Montemonaco e Giancarlo Finardi: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Recupero di 0 fonte/i e segnalazione di 1 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta15)
 
Riga 1:
{{Sportivo
[[Immagine:Sibillini visti da Montemonaco.jpg|1000px|thumb|center|La Catena dei Monti Sibillini vista da Montemonaco]]
|Nome = Giancarlo Finardi
{{nota disambigua|descrizione=il picco roccioso presso [[San Vito Lo Capo]]|titolo=[[Monte Monaco]]}}{{Comune <!-- per la compilazione vedi
|Immagine = Giancarlo Finardi - US Cremonese 1977-78.jpg
Aiuto:Comune -->
|Didascalia = Finardi alla Cremonese nella stagione 1977-1978.
|nomeComune = Montemoanaco
|Sesso = M
|linkStemma = Montemonaco-Stemma.png
|CodiceNazione = {{ITA}}
|siglaRegione = MAR
|Disciplina = Calcio
|siglaProvincia = AP
|Squadra =
|latitudineGradi = 42
|TermineCarriera = 1991 - giocatore<br>2008 - allenatore
|latitudineMinuti = 53
|Ruolo = [[Allenatore]] <small>(ex [[attaccante]])</small>
|latitudineSecondi = 57
|SquadreGiovanili=
|longitudineGradi = 13
{{Carriera sportivo
|longitudineMinuti = 20
|196?-1971|{{Calcio Atalanta|G}}|
|longitudineSecondi = 2
}}
|mappaX = 166
|mappaYSquadre = 140
{{Carriