Paronimia e Utente:Michele859/Sandbox15: differenze tra le pagine

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<!--{{Film
{{F|linguistica|settembre 2010}}
|titolo italiano = Giorni perduti
{{C|
|immagine = Giorni perduti.png
* la voce viene collegata a più voci della stessa lingua attraverso i collegamenti tra le varie lingue. forse sarebbe da dividere in due pagine: paronimia e malapropismo dato che nei vocabolari da me controllati le due parole sono separate.
|didascalia = Ray Milland in una scena del film
*Si veda anche [[Discussione:Figura retorica#Paronimia, Paronomasia e Bisticcio da migliorare]] |linguistica|dicembre 2010}}
|titolo originale = The Lost Weekend
La '''paronimia''' (dal greco ''pará'', «vicino», e ''ónyma'', variante di ''ónoma'', «nome»), chiamata anche '''malapropismo''' (dal nome del personaggio di una commedia di [[Richard Sheridan]], Mrs. Malaprop) è lo scambio -voluto o accidentale- di parole somiglianti nella forma, ma diverse nel significato: ''spiccicare-spiaccicare'', ''infettare-infestare'', eccetera.
|lingua originale = inglese
|paese = [[Stati Uniti]]
|anno uscita = [[1945]]
|tipo colore = B/N
|film muto =
|aspect ratio = 1,37:1
|genere = noir
|genere 2 = drammatico
|regista = [[Billy Wilder]]
|soggetto = [[Charles R. Jackson]]
|sceneggiatore = [[Charles Brackett]], Billy Wilder
|produttore = Charles Brackett
|produttore esecutivo =
|casa produzione = [[Paramount Pictures]]
|casa distribuzione italiana =
|attori =
*[[Ray Milland]]: Don Birnam
*[[Jane Wyman]]: Helen St. James
*[[Phillip Terry]]: Wick Birnam
*[[Howard Da Silva]]: Nat il barista
*[[Doris Dowling]]: Gloria
*[[Frank Faylen]]: "Bim" Nolan
*[[Mary Young]]: sig.ra Deveridge
*[[Anita Sharp-Bolster]]: sig.ra Foley
*[[Lilian Fontaine]]: sig.ra St. James
*[[Frank Orth]]: guardarobiere
*[[Lewis L. Russell]]: Charles St. James
|doppiatori italiani =
*[[Giulio Panicali]]: Don Birnam
*[[Lydia Simoneschi]]: Helen St. James
*[[Carlo Romano]]: Wick Birnam
*[[Lauro Gazzolo]]: Nat il barista
*[[Rosetta Calavetta]]: Gloria
*[[Gualtiero De Angelis]]: "Bim" Nolan
*[[Giovanna Scotto]]: sig.ra St. James
*[[Olinto Cristina]]: guardarobiere
*[[Mario Besesti]]: Charles St. James
|fotografo = [[John F. Seitz]]
|montatore = [[Doane Harrison]]
|effetti speciali = [[Gordon Jennings]]
|musicista = [[Miklós Rózsa]]
|scenografo = [[Hans Dreier]], [[A. Earl Hedrick]], [[Bertram C. Granger]]
|costumista = [[Edith Head]]
|truccatore = [[Jack Daniels (truccatore)|Jack Daniels]], [[William Woods]] <small>(non accreditati)</small>
}}-->
 
'''''Giorni perduti''''' (''The Lost Weekend'') è un [[film]] del [[1945]] diretto da [[Billy Wilder]] e interpretato da [[Ray Milland]] e [[Jane Wyman]], adattamento del romanzo ''The Lost Weekend'' dello scrittore statunitense [[Charles R. Jackson]]. È stata la prima produzione hollywoodiana ad affrontare il tema dell'[[alcolismo]] con un approccio drammatico, contribuendo a creare la consapevolezza dell'abuso di alcolici come malattia sociale negli [[Stati Uniti]] e dando seguito ad altri film incentrati sullo stesso tema, tra cui ''[[Una donna distrusse]]'' di [[Stuart Heisler]] uscito due anni dopo.<ref name="site">{{Cita web|url=https://www.filmsite.org/lostw.html|titolo=The Lost Weekend (1945)|editore=www.filmsite.org|accesso=5 novembre 2018}}</ref>
''Malapropismo'' è infatti termine derivato dall'[[lingua inglese|inglese]], dove ''malapropos'' (a sua volta derivato dal [[lingua francese|francese]] ''mal à propos'') significa "inappropriato" (e "inappropriatamente").
 
Oltre a riscuotere un grande successo di pubblico e critica ricevette 7 candidature ai [[Premi Oscar]] aggiudicandosene 4, inclusi quelli per il [[Oscar al miglior film|miglior film]], il [[Oscar al miglior regista|miglior regista]] e il [[Oscar al miglior attore protagonista|miglior attore protagonista]].<ref name="imdb.awards">{{Cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0037884/awards?ref_=tt_ql_op_1|titolo=Giorni perduti - Awards|editore=www.imdb.com|accesso=5 novembre 2018}}</ref> Wilder fu il primo regista a ricevere l'Oscar anche per la [[Oscar alla migliore sceneggiatura non originale|migliore sceneggiatura non originale]], condiviso con [[Charles Brackett]], e il film rimane l'unico ad aver vinto lo stesso anno il premio principale dell'[[Academy of Motion Picture Arts and Sciences|Academy]] e il [[Palma d'oro|Grand Prix]] al [[Festival di Cannes]].<ref>In realtà nel 1955 fu eguagliato da ''[[Marty, vita di un timido]]'' di [[Delbert Mann]], che oltre all'Oscar come miglior film vinse la [[Palma d'oro]], introdotta lo stesso anno al posto del Grand Prix du Festival.</ref>
L'uso della paronimia è diffuso nei testi comici. Un esempio si ha in Gomito, un personaggio dell'opera shakespeariana [[Misura per misura (Shakespeare)|Misura per misura]].
 
