Cultura dello stupro e Zorile Dorsa: differenze tra le pagine

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{{s|esogeologia}}
'''Cultura dello stupro''' è il termine usato a partire dagli [[studi di genere]]<ref>Kathy Davis, Mary Evans, Judith Lorber, "Handbook of gender and women's studies", SAGE Publications Ltd, ISBN 9780761943907</ref><ref>J. Holland, C. Ramazanoglu, S. Sharpe and R. Thompson, [http://www.nuigalway.ie/education/staff/kevin_davison/downloads/maleintheheadreviews.pdf "The Male in the Head: Young People, Heterosexuality and Power"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090419055209/http://www.nuigalway.ie/education/staff/kevin_davison/downloads/maleintheheadreviews.pdf |data=19 aprile 2009 }}, London 1998</ref><ref>A.Ayres Boswell, Joan Z.Spade, [http://www.umt.edu/sociology/faculty_staff/ellestad/documents/318_BoswellandSpade1996_s10.pdf "Fraternities and collegiate rape culture"], Lehigt University 1996</ref> e dalla letteratura [[femminismo|femminista]]<ref> come ad esempio in alcuni testi pubblicati in [http://fcx.sagepub.com/cgi/content/abstract/2/2/117 "Feminist Criminology"]</ref>, per analizzare e descrivere una [[cultura]] nella quale lo [[stupro]] e altre forme di violenza sessuale sono comuni, e in cui gli [[atteggiamento|atteggiamenti]] prevalenti, le [[norma (scienze sociali)|norme]], le pratiche e atteggiamenti dei media, normalizzano, giustificano, o incoraggiano lo stupro e altre violenze sulle donne.
{{Esogeologia
|categoria = Dorsum
|nome_corpo = Venere
|lat_dec = 39.9
|long_dec = 338.4
}}
 
Gli '''Zorile Dorsa''' sono una struttura geologica della [[superficie di Venere]].
La prima definizione del concetto viene attribuita<ref>Joyce Williams, [http://www.blackwellreference.com/public/tocnode?id=g9781405124331_chunk_g978140512433124_ss1-19 "Rape Culture"], Blackwell Encyclopedia of Sociology <small>URL visitato il 27 aprile 2010</small></ref> al documentario dal titolo ''Rape culture''<ref>[http://www.cambridgedocumentaryfilms.org/rapeculture.html "Rape Culture"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120118082224/http://www.cambridgedocumentaryfilms.org/rapeculture.html |data=18 gennaio 2012 }} Cambridge Documentary Films</ref> del [[1975]] in cui la regista [[Margaret Lazarus]] descrive come lo stupro sia rappresentato nel cinema, nella musica ed in altre forme di "intrattenimento". Patricia Donat e John D'Emilio, in uno scritto del 1992 apparso sul ''Journal of Social Issues''<ref>Patricia Donat and John D'Emilio, "Una ridefinizione femminista di stupro e assalto sessuale: fondamenta storiche e cambiamento"; titolo originale: "A Feminist Redefinition of Rape and Sexual Assault: Historical Foundations and Change", ''Journal of Social Issues'', vol 48, numero 1, 1992 consultabile in Di Karen J. Maschke, "The legal response to violence against women", Routledge 1997, ISBN 978-0-8153-2519-2.</ref>, suggeriscono invece che il termine ha origine nel libro del 1975 ''Against Our Will: Men, Women, and Rape'' di [[Susan Brownmiller]]<ref name="Brownmiller">Brownmiller S., (1975) ''Contro la nostra volontà: uomini, donne e stupro'' titolo originale: ''Against Our Will: Men, Women, and Rape''. Fawcett Books, NY. ISBN 978-0449908204</ref> come "cultura solidale con lo stupro". Le autrici di "Transforming a Rape Culture", testo pubblicato nel [[1993]], definiscono la cultura dello stupro come<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.acha.org/sexualviolence/docs/ACHA_PSV_toolkit.pdf "Shifting the paradigm: primary prevention of sexual violence"] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, a cura dell'American College Healt Association (ACHA)</ref>:
 
== Collegamenti esterni ==
{{Citazione|(...) un complesso di credenze che incoraggiano l'aggressività sessuale maschile e supportano la violenza contro le donne. Questo accade in una società dove la violenza è vista come sexy e la sessualità come violenta. In una cultura dello stupro, le donne percepiscono un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti sessuali alle molestie fisiche fino allo stupro stesso. Una cultura dello stupro condona come "normale" il terrorismo fisico ed emotivo contro donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne assumono che la violenza sessuale sia "un fatto della vita", inevitabile come la morte o le tasse.|Emilie Buchwald, Pamela Fletcher, Martha Roth; ''Transforming a Rape Culture'', Minneapolis (1993), MN: Milkweed Editions.|It is a complex of beliefs that encourages male sexual aggression and supports violence against women. It occurs in a society where violence is seen as sexy and sexuality as violent. In a rape culture, women perceive a continuum of threatened violence that ranges from sexual remarks to sexual touching to rape itself. A rape culture condones physical and emotional terrorism against women as the norm. In a rape culture, both men and women assume that sexual violence is a fact of life, inevitable as death or taxes.|lingua=en}}
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{GeologiaVenere}}
==Cultura dello stupro nella letteratura==
Si è parlato di "cultura dello stupro" nella mentalità occidentale perché si possono trovare diversi pensatori che hanno in qualche misura legittimato l'uso della forza nel corteggiamento. In queste testimonianze, si presume che la donna rifiuti qualunque approccio sessuale, anche se gradito, per difendere il proprio "[[onore]]".
 
{{portale|Sistema solare}}
Fra i Greci, [[Erodoto]] sostiene che il [[matrimonio forzato]] per rapimento è desiderato dalle donne e quindi è saggio non preoccuparsi del loro destino<ref>[http://www.academia.edu/4455159/Roberto_Calasso_Le_nozze_di_Cadmo_e_Armonia Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia, Adelphi, 1991, pagina 20]</ref>:
{{Citazione|“Ora, il rapire donne è considerato azione da malfattori, ma il preoccuparsi di donne rapite è azione da dissennati, mentre da saggi è il non darsi delle rapite alcun pensiero, perché è chiaro che se non avessero voluto non sarebbero state rapite”}}
 
[[Categoria:Dorsa di Venere]]
Fra i Latini [[Ovidio]], nel suo trattato ''Ars amatoria'', che ebbe enorme successo anche nei secoli successivi, afferma che la donna ama subire violenza: la frase "Grata est vis ista puellis"<ref>"Vim licet appelles: grata est vis ista puellis: quod iuvat, invitae saepe dedisse volunt", [[Ovidio]], [[Ars amatoria]], ''Liber I'', l. 673-674</ref> è all'origine dell'espressione latina [[Vis grata puellae]], utilizzata ancora recentemente nella giurisprudenza sulla violenza sessuale<ref>Carbone, Vincenzo, "Alla ricerca dell'arte del giudicare: perché i giudici credono ancora alla 'vis grata puellae'?", Corriere giuridico, 16(3), 1999, 371-374</ref>.
 
Nel [[Medioevo]], il genere letterario della "[[Pastorella_(componimento)|pastorella]]", diffuso nella [[Letteratura_occitanica|letteratura provenzale]] e in quella italiana del "[[dolce stil novo]]", ritrae una pastora avvicinata da un cavaliere che la corteggia. Nel componimento, la pastora può accettare o rifiutare le offerte amorose del cavaliere; quest'ultimo può aver ragione dell'ingenuità della ragazza con l'inganno, come una falsa proposta di matrimonio, o con l'aggressione sessuale<ref>[http://gallica2.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k16057k.zoom.r=romania.f210.langFR Edmond Faral, ''La pastourelle'', in ''Romania'', 49, 1923, p. 211]</ref>.
 
Anche in [[India]], Mallanaga Vatsyayana scrivendo il [[Kama Sutra]] contempla fra le modalità di conquista di una donna (seppure fra le peggiori e relegate in fondo alla lista) quella di drogarla o rapirla e quindi violentarla<ref>Mallanaga Vatsyayana, ''Kamasutra'', trad. dall'inglese di [[Francesco Saba Sardi]], Oscar Mondadori, 1977, ISBN 88-04-47500-5 Parte terza, cap. V</ref> Tuttavia, Vatsyayana mette in guardia sul fatto che:<ref>Mallanaga Vatsyayana, ''Kamasutra'', trad. dall'inglese di Francesco Saba Sardi, Oscar Mondadori, 1977, ISBN 88-04-47500-5 Parte terza, cap. II</ref>.
 
{{Citazione|[...] una fanciulla goduta a forza da uno che non conosce il cuore delle giovani, diviene nervosa, irrequieta, malinconica, e d'un subito prende a odiare l'uomo che ha abusato di lei: e allora, visto che il suo amore non è compreso né ricambiato, eccola sprofondare nella mestizia o divenire misantropa, o poiché detesta il proprio uomo, cercarne altri.}}
 
In altre culture, come in [[Kirghizistan]], la donna non può esprimere il proprio assenso nemmeno ad una proposta di matrimonio, che infatti nella sua forma tradizionale avviene per rapimento. [[Ernest Abdyjaparov]], regista kirghiso autore del film "Boz Salkyn" (2007), spiega:<ref>[http://www.vice.com/it/vice-news/bride-kidnapping-in-kyrgyzstan-part-3 Vice News, "Bride kidnapping in Kyrgyzstan - Fuitine in Kirghizistan - Part 3"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120122122617/http://www.vice.com/it/vice-news/bride-kidnapping-in-kyrgyzstan-part-3 |data=22 gennaio 2012 }}</ref>
 
{{Citazione|"Oggigiorno, quando un ragazzo fa una proposta di matrimonio, la maggior parte delle volte la risposta della ragazza è no. Anche se vogliono dire sì. È la nostra mentalità. La risposta "no" significa che sei innocente, che sei pura. Con un "sì" tutti penseranno che sei alla disperata ricerca di un matrimonio"}}
 
==Lo stupro come atto di potere==
Nel 1975 fu l'attivista Susan Brownmiller a far emergere il paradigma della cultura dello stupro, rendendo popolare la risposta a questo problema presa in prestito da vari teorici precedenti. Nel suo libro polemico ''Against Our Will: Men, Women and Rape'' – successivamente inserito nei ''Books of the Century'' della New York Library – Brownmiller ripercorre le idee di [[Karl Marx]], [[Sigmund Freud]] e [[Ayn Rand]] e fornisce la linea immortale del paradigma, secondo cui lo stupro è «un processo cosciente di intimidazione con cui tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di paura».<ref name="Brownmiller" /> Secondo Brownmiller e secondo l'attuale paradigma, il fenomeno dello stupro non ha nulla a che fare con uomini immorali che cercano la gratificazione sessuale; piuttosto, lo stupro è un'invenzione dell'uomo per mantenere un sistema di dominio psicologico sulle donne. Agli uomini viene insegnato, dal prevalente ethos sessista nella società occidentale, di usare lo stupro come strumento per sviluppare paura nelle donne, e le donne imparano dallo stesso sistema a temere gli uomini:
 
{{citazione|L'ingresso forzato di lui nel corpo di lei, nonostante le proteste e le lotte fisiche di lei, divenne il veicolo della conquista vittoriosa sulla vita di lei, la prova ultima della forza superiore di lui, il trionfo della sua virilità. La scoperta da parte dell'uomo che i suoi genitali possono servire come arma per generare paura deve essere considerata una delle scoperte più importanti nell'epoca preistorica, insieme all'uso del fuoco e alla prima ascia di pietra grezza.|Susan Brownmiller, ''Against Our Will: Men, Women and Rape'' (1975).<ref name="Brownmiller" />|His forcible entry into her body, despite her physical protestations and struggle, became the vehicle of his victorious conquest over her being, the ultimate test of his superior strength, the triumph of his manhood. Man’s discovery that his genitalia could serve as a weapon to generate fear must rank as one of the most important discoveries in prehistoric times, along with the use of fire and the first crude stone axe.|en}}
 
