Reificazione e Villa Mosconi Bertani: differenze tra le pagine

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{{Edificio civile
'''Reificazione''' è un concetto filosofico che può avere diversi significati, benché le varie accezioni presentino analogie. Il concetto viene usato per lo più in senso critico-descrittivo, al fine di evidenziare l'influenza del modo di produzione capitalistico sulla vita delle persone e sulla loro capacità di reagire a tale potere.
|nome edificio = Villa Mosconi Bertani
|immagine = Villa Mosconi Bertani 2013.jpg
|didascalia = Facciata della villa e ingresso cantine
|paese = ITA
|indirizzo = Località Novare
|città = Arbizzano di Negrar
|cittàlink = Negrar
|latitudine = 45.503558
|longitudine = 10.946444
|stato = abitato
|periodo costruzione = [[XVII secolo]]
|inaugurazione =
|stato completamento = <!-- di default è "in uso" -->
|demolito =
|distrutto =
|uso = Civile e Cantina Vitivinicola
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Tenuta Santa Maria - Famiglia Bertani
}}
 
La '''Villa Mosconi Bertani''' (conosciuta anche come Villa Novare) è una Cantina e [[villa veneta]] neoclassica risalente al [[XVIII secolo]] famosa per la produzione dell’Amarone Classico Della Valpolicella. La tenuta è l'estensione di un precedente complesso del [[XVI secolo|secolo XVI]] ed è composta da una residenza estiva, cantina monumentale, ampio brolo (ventidue ettari) e pertinenze dedicati interamente alla [[viticoltura]]. Villa Mosconi Bertani è anche conosciuta per essere stata un importante centro del [[Romanticismo]] grazie al poeta e letterato italiano [[Ippolito Pindemonte]] nonché come luogo di nascita del vino [[Amarone della Valpolicella|Amarone]]. Essa si trova nel comune di [[Negrar]] in località [[Novare]], in [[Valpolicella]], nella [[provincia di Verona]].
==Etimologia==
La villa, il parco, la cantina e i suoi vigneti sono oggi proprietà della famiglia di Gaetano Bertani e aperti al pubblico tutti i giorni per tour guidati e in occasione di eventi culturali e privati.
Dal [[lingua latina|latino]] ''res'' (al genitivo ''rei''), cioè ''cosa'' + ''facere'' cioè ''fare'', reificazione può essere 'tradotto' come "far diventare oggetto", "rendere cosa".
 
==Filosofia Ambiente ==
La villa è situata in uno dei luoghi ancora non contaminati dalle speculazioni edilizie e questa sua cornice naturalistica immersa nelle campagne ne incrementa la già indiscutibile bellezza artistica.
In generale, nella teoria marxiana, si intende quel processo per cui una persona, o un rapporto sociale, si fanno ''res'', cosa, oggetto. Nel capitalismo domina l'alienazione, il [[feticismo]] delle merci, che appaiono alla coscienza come cose di per sé valorizzate. Avviene dunque una personificazione della merce e una ''reificazione'' della persona, un trasformare cioè le persone in oggetti.
La valle di Novare ha un grande interesse geologico e idrologico per le sette fonti perenni che alimentavano in [[Verona romana|epoca romana]] l'[[acquedotto]] della città di [[Verona]] e i ricchi giacimenti ferrosi sfruttati in antichità.
 
== Storia ==
Un'analisi approfondita della reificazione (''Verdinglichung'', cioè il ”diventare una cosa“) viene poi compiuta da [[György Lukács]], nel saggio ”La reificazione e la coscienza del proletariato“ (contenuto in ''Storia e coscienza di classe'', 1923), il cui spunto è dato dalle pagine dedicate da Marx ne ''Il Capitale'' al carattere di ''feticcio'' della [[merce]] e la conseguente trasformazione, che ha luogo ''soltanto'' nella coscienza umana, dei rapporti sociali, che intercorrono tra gli uomini, in apparenti rapporti tra cose.
{{Approfondimento|larghezza=280px|titolo=Testimonianze dell'epoca romana|dim-testo=90%|contenuto=Una delle più interessanti scoperte dell'epoca romana effettuate in [[Valpolicella]] è stata quello di un [[acquedotto]]. Il suo ritrovamento risale al [[1888]], presso [[Parona di Valpolicella|Parona]], durante gli scavi per la galleria ferroviaria della [[Ferrovia Verona-Caprino-Garda|Verona-Caprino-Garda]]. Esso portava le acque nei pressi della Villa Mosconi Bertani verso l'acquedotto di Santa Cristina che poi proseguiva verso la città di [[Verona]], entrando da circa dove ora è presente il [[Ponte Garibaldi (Verona)|Ponte Garibaldi]]..}}
 