Nel 1998 è stato uno dei 400 titoli scelti dall'[[American Film Institute]] per essere inclusi nella [[AFI's 100 Years... 100 Movies]], non riuscendo però a entrare nella classifica dei cento migliori film statunitensi di sempre.<ref name="afi.400">{{Cita web|url=https://www.filmsite.org/afi400films.html|titolo=America's 100 Greatest Movies - AFI's 100 YEARS...100 MOVIES - The 400 Nominees|editore=www.filmsite.org|accesso=9 ottobre 2018}}</ref> Nel 2011 è stato scelto per la conservazione nel [[National Film Registry]] della [[Biblioteca del Congresso]] degli [[Stati Uniti]], in quanto giudicato "di rilevante significato estetico, culturale e storico",<ref name="locgov">{{Cita web|url=https://www.loc.gov/programs/national-film-preservation-board/film-registry/complete-national-film-registry-listing/|titolo=Complete National Film Registry Listing|editore=www.loc.gov|accesso=5 novembre 2018}}</ref> e nel 2012 è entrato nella ''Film Hall of Fame'' della Online Film & Television Association.<ref name="imdb.awards"/>
Se la paronimia "voluta" è da considerarsi un espediente retorico (come tale sfruttato in vari ambiti, tra cui ad esempio il linguaggio della pubblicità e quello della politica), d'altra parte quella "involontaria", in quanto [[solecismo]], è indice di competenze linguistiche limitate, o quanto meno di scarso controllo dei registri linguistici "alti" da parte di chi non ha molta confidenza con essi, e quindi [[sociolinguistica]]mente stigmatizzata. Nell'evoluzione dell'italiano contemporaneo, in cui sempre più spesso i [[mass-media]] mettono i locutori a contatto con linguaggi specialistici e registri più o meno ricercati, il fenomeno del malapropismo involontario è sempre più diffuso.
 
== Trama ==
Alcuni esempi di malapropismi involontari:
Don Birnam è un alcolizzato quasi senza speranza. Sarebbe uno scrittore, ma naturalmente non ha la lucidità per fare qualcosa di buono. Sopravvive grazie al fratello che lo ospita e lo cura, e all'amore di una ragazza quasi masochista che gli perdona tutto e lo sostiene in tutti i modi. Nel suo quotidiano Danny ha un solo scopo: procurarsi liquori, con ogni mezzo. Ha messo a punto delle strategie geniali: come farsi dare dieci dollari dalla governante, come nascondere le bottiglie, come ottenere credito al bar, come sfruttare la simpatia di una donna. Naturalmente la situazione peggiora, la spirale è irreversibile. Lo si capisce quando Danny va a riscattare una pistola che aveva precedentemente impegnato. Ma, ancora una volta, l'amore della sua ragazza lo salva.
*''ha usato un termine '''derogatorio''''' (per: ''ha usato un termine '''denigratorio'''). In questo caso sarebbe opportuno parlare di [[Calco linguistico|calco]], o addirittura di [[prestito linguistico]] dall'inglese "derogatory")
 
*'''''istigare''' una certa curiosità'' (per: '''''instillare''' una certa curiosità'')
Un giovane scrittore, dopo un precoce successo iniziale, incontra sul suo cammino delle serie difficoltà e, per sottrarsi al tormento, ricorre all'alcool. Lasciatosi andare per la china fatale, in breve diventa un alcoolizzato e a nulla servono gli sforzi del fratello e della propria fidanzata per strapparlo al vizio. Il disgraziato non ha che una preoccupazione: procurarsi il denaro necessario a soddisfare la sua sete inestinguibile, giungendo in tal modo all'estremo dell'abiezione. Condotto in un ospedale per alcoolizzati assiste a lugubri scene di delirium tremens finché egli stesso viene colto dal delirio. Disperato, decide di uccidersi, ma sul punto di compiere l'insano gesto l'intervento della fidanzata lo salva. L'amore ha compiuto il miracolo.
*''valuteremo nel '''proseguio''''' (per: ''valuteremo nel '''prosieguo''''')
 
A New York, l'aspirante scrittore alcolizzato Don Birnam prepara un weekend in campagna con suo fratello Wick, sperando segretamente di portare con sé una bottiglia di whisky. Suo fratello trova la bottiglia appesa a una corda fuori dalla finestra dell'appartamento di Don e la versa nella fogna. Disperato, Don suggerisce che Wick vada con la ragazza di Don, Helen St. James, alla sinfonia, apparentemente per poter riposare. Non appena se ne vanno, Don ruba i soldi lasciati da Wick per la cameriera, compra due bottiglie di whisky e va a bere qualcosa al Nat's Bar sulla 3rd Avenue. Don inizia quello che definisce "un piccolo jigger di sogni", ma beve oltre il tempo in cui avrebbe dovuto incontrare Wick. Quando torna a casa, ovviamente ubriaco, vede Wick e Helen andarsene e nascondersi mentre lei lo aspetta fuori. Don nasconde una delle sue bottiglie nel lampadario e beve l'altra. Il giorno dopo va a pranzo da Nat, dove Gloria, una ragazza squillo, rinuncia a un appuntamento per prepararsi per un appuntamento con Don. Nat rimprovera Don per aver ingannato Gloria e per aver maltrattato Helen, e Don gli dice che ha intenzione di scrivere un romanzo intitolato The Bottle, su un alcolizzato e la sua ragazza. Tutto è iniziato tre anni fa, dice Don a Nat, quando Don ha incontrato Helen al Metropolitan. Nell'aria della traviata, Don vede gli attori bere, immagina una fila di cappotti invece dei vestiti del coro e lascia il suo posto per recuperare il suo, in cui ha nascosto una bottiglia di whisky. Il suo è stato cambiato con quello di un altro e deve aspettare la fine dell'opera fino a quando il proprietario viene a reclamarlo. Il proprietario è Helen, con cui inizialmente è sgarbato, ma poi la invita a vedere un'altra opera e lei lo invita a un cocktail la sera. Dopo aver erroneamente lasciato cadere la bottiglia sul pavimento, accetta il suo invito ma non si ubriaca perché si innamora di lei. Quando i genitori di Helen arrivano dall'Ohio per incontrare il suo nuovo fidanzato, Don sente il signor St. James che mette in dubbio la mancanza di lavoro di Don. Troppo nervoso per incontrare i genitori di Helen, Don annulla l'incontro e si ubriaca. Più tardi, quando una preoccupata Helen arriva nell'appartamento di Don, Wick lo copre ma Don emerge ubriaco e confessa di essere un alcolizzato. Sebbene fosse uno scrittore di successo al college, lasciò la scuola per venire a New York e da allora non ha più venduto un pezzo. Dice a Helen che ci sono due Don Birnams: lo scrittore e la voce fastidiosa del dubbio. Invece di uscire, Helen lo bacia. Dopo che la sua storia si conclude, Nat dà a Don il finale del suo romanzo: il suicidio. Improvvisamente determinato a scrivere la sua storia, Don lascia il bar e torna a casa, ma dopo aver scritto la copertina è pieno di dubbi su di sé e va in un bar, dove ruba la borsa di una donna per pagare il suo liquore. Confessa il crimine e viene buttato fuori dal bar. Mentre si distende sul letto fissando il soffitto, Don vede l'ombra di una bottiglia nascosta nel lampadario e la beve fino all'ultima goccia. Quindi estrae la sua prima pagina dalla macchina da scrivere e decide di impegnarla. Camminando disperatamente su e giù per la 3rd Avenue, Don scopre che è lo Yom Kippur e tutti i banchi di pegni sono chiusi. Di ritorno da Nat, Don lo implora per un drink e trema così tanto che non può sollevare il bicchiere. Nat lo prende a calci fuori dal bar e Don va da Gloria per chiedere soldi. Sebbene sia furiosa per il fatto che abbia perso l'appuntamento, lui la bacia e lei accetta di dargli del denaro. Una ragazzina lo supera sulle scale mentre esce e Don cade colpendo la testa e si ritrova nel reparto alcolizzati di un ospedale, dove i pazienti sono tenuti contro la loro volontà. Nonostante le proteste di Don, l'infermiere Bim gli assicura che è un alcolizzato e lo avverte del delirium tremens, una "malattia della notte", quando immagina di vedere piccoli animali. Nella notte, uno dei pazienti urla di terrore durante un attacco, e mentre viene trascinato fuori dal reparto, Don ruba un cappotto da medico e fugge nelle lenzuola dell'ospedale. All'alba, mentre si apre un negozio di liquori, Don chiede maniacalmente che il proprietario gli dia una bottiglia. Helen, nel frattempo, ha aspettato tutta la notte sulle scale dell'appartamento di Don e alla fine torna a casa quando la padrona di casa la sveglia. Don torna a casa e beve la bottiglia, e si sveglia con delirium tremens. Immagina un topo che esce da un buco nel muro e viene mangiato da un pipistrello. Mentre il sangue del topo scorre lungo il muro, Don urla e la padrona di casa chiama Helen. In preda al terrore, Don si avvicina alla porta per chiudere la serratura, ma Helen entra e lo prende in braccio, poi gli assicura che non ci sono né topi né pipistrelli. Ricordando la profezia di Bim, Don è determinato a mettere in atto il finale suggerito da Nat. Al mattino, Don ruba il cappotto di Helen e lo impegna per una pistola che ha messo in posizione dopo aver considerato il suicidio nel suo trentesimo compleanno. Lei lo segue e lo accusa di essere una "spugna spietata", dopo di che Don torna a casa e scrive un messaggio suicida a Wick. Helen, ancora determinata a salvarlo, arriva a chiedere un impermeabile, e le dà il cappotto che indossava la notte in cui si sono incontrati. Individua la pistola e la afferra, ma lui lotta con lei e la riprende. Anche se annuncia amaramente che Don Birnam è già morto, lei gli ricorda che ci sono due Don Birnams e che non deve sacrificare l'uno per l'altro. Mentre Helen chiede un miracolo, Nat arriva alla porta per restituirgli la macchina da scrivere di Don. Helen incoraggia Don a scrivere la sua storia come un mezzo per una catarsi, e lui resiste al suo ultimo bicchiere di whisky. Helen gli assicura che ora che ha il finale del suo romanzo, può scriverlo. Don inizia quindi a scrivere la storia del suo weekend.
 
