Palazzo Ducale (Venezia) e Saint-Hippolyte (Cantal): differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{Coord|45.433843|12.34028|scale:2000|format=dms|display=title}}
|Nome = Saint-Hippolyte
[[File:Palazzo Ducale.JPG|thumb|right|500px|Palazzo Ducale]]
|Nome ufficiale =
Il '''Palazzo Ducale''', uno dei simboli della città di [[Venezia]] e capolavoro del [[Gotico italiano|gotico veneziano]], sorge nell'area monumentale di [[piazza San Marco]], tra la ''Piazzetta'' e il ''Molo''. Antica sede del [[Doge (Venezia)|Doge]] e delle [[Repubblica di Venezia|magistrature veneziane]], ne ha seguito la storia, dagli albori sino alla caduta, ed è oggi sede del '''Museo Civico di Palazzo Ducale'''.
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera =
|Stemma =
|Voce stemma =
|Stato = FRA
|Grado amministrativo = 5
|Divisione amm grado 1 = Alvernia-Rodano-Alpi
|Divisione amm grado 2 = Cantal
|Divisione amm grado 3 = Mauriac
|Divisione amm grado 4 = Riom-ès-Montagnes
|Amministratore locale =
|Partito =
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Latitudine decimale = 45.225
|Longitudine decimale = 2.705
|Superficie = 14
|Abitanti = 112
|Note abitanti = [http://www.insee.fr/fr/ppp/bases-de-donnees/recensement/populations-legales/commune.asp?annee=2009&depcom=15190 INSEE popolazione legale totale 2009]
|Aggiornamento abitanti = 2009
|Divisioni confinanti =
|Prefisso =
|Codice catastale =
|Targa =
|Nome abitanti =
|Patrono =
|Festivo =
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
'''Saint-Hippolyte''' è un [[comuni della Francia|comune francese]] di 112 abitanti situato nel dipartimento del [[Cantal]] nella regione dell'[[Alvernia-Rodano-Alpi]].
 
==Società==
Nel [[2010]] è stato visitato da 1.358.186 persone.<ref>[http://static.touring.it/store/document/21_file.pdf Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009]</ref>
===Evoluzione demografica===
 
{{Demografia/Saint-Hippolyte (Cantal)}}
== Storia ==
[[File:Palazzo Ducale.jpg|thumb|300px|Il Palazzo Ducale]]
L'edificazione del palazzo iniziò presumibilmente nel [[IX secolo]], a seguito del trasferimento della sede ducale da [[Malamocco]] all'odierna [[Venezia]], definitivamente sancito nell'[[812]] durante il [[dogado]] di [[Angelo Partecipazio]].
 
Seguì la ricostruzione avviata da [[Pietro I Orseolo]] ([[976]]-[[979]]), un nucleo fortificato costituito da un corpo centrale e da torri angolari, circondato dall'acqua, le cui tracce ancora si intuiscono nell'assetto del piano loggiato.
 
Il complesso subì una prima grande ristrutturazione, che trasformò la fortezza originaria in un elegante palazzo privo di fortificazioni, nel [[XII secolo]] durante il [[dogado]] [[Sebastiano Ziani]]. Un nuovo ampliamento fu realizzato tra la fine del [[XIII secolo|‘200]] e i primi del [[XIV secolo|300]], per servire le nuove esigenze dello stato repubblicano seguite alla [[Serrata del Maggior Consiglio]], la cui sala venne ampliata.
Nel [[1310]] venne represso un tentativo di assalto al palazzo nel corso di una congiura guidata da [[Bajamonte Tiepolo]].
 
A partire dal [[1340]], sotto il dogado di [[Bartolomeo Gradenigo]], il palazzo cominciò una radicale trasformazione verso la forma attuale. Nel [[1404]] venne terminata la facciata sul molo, nel [[1423]], vennero avviati i lavori sul lato verso la piazzetta e la basilica, nel [[1439]] iniziarono anche i lavori per la ''Porta della Carta''.
Dopo il grande incendio del [[1483]] venne riedificata la parte interna, cioè quella sul lato del rio di Palazzo che termina con il [[Ponte della Paglia]],i cui lavori che proseguirono sino al [[1492]] e la costruzione della ''Scala dei Giganti''.
 
