autoproduzione e autoconsumo nel {{cita web |url=http://www.movimentozero.org/index.php?option=com_content&task=view&id=2&Itemid=3 |titolo=Manifesto del Movimento Zero |accesso=6 marzo 2012}}</ref>; e [[Movimento (sociologia)|movimenti politici]] che si ispirano alla decrescita, come il [[Movimento 5 Stelle]]<ref name=p5s>''Cfr.'' {{cita web |url=http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf |titolo=Programma del Movimento 5 Stelle |formato=pdf |accesso=14 aprile 2012}}</ref>.
 
''Sør-Jan'', la parte meridionale dell'isola, presenta un numero elevato di crateri vulcanici, alcuni dei quali sono attivi, altri dormienti e altri ancora spenti. In alcuni crateri si sono conservate le ceneri prodotte nelle precedenti eruzioni.<ref name="Sito ufficiale"/>
===Presupposti della decrescita===
Il 30 agosto 2012 è stata colpita da un terremoto di [[magnitudo (geologia)|magnitudo]] 6.6.
 
=== Clima ===
* Il sistema produttivo ed economico, che dipende da ''risorse non rinnovabili'', è basato sulla crescita illimitata del PIL, ma i principi della [[termodinamica]] e la limitatezza delle risorse materiali ed energetiche presenti nella [[Terra]] contraddicono tale modello. [[Vladimir Ivanovič Vernadskij]], mutuando dal [[secondo principio della termodinamica]] il concetto di [[entropia]], rileva che la crescita del PIL comporta la diminuzione dell'energia disponibile e l'aumento di [[rifiuti]] danneggiando gli ecosistemi terrestri.
[[File:Jan-Mayen-climat.svg|left|thumb|upright=1.8|Schema che illustra l'andamento [[clima]]tico durante l'anno di Jan Mayen.]]
* Non v'è alcuna prova della possibilità di separare la crescita economica dalla crescita del suo [[Valutazione di impatto ambientale|impatto ecologico]].
* La ricchezza prodotta dai sistemi economici non consiste soltanto in beni materiali e servizi privati: esistono altre forme di ricchezza pubblica e sociale, come la salute degli ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, il grado di uguaglianza, il carattere democratico delle istituzioni, il welfare, e così via. La sola crescita materiale, misurata secondo indicatori monetari, solitamente non considera queste altre forme di ricchezza.
* Le società attuali, condizionate dai consumi materiali (telefoni cellulari, viaggi aerei, uso costante e non selettivo dell'auto ecc.) non percepiscono, in generale, lo scadimento di ricchezze più essenziali come la qualità della vita, e sottovalutano le reazioni degli esclusi, come la violenza nella [[periferia|periferie]] o il risentimento contro gli occidentali nei paesi esclusi dallo (o limitati nello) sviluppo economico di tipo ''occidentale''.
 
Jan Mayen è un'isola situata a una [[latitudine]] elevata per l'uomo ({{coord|71|00|00|N|08|20|00|W}}), sopra tali zone scorrono correnti marine e masse d'aria, che influenzano il [[clima]]: la [[corrente della Groenlandia Orientale]], una corrente fredda, che trasporta nei pressi di quest'isola gli [[iceberg]] e la [[corrente nord-atlantica]], che proviene da sud e quindi è un importante fattore che determina l'[[umidità]] [[atmosfera|atmosferica]].<ref name="JM.net"/> Questa situazione sottomette l'isola a un [[clima polare]], riscaldato di tanto in tanto dalle correnti calde.<ref name="World Factbook"/> Il [[sole di mezzanotte]] è presente da metà maggio a luglio; quindi d'inverno è luogo di fenomeni astrofisici come la [[notte polare]], più precisamente di tipo artico, (mai con completa oscurità ma anzi con chiarore più o meno accennato per qualche ora) e le aurore boreali che si hanno da metà novembre a gennaio. Questo perché l'isola è situata oltre il [[circolo polare artico]].<ref>{{fr}} {{cita web |1=https://www.ssb.no/en/subjects/00/minifakta_en/fr/main_02.html#0204 |2=Notte polare e sole di mezzanotte in Norvegia |3=21-12-2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090804213230/http://www.ssb.no/en/subjects/00/minifakta_en/fr/main_02.html#0204 |dataarchivio=4 agosto 2009 |urlmorto=sì }}</ref>
===Equità e redistribuzione delle risorse===
L'assunto della decrescita è che le risorse naturali sono limitate e che vengono gestite in modo iniquo; la decrescita è uno strumento per avviare una equa redistribuzione delle risorse del pianeta tra tutti i suoi abitanti, perseguendo il principio dell'eguaglianza tra i popoli. I Paesi più ricchi dovrebbero ridurre i loro standard attuando un processo di decrescita, limitando i consumi, sviluppando modelli energicamente [[autosufficienza|autosufficienti]]. ''Ma la decrescita non è solo una questione quantitativa, di fare meno dello stesso, ma anche e soprattutto, un riordino paradigmatico dei valori, in particolare la (ri)affermazione dei valori sociali ed ecologici e la (ri)politicizzazione dell'economia'' <ref>Fournier, V. (2008). Escaping from the economy: politics of degrowth. ''International Journal of Sociology and Social Policy''. Vol. 28:11/12, pp 528-545.</ref>.
 
Le temperature medie variano da +4,9&nbsp;°C in luglio a -6,1&nbsp;°C in gennaio; in marzo la temperatura media è invece di -1,4&nbsp;°C.<ref name="de">{{de}} {{cita web|http://www.klimadiagramme.de/Europa/janmayen.html|Schemi climatici di Jan Mayen|21-12-2007}}</ref> I record di temperature che sono stati raggiunti sono stati quello del febbraio [[1965]] (-28,4&nbsp;°C) e quello di giugno [[1953]] (+18,1&nbsp;°C).<ref name="en-climate">{{cita web|lingua=en|http://home.online.no/~vteigen/klima.html|Clima di Jan Mayen - Vidar's|21-12-2007}}</ref> Le [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] (nel [[climogramma|diagramma climatico]] sono segnate in blu) sono nel complesso moderate (il totale annuo è di 683&nbsp;mm) e distribuite in tutto l'arco dell'anno. Il mese meno piovoso è giugno (36&nbsp;mm); quello che presenta più precipitazioni è ottobre (83&nbsp;mm).<ref name="de"/> Queste precipitazioni, spesso associate a climi freddi, contribuiscono alla formazione della [[calotta polare]] su [[Beerenberg]].
Lo sviluppo basato sulla crescita ha dimostrato di accrescere l'ineguaglianza sociale, concentrando ricchezze nelle mani di pochi anziché generare maggior benessere e aumentare gli standard di vita<ref>Latouche, S. (1993). ''In the Wake of Affluent Society: An Exploration of Post-development''. N.J.: Zed Books.</ref><ref>
Harvey, D. (2006, June 16). in Sasha Lilley [http://mrzine.monthlyreview.org/lilley190606.html "On Neoliberalism: An Interview with David Harvey"]. Monthly Review.</ref>.
Le critiche alla decrescita affermano che un rallentamento della crescita economica provocherebbe un aumento della disoccupazione e della povertà, e che comunque almeno nel [[terzo mondo|Sud del mondo]] occorre consentire la crescita economica. I fautori della decrescita sostengono invece che rilocalizzare e abbandonare l'economia globale nel Sud globale permetterebbe a queste popolazioni di aumentare il loro grado di autosufficienza e indipendenza impedendo il sovra-consumo e lo sfruttamento delle loro risorse da parte del Nord<ref>Latouche, S. (2004). [http://mondediplo.com/2004/11/14latouche Degrowth Economics: Why less should be so much more.] ''Le Monde Diplomatique''.</ref>.
 