== Produzione ==
[[Billy Wilder]] lesse il romanzo di [[Charles R. Jackson]] nella primavera del 1944, durante un viaggio in treno verso [[New York]], ed ebbe subito la sensazione che sarebbe potuto diventare un film avvincente.<ref name=Phillips.71>{{Cita|Phillips (2010)|p. 71}}</ref> Chiese perciò a [[Buddy DeSylva]] della [[Paramount Pictures]] di acquistarne i diritti e il produttore, che lo aveva supportato anche nella realizzazione di ''[[La fiamma del peccato]]'', riuscì ad assicurarseli per 50 mila dollari.<ref name="Phillips.71"/>
 
Quando [[Y. Frank Freeman]] venne a conoscenza della cosa si mostrò fortemente contrario. Come ha scritto il biografo Gene D. Phillips, il direttore generale della Paramount non approvò quello che considerava «un sordido film su un ubriacone» e convocò un meeting direttivo durante il quale Wilder sottolineò che il film non sarebbe stato un noioso messaggio a favore dell'astinenza, aggiungendo sarcastico: «Se volete trasmettere un messaggio andate alla [[Western Union]]».<ref name="Phillips.71"/> Assicurò che la sceneggiatura si sarebbe concentrata sulla storia d'amore tra il protagonista e la sua fedele ragazza, ma Freeman continuò a mostrarsi intransigente.<ref name=Phillips.72>{{Cita|Phillips (2010)|p. 72}}</ref> Oltre all'appoggio di DeSylva, a favore del regista c'era il fatto che ''La fiamma del peccato'' stava per uscire e nell'ambiente cinematografico se ne parlava con entusiasmo. Il consiglio direttivo dello studio decise quindi di dare il via libera al progetto e la scelta venne ratificata dal presidente Barney Balaban.<ref name="Phillips.72"/>
 
=== La sceneggiatura ===
Wilder dichiarò alla stampa che ''Giorni perduti'' sarebbe stato il primo film a trattare seriamente il tema dell'alcolismo, fino ad allora utilizzato principalmente in situazioni comiche come quelle portate sullo schermo da [[W. C. Fields]], e in seguito ha affermato di essersi ispirato per il personaggio principale a scrittori come [[Raymond Chandler]] e [[Francis Scott Fitzgerald]].<ref name="Phillips.72"/> Oltre a consultarsi con l'autore del romanzo si avvalse della consulenza del dottor George Thompson, esperto in studi sull'etilismo, e visitò la [[Alcolisti Anonimi]] dove parlò con pazienti e medici. «Quando feci delle ricerche», ha affermato in seguito, «capii che il libro non era un'esagerazione ma il ritratto accurato di un alcolista».<ref name=Phillips.73>{{Cita|Phillips (2010)|p. 73}}</ref>
 
[[File:Brackett-Wilder-Harrison still.jpg|upright=1.2|thumb|right|Billy Wilder affiancato da Charles Brackett (a sinistra) e il montatore Doane Harrison.
La [[Production Code Administration]] impose alcune modifiche alla sceneggiatura scritta con [[Charles Brackett]] rispetto alla storia originale, in particolare riguardo l'omosessualità repressa come motivo della discesa nell'alcolismo del protagonista. Il [[Codice Hays]] proibiva infatti qualsiasi riferimento esplicito a ciò che considerava una "perversione sessuale" e Don Birnam venne trasformato in uno scrittore in crisi creativa e con una relazione con la fedele Helen St. James.<ref name="Phillips.73"/> «Penso di aver avuto già abbastanza problemi rendendo un alcolizzato un personaggio empatico», disse Wilder, «se per giunta fosse anche un omosessuale...»<ref name=Phillips.74>{{Cita|Phillips (2010)|p. 74}}</ref>
 
Un altro motivo di preoccupazione per la PCA era il personaggio di Gloria, la cui caratterizzazione come una specie di prostituta apparve inaccettabile. Il direttore Joseph Breen propose di farla diventare una hostess che intratteneva i visitatori della città ma stavolta Wilder ignorò la questione ed ebbe la meglio, sottolineando che sebbene cercasse di ingraziarsi Don e gli altri clienti del P.J. Clarke's Pub, in nessuna parte della sceneggiatura Gloria era indicata esplicitamente come una prostituta.<ref name="Phillips.74"/> Wilder riuscì ad eludere l'intervento di Breen anche per il personaggio dell'infermiere "Bim" Nolan: «Diressi l'attore in modo che interpretasse il suo ruolo come un omosessuale», commentò in seguito, «ma la censura non riuscì ad inchiodarmi perché ero stato sottile a questo proposito e non trovarono nulla su cui poter obiettare».<ref name=Phillips.79>{{Cita|Phillips (2010)|p. 79}}</ref>
 
Un'altra variazione al romanzo riguardò il finale, più ottimistico seppur "ambiguo" rispetto a quello originale, ma stavolta la decisione fu presa dallo stesso Wilder. «Quando Don promette alla sua ragazza che smetterà di bere non è affatto un lieto fine», ha affermato il regista, «le dice che "cercherà" di non bere mai più. Il film non sottintende che non berrà più perché, per quanto ne sappiamo, potrà ubriacarsi di nuovo il giorno dopo... Don vede la bottiglia come il suo peggior nemico, ma è Don Birnam il suo peggior nemico».<ref name=Phillips.81>{{Cita|Phillips (2010)|p. 81}}</ref>
 
La prima bozza della sceneggiatura fu completata nel luglio 1944 in appena due mesi («La sceneggiatura più semplice che abbiamo scritto, grazie allo splendido romanzo», dichiarò Brackett) e l'inizio delle riprese fu fissato per fine settembre.<ref name=Phillips.75>{{Cita|Phillips (2010)|p. 75}}</ref>
 
=== Il cast ===
[[File:Ministry of Fear trailer5.jpg|upright=0.8|thumb|left|<div style="text-align:center;">Ray Milland</div>
La prima scelta di Wilder per il ruolo di Don Birnam fu l'attore di origine [[Porto Rico|portoricana]] [[José Ferrer]], già noto a teatro per aver interpretato la parte di Iago nell'''[[Otello]]'' messo in scena da [[Margaret Webster]] ma totalmente sconosciuto al pubblico cinematografico.<ref name="Phillips.75"/> La [[Paramount]] non condivise la scelta e chiese al regista di optare per un volto già conosciuto, qualcuno per cui la gente avrebbe provato empatia «anche quando cadrà nella degradazione, sperando che riesca a riabilitarsi».<ref name="Phillips.75"/> Così Wilder scelse il [[Galles|gallese]] [[Ray Milland]], attore specializzato in commedie sentimentali che aveva già diretto nel 1942 in ''[[Frutto proibito (film)|Frutto proibito]]''.
 
De Sylva gli consegnò una copia del romanzo con una nota allegata: «Leggilo, studialo, stai per interpretarlo». La drammaticità della storia sembrò scoraggiare l'attore che ebbe il timore di non essere all'altezza di un ruolo così impegnativo.<ref name="Phillips.75"/> Dopo essere riuscito pochi mesi prima a convincere un riluttante [[Fred MacMurray]] ad assumere il ruolo di Walter Neff in ''[[La fiamma del peccato]]'', anche in questo caso la perseveranza di Wilder portò infine Milland ad accettare la parte.<ref name="afi.indemnity">{{Cita web|url=https://catalog.afi.com/Catalog/moviedetails/2201|titolo=Double Indemnity (1944)|editore=www.afi.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref>
 
[[File:Promotional photograph of Jane Wyman (cropped).jpg|upright=0.7|thumb|right|<div style="text-align:center;">Jane Wyman</div>
Poco prima che iniziassero le riprese, allo scopo di ottenere l'aspetto scarno e sofferente di un alcolista iniziò una dieta ferrea a base di pane tostato, caffè, succo di pompelmo e uova sode.<ref name="tcm.articles">{{Cita web|url=https://www.tcm.turner.com/tcmdb/title/81891/The-Lost-Weekend/articles.html|titolo=The Lost Weekend - Articles|editore=www.tcm.turner.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref> Il risultato fu tale che quando alcuni conoscenti lo videro girare una scena lungo la Third Avenue credettero che l'attore avesse veramente iniziato ad avere problemi con l'alcool. La voce si sparse ed arrivò alla stampa della [[West Coast (Stati Uniti d'America)|West Coast]], dando il via a voci incontrollate che grazie al provvidenziale intervento della moglie di Milland la Paramount riuscì a chiarire.<ref name="tcm.articles"/>
 
Il ruolo di Helen St. James fu inizialmente offerto a [[Katharine Hepburn]], che seppur interessata dovette rinunciare perché in procinto di girare ''[[Senza amore (film 1945)|Senza amore]]'' al fianco di [[Spencer Tracy]].<ref name="tcm.articles"/> Dopo che anche [[Jean Arthur]] declinò l'offerta la produzione optò per [[Jane Wyman]], a quel tempo una ''starlet'' della [[Warner Bros.]] comparsa per lo più in commedie leggere come ''[[Brother Rat]]'' (1938), ''[[The Kid from Kokomo]]'' (1939) e ''[[Sua Altezza è innamorata]]'' (1943).<ref name="tcm.articles"/> La parte della madre di Helen fu invece affidata a [[Lilian Fontaine]], madre di [[Olivia de Havilland]] e [[Joan Fontaine]] al suo debutto sul grande schermo.
 
Tra gli altri attori figurano il noto caratterista [[Howard Da Silva]] nel ruolo del barman Nat e gli esordienti [[Earle Hyman]] (non accreditato) e [[Doris Dowling]] in quello di Gloria. Il film segnò anche l'inizio della relazione di quest'ultima con Billy Wilder, che in quel periodo era sul punto di divorziare dalla moglie Judith, se non che nel corso delle riprese il regista si infatuò di un'altra giovane attrice di nome Audrey Young, con la quale sarebbe convolato a nozze pochi anni dopo.<ref name="tcm.articles"/> Nel film compare in una scena in cui viene inquadrato solo il suo braccio che porge il soprabito a Milland, dopo che questi è stato buttato fuori da un bar per aver rubato soldi dalla borsa di una donna.
 
