Silvano Girotto e Nemanja Milošević: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: rimuovo grassetti deprecati (ref)
 
Riga 1:
{{s|cestisti montenegrini}}
{{Sportivo
|Nome = Nemanja Milošević<br />Немања Милошеви
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{MNE}}
|Disciplina = Pallacanestro
|Ruolo = [[Ala grande]]
|Squadra = {{Basket Levski Sofia}}
|TermineCarriera =
|SquadreGiovanili =
{{Carriera sportivo
|2006-2008|{{Basket New Jersey Institute of Technology}}|
|2009-2010|{{Basket Western Kentucky University}}|
}}
|Squadre =
{{Carriera sportivo
|2010-2012|{{Basket Buducnost|G}}|
|2012|{{Basket Mornar|G}}|
|2012-2013|{{Basket Yambol|G}}|
|2013|{{Basket Tizona Burgos|G}}|2
|2014|{{Basket Rovinari|G}}|
|2014-2015|{{Basket Energia|G}}|
|2015-2016|{{Basket Brindisi|G}}|26 (78)
|2016-2017|{{Basket Cmoki Minsk|G}}|
|2017|{{Basket Orleans Loiret|G}}|11 (64)
|2017-2018|{{Basket Oradea|G}}|14 (216)
|2018-|{{Basket Levski Sofia|G}}|
}}
|SquadreNazionali =
{{Carriera sportivo
|2015|{{Naz|PC|MNE}}|
}}
|Allenatore =
|Aggiornato = 5 aprile 2018
}}
{{Bio
|Nome = SilvanoNemanja
|Cognome = GirottoMilošević
|PostCognomeVirgola = più{{serbo|Немања noto con il soprannome di '''Frate Mitra'''Милошевић}}
|ForzaOrdinamento = Milosevic ,Nemanja
|Sesso = M
|LuogoNascita = Caselle TorineseAntivari
|GiornoMeseNascita = 34 aprileluglio
|AnnoNascita = 19391987
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = cestista
|Nazionalità = montenegrino
|Categorie = no
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = guerrigliero ed ex religioso italiano, è un personaggio controverso legato alle vicende delle [[Brigate Rosse]] negli [[anni di piombo]]
}}
 
== Biografia Nazionale==
Con la nazionale montenegrina, ha vinto la medaglia d'oro ai [[Giochi dei Piccoli Stati d'Europa]] a [[XVI Giochi dei piccoli stati d'Europa|Reykjavík 2015]].
===I primi anni: nella Legione Straniera===
Figlio di un maresciallo dei [[Carabinieri]], spinto da curiosità e sete di avventura si recò in [[Francia]] passando clandestinamente il confine. Fermato dai [[gendarmi]] del vicino paese e rischiando l'arresto per [[immigrazione clandestina]] accettò, diciassettenne, di arruolarsi nella [[Legione straniera]], e fu inviato in [[Algeria]] dove l'[[esercito francese]] era impegnato in una guerra sanguinosa contro il [[Front_de_Libération_Nationale|Fronte di Liberazione Nazionale]] ma dopo soli tre mesi Girotto disertò per ripugnanza verso la pratica corrente della [[tortura]] nei confronti dei combattenti algerini catturati.
 
Al rientro in Italia venne coinvolto in un [[furto]] in una tabaccheria con una banda giovanile e, quantunque il suo fosse stato un ruolo marginale, finì con i coetanei (tutti adolescenti) nelle carceri torinesi dove maturò la scelta religiosa e successivamente entrò nell'[[Ordine francescano]], indossando il [[saio]] il [[10 ottobre]] [[1963]] e assumendo il nome di padre Leone (uno dei più fedeli compagni di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]]).
 
L'attività pastorale, svolta tra giovani estremamente politicizzati, e la sua vicinanza agli operai in una zona come quella di [[Omegna]], caratterizzata da una forte presenza del [[Partito Comunista Italiano|Partito Comunista]], gli fecero guadagnare la fama di "prete rosso", a causa della quale gli fu poi tolta l'autorizzazione a predicare dal [[Diocesi di Novara|vescovo di Novara]] Placido Maria Cambiaghi.
 
Nel [[1969]] contribuì a sedare la rivolta nelle [[Carceri Nuove (Torino)|Carceri Nuove]] di [[Torino]] facendo il mediatore, quindi chiese ai suoi superiori di essere inviato come [[missionario]] nel [[Terzo Mondo]].
 
===Sud America===
Missionario in [[Bolivia]], uno dei paesi più poveri dell'[[America latina]], il [[21 agosto]] [[1971]] nella capitale [[La Paz]], durante un sanguinoso [[colpo di stato]] militare contro il regime progressista di [[Juan José Torres]], si schierò con i contadini, operai e studenti che tentavano di reagire. Fu espugnato un deposito militare e con le armi così ottenute le forze popolari ingaggiarono feroci combattimenti, che si conclusero con la vittoria dell'esercito dopo l'intervanto risolutivo del reggimento blindato "Tarapacà", unitosi anch'esso ai golpisti. Ci furono centinaia di morti e numerosi feriti, tra cui lo stesso Girotto, che dovette darsi alla macchia, entrando nelle file dell'opposizione armata al dittatore colonnello [[Hugo Banzer Suarez]].
 
