Buddismo cinese e Zsuzsa Körmöczy: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
{{vedi anche|Storia del Buddhismo cinese}}
|Nome = Zsuzsa Körmöczy
|Immagine =
|Didascalia =
|Sesso = F
|CodiceNazione = {{HUN}}
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|Disciplina = Tennis
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{{Carriera tennista
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|FrenchOpen_s = '''V''' ([[Internazionali di Francia 1958 - Singolare femminile|1958]])
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|FrenchOpen_m = SF ([[Internazionali di Francia 1947 - Doppio misto|1947]])
|Wimbledon_m = QF (1947, 1951, 1953)
|USOpen_m = -
}}
}}
{{Bio
|Nome = Zsuzsa
|Cognome = Körmöczy
|ForzaOrdinamento = Kormoczy, Zsuzsa
|Sesso = F
|LuogoNascita = Budapest
|GiornoMeseNascita = 25 agosto
|AnnoNascita = 1924
|LuogoMorte = Budapest
|GiornoMeseMorte = 16 settembre
|AnnoMorte = 2006
|Attività = tennista
|Nazionalità = ungherese
}}
 
== Biografia ==
Il '''Buddhismo Cinese''' è il frutto dell'intensa attività missionaria di importanti rappresentanti del [[Buddhismo dei Nikāya]] e del [[Buddhismo Mahāyāna]] provenienti dall' [[India]] e, soprattutto, dall'[[Asia Centrale]] in [[Cina]] e dei contributi di maestri locali, che continueranno questa tradizione o ne daranno nuove e cruciali interpretazioni. Apporti rilevanti raggiunsero la [[Cina]] anche per via meridionale, fino al formarsi una rete culturale estremamente importante nella storia dell'[[Asia]] e delle [[civiltà]] influenzate dalla [[Cina|cultura cinese]], come il [[Giappone]], la [[Corea]] e il [[Vietnam]] e alcuni regni sinizzati dell'[[Asia]] continentale. Documenti storici influenzati da leggende posteriori ma sostanzialmente attendibili parlano di una prima introduzione del [[Buddhismo]] in [[Cina]] nell'anno [[64]]. L'apice culturale del Buddhismo Cinese sarà sotto la dinastia [[dinastia Tang|Tang]], mentre in epoche posteriori si assisterà ad una certa decadenza dovuta alla perdita del favore imperiale, all'interruzione dei contatti diretti con l'[[India]] (dove il [[Buddhismo indiano|Buddhismo]] si estinse) e ad un rinato interesse per la filosofia e le religioni autoctone ([[Confucianesimo]], [[Daoismo]]). Le scuole buddhiste più importanti dell'epoca [[dinastia Tang|Tang]] sono la [[ Tiāntái]], la [[Huāyán]] e la [[Zhēnyán]]. Di poco posteriore ed in seguito molto influente, si deve ricordare la scuola [[Chán]]. Meno influente nella storia del Buddhismo cinese ma importante per i favori che riceverà dalla corte fino all'[[dinastia Qing|ultima dinastia]] sarà il [[Lamaismo]] di origine [[Tibet|tibetana]]. Alcune di queste scuole sopravvivono in paesi di antica influenza [[Cina|cinese]], specialmente in [[Buddhismo giapponese|Giappone]].
Nata il 25 agosto del 1924<ref>[http://www.itftennis.com/procircuit/players/player/profile.aspx?PlayerID=20003914 Biografia su itftennis.com]</ref> vinse gli [[Open di Francia (singolare femminile)]] nel 1958 battendo in finale [[Shirley Bloomer]] con il punteggio di 6-4, 1-6, 6-2,. L'anno successivo giunse in finale nella stessa competizione ma fu sconfitta da [[Christine Truman]] che si impose con un 6-4, 7-5.
<br clear="all"/>
[[Immagine:Mahayanabuddha.jpg|thumb|220px|left|[[Buddha Shakyamuni]], [[Dinastia Tang]] (618-907), [[Hebei]].]]
[[Immagine:Guoqingsi001r.jpg|thumb|right|200px|Il tempio di Guoqing sui Monti [[Tiāntái]] appartenente all'omonima scuola. Costruito da [[Guàndǐng]] (灌頂, 561-632) nel 598, durante la [[Dinastia Sui]], fu ricostruito nel XVIII secolo durante la [[Dinastia Qing]].]]
 
Dopo aver perso una prima volta la finale nel 1956 contro [[Althea Gibson]], nel 1960 vinse gli [[Internazionali d'Italia di tennis (singolare femminile)|Internazionali d'Italia]] del 1960 battendo nell'atto conclusivo [[Ann Haydon-Jones]] per 6-4, 4-6, 6-1.
 
Per quanto riguarda il ranking, rientrava fra le migliori dieci negli anni 1953, 1955, 1956 e dal 1958 sino al 1961, la massima posizione raggiunta fu la numero due.<ref>Collins, Bud (2008). The Bud Collins History of Tennis: An Authoritative Encyclopedia and Record Book. New York, N.Y: New Chapter Press. pp. 695, 702–3. ISBN 0-942257-41-3</ref>
== Le scuole del Buddhismo cinese ==
[[Immagine:Wood Bodhisattva.jpg|right|thumb|400px|Un [[bodhisattva]] in legno, [[Dinastia Song]] ([[960]]-[[1279]]).]]
 
== Riconoscimenti ==
Le scuole del Buddhismo cinese sono tradizionalmente elencate come tredici (十三宗, [[pinyin]] ''shísān zōng''). All'elenco tradizionale va aggiunta la scuola [[Sānjiē]] (la scuola del "Tre Stadi") fondata nel VI secolo da [[Xìnxíng]] (信行, 540-593). Questa scuola verrà considerata eretica dall'imperatrice buddhista, della [[Dinastia Tang]], [[Wǔ Zétiān]] (武則天, regno: 690-705) e completamente annientata, nel 725, da un suo successore, l'imperatore [[Xuánzōng]] (玄宗, regno 712-56). Va tenuto presente che quando, di seguito, vengono trattate le scuole (宗, ''zōng'') esse non vanno intese nel significato comune di luoghi o gruppi contrapposti ad altri, piuttosto come lignaggi di insegnamenti o di [[Vinaya|precetti]] (戒脈, ''jièmài''). Questo almeno fino all'epoca [[Tang]], quando le contrapposizioni per ottenere i favori imperiali o per dirimere le polemiche dottrinali, irrigidiranno maggiormente tali tradizioni e le 'scuole' che ne deriveranno.
*[[Sportiva ungherese dell'anno]], 1958
 
== Note==
=== La scuola [[Jùshè]] (倶舍宗, ''Jùshè zōng'') ===
<references/>
Inizialmente fu una scuola ''[[hīnayāna]]'' fondata sulle dottrine esposte nell' ''Abhidharma-kośa-bhāsya'' (Tesoro dell'Abhidharma, 阿毘達磨倶舍論本頌, [[pinyin]] ''Āpídámójùshèlùn běnsòng'', è conservato nel ''[[Pítánbù]]''), composto nel V secolo dal [[sarvāstivāda]] [[Vasubandhu]]. Fu inglobata nel 753 dalla scuola [[Fǎxiāng]], fondata da [[Xuánzàng]] (玄奘, 600-664) che diede di quest'opera una lettura [[mahāyāna]] [[cittamātra]]. Nel 658, i monaci giapponesi [[Chitsū]] (智通, VII secolo) e [[Chidatsu]] (智達, VII secolo) allievi di [[Xuánzàng]], ne trasferirono gli insegnamenti in [[Giappone]] fondando la scuola [[Kusha]].
 