Questo paradigma si è esteso nelle [[sociologia|scienze sociali]] e negli [[gender studies|studi di genere]], dove, seguendo lo schema tradizionale di Brownmiller, si teorizza che lo stupro non riguarda l'orientamento sessuale o il [[desiderio sessuale]]: è al contrario un atto di potere e di controllo in cui la vittima viene brutalizzata e umiliata.<ref>Alcock, John (2001). ''The Triumph of Sociobiology''. Oxford University Press.</ref> Inoltre l'atto dello stupro è in realtà normalizzato nella [[Patriarcato (antropologia)|società patriarcale occidentale]] e gli uomini stuprano perché hanno imparato che lo stupro è accettabile ed è un comportamento normale.<ref>White & Post in Travis, Cheryl (2003). ''Evolution, Gender, Rape''. MIT Press.</ref> Il nucleo della cultura dello stupro, è spesso espresso con lo slogan "''Rape is about power, not sex''" (ovvero, "lo stupro ha che fare con il potere, non con il sesso") o con espressioni simili.<ref>Jill Filipovic, [https://www.theguardian.com/commentisfree/2013/aug/29/rape-about-power-not-sex Rape is about power, not sex]; [[The Guardian]].</ref><ref>Rakesh Mehar,
[https://www.thenewsminute.com/article/rape-about-power-and-control-not-uncontrollable-lust-and-narrative-needs-change-61713 Rape is about power and control, not ‘uncontrollable lust’, and the narrative needs to change]</ref><ref>Sezin Koehler, [https://www.huffingtonpost.com/sezin-koehler/rape-is-not-about-sex-a-n_b_8155724.html Rape is Not About Sex: A Notice to Damon Wayans and Everyone Who Still Doesn’t Get It], [[The Huffington Post]]</ref><ref>Daniel Goleman, [https://www.nytimes.com/1991/10/22/science/sexual-harassment-it-s-about-power-not-lust.html Sexual Harassment: It's About Power, Not Lust]; [[The New York Times]]</ref><ref> Zeba Blay, [https://www.huffingtonpost.com/entry/sexual-harassment-isnt-about-sex-its-about-power_us_58d13b9fe4b00705db52c340 Sexual Harassment Isn’t About Sex, It’s About Power]; [[The Huffington Post]]</ref><ref>Claire Potter, [https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/feb/10/sexual-harassment-power-bullying-metoo Sexual harassment is about power. Why not fight it as we do bullying?]; [[The Guardian]]</ref><ref>Vera Baird, [https://www.theguardian.com/commentisfree/2014/apr/29/sexual-abuse-power-max-clifford-sexual-assault-anonymity Sexual abuse is about power – and the powerful shouldn't be protected]; [[The Guardian]]</ref> In un memorandum online sui fraintendimenti nei confronti dello stupro e della [[violenza sessuale]], il SAPAC (''Sexual Assault and Prevention Awareness Center'') dell'[[Università del Michigan]] afferma che «la violenza sessuale ha a che fare con il potere e il controllo» e che è un'idea fortemente sbagliata pensare che essa avvenga «perché le persone hanno bisogno di sesso» o perché «le persone si lasciano trasportare dai loro desideri e/o ormoni sessuali».<ref>[https://sapac.umich.edu/article/52 "Sexual Assault Misconceptions" by SAPAC, University of Michigan]</ref>
 
La giornalista Joan Beck del [[Chicago Tribune]] scrisse che: «se c'è ancora qualche malinteso persistente sul fatto che lo stupro sia un crimine di passione sessuale, è importante colpire al cuore questa idea il più rapidamente possibile».<ref>Palmer, C & Thornhill, (2000) R. ''A Natural History of Rape''. MIT Press.</ref> Un altro scrittore definisce il vecchio modello dello stupro (che lo intendeva come espressione di [[libido]] e del desiderio sessuale), come «fantasie ideologiche di coloro che giustificano la coercizione sessuale» e afferma che ammettere che lo stupro è radicato nei desideri umani «in realtà equivale a un incitamento allo stupro».<ref>White & Post in Travis, Cheryl (2003). Evolution, Gender, Rape. MIT Press.</ref>
 
==Espressioni della cultura dello stupro==
All'interno di questo [[paradigma]], gli atti di "blando" [[sessismo]] vengono comunemente usati per validare e razionalizzare pratiche normative [[misoginia|misogine]]; ad esempio, si può dire che le barzellette sessiste promuovano la mancanza di rispetto per le donne e una contestuale mancanza di rispetto per il loro benessere, che in ultima analisi fanno sembrare accettabile il loro stupro e abuso.
Esempi di comportamenti che tipizzano la cultura dello stupro comprendono la [[colpevolizzazione della vittima]], la banalizzazione dello [[stupro carcerario]], lo [[slut-shaming]] e l'[[Posizioni_femministe_nei_riguardi_della_sessualità#Femminismo_e_oggettivazione_sessuale|oggettivazione sessuale]].
 
La cultura dello stupro è stata descritta come dannosa per gli uomini oltre che per le donne. Alcuni scrittori come [[Jackson Katz]] e [[Don McPherson]], hanno detto che è intrinsecamente collegata al [[Ruolo dei generi|ruolo di genere]] che limita l'auto-espressione degli uomini e causa loro danni psicologici<ref>Jackson Katz, "Tough Guise (Unabridged)-Violence, Media & the Crisis in Masculinity", videorecording, Media Education Foundation, 2002, ISBN 1-893521-66-4</ref>. È stata collegata anche all'[[omofobia]]<ref>{{en}} Michael A. Messner, "Friendship, intimacy, and sexuality", in Stephen M. Whitehead, Frank J. Barrett''"The masculinities reader"'', Polity press 2001, ISBN 978-0-7456-2689-5, ISBN 0745626882.</ref>. Ad esempio, [[Andrea Dworkin]], nel 1983 scrisse: «Se volete fare qualcosa contro l'omofobia, dovete fare qualcosa contro il fatto che gli uomini stuprano e che il sesso forzato non è incidentale alla sessualità maschile, ma è in pratica paradigmatico»<ref> Andrea Dworkin, [http://www.nostatusquo.com/ACLU/dworkin/WarZoneChaptIIIE.html "I Want a Twenty-Four Hour-Truce During Which There Is No Rape"], in "Letters from a war zone. Writings 1976-1989"; pubblicato originariamente con il titolo "Talking to Men About Rape," in "Out!", Vol. 2, No. 6, Aprile 1984; e con il titolo attuale in "M.", No. 13, Primavera 1984.<small>URL consultato il 23 agosto 2012</small></ref>.
 