Fu iniziata dalla famiglia Fattori intorno al [[1735]] a lato della cantina cinquecentesca preesistente nel luogo di un antico insediamento prima [[Arusnati|arusnate]] e poi [[Impero romano|d'epoca romana]]. Fu venduta incompiuta ai Mosconi, nel [[1769]], che completarono la costruzione aggiungendo un magnifico parco [[romantico]] di otto ettari in stile inglese oltre ad espanderne l'attività [[Viticoltura|vinicola]] rendendola una delle maggiori cantine dell'epoca nel Nord Italia.
Per Lukács, cha amplia la lucida ed incisiva analisi marxiana collegando l'eliminazione del carattere personale e immediatamente sociale del lavoro, propria della società capitalistica, al prevalere dell'organizzazione razionale-astratta in tutti i settori della vita sociale, la reificazione nel capitalismo è data dal prevalere della ''formalizzazione'', cioè dal predominio della razionalità astratta nel mondo vitale dei soggetti (burocratismo, direzione tayloristica del lavoro, formalismo giuridico, trasformazione del qualitativo nel quantitativo, etc.). Il vero toglimento della reificazione, il suo superamento cioè, è possibile quindi, secondo Lukács, soltanto tramite la "coscienza del proletariato" intesa come unità di soggetto e oggetto, in quanto ricompone l'unità basilare del processo storico nella prassi rivoluzionaria.
Durante la proprietà dei Mosconi fu inoltre importante [[salotto letterario]] frequentato da esponenti della cultura del tempo, tra cui il poeta e letterato [[Ippolito Pindemonte]].
Nella prima metà del [[XX secolo|Novecento]] la villa conobbe anni di abbandono e opere vandaliche che rovinarono il parco e alcune sue stanze. Nel 1953 venne acquistata e ristrutturata dalla famiglia Bertani per farne sede di rappresentanza dell'omonima cantina. Dal [[2012]] è proprietà della famiglia di Gaetano Bertani che in questa sede continua la tradizione di famiglia nella produzione di vini.
 
== Architettura ==
L'analisi lukácsiana della reificazione, è stata quindi ripresa, in Francia, da L. Goldman (''Ricerche dialettiche'', 1959) e, in Germania, dalla [[Scuola di Francoforte]]. Infine, il concetto di reificazione è centrale anche nella filosofia di [[Jean-Paul Sartre]], fondata, fin dalle origini, sul fondamentale dualismo fra ''modo d'essere della cosscienza'' e ''modo d'essere della cosa''.
[[File:VILLA_MOSCONI_BERTANI_5.jpg|thumb|upright=1.4|La facciata neoclassica di Villa Mosconi Bertani|left]]
 
Il complesso è un tipico esempio dell'idea palladiana della Villa Veneta con integrazione nel progetto architettonico sia della parte produttiva e agricola legata al vino che di quella residenziale e padronale, rappresentando al centro della valle una sorta di tempio neoclassico a riferimento di una comunità che contava trentacinque famiglie residenti nella tenuta. È costituito da un edificio principale con due ali basse avanzate, terminanti in due facciate simmetriche. Sopra l'ala orientale si erge il campanile della cappella (consacrata a San Gaetano), mentre da ambo le parti due cancelli danno accesso ai rustici e alle cantine.
==Sociologia==
Il concetto di reificazione come ''Versachlichung'' (oggettivazione), è stato usato in senso descrittivo anche dai sociologi [[Peter L. Berger]] e [[Thomas Luckmann]] nell'opera ''[[La realtà come costruzione sociale]]'' (1966), per spiegare l'"oggettività del mondo istituzionale" come "oggettività umanamente prodotta e costituita". Le istituzioni sociali sono quindi il frutto dell'oggettivazione di ciò che l'uomo fa, ma non per questo acquista "uno stato ontologico indipendente dall'attività umana che l'ha prodotta" (p. 92).
 