La guerriglia boliviana aveva basi logistiche a [[Santiago]], capitale del [[Cile]], e Girotto, militante con il nome di battaglia di ''David'', si trovava casualmente in quella città quando si produsse il [[Golpe cileno del 1973|golpe di Pinochet]]. Partecipando ai tentativi di resistenza popolare, fu ferito dai militari e dovette rifugiarsi nell'ambasciata italiana, venendo rimpatriato a fine novembre [[1973]] assieme ad un gran numero di profughi politici cileni che avevano cercato rifugio nella sede diplomatica.
 
Durante la sua [[latitanza]] armata in Sudamerica venne espulso dall'Ordine francescano nello stesso anno, tramite un decreto emesso dalla [[curia]] provinciale dell'ordine dei frati minori di Torino, in cui era espressamente citata la sua partecipazione alla lotta armata.
 
Per questo motivo e per la sua militanza nella [[guerriglia]] [[sudamerica]]na all'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]] venne soprannominato nelle cronache giornalistiche di quegli anni ''Frate Mitra''.
 
===Contro le BR===
Nel luglio del [[1974]] Silvano Girotto, rientrato da poco dal Cile, si era presto convinto, grazie alle esperienze maturate fino ad allora, che l'iniziativa messa in atto dalle [[Brigate Rosse]] in un contesto come quello italiano fosse un colossale errore che avrebbe causato lutti inutili e rovinato le vite di molti giovani <ref>Cfr. Silvano Girotto. ''Mi Chiamavano frate mitra''</ref>. Si ripropose dunque, qualora ne avesse avuto l'occasione, di agire contro di loro. L'occasione venne quando un articolo dell'onorevole [[Giorgio Pisanò]] apparve sulla rivista di destra ''[[Candido (rivista)|Candido]]''. In tale articolo, Pisanò indicava Girotto come un estremista comunista a conoscenza dei segreti delle Brigate Rosse, quindi in grado di fornire un contributo per salvare il magistrato [[Mario Sossi]], che era stato rapito dai brigatisti.
 
Incuriositi dalle affermazioni di Pisanò, i [[Carabinieri]] del generale [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]], ritenendo possibile che un personaggio con il suo passato potesse avere a che fare con l'eversione armata, vollero interrogarlo, venendo così a scoprire la totale avversione di Girotto nei confronti dei brigatisti. Chiesero allora la sua collaborazione ed egli decise di servirsi dei Carabinieri per fermare le BR, che avevano in quei giorni compiuto un sanguinoso salto di qualità con un duplice [[omicidio]] a sangue freddo e il rapimento del magistrato Sossi.
 
Il punto di partenza della sua ricerca fu l'intuizione che la sua fama di guerrigliero enfatizzata in modo romanzesco secondo il costume giornalistico dell'epoca potesse essere un'utile esca capace di indurre i brigatisti ad incontrarlo. Si fece vedere in alcuni ambienti dell'[[estrema sinistra]], trovando quasi immediatamente riscontro positivo alle sue intuizioni: le BR volevano un contatto ed egli si dichiarò disponibile. Al primo incontro nella città di [[Pinerolo]] si presentò [[Renato Curcio]], capo e fondatore dell'organizzazione, che sondò le intenzioni di Girotto, giudicandole genuine. Ci fu, qualche settimana dopo, un secondo incontro con la presenza di Mario Moretti; in quell'occasione fu proposto a Girotto l'ingresso nelle file brigatiste con compiti direttivi e lo specifico compito di addestrare i militanti alla [[guerriglia urbana]]. L'arruolamento avrebbe dovuto concretizzarsi nel terzo incontro, fissato per l'8 settembre sempre a Pinerolo, ma in quell'occasione Girotto si presentò assieme ai Carabinieri (che su sua richiesta avevano seguito tutti i movimenti precedenti). Furono così arrestati Renato Curcio e [[Alberto Franceschini]], entrambi capi e fondatori delle BR.
 
Quantunque la sua azione sia stata impropriamente definita "[[infiltrazione]]", Girotto non entrò mai a far parte delle BR ma si limitò a contattarne i capi e a farli arrestare. A chi giudicò in seguito affrettati quegli arresti, il generale Dalla Chiesa precisò che a quel punto c'era il pericolo che a Frate Mitra fosse chiesto di partecipare ad azioni delittuose e che un rifiuto da parte sua avrebbe potuto destare sospetti nei brigatisti, mettendolo così in pericolo. Girotto commentò in seguito quelle affermazioni dichiarando che, seppure i timori del generale fossero fondati, egli avrebbe comunque preferito continuare per rendere possibile una retata più completa e definitiva.
 