I [[Centri antiviolenza]], i Telefoni donna, le Case delle donne, oltre ad aiutare e assistere le donne che hanno subito violenza, hanno organizzato sia in Italia che in tutto il mondo, molte manifestazioni e iniziative a partire dagli anni '70 per porre fine alla cultura dello stupro basato sul potere dell'uomo sulla donna<ref>[http://roma.repubblica.it/dettaglio/Violenza-sessuale-sit-in-delle-femministe-al-Campidoglio/1583143 Violenza sessuale, sit-in delle femministe al Campidoglio], dal sito Repubblica.it <small>URL consultato il 26 aprile 2010</small></ref>.
 
==Critiche del paradigma==
La concettualizzazione della cultura dello stupro è stata criticata da diversi autori e organizzazioni per ragioni anche estremamente differenti.
 
Il RAINN (''Rape, Abuse & Incest National Network''), una delle principali organizzazioni del Nord America contro la violenza sessuale, in un rapporto che riporta alcune raccomandazioni alla [[Casa Bianca]] sulla lotta allo stupro nei campus universitari, identifica tra i problemi anche l'enfasi eccessiva data al concetto di "cultura dello stupro", sia come causa degli stupri che come mezzo per comprenderli e prevenirli, constatando: «Negli ultimi anni, c'è stata una sfortunata tendenza a incolpare la "cultura dello stupro" per l'ampio problema della violenza sessuale nei campus. Mentre è utile evidenziare le barriere sistemiche per affrontare il problema, è importante non perdere di vista un fatto semplice: lo stupro non è causato da fattori culturali ma dalle decisioni consapevoli, fatte da una piccola percentuale della comunità, di impegnarsi in un crimine violento».<ref>[https://www.rainn.org/news/rainn-urges-white-house-task-force-overhaul-colleges%E2%80%99-treatment-rape RAINN Urges White House Task Force to Overhaul Colleges' Treatment of Rape]. RAINN.org. RAINN. 6 marzo 2014.</ref>
 
Nel rapporto, il RAINN cita uno studio di David Lisak, che stima che è solo il 3% degli uomini nei college ad essere responsabile del 90% degli stupri nei college stessi.<ref>[https://rainn.org/images/03-2014/WH-Task-Force-RAINN-Recommendations.pdf White House Task Force to Protect Students from Sexual Assault Unit ed States Department of Justice Office on Violence Against Women] (PDF). rainn.org. p. 2. 2 febbraio 2016.</ref> Il RAINN sostiene che lo stupro è il prodotto di individui che hanno deciso di ignorare il messaggio culturale travolgente secondo cui lo stupro è sbagliato. Il rapporto sostiene che la tendenza a concentrarsi su fattori culturali che presumibilmente condonano o normalizzano lo stupro «ha l'effetto paradossale di rendere più difficile fermare la violenza sessuale, poiché rimuove l'attenzione dall'individuo in errore, e apparentemente attenua la responsabilità personale delle proprie azioni».<ref>[https://www.rainn.org/images/03-2014/WH-Task-Force-RAINN-Recommendations.pdf WH Task Force Recommendations] (PDF). RAINN.org. RAINN. 28 February 2014.</ref>
 
In un'intervista del 2013, la professoressa [[Camille Paglia]] ha descritto le preoccupazioni di certe femministe nei confronti di un'ipotetica "cultura dello stupro" come «ridicole» e «nevrotiche», interpretandole come un artefatto delle ideologie liberali borghesi, secondo cui le persone sono tutte essenzialmente buone e dunque tutti i problemi sociali possono essere risolti con l'educazione.<ref name="Paglia">Teitel, Emma (2013). [http://www.macleans.ca/authors/emma-teitel/camille-paglia-on-rob-ford-rihanna-and-rape-culture/ Camille Paglia on Rob Ford, Rihanna and rape culture], Macleans, 16 novembre 2013</ref> Questo concetto di cultura dello stupro andrebbe, secondo Paglia, molto a scapito delle giovani donne istruite. Paglia sostiene, che - con questa concettualizzazione dello stupro - le giovani donne non sono preparate a prevedere o affrontare quella piccola minoranza di persone profondamente malvagie nel mondo, a cui semplicemente non importa seguire le leggi o obbedire alle convenzioni sociali. Inoltre, dice Paglia, le sostenitrici femministe della cultura dello stupro tendono a ignorare completamente le vittime maschili di violenza sessuale.<ref name="Paglia" />
 