La costruzione di tutto l'impianto, ossia il corpo centrale della villa, la cappella e le cantine, avvenne nella prima metà del Settecento, ad opera dell'architetto veronese [[Adriano Cristofali]] su commissione del primo proprietario della tenuta Giacomo Fattori. Egli la fece erigere su un nucleo abitativo preesistente del Cinquecento.
==Psicologia==
In termini psicologici, la reificazione rientra nei casi di [[ipostasi|ipostatizzazione]] di modelli interpretativi, come per esempio nel modello psicoanalitico dell'Io, Es e Super-Io. Un significato più strettamente socio-psichiatrico, ma per molti aspetti attuale, rimanda invece all'alterazione schizofrenica, interpretata da [[Joseph Gabel]] (1962) nei termini della dialettica hegeliana soggetto-oggetto: la reificazione è, precisamente, l'assenza di tale dialettica, che porta l'individuo ad assolutizzare l'identità di soggetto-oggetto; in tal caso, si parla sia di ''reificazione clinica'', per cui l'individuo si assimila alle cose, che di ''reificazione sociale'', per la quale l'individuo si percepisce come oggettivato e quindi alienato entro la sfera del sociale.
 
L'intervento della famiglia Fattori iniziato nel [[1710]], finalizzato a dare alla dimora un tono aristocratico, aveva un chiaro scopo autocelebrativo, dal momento che erano stati insigniti del titolo comitale. Il progetto fu inizialmente affidato all'architetto Lodovico Perini che morì prima dell'inizio dei lavori e fu completato daI Cristofoli che seppe elaborare con maestria il corpo centrale, di chiara matrice classicista e revisionare le due ali perpendicolari. In tal modo creò il giardino antistante, riuscendo anche a celare la vista dei rustici laterali, poco aristocratici, separando la zona dedicata all'ozio da quella più propriamente agricola.
==Logica==
La reificazione è una fallacia o un'ambiguità quando un'astrazione (una credenza astratta o un costrutto ipotetico) viene trattata come se fosse un concreto evento reale o un'entità fisica (''fallacy of misplaced concreteness'').
 
L'edificio padronale è a tre piani e consta di un'intelaiatura architettonica scandita da un doppio ordine: tuscanico al pianterreno e ionico al piano superiore. Nella parte centrale, la facciata principale, si conclude con un timpano che contiene lo stemma aggiunto dai Trezza, sul quale spiccano cinque statue di divinità mitologiche. Le statue del giardino sono attribuite allo scultore [[Lorenzo Muttoni]].
==Informatica==
In informatica [[Reificazione (informatica)|reificazione]] è il procedimento di creazione di un modello di dati basato su un concetto astratto predefinito. Mediante la reificazione, un computer può compiere elaborazioni riguardanti un'entità astratta come se si trattasse di un insieme qualsiasi di dati di altro tipo.
 
==Etica Affreschi ==
[[File:Salone Delle Muse Villa Mosconi Bertani.jpg|thumb|upright|Salone Delle Muse]]
In ambito etico, la reificazione è relativa ad ogni comportamento che viola principi etici o morali, come la dignità e l'integrità psicofisica della persona. In questo senso, può essere definita come ''reificante'' ogni pratica o comportamento finalizzato alla strumentalizzazione di altre persone, in quanto esse vengono trattate alla stregua di oggetti privi di sensibilità e di vita, quindi come cose o merci ([[Martha Nussbaum|Nussbaum]]) da usare ai fini del proprio tornaconto personale. Secondo [[Axel Honneth]] (2005), rientrano in questo ambito fenomeni come la richiesta di maternità sostitutive, la mercificazione delle relazioni amorose, lo sviluppo pervasivo dell'industria del sesso, nonché fenomeni di autoreificazione, ovvero "forme di esperienza dei propri sentimenti e dei propri desideri secondo il modello delle entità cosali".
[[File:Soffitto_Salone_Delle_Muse_Villa_Mosconi_Bertani.jpg|thumb|upright|Il soffitto del salone con le allegorie delle quattro stagioni]]
 