Isolata nell'oceano, Jan Mayen è protetta da un [[vento catabatico]] proveniente da una zona nella [[Groenlandia]] settentrionale.<ref name="en-climate"/> Questo vento, essendo molto frequente, abbassa la temperatura dell'isola causando una bassa [[Temperatura#Temperatura effettiva e temperatura percepita|temperatura percepita]]. Questo vento è infatti molto freddo (-20° circa), ma anche molto veloce (102,6&nbsp;km/h).<ref name="FAQ">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/faq.html|Sito ufficiale di Jan Mayen - FAQ|21-12-2007}}</ref> Esso dà origine a un [[sollevamento orografico]] da parte di cumulonubi seguendo il movimento della [[scia di von Kármán]].<ref name="pista">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/airfield.htm|Sito di Jan Mayen - Pista d'atterraggio|21-12-2007}}</ref>
===Sostenibilità===
Per la decrescita l'aggettivo "sostenibile" allude alla proposta di organizzarsi collettivamente in modo che la diminuzione della produzione di merci non riduca i livelli di benessere. La teoria della decrescita non implica evidentemente il perseguimento della crescita negativa ma si pone come mezzo per la ricerca di una qualità di vita ''migliore''. Se la crescita del PIL non coincide con una crescita di benessere (un incidente d'auto, ad esempio, è comunque un fattore di crescita del PIL) allora occorre smettere di utilizzare tale [[indicatore statistico]] come unica bussola. Questa tesi è ormai accettata anche da economisti e scienziati estranei alla Decrescita (H. Daly, R. Costanza e altri).
Il principio della decrescita non va confuso con quello dello [[sviluppo sostenibile]] il quale non mette in discussione il perseguimento della crescita economica. Per la decrescita lo sviluppo sostenibile è quindi ritenuto un [[ossimoro]].<ref>Nell'attuale pensiero lo sviluppo si contrappone alla sostenibilità, poiché un sistema sociale, economico e politico per essere sostenibile non dovrebbe produrre scorie che ledano gli ecosistemi. Lo sviluppo sostenibile è radicato nelle tradizionali idee di sviluppo che mirano a incrementare la crescita capitalistica e i consumi.
Latouche, S. (2004), "Degrowth economics: why less should be much more", Le Monde Diplomatique, November</ref>
 
===Impronta ecologicaFauna ===
[[File:SternaParadisaeaSvalbard.jpg|thumb|Una ''[[Sterna paradisaea]]'']]
L'[[impronta ecologica]] è un indicatore espresso in "ettari di superficie terrestre" che misura l'impatto della popolazione in un territorio. Tale indicatore mette in relazione la capacità delle superfici terrestri e marine di produrre materie prime e di assorbire i rifiuti, e i consumi della popolazione. Secondo il rapporto del 2005 della Rete Globale di Impronta Ecologica <ref>http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/data_sources</ref>, mentre gli abitanti dei Paesi sviluppati utilizzano 6.4 [[Ettaro globale|ettari globali]] (gHa), quelli dei Paesi meno sviluppati necessitano di un solo gHa. Ad esempio, mentre ogni abitante del [[Bangladesh]] utilizza quanto si produce su 0.56 gHa, un nordamericano necessita di 12.5 gHa (22,3 volte tanto). il numero medio di ettari globali a persona ha raggiunto i 2.7 ettari pro capite. Per far sì che la popolazione mondiale possa raggiungere gli standard dei Paesi europei, sarebbero necessarie le risorse di un numero compreso fra tre e otto pianeti Terra.
 
Jan Mayen non ospita alcun [[mammifero]] [[Terra|terrestre]] dal [[anni 1990|1990]],<ref name="Cani">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/met-stn/dogs.htm|Sito ufficiale di Jan Mayen - Stazione meteorologica - Cani|22-12-2007}}</ref> poiché le [[Alopex lagopus|volpi polari]] sono state cacciate per il loro pelo dai norvegesi nel corso del [[XX secolo]], fino a estinguerle sull'isola; gli [[Ursus maritimus|orsi polari]], invece, sono fuggiti altrove, migrando sulla banchisa invernale.<ref name="JM.net"/> Fanno comunque eccezione i [[Canis lupus familiaris|cani]], che vivono, addomesticati dall'uomo, con lui nella stazione meteorologica.<ref name="Cani"/>
===Aforismi sul modello economico attuale===
L'economista Hazel Henderson (nata il 27 marzo 1933 a Bristol, Inghilterra) paragona il modello economico occidentale attuale ad una torta a tre strati con glassatura: alla base c'è madre natura, lo strato sopra è quello dell'economia di sussistenza, ancora sopra c'è lo strato dell'economia pubblica e privata e, infine, la glassatura è rappresentata dalla finanza.
 
La [[fauna]] [[mare|marina]] di Jan Mayen è costituita per la maggior parte da [[pesce|pesci]], e da [[cetacea|cetacei]] ([[Balaena mysticetus|balene della Groenlandia]], [[Megaptera novaeangliae|megattere]], [[Balaenoptera acutorostrata|balenottera minore]], [[Balaenoptera physalus|balenottere comuni]], [[Balaenoptera musculus|balenottere azzurre]], [[Balaenoptera borealis|balenottere boreali]], [[Hyperoodon|balene dal naso a bottiglia]], [[Orcinus orca|orche]], [[Lagenorhynchus albirostris|delfini dal rostro bianco]]), da [[Odobenus rosmarus|trichechi]]<ref name="JM.net"/> e da un gran numero di uccelli di mare. Qui, circa 500&nbsp;000 individui di questi ultimi, nidificano e depongono.<ref>{{en}} [https://www.birdlife.org/datazone/sites/index.html?action=SitHTMDetails.asp&sid=3199&m=0 Uccelli di mare a Jan Mayen] URL consultato il 22-12-2007</ref> In tutto, sull'isola sono presenti più di 120 specie di uccelli marini.<ref name="Uccelli">{{lingue|en|no}} {{cita web|http://www.svalbardbirds.com/artsliste-jm.htm|Uccelli delle isole Svalbard e di Jan Mayen|22-12-2007}}</ref>
===Progresso tecnologico ed efficienza produttiva===
{{Vedi anche|Effetto rebound (economia)}}
Il concetto di decrescita si fonda sull'ipotesi che produrre di più implichi il consumo di energia e materie prime, mentre diminuisce l'importanza della forza lavoro sostituita dalle macchine. Questa analisi è considerata fallace da coloro che affermano che il progresso tecnologico ci consente di produrre di più con meno, fornendo maggiori servizi. Questa teoria è conosciuta come [[distruzione creativa]], il processo per cui le "vecchie" produzioni (con le loro tecnologie costose e inquinanti) scompaiono dal mercato come risultato dell'innovazione che abbassa i costi consumando meno energia e materie prime pur accrescendo la produttività. Allo stesso tempo la riduzione dei costi e l'aumento dei profitti consente maggiori investimenti in nuovo sviluppo tecnologico, che andrà a rimpiazzare le vecchie tecnologie più inquinanti. Per tale motivo le tecnologie che riducono l'utilizzo di risorse e incrementano l'efficienza sono spesso indicate come soluzioni sostenibili o "verdi".
 