=== Le riprese ===
[[File:P.J. Clarke's.jpg|upright=1.2|thumb|left|<div style="text-align:center;">Il P.J. Clarke's Pub di Manhattan nel 2008</div>
Nel settembre 1944 Wilder riunì a [[New York]] il suo consueto team di produzione al quale si aggiunse lo [[scenografo]] [[Earl Hedrick]], che iniziò ad esplorare le ___location di [[Manhattan]] più adatte. Le riprese iniziarono il 1º ottobre con alcune sequenze girate davanti al P.J. Clarke's Pub, l'abituale luogo di bevute di Don all'angolo tra la Third Avenue e la 55th Street.<ref name=Phillips.76>{{Cita|Phillips (2010)|p. 76}}</ref>
 
Il giornalista e biografo Axel Madsen ha descritto la visione di New York di questo film «tra le più inesorabili mai fissate su pellicola», mentre la critica [[Pauline Kael]] ha definito alcune scene indicative del «peculiare taglio crudele» caratteristico della scrittura di Wilder e Brackett, con riferimento in particolare alla «lunga e faticosa camminata lungo la Third Avenue di Don che cerca di impegnare la sua macchina da scrivere durante lo [[Yom Kippur]]».<ref name="Phillips.76"/> Il [[direttore della fotografia]] [[John Seitz]] ha ricordato di aver catturato questa particolare scena il più discretamente possibile con l'uso di una telecamera nascosta lungo il percorso, nel retro dei camion delle consegne, dietro enormi imballaggi sul marciapiede e nelle vetrine dei negozi vuoti.<ref name=Phillips.77>{{Cita|Phillips (2010)|p. 77}}</ref>
 
Wilder attinse anche alle sue radici e alla [[Berlino]] degli anni venti per trasmettere il tumulto psicologico del protagonista. Come già avvenuto in ''[[La fiamma del peccato]]'', grazie allo spiegamento drammatico di luci ed ombre di Seitz conferì al film uno sguardo rievocativo del [[cinema espressionista]] tedesco, un approccio visivo comune nel periodo ''[[Film noir|noir]]'' di Hollywood che permetteva ai registi di presentare personaggi disturbati attraverso ambienti deformati o riprese distorte.<ref name="tcm.articles"/> Un esempio è rappresentato dalla sequenza in cui l'ombra ingrandita di una bottiglia di [[whisky]] che Don ha precedentemente nascosto nel lampadario viene proiettata sul suo volto, suggerendo come l'alcol abbia gettato un'ombra su tutta la sua vita.<ref name="Phillips.74"/> Come ha osservato la scrittrice [[Joan Didion]], il mondo di Wilder «è quello che si vede all'alba attraverso i postumi di una sbornia... un mondo di aria viziata e drink in cui il ghiaccio si è sciolto, un vero paesaggio di disperazione... il crollo del personaggio è presentato in un vivido stile ''noir''».<ref name="Phillips.74"/>
 
[[File:464 BELLEVUE HOSPITAL, FIRST AVENUE, EAST 26TH STREET AND EAST RIVER.jpg|upright=1.3|thumb|right|<div style="text-align:center;">Una veduta del Bellevue Hospital nel 1893</div>
Al fine di rendere l'atmosfera più realistica, Wilder si accordò con le autorità del Bellevue Hospital per girare la scena in cui Don è costretto a passare la notte nel "reparto alcolisti". Milland si vide consegnare un pigiama e un accappatoio logoro e gli fu assegnato un angusto letto di ferro.<ref name="Phillips.77"/> «Il luogo era una moltitudine di odori, ma quello dominante era quello di un pozzo nero», ha scritto l'attore nella sua autobiografia.<ref name=Milland.224>{{Cita|Milland (1975)|p. 224}}</ref> Durante la notte fu svegliato da un nuovo arrivato, un uomo in preda ad una crisi isterica che gli addetti alla sicurezza cercavano di tenere fermo. «All'improvviso il reparto divenne una bolgia... sapevo che stavo guardando in un inferno senza fondo».<ref name="Milland.224"/> Milland fuggì in strada e tentò di fermare un taxi ma un poliziotto riconobbe l'accappatoio del Bellevue e lo riportò dentro. Fortunatamente gli fu permesso di chiamare Wilder che riuscì a chiarire l'equivoco, così che la lavorazione riprese nel giro di qualche giorno.<ref name="Phillips.77"/>
 
Dopo l'uscita del film l'amministrazione del Bellevue non fu affatto contenta di come l'ospedale era stato rappresentato e giurò di non collaborare mai più con [[Hollywood]]. Il primo a farne le spese fu [[George Seaton]] che nel 1947 si vide negare la possibilità di girare alcune sequenze per ''[[Il miracolo della 34ª strada]]'': «Il responsabile dell'ospedale mi mise praticamente alla porta perché era ancora infuriato per aver dato a Wilder il permesso di girare nell'ospedale».<ref name="tcm.articles"/>
 
Le riprese a New York furono completate il 19 ottobre 1944 e proseguirono fino al 30 dicembre nei [[Paramount Studios]] di Hollywood,<ref name=Phillips.78>{{Cita|Phillips (2010)|p. 78}}</ref> dove Earl Hedrick costruì una replica del P.J. Clarke's Pub talmente fedele che ogni pomeriggio per una settimana, alle 17:00 in punto lo scrittore e umorista [[Robert Benchley]] entrò e ordinò un bicchiere di [[bourbon]] a [[Howard Da Silva]], andandosene dopo aver chiacchierato con lui del più e del meno e aver lasciato 50 centesimi sul bancone.<ref name="tcm.articles"/><ref name="Phillips.77"/>
 
== L'anteprima a Santa Barbara ==
Terminato il montaggio, nell'aprile 1945 lo studio organizzò un'anteprima a [[Santa Barbara (California)|Santa Barbara]] che si rivelò disastrosa. «La gente rise fin dall'inizio», ha ricordato Wilder, «risero quando il fratello di Birnam trova la bottiglia fuori dalla finestra, risero quando svuota il whisky nel lavandino».<ref name="tcm.articles"/> Il romanzo non era ancora diventato un best-seller e gli spettatori si aspettavano la solita farsa, ma non appena scoprirono che non si trattava di una commedia lasciarono in massa la sala di proiezione. [[Y. Frank Freeman]], contrario al film sin dall'inizio, trovò il pretesto per opporsi alla sua distribuzione sottolineando che ''Giorni perduti'' era costato 1,3 milioni di dollari e che non era intenzionato a gettarne al vento altri 2 per la distribuzione e la pubblicità.<ref name=Phillips.82>{{Cita|Phillips (2010)|p. 82}}</ref>
 