== Altri progetti ==
=== La scuola [[Chéngshí]] (成實宗, ''Chéngshí zōng'') ===
{{interprogetto}}
Fu fondata dagli allievi di [[Kumārajīva]], [[Sēngdǎo]] (僧導, 362–457) e [[Sēngsōng]] (僧嵩, ?-?), dopo che il maestro ebbe tradotto lo ''[[Tattvasiddhi-śāstra]]'' (成實論 [[pinyin]]: ''Chéngshí lùn'', giapp. ''Jōjitsuron'', si trova nel ''[[Lùnjíbù]]'') di [[Harivarman]], da cui prende il nome. Di impronta [[madhyamaka]], fece concorrenza alla scuola [[ Sānlùn]] pur conservando con questa delle precise differenze dottrinali. Declinò alla fine del VII secolo, ma il monaco coreano [[Hyegwan]] (coreano エカン, cinese 慧灌 Huìguàn, giapp. Ekan) ne trasferì, nel 625, gli insegnamenti in [[Giappone]] che sono alla base della scuola giapponese [[Jojitsu]].
 
=== La scuola [[Lǜ]] (律宗, ''Lǜ zōng'') ===
Fondata nel VII secolo dal monaco [[Dàoxuān ]] (道安, 596-667) si rifà essenzialmente al ''[[Cāturvargīya-vinaya]]'' (Quadruplici regole della disciplina , 四分律 [[pinyin]]: ''Shìfēnlǜ'', giapp. ''Shibunritsu'', è conservato nel ''[[ Lǜbù]]'') della scuola [[Dharmaguptaka]], tradotto in cinese nel 408 da [[Buddhayaśas]] (in cinese 佛陀耶舍 Fótuóyéshè, IV-V secolo) e da [[Zhú Fóniàn]] (竺佛念, IV-V secolo) . L'attenzione rivolta da questa scuola a questo ''[[vinaya]]'' e il fatto che venissero studiati anche gli altri tre ''[[vinaya]]'' già tradotti in cinese in quell'epoca <ref> Questi tre ''vinaya'' sono: il ''[[Daśa-bhāṇavāra-vinaya]]'' ( Dieci suddivisioni delle regole monastiche, 十誦律 [[pinyin]] ''Shísònglǜ'', giapp. ''Jūjuritsu'') della scuola [[Sarvāstivāda]] tradotto da [[Kumārajīva]] e [[Puṇyatara]] nel 404; il ''[[Pañcavargika-vinaya]]'' (Quintuplici regole della disciplina, 五分律 [[pinyin]] ''Wǔfēnlǜ'', giapp. ''Gobunritsu'') della scuola [[Mahīśāsaka]], tradotto nel 423 dal monaco di scuola [[Mahīśāsaka]] [[Buddhajiva]] su un testo portato in [[Cina]] dallo [[Sri Lanka]] dal monaco cinese [[Faxian]]. Rivisto e completato intorno alla metà del V secolo dai discepoli di [[Kumarajiva]], [[Daosheng]] e [[Huiyuan]]; il ''[[Mahāsāṃghika-vinaya]]'' (Grande Canone delle Regole monastiche, 摩訶僧祇律 [[pinyin]]: ''Móhēsēngqílǜ'', giapp. ''Makasōgiritsu'') , della scuola [[Mahāsāṃghika]] portato in Cina all'inizio del V secolo da [[Fǎxián]] (法賢, 340-418) che lo aveva ottenuto a [[Pataliputra]], e da lui tradotto nel 416 con l'aiuto di [[Buddhabhadra]].</ref> fu emulato da tutte le altre scuole buddhiste cinesi, che presto decisero di adottare il ''[[Cāturvargīya-vinaya]]'' come regola monastica. Nemmeno la traduzione del ''[[Mūla-sarvāstivāda-vinaya-vibhaṅga]]'' (Vinaya Mūlasarvāstivāda, 根本說一切有部毘奈耶 [[pinyin]]: ''Gēnběnshuōyīqièyǒubù pínàiyé'', giapp. ''Konpon setsuissaiubu binaya'') portato in [[Cina]] e tradotto da [[Yìjìng]] (義淨, 635-713) nell'VIII secolo, cambierà questo tipo di scelta. Nel 754, il monaco cinese [[Dàoxuān Lǜzōng]] (道安律宗, 702-760) trasferirà in [[Giappone]] le dottrine di questa scuola fondando la scuola giapponese [[Ritsu]].
 
===La scuola [[Sānlùn]] (三論宗, ''Sānlùn zōng'') ===
[[Immagine:Shaolinsi.JPG|thumb|right|350px|Entrata principale del tempio di [[Shàolín]] (少林寺), residenza, secondo alcune agiografie, del patriarca del [[Buddhismo Chán]], [[Bodhidharma]], in [[Henan]], [[Cina]].]]
È la scuola dei Tre trattati (''Sānlùn'') <ref> I tre trattati, conservati nel ''[[Zhōngguānbù]]'', che caratterizzano questa scuola sono: il ''[[Madhyamakaśāstra]]'' anche ''Mūlamadhyamakakārikā'' (Le Stanze di mezzo, 中論 [[pinyin]] ''Zhōnglùn'', giapp. ''Chūron'') di [[Nagarjuna]], opera centrale di tutta la scuola [[Madhyamika]], tradotto da [[Kumārajīva]] nel 409 e conservato anche in sanscrito e tibetano. Questa opera possiede numerosi commentari ed è alla base di tutto il [[Buddhismo Mahāyāna]]; il ''[[Dvādaśanikāya-śāstra]]'' (Trattato dei dodici aspetti, 十二門論 [[pinyin]]: ''Shíèr mén lùn'', giapp. ''Jūnimon ron'') di [[Nagarjuna]], tradotto da [[Kumārajīva]]; il ''[[Śata-śāstra ]]'' (百論 [[pinyin]] ''Bǎilùn'', giapp. ''Hyakuron'') di [[Āryadeva]], il discepolo di [[Nagarjuna]]. Fu tradotto da [[Kumārajīva]] nel 404 e consiste in una critica dell' ''[[ātman]]'' dal punto di vista della vacuità (''[[sunyata]]''). </ref>, conservati nello ''[[Zhōngguānbù]]'', ad impronta [[madhyamaka]]. Tradizionalmente si ritiene sia stata fondata dall'allievo di [[Kumārajīva]], [[Sēngzhào]] (僧肇, 374-414) ma è attestato che egli non ebbe dei discepoli diretti. Nacque comunque tra gli allievi del grande traduttore di [[Kucha]]. Importante diffusore delle sue dottrine fu il monaco [[Jízàng]] (吉藏, 549-623). Venne progressivamente assorbita, durante la [[Dinastia Tang]], dalle scuole [[Tiāntái]] e [[Huāyán]]. Il monaco coreano [[Hyegwan]] la diffuse in [[Giappone]], nel 626, dove prese la denominazione [[Sanron]].
 