Gli uccelli più numerosi sull'isola sono gli [[Somateria mollissima|edredoni comuni]], le [[Sterna paradisaea|sterne codalunga]], le [[Fratercula arctica|pulcinelle di mare]], i [[Fulmarus glacialis|fulmari]] e i [[Rissa tridactyla|gabbiani tridattili]].<ref name="Uccelli"/>
Tuttavia, gli effetti di tali progressi tecnologici vengono sovente ridotti dall'[[effetto rebound]] (vedi anche [[paradosso di Jevons]]). Questo concetto mette in evidenza il fatto che l'introduzione di una nuova tecnologia spesso si accompagna a un aumento della [[capacità produttiva]] e dei consumi di quel prodotto, tali da vanificare il risparmio di risorse conseguito dalla maggiore efficienza<ref>{{cita pubblicazione |autore=Mathias Binswanger |data=22 dicembre 2000 |titolo=Technological progress and sustainable development: what about the rebound effect? |rivista=Ecological Economics |volume=36 |numero=1 |pp=119-132 |url=http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921800900002147 |accesso=4 marzo 2012 |lingua=inglese}}</ref>. Nel [[consumismo|modello consumista]] si adotta l'[[obsolescenza programmata]] cioè la strategia di provocare l'invecchiamento precoce dei prodotti per poterli sostituire con quelli "nuovi"; l'incremento della produzione è collegato direttamente anche al consumo di risorse naturali e alla produzione di rifiuti. I fautori della decrescita sostengono che le tecnologie efficienti non devono essere finalizzate all'aumento di produzione di merci ma devono rispondere ai reali bisogni dell'uomo, essere semplici, disponibili e a basso costo<ref>Il libro di Ernst Friedrich Schumacher intitolato "Piccolo è Bello" del 1973 identifica tali caratteristiche definendole con il termine di "Smart technology".</ref>.
 
=== Flora ===
==Critiche alla teoria della decrescita==
[[File:Salix herbacea a2.jpg|thumb|Un ''[[Salix herbacea]]'']]
{{F|economia|febbraio 2016|sostanzialmente una sola fonte; le fonti riguardanti Smith e Marx sono appropriatissime per citare il loro pensiero, ma non possono certo essere considerate come fonti principali per controversie su una corrente di pensiero evolutasi praticamente un secolo dopo!}}
===Critiche della scuola neo-classica===
I sostenitori del libero mercato credono che se una particolare risorsa non rinnovabile diventa scarsa, il mercato limiterà la sua estrazione attraverso due meccanismi:
* un aumento di prezzo ([[domanda e offerta]]) e la conseguente diminuzione di domanda
* un aumento dei fondi per lo sviluppo delle alternative (cioè [[energie rinnovabili]], [[riciclaggio dei rifiuti]], ecc.)
 
A causa del [[clima polare]], la sola tipologia di [[vegetazione]] di Jan Mayen è la [[tundra]], principalmente costituita da [[Erba|erbe]], arbusti nani e [[Bryophyta|muschi]].<ref name="Sito ufficiale"/> Sull'isola sono presenti 74 specie vegetali (4 di [[Pteridophyta|pteridofite]], 53 di [[Magnoliopsida|dicotiledoni]] e 17 di [[Liliopsida|monocotiledoni]]), tra cui vanno segnalate tre specie [[endemismo|endemiche]] di [[dente di leone]] (''Taraxacum brachyrhynchum'', ''Taraxacum recedens'' e ''Taraxacum torvum'');<ref name="Flora">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/flora.htm|Flora a Jan Mayen|23-12-2007}}</ref> e inoltre nove specie di [[funghi]].<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/sopp.htm|Funghi a Jan Mayen|23-12-2007}}</ref>
Questa posizione sostiene che il modo più razionale per risolvere il problema è lasciar fare alle dinamiche di mercato (''business as usual'') e ritengono queste forze più efficienti di qualsiasi sistema centralizzato (si vedano le voci [[analisi costi-benefici]], [[tragedia dei beni comuni]]). Il Capitalismo consente di conoscere e sfruttare nuove fonti energetiche perché la crescita economica ne richiederà il loro uso. In sostanza dunque, secondo gli [[economia neoclassica|economisti neo-classici]], se la decrescita ci sarà questa sarà fisiologica e regolata dalle leggi di mercato al raggiungimento del massimo dello sviluppo del sistema economico in funzione delle disponibilità di risorse.
 
Tra i fiori di Jan Mayen, i più frequenti sono i [[Ranunculus|ranuncoli]] (perlopiù [[Ranunculus glacialis|ranuncoli dei ghiacci]]), i ''[[Rumex]]'', i ''[[Carex]]'', i ''[[Luzula]]'', le ''[[Saxifragaceae|sassifraghe]]'', le ''[[Silene (botanica)|Silene]]'' e le ''[[Veronica (botanica)|veroniche]]''. Molto diffusi anche gli [[Equisetum arvense|equiseti]].<ref name="Flora"/>
Sotto questo punto di vista l'eventuale decrescita fisiologica potrebbe non essere "felice" ed assomigliare molto ad una [[recessione]] in quanto la contrazione dell'[[offerta]] e dei [[consumo|consumi]] avrebbe effetti o ripercussioni negative anche su altre [[macroeconomia|variabili macroeconomiche]] come l'[[occupazione]] e il [[reddito]] delle persone. In risposta alle teorie di [[Nicholas Georgescu-Roegen]], [[Robert Solow]] e [[Joseph Stiglitz]] hanno argomentato che capitale e lavoro possono sostituire le risorse naturali nella produzione, sia in maniera diretta che indiretta, garantendo una crescita sostenuta o almeno uno [[sviluppo sostenibile]].
 
Su Jan Mayen è presente anche il genere ''[[Salix]]'', le cui specie hanno normalmente l'aspetto di alberi. Ma qui anche le due specie di ''Salix'' (''[[Salix herbacea]]'' e ''[[Salix arctica]]'') sono piccole piante erbacee, o arbusti alti pochi centimetri.<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.mun.ca/biology/delta/arcticf/sal/www/wlsahe.htm|Memorial University - Salix herbacea|23-12-2007}}</ref>
===Critiche dei marxisti===
I [[marxismo|marxisti]] distinguono tra due tipi di crescita: quella che è utile agli uomini, e quella che esiste solo per aumentare i profitti delle imprese. Essi ritengono che siano la natura e il controllo della produzione a essere determinanti, non la sua quantità. Questi fattori, il controllo dell'economia e una strategia per la crescita, sono i pilastri che permettono lo sviluppo sociale ed economico. L'errore della teoria della decrescita sta quindi alla propria base, non riconoscendo che il motore del capitalismo non è la produzione di merci in sé, ma il fatto che questa produzione, e quindi la forma assunta e l'inquinamento che spesso provoca, sia subordinata alla produzione e all'appropriazione privata di profitto. Secondo i marxisti, da questa premessa discendono due conclusioni errate. Da un lato, la crisi ecologica frutto dell'eccesso consumistico è descritta, dalla teoria della decrescita, nei termini di un problema comune, che l'umanità deve affrontare a causa del degrado ambientale.
 