Il salone delle Muse, splendidamente affrescato, dove si notano i due stemmi dei Mosconi, comprende in altezza i tre piani della villa, divisi dalla balaustra in legno dipinto che li suddivide in due fasce orizzontali sovrapposte:
==Letteratura==
Nella letteratura contemporanea, il fenomeno della reificazione è presentato, con vari accorgimenti stilistici ed estetici, da autori come [[Michel Houellebecq]], [[Harold Brodkey]], [[Raymond Carver]], [[Elfriede Jelinek]], [[Peter Bieri]]. Esempi di autoreificazione si trovano nelle opere di [[Judith Hermann]] e di [[Katrin Röggla]], mentre, nel panorama italiano, rientra, nell'ambito dell'autoreificazione, il romanzo di [[Giuseppe Genna]], ''Italia De Profundis'' (2008). In ogni caso, si tratta comunque di una condizione psicoaffettiva di totale mancanza di empatia, di completa indifferenza e rassegnazione, che spinge coloro che ne sono affetti a trattare sé stessi e gli altri come se fossero cose o, comunque, entità prive di qualsiasi significato non materiale.
 
- Nella parte inferiore domina l'uso del finto [[bugnato]]. Nelle nicchie dipinte sono racchiuse le statue [[monocromo|monocrome]] che rappresentano le Muse delle Arti: l'Architettura, la Scultura, la Pittura, la Geometria, l'Astronomia e la Musica;
==Bibliografia==
*[[György Lukács]], ''Storia e coscienza di classe'' (1923), trad. it. di G. Piana, Milano, Sugar 1967.
*[[Max Horkheimer]] - [[Theodor W. Adorno]], ''Dialettica dell'illuminismo'' (1947), trad. it. di R. Solmi, Torino, Einaudi 1966.
*[[Lucien Goldmann]], ''Recherches dialectiques'', Paris, Gallimard 1959.
*[[Jean-Paul Sartre]], ''Critica della ragione dialettica'' (1960), trad. it. di P. Caruso, Milano, Il Saggiatore 1963, 2 voll.
*[[Peter L. Berger]] - [[Thomas Luckmann]], ''La realtà come costruzione sociale'' (1966), trad. it. di M. Sofri Innocenti e A. Sofri Peretti, Bologna, Il Mulino 1969.
*[[Joseph Gabel]], ''La falsa coscienza. Saggio sulla reificazione'' (1962), trad. it. di A. Backhaus Righini, Bari, Dedalo 1967.
*Andrew Arato, ''Lukács's Theory of Reification'', Telos, 1972.
*[[Jürgen Habermas]], ''Teoria dell'agire comunicativo'' (1981), trad. it. di P. Rinaudo, Bologna, Il Mulino 1986, 2 voll.
*Rüdiger Dannemann, ''Das Prinzip Verdinglichung. Studie zur Philosophie Georg Lukács'', Frankfurt a.M., Sendler 1987.
*Georg Lohmann, ''Indifferenz und Gesellschaft. Eine kritische Auseinandersetzung mit Marx'', Frankfurt a.M., Suhrkamp 1990.
*[[Umberto Galimberti]], Enciclopedia di Psicologia, Milano, Garzanti 1999 (voci "alienazione" e "reificazione").
*[[Martha C. Nussbaum]], ''Objectification'', in ''Sex and Social Justice'', Oxford-New York, Oxford University Press 2000.
*Arlie Russell Hochschild, ''Per amore o per denaro. La commercializzazione della vita intima'' (2003), trad. it. di E. Lalumera, Bologna, Il Mulino 2006.
*Timothy Bewes, ''Reification, or The Anxiety of Late Capitalism'', London, Verso 2002.
*[[Axel Honneth]], ''Reificazione. Uno studio in chiave di teoria del riconoscimento'' (2005), trad. it. di C. Sandrelli, Roma, Meltemi 2007.
*[[Fredric Jameson]], ''Valences of the Dialectic'', London, Verso 2010.
*[[Alessandro Bellan]], a cura, ''Teorie della reificazione. Storia e attualità di un fenomeno sociale'', Milano-Udine, Mimesis 2013.
 