L’[[11 maggio]] [[1574]] un incendio distrusse alcune sale di rappresentanza al [[piano nobile]]. Decisa immediatamente la ricostruzione, la direzione tecnica ed esecutiva venne affidata al “proto” [[Antonio da Ponte]], affiancato da [[Andrea Palladio]]
 
La presenza di Palladio a Palazzo Ducale è documentata pure tra il [[1577]] e il [[1578]], per il restauro dell’edificio danneggiato da un secondo grave incendio ([[20 dicembre]] [[1577]]) in cui andarono perduti importanti cicli pittorici. Anche in questo caso, le ipotesi di una sua proposta concreta lasciano dubbi tra la critica. Tra il [[1575]] e il [[1580]] [[Tiziano]] e [[Paolo Veronese|Veronese]] vennero a loro volta chiamati a decorare gli interni del palazzo e la loro opera finì per inserirsi nella ricostruzione delle sale dell'ala meridionale seguita all'incendio del 20 dicembre 1577.
 
All'inizio del [[XVII secolo]] furono aggiunte le cosiddette [[Prigioni Nuove]], al di là del rio, ad opera dell'architetto [[Antonio Contin]]. Questo nuovo corpo di fabbrica, sede dei [[Signori della Notte]], magistrati incaricati di prevenire e reprimere reati penali, viene collegato al Palazzo tramite il [[Ponte dei Sospiri]], percorso dai condannati tradotti dal Palazzo, sede dei tribunali, alle prigioni.
 
Dopo la caduta della [[Repubblica di Venezia]], la cui fine fu decretata nella seduta del Maggior Consiglio del [[12 maggio]] [[1797]], il Palazzo non venne più utilizzato come sede del principe e delle magistrature, ma fu adibito a sede di uffici amministrativi degli [[Primo Impero francese|imperi napoleonico]] e [[Impero austriaco|asburgico]]. Le prigioni, denominate ''[[Piombi]]'', conservarono la loro funzione e furono oggetto degli scritti di [[Silvio Pellico]]. Con l'annessione di Venezia al [[Regno d'Italia]] il Palazzo subì cospicui restauri e nel [[1923]] venne destinato a [[museo]], quale è tuttora.
 
== Il complesso ==
 
=== Esterni ===
Palazzo Ducale si sviluppa su tre ali attorno ai lati di un ampio cortile centrale porticato, il cui quarto lato è costituito dal corpo laterale della [[Basilica di San Marco (Venezia)|basilica marciana]], antica cappella palatina.
 
==== Facciate ====
[[File:Veneto Venezia3 tango7174.jpg|thumb|upright=1.3|La facciata verso la piazzetta]]
 
Le due facciate principali del palazzo, in stile [[gotico|gotico-veneziano]] rivolte verso la [[piazzetta San Marco|piazzetta]] ed il
[[Molo (San Marco)|molo]] si sviluppano su due livelli colonnati sovrastati da un poderoso corpo a marmi intarsiati aperto da grandi finestroni ogivali, con monumentale balcone centrale, e coronamento di guglie.
Gli ariosi loggiati a colonnine ed archi ogivali traforati, delimitati da balaustre, sono sorretti dal portico al piano terreno, che deve l'attuale aspetto ribassato alle successive opere di rialzo della pavimentazione per combattere il secolare innalzamento del livello marino, che hanno conferito un aspetto più massiccio alle colonne sormontate da capitelli finemente scolpiti.
 