== Storia ==
Questa lettura tralascia le implicazioni di classe di questa crisi, per esempio il fatto che i costi sociali della crisi ecologica siano scaricati soprattutto sui gruppi sociali inferiori - in Bangladesh come a New Orleans - e molto meno sulle spalle delle élite e delle classi più elevate.<ref>Fotopoulos, T. (2007), ''Is Degrowth Compatible with a Market Economy?'', The International Journal of Inclusive Democracy, Vol. 3, no. 1, http://inclusivedemocracy.org</ref> Dall'altro lato, considerando l'aumento della produttività del lavoro come un fatto negativo ''per sé'', la teoria della decrescita non riconosce che è stato attraverso tale aumento che storicamente è stato possibile ridurre il tempo necessario alla produzione dei beni (non solo superflui ma anche di prima necessità), creando non solo la possibilità della soddisfazione e dell'ampliamento dei bisogni umani, ma anche le condizioni per la diminuzione del tempo di lavoro.<ref>Questo punto deriva sostanzialmente dall'intuizione di Smith. Secondo l'economista-filosofo scozzese, infatti, lo sviluppo della società è legato allo sviluppo della divisione del lavoro, che implica la creazione di branche di produzione differenziate in rapporto tra di loro, e l'ampliamento del commercio tra paesi diversi. Storicamente, ciò ha permesso la riduzione del tempo necessario alla produzione dei beni che consumiamo (non solo quelli superflui ma anche quelli necessari) e quindi la loro maggiore disponibilità. Vedi, Smith, A. (1975), ''La ricchezza delle nazioni'', Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, cap.1.</ref>
=== Scoperta ===
[[File:18th century arctic whaling.jpg|left|thumb|[[Caccia alla balena]] a Jan Mayen nel [[XVIII secolo]]. In quest'epoca gli [[Paesi Bassi|olandesi]] praticavano quest'attività al largo delle coste di Jan Mayen è, nell'immagine, nei pressi dello stratovulcano [[Beerenberg]], sulle coste di ''Nord-Jan'', la sua parte settentrionale.]]
 
La scoperta di Jan Mayen è incerta.<ref name="JM.net"/> Si dice che nel VI secolo d.C., durante uno dei suoi viaggi, il monaco [[Irlanda|irlandese]] [[San Brendano di Clonfert|Brendano di Clonfert]] approdò sulle coste dell'isola dopo una tempesta. Nonostante l'isola, secondo la leggenda, ospitasse le porte dell'[[inferno]], non fece passare nell'aldilà il monaco.
I marxisti, infatti, sostengono che nel capitalismo l'aumento della produttività è teso ad altri fini, dal momento che il capitale non ha per suo scopo il soddisfacimento dei bisogni umani, ma la produzione di profitto.<ref>Marx, K. (1974), Il Capitale, Editori Riuniti, Roma</ref> Ne discende che il problema non sono gli aumenti di produttività in astratto (e la crescita economica che ne deriva) ma a favore di chi vanno tali aumenti di produttività (e la relativa crescita). Non è il quanto si produce ma il come e per l'interesse di chi si produce. Da questa impostazione, i marxisti concludono che la soluzione non sta nel negare la crescita delle forze produttive, come prescrive in definitiva la teoria della decrescita, ma sta nel ricondurre la crescita sotto il controllo di chi produce secondo un piano razionale, che regoli la produzione complessiva in base ai bisogni e non in base alle esigenze di profitto.<ref>Per una critica marxista alla teoria della Decrescita, vedi: Moro, D (2011), Cosa sono i teorici della decrescita e come lottano contro il marxismo, Resistenze, n.358; Bellamy Foster, J, (2011), Capitalism and Degrowth: An Impossibility Theorem, Monthly Review, Volume 62, Issue 08 (January). Una video-lezione che sintetizza le critiche marxiste della teoria della decrescita, basata sugli articoli di Moro e Bellamy Foster è stata realizzata da Francesco Macheda, dottorando all'Università Politecnica delle Marche. Guarda la [http://www.youtube.com/watch?v=fWSZ9NuwieY parte 1]; [http://www.youtube.com/watch?v=Lg8xuiusbBk parte 2]; [http://www.youtube.com/watch?v=JxYKlwHQ0hw parte 3].</ref>
 
L'isola è stata anche probabilmente passaggio e tappa nella rotta dei [[Vichinghi]]. Questo perché, in alcune [[carta geografica|carte geografiche]] da loro disegnate, oltre che la [[Groenlandia]], la [[Norvegia]], l'[[Islanda]] e le [[isole Fær Øer]], è comparsa anche Jan Mayen.<ref name="JM.net"/>
===Critiche tecnologiche===
Secondo i sostenitori del progresso tecnologico la crescita risolverebbe i problemi legati alla fornitura di energia elettrica, allo smaltimento dei rifiuti e al bisogno di materie prime. Questa ideologia attinge dai principi del [[Positivismo]] per una visione fondamentalmente ottimista sulla tecnologia. Essa punta alla riduzione del fattore di relazione tra consumo e produzione di energia (detto [[intensità energetica]]). Inoltre suggeriscono che la ricerca in campo nucleare potrebbe fornire soluzioni temporanee alternative all'attuale crisi petrolifera nell'attesa che altre tecnologie, come la fusione nucleare, diventino accessibili.
 
L'isola di Jan Mayen è stata con certezza scoperta nel [[XVII secolo]] da alcuni [[caccia alla balena|cacciatori di balene]] [[Paesi Bassi|olandesi]] e [[Inghilterra|inglesi]] alla ricerca di nuove zone di pesca. Il navigatore e comandante inglese di alcune spedizioni a [[nord]], [[Henry Hudson]], approdò sull'isola nel [[1607]] e la battezzò ''Hudson's Tutches'' o ''Touches''.<ref name="JM.net"/> Il merito della prima esplorazione dell'isola approfondita e dettagliata, comunque, va all'esploratore olandese [[Jan Jacobs May van Schellinkhout]], che la visitò nel [[1614]]. Fu egli a battezzarla con l'attuale nome, ''Jan Mayen'', e a inserirla in modo corretto nelle carte geografiche, costituendo una certa prova della scoperta dell'isola.<ref name="JM.net"/>
Questa teoria è però in contrasto con i risultati emersi dal [[Global Carbon Project]] del 2007, i quali dimostrano come attualmente la suddetta diminuzione del valore di [[intensità energetica]] non sia avvenuta. Questa diminuzione rappresenta una delle variabili dell'[[equazione Kaya]], la quale tende a dimostrare che sia la decrescita economica, sia una diminuzione della popolazione mondiale sono essenziali al fine di evitare una catastrofe ecologica.
 