- Nella parte superiore si trovano architetture fantastiche a [[trompe l'oeil]], che danno una connotazione [[prospettiva|prospettica]] all'insieme. I dipinti monocromi laterali rappresentano le statue dell'Abbondanza e della Giustizia, mentre i satiri dipinti sopra le porte richiamano le quattro stagioni.
==Voci correlate==
*[[alienazione]]
*[[merce]]
*[[teoria marxiana del valore]]
 
Le quattro stagioni e quindi lo scorrere del tempo (con un chiaro riferimento al contesto agricolo nel quale ci si trovava e ancora ci si trova) rappresentano il tema principale dell'affresco sul soffitto. Al suo centro, seduta tra fiori variopinti, spicca [[Flora (divinità)|Flora]] e alla sua sinistra in basso si hanno la Primavera e l'Estate, dipinte con tonalità calde e brillanti. Sul lato opposto, in evidente contrasto cromatico, in quanto rappresentati tra cupe nubi temporalesche, si trovano l'Autunno e l'Inverno. Tra tutti poi, sta [[Zefiro]], che si libra nell'aria seguito da festosi angioletti, mentre sullo sfondo si scorge [[Apollo]] sul suo carro.
==Collegamenti esterni==
*[http://www.unive.it/teoriacritica Seminario di teoria critica], ''Reificazione: storia e attualità di un concetto'' (aa.aa. 2008-2009 e 2010-2011).
 
Gli autori degli affreschi furono artisti emiliani, attivi a Verona. In particolare, il ciclo decorativo delle due fasce orizzontali è stato attribuito al pittore quadraturista [[Prospero Pesci]], della scuola di [[Filippo Maccari]], mentre l'affresco centrale sul soffitto è stato attribuito a [[Giuseppe Valliani]], detto il Pistoiese.
{{Portale|filosofia}}
 
== Il Parco e Giardini ==
[[categoria:filosofia]]
[[File:Villa Mosconi Bertani - Parco dei Poeti.jpg|thumb|left|VIlla Mosconi Bertani - Il parco romantico in stile inglese della seconda metà del 1700]]
Alla fine del Settecento anche a Verona cominciarono a diffondersi complessi naturalistici in armonia con la moda del tempo (inizio del [[Romanticismo]]), che vedeva prevalere il giardino all'inglese (paesaggistico, romantico, con piante esotiche, viali, luoghi isolati, angoli con finti ruderi archeologici) su quello italiano, prevalentemente verde e regolare. Su quella scia i fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi sistemarono i terreni retrostanti alla villa, dando loro una duplice destinazione, di giardino e di bosco. Costruirono il laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, l'isoletta al centro su cui si ergono alti [[Taxodium]], raggiungibile mediante un ponticello in legno e la casa per il caffè ispirata a simili costruzioni nord europee. Il progetto del parco fu suggerito da [[Ippolito Pindemonte]] a cui si devono alcune influenze di origine inglese da lui illustrate nel saggio pubblicato nel 1792 dall'Accademia di Scienze e Agricoltura di Padova intitolato "Sopra I Giardini Inglesi" in cui cita il filosofo, giurista e politico [[Francis Bacon (filosofo)|Francis Bacon]]:
 
"''Un giardino, scrive Bacone di Verulamio, è il più puro de' nostri piaceri, e il ristoro maggiore de' nostri spiriti, e senza esso le fabbriche ed i palagi altro non sono, che rozze opere manuali: di fatto si vede sempre, che ove il secolo perviene al ripulimento ed all'eleganza, gli uomini si danno prima a fabbricare sontuosamente, e poi a disegnar giardini garbatamente, come se quest'arte fosse ciò che havvi [p.&nbsp;220]di più perfetto. Così Bacone[1]. L'Italia, al risorgere delle lettere e delle belle arti, fu la prima a coltivare, come gli altri studj, quello ancora delle amenità villerecce: ma convien confessare, che ora molte nazioni nell'amore ci vincono e nella cura di queste tranquille, ed erudite delizie, e che l'Inghilterra è nelle medesime la maestra delle nazioni tutte. Non è così facile il dare un'idea veramente giusta ed esatta de' giardini Inglesi, perché quest'arte venne perfezionata di [p.&nbsp;221]fresco, anzi si va tuttora perfezionando, non trovandosi forse giardino, che non abbia qualche difetto grave, il che non toglie, che se ne conoscan bene le regole, stante che sappiamo anche come debba farsi un poema, benché poema perfetto non sia mai stato fatto...."''
 