Nella parte più antica, rivolta verso il molo, si trovano capitelli trecenteschi, mentre le sculture angolari sono attribuite a [[Filippo Calendario]] o ad artisti lombardi quali i [[Raverti]] o i [[Bregno]] e raffigurano, nell'angolo verso il [[ponte della Paglia]], ''[[arcangelo Raffaele|Raffaele]] [[Libro di Tobia|e Tobiolo]]'' e l’''[[Noè|Ebbrezza di Noè]]'', mentre verso la piazzetta si trovano l’''[[Arcangelo Michele]]'' e ''[[Adamo]] [[Eva (Bibbia)|ed Eva]]''. Il balcone centrale è di [[Pier Paolo Dalle Masegne]] e il coronamento ricostruito nel [[1579]] dopo il terremoto nel [[1511]], con il collocamento della ''[[Giustizia (divinità)|Giustizia]]'' di [[Alessandro Vittoria]]: la statua di ''[[San Giorgio]]'' è opera di [[Giovanni Battista Pellegrini]], e le altre statue rappresentano ''[[San Teodoro di Amasea|San Teodoro]]'', le ''[[Virtù Cardinali]]'', ''[[San Marco Evangelista]]'', ''[[San Pietro]]'' e ''[[San Paolo]]''.
Verso la piazzetta, alla tredicesima colonna del loggiato spicca la ''[[Giustizia (divinità)|Giustizia in trono]]'', mentre sull'angolo verso la ''Porta della Carta'' sono il ''[[Re Salomone|Giudizio di Salomone]]'' e l’''[[Arcangelo Gabriele]]'', attribuiti a [[Bartolomeo Bon]].
 
==== Porta della Carta ====
Ingresso monumentale del palazzo, deve il suo nome all'usanza di affiggervi le nuove leggi e decreti oppure alla presenza sul luogo degli scrivani pubblici o dal fatto che vi fossero nei pressi gli archivi di documenti statali.
Fu costruita in stile [[gotico fiorito]] da [[Giovanni Bon|Giovanni]] e [[Bartolomeo Bon]]: sull’architrave si legge difatti l'incisione OPVS BARTHOLOMEI (opera di Bartolomeo). Ricchissimo l'apparato scultureo e decorativo, in origine dipinto e dorato.
Nei due pinnacoli laterali sono due figure di ''[[Virtù Cardinali]]'' per lato, attribuite al [[Bregno]], e a coronamento è il busto dell’[[San Marco Evangelista|Evangelista]] sovrastato dalla figura della ''[[Giustizia (divinità)|Giustizia]]'' con spada e bilancia. Centrale nell'apparato è la raffigurazione del doge [[Francesco Foscari]] in ginocchio davanti al [[leone marciano]]: si tratta di un rifacimento ottocentesco opera di [[Luigi Ferrari (artista)|Luigi Ferrari]] in sostituzione dell’originale distrutto dai [[Francesi]] nel [[1797]].
 
==== Cortile ====
[[File:San Marco backside Venice.jpg|200px|thumb|Cortile]]
Accesso principale al cortile è la ''Porta della Carta'', che, attraverso l' ''Androne Foscari'', lungo ambiente di passaggio addossato alla basilica, conduce all'arco trionfale dedicato allo stesso doge [[Francesco Foscari]].
Il passaggio indirizza direttamente alla monumentale ''Scala dei Giganti'', addossata alla facciata orientale.
 
Il cortile è completamente cinto da portici, sormontati da logge, riproponenti lo schema esterno dell'edificio.
Mentre le due facciate interne meridionale ed orientale, in mattoni, conservano il caratteristico aspetto [[gotico|gotico veneziano]] delle facciate esterne, la facciata orientale del cortile, sulla quale conduce lo scalone monumentale, è caratterizzata da una decorazione marmorea in stile rinascimentale, su progetto dell'architetto [[Antonio Rizzo]], conseguente alla radicale ricostruzione dell'area a seguito del furioso incendio del [[1483]].
 
Nel cortile, nel quale si tenevano le cerimonie dell'incoronazione ducale, tornei e un'annuale caccia ai tori, troneggiano due grandi vere da pozzo per l'approvvigionamento idrico del complesso ([[Pozzo dell'Alberghetti]]).
La pavimentazione in trachite ed elementi marmorei ricalca quella esterna della piazza.
 