=== Prime occupazioni ===
===Critiche dei paesi in via di sviluppo===
Jan Mayen non era allora rivendicata da nessuna nazione, ed era scarsamente abitata, ha cominciato a venire popolata quando divenne una base scientifica per gli studi meteorologici durante l'[[Anno Polare Internazionale]], nel [[1882]].
Il concetto di decrescita è visto come contraddittorio se applicato ai paesi in via di sviluppo che richiedono invece una forte crescita delle loro economie per raggiungere la prosperità. In questo senso la maggioranza dei sostenitori della decrescita propongono il raggiungimento da parte di questi paesi di un certo livello di benessere in maniera indipendente dalla crescita economica, per esempio attraverso la rivitalizzazione di economie locali di autosussistenza, come tali non finalizzate alla produzione di merci per l'esportazione. L'interrogativo su dove stia il punto di equilibrio (ad esempio, quanto le economie dei paesi sovrasviluppati dovrebbero ridursi e quanto le altre dovrebbero espandersi) rimane aperto.
 
Durante la prima metà del [[XVII secolo]], alcuni cacciatori di balene si stabilirono sull'isola per produrre [[Olio di balena|olio]] dal grasso di balena. Dopo la scoperta della grande popolazione di balene a Jan Mayen, molti di essi si trasferirono sull'isola durante la stagione estiva. L'olio di balena era a quei tempi molto pregiato, e per questo furono costruite molte strutture sull'isola per ospitare i cacciatori e i lavoratori. Una prima permanenza invernale su Jan Mayen fu svolta nel [[1633]]: alcuni dei sette uomini rimasti tornarono alla loro terra, e tornarono l'estate successiva.<ref name="JM.net"/> L'isola fu abbandonata tra il [[1640]] e il [[1650]], e fu nuovamente occupata da abitanti nei 230 anni seguenti.<ref name="JM.net"/>
 
L'inverno tra il [[1882]] e il [[1883]] fu dichiarato primo [[Anno Polare Internazionale]], un gruppo di scienziati [[Austria|austro]]-[[Ungheria|ungarici]] che scelsero Jan Mayen come luogo di studio, una base chiamata ''Maria Muschbukta'' (letteralmente ''Baia Maria Musch'');<ref name="JM.net"/> inaugurata l'organizzazione scientifica, Jan Mayen ritornò piena d'attività come secoli prima. Dal 13 luglio [[1882]] al 6 agosto [[1883]], gli scienziati si occuparono di importanti ricerche (test sull'equipaggiamento per le spedizioni polari, salinità e temperatura del mare, magnetismo, ma anche su elementi dell'ecosistema, come piante, animali e rocce).<ref name=JM.net/><ref>{{cita web|lingua=en|http://home.online.no/~vteigen/muscintr.html|Anno Polare Internazionale|13-01-2008}}</ref>
 
Nei primi anni del [[XX secolo]], i commercianti norvegesi iniziarono spedizioni di caccia sull'isola Jan Mayen, trascorrendovi anche l'inverno. Le prede più ambite erano le [[renna|renne]], pregiate per il loro pelo, e gli [[orso polare|orsi bianchi]]. Con la caccia intensiva gli animali vennero sterminati, e con la loro scomparsa resero Jan Mayen priva di ogni attrattiva economica, a tal punto che venne nuovamente abbandonata nel [[1920]].
 
=== Sovranità norvegese ===
[[File:Jan Mayen-Stations-fr1.png|thumb|Localizzazione delle stazioni meteorologiche e radiofoniche su Jan Mayen.]]
 
==== Conquista ====
Il bisogno di una stazione meteorologica situata tra la [[Groenlandia]] e il [[Polo nord]] che favorisse alla [[Norvegia]] la conoscenza delle varie perturbazioni si è sentito nel [[1914]], quando il professore Kristian Birkeland di [[Oslo]] reclamò la costruzione di un edificio specializzato su Jan Mayen.<ref name="costa">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/kystradi.htm|Radio costiera di Jan Mayen|02-02-2008}}</ref> A causa della morte di 125 cacciatori per il freddo tra il [[1917]] e il [[1920]], egli attese l'estate del [[1921]] per costruire la stazione meteorologica, che oggi si chiama ''Eldstemetten''. Essa fu costruita nel sud dell'isola, ''Sør Jan''.<ref name="costa"/>
 
L'anno dopo l'istituto meteorologico norvegese proclamò l'isola territorio della Norvegia ai fini di rinforzare la sua presenza e un decreto reale dell'8 maggio [[1929]] confermò la sovranità norvegese su di essa. Infine, il giorno 27 febbraio [[1930]] il Regno di Norvegia permise ad altri Stati di utilizzare le risorse dell'isola. Qui nacque una contesa riguardo alla questione dell'appartenenza di Jan Mayen.<ref name="JM.net"/>
 
La riconosciuta sovranità norvegese dell'isola è stata (ed è) molto importante per la [[Norvegia]], dato che questo le permette di estendere fino, ed oltre, l'isola la zona di esclusivo diritto di sfruttamento di risorse, come quello della pesca.
 
==== Seconda guerra mondiale ====
La sovranità norvegese su Jan Mayen fu interrotta nel [[1941]] e durante la [[seconda guerra mondiale]]. Quando i tedeschi occuparono buona parte della [[Norvegia]] a partire dal 9 aprile [[1940]], la famiglia reale norvegese organizzò una resistenza. Il re [[Haakon VII di Norvegia|Haakon VII]], preoccupato dei territori indifesi della Norvegia, mandò dei soldati a Jan Mayen nel [[1941]], che oltre a difendere l'isola dai tedeschi, avrebbero proseguito le ricerche scientifiche. Questo distaccamento abbandonò la stazione meteorologica di Eldstemetten verso la fine del 1940, lasciando così via libera ai tedeschi, che riuscirono a conquistarla, e in tale occasione incendiarono la stazione, che fu ricostruita dai norvegesi ai piedi di [[Beerenberg]].
 
La nuova stazione funzionò durante la guerra, sotto controllo norvegese, nonostante i bombardamenti aerei tedeschi. Durante questi attacchi, nel [[1942]], due aerei tedeschi si schiantarono contro il Beerenberg causando a un primo rilievo nove morti. Nel [[1950]], dei geologi britannici ritrovarono uno dei due aerei con a bordo altri membri dell'equipaggio morti. Date le sue buone condizioni, l'aereo fu riparato, per poi essere riutilizzato, a [[Narvik]], nel [[1959]].<ref name="JM.net"/>
 
Nel [[1943]], gli americani costruirono una stazione per la radionavigazione su Jan Mayen, situata nel [[nord]]-[[ovest]] dell'isola. Questa stazione ha oggi come principale obiettivo il contatto con le stazioni meteorologiche tedesche installate in [[Groenlandia]].
 
