Officina ceroplastica fiorentina e Cratere Lacchini: differenze tra le pagine

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{{Esogeologia
{{Azienda
|categoria = crater
|nome = Officina ceroplastica fiorentina
|logonome_corpo = Luna
|immagine = Lacchini crater 5015 h3.jpg
|logo dimensione =
|didascalia = Cratere Lacchini
|immagine =
|didascalialat_dec = 41.7
|long_dec = -107.5
|forma societaria =
|borsediametro = 58 km
|profondità = sconosciuta
|data fondazione = 1771
|forza cat anno =
|luogo fondazione = [[Firenze]]
|fondatori = [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]]
|data chiusura = Seconda metà del 1800
|causa chiusura = a causa della diffusione di nuove modalità didattiche
|nazione = ITA
|nazioni =
|sede = [[via Romana]] 17, [[Firenze]]
|gruppo =
|filiali =
|persone chiave = [[Felice Fontana]], [[Clemente Susini]], [[Giovan Battista Amici]], [[Luigi Calamai]], [[Egisto Tortori]], [[Pietro Marchi]]
|settore =
|prodotti = Manufatti in [[ceroplastica]]
|fatturato =
|anno fatturato =
|utile netto =
|anno utile netto =
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|anno dipendenti =
|slogan =
|note =
|sito =
}}
 
'''Lacchini''' è un [[Cratere meteoritico|cratere]] della [[faccia nascosta della Luna]] intitolato all'astronomo italiano [[Giovanni Battista Lacchini]]. È situato nell'emisfero settentrionale appena al di là del limite settentrionale della parte visibile della Luna. Tale parte della superficie lunare può in alcuni casi essere visibile in situazioni favorevoli di [[librazione]] e illuminazione anche se in questi casi il cratere Lacchini può essere osservato solo dal bordo. Ad est, ad una distanza inferiore ad un diametro, vi è il [[cratere Bragg]], a nord il [[cratere Stefan]] e, più lontano, vi sono a sudest il [[cratere Lorentz]] ad ovest il [[cratere Landau]]. Il bordo esterno di Lacchini è grosso modo circolare con rigonfiamenti verso l'esterno a sud e ad est. Il bordo è spigoloso e non significativamente eroso. Le pareti interne sono crollate intorno a gran parte del perimetro formando un anello irregolare di frammenti di rocce. Ci sono alcune creste basse vicino al centro e nella parte orientale del fondo.
[[File:Zoologia La Specola - wax anatomical models.JPG|miniatura|Museo La Specola. Sala dei modelli anatomici di cera ]]
L''''Officina ceroplastica fiorentina''' è stato un laboratorio dedicato alla riproduzione in [[cera]] di modelli anatomici umani, animali e botanici. Venne allestita a [[Firenze]] nel 1771 nei locali a pianterreno del [[Palazzo Torrigiani in via Romana|Palazzo Torrigiani]] in [[via Romana]]. Rimase attiva fino alla seconda metà del 1800.
[[File:Specola 4.jpg|miniatura|Museo La Specola. Modello anatomico in cera di mani e avambraccio]]
==Storia==
Sull'esempio di una scuola anatomica bolognese, che fin dal XVII secolo realizzava riproduzioni in cera a scopo scientifico<ref>{{cita web|url=http://www.sma.unibo.it/it/visita/percorsi-sma-per-tutti/medicina-e-anatomia-a-bologna-tra-xviii-e-xix-secolo|titolo=Medicina e Anatomia a Bologna tra XVIII e XIX secolo|accesso=19 gennaio 2018}}</ref>, anche a Firenze, per volere del [[Granduca]] [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]] e sotto la direzione di [[Felice Fontana]], venne avviata un'officina per la realizzazione di fedeli copie di [[anatomia umana]], per fini didattici e divulgativi. I modelli a cui rifarsi venivano ottenuti dalla [[Dissezione (anatomia)|dissezione]] di cadaveri prelevati dall'[[Ospedale di Santa Maria Nuova]]. L'arte [[ceroplastica]], cioè l'arte della scultura in cera, a Firenze vantava una lunga tradizione risalente al [[XIV secolo]], ma fino al 1770 la sua applicazione si era limitata all'ambito devozionale<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|pp. 215-216}}</ref>.
 