A parte delle piante sulla isoletta di carattere esotico e qualche cedro del Libano, gli alberi presenti sono quelli più consoni con le tipologie di bosco. Nel 1820 il Persico descrisse un “giardino variato da piante esotiche” che ispirò anche il pittore veronese [[Angelo Dall'Oca Bianca]].
 
Su una sponda del laghetto si trova il chalet costruito sulla base delle esperienze di viaggio di [[Ippolito Pindemonte]], il quale era rimasto colpito da alcune fonti e praterie viste in Francia, dove era solito trascorrere periodi di vacanza ospite di amici di [[Jean-Jacques Rousseau]] di cui, a sua volta, era molto amico. Nel pomeriggio era usata per leggere, magari al ritorno dalle passeggiate, mentre la sera si prestava per i giochi di società, scacchi ad esempio o per momenti allietati dal suono dell'arpa, suonata dalle figlie della contessa.
 
Nel parco inoltre è presente una ghiacciaia, anch'essa costruita verso la fine del Settecento e usata fino alla prima metà del secolo scorso.
 
All'interno del giardino sono ancora presenti statue e sedute oltre a una piccola fontana zampillante. L'ampia area cintata da un muro, posta alle spalle della villa, non solo racchiude il giardino ma anche un vasto vigneto tanto da dare al complesso paesaggistico le valenze di un giardino-campagna. Una cancellata ritmata da pilastri a bugnato con cuspidi e vasi decorativi racchiude la corte signorile antistante la villa, delimitando il giardino anteriore. Questo presenta un disegno regolare con ampia aiuola circolare centrale utilizzata oltre che per ornamento, anche per regolare il senso di percorrenza delle carrozze in ingresso e in uscita dalla villa e una piccola vasca circolare.
 
Per il valore storico e ambientale il parco di Villa Mosconi Bertani è censito tra gli ottanta parchi della lista dei Grandi Giardini Italiani.
 
== Ippolito Pindemonte, la contessa Elisabetta Mosconi e Ugo Foscolo ==
[[File:Ippolito Pindemonte.png|thumb|Il drammaturgo e poeta Ippolito Pindemonte]]
 
Presso la Villa abitò per dieci anni ospite della contessa Elisabetta Mosconi il drammaturgo [[Ippolito Pindemonte]] il quale, in una delle sue “Epistole in versi” scritta, nel 1800, alla contessa Mosconi così si esprimeva riguardo alla residenza:
 
''“Nell'ameno tuo Novare io vivea teco, Elisa gentil, giorni felici”.''
 
Luogo ameno di villeggiatura quindi, grazie anche alla presenza del giardino di cui Pindemonte accenna:
 
''“Io vidi l'ombre del tuo giardin che mi parean più belle...”''
 
Ma le intime motivazioni che spingevano Pindemonte, dal 1797 al 1807, anno della morte di Elisabetta, a permanere in modo continuativo a Novare, non erano unicamente culturali. E la località negrarese, per l'autore, non costituiva solo un mero, quanto apprezzato, luogo di villeggiatura. Fra Ippolito ed Elisabetta - afferma il Messedaglia - c'era stato del tenero: ed è proprio il poeta a rivelarlo in una missiva del 1800 destinata alla contessa:
 
''"E pur settembre sedea sulla collina, amabil mese, ''
 
''allor che Febo dall'etereo calle men caldo vibra e più gradito il raggio:''
 
'' come spogliata di que' rai cocenti, cui troppo arsi una volta, in questo, ''
 
''Elisa, vago settembre tuo mi sei più cara."''
 
Si aggiunge la viticoltura e la produzione di vini, annotata, con non celata ammirazione sempre dallo stesso Pindemonte:
 
''“ma lo sguardo io con più duolo ancor volsi a que' vasti nobili tini, che nel sen di quercia stavan già per accor quelle vendemmie”.''
 
Nel periodo di residenza Pindemonte perfezionò anche la sua traduzione dell'[[Odissea]] di [[Omero di Bisanzio|Omero]].
 