===La scuola [[Nièpán]] (涅槃宗, ''Nièpán zōng'')===
La scuola [[Nièpán]] è nata a seguito di una controversia dottrinale determinata dalla prima traduzione in cinese del ''[[Mahāyāna Mahāparinirvāṇa-sūtra]]'' (Sutra mahāyāna del Grande passaggio al di là della sofferenza, 大般泥洹經 ''Dà bān níhuán jīng'', giapp. ''Daihannionkyō'', conservato nel ''[[ Nièpánbù]]'', [[T.D.]] 376.12.853-900) operata da [[Buddhabhadra]] e [[Fǎxián]] (法賢, 340-418) in 6 fascicoli nel 417. In questa prima traduzione veniva adombrata la dottrina degli ''[[icchantika]]'' (一闡提, ''yīchǎntí'', giapp. ''issendai''), una dottrina di origine [[ cittamātra]] che sosteneva la possibilità di esseri senzienti, gli ''[[icchantika]]'', a cui era preclusa per sempre l'"illuminazione". Questa lettura del sutra e la conseguente dottrina fu rigettata fin da subito dal discepolo [[Kumārajīva]], [[Dàoshēng]] (道生, 355–434) che, come il suo maestro, seguiva le dottrine [[madhyamaka]]<ref>Anche le scuole ad impronta [[madhyamaka]], [[Tiāntái ]] e [[Huāyán]], polemizzarono contro i sostenitori di questa dottrina, in particolare con la scuola ad impronta [[cittamātra]], [[Fǎxiāng]].</ref>. Tale contrasto con [[Buddhabhadra]] e [[Fǎxián]] costrinse [[Dàoshēng]] a lasciare [[Nanjing]] e a tornare sul [[Monte Lú]] da dove era precedentemente partito. La scuola [[Nièpán]] si dedicava allo studio e all'interpretazione di questo sutra, ma nel corso dei secoli fu assorbita dalle scuole [[ Tiāntái ]], [[Huāyán]], [[Shèlùn]] e [[Fǎxiāng]], scomparendo definitivamente sotto la [[Dinastia Tang]] (618-907).
 
===La scuola [[Dìlùn]] ( 地論宗, ''Dìlùn zōng'')===
[[Immagine:Chinese Boddhisattva statue.jpg|thumb|200px|Bodhisattva, [[Dinastia Qi Settentrionali]] (550-77)]]
È una scuola di origine [[ cittamātra]] che si fonda sul ''[[Daśabhūmikasūtra-śāstra]]'' o ''Dasabhūmikabhāsya'' (十地經論 ''Shídì jīnglùn'' o anche ''Shidi lun'' 十地論, o ''Dilun'' 地論, giapp. ''Jūji kyō ron'', [[T.D.]] 1522.26.123b-203b, è conservato nel ''[[Yúqiébù]]'') redatto da [[Vasubandhu]] nel IV secolo, fu tradotto in cinese da [[Bodhiruci]] tra il 508 e il 512. Questo testo è un commentario al ''[[Daśabhūmika-sūtra]]'' (十住經 ''Shízhù jīng'', giapp. ''Jūjū kyō'', Sutra delle dieci terre, [[T.D.]] 286), che corrisponde a sua volta al trentunesimo capitolo del ''[[Avataṃsakasūtra]]'' (華嚴經 ''Huāyánjīng'', giapp. ''Kegon kyō'', Sutra della ghirlanda fiorita di Buddha). Influenzò la scuola [[Huāyán]].
 
===La scuola [[Chán]] (禪宗, ''Chán zōng'')===
Secondo alcune agiografie fu fondata nel V secolo dal leggendario monaco indiano [[Bodhidharma]]. Abbiamo, tuttavia, contezza di questa scuola solo a partire dal VII secolo quando alcuni monaci di probabile origine [[Tiāntái]] si avviaro alla sola pratica dello ''[[zuòchán]]'' (坐禪, meditazione seduta, pratica di origine [[Tiāntái]]) secondo il metodo del ''bìguān'' (壁觀 guardando il muro <ref>Vi sono molte interpretazioni su questa tecnica. La più diffusa, popolarmente, ritiene che sia una indicazione fisica nel senso di porsi di fronte ad un muro. In realtà secondo numerosi studiosi tale interpretazione è in realtà piuttosto tarda e richiamerebbe il ''[[miànbì]]'' (面壁) piuttosto che il ''[[bìguān]]'' (壁觀) dove 壁 (''bì'') antrebbe inteso come avverbio, ovvero guardare sé stessi come se si fosse un muro.(Cfr. ad es. Heinrich Domoulin ''Early Chinese Zen Reexamined
A Supplement to Zen Buddhism: A History'' Japanese Journal of Religious Studies 1993 20/ 1 pag.33). </ref>) insegnato dal loro leggendario fondatore. Pare prediliggesse il solo studio del ''[[Laṅkâvatārasūtra]]'' (Il Sutra della discesa a Lanka, 楞伽經 [[pinyin]] ''Lèngqiéjīng'', giapp. ''Ryōgakyō'', conservato nel ''[[Jīngjíbù]]''), sutra di origine [[cittamātra]]. Dopo la morte del quinto patriarca [[Hóngrěn]] (弘忍, 601 - 674), secondo la tradizione più diffusa si suddivise in due rami: quello settentrionale, fondato da [[Shénxiù]] (神秀, 606-706), e quello meridionale, fondato da [[Huìnéng]] (慧能, 638-713). Di questi due rami scolastici, solo il secondo è giunto a noi. Dottrine e lignaggi della scuola Chán furono trasferiti in Giappone dai monaci [[tendai]] [[Eisai]] (1141-1215) e [[Dōgen]] (1200-1253) che fondarono rispettivamente le scuole [[Zen Rinzai]] e [[Zen Sōtō]].
 
=== La scuola [[Shèlùn]] (攝論宗, ''Shèlùn zōng'') ===
È una delle scuole buddhiste cinesi più antiche. Si basa sullo studio e la interpretazione del ''Mahāyāna-saṃgrahôpanibandhana'' o ''Mahāyāna saparigraha-śāstra'' (Commentario sul sommario del Grande veicolo, cin. 攝大乘論釋 ''Shè dàshènglùn shì'', [[T.D.]] 1595.31.152-271, conservato nello ''[[Yúqiébù]]'') un'opera di [[Vasubandhu]] tradotta in 14 fascicoli e interpretata da [[Paramârtha]] (499-569) e che è a sua volta un commentario del ''[[Mahāyāna-saṃgraha-śāstra]]'' (Sommario del Grande veicolo, 攝大乘論 ''Shè dàshèng lùn'', [[T.D.]] 1593.31.112b-132c, conservato nello ''[[Yúqiébù]]'') opera di [[Asaṅga]], tradotta in tre fascicoli sempre da [[Paramârtha]]. Le dottrine di questa scuola sono di chiara derivazione [[ cittamātra]] e sono centrate sull'interpretazione dell' ''[[ālayavijñāna]]'' (Coscienza fondamentale, 阿賴耶識 ''ālàiyé shì'', giapp. ''araya shiki''). Questa scuola fu assorbita, nel 649, dalla scuola [[Fǎxiāng]] quando [[Xuánzàng]] ritradusse il ''Mahāyāna-saṁgrahôpanibandhana'' con il titolo 攝大乘論本 (''Shè dàshènglùn běn'') reinterpretandolo.
 
=== La scuola [[Tiāntái]] (天台宗, ''Tiāntái zōng'')===
Fondata da [[Zhìyǐ]] (智顗, 538-597) nel VI secolo, elenca tra i suoi patriarchi cinesi anche [[Huìwén]] (慧文, V secolo) e [[Huìsī]] (南嶽, 515-577). Si fonda sulla dottrina di origine [[Madhyamaka]] della [[Triplice verità]] (''[[yuánróng sāndì]]'' 圓融三諦) e sullo ''[[ yīniàn sānqiān]]'' (一念三千) nonché sulle dottrine rivelate nel ''[[Sutra del Loto]]'' ([[sanscrito]] ''Saddharmapundarīkasūtra'', cin. 妙法蓮華經 ''Fǎhuā jīng'' o ''Miàofǎ Liánhuā Jīng'', giapp. ''Myōhō renge kyō'' o ''Hokkekyō'', è conservato nel ''[[Fǎhuābù]]''). È stata una delle scuole buddhiste cinesi più importanti. I suoi manuali di meditazione sullo ''[[zhǐguān]]'' (止觀) si diffusero presso tutte le scuole. Nell'805 il monaco giapponese [[Saichō]] ((最澄, 767-822) la introdurrà in [[Giappone]] dove prenderà la denominazione [[Tendai]].
 
=== La scuola [[Huāyán]] (華嚴宗, ''Huāyán zōng'') ===
[[Immagine:Kuan Yin Sea.jpg|thumb|300px|Il [[bodhisattva]] [[Guānyīn]] (觀音), qui impersonificato da una dea che protegge i naviganti]]
 
Scuola dell' "Ornamento fiorito", una delle principali scuole del Buddhismo cinese. Deve il suo nome all' ''[[Avataṃsakasūtra]]'' (華嚴經, [[pinyin]] ''Huāyánjīng'', giapp. ''Kegon kyō'', Sutra della ghirlanda fiorita di Buddha, conservato nello ''[[Huāyánbù]]''), sutra considerato il più importante e completo da questa scuola. Particolare riguardo era riservato all'ultimo capitolo, il ''[[Gaṇḍavyūhasūtra ]]'' (入法界品 [[pinyin]]: ''Rù fǎjiè pǐn'', giapp. ''Nyū hokkai bon'', Capitolo sull'ingresso dentro il Regno della Realtà). La dottrina di questa scuola verteva su una lettura olistica e omnicentrica di tutta la Realtà. Primo patriarca e fondatore fu il monaco [[Dùshùn]] (杜順, 557-640, anche 法順 Fǎshùn) del monastero di Zhixiang (sui monti [[Zhōngnán]] 終南山 poco a sud di [[Chang'an]]). Altre personalità di questa scuola sono il suo successore, Zhìyán (智嚴 602-668) e il suo allievo [[Fǎzàng]] (法藏, 643-712) che visse alla corte dell'imperatrice buddhista [[Wǔ Zétiān]] (regno 690-705) della [[Dinastia Tang]], grande sostenitrice di questa scuola. Nel 740 il monaco coreano [[Simsang]] (シンショウ, cinese 審祥 ''Shěnxiáng'', giapp. ''Shinshō'') insegnò l'''[[Avataṃsakasūtra]]'' e le dottrine della scuola [[Huāyán]] in [[Giappone]] fondando di fatto la scuola giapponese [[Kegon]].
 
=== La scuola [[Faxiang|Fǎxiāng]] (法相宗, ''Fǎxiāng zōng'') ===
È la versione cinese della scuola indiana [[Cittamātra]]. Fu fondata da [[Xuánzàng]] (玄奘, 600-664) al suo ritorno dal suo lungo viaggio in [[India]] nel 645 e organizzata dal suo allievo [[Kuījī]] (窺基, 632-682). [[Xuánzàng]] si era recato in India per recuperare dei testi buddhisti da riportare in patria e, durante questo viaggio, si fermò lungamente presso l'Università di [[Nālandā]] dove ricevette gli insegnamenti direttamente dall'abate [[Silabhadra]], a sua volta discepolo diretto di [[Dharmapāla]] (VI secolo), un esegeta [[Cittamātra]]. Testo fondamentale della scuola fu, infatti, il ''[[Vijñaptimātratāsiddhi-śāstra]]'' (Trattato sulla realizzazione del niente altro che conoscenza, 成唯識論 [[pinyin]]: ''Chéngwéishìlùn'', giapp. ''Jōyuishikiron'', conservato nello ''[[Yúqiébù]]'') opera fondamentale di [[Dharmapāla]] tradotta da [[Xuánzàng]] ([[T.D.]] 1585.31.1a-59a) che poi è un commentario al ''[[Triṃśikāvijñaptikārikā]]'' di [[Vasubandhu]]. Nonostante la sua notorietà, la scuola non ebbe un largo seguito e finì, nel corso degli anni, per essere in buona parte assorbita dalla scuola [[ Huāyán]]. Non sopravvisse alla persecuzione dell'845, ma il pellegrino giapponese [[Dōshō]] (道昭, 629-700) riportò i suoi insegnamenti e i suoi lignaggi in [[Giappone]] nel 653, fondando la scuola giapponese [[Hossō]].
 
=== La scuola [[Jìngtǔ]] (淨土宗, ''Jìngtǔ zōng'') ===
È una delle scuole buddhista cinesi dalle radici più antiche. Nel 402, sul [[Monte Lú ]], [[Huìyuan]] (慧遠, 334-416) compirà un rito facendo riferimento a uno dei testi portanti di queste dottrine, il ''Pratyutpannasamādhi-sūtra''. Quindi la devozione del Buddha Amithaba ha radici antiche in [[Cina]], come del resto nella stessa [[India]]. Occorrerà tuttavia ancora un secolo perché si formi una scuola con un suo corpus scritturale preciso, conservato nel ''[[Bǎojībù]]'' <ref>I tre testi fondamentali della scuola ''Jìngtǔ zōng'', conservati nel ''[[Bǎojībù]]'' del [[Canone buddhista cinese]], sono: ''[[Amitāyurdhyānasūtra]]'' (Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, 觀無量壽經 [[pinyin]]: ''Guān wúliángshòu jīng'', giapp. ''Kammuryōju kyō'') tradotto da [[Kalyasas]] nel 402 (T.D. 365.12.340c-346b); ''[[Amitâbha-sūtra]]'' (Sutra di Amitabha, 阿彌陀經 [[pinyin]] ''Amítuó jīng'', giapp. ''Amida kyō'') tradotto da [[Kumarajiva]] nel 402 (T.D. 366.12.346b-348b). ''[[Sukhāvatī-vyūha-sūtra]]'' (Sutra della vita infinita, 無量壽經, [[pinyin]] ''Wúliángshòu jīng'', giapp. ''Muryōju kyō'') tradotto [[Saṃghavarman]] e [[Buddhabhadra]] in 2 fascicoli (T.D.360.12.265c-279a).</ref>. È con il monaco [[Tánluán]] (曇鸞, 476-572) che viene varata, infatti, la scuola [[Jìngtǔ]] che ha come cuore della sua pratica spirituale la recitazione del nome di Amitâbha Buddha (阿彌陀佛 ''Āmítuó fó'', giapp. ''Amida butsu''). La semplicità di questa pratica consentirà a questa scuola di diffondersi negli strati più popolari del popolo cinese, soprattutto nelle campagne. Influenzerà direttamente la scuola [[ Tiāntái]] che ne ingloberà degli insegnamenti restituendole delle riflessioni dottrinarie. E nel corso dei secoli anche le altre scuole buddhiste verranno da lei influenzata. In particolare la scuola [[Buddhismo Chán| Chán]] che, nel XVI secolo con il maestro [[ Yúnqī Zhūhóng]] (雲棲袾宏, 1535-1615), incorporerà la recitazione del nome di Amitâbha Buddha come pratica del ''gōng-àn'' ( 公案, giapp. ''[[kōan]]'').{{Mahayana}}È uno degli insegnamenti buddhisti più diffusi e praticati oggi in [[Cina]]. Verrà trasferità in [[Giappone]], nel IX secolo, da [[Saichō]], fondatore della scuola [[Tendai]]. E nel, XII secolo, un monaco [[tendai]] di nome Hōnen (法然, 1133-1212), fonderà la scuola [[ Jōdo]] che si rifà direttamente agli insegnamenti della scuola cinese [[Jìngtǔ]].
 
=== La scuola [[Zhēnyán]] (眞言宗, ''Zhēnyán zōng'') ===
Scuola della "Vera parola", di derivazione [[Vajrayana]], si diffuse attraverso due modalità, quello dei traduttori e degli esegeti si rivolse alle classi colte, mentre quello dei taumaturghi si rivolse essenzialmente, ma non solo, al popolo delle campagne. Il primo testo 'tantrico' di cui abbiamo contezza è il ''Módēngqié jīng'' (摩登伽經, [[sanscrito]]: ''[[Mātaṅga-sūtra]]'', giapp. ''Matōga kyō'', Sutra della giovane Matanga) la cui prima traduzione si può far risalire ad [[Ān Shìgāo]] (安世高, II secolo) nel 170 (摩鄧女經 [[T.D.]] 551.14.895), mentre una seconda (摩登伽經, [[T.D.]] 1300.21.399-410) è attribuibile ai monaci [[Kushan]] [[Zhú Lǜyán]] ( 竺律炎, II-III secolo ) e [[Zhī Qiān]] (支謙, II-III secolo) nel 230. In tale antico sutra vi è descritto, per la prima volta, l'utilizzo di ''[[dhāraṇī]]'' (cin. 陀羅尼 ''tuóluóní'', giapp. '' darani''), e ''[[mantra]]'' (cin. 眞言 ''zhēnyán'', giapp. ''shingon'') , tra cui il ''Gāyatri'' proveniente dal ''Ṛg Veda''. Per tramite di monaci dell'Asia centrale, come [[Fótúchéng]] (佛圖澄, ?-348) l'utilizzo di mantra e dhāraṇī fu diffuso, tuttavia, anche a livello di corte nella Cina settentrionale durante le dinastie barbare succedute alla [[Dinastia Han]]. Nel IV secolo si affacciano testi [[Vajrayāna]] più maturi, come il ''Mahāmāyūrī-vidyārājñī'' (孔雀明王經 ''Kǒngquè míngwáng jīng'', giapp. ''Kujaku myōō kyō'', [[T.D.]] 986.19.477-479). Ma occorre aspettare la traduzione, nel 724, del ''[[Mahāvairocanāsūtra]]''<ref>I tre testi fondamentali (三部經, [[pinyin]] ''sān bù jīng'', giapp. ''san bu kyō'') della scuola [[Zhēnyán]] sono conservati nel ''[[Mìjiàobù]]'' e sono: ''[[Mahāvairocanāsūtra]]'' o ''Mahāvairocanābhisaṃbodhi-vikurvitādhiṣṭhāna-vaipulyasūtra'' (Il sutra di Mahāvairocanā, 大日經 [[pinyin]]: ''Dàrì jīng'', giapp. ''Dainichikyō''). Consta di 36 capitoli riportati in 7 rotoli. Questo sutra, fu raccolto nel VII secolo a [[Nālandā]] dal monaco cinese [[Wúxíng]] (無行, VII secolo), che tuttavia lì morì nel 685 d.C. senza far ritorno in patria. Venne comunque recuperato dal governo imperiale cinese e trasportato a [[Chang'an]] e, nel 724, fu tradotto da [[Subhākarasiṃha]] (637-735) e dal monaco di scuola [[Zhenyan]], [[Yīxíng]] (一行, 684-727); ''[[Vajraśekhara-sūtra]]'' (金剛頂經 [[pinyin]] ''Jīngāngdǐng jīng'', giapp. ''Kongōchō kyō''), fu tradotto durante la [[Dinastia Tang]] da [[Amoghavajra]] (705-774) in tre fascicoli con il titolo ''Jingangding yiqie rulai zhenshi shedasheng xianzheng dajiaowang jing'' (金剛頂一切如來眞實攝大乘現證大教王經) e rappresenta la versione più diffusa. Sempre durante la [[Dinastia Tang]] fu tradotto nuovamente da [[Vajrabodhi]] (VIII secolo) in quattro fascicoli con il titolo di ''Jingangzhi suoyi zhi jingangding yuqie zhong lüechu niansong jing'' (金剛智所譯之金剛頂瑜伽中略出念誦經). Infine durante la [[Dinastia Song]] da [[Dānapāla]] in tre fascicoli con il titolo di ''Yiqie rulai zhenshi shedasheng xianzheng sanmei jiaowangjing'' (一切如來眞實攝大乘現證三昧教王經); ''[[Susiddhi-kara-mahā-tantra-sādhanôpāyika-paṭala]]'' (Il tantra del successo misterioso, 蘇悉地羯羅經 [[pinyin]] ''Sūxīdì jiéluó jīng'', giapp. ''Soshitsujikyara kyō'') tradotto in 3 fascicoli ([[T.D.]] 893.18.603-692) da [[Śubhakarasiṁha]] nel 726. È conosciuto anche con il nome abbreviato di ''Susiddhi-tantra'' (蘇悉地經, ''Sūxīdì jīng''). Consiste in un manuale per ottenere risultati positivi con i rituali esoterici. </ref> da parte di [[Subhākarasiṃha]] e [[Yīxíng]] (一行, 684-727) perché si possa parlare di uno sviluppo scolastico della scuola [[Zhēnyán]]. Nel 720 giungeranno in [[Cina]] altri due maestri [[ Vajrayāna]], [[Vajrabodhi]] (金剛智, Jīngāng Zhì, 671-741) e il suo discepolo [[Amoghavajra]] (不空金剛, Bùkōng jīngāng, 705-754) con altre scritture. E sarà proprio l'attività di [[Amoghavajra]] presso la Corte dell'imperatore della [[Dinastia Tang]], [[Daizong]] (conosciuto anche come Liyu, regno: 762-779), a fare di questa scuola una delle principali scuole buddhiste in grado di mettere in secondo piano il [[Daoismo]] rinascente. Nell'806, il pellegrino giapponese [[Kūkai]] (空海, 774-835) trasferirà insegnamenti e lignaggi [[Zhēnyán]], ricevuti direttamente dal settimo patriarca, [[Huìguǒ]] (惠果, 746-806), in [[Giappone]] dove fonderà la scuola [[Shingon]].
 
=== La scuola [[Sānjiē]] (三階教, ''Sānjiē jiào'') ===
Fu fondata dal monaco [[Xìnxíng]] (信行, 540-593) e si basava sulla dottrina delle tre fasi (三階, ''sānjiē'') della predicazione del [[Buddha Shakaymuni]]:
# Periodo del vero Dharma (正法, [[pinyin]]: ''zhèngfǎ'', [[giapponese]]: ''shōbō'', [[sanscrito]]: ''sad-dharma''): quando sono presenti gli insegnamenti del [[Buddha]] che vengono messi in pratica consentendo di realizzare l'''[[illuminazione]]''. È il periodo, per questa scuola, del Veicolo unico ( sanscrito: ''ekayāna'', cin. 一乘 ''yīshèng'', giapp. ''ichijō''), dove è unica la dottrina e gli uomini sono di capacità superiore e in grado di comprenderla.
# Periodo del Dharma contraffatto (像法, [[pinyin]]: ''xiàngfǎ'', [[giapponese]]: ''zōhō'', [[sanscrito]]: ''saddharma-pratikṣepa''): quando gli insegnamenti del [[Buddha]] sono presenti, alcuni li mettono in pratica ma nessuno riesce a realizzare l'''[[illuminazione]]''. È il periodo dei Tre veicoli (sanscrito: ''triyāna'', cin. 三乘 ''sānshèng'', giapp. ''sanjō''), quello degli śrāvaka (声闻), dei pratyekabuddha (缘觉)e dei bodhisattva (菩萨), dove la dottrina si differenzia a seconda delle differenti capacità umane. Ancora esistono esseri senzienti in grado di distinguere la verità dalle false dottrine.
# Periodo del Dharma finale (末法, [[pinyin]]: ''mòfǎ'', [[giapponese]]: ''[[mappō]]'', [[sanscrito]]: ''saddharma-vipralopa''): quando gli insegnamenti del [[Buddha]] sono presenti, ma nessuno li mette in pratica e nessuno realizza l'''[[illuminazione]]''. In questo periodo solo l'insegnamento denominato ''pǔfǎ'' (普法 giapp. ''fuhō'', insegnamento universale)<ref>Gli insegnamenti degli altri due periodi vengono invece denominati ''biéfǎ'' (別法, giapp. ''beppō'', insegnamenti distinti).</ref> basato sulla verità universale di "tutta la Realtà come manifestazione del ''[[dharmakāya]]'' (法身, ''fǎshēn'', giapp. ''hōshin'')" può essere compreso. E', infatti, un insegnamento adatto agli esseri dell'ultimo periodo che, "ciechi dalla nascita", non sono in grado di distnguere la Verità dalle false credenze. <br>
 
[[Xìnxíng]] riteneva di vivere nel periodo del Dharma finale e che solo il suo insegnamento fosse corretto. Convinti assertori della [[natura di Buddha]] insita in ogni essere, i monaci ''[[sānjiē]]'' non si raccoglievano in monasteri ma erano itineranti e propagandavano ovunque la dottrina del maestro. Presto raccolsero, sotto forma di donazioni, ingenti ricchezze. Anche per questa ragione entrarono in conflitto con le altre scuole e con il potere imperiale. L'imperatrice buddhista [[Wǔ Zétiān]] (武則天, regno: 690-705) considerandosi essa stessa '' Jīnlún shèngshén huángdì'' (金輪聖神皇帝, Sacra sovrana della Ruota d'Oro), giunta per fondare un impero buddhista mondiale non poteva certamente accettare di vivere in un periodo di ''[[mòfǎ]]'' e quindi dichiarò eretica questa scuola. L'imperatore [[Xuánzōng]] (玄宗, regno 712-56) la annientò completamente nel 725, incamerando nelle casse imperiali le sue ricchezze.
 
== Il Buddhismo nella [[Cina]] di oggi ==
{{vedi anche|Storia del Buddhismo cinese}}
[[Immagine:Three Ancestors Temple - nigu.JPG|thumb|right|400px|Monache che recitano dei sutra in un tempio nella provincia di [[Anhui]] in [[Cina]].]]
La condizione odierna del Buddhismo cinese all'interno della [[Repubblica popolare cinese]] risente dei drammatici eventi accaduti in [[Cina]] nella seconda metà del secolo scorso. A partire dal 1949 e fino a tutto il 1976, il Buddhismo in Cina ha sofferto tragiche persecuzioni e distruzioni dovute all'ideologia anti-religiosa comunista del Governo che in quegli anni era al potere. Da un periodo di pressante controllo si è passati, nel corso della tragica esperienza della [[Rivoluzione culturale]], ad imprigionamenti di massa, assassinii e distruzioni su larga scala di monasteri, templi e opere d'arte religiosa. Con la morte di [[Máo Zédōng]] (毛澤東, 1893-1976) e con la caduta della [[Banda dei quattro]], eventi datati all'autunno 1976, il clima nei confronti delle comunità buddhiste cinesi si è fatto finalmente più favorevole. Da quel momento il [[Partito comunista cinese]] è stato più attento e rispettoso delle esigenze di queste comunità religiose e cerca, tutt'oggi, di riparare alle persecuzioni e alle distruzioni dei drammatici decenni della [[Rivoluzione culturale]]. Così, a pochi anni dalla morte di [[Máo Zédōng]], dal 16 al 23 dicembre del 1980 l'[[Associazione buddhista cinese]] (中国佛教协会, '' Zhōngguó Fójiào Xiéhuì'', fondata nel 1953, raccoglie tutte le realtà buddhiste del Paese) poté convocare regolarmente, e dopo decenni di assenza, la sua Quarta Assemblea con 254 delegati da tutto il Paese, eleggendo [[Zhào Pùchū]] (赵朴初, 1907-2000) come presidente. Dal 1981 la stessa Associazione ha ripreso a diffondere la sua pubblicazione ufficiale, ''Fǎyīn'' (法音, ''Voce del Dharma''), e ha potuto riaprire l'Istituto di studi buddhisti di [[Pechino]]. Il 20 aprile 1983 finalmente il Governo ha varato la "Risoluzione per le ordinazioni monacali" che ha consentito di effettuare le ordinazioni monastiche in modo regolare e non più segreto. La Quinta Assemblea dell'Associazione si è svolta nella primavera del 1987, in quella occasione si è deciso di fondare l'Istituto di Cultura buddhista cinese con una propria biblioteca. Alla Sesta Assemblea, svoltasi nell'ottobre 1993, hanno partecipato direttamente importanti responsabili politici del Governo cinese e del Partito comunista. La Settima Assemblea, come la Sesta, è stata indirizzata soprattutto a condurre l'Associazione in un ambito "coerente" con le "politiche di unità nazionale" promulgate dal Governo. Mentre nel 2003 si è svolto regolarmente il cinquantenario dell'Associazione dei buddhisti cinesi. Se consideriamo che agli inizi degli anni '80 erano sopravvissuti solo circa 25 mila tra monaci e monache, la cui quasi totalità aveva trascorso decenni nei campi di rieducazione e di lavoro forzato del Partito comunista cinese, si può considerare come estremamente positiva l'evoluzione da quegli anni bui fatti di torture e imprigionamenti per il [[ saṃgha]] cinese. Le distruzioni dei monasteri e dei templi furono infatti drammatiche, pochi i testi originali sopravvissuti, migliaia le esecuzioni. Oggi sono principalmente quattro i monasteri che hanno ripreso regolarmente la formazione dei monaci e la loro ordinazione e si trovano a: [[Qīxiáshān]] (栖霞山) nei pressi di [[Nanchino]], [[Nántōng]] (南通), [[Chéngdū]] (成都), [[Monte Pǔtuó]] (普陀山) nei pressi di [[Níngbō]]. Il Buddhismo professato da questi monaci è quasi dappertutto sincretico e amalgama dottrine originariamente diverse, derivate soprattutto dalle scuole [[Chán]], [[Zhēnyán]] e [[Jìngtǔ]], unite a principi razionalistici di stampo marxista, tesi a realizzare, in questo mondo e attraverso il socialismo, la [[Terra pura]], unendo la pratica meditativa con il lavoro agricolo. <ref>«Molti monaci considerano però questi impegni come un prezzo da pagare per accontentare i burocrati del partito, mentre di fatto nei monasteri sono insegnate le dottrine e le pratiche tradizionali, in modo abbastanza sincretico.» In: Sergio Ticozzi. ''La tradizione buddhista in Cina'' Religioni Cinesi, Quarto Quaderno. 2,2002,71.</ref> Nei monasteri vengono accuratamente conservati e studiati tutti i testi tradizionali e i loro commentari delle differenti scuole, considerati necessari alla formazione monastica. Le statistiche indicano in circa 200 mila i monaci esistenti oggi in Cina, di cui circa la metà (40 mila monaci e 60 mila monache) appartiene al c.d. "Buddhismo Han" ovvero al Buddhismo di non derivazione lamaista ma autenticamente cinese. I templi oggi funzionanti sono circa diecimila. Tutti questi dati risultano, peraltro, in costante aumento. Come sempre più diffusi sono i pellegrinaggi dei cittadini cinesi sui quattro monti sacri del Buddhismo cinese: [[Monte Wǔtái]] (五台山) nello [[Shanxi]], [[Monte Jǐuhuá]] ( 九華山) nello [[Anhui]], [[Monte Éméi]] (峨嵋山) nel [[Sichuan]], [[Monte Pǔtuó]] (普陀山) nello [[Zhejiang]]. Ogni anno circa 500 nuovi studenti-monaci, in genere sono giovani diplomati, entrano a far parte delle istituzioni formative buddhiste<ref>È da tener presente, tuttavia, che per entrare nelle istituzioni monastiche occorre sia la segnalazione del Centro buddhista locale, sia l'approvazione degli Uffici di governo locali per gli affari religiosi.</ref>. I corsi di queste istituzioni, della durata di due-quattro anni, riguardano la meditazione, lo studio delle scritture buddhiste, la filosofia e una lingua straniera. Alcuni studenti-monaci, terminato il corso, continuano a studiare presso le facoltà universitarie di filosofia. Il corso prevede anche un livello di formazione politica, ma non risulta particolarmente "oneroso". Nel 1995 si è provveduto alla ristampa integrale, in lingua [[cinese]], del [[Canone buddhista cinese]] e del [[Canone tibetano]]. I contatti tra il [[saṃgha]] cinese e i [[saṃgha]] degli altri paesi sono costanti. In particolar modo con il [[saṃgha]] [[thailandese]] e [[birmano]] del [[Buddhismo Theravāda]]. Nel giugno del 1993 il patriarca thailandese [[Nyanasamvara Suvaddhana]] (1913-) ha compiuto una visita in [[Cina]] dove è stato accolto da migliaia di monaci cinesi e dove ha compiuto, insieme a loro, dei riti religiosi. Nell'agosto del 1995 una folta delegazione buddhista cinese, invitata dalla comunità buddhista francese, ha visitato i luoghi del [[Dharma]] di sette paesi europei. Molto attiva è anche l'Associazione buddhista sino-giapponese, tesa a far conoscere le tradizioni religiose dei due paesi fortemente collegate sul piano storico. L'Associazione buddhista cinese è, infine, molto attiva sul piano caritatevole e sociale, finanziando la Croce rossa e varie attività nei confronti dei cittadini più bisognosi. I cittadini cinesi stanno riscoprendo in questi anni il valore religioso delle dottrine buddhiste. Anche se non conscono in modo approfondito tali dottrine si impegnano sempre di più nella osservanza dei precetti religiosi e delle pratiche devozionali. In occasione delle festività religiose i templi si riempiono ormai di migliaia di fedeli i quali, oltre ad accendere gli incensi, ascoltano i sermoni dei monaci e consumano insieme dei pasti vegetariani in un'atmosfera di festività.
 
=== Il Buddhismo a [[Taiwan]] e a [[Hong Kong]] ===
[[Immagine:Tzu chi temple side.jpg|left|thumb|300px|Il tempio di [[Tzu Chi]] ([[Taiwan]]), sede della [[Organizzazione non governativa|ONG]] buddhista guidata dalla monaca [[Cheng Yen]].]]
Il Buddhismo a [[Taiwan]] ha subìto uno sviluppo senza precedenti a partire dal 1949 quando migliaia tra monaci e monache cinesi si riversarono nell'isola per sfuggire alle persecuzioni delle truppe di [[ Máo Zédōng]]. Oggi sono circa diecimila i monaci buddhisti presenti a [[Taiwan]] con quattromila tra templi e monasteri. Un quarto dei 22 milioni di cinesi di Taiwan si dichiara apertamente buddhista. I lignaggi e gli insegnamenti del Buddhismo di [[Taiwan]] sono gli stessi di quelli ereditati dalla [[Cina nazionalista]] e consistono prevalentemente in lignaggi del [[Buddhismo Chán]], ma la caratteristica del Buddhismo taiawanese moderno è che ha deciso di eliminare i confini tra le diverse scuole, unendo lignaggi e insegnamenti. Il Buddhismo taiwanese è noto a livello internazionale per le sue attività missionarie e caritatevoli. Tra queste ultime emerge la figura della monaca [[Cheng Yen]] (證嚴法師, 1937-), detta "Madre Teresa di Taiwan" per la sua intensa attività di aiuto nei confronti dei malati e dei poveri. Nelle attività missionarie va invece ricordato il monaco [[Hsing-yun]] (星雲大師, 1927-), fondatore del centro per le attività culturali e missionarie [[Fokwangshan]] a [[Kaohsiung]] (高雄) e promotore di circa settanta missioni in tutto il mondo tra cui il tempio di [[Tempio di Hsi-lai]] ( 西來寺) a [[Los Angeles]]. I buddhisti di [[Taiwan]] hanno fondato, il 9 novembre 2001 a [[Yung Ho]] (永和, [[Taipei]]), il "Museo mondiale delle religioni".<br>
Anche il territorio di [[Hong Kong]], governato dal [[Regno Unito]] fino al 1997, fu luogo di rifugio per centinaia di monaci buddhisti fuggiti dalla [[Cina]] comunista. Sopratutto sull'[[Isola di Lantau]] ( 爛頭) dove ancora oggi esistono circa sessanta templi. Il [[saṃgha]] monastico di [[Hong Kong]] conta oggi circa tremila persone, che con i fedeli laici attivi, superano le ventimila unità, tutte aderenti alla Federazione buddhista di Hong Kong (fondata nel 1945) che ha festeggiato il suo cinquantenario il 9 maggio 1995. Tra i templi e i monasteri più importanti nell'area di [[Hong Kong]] vanno citati: il monastero di [[Bǎolián]] (寶蓮寺) sull'isola di [[Lantau]], il tempio dei Diecimila Buddha (萬佛寺) a [[Shatin]] (沙田) e il tempio della ''Foresta orientale'' (Dōnglínsì, 东林寺) di [[Lowai]]. Il 29 dicembre 1993 è stata inaugurata una enorme statua del Buddha (alta oltre i 26 metri) denominata 天壇大佛 (''Tiān Tán Dà Fó'') nel monastero di [[Bǎolián]] con una grande partecipazione popolare.
 
== Note ==
<div style="height: 250px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" >
{{references|2}}
</div>
 
== Bibliografia ==
* Mario Poceski. ''China'' in ''Encyclopedia of Buddhism''. New York, McMillan, 2004, pagg. 139-45. ISBN 0-02-865910-4.
* Erik Zurcher. ''Il Buddhismo in Cina'' in Giovanni Filoramo (a cura di), ''Buddhismo''. Bari, Laterza, 2001, pagg. 185-236. ISBN 9788842083634
* Paul Demieville. ''Il Buddhismo cinese'', in Henri-Charles Puech ''Storia del Buddhismo''. Bari, Laterza, 1984, pagg. 157-227.
* Richard H. Robinson e Williard L. Johnson. ''La religione buddhista''. Roma, Ubaldini, 1998, pagg.209-67. ISBN 88-340-1268-2
* Sthephen F. Teiser ''Buddhism: Buddhism in China''. Encyclopedia of Religion, Second Edition, New York, Thomson Gale and Macmillan Reference, 2005, pagg. 1160-9. ISBN 0-02-865735-7
 
== Voci correlate ==
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* [[Storia del Buddhismo cinese]]
* [[Canone cinese]]
* [[Buddhismo Tiantai]]
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* [[Buddhismo Chan]]
* [[Buddhismo Faxiang]]
* [[Kumarajiva]]
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* [[Faxian]]
* [[Xuanzang]]
* [[Huiyuan]]
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* [[Buddhabhadra]]
* [[Zhiyi]]
* [[Zhili]]
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* [[Monte Lu]]
* [[Zhikai]]
* [[Bodhidharma]]
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* [[Guanding]]
* [[Zhanran]]
* [[Daosheng]]
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* [[An Shigao]]
* [[Zhi Qian]]
* [[Buddhismo giapponese]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.buddhism.com.cn/ Sito dell'Associazione buddhista cinese]
*[http://www.hkbuddhist.org/ Sito dell'Associazione buddhista di Hong Kong]
*[http://hua.umf.maine.edu/China/buddhis.html Buddhismo cinese: Una bibliografia in lingua inglese]
 
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