== Altri progetti ==
Nel febbraio 1775, al momento dell'inaugurazione del ''[[Reale Museo di fisica e storia naturale di Firenze|Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale]]'', anch'esso fortemente voluto dal Granduca, l'officina aveva già prodotto una gran quantità di esemplari, compresi modelli di [[anatomia patologica]] e di [[anatomia comparata]], realizzati sotto la guida del modellatore [[Giuseppe Ferrini]] e di valenti anatomici come [[Paolo Mascagni]] e lo stesso Fontana.
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
Molti esemplari furono commissionati da varie istituzioni italiane: a [[Bologna]], [[Cagliari]], [[Modena]], [[Pavia]], [[Pisa]]; e da istituzioni estere: [[Budapest]], [[Leida]], [[Montpellier]]. Un'altra cospicua collezione di 1192 pezzi venne inviata al fratello di Leopoldo II, l'[[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Imperatore d'Austria Giuseppe II]], per la nascente ''Accademia di Medicina e Chirurgia'' di [[Vienna]] fondata nel 1785, finalizzata alla formazione di [[ostetriche]] e medici in ambito civile e militare. Venne poi raccolta al [[Museo Josephinum]], noto anche come ''Museo di Storia Medica'', dove ancora oggi occupa sei sale espositive<ref>{{cita web|url=https://www.wien.info/it/sightseeing/sights/from-g-to-k/museum-medical-university|titolo=Josephinum|accesso=06/12/2017}}</ref>.
* {{Collegamenti esterni}}
* {{CratereLunare|Lacchini}}.
 
{{GeologiaLuna}}
Tra il '700 e l'800 la collezione fiorentina raggiunse il numero di circa 1400 pezzi. La qualità dei manufatti e la loro copiosa produzione, furono garantite da ceroplasti, un po' artigiani, un po' artisti, che lavoravano in stretta collaborazione con esperti anatomisti, fisiologi e microscopisti, questi ultimi fondamentali per la realizzazione di modelli invisibili a occhio nudo<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|p. 218}}</ref>.
{{Portale|sistema solare}}
 
[[Categoria:Crateri lunari|Lacchini]]
===Direttori===
*[[Felice Fontana]] (1703-1805), [[abate]] trentino, studioso di [[anatomia]] e dissettore, docente di [[fisica]] all'[[Università di Pisa]], fu invitato a Firenze nel 1766 da Leopoldo II in qualità di fisico nel ''Gabinetto scientifico di [[Palazzo Pitti]]''<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|p. 216}}</ref>. Dopo aver creato l'Officina, contribuì in modo determinante alla nascita del ''[[Reale Museo di fisica e storia naturale di Firenze|Reale Museo di fisica e storia naturale]]'', che diresse fino al 1805.
*[[Clemente Susini]] (1754-1814), già assunto giovanissimo come modellatore e diventato in pochi anni uno dei maggiori e famosi ceroplasti fiorentini, subentrò alla direzione dopo la morte del Fontana. Con lui l'attività dell'officina conobbe una rapida affermazione anche grazie all'incremento della produzione di cere botaniche, modelli di piante e fiori a grandezza naturale, tanto apprezzati dal Granduca<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|p. 16}}</ref>, realizzati con l'aiuto del vice direttore suo allievo, Francesco Calenzuoli.
*[[Francesco Calenzuoli]] (1796-1829), fu eletto direttore nel 1819, qualche anno dopo la morte del maestro Susini; continuò a produrre cere di interesse botanico.
*[[Luigi Calamai]] (1800-1851), come i suoi predecessori, continuò ad incrementare la creazione di modelli botanici realizzando numerose ''piante fiorite in vaso'', e modelli di frutti, [[muschi]] e [[funghi]], organismi generalmente difficili da conservare e dunque osservabili solo dal vivo. I funghi in cera prodotti tra il 1830 e il 1840, in tutto circa 250, furono presentati all'[[Accademia dei Georgofili]] nel 1835 e al ''1° Congresso degli Scienziati Italiani'' a Pisa nel 1839<ref>{{cita libro|url=https://archive.org/stream/bub_gb_SY8Xgj7H32MC#page/n9/mode/2up/search/funghi|titolo=Elogio del cav. professore Luigi Calamai letto nell'adunanza ordinaria dell' I. e R. Accademia d'arti e manifatture il dì 11 luglio 1852 da Filippo Mariotti|editore=Tipografia Mariano Cecchi|anno=1852}}</ref>. L'intera collezione fu un ottimo strumento a disposizione dei cittadini per il riconoscimento delle varie specie di funghi, per distinguere i commestibili dai tossici<ref>{{cita web|url=http://www.fstfirenze.it/gabinetto-di-storia-naturale/funghi-in-cera/|titolo=Funghi in Cera di Luigi Calamai|accesso=06/12/2017}}</ref>. Anche il Calamai divenne uno stimato ceroplasta, famoso in campo scientifico anche per la realizzazione di modelli di [[anatomia topografica]] e di anatomia vegetale, messi a punto sotto la guida del [[naturalista]], [[astronomo]] e microscopista [[Giovanni Battista Amici]], anche lui chiamato a Firenze dal Granduca come direttore dell'[[Osservatorio astronomico|Osservatorio]] del ''Museo di Fisica e Storia naturale'' e come docente all'Università di Pisa<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|p. 24}}</ref>.
*[[Egisto Tortori]] (1829-1893), valente modellista, divenne responsabile dell'Officina alla morte del Calamai e continuò a collaborare con l'Amici per la creazione di nuovi modelli, fra questi l'[[embrione]] dell'[[orchidea]] e l'anatomia di alcune [[piante acquatiche]]. <br>
La produzione ceroplastica dell'Officina si concluse sotto la direzione del Tortori, considerato l'ultimo ''ceraiolo''. Le antiche modalità didattiche vennero abbandonate a favore delle nuove opportunità offerte da sistemi illustrativi più moderni, come la fotografia. L'interesse per le collezioni botaniche diminuì notevolmente, rimasero a lungo inutilizzate e trascurate.
*[[Pietro Marchi]] (1833-...), fu l'ultimo direttore dell' ''Officina Ceroplastica Fiorentina'' e responsabile delle collezioni naturalistiche. Grazie a lui la collezione in ceroplastica si arricchì di preziosi esemplari di [[invertebrati]] in vetro, realizzati da [[Leopold e Rudolf Blaschka]]. Nel 1877 sia i pezzi in vetro, sia i modelli fungini del Calamai, furono trasferiti dal ''Museo di Fisica e Storia Naturale'' presso l'[[Istituto Tecnico Fiorentino]], dove il Marchi era impiegato in qualità di professore e [[preside]]. Oggi sono esposti presso il [[Museo della Fondazione scienza e tecnica]]<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|p. 250}}</ref>.
 