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 400px
|titolo = <div style="text-align:center;">Billy Wilder in Germania</div>
|contenuto = Nel maggio 1945, consapevole che la decisione della Paramount su ''Giorni perduti'' non sarebbe stata imminente, Wilder accettò l'invito del [[Governo federale degli Stati Uniti d'America|Governo federale]] degli Stati Uniti ad unirsi temporaneamente alla Psychological Warfare Division e si recò in [[Germania]] per supervisionare il montaggio del cortometraggio anti-nazista ''[[I mulini della morte]]''. Una volta terminato il lavoro apprese che il suo film stava vivendo un rinnovato interesse tra i dirigenti dello studio e a metà settembre fece ritorno a [[Hollywood]].<ref name="tcm.articles"/><ref name="Phillips.83"/>
}}
 
Wilder non si dette per vinto e attribuì la colpa dell'accoglienza al fatto che la copia proiettata aveva una colonna sonora temporanea di stile jazzistico dato che il compositore ungherese [[Miklos Rozsa]] non aveva ancora finito la sua partitura. Lo stesso Rozsa definì la traccia musicale "disastrosamente inappropriata" e per la colonna sonora fece un ampio uso del [[theremin]] (suonato da Samuel Hoffman), uno strumento musicale elettronico con un suono acuto e tremolante che aveva appena utilizzato in ''[[Io ti salverò]]'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] e che aumentò l'atmosfera inquietante del film.<ref name="Phillips.82"/> Wilder fece anche delle modifiche al montaggio con Doane Harrison e il ​​10 aprile girò di nuovo la scena finale in cui Helen tenta di dissuadere Don dal suicidio per renderla più drammatica.<ref name=Phillips.83>{{Cita|Phillips (2010)|p. 83}}</ref>
 
Quando il 9 agosto 1945 la Paramount organizzò una proiezione privata con rappresentanti dell'industria cinematografica, la versione definitiva del film venne accolta favorevolmente e lo studio annunciò la decisione di distribuire il film.<ref name="Phillips.83"/>
 
== I problemi con l'industria dei liquori ==
[[File:FrankCostello.jpg|upright=0.8|thumb|left|Il mafioso italo-americano Frank Costello
Mentre Wilder era in Germania, le compagnie di distillazione protestarono per il fatto che il film avrebbe pregiudicato il loro prodotto presso il pubblico e si unirono per fare pressioni contro la produzione.<ref name="afi">{{Cita web|url=https://catalog.afi.com/Catalog/MovieDetails/24487|titolo=The Lost Weekend (1945)|editore=www.catalog.afi.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref> La Allied Liquor Industries pubblicò una lettera aperta in cui espresse il timore che i "professionisti dell'astinenza" non avrebbero esitato a indicare il protagonista come «tipico esempio di chiunque sorseggi un cocktail leggero anche solo occasionalmente» e che avrebbero usato il film come arma per reintrodurre il proibizionismo.<ref name="afi"/>
 
I lobbisti dei liquori arrivarono ad autorizzare il malavitoso [[Frank Costello]] a fare un'offerta di 5 milioni di dollari per acquistare il negativo originale del film e tutte le stampe esistenti al fine di bruciarle. Freeman ritenne l'offerta allettante ma il direttore della Paramount si rifiutò di accettare una bustarella da parte della mafia e dichiarò categoricamente: «Una volta che facciamo un film non lo buttiamo nel cesso».<ref name="Phillips.83"/>
 
In effetti alcune associazioni antialcoliche accusarono il film di promuovere il consumo di liquori e un comitato dell'Ohio riuscì a far eliminare dal film una frase pronunciata dall'infermiere Bim nella scena girata nel Bellevue Hospital («Il proibizionismo, è quello che ha fatto cominciare la maggior parte di questi ragazzi») e il riferimento agli «astemi di provincia dalla mentalità ristretta».<ref name="tcm.articles"/>
 
Una volta diventato evidente il successo unanime di pubblico e critica di ''Giorni perduti'', i lobbisti dei liquori cambiarono decisamente la loro posizione schierandosi a favore del film. La [[Seagram|Seagram Company Ltd.]] rilasciò un comunicato stampa in cui dichiarò che la Paramount era riuscita «a imprimere nei cuori e nelle menti di tutti coloro che vedono questa vivida storia la nostra convinzione da lungo tempo sostenuta che alcuni uomini non dovrebbero bere!»<ref name=Phillips.84>{{Cita|Phillips (2010)|p. 84}}</ref>
 
== Distribuzione ==
[[File:1946 - Colonial Theater Ad - 5 Feb MC - Allentown PA.jpg|upright=1.1|thumb|right|Una locandina promozionale del film.
Su decisione della [[Paramount]] la ''[[première]]'' si tenne nel Regno Unito, dove ''Giorni perduti'' fu proiettato il 5 ottobre 1945.<ref name="imdb.release">{{Cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0037884/releaseinfo?ref_=tt_ql_dt_2|titolo=Giorni perduti - Release Info|editore=www.imdb.com|accesso=5 novembre 2018}}</ref> «[[Londra]] è un tripudio di elogi per ''Giorni perduti''», scrisse ''[[The Hollywood Reporter]]'', «dove nonostante la scarsità di giornali ha ottenuto più commenti di qualsiasi altro film da ''[[Via col vento]]''».<ref name=Sikov.255>{{Cita|Sikov (2017)|p. 255}}</ref> Dati i problemi già avuti in patria, per evitare di urtare la sensibilità degli anglosassoni lo studio aggiunse il sottotitolo ''Diary of a Dipsomaniac'' e fece proiettare un trailer speciale con il seguente [[disclaimer]]: «Signore e signori, poiché quello che viene rappresentato sullo schermo è un argomento insolito, ci è stato richiesto di avvisarvi sulle tristi e realistiche scene contenute in questo diario senza uguali che porta con sé una morale così potente».<ref name="tcm.articles"/>
 
Negli Stati Uniti uscì il 16 novembre e nel 1946 fu presentato in concorso al [[Festival di Cannes]].<ref name="afi"/> Lo stesso anno fu oggetto di un adattamento radiofonico di 30 minuti, trasmesso il 7 gennaio nella [[serie antologica]] della [[CBS]] ''The Screen Guild Theater'' con Ray Milland e Jane Wyman negli stessi ruoli del film.<ref name="audio">{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20100917183507/https://audio-classics.com/lthescreenguildtheater.html|titolo=Radio Broadcast Log Of: The Screen Guild Theater|editore=www.archive.org|accesso=25 ottobre 2018}}</ref>
 