Nel giugno 1806 [[Ugo Foscolo]] incontrò molto probabilmente nella villa il Pindemonte e dai colloqui nacque l'idea iniziale del carme ''[[Dei sepolcri]]'' che, scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807, fu pubblicato in questo anno a Brescia presso l'editore Niccolò Bettoni. Il Pindemonte rispose scrivendo il suo carme omonimo a quello del Foscolo e l'editore Gamberetti di Verona pubblicò sempre nel 1807 entrambe le “epistole” col titolo: “I Sepolcri - versi di Ugo Foscolo e d'Ippolito Pindemonte”. Una parte della versione del Pindemonte:
 
''Prospetti vaghi,inaspettati incontri, ''
 
''bei sentieri, antri freschi opachi seggi, ''
 
''lente acque e mute all'erba e ai fiori in mezzo, ''
 
''precipitanti da' alto acque tonanti, ''
 
''dirupi di sublime orror dipinti...''
 
== Viticoltura e Cantina ==
[[File:Amarone Barrels at Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.jpeg|alt=|miniatura|249x249px|Le cantine con le botti di inizio 1800. Foto di Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani]]
La VIlla è colloca nella zona Classica della Valpolicella, zona di produzione del Valpolicella Classico Doc e Amarone Classico Docg. La grande cantina di Villa Mosconi è una delle più antiche esistenti in continua attività in Italia. La valle fu probabilmente sede di produzione vitivinicola già in epoca romana e le prime testimonianze scritte parlano di una cantina di produzione già [[X secolo]] dopo Cristo (anno 900 d.C.).
 
La produzione di vini vide un'importante espansione durante la proprietà della famiglia Mosconi a fine del [[XVIII secolo]] e successivamente con la famiglia Trezza [[Secolo XIX secolo]] quando arrivò ad una notevole capacità produttiva, rappresentando una delle più grandi cantine italiane dell'epoca producendo più di un milione di bottiglie e impiegando ventisei famiglie come testimonia il libro fotografico e relazione di M. Lotze. Questo reportage fotografico e relazione agronomica di notevole pregio artistico e valore storico, rappresenta un documento unico nel suo genere per Verona illustrando nel dettaglio le innovazioni introdotte per la prima volta in questa tenuta Nell'Ottocento la produzione vantava già l'adozione del metodo ad alta densità di coltivazione della vite "[[Guyot semplice|Guyot"]] e una grande specializzazione della cantina nella produzione e esportazione di vini di pregio. La relazione fu commissionata intorno al 1882 e viene tuttora conservata dalla [[Accademia di Agricoltura di Verona|Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona]]. L'appellativo "[[Amarone]]" riferito al vino tipico della Valpolicella venne successivamente coniato proprio qui nel [[1936]] quando si mise appunto il metodo di fermentazione delle uve appassite per produrre questo pregiato vino secco.
 
Dal 1953 la cantina ebbe un'ulteriore sviluppo con l'acquisizione da parte della famiglia Bertani. Dalla metà del 2012 la proprietà è sede della Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani che prosegue la più che secolare tradizione vitivinicola di famiglia.
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|M.|Luciolli|Ville della Valpolicella|2008|Jago edizioni|Verona}}
* Pierpaolo Brugnoli e Arturo Sandrini (a cura di), ''L'architettura a Verona nell'età della Serenissima'', Verona, 1988.
* Pierpaolo Brugnoli e Arturo Sandrini (a cura di), ''L'architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea'', Verona, 1994.
* {{cita libro|R.|Dal Negro|Novare Storia e Notizie di un'antica comunità Valpolicellese|2007|edizioni Damolgraf|Negrar Verona}}
*Giuseppe Conforti, ''Villa Fattori-Mosconi-Bertani detta "Villa Novare"'', in ''Centootto Ville della Valpolicella'', testo di Giuseppe Conforti, foto di Lou Embo e Fulvio Roiter, Verona, 2016, pp. 262-277.
 
== Voci correlate ==
* [[Repubblica di Venezia]]
* [[Storia di Verona]]
* [[Villa]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.mosconibertani.it|Sito ufficiale della Villa Mosconi Bertani}}
 
== Su altri progetti ==
* [[s:I sepolcri (Pindemonte)|I Sepolcri (Ippolito Pindemonte)]]
* [[s:Dissertazione su i giardini inglesi|Dissertazione Sui Giardini Inglesi (Ippolito Pindemonte)]]
 
{{Valpolicella}}
{{portale|architettura|Veneto|Verona}}
 
[[Categoria:Ville di Negrar|Mosconi]]