Lo sviluppo della botanica fiorentina, dopo il 1842, oltre alla ceroplastica si avvalse anche di un altra valida modalità didattica suggerita da un importante botanico siciliano [[Filippo Parlatore]] che propose al Granduca la realizzazione di una collezione di [[exsiccata]]<ref>{{treccani|exsiccata|Exiccata|accesso=19 gennaio 2018}}</ref>. In breve tempo Parlatore pose le basi per la fondazione a Firenze del più importante [[erbario]] d'Italia, l' ''Erbario Centrale Italiano''<ref>{{Cita|Mauro Raffaelli|pp. 25, 218}}</ref>.
 
==Tecnica==
Di ogni elemento che si intendeva riprodurre, veniva fatto un calco in [[Gesso (materiale)|gesso]], talvolta preceduto da un altro calco in [[argilla]] in cui veniva colata [[cera d'api]] mescolata ad altre sostanze, [[olio vegetale|oli vegetali]], [[trementina]], [[resina vegetale|resine]] e [[colorante|coloranti]]. Successivamente il calco era rifinito da esperti scultori/modellatori come Susini, Calenzuoli, Calamai, Tortori. Ogni artista operava sempre sotto la supervisione di un esperto di anatomia (oltre al Fontana e al Mascagni si ricordano anche Filippo Uccelli e Tommaso Bonicoli)<ref>{{cita web|url=https://www.msn.unifi.it/cmpro-v-p-167.html|titolo=La collezione delle Cere Anatomiche|accesso=06/12/2017}}</ref>. L'attrezzatura comprendeva recipienti in [[rame]], lastre di [[marmo]], attrezzi per modellare, bilance, fornelli, [[Crogiolo|crogioli]], treppiedi, ecc., e soprattutto grandi ceste per il trasporto dei cadaveri.
 
==La Specola==
{{vedi anche|Museo di storia naturale sezione di zoologia La Specola}}
Ancora oggi gli elementi anatomici in ceroplastica rappresentano un vero e proprio trattato anatomico tridimensionale "consultabile" all'interno del Museo La Specola. Suddivisi in ''Collezione zoologica'' e ''Collezione di cere anatomiche'', circa 1400 elementi si possono osservare distribuiti in 10 sale<ref>{{cita web|url=http://www.aou-careggi.toscana.it/internet/index.php?option=com_content&view=article&id=3555&catid=118&lang=en|titolo=Nasce a Careggi il primo laboratorio in Italia di autopsia virtuale|accesso=22/11/2017}}</ref>. Questa collezione ogni anno attrae migliaia di visitatori provenienti da ogni angolo della terra; la sua importanza fa sì che spesso siano richieste in tutto il mondo conferenze e relazioni sul suo valore scientifico e didattico per eventi [[Congresso|congressuali]], in ambito medico ed artistico.
 
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=Talete De Carpi|titolo=Di Clemente Susini e de'suoi lavori in ceroplastica: note e rilievi, a proposito del Gesù morto venerato in Vicchio del Mugello|editore=Tip. A. Mazzocchi|anno=1910}}
*{{cita libro|autore=Laura Musajo Somma|titolo=La tradizione ceroplastica italiana tra Bologna e Firenze nel 18. secolo|editore=Tesi di dottorato|anno=2006}}
*{{cita libro|curatore=Farida Simonetti|titolo=Sortilegi di cera: la ceroplastica tra arte e scienza|editore=Sagep|città=Genova|anno=2012|ISBN=978-88-6373-169-9}}
*{{cita libro|curatore=Paolo Giansiracusa|titolo=Vanitas vanitatum: studi sulla ceroplastica di Gaetano Giulio Zumbo|editore=A. Lombardi|anno=1991}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=https://www.msn.unifi.it/cmpro-v-p-167.html|titolo=La collezione delle Cere Anatomiche|accesso=06/12/2017}}
 
{{portale|arte|botanica|Firenze|medicina}}
[[Categoria:Aziende fondate nel XVIII secolo]]