Caroline Kitchens, in un articolo del 2014 sulla rivista ''[[Time]]'', intitolato "È ora di finirla con l'isteria sulla cultura dello stupro" (''It's Time to End "Rape Culture" Hysteria'') ha suggerito che: «Sebbene lo stupro sia certamente un problema serio, non ci sono prove che sia considerato una norma culturale. [...] Nei campus universitari, l'ossessione per l'eliminazione della "cultura dello stupro" ha portato alla censura e all'isteria».<ref>Kitchens, C. (2014). [http://time.com/30545/its-time-to-end-rape-culture-hysteria/ It's Time to End 'Rape Culture' Hysteria]. Time Magazine, 20 marzo 2014.</ref> Heather MacDonald ha suggerito che «In una deliziosa ironia storica, i "baby boomer" che hanno smantellato l'architettura intellettuale dell'università in favore del sesso sfrenato e della protesta ora hanno burocratizzato entrambe».<ref>MacDonald, H. (2008). [https://www.city-journal.org/html/campus-rape-myth-13061.html The Campus Rape Myth]. City Journal, Winter 2008, 18 (1).</ref> Secondo Joyce E. Williams, «la critica principale alla cultura dello stupro e alla teoria femminista da cui essa viene fuori, è l'implicazione monolitica che alla fine tutte le donne sono vittime di tutti gli uomini».<ref>Williams, Joyce E. (31 December 2010). George Ritzer; J. Michael Ryan, eds. The Concise Encyclopedia of Sociology. Wiley-Blackwell. p. 493. ISBN 978-1405183529.</ref>
 
[[Christina Hoff Sommers]] ha contestato l'esistenza della cultura dello stupro, sostenendo che che lo stupro è sovrariportato e sovraenfatizzato. Ad esempio, secondo Sommers, la convinzione comune che «una donna su quattro verrà violentata nel corso della sua vita» si basa su uno studio errato, ma frequentemente citato perché conduce a gruppi anti-stupro nei campus che ricevono finanziamenti pubblici. Sommers e altri,<ref name=gilbert">Gilbert, Neil. Realities and mythologies of rape. Society, Jan–Feb 1998 v35 n2 p356(7)</ref> come detto, hanno specificamente messo in discussione lo studio del 1984 citato da Mary Koss secondo cui 1 donna su 4 nei college è stata vittima di stupro, accusandola di aver sopravvalutato lo stupro sulle donne e di aver minimizzato l'incidenza degli uomini come vittime di sesso non desiderato. Secondo Sommers, ben il 73% dei soggetti dello studio di Koss non era d'accordo con la sua caratterizzazione di essere stati stuprati,<ref>[[Christina Hoff Sommers]], ''Who Stole Feminism? How Women Have Betrayed Women'', Simon & Schuster, 1994, 22. ISBN 0-671-79424-8 (hb), ISBN 0-684-80156-6 (pb), LCC HQ1154.S613 1994, p. 213</ref> mentre altri hanno sottolineato che lo studio di Koss si concentrava solo sulla vittimizzazione delle donne, sottovalutando l'importanza della vittimizzazione sessuale degli uomini,<ref name=gilbert" /> anche se i dati indicavano che un uomo su sette nei college era stato vittima di sesso non voluto.<ref>Robin Warshaw, [I Never Called It Rape], Harper & Row, 1988</ref> Sommers sottolinea che Koss aveva deliberatamente ristretto la definizione di "incontri sessuali indesiderati" per gli uomini nei casi in cui gli uomini erano le vittime.<ref>[[Christina Hoff Sommers]], ''Who Stole Feminism? How Women Have Betrayed Women'', Simon & Schuster, 1994, 22. ISBN 0-671-79424-8 (hb), ISBN 0-684-80156-6 (pb), LCC HQ1154.S613 1994</ref>
 
Anche Barbara Kay, una giornalista canadese, ha criticato la discussione della femminista Mary Koss sulla cultura dello stupro, descrivendo la nozione secondo cui «lo stupro rappresenta un comportamento estremo, che si trova su un continuum con un comportamento maschile normale all'interno della cultura» come «straordinariamente [[misandria|misandrico]]».<ref>Barbara Kay (2014). [https://archive.is/20140309204907/http://fullcomment.nationalpost.com/2014/03/08/barbara-kay-rape-culture-fanatics-dont-know-what-a-culture-is/ 'Rape culture' fanatics don't know what a culture is]. National Post. Archiviato [http://nationalpost.com/category/opinion/2014/03/08/barbara-kay-rape-culture-fanatics-dont-know-what-a-culture-is/ dell'originale] 2014-03-09.</ref>
 
Altri studiosi, come [[bell hooks]], hanno criticato il paradigma della cultura dello stupro con un approccio estremamente diverso e ancor più radicale, basato sull'[[intersezionalità]], sulla base del fatto che il paradigma – per quanto corretto – tende a focalizzarsi solo sulla violenza sessuale, ignorando la posizione dello stupro in una sovrastante "cultura della violenza" che opprime in generale le minoranze etniche, sociali e sessuali.<ref>[[bell hooks]], ''Feminist Theory: From Margin to Center, quoted in Feminism is for Everybody'' by bell hooks, ISBN 0-89608-628-3</ref> Questi critici affermano che isolare lo stupro e i suoi sostegni sociali da altre forme di violenza, rende meno efficaci gli sforzi per combatterlo e ignora o banalizza altre forme di violenza. Ad esempio, nel 1993 hooks ha contribuito alla stesura di un capitolo in un libro sulla cultura dello stupro, concentrandosi sulla cultura dello stupro nel contesto del [[patriarcato (antropologia)|patriarcato]] nella cultura afroamericana.<ref>[[bell hooks]], (1993). ''"Seduced By Violence No More"''. In Buchwald, Emilie; Fletcher, Pamela; Roth, Martha. Transforming a Rape Culture. Milkweed Editions. p. 391. ISBN 0915943069.</ref>
 
===Critiche scientifiche: il ruolo dell'evoluzione===
I critici scientifici della cultura dello stupro, rifacendosi all'approccio della [[psicologia evolutiva]] e ai dati statistici, pur non negando a priori l'effettivo peso del contesto culturale e sociale, ritengono però che il fenomeno della [[violenza sessuale]] piuttosto che legato al concetto di potere, abbia origini più strettamente biologiche ed [[evoluzione|evolutive]] e sia legato al [[desiderio sessuale]].<ref>Noam Shpancer, [https://www.psychologytoday.com/us/blog/insight-therapy/201602/rape-is-not-only-about-power-it-s-also-about-sex Rape is Not (Only) About Power; It’s (Also) About Sex]; ''Psycology Today''.</ref><ref name="quillette" /><ref name="quillette2">Richard Felson and Richard Moran, [http://quillette.com/2016/01/02/to-rape-is-to-want-sex-not-power/ To Rape is to Want Sex, Not Power]; ''Quillette.com''</ref>
 