In un'intervista del [[1975]] Silvano Girotto, "Frate Mitra", affermò:
{{quote|...non è stato facile per me agire in quel modo. Ho dovuto superare la ripugnanza istintiva ma irrazionale verso comportamenti che a tratti mi apparivano come disonesti ma ho superato le titubanze riflettendo con sensibilità cristiana e sacerdotale che mi fanno vedere con chiarezza assoluta l'iniziativa della lotta armata nel contesto italiano attuale come un'avventura tragica e senza sbocchi. Io non sono concettualmente contrario alla lotta armata (...) ma lo sono quando essa non è necessaria. La mia avversione alla lotta armata è qui, in Italia... non c'è stato alcun cambiamento di linea politica da parte mia, ancora oggi se tornassi in America latina riprenderei il mitra perché so che purtroppo laggiù non esiste alternativa ma è desolante vedere che anche nel mio paese si vuol arrivare a quel tipo di situazione quando invece è ancora evitabile.}}
 
=== Vita normale ===
Dopo l'arresto dei capi brigatisti Girotto si fece assumere come operaio presso l'Amplisilence di [[Robassomero]] alle porte di Torino, dove fu anche eletto [[Sindacato|sindacalista]] e fece parte del consiglio di fabbrica.
 
Nel [[1978]] si presentò spontaneamente a testimoniare contro le Brigate Rosse nel processo in corso a Torino.
Dopo il processo alle Brigate Rosse, andò a lavorare per qualche anno come capo tecnico impiantista negli [[Emirati Arabi]] e poi nello [[Yemen]], per ritornare in Italia nel [[1981]] e stabilirsi a vivere e lavorare in una grande azienda alberghiera nel [[Piemonte]].
 
Il [[10 febbraio]] [[2000]] venne ascoltato nella 62a seduta della ''[[Commissione Stragi|Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi]]'',<ref> [http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno62.htm Resoconto stenografico 62a seduta Comm. Stragi]</ref> a cui aveva fornito una bozza del libro autobiografico che pubblicò due anni dopo.
 
Nel [[2002]], in procinto di partire come volontario in una missione cattolica al servizio dei poveri in [[Etiopia]], volle riprendere contatto con coloro che aveva fatto arrestare e che erano ormai liberi dopo aver scontato pesanti condanne. L'incontro fu reso possibile da [[Suor Teresilla Barillà]].<ref>{{cita web|url=http://www.famigliacristiana.it/fc06/0644fc/0644fc70.htm|titolo=articolo su ''Famiglia Cristiana'' n. 44|data=29-10-2006|accesso=7 maggio 2008}}</ref>
Renato Curcio, pur non manifestando rancore, mantenne un atteggiamento riluttante, mentre Alberto Franceschini accettò l'incontro, stabilendo con lui un rapporto amichevole.
 
==Note==
<references />
 
==Bibiliografia==
* Silvano Girotto. ''Mi Chiamavano frate mitra'', Ed. Paoline 2002, ISBN 8831523139
 
==Voci correlatePalmarès ==
* {{Basketpalm|Campionato montenegrino maschile|2}}
*[[Brigate Rosse]]
:Buducnost: [[Prva A Liga 2010-2011|2010-11]], [[Prva A Liga 2011-2012|2011-12]]
* {{Basketpalm|Coppa del Montenegro maschile|2}}
:Buducnost: 2011, 2012
*[[Coppa di Romania di pallacanestro maschile|Coppa di Romania]]: 1
:Energia CS Rovinari: 2014
*{{Basketpalm|Lega balcanica|1}}
:Levski Sofia: [[Balkan International Basketball League 2017-2018|2017-18]]
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* [http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno62.htm Resoconto stenografico 62a seduta Commissione parlamentare Stragi], 10 febbraio 2000
* [http://silvanogirotto.blogspot.com Pasta,Fagioli E Menzogne All'ambasciata lettera aperta di Silvano Girotto ad Antonella Dolci]
* [http://www.emigrazione-notizie.org/public/upload/downloads/Pasta%20e%20fagioli%20allambasciata%20di%20Santiago%20del%20cile.pdf ''Pasta e fagioli all'ambasciata''] una testimonianza di Antonella Dolci del Golpe in Cile e dei due mesi passati dagli esuli nell'Ambasciata Italiana di Santiago del Cile, con una ricostruzione dei fatti in parte diversa da quella di Girotto
{{Francescanesimo}}
{{portale|biografie|Cattolicesimo|Legione straniera francese|storia}}
 
{{Portale|biografie|pallacanestro}}
[[Categoria:Anni di piombo|Girotto, Silvano]]
[[Categoria:Francescani italiani|Girotto, Silvano]]
[[Categoria:Guerriglieri italiani]]
[[Categoria:Personalità legate alla Legione straniera francese]]