=== Scala dei Giganti e la Scala d'Oro ===
 
[[File:Francesco Hayez 010.jpg|thumb|150px|Esecuzione di Marino Falier sulla ''Scala dei Giganti'' in un dipinto di [[Hayez]]]]
 
Eretta tra il [[1483]] e il [[1491]] su progetto di [[Antonio Rizzo (architetto)|Antonio Rizzo]], la ''Scala dei Giganti'' deve il nome alle due statue marmoree del [[Jacopo Sansovino|Sansovino]] raffiguranti [[Marte (divinità)|Marte]] e [[Nettuno (divinità)|Nettuno]] qui poste nel [[1567]]. Lo scalone monumentale collega il cortile alla loggia interna del primo piano ed era il luogo deputato alla cerimonia dell'incoronazione ducale.
Le due statue colossali dovevano rappresentare la potenza e il dominio di Venezia sulla [[Domini di Terraferma|terraferma]] e sul [[Stato da Màr|Mare]].
 
Naturale prosecuzione della ''Scala dei Giganti'' è la ''Scala d'Oro'', così chiamata per le ricche decorazioni in stucco bianco e foglia d'oro zecchino della volta. Nonostante l'ingannevole presenza dello stemma del doge [[Andrea Gritti]] in chiave d'arco, la scala d'oro fu costruita durante il dogado del doge Lorenzo Priuli su progetto del Sansovino tra il [[1555]] e il [[1559]]. Infatti l'arco con lo stemma del Gritti era stato eretto precedentemente e dava su una scala lignea provvisoria. Quale scala d’onore, la "Scala d'Oro" conduce su due rampe dal piano delle logge ai due piani superiori, su ciascuno dei quali si apre in un vestibolo con ampie vetrate.
 
=== Piano delle Logge ===
[[File:Francesco Hayez 012.jpg|200px|left|thumb|Commiato del figlio esiliato del doge Francesco Foscari dal padre sulla loggia del palazzo in un dipinto di [[Hayez]]]]
 
In cima alla ''Scala dei Giganti'' si trova il vasto sistema di loggiati che, circondando il palazzo dall'interno e dall'esterno e conservando parte dell'impianto della fortezza originaria, sorreggono l'imponente mole sovrastante, conferendo a Palazzo Ducale la tipica sensazione di rovesciamento, con la parte chiusa massiccia al disopra e quella aerea e leggera al disotto.
 
In questo piano trovavano spazio una serie di ambienti minori destinati all'amministrazione e ai servizi del palazzo, oltre alla ''Cancelleria Ducale Inferiore'', parte dell'archivio.
 
Sempre su tale piano trovavano collocazione due importanti ambienti:
* la ''Sala dello Scrigno'', nella quale trovavano collocazione il [[Libro d'Oro]], in cui erano iscritti tutti i nomi dei [[patrizio (titolo)|patrizi veneziani]], e il [[Libro d'Argento]], nel quale erano elencate le famiglie degli [[cittadini (Venezia)|''Originarii'']], cioè i cittadini veneziani a pieno titolo, cui erano aperte le porte dell'amministrazione, il tutto corredato da documenti in grado di comprovare la regolarità di tali iscrizioni;
* la ''Sala della Milizia da Mar'', organo preposto al reclutamento degli equipaggi per le galee da guerra della potente flotta veneziana.
 
==== Gli ambienti giudiziari del piano loggiato ====
 
Sempre sul piano delle logge si trovano gli ambienti destinati alla giustizia amministrativa: gli ambienti giudiziari costituivano infatti un sistema verticale raccolto nella parte d'angolo tra l'ala del molo e quella del rio di Palazzo e si sviluppavano sull'intera altezza del palazzo, collegandosi tra loro attraverso scale e passaggi. Nel piano a logge trovavano posto:
* la ''Sala dei Censori'', destinata ai magistrati incaricati di mantenere la morale e reprimere la corruzione nell'amministrazione dello Stato e decorata con dipinti del [[Tintoretto]];
* la ''Sala dell'[[Avogaria de Comùn]]'', destinata agli avvocati comunali, responsabili del mantenimento della legalità costituzionale.
Questi spazi conducevano al [[Ponte dei Sospiri]], che, scavalcando il [[rio di Palazzo]], collegava il palazzo all'edificio delle [[Prigioni Nuove]].
 