==== Sviluppo di attività meteorologiche e radiofoniche ====
Dopo la seconda guerra mondiale, i meteorologi norvegesi non utilizzarono la stazione di ''Atlantic City'', costruita dagli americani pochi anni prima ma caduta in disuso per la posizione geografica non conveniente, e perciò la sostituirono a quella di ''Gamlemetten'',<ref name="Storia_Meteo">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/met-stn/met_history.htm|Storia delle stazioni meteorologiche su Jan Mayen|02-02-2008}}</ref> che fu costruita nel [[1949]].<ref name="JM.net"/> Nei decenni successivi l'unica attività che si svolse sull'isola fu lo studio meteorologico e radiofonico. La stazione aveva infatti il ruolo di trasmettere alla Norvegia continentale le informazioni sulle perturbazioni, per poi informare i naviganti.
 
L'attività su Jan Mayen è presente in buona parte grazie alla [[NATO]] che ha costruito una stazione per la radionavigazione [[LORAN|LORAN-C]] nel [[1959]] con un'antenna a onde radio con 190 metri d'altezza.<ref name="str">{{fr}} [http://fr.structurae.de/structures/data/index.cfm?ID=s0017583 Stazione LORAN-C su Jan Mayen] URL consultato il 03-02-2008</ref> Questa stazione, sotto la responsabilità dell'amministrazione norvegese della comunicazione e della difesa (NORECA), è collegata a quelle dell'[[Islanda]], delle [[isole Fær Øer]], della [[Norvegia]] continentale e della [[Germania]]. In quest'occasione fu costruito un nuovo sito nel sud-est dell'isola: una stazione tecnica e una energetica, a [[Olonkinbyen]], unico centro abitato di Jan Mayen, in onore di un famoso scienziato precedentemente vissuto sull'isola. L'anno dopo, sull'isola fu costruito un nuovo trasmettitore radio, più moderno, e perciò quello vecchio cadde in disuso. Quando Olonkinbyen fu costruita non aveva un porto, quindi era priva di comunicazioni marine, e perciò fu costruita una pista d'atterraggio sull'[[istmo]] dell'isola. Questa pista permise di adoperare l'aereo come l'unico mezzo abbastanza sicuro per arrivare all'isola.
Il primo volo si tenne nel [[1961]]. Nonostante tutto, il carburante non si poteva trasportare via aereo, e ancora oggi si porta sull'isola per via marittima.<ref name="istituto">{{cita web|lingua=en|http://met.no/English/|Istituto Meteorologico Norvegese - Jan Mayen|03-02-2008}}</ref>
 
Dopo il trasloco della stazione meteorologica, denominata ''Metten'',<ref name="Storia_Meteo"/> in prossimità della pista d'atterraggio, nel [[1962]], gli impianti e le attività umane si concentrarono sui cinque chilometri della costa sud-est dell'isola.
 
Malgrado la guerra fredda e la posizione strategica di Jan Mayen, situata su una rilevante rotta commerciale dell'[[Oceano Atlantico]] settentrionale, la stazione LORAN-C costituisce l'unica installazione della NATO, visto che questa organizzazione, oltre che della meteorologia, si occupava principalmente di servizi militari. In effetti basi della NATO esistevano già da tempo in territori vicini, come in [[Groenlandia]], in [[Islanda]] e in [[Norvegia]], quindi installazioni militari sull'isola non furono considerate necessarie od opportune.
 
Furono intraprese per questi territori a partire dal 1980, alcune decisioni per l'aspetto commerciale marittimo:
*esportazione di risorse marittime da parte dell'Islanda il 22 ottobre [[1981]].<ref>{{en}} [https://links.jstor.org/sici?sici=0002-9300(198807)82%3A3%3C443%3AJMIP%3E2.0.CO%3B2-J Accordi marittimi - Islanda] URL consultato il 03-02-2008</ref>
*stabilimento della frontiera costiera della Groenlandia il 14 giugno [[1993]]<ref>{{en}} [https://links.jstor.org/sici?sici=0002-9300(199401)88%3A1%3C105%3AMDITAB%3E2.0.CO%3B2-Q Accordi marittimi - Groenlandia (14-06-1993)] URL consultato il 03-02-2008</ref> e nel luglio [[1994]].<ref>{{en}} [https://links.jstor.org/sici?sici=0020-5893%28199407%2943%3A3%3C697%3ACCMDIT%3E2.0.CO%3B2-2 Accordi marittimi - Groenlandia (06-1994)] URL consultato il 03-02-2008</ref>
 
==Geografia antropica==
[[File:Map Norway political-geo-fr.png|thumb|Carta politica della Norvegia]]
 
===Amministrazione===
Jan Mayen è un territorio appartenente alla [[Norvegia]], e più precisamente alla contea di [[Nordland]], ufficialmente dal 27 febbraio [[1930]].<ref name="JM.net"/> Dall'agosto del [[1994]], l'isola è governata da un ''fylkesmann'', ossia un governatore, residente a [[Oslo]]. La persona che invece dirige i lavori sull'isola e vi abita è anche il comandante della stazione meteorologica.<ref name="World Factbook"/><ref name="contatti">{{no}} {{cita web |1=http://www.jan-mayen.no/telefonliste.html |2=Sito ufficiale di Jan Mayen - Contatti |3=03-02-2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141208063123/http://www.jan-mayen.no/telefonliste.html |dataarchivio=8 dicembre 2014 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Secondo il codice [[ISO 3166-1]], Jan Mayen dovrebbe essere amministrata dalle isole [[Svalbard]] e comandata dal ''sysselman'', governatore che vi abita, ma questa legge è stata abrogata dal Governo norvegese.<ref>{{cita web|lingua=en|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/|World FactBook - lista di codici ISO per nazione|03-02-2008}}</ref>
 
===Presenza di attività umane===
Jan Mayen è un'isola abitata permanentemente da persone lavoranti nella stazione meteorologica e in quella per la radionavigazione. Secondo i dati del [[1948]] gli abitanti erano 79, ma nel corso del tempo si sono ridotti; secondo i dati del [[2007]], infatti, erano solo 18.<ref name="pop">{{no}} {{cita web |1=http://www.jan-mayen.no/telefonliste.html |2=Sito ufficiale di Jan Mayen - Dati demografici |3=04-02-2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141208063123/http://www.jan-mayen.no/telefonliste.html |dataarchivio=8 dicembre 2014 |urlmorto=sì }}</ref> Nonostante questo, nei mesi più caldi, ossia da aprile a ottobre, gli abitanti diventano circa cinquanta.<ref name="Geologia"/><ref name="istituto"/> Tra i 18 abitanti permanenti, 4 persone lavorano alla stazione meteorologica e 14 in quella di radionavigazione.<ref name="istituto"/> Queste persone vivono a [[Olonkinbyen]], il solo centro dell'isola, situato nella parte nord-occidentale di ''Sør-Jan''.<ref name="Geologia"/> L'unica strada presente su Jan Mayen collega Olonkinbyen alla [[stazione meteorologica]] situata tre chilometri più a nord, e alla [[pista d'atterraggio]], cinque chilometri più a sud.<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/met-stn.htm|Stazione meteorologica - Foto e contatti|04-02-2008}}</ref> L'isola non possiede un [[porto]], né un [[molo]], perciò a Jan Mayen le navi non sono il mezzo di trasporto più utilizzato; se si naviga, infatti, lo si fa con piccole barche, canoe o motoscafi.<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/history.htm|Sito ufficiale di Jan Mayen - Storia e trasporti|04-02-2008}}</ref> Il personale estivo, per spostarsi dalla nazione di origine a Jan Mayen, usa l'aereo, che atterra sull'apposita pista.<ref name="FAQ"/><ref name="pista"/> Oltre alla stazione meteorologica e quella per la radionavigazione [[LORAN|LORAN-C]], Jan Mayen possiede un centro per gli studi sulla [[sismometro|sismografia]] commissionato di recente dall'[[Università di Bergen]],<ref>{{en}} [http://www.geo.uib.no/jordskjelv/index.php?topic=nnsn&lang=en Sismometro installato su Jan Mayen] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070219211500/http://www.geo.uib.no/jordskjelv/index.php?topic=nnsn&lang=en |date=19 febbraio 2007 }} URL consultato il 04-02-2008</ref> un [[magnetometro]] dell'[[Università di Tromsø]].<ref>{{cita web|lingua=en|http://geo.phys.uit.no/jan_mag.html|Università di Tromsø - Magnetometro installato su Jan Mayen|04-02-2008}}</ref> e, dal [[1995]], una stazione radiofonica amministrata dalla città di [[Bodø]]<ref name="istituto"/>
 