Nel libro ''Against Our Will: Men, Women, and Rape'' di Susan Brownmiller, la scrittrice femminista fa un'incursione anche nel mondo dell'[[antropologia]] e della [[zoologia]], e ritiene di dover disgiungere lo stupro dal desiderio sessuale teorizzando che si tratta di un [[fenomeno sociale]] umano non trovato altrove in natura: «Nessuno zoologo, per quanto ne so, ha mai osservato animali che si stupravano nel loro habitat naturale, la natura selvaggia».<ref>Brownmiller S., (1975) ''Contro la nostra volontà: uomini, donne e stupro'' titolo originale: ''Against Our Will: Men, Women, and Rape''. Fawcett Books, NY. ISBN 978-0449908204</ref>
 
In realtà la [[letteratura scientifica]] ha da tempo documentato a più riprese casi di "coercizione sessuale" (un fenomeno di forzatura violenta dell'attività sessuale) in molte varietà di specie animali tra i quali: cervi, pesci, mosche, anatre e soprattutto nei primati (scimmie, oranghi, scimpanzé e gorilla).<ref>Severinghaus, C. 1955. ''Some observations on the breeding behavior of deer''. New York Fish and Game Journal 2:239-241.</ref><ref>Barlow, G. 1967. ''Social behavior of a South American leaf fish''. ''American Middle Naturalist''. 78:215-234.</ref><ref>Manning, A. 1967. ''The control of sexual receptivity in female Drosophila''. ''Animal Behaviour'' 15:239-250.</ref><ref>Barash, D. 1977. ''Sociobiology of rape in mallards: Responses of the mated male''. ''[[Science (rivista)|Science]]'' 197:788-789.</ref><ref>Mitani, J. 1985. Mating ehavior of male orang-utans in the Kutai game reserve, Indonesia. Animal Behaviour 33:392-402.</ref><ref>Jones, C. 1985. ''Reproductive patterns in the mantled howler monkeys esters mate choice copulation''; ''Primates'' 26:130-142.</ref><ref>Nadler, R. and Miller L. 1982. ''Influence of male aggression on mating of gorillas''. ''Folia Primatological'' 38:233-239.</ref><ref>Goodall, J. 1986. ''The Chimpanzees of Gombe: Patterns of Behavior''. ''[[Harvard University Press]]''.</ref>
 
In uno dei casi più eclatanti in [[primatologia]], l'eminente ricercatrice di oranghi Birutė Galdikas ha dovuto assistere impotente mentre una delle sue assistenti veniva violentata da un grande [[orangotango]].<ref name="quillette" /> In effetti la letteratura empirica zoologica che osserva la coercizione sessuale tra gli animali allo stato selvatico è notevolmente estesa.<ref>Oh, R. 1979. ''Repeated copulation in the brown plant hopper, Nilaparvata lugens Stal''. ''Ecological Entomology'' 4: 345-353.</ref><ref>Parker, G. 1979. ''Sexual selection and sexual conflict. In Sexual Selection and Reproductive Competition in Insects'', ed. M Blum and N Blum. Academic Press.</ref><ref>Cade, W. 1980. ''Alternative male reproductive behaviors''. ''Florida Entomologist'' 63:30-44.</ref><ref>Pinkser, W., and Doschek, E. 1980. ''Courtship and rape: The mating ehavior of Drosophila subobscura in light and darkness''. 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''Forced copulation as a reproductive strategy of male lesser Scaup Athya affinis: A field test of some predictions''. ''Behaviour'' 92: 146-167.</ref><ref>Hoogland, J., and Sherman, P. 1976. ''Advantages and disadvantages of bank swallow collegiality''. ''Ecological Monographs'' 46:33-58.</ref><ref>Barash, D. 1977. ''Sociobiology of rape in mallards: Responses of the mated male''. ''[[Science]]'' 197:788-789.</ref><ref>Bailey, R., R. Seymour, and G. Stewart. 1978. ''Rape ehavior in blue-winged teal''. ''Auk'' 95:188-190.</ref><ref>Beecher, M., and Beecher, I. 1979. ''Sociobiology of bank ehavior: Reproductive strategy of male''. ''[[Science]]'' 205:1282-1285.</ref><ref>Birkhead, T. 1979. ''Mate guarding in the magpie Pica pica. Animal Behaviour'' 33:608-619.</ref><ref>Gladstone, D. 1979. ''Promiscuity in monogamous colonial birds. American Naturalist'' 114:545-559.</ref><ref>Mineau, P. and Cooke, F. 1979. ''Rape in the lesser snow goose. 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Una revisione sistematica della letteratura zoologica attuata sotto l'egida dell'[[American Psychological Association]] conclude sulla questione dicendo:
 
{{citazione|Nonostante le lacune nella letteratura, sono evidenti alcune regolarità. In primo luogo, la copulazione forzata è qualcosa che i maschi fanno alle femmine. Anche se le femmine di alcune specie [animali] possono essere molto assertive nell'accoppiamento, non abbiamo incontrato una singola istanza di una femmina che costringesse sessualmente un maschio. In secondo luogo, le copulazioni forzate non sembrano essere un comportamento anomalo generato da condizioni insolite come sovraffollamento, cattività o cattiva salute. In terzo luogo, i maschi tendono a colpire le femmine fertili.|''The Causes of Rape'', [[American Psychological Association]] (2005).<ref>Lalumiere, M., Harris, G., Quinsey, V. Rice, M. (2005). ''The Causes of Rape''. [[American Psychological Association]].</ref>|Despite major gaps in the literature, a number of regularities are apparent. First, forced copulation is something males do to females. Although females in some species can be quite assertive when it comes to mating, we have not encountered a single instance of a female forcing sex on a male. Second, forced copulations do not appear to be an anomalous behaviour generated by such unusual conditions as overcrowding, captivity, or poor health. Third, males tend to target fertile females.|en}}
 