=== Piano Primo ===
 
Vi da accesso principale la prima rampa della ''Scala d'Oro''. Piano nobile del palazzo, vi trovano collocazione gli ambienti riservati al Doge e gli ambienti destinati alle riunioni e alle votazioni del [[Maggior Consiglio]].
[[File:PiantaPalazzoDucaleVenezia.JPG|thumb|left|400px|Pianta del Palazzo Ducale]]
==== Appartamento Ducale ====
 
Serie di ambienti destinati al principe, affacciati sul [[Rio di Palazzo]], vi si accede dall'atrio al termine della prima rampa della ''Scala d'Oro'', sulla sinistra.
Vi si trovano:
* la ''Sala degli Scarlatti'', destinata ai [[Consiglieri ducali|Consiglieri Ducali]] e che dal colore delle cui vesti prende il nome;
* la ''Sala degli Scudieri'', destinata agli [[scudiere|scudieri]] del Doge;
* la ''Sala dello Scudo'', nella quale il doge regnante esponeva il proprio [[araldica|stemma araldico]] e dava udienze private e banchetti, costituisce un unico con la ''Sala dei Filosfi'', assieme alla quale ricostruisce la tipica forma a T degli ambienti di rappresentanza delle antiche dimore veneziane.
* la ''Sala Grimani'', la ''Sala Erizzo'' e la ''Sala Priuli'', destinate alla vita privata del Doge e con accesso ad un giardino pensile;
* la ''Sala dei Ritratti'' e la ''Sala Corner'';
 
==== Gli ambienti giudiziari del primo piano ====
 
Dal lato opposto rispetto agli appartamenti ducali trovavano posto una serie di spazi dedicati all'amministrazione della giustizia:
* ''Sala del Magistrato alle Leggi'', destinata ai [[Conservatori ed esecutori delle leggi e ordini]], responsabili di far osservare le normative che regolava l’avvocatura;
* ''Sala della [[Supremo Tribunale della Quarantia|Quarantia Criminal]]'', destinata alla giustizia penale e alla sovrintendenza delle finanze e della moneta.
* ''Sala dei Cuoi'', dalle decorazioni in cuoio delle pareti, costituiva l'[[archivio]] della Quarantia;
* ''Sala della [[Supremo Tribunale della Quarantia|Quarantia Civil Vecchia]]'', destinata alla giustizia civile del territorio veneziano e dei domini marittimi;
* ''Sala dell'Armamento'', collegata con la sovrastante ''Armeria'';
 
Questa serie di ambienti da un lato erano raccordati al ''Liagò'', cioè la veranda destinata al passeggio dei nobili durante le pause nelle sedute dell'adiacente Maggior Consiglio, mentre dall'altro erano raccordati con i sovrastanti e sottostanti ambienti giudiziari del secondo piano e del piano delle logge.
 
==== Sala del Maggior Consiglio ====
[[File:Palazzo ducale, sala del maggior consiglio.JPG|thumb|left|250px|Sala del Maggior Consiglio]]
 
Sala principale del Palazzo, situata sull'angolo tra il molo e la piazzetta, riceve luce attraverso sette grandi finestre ogivali. È totalmente sgombra da colonne di sostegno interne, e tuttavia la tenuta strutturale del soffitto risulta possibile grazie a un intelligente sistema di travature e di poderose capriate.
Le sue enormi dimensioni, 53 metri di lunghezza per 25 di larghezza e 12 di altezza, che ne fanno una delle più vaste d’Europa, erano dovute alla sua funzione di riunione per il [[Maggior Consiglio]], assemblea sovrana dello Stato veneziano, formata da tutti i [[patrizio (titolo)|patrizi veneziani]], arrivando a comprendere tra i 1200 e i 2000 membri, che qui trovavano posto su una serie di lunghe panche a doppio seggio poste perpendicolarmente alla parete di fondo, dove trovava posto il podio destinato al Doge e alla [[Serenissima Signoria|Signoria]].
 
Ristrutturata una prima volta nel [[XIV secolo]], le nuove pitture furono affidate al [[Guariento]], a [[Gentile da Fabriano]], al [[Pisanello]] e [[Jacobello del Fiore]].
Distrutta dal fuoco nel [[1577]], la sala venne nuovamente decorata da [[Paolo Veronese|Veronese]], [[Tintoretto]], [[Palma il Giovane]].
Al Tintoretto fu affidata in particolare la decorazione dell'intera parete di fondo, dietro al trono: il Paradiso rappresenta la più grande tela al mondo, realizzata tra il [[1588]] ed il [[1592]], in sostituzione del precedente affresco del Guariento.
 