=== Date di uscita ===
* [[Regno Unito]] (''The Lost Weekend: Diary of a Dipsomaniac'') – 5 ottobre 1945
* [[Stati Uniti]] (''The Lost Weekend'') – 16 novembre 1945
* [[Messico]] (''Días sin huella'') – 23 maggio 1946
* [[Argentina]] (''Días sin huella'') – 2 luglio 1946
* [[Svezia]] (''Förspillda dagar'') – 3 settembre 1946
* [[Finlandia]] (''Tuhlattuja päiviä'') – 11 ottobre 1946
* [[Italia]] (''Giorni perduti'') – 26 gennaio 1947
* [[Francia]] (''Le poison'') – 14 febbraio 1947
* [[Paesi Bassi]] (''The Lost Weekend'') – 6 giugno 1947
* [[Portogallo]] (''Farrapo Humano'') – 24 ottobre 1947
* [[Giappone]] (''失われた週末'') – 5 dicembre 1947
* [[Danimarca]] (''Forspildte dage'') – 21 aprile 1948
* [[Spagna]] (''Días sin huella'') – 14 febbraio 1949
 
=== Home video ===
La prima edizione in [[DVD]] è stata distribuita dalla [[Universal Studios]] il 6 febbraio 2001, seguita da diverse riedizioni tra cui quella uscita il 4 settembre 2012 per il 100º anniversario della Universal.<ref name="allmovie.releases">{{Cita web|url=https://www.allmovie.com/movie/the-lost-weekend-v30170/releases|titolo=The Lost Weekend (1945) - Releases|editore=www.allmovie.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref>
 
== Accoglienza ==
=== Incassi ===
Il film ottenne ottimi risultati al ''[[box office]]'' incassando 11 milioni di dollari, di cui 4,8 negli [[Stati Uniti]].<ref name="numbers">{{Cita web|url=https://www.the-numbers.com/movie/Lost-Weekend-The#tab=summary|titolo=The Lost Weekend (1945)|editore=www.the-numbers.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref>
 
=== Critica ===
Sebbene fosse stato inizialmente considerato un soggetto inappropriato per il cinema, ''Giorni perduti'' fu acclamato dalla critica e lo stesso Charles R. Jackson apprezzò il modo in cui il suo romanzo era stato trasposto sullo schermo, affermando che nel film erano stati introdotti elementi a cui avrebbe voluto pensare lui per primo.<ref name="tcm.articles"/><ref name="afi"/> ''[[Film Daily|The Film Daily]]'' lo giudicò il miglior film dell'anno e il ''[[Daily News (New York)|Daily News]]'' «il film più audace mai uscito da [[Hollywood]]», mentre il ''[[New York Herald Tribune]]'' parlò di «una pietra miliare nel cinema... un capolavoro in ogni dettaglio... memorabile e profondamente commovente», paragonandolo a pellicole come ''[[Il traditore (film 1935)|Il traditore]]'', ''[[Furore (film)|Furore]]'' e ''[[Alba fatale]]''.<ref name="tcm.articles"/>
 
La rivista ''[[Variety (rivista)|Variety]]'' accolse il film come «intenso, morboso ed elettrizzante» e quella di [[Ray Milland]] un'interpretazione «con la quale l'industria del cinema dovrà fare i conti quando assegnerà i suoi premi annuali».<ref name="tcm.articles"/> Analogo il giudizio della giornalista [[Hedda Hopper]] che sul ''[[Los Angeles Times]]'' giudicò la prova di Milland «un fermo invito per un [[Premio Oscar|Oscar]]».<ref name="tcm.articles"/> [[James Agee]] su ''[[The Nation]]'' definì il film «insolitamente duro, teso, crudele, intelligente e diretto», pur affermando che non apportava niente di «nuovo, distintamente personale o fortemente creativo».<ref name="nation">{{Cita web|url=https://www.thenation.com/article/lost-weekend/|titolo=The Lost Weekend|editore=www.thenation.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref> Un'altra osservazione arrivò dal critico Stephen Farber che giudicò il finale non coerente con il resto del film: «I cambiamenti dell'ultimo minuto di Wilder sono seccanti... Certo, questi cambiamenti sono possibili ma Wilder raramente riesce a drammatizzarli, il suo impegno appare nell'atteggiamento cinico espresso nei primi tre quarti dei suoi film. Le conclusioni moralmente edificanti sono recitate quasi invariabilmente senza convinzione».<ref name="Phillips.81"/> Allo stesso proposito, il critico Andrew Sarris ha definito il regista «troppo cinico anche per credere nel suo stesso cinismo»,<ref name="Phillips.81"/> aggiungendo al contempo che il film «ha resistito alla prova del tempo come film noir espressionista degli anni quaranta, soprattutto per fattori come il [[theremin]] della colonna sonora di [[Miklós Rózsa]] e le immagini allucinatorie di un pipistrello in picchiata e un topo sanguinante».<ref name="Phillips.84"/>
 
Il ''New York World-Telegram'' lo descrisse come «un miracolo di abilità cinematografica ispirata» e sottolineò in particolare il "talento insospettato" espresso da [[Jane Wyman]], così come il ''[[New York Times]]'' sul quale [[Bosley Crowther]] scrisse che l'attrice aveva assunto con grande autorità un ruolo diverso da quello stereotipato dell'allegra ingenua per la quale era conosciuta fino ad allora.<ref name="tcm.articles"/><ref name="nyt">{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/1945/12/03/archives/the-screen-the-lost-weekend-in-which-ray-milland-presents-a-study.html|titolo=The Screen; "The Lost Week-End", in Which Ray Milland Presents a Study in Dipsomania, Makes Its Appearance of the Rivoli|editore=www.nytimes.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref> Nella sua recensione Crowther aggiunse: «Non raccomanderei questo film per una spensierata serata in città, ma è certamente un dramma travolgente che ogni spettatore adulto dovrebbe vedere».
 
