La collera di Attila e Il convitato di pietra (opera): differenze tra le pagine

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{{Opera
{{W|letteratura|febbraio 2008|firma=[[Utente:Snowdog|Snowdog]] <small>([[Discussioni utente:Snowdog|bucalettere]])</small> 20:07, 29 feb 2008 (CET)}}
|titoloitaliano=Il convitato di pietra
 
|immagine=Stone Guest by A. Golovin 01.jpg
{{Scheda libro
|didascalia=''La tomba del commendatore'', bozzetto per le scene dell'opera di [[Aleksandr Jakovlevič Golovin|Aleksandr Golovin]] (1917)
|titolo = La collera di Attila
|titolooriginale=Каменный гость
|titoloorig =
|linguaoriginale=[[lingua russa|russo]]
|titoloalfa = Collera di Attila, La
|genere=
|autore = [[José Luis Rodríguez del Corral]]
|numeroatti=tre
|annoorig =
|epocacomposizione=1866-69
|genere = [[romanzo]]
|primarappresentazione=28 febbraio 1872
|sottogenere = [[Romanzo storico]]
|teatro=[[Teatro Mariinskij]], [[San Pietroburgo]]
|ambientazione = ambientazione
|versionisuccessive=*1902-03 (revisione di Rimskij-Korsakov)
|anno_ambientazione = V secolo
|personaggi=*Don Juan ([[tenore]])
|protagonista = Concordio
*Leporello, suo servitore ([[basso (voce)|basso]])
|altri_personaggi = Marco, Ezio, Domitilla
*Donna Anna ([[soprano]])
|anno = 2007
*Don Carlos ([[baritono]])
|editore = [[Piemme]]
*Laura ([[mezzosoprano]])
|npagg = 394
*Un monaco (basso)
*Primo ospite (tenore)
*Secondo ospite (basso)
*La statua del commendatore (basso)
}}
'''''Il convitato di pietra''''' è un'[[opera]] del compositore russo [[Aleksandr Sergeevič Dargomyžskij]]. Il [[libretto]] segue fedelmente, con alcune modifiche di lieve entità, il testo teatrale de ''Il convitato di pietra'', microdramma facente parte delle ''Piccole tragedie'' di [[Aleksandr Sergeevič Puškin]].
 
==Storia della composizione==
'''''La collera di Attila''''' è un romanzo storico di José Luis Rodríguez del Corral, pubblicato in Italia da Piemme nel 2007.
Dargomyžskij iniziò a pensare all'opera nel 1863, ma a causa della sua malattia al cuore, la composizione procedette lentamente. L'opera era stata quasi completata, quando nel gennaio del 1869 il compositore morì: in accordo con la sua volontà la composizione fu terminata da [[César Cui]] e l'orchestrazione fu fatta da [[Nikolaj Rimskij-Korsakov]]. La prima dell'opera ebbe luogo al [[teatro Mariinskij]] di [[San Pietroburgo]] il 28 febbraio 1872, diretta da [[Eduard Nápravník]] con [[Osip Petrov]]. Alcuni anni più tardi Rimskij-Korsakov effettuò una revisione della sua orchestrazione, riscrisse alcuni passaggi originali di Dargomyžskij ed aggiunse un preludio orchestrale. Questa versione, completata nel 1903 ed eseguita per la prima volta nel 1907 al [[teatro Bol'šoj]] di [[Mosca (Russia)|Mosca]], è attualmente considerata quella standard. Questa composizione ebbe una grande influenza nei successivi sviluppi dell'opera russa, soprattutto sui componenti del ''[[Gruppo dei cinque]]''. Essa venne scritta in uno stile innovativo per la sua epoca: senza arie, quasi senza canto di gruppo, interamente costruita su recitativi melodici e declamazioni messe in musica<ref>C. A. Cui, Opere scelte - Leningrado, 1952 (in russo)</ref>. Lo scopo di questa scelta voluto da Dargomyžskij era non solo la rappresentazione della veridicità del dramma<ref>A. N. Serov, Opere scelte - Mosca 1950-1957 (in russo)</ref>, ma anche la rappresentazione artistica con l'aiuto della musica del linguaggio umano in tutte le sue sfumature. Più tardi queste idee furono riprese in particolare da [[Modest Petrovič Musorgskij]], che stimava molto Dargomyžskij e lo riteneva un suo maestro, nel [[Boris Godunov (opera)|Boris Godunov]] e soprattutto nella [[Chovanščina]].
É ambientato in diversi luoghi dell'agonizzante [[Impero Romano d'Occidente]], intorno al 433-454 D.C circa. Lo sfondo propone le cruente devastazioni di [[Attila]], re degli Unni, sui territori dell'Impero D'Occidente e delle varie tribù barbare stabilitesi recentemente nelle terre di Roma. La ricostruzione storica in cui sono ambientati gli avvenimenti è accurata e quasi completamente fedele.
 
==Trama==
L'azione ha luogo in [[Spagna]] nel [[XVII secolo]].
{{trama}}
 
Concordio, il protagonista del racconto, è il figlio di un falegname e predicatore della parola di Cristo. Marco, suo padre, lo costringe in giovane età a seguirlo e ad abbandonare per sempre la casa, la madre, gli amici e i parenti. Marco e Concordio viaggiano ininterrottamente per un intero anno divulgando la parola cristiana attraverso città, villaggi e campagne. Un giorno, mentre i due sono sulla strada per Ravenna, incontrano il generale detentore vero delle sorti dell'Impero, Ezio, che viene acclamato festosamente dalla gente del luogo. Marco, indignato per l'accoglienza benevola nei confronti del generale, si scaglia contro di lui offendendolo e ingiuriandolo per l'attività che svolge e richiamando l'attenzione di tutti. La popolazione reagisce alle calunnie lapidandolo, ma fortunatamente i soldati della nobile patrizia Domitilla, bloccano le iniziative della gente e salvano padre e figlio da una fine prossima. Domitilla accoglie i due perseguitati nella sua carrozza e resta subito colpita dall'armonica voce del ragazzo. Decide così di ospitare padre e figlio nella sua villa, riservando a ciascuno un trattamento diverso: accoglie Concordio nelle sue stanze, e manda Marco negli alloggi della servitù. Ben presto, Domitilla si invaghisce del ragazzo che lo attrae particolarmente, giungendo anche a palpeggiarlo. Diventa così, oltre al suo amoruccio, il suo lettore e cantastorie. Successivamente, nella villa arrivano tre uomini che in gran segreto tengono un incontro con Domitilla e le consegnano un messaggio da parte dell'Augusta Onoria. Il messaggio informa Domitilla della prigionia dell'Augusta Onoria in una cella della corte a causa dell'invidia e gelosia di suo fratello, l'imperatore [[Valentiniano III]]. Fa intendere inoltre che sta attuando un piano per sfuggire e vendicarsi. Tramite un intermediario, Draco, Onoria le comunica di volersi sposare con l'uomo più potente e pericoloso dei suoi tempi: [[Attila]]. Intanto però l'imperatore, sospettoso di qualche complotto da parte di sua sorella, effettua delle mosse di controspionaggio: mette in allarme le guardie per la scomparsa di Giacinto, amico fedelissimo di Onoria, e ordina di catturarlo; pressa l'economo di Domitilla, Aurelio, di informarlo qualora avvenisse qualcosa di sospetto nella villa della matrona. Tutti questi ordini però finiscono tragicamente perché il drappello dei soldati di Valentiniano viene massacrato da Draco e i suoi uomini e Giacinto riesce a giungere la casa di Domitilla salvo; Aurelio, che aveva tentato inutilmente di far parlare Concordio della missiva di Onoria, viene ucciso da Draco. Accordatisi nell'aiutare Onoria, Giacinto, Concordio, Marco, Draco e i suoi uomini partono alla volta della corte di Attila a proporre a quest'ultimo l'offerta di Onoria. Giunti dal sovrano, Attila, compiaciuto di quella proposta, inizia una delle più lunghe serie di devastazioni che la storia, ancora oggi, ricorda drammaticamente. Per il netto rifiuto dell'imperatore a concedere sua sorella a nozze, Attila raccoglie un grande esercito (sopratutto grazie al contributo delle moltissime tribù barbare da lui sottomesse) e invade la Gallia. In preda alla disperazione, Valentiniano fa radere al suolo la villa di Domitilla che solo miracolosamente non viene catturata, rifugiandosi in un monastero. Intanto però la Gallia è preda di bottino, rapine e saccheggi; Attila distrugge tutto ciò che incontra. Ezio è costretto ad intervenire, ma è consapevole della debolezza e della crisi dell'Impero, che ormai si trascina da anni e sa bene che le sue forze non sono sufficienti per fermarlo. L'abile Ezio pensa di allearsi con [[Teodorico]], re dei Visigoti, ma solo dopo una lunga e difficile negoziazione riesce ad usufruire dei soccorsi dei Visigoti per combattere il nemico comune. Anche Orleans sta per cedere quando gli eserciti di [[Ezio]] e [[Teodorico]] vanno incontro ad [[Attila]] e presso la valle dei [[Campi Catalaunici]] si svolge la celebre ''battaglia dei popoli''. Dopo una dura lotta, i Romani vincono la battaglia, ma il re alleato dei Visigoti muore sul campo. Suo figlio Torrismondo è del partito antiromano, perciò decide di non dare il colpo di grazia ad Attila. [[Ezio]], abbandonato da Torrismondo, rinuncia per sempre a distruggere la potenza unna, pensando che sia una forza necessaria ed equilibratrice per contrastare quella visigota e di tutti i barbari dell'Impero. Si sbagliava...l'anno successivo Attila si ripresenta di sorpresa con un esercito ancora più forte e punta sull'Italia con l'intento di deporre Valentiniano e sposare sua sorella. Devasta tutta la pianura padana e distrugge Aquileia dopo un lungo assedio. La sua forza è inarrestabile ed Ezio è bloccato in Gallia. Valentiniano, vedendo precipitare la situazione, si convince a consegnare sua sorella purché si salvasse. Manda una ambasciata con Onoria ad Attila. Nella ambasciata di Valentiniano è un importante personaggio: Papa Leone Magno; egli persuade il re degli Unni a fermare la sua marcia. Attila, avendo soddisfatto le sua richiesta principale, decide di seguire il consiglio del papa. Celebrate le nozze, Attila e Onoria si sposano con la partecipazione di tutto il popolo unno, la fedele ambasciata di Onoria e di Domitilla; ma nella notte Attila muore per epistassi. Gli Unni, senza più il loro re, fanno ritorno nel loro regno. Da questo momento in poi, Concordio si biforca dalla storia degli Unni. Onoria, invece, è costretta a rifugiarsi in un monastero, mentre Draco e Domitilla pensano bene di ritornare alla villa per recuperare il tesoro che prudentemente quest'ultima aveva nascosto prima dell'arrivo dei soldati con l'intenzione, poi, di scappare in Oriente, ormai minacciati da Valentiniano. Giunti sul posto però Draco, dopo un eclatante voltafaccia, assassina Domitilla per impossessarsi dell'oro e fugge via. Concordio infine, ritrova la madre e decide di farsi prete.
===Atto I===
{{finetrama}}
'''Scena Prima''' Don Juan, cacciato da [[Madrid]] per l'uccisione di un suo rivale, vi è segretamente ritornato con il fedele servitore Leporello e si nasconde nel cimitero di un monastero nei dintorni della città. Da un monaco apprende che il cimitero è visitato ogni giorno da Donna Anna, vedova di un commendatore da lui ucciso a duello. Dopo averla vista decide di conoscerla e si reca in città.
 
'''Scena Seconda''' A casa dell'attrice Laura si sono riuniti amici e spasimanti. Il canto di Laura incanta gli ospiti, ma uno di loro, Don Carlos, avendo saputo che le parole sono state scritte dal suo amante passato Don Juan, è preso dall'ira: proprio lui ha ucciso suo fratello! Laura vuole cacciarlo, ma gli altri ospiti riescono a rappacificarli. Laura canta ancora e poi gli ospiti se ne vanno, ma la donna decide di trattenere l'irascibile Don Carlos, del quale si è invaghita. La loro conversazione è però interrotta dall'arrivo di Don Juan: Laura lo accoglie con gioia. Il duello è inevitabile ed ha luogo subito: Don Juan uccide Don Carlos.
[[File:Stone Guest by A. Golovin 02.jpg|300px|thumb|''Presso le mura di Madrid'', bozzetto per le scene dell'opera di Aleksandr Golovin (1917)]]
===Atto II===
Dopo aver ucciso Don Carlos, Don Juan si rifugia nuovamente nel monastero, dove si fa passare per un eremita. Don Juan riesce a fare conoscenza con Donna Anna, sotto il falso nome di Don Diego. La donna lo ascolta con curiosità e timore, ma alla fine cede e lo invita a casa sua per l'indomani. Inebriato dal successo, Don Juan lancia una sfida insolente al destino, invitando all'incontro anche il commendatore defunto. Un terrore agghiacciante prende lui e Leporello al vedere che la statua del commendatore china il capo in cenno di assenso.
 
===Atto III===
Nella stanza di Donna Anna. Il cuore della donna non resta insensibile al corteggiamento di Don Juan, ma quest'ultimo si lascia sfuggire una frase sull'omicidio del marito. Egli non ne vuole più parlare, ma all'insistenza della donna e sicuro del fatto che lei contraccambia i suoi sentimenti, le svela il suo vero nome. Non è pentito dell'assassinio ed è pronto a morire per mano di Donna Anna, ma questa non prova odio per lui ed anzi gli dichiara il suo amore. Don Juan è in trionfo, ma in quel momento si odono dei passi pesanti: ecco che compare la statua del commendatore. Donna Anna perde i sensi, ed il commendatore tende la mano a Don Juan: questi temerariamente gliela stringe, ed entrambi sprofondano all'inferno.
 
==Note==
<references />
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{IMSLP2|id=The Stone Guest (Dargomyzhsky, Aleksandr)|cname=Il convitato di pietra}}
*{{cita web|http://lukianpovorotov.narod.ru/Folder_SongBook/CL/Kamenniy_gost.htm|Il libretto in russo}}
 
{{Controllo di autorità}}
==Voci correlate==
{{portale|musica classica|Russia}}
[[Romanzi storici del Novecento e del Duemila (elenco)]]
{{Portale|letteratura}}
 
[[Categoria:RomanziOpere storici|Colleraliriche di Attila,Aleksandr LaSergeevič Dargomyžskij]]
[[Categoria:Opere liriche in lingua russa]]
[[Categoria:Opere liriche incompiute]]
[[Categoria:Opere liriche basate su opere teatrali]]
[[Categoria:Opere liriche basate su Don Giovanni]]
[[Categoria:Adattamenti di opere di Aleksandr Puškin]]