Immediatamente sotto il soffitto corre un fregio con i ritratti dei primi settantasei dogi della storia veneziana (gli altri si trovano nella sala dello Scrutinio). Si tratta di effigi immaginarie, visto che quelle precedenti il 1577 furono distrutte nell’incendio, commissionate a Jacopo Tintoretto ma eseguite in gran parte dal figlio Domenico. Sul cartiglio che ogni doge tiene in mano sono riportate le opere più importanti del suo dogado. Il doge Marin Faliero, che tentò un colpo di stato nel 1355, è rappresentato da un drappo nero: condannato in vita alla decapitazione e alla damnatio memoriae, ossia alla cancellazione totale del suo nome e della sua immagine, come traditore dell’istituzione repubblicana.
 
==== Sala dello Scrutinio ====
 
Situato nell'ala rivolta verso la piazzetta e direttamente collegato alla sala del Maggior Consiglio, questo vasto ambiente venne realizzato durante il dogado di [[Francesco Foscari]], per contenervi la [[Biblioteca Marciana]]. A partire dal [[1532]], tuttavia, essa divenne il luogo deputato agli [[scrutinio|scrutinii]], delle frequenti e continue deliberazioni delle assemblee della Repubblica. La biblioteca trovò invece diversa collocazione nel nuovo e prospiciente edificio della [[Libreria Marciana|Libreria]].
Devastata anche questa sala dal fuoco del [[1577]], il nuovo ciclo decorativo venne realizzato tra il [[1578]] ed il [[1615]] con raffigurazioni a carattere militare riguardanti le conquiste della Repubblica.
La sala termina con un maestoso arco trionfale di [[Andrea Tirali]], in onore del doge [[Francesco Morosini|Francesco Morosini il Peloponnesiaco]].
 
=== Piano Secondo ===
 
Vi conduce la seconda rampa della ''Scala d'Oro'', che termina nel cosiddetto ''Atrio Quadrato'', affacciato sul cortile del palazzo.
 
==== Sala delle Quattro Porte ====
 
Questo ambiente, riccamente decorato e distinto da quattro maestosi portali marmorei, deve il suo attuale aspetto alla ricostruzione di quest'ala seguita al pauroso incendio del [[1574]] e affidata ad [[Antonio da Ponte]] su progetto del [[Andrea Palladio|Palladio]], con opere pittoriche del [[Tintoretto]], di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]] e del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]]. La sala fungeva da zona di passaggio e sala d'attesa per le udienze del Senato e della Signoria.
 
==== Sale dell'Anticollegio e del Collegio ====
[[File:Francesco Guardi 034.jpg|250px|right|thumb|[[Francesco Guardi]]: ''Sala del Collegio''.]]
 
Dalla ''Sala delle Quattro Porte'' si accedeva all'anticamera del Collegio (''Anticollegio'', dove tra opere del [[Paolo Veronese|Veronese]], del [[Tintoretto]] e di [[Alessandro Vittoria]] sostavano le ambascerie e le delegazioni, in attesa di essere ricevute in udienza.
 
La ''sala del Collegio'' era destinata alle riunioni del [[Collegio dei Savi]] e della [[Serenissima Signoria]], organi distinti, ma tra loro interconnessi, che, quando si riunivano insieme costituivano il cosiddetto 'p. Ad essi spettava l'amministrazione e la rappresentanza dello Stato. Come tutte le sale destinate alle assemblee della Repubblica è caratterizzata sul fondo dalla presenza del podio con il trono ducale e gli scranni riservati alla ''Signoria''.
 
Realizzata su progetto del [[Andrea Palladio|Palladio]], con decorazioni lignee di [[Francesco Bello]] e [[Andrea da Faenza]] e tele di [[Tintoretto]] e [[Paolo Veronese|Veronese]], tra cui una raffigurazione della [[Battaglia di Lepanto]], reca sulla parete destra uno dei due quadranti dell'orologio che la sala ha in comune con l'adiacente aula del Senato.
 