I critici affermano che se lo stupro tra gli umani riguardasse solo ed esclusivamente il potere invece del [[desiderio sessuale]], allora le donne trovate più sessualmente desiderabili, tra cui le giovani donne nelle fasi più fertili della vita, non dovrebbero essere sovra-rappresentate nelle statistiche sugli stupri. Nella logica femminista, infatti, secondo la teoria del potere, il comportamento umano dovrebbe discostarsi da quello degli altri animali su questo fronte.<ref name="quillette" /> Un opuscolo dell'associazione australiana CASA (''Centre Against Sexual Assault''), che riassume il concetto della cultura dello stupro, affermava: «Poiché l'aggressione sessuale riguarda esclusivamente il potere, e non il sesso, allora l'età o l'aspetto della vittima è irrilevante [...] I rapporti della polizia mostrano che anche bambine e donne a novant'anni sono state violentate».<ref>[http://www.gvcasa.com.au/documents/myths_facts.pdf]</ref>
 
I dati, replicano i critici, non sono però ambigui, al contrario: le donne giovani hanno molte più probabilità di essere stuprate rispetto a bambini o alle donne anziane,<ref name="quillette2" /> il che è, secondo gli scettici, esattamente quello che ci si aspetterebbe se lo stupro riguardasse il sesso – come è normale tra le altre specie animali – ma non quello che ci si aspetterebbe se il desiderio sessuale fosse irrilevante, come pretende la logica femminista.<ref>Department of Justice, Office of Justice Programs, Bureau of Justice Statistics, Sex Offenses and Offenders (1997).</ref><ref>Department of Justice, Office of Justice Programs, Bureau of Justice Statistics, Crimes Against the Elderly, 2003-2013 (2014).</ref> Trovare prove aneddotiche di stupro nei bambini e negli anziani, come hanno fatto alcune ricerche, secondo i critici non può invalidare questo risultato aggregato, soprattutto perché è nota l'esistenza di piccole minoranze di persone sessualmente attratte ([[parafilie]]) da bambini e anziani.<ref name="quillette">Blackwell, Matthew; [http://quillette.com/2018/03/21/why-do-men-rape/#_ednref23 Why Do Men Rape?] ''Quillette.com''</ref>
 
Di fronte a queste statistiche, una risposta coerente con la cultura dello stupro potrebbe essere che le giovani donne abbiano maggiori probabilità di essere violentate solo perché sono più vulnerabili alla criminalità in generale, e quindi gli stupratori che vogliono dimostrare il loro potere e il loro dominio cercheranno vittime vulnerabili (come le donne giovani) che rendano più facile l'obiettivo. Una critica all'ipotesi della vulnerabilità è però la già citata bassa rilevanza statistica di donne anziane e bambini, che rientrano nel concetto di vittime vulnerabili, ma rimangono statisticamente sotto-rappresentati nei casi di stupro.<ref name="quillette2" /> Un critico della teoria sociologica della cultura dello stupro, l'ecologista comportamentale John Alcock, scrive nel suo libro, ''The Triumph of Sociobiology'': «la diffusione dello stupro attraverso le specie animali è coerente con le previsioni evolutive e devastante per la spiegazione delle scienze sociali».<ref name="alcock">Alcock, John. ''The Triumph of Sociobiology''</ref> Alcock utilizza i dati statistici a sua disposizione per dimostrare che un crimine generico come la rapina è molto più omogeneo tra i gruppi di età rispetto allo stupro, indicando che la vulnerabilità è probabilmente una scarsa spiegazione della differenza nei livelli di stupro tra donne giovani e anziane.<ref name="alcock" /> Inoltre Alcock, così come altri studiosi, dati alla mano, sottolinea che una giovane donna ha più probabilità di essere violentata durante una rapina rispetto a una donna anziana.<ref name="alcock" /><ref name="quillette2" /> Le giovani donne fertili - quelle generalmente considerate più attraenti - hanno maggiori probabilità di essere violentate, e secondo Alcock nessun sociologo lo ha mai adeguatamente spiegato con la semplice logica del potere.<ref name="alcock" />
 
Altre evidenze che indicano il [[desiderio sessuale]] come motivo principale della violenza sessuale vengono però respinte dagli scienziati sociali che si occupano di cultura dello stupro. In ''Stopping Rape'', un libro del 2015 scritto da un gruppo di sociologi, si osserva che lo stupro è strettamente correlato alla povertà, ai senzatetto e alla disuguaglianza di genere.<ref name="walby">Walby, S., Olive, P., et al. (2015). ''Stopping Rape: Towards a Comprehensive Policy''. Policy Press.</ref> Anche la guerra è un importante catalizzatore per lo stupro.<ref name="walby" /> Gli autori concludono che «ci sono prove considerevoli che i crimini sessuali contro le donne non sono guidati biologicamente».<ref name="walby" />
 
Tutte queste variabili sociali (guerra, povertà, ecc.), controbattono però i critici, rendono sì le donne più vulnerabili ai desideri maschili, ma non riescono comunque a dare spiegazione dello stupro indipendentemente da tali desideri. Inoltre nel riesaminare gli studi sui metodi che mirano a ridurre il desiderio sessuale negli stupratori, compresa la [[castrazione chimica]] e chirurgica, gli stessi autori di ''Stopping Rape'' sono stati costretti ad ammettere che gli studi statistici tendono a confermare il successo di tali metodi.<ref name="walby" /> Questi studi infatti provano che gli stupratori che non ricevono la castrazione chirurgica hanno una probabilità 15 volte maggiore di recidiva rispetto agli stupratori che la attuano. L'esame di questa letteratura empirica sull'efficacia della castrazione chimica, secondo i critici della cultura dello stupro, tende dunque a confermare il successo nel targeting del desiderio biologico, e quindi a maggior ragione conferma la correlazione tra lo stupro e il desiderio sessuale.<ref name="quillette" />
 