La [[stazione meteorologica]] è situata a 3 chilometri a sud da [[Olonkinbyen]] e realizza previsioni meteorologiche per la [[Norvegia]]. La stazione trasmette da due a otto segnali al giorno alla nazione, che li riceve e trasmette via televisione o radio gli studi sul tempo realizzati.<ref name="FAQ"/> Jan Mayen costituisce inoltre un luogo di studio della geologia e delle [[corrente oceanica|correnti oceaniche]]. Questa zona è infatti punto di passaggio della [[corrente della Groenlandia Orientale]] e della [[corrente nord-atlantica]].
 
La stazione [[LORAN|LORAN-C]] è uno dei più importanti centri per la radionavigazione dell'[[Oceano Atlantico]] settentrionale e fa parte della rete di rilevazione LORAN.<ref name="loran">{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/loran.htm|Sito ufficiale di Jan Mayen - Stazione LORAN-C|04-02-2008}}</ref> L'emittente, costituito da un'[[antenna]] di 190 metri d'altezza.<ref name="str"/> emette otto pulsazioni ogni 0,07 sul primo canale, e 8 pulsazioni ogni 0,09 secondi sul secondo canale.<ref name="loran"/>
 
L'isolamento e il clima rigido offrono poche possibilità di svago per il personale dell'isola: la [[pesca (attività)|pesca]], l'[[alpinismo]] e la [[navigazione]].<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/hobby.htm|Sito ufficiale di Jan Mayen - Svago}}</ref> Il personale della stazione meteorologica, com'era d'uso tra i primi scienziati vissuti sull'isola, ospita dei [[cane|cani]], che vengono utilizzati per il traino delle slitte dalla stazione meteorologica a Olonkinbyen e alla pista d'atterraggio.<ref name="Cani"/>
 
Jan Mayen non costituisce una meta turistica, né è facilmente accessibile, sia per l'assenza di [[porto]] che per la [[pista d'atterraggio]] ridotta; inoltre non vi sono alberghi, non è possibile fare visite guidate, i voli commerciali o privati non sono autorizzati, a parte quelli del personale estivo.<ref name="FAQ"/><ref name="contatti"/> Inoltre, le navi da crociera partite dall'[[Islanda]] o dalla [[Norvegia]] e dirette in [[Groenlandia]] o alle isole [[Svalbard]], passano in prossimità di Jan Mayen ma non l'accostano. Una sola compagnia turistica norvegese organizza viaggi sull'isola.<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.jan-mayen.no/visit.htm|Sito ufficiale di Jan Mayen - Turismo|04-02-2008}}</ref>
 
==Note==
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==Bibliografia==
* Luigi Visintin, ''Atlante geopolitico universale''. De Agostini, Milano, 1947.
===Precursori===
* Società geologica italiana, ''Bollettino della Società geografica italiana''. Società geologica italiana, Milano, 1955.
*N. Georgescu-Roegen (1998), ''Energia e miti economici'' [scritti 1970-1982], Torino, Bollati Boringhieri.
* {{en}} Stig Skreslet, ''Jan Mayen Island in Scientific Focus''. North Atlantic Treaty Organization, Oslo, 2003. ISBN 140202956X
*N. Georgescu-Roegen (2003), ''Bioeconomia. Verso un'economia ecologicamente e socialmente sostenibile'' [scritti 1974-1989], Torino, Bollati Boringhieri.
* {{en}} Edward Lyn Lewis e Peter Jones, ''The Freshwater Budget of the Arctic Ocean''. North Atlantic Treaty Organization, Oslo, 2000. ISBN 0792364406
*A. Gorz (1978), ''Ecologia e politica'' [1975], Bologna, Cappelli.
* {{en}} Mark Serreze e Roger Graham Barry, ''The Arctic Climate System''. Cambridge University Press, Cambridge, 2005. ISBN 0521814189
*A. Gorz (1977), ''Sette tesi per cambiare la vita'' [1977], Milano, Feltrinelli.
* {{en}} Information Retrieval Limited, ''Aquatic Sciences and Fisheries Abstracts''. Cambridge Communications Corporation, Cambridge, 1992. ISBN 585382063X
*A. Gorz (1992), ''Capitalismo, socialismo, ecologia'' [1991], Roma, Manifestolibri.
* {{no}} Universitetsbiblioteket i Oslo, ''Bibliografi over Norges offentlige publikasjoner''. Universitetsforlaget, Oslo, 1991. ISBN 8270990663
*A. Gorz (1998, 2009), ''Miseria del presente, ricchezza del possibile'' [1997], Roma, Manifestolibri.
* {{no}} Norske bokhandlerforening, ''Norsk bokfortegnelse''. Norske bokhandlerforening, Oslo, 1988. ISBN 8251819423
*A. Gorz (2009), ''Ecologia'' [articoli 1975-2007], Milano, Jaca Book.
* {{nl}} A. W. Sijthoff, ''Brinkman's catalogus van boeken en tijdschriften''. Sijthoff, Amsterdam, 1990. ISBN 0792300580
*I. Illich (2012), ''Rivoluzionare le istituzioni. Celebrazione della consapevolezza'' [1970], Milano-Udine, Mimesis.
* Alan Small, ''Norway's Arctic Islands: (Jan Mayen, Svalbard, Bjørnøya)''. University of Dundee, Dundee, 1995. ISBN 0903674173
*I. Illich (2010), ''Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?'' [1971], Milano-Udine, Mimesis.
* {{en}} OECD staff, ''OECD Environmental Data: Compendium 2004''. OECD Online Bookshop, Londra, 2005. ISBN 9264007989
*I. Illich (2006), ''Elogio della bicicletta'' [1973], Torino, Bollati Boringhieri.
* {{en}} British Library of Political & Economic Lib Pol & Brit, ''International Bibliography of the Social Sciences: Political Science''. Routledge, Londra, 1995. ISBN 041512784X
*I. Illich (2005), ''La convivialità'' [1973], Milano, Boroli.
*I. Illich (2004), ''Nemesi medica. L'espropriazione della salute'' [1975], Milano, Bruno Mondadori.
*I. Illich (2008), ''Esperti di troppo. Il paradosso delle professioni disabilitanti'' [1977], Milano, Erickson.
*I. Illich (2005), ''La disoccupazione creativa'' [1978], Milano, Boroli.
 