== Riconoscimenti ==
Durante la cerimonia degli [[Premio Oscar|Oscar]], Billy Wilder disse di aver avuto la sensazione che l'[[Academy of Motion Picture Arts and Sciences|Academy]] lo avesse premiato per averlo trascurato l'anno prima per ''[[La fiamma del peccato]]'': «Così nel 1945 hanno rimediato. È molto gratificante vincere perché è un riconoscimento del tuo lavoro».<ref name=Phillips.85>{{Cita|Phillips (2010)|p. 85}}</ref> A proposito del premio vinto da Ray Milland come miglior attore protagonista, lo stesso Wilder ha affermato anni dopo di non essere rimasto sorpreso: «Sapevo che quello che aveva interpretato l'ubriaco avrebbe ricevuto l'Oscar... Milland non era sicuramente un attore da Oscar, ma è morto ora quindi posso dirlo... Se sei uno storpio, se balbetti, se sei un alcolista, la gente pensa che sia una grande esempio di recitazione. Un attore non può vincere un Oscar interpretando parti alla [[Cary Grant]]... Non c'è niente di straordinario nell'entrare e dire "Nessuno che vuol giocare a tennis?"»<ref name="Phillips.85"/>
 
{{Colonne}}
* '''[[Premi Oscar 1946|1946]]''' – '''[[Premio Oscar]]'''
:[[Oscar al miglior film|Miglior film]] a [[Charles Brackett]]<br />
:[[Oscar al miglior regista|Miglior regista]] a [[Billy Wilder]]<br />
:[[Oscar al miglior attore protagonista|Miglior attore protagonista]] a [[Ray Milland]]<br />
:[[Oscar alla migliore sceneggiatura non originale|Migliore sceneggiatura non originale]] a Charles Brackett e Billy Wilder<br />
:''Candidatura per la [[Oscar alla migliore fotografia|migliore fotografia]]'' a [[John F. Seitz]]<br />
:''Candidatura per il [[Oscar al miglior montaggio|miglior montaggio]]'' a [[Doane Harrison]]<br />
:''Candidatura per la [[Oscar alla migliore colonna sonora|migliore colonna sonora]]'' a [[Miklós Rózsa]]
* '''[[Golden Globe 1946|1946]]''' – '''[[Golden Globe]]'''
:[[Golden Globe per il miglior film drammatico|Miglior film drammatico]]<br />
:[[Golden Globe per il miglior regista|Miglior regista]] a Billy Wilder<br />
:[[Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico|Miglior attore protagonista]] a Ray Milland
{{Colonne spezza}}
* '''[[Festival di Cannes 1946|1946]]''' – '''[[Festival di Cannes]]'''
:[[Palma d'oro|Grand Prix du Festival]]<br />
:[[Prix d'interprétation masculine|Miglior interpretazione maschile]] a Ray Milland
* '''[[National Board of Review Awards 1945|1945]]''' – '''[[National Board of Review#National Board of Review of Motion Pictures Awards|National Board of Review of Motion Pictures Awards]]'''
:[[National Board of Review Award al miglior attore|Miglior attore]] a Ray Milland<br />
:[[National Board Review Top Ten Films|Top Ten Films]]
* '''[[New York Film Critics Circle Awards 1945|1945]]''' – '''[[New York Film Critics Circle Awards]]'''
:[[New York Film Critics Circle Award al miglior film|Miglior film]]<br />
:[[New York Film Critics Circle Award al miglior regista|Miglior regista]] a Billy Wilder<br />
:[[New York Film Critics Circle Award al miglior attore protagonista|Miglior attore]] a Ray Milland
{{Colonne fine}}
 
== Colonna sonora ==
La colonna sonora originale, realizzata da [[Miklós Rózsa]] ed eseguita negli studi della [[Paramount]] da un'orchestra di 59 elementi diretta da Irvin Talbot,<ref name="imdb.cast">{{Cita web|url=https://www.imdb.com/title/tt0037884/fullcredits?ref_=tt_ql_1|titolo=Giorni perduti - Full Cast & Crew|editore=www.imdb.com|accesso=5 novembre 2018}}</ref> è stata pubblicata per la prima volta nel 2015 dalla Intrada Records.<ref name="discogs">{{Cita web|url=https://www.discogs.com/it/Mikl%C3%B3s-R%C3%B3zsa-The-Lost-Weekend/release/8363649|titolo=Miklós Rózsa ‎– The Lost Weekend|editore=www.discogs.com|accesso=25 ottobre 2018}}</ref>
 
=== Tracce ===
{{Div col|2}}
# ''Prelude (alternate)/New York Skyline'' – 02:14
# ''Don Stays Home/The Weekend Begins'' – 03:47
# ''Rye and William Shakespeare'' – 01:25
# ''Broken Date and Hidden Bottle'' – 03:45
# ''Phone Call (new version)'' – 02:04
# ''Frustration'' – 04:32
# ''The Novel'' – 03:23
# ''Bottle Is Discovered'' – 01:50
# ''Morning and Telephone'' – 02:06
# ''The Walk (new version)'' – 04:20
# ''Gloria and Fall'' – 03:05
# ''The Alcoholic Ward/Night Alcoholic Ward/The Elevated'' – 04:53
# ''Dawn/Nightmare'' – 07:19
# ''The Rainy Day'' – 02:04
# ''Suicide Attempt'' – 05:22
# ''Long Finale'' – 02:09
 
'''Extra'''
# ''Prelude/Meet the People'' – 01:51
# ''Rye and William Shakespeare (short version)'' – 01:16
# ''Phone Call (original version)'' – 01:52
# ''The Walk (original version)'' – 04:34
# ''Alternate Finale/Cast of Characters'' – 02:26
# ''Wild Theremin'' – 00:45
{{Div col end}}
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterniBibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Some Like It Wilder: The Life and Controversial Films of Billy Wilder|autore=Gene Phillips|anno=2010|editore=University Press of Kentucky|ISBN=9780813173672|url=https://books.google.it/books/about/Some_Like_It_Wilder.html?id=5uohNoRFkwIC&redir_esc=y|lingua=en}}
* Rita Fresu, [http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/errori/Fresu.html ''Malapropismo, quel vocabolo deforme''], «''Magazine''», [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]
* {{cita libro|titolo=On Sunset Boulevard: The Life and Times of Billy Wilder|autore=Ed Sikov|anno=2017|editore=University Press of Mississippi|ISBN=9781496812452|url=https://books.google.it/books/about/On_Sunset_Boulevard.html?id=BsKLvgAACAAJ&redir_esc=y|lingua=en}}
* {{cita libro|titolo=Wide-eyed in Babylon: an autobiography|autore=Ray Milland|anno=1975|editore=The Bodley Head, London|ISBN=9780370103600|url=https://books.google.it/books/about/Wide_eyed_in_Babylon.html?id=jYlZAAAAMAAJ&redir_esc=y|lingua=en}}
 
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{{interprogetto
{{interprogetto
 
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[[Categoria:Film girati a New York
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[[hu:Paronímia]]
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[[pt:Paronimia]]
[[ro:Paronim]]
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[[sh:Paronim]]
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