Uno dei lavori più importanti e ampiamente discussi sullo stupro negli ultimi anni, ''A Natural History of Rape: Biological Bases for Sexual Coercion'', scritto a quattro mani dall'antropologo Craig Palmer e dal biologo Randy Thornhill, sostiene che lo stupro è profondamente legato alla sessualità animale e umana. Le ragioni dello stupro, secondo Thornhill e Palmer, potrebbero essere due: o esso è un sottoprodotto del [[desiderio sessuale]], oppure potrebbe essere un adattamento psicologico specificamente evoluto che ha permesso agli uomini nel passato di propagare la prole.<ref>Craig Palmer e Randy Thornhill, ''A Natural History of Rape: Biological Bases for Sexual Coercion''</ref> Ciò che importa a Thornhill e Palmer comunque è che lo stupro, che sia un adattamento evolutivo a sé stante oppure un sottoprodotto del desiderio sessuale, rimane in ogni caso strettamente intrecciato con il desiderio sessuale e l'evoluzione biologica piuttosto che con il potere, e che se si vuole eradicarlo dalla società, bisogna comunque tenere conto di tali fattori e non negarli come fa l'attuale paradigma.<ref name="quillette" />
 
Anche lo [[psicologia evoluzionista|psicologo evoluzionista]] [[Steven Pinker]], professore all'[[Università di Harvard]], è critico nei confronti della teoria di potere alla base della cultura dello stupro e difende il lavoro di Palmer e Thornhill, riassumendo la situazione nel suo celebre libro ''[[Tabula rasa (Steven Pinker)|Tabula rasa]]'' (''The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature''), finalista al [[premio Pulitzer]]:
 
{{citazione|Credo che la dottrina dello "stupro non legato al sesso" passerà alla storia come un esempio di straordinaria delusione popolare e di follia delle folle. È assurda a prima vista, non merita la sua santità, è contraddetta da una massa di prove, e sta intralciando l'unico obiettivo moralmente rilevante che circonda lo stupro, ovvero lo sforzo di eliminarlo.|[[Steven Pinker]], ''The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature'' (2002).<ref>Steven Pinker, ''The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature''</ref>|I believe that the rape-is-not-about-sex doctrine will go down in history as an example of extraordinary popular delusions and the madness of crowds. It is preposterous on the face of it, does not deserve its sanctity, is contradicted by a mass of evidence, and is getting in the way of the only morally relevant goal surrounding rape, the effort to stamp it out.|en}}
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|titolo=Non credere di avere dei diritti. La generazione della libertà femminile nell'idea e nelle vicende di un gruppo di donne|curatore=Libreria delle donne di Milano|anno=1987|editore=Rosenberg & Sellier|città=Torino|ISBN= 88-7011-275-6}}
*{{cita libro|cognome=Russell|nome=Diana E. H.|titolo=La politica dello stupro|editore= Limenetimena|città=Roma|anno=1976}}
*{{cita libro|cognome=Scarsella|nome=Lara|titolo=Dovere di stupro. La cultura della violenza sessuale nella storia|editore=Datanews|città=Roma|anno=1992|ISBN= 88-7981-000-6}}
*{{cita libro|cognome=Vigarello|nome= Georges|titolo=Storia della violenza sessuale. 16.- 20. secolo|editore=Marsilio|città=Venezia|anno= 2007| ISBN= 88-317-7033-0}}
*{{cita libro|cognome=Te Pask|nome=Bradley A.|titolo=Il rito dello stupro. Il sacrificio delle donne nella violenza sessuale|editore=Red|città= Como|anno=1987}}
*{{cita libro|cognome=Melandri|nome= Lea|titolo=L'infamia originaria. Facciamola finita col cuore e la politica|editore=Manifesto Libri|città=Roma|anno= 1997}} Prima edizione Milano, L'Erba voglio, 1977.
*Davide, Fuligni Carla, Vitagliano Fausta, ''Donna e abuso sessuale. Storia, cultura e terapia'', Franco Angeli, Milano, 1993
* Zoja Luigi,''Centauri.Mito e violenza maschile'',ed Laterza,2000
*Di Renzo G. Carlo e Oscari Giovanna, "La violenza sessuale. Un viaggio attraverso miti, stereotipi e realtà", Aracne, Roma, 2007
*{{en}}Emilie Buchwald, Pamela R. Fletcher e Martha Roth, ''Transforming a Rape Culture'', 2005, ISBN 1571312692
*{{en}}M.R. Burt, [http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7373511 "Cultural myths and supports for rape"], in ''Journal of personality and social psychology'', n.38, 1980, alle pg 217-230.
*{{en}}M.R. Burt and R.S. Albin,[http://www3.interscience.wiley.com/journal/119570811/abstract?CRETRY=1&SRETRY=0 "Rape myths, rape definitions, and probability of conviction."] in ''Journal of applied social psychology'', n.11, 1981, alle pg 212-230.
 
== Voci correlate ==
* [[Storia del femminismo]]
* [[Stupro]]
* [[Stupro correttivo]]
* [[Violenza]]
* [[Violenza di genere]]
* [[Violenza sessuale]]
* [[Slut-shaming]]
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.ecn.org/reds/donne/cultura/culturastuproregole.html La cultura dello stupro] Dieci regole sociali che vengono insegnate alle donne e loro antidoti
*[http://www.malitalia.it/2010/03/la-lezione-di-dacia/ "La lezione di Dacia"], (Tratto da I Quaderni di Calabria Ora – di Domenico Logozzo) <small>URL consultato il 26 aprile 2010</small>
*{{en}} {{collegamento interrotto|1=[http://orgs.sa.ucsb.edu/ssr/rapeculture.html Cultura dello stupro] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} - una panoramica di Students Stopping Rape della [[Università della California, Santa Barbara|UCSB]]
 
{{Sesso}}
{{Storia femminismo}}
{{Portale|Femminismo|Psicologia|Sociologia}}
 
[[Categoria:Teorie femministe]]
[[Categoria:Sociologia della cultura]]
[[Categoria:sessualità]]
[[Categoria:Violenza contro le donne]]