===Testi della decrescita===
*M. Badiale e M. Bontempelli (2010), ''Marx e la decrescita. Perché la decrescita ha bisogno del pensiero di Marx'', Trieste, Abiblio.
*J.-C. Besson-Girard (2007), ''Decrescendo cantabile. Piccolo manuale per una decrescita armonica'', pref. di Serge Latouche, Milano, Jaca Book.
*M. Bonaiuti (a cura di) (2004), ''Obiettivo decrescita'', Bologna, EMI.
*M. Bonaiuti (2013), ''La grande transizione. Dal declino alla società di decrescita'', Torino, Bollati Boringhieri.
*P. Cacciari (2006), ''Pensare la decrescita. Sostenibilità ed equità'', Roma, Carta Edizioni.
*P. Cacciari (2009), ''Decrescita o barbarie'', Roma, Carta Edizioni.
*P. Cacciari, A. Fragano e altri (2012), ''Immaginare la società della decrescita'', Firenze, Terra Nuova Edizioni.
*P. Cacciari, A. Fragano e altri (2009), ''Decrescita. Idee per una civiltà post-sviluppista'', Salgareda (Treviso), Sismondi.
*N. De Padova e R. Lorusso (2007), ''[http://www.benessereinternolordo.net/ DePILiamoci]. Liberarsi del PIL superfluo e vivere felici'', Roma, [[Editori Riuniti]].
*S. Latouche (2002), ''La fine del sogno occidentale. Saggio sull'americanizzazione del mondo'', Milano, [[Elèuthera]].
*S. Latouche (2004), ''Decolonizzare l'immaginario. Il pensiero creativo contro l'economia dell'assurdo'', Bologna, Editrice Missionaria Italiana.
*S. Latouche (2005), ''Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell'immaginario economico alla costruzione di una società alternativa '', Torino, Bollati Boringhieri.
*S. Latouche (2007), ''La scommessa della decrescita'', Milano, Feltrinelli.
*S. Latouche (2011) ''Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita'', Torino, Bollati Boringhieri.
*S. Latouche e D. Harpagès (2011), ''Il tempo della decrescita. Introduzione alla frugalità felice'', Milano, Elèuthera.
*S. Latouche (2012), ''Per un'abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita'', Torino, Bollati Boringhieri.
*M. Pallante (2005), ''[http://www.decrescitafelice.it La decrescita felice]. La qualità della vita non dipende dal PIL'', Roma, [[Editori Riuniti]].
*M. Pallante (2009) ''La Decrescita felice, la qualità della vita non dipende dal Pil'', Roma, Edizioni per la decrescita felice.
*M. Pallante (2011), ''Meglio e meno. Decrescere per progredire'', Milano, Bruno Mondadori.
*F.M. Sirignano (2012), ''Pedagogia della descrescita. L'educazione sfida la globalizzazione'', Milano, Franco Angeli.
 
==Voci correlate==
===Dintorni della decrescita===
* [[Norvegia]]
*P. Bevilacqua (2006), ''La terra è finita. Breve storia dell'ambiente'', Roma-Bari, Laterza.
* [[Mar Glaciale Artico]]
*P. Bevilacqua (2008), ''Miseria dello sviluppo'', Roma-Bari, Laterza.
* [[Oceano Atlantico]]
*P. Bevilacqua (2011), ''Il grande saccheggio. L'età del capitalismo distruttivo'', Roma-Bari, Laterza.
* [[Olonkinbyen]]
*A. Galdo (2008), ''Non sprecare'', Torino, Einaudi.
* [[Beerenberg]]
*A. Galdo (2011), ''Basta poco. Pensieri forti e gesti semplici per una nuova ecologia della vita quotidiana'', Torino, Einaudi.
* [[Svalbard e Jan Mayen]]
*L. Mercalli e C. Sasso (2004), ''Le mucche non mangiano cemento'', Torino, Società Meteorologica Subalpina.
*L. Mercalli (2011), ''Prepariamoci'', Milano, Chiarelettere.
*G. Ruffolo (1994), ''Lo sviluppo dei limiti. Dove si tratta della crescita inventata'', Roma-Bari, Laterza.
*G. Ruffolo (2008), ''Il capitalismo ha i secoli contati'', Torino, Einaudi.
* G. Viale (2010), ''La civiltà del riuso. Riparare, riutilizzare, ridurre'', Roma-Bari, Laterza.
===Testi critici===
*D. Moro, "[http://www.resistenze.org/sito/te/pe/dt/pedtbd05-008713.htm Cosa sono i teorici della decrescita e come lottano contro il marxismo]", pensiero resistente, n. 358.
* J. Bellamy Foster (2011), "[http://monthlyreview.org/2011/01/01/capitalism-and-degrowth-an-impossibility-theorem Capitalism and Degrowth: An Impossibility Theorem]", Monthly Review, 2011, Volume 62, Issue 08 (January).
 
==Altri progetti==
== Voci correlate ==
{{Interprogetto|commons=Jan Mayen}}
*[[Economia del dono]]
*[[Effetto rebound (economia)]]
*[[Prodotto interno lordo verde]]
*[[Semplicità volontaria]]
*[[Sistemi di garanzia partecipata]]
*[[Sviluppo sostenibile]]
*[[Slow food]]
*[[Movimento Slow]]
 
==Collegamenti esterni==
== Altri progetti ==
* {{lingue|en|no}} {{cita web|http://jan.mayen.no/|Sito ufficiale di Jan Mayen|16-12-2007}}
{{interprogetto}}
* {{lingue|en|no}} {{cita web|http://jan.mayen.no/|Sito ufficiale di Jan Mayen - Storia|17-12-2007}}
{{VoceLibro|La fine dei capitalismi}}
* {{lingue|en|no}} [http://topojanmayen.npolar.no/?lang=en TopoJanMayen] – Mappa interattiva
* {{cita web|lingua=en|http://home.online.no/~loran-c/janmayen.htm|Stazione LORAN su Jan Mayen|17-12-2007}}
 
{{Oltremare norvegese}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.decrescita.it|Associazione per la decrescita}}
* {{cita web|http://www.decrescita.com|Decrescita Felice Social Network}}
* {{cita web|http://www.degrowth.org|Research & Degrowth|lingua=en}}
* [https://www.youtube.com/watch?v=repNVBncrd4 Conferenza] di [[Serge Latouche]] tenuta presso l'[[Università degli Studi Roma Tre]]
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|ecologia e ambiente|economia}}
{{portale|Artide|isole|Norvegia}}
 
[[Categoria:EconomiaIsole dellodella sviluppoNorvegia]]
[[Categoria:Scienze ambientali]]