==== Sala del Senato ====
 
Dalla ''Sala delle Quattro porte'' si accede a questo ambiente, affacciato sul [[rio di Palazzo]] e destinato alle riunioni del [[Consiglio dei Pregadi]] (o ''Senato''), deputato al governo della Repubblica.
Ricca e solenne, con splendidi intarsi e dorature, la sala ospita opere di [[Tintoretto]] e di [[Palma il Giovane]], immerse tra le luminose dorature di cui l'ambiente abbonda. Accanto alla porta che conduce all'adiacente ''Sala del Collegio'' spicca il secondo quadrante dell'orologio comune alle due sale.
 
==== Sala del Consiglio dei Dieci, la Sala della Bussola e gli ambienti giudiziari del secondo piano ====
La ''Sala del [[Consiglio dei Dieci|Consiglio dei X]]'', cui si accede da un ambiente di raccordo con la ''Sala delle Quattro Porte'', era destinata alla riunione dell'omonimo organo, ristretto ed onnipotente, deputato alla sicurezza dello Stato. Composto di dieci consiglieri (da cui il nome) e allargato al Doge e ai sei Consiglieri Ducali, il consiglio dei Dieci prendeva posto su un podio ligneo semicircolare dal quale discuteva delle indagini e dei processi contro i nemici dello Stato: un passaggio segreto ricavato in un’armadiatura a legno conduceva alla retrostante stanza dei ''Tre Capi''.
Le decorazioni sono di [[Gian Battista Ponchino]], [[Paolo Veronese]] e [[Gian Battista Zelotti]], con temi riguardanti la giustizia.
Accanto a questa sala era la ''Sala della Bussola'', che ne fungeva da anticamera, tra le decorazioni ci sono opere del [[Paolo Veronese|Veronese]] e del [[Sansovino]] e che deve il nome alla grande bussola lignea che conduce negli adiacenti ambienti giudiziari.
Dalla bussola passavano infatti coloro che erano convocati nei vicini ambienti giudiziari:
* la ''Stanza dei Tre Capi del Consiglio dei Dieci'', con opere di [[Tintoretto]], [[Paolo Veronese|Veronese]], [[Ponchino]] e [[Zelotti]], dove di riunivano i capi eletti a rotazione da tale consiglio, cui spettava l'istruzione dei processi;
* la ''Stanza dei [[Tre Inquisitori di Stato]]'', con dipinti del [[Tintoretto]], dove avevano sede i potenti e temuti magistrati incaricati di garantire la sicurezza del ''Segreto'' con qualunque mezzo e a loro completa discrezione;
* la ''Camera del Tormento'', sala di tortura direttamente collegata ai sovrastanti Piombi, dove gli interrogatori erano condotti in presenza dei magistrati giudicanti;
* l' ''Armeria'', complesso di sale destinate a magazzino per gli [[armigero|armigeri]] di Palazzo.
 
==== Gli ambienti dell'Amministrazione ====
 
Dall' ''Atrio Quadrato'' si accede alle stanze dedicate all'amministrazione e alla burocrazia di palazzo, con la stanza del ''Notaio Ducale'', segretario delle varie magistrature dello Stato, e quella del ''Deputato alla Segreta del Consiglio dei Dieci'', segretario particolare del potente consiglio.
Nell'ammezzato sovrastante trovavano posto gli uffici del ''[[Cancellier Grande]]'' e del ''Reggente alla Cancelleria'', capo degli archivi, eletto direttamente dal Maggior Consiglio, con l'adiacente ''Sala della Cancelleria Segreta'', in cui erano conservati i più importanti documenti amministrativi e sulle cui pareti risaltano gli stemmi e i nomi dei cancellieri succedutisi a partire dal [[1268]].
 
