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Un '''giudizio di valore''' è un'affermazione che, da un punto di vista [[soggetto (filosofia)|soggettivo]], valuta della liceità o dell'utilità di qualcosa. In generale, è un [[Giudizio (filosofia)|giudizio]] basato su un particolare sistema di [[valore morale|valori]].
== In epistemologia ==
Il termine ''giudizio di valore'' può essere inteso sia in senso positivo, a significare che la valutazione deve essere presa tenendo conto di un sistema di valori – e quindi in modo ponderato rispetto alle proprie convinzioni più profonde –, o in senso dispregiativo, a indicare un giudizio preso sulla base di considerazioni personali, opinabili e parziali, piuttosto che su un [[ragionamento]] [[ragione|razionale]], equilibrato e [[oggettivo]].<ref>Michael Scriven, ''Philosophy of Science Association PSA: Boston studies in the philosophy of science, v. 20'', Dordrecht:Reidel, Boston 1974, p. 219. ISBN 9027704082</ref>
Alcuni affermano però che una reale oggettività è impossibile, e che anche l'analisi razionale più rigorosa è basata su un insieme di valori (magari non esplicitati).<ref>Cfr. la voce [http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/foldop/foldoc.cgi?value «value»] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060714020715/http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/foldop/foldoc.cgi?value |data=14 luglio 2006 }} sul ''Free On-Line Dictionary of Philosophy'' (URL consultata il 08/02/2010).</ref> Dunque, qualsiasi conclusione di un ragionamento è necessariamente un giudizio di valore (e quindi degno di sospetto). Però spesso questa posizione si manifesta come uno strumento [[retorico]] per screditare un'affermazione.
Da un punto di vista più articolato, le "[[verità]]" scientifiche sono considerate oggettive, ma tenute per provvisorie: rimane la consapevolezza che ulteriori dati o nuovi esperimenti potrebbero cambiare la comprensione della materia.
==Teoria dei valori in Max Weber==
{{Vedi anche|Filosofia dei valori}}
Contrapponendosi alle tesi dei neokantiani [[Max Weber]] (1864–1920) rifiutò l'idea che i valori avessero un qualche significato metafisico mentre possedevano una "trascendenza normativa" nel senso che essi costituiscono i punti di riferimento di ogni concreta azione storica. Quando però i valori si concretizzano storicamente nello stesso tempo appaiono i loro conflitti interni per cui non possono essere assunti come sicuramente validi e l'uomo è costretto a una scelta che li riporta alla problematicità e al condizionamento storico.<ref>M.Weber. ''Il senso dell'"avalutabilità" delle scienze sociologiche ed economiche'' (1917)</ref>
La “vera” storia universale, che è per Weber la storia universale della cultura, va "poggiata sui processi di razionalizzazione governati dal rigore del calcolo (avalutatività) che aiuta a vincere il mistero delle forze irrazionali"<ref>Fulvio Tessitore, ''Alcune osservazioni sulla [[secolarizzazione]] in Weber'', Napoli : Liguori, Archivio di storia della cultura : XIX, 2006, p. 90.</ref>.
=== Avalutatività ===
"L’insopprimibile soggettività dei presupposti delle scienze della
cultura (...) non può concettualmente esprimere un “dovere” di
distanza dalla realtà delle idee di valore. Ciò non è possibile, appunto,
per il fatto che tali idee costituiscono il necessario punto di partenza delle
scienze storico-sociali, consentendo in particolare di selezionare gli
elementi di realtà che sono rilevanti in rapporto a determinati punti di
vista (...) una volta individuati il tema e la direzione della
ricerca, questa deve procedere “oggettivamente”, vale a dire senza farsi
condizionare dai valori soggettivi dello studioso". Queste considerazioni di Max Weber lo portano a definire le
"scienze di realtà" come "discipline volte in particolare alla “conoscenza
della realtà culturale”. E allo stesso tempo scienze che si sforzano
di pervenire “nonostante la soggettività dei presupposti, a risultati
oggettivamente validi”. Questo è l’altro motivo della metodologia weberiana (...) La avalutatività è una condizione
più negativa che positiva dell’oggettività delle scienze
dell’uomo. Accanto ad essa Weber ne indica una seconda, che pone la
questione capitale della equiparazione di tali discipline alle scienze della natura"<ref>Marra, Realino, ''Pietro Rossi e l'opera di Weber in Italia'', Milano : Franco Angeli, Sociologia del diritto. Fascicolo 1, 2009, p. 188.</ref>.
Il saggio ''Il senso della «avalutatività» delle scienze sociologiche ed economiche''<ref>M. Weber, 1917, ''Der Sinn der «Wetfreiheit» der soziologischen und ökonomischen Wissenschaften'', in Weber, 1922b; tr. it., ''Il senso della «avalutatività» delle scienze sociologiche ed economiche'', in ''Saggi sul metodo delle scienze storico-sociali'', Comunità, Torino, 2001.</ref>
"vede il problema della oggettività sotto un profilo epistemologico generale
che, pertanto, accomuna scienze sociali a scienze naturali. Non si ricollega direttamente
alla «sociologia comprendente», però è importante perché esplora il
concetto (in modo esteso) di critica tecnica dei valori, ossia cerca di rendere
compatibili la nozione di avalutatività concettuale con quella di utilità valutativa
pratica della sociologia"<ref>Barbara Sonzogno, ''Il luogo tacito della "razionalità oggettiva" in Weber'', Milano: Franco Angeli, Sociologia e ricerca sociale. Fascicolo 80, 2006, p. 37.</ref>
La cosiddetta avalutatività weberiana è anche al centro del suo saggio su ''Il lavoro intellettuale come professione''. "La sua rivendicazione dell’avalutatività
dell’insegnamento universitario, espressa a fronte della politica prussiana
«un professore cattolico in una regione cattolica, un professore protestante in una
Università sita in terra protestante», rappresentava, sostanzialmente, un modo per
richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica proprio sul profilo, intimamente ed
indissolubilmente, valutativo della libertà di giudizio del docente universitario rispetto
alla tendenza dell’ente che mette a disposizione i mezzi finanziari all’istituzione
universitaria. Egli sottolineò, insomma, l’insensatezza di consentire il finanziamento
di cattedre «legate a certe opinioni»"<ref>Luca Nogler, ''Max Weber giurista del lavoro'', Milano : Franco Angeli, Giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali : 133, 1, 2012, p. 12.</ref>.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
* Max Weber, ''L' avalutatività nelle scienze sociologiche ed economiche'', Udine, Mimesis, 2015.
==Voci correlate==
* [[Teoria dei valori]]
* [[Giudizio (filosofia)]]
* [[Valore (scienze sociali)]]
* [[Oggettività]]
* [[Max Weber]]
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Epistemologia]]
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