=== Pozzi e Piombi ===
{{Vedi anche| Piombi}}
Le prigioni sotterranee del Palazzo, collocate al disotto del livello dell'acqua e perciò estremamente umide e malsane, destinate ai prigionieri di condizioni inferiori, rinchiusi in celle oscure ed anguste, prendevano l'inequivoco nome di ''Pozzi''.
Una leggenda narra che un tempo ai condannati a morte fosse concessa, come ultima possibilità di scampo, di tentare il giro della colonna.
Infatti tuttora una delle colonne del Palazzo Ducale è leggermente più grande delle altre.
Il tentativo consisteva nel girare intorno alla colonna, dalla parte esterna, senza scivolare ma quasi nessuno riusciva a completare l'operazione.
Al disotto del tetto del palazzo e delle sue coperture erano invece i ''[[Piombi]]'', che devono il loro nome alla copertura del tetto: qui trovavano posto i prigionieri più ''particolari'' ([[Giacomo Casanova]] il più noto, e autore di una spettacolare evasione), nobili, ricchi, religiosi, che venivano relegati quindi in un ambiente che, per quanto duro, risultava meno malsano rispetto agli infernali ''Pozzi''. Questi prigionieri potevano addirittura, a loro spese, provvedere a dotare le loro celle di piccoli sollievi, mobilia e di buon cibo.
Tutte queste prigioni erano direttamente collegate ai tribunali presenti nel Palazzo.
 
== Opere d'arte ==
;[[Hieronymus Bosch]]
* ''[[Quattro visioni dell'Aldilà]]'', 1490 circa
* ''[[Trittico degli eremiti]]'', 1493 circa
* ''[[Trittico della martire crocifissa]]'', 1497 circa
 
;[[Vittore Carpaccio]]
* ''[[Leone di San Marco (Carpaccio)|Leone di San Marco]]'', 1516
 
;[[Tiziano]]
* ''[[Madonna col Bambino e due angeli (Tiziano)|Madonna col Bambino e due angeli]]'', 1519 circa
* ''[[San Cristoforo (Tiziano)|San Cristoforo]]'', 1523
 
== Note ==
<references />
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto
|commons=Category:Doge's Palace (Venice)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.museiciviciveneziani.it/frame.asp?musid=8&sezione=musei Palazzo Ducale - sito ufficiale]
{{CISA|22}} (fonte utilizzata in questa voce per gli interventi palladiani)
* [http://palazzo_ducale_venezia.historiaweb.net Approfondimenti sulla struttura architettonica del Palazzo]
* [http://veneto.cisapalladio.org/opera/1197 Approfondimenti nella sezione del sito sull'Immagine del Veneto]
 
==Altri progetti==
{{Portale|architettura|Venezia}}
{{interprogetto}}
 
{{Dipartimento Cantal}}
[[Categoria:Palazzo Ducale di Venezia]]
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Architetture gotiche di Venezia]]
{{Link VdQPortale|ukFrancia}}
 
[[Categoria:Comuni del Cantal|Saint-Hippolyte]]
[[ar:قصر دوجي]]
[[bg:Дворец на дожите]]
[[ca:Palau Ducal]]
[[da:Dogepaladset]]
[[de:Dogenpalast]]
[[el:Παλάτι των Δόγηδων]]
[[en:Doge's Palace, Venice]]
[[eo:Doĝo-palaco]]
[[es:Palacio Ducal de Venecia]]
[[et:Doodžide palee]]
[[fi:Dogen palatsi]]
[[fr:Palais des Doges]]
[[he:ארמון הדוג'ה]]
[[hr:Duždeva palača]]
[[hu:Dózse-palota]]
[[ja:ドゥカーレ宮殿]]
[[ka:დოჟის სასახლე]]
[[ko:두칼레 궁전]]
[[mk:Дуждова палата]]
[[nl:Dogepaleis]]
[[no:Dogepalasset]]
[[pl:Pałac Dożów]]
[[pt:Palácio Ducal (Veneza)]]
[[ru:Дворец дожей]]
[[sh:Duždeva palača]]
[[sl:Doževa palača]]
[[sr:Дуждева палата]]
[[sv:Dogepalatset]]
[[tr:Palazzo Ducale (Venedik)]]
[[uk:Палац дожів]]
[[vec:Pałaso Dogal]]
[[vi:Dinh tổng trấn (Venezia)]]
[[zh:总督府 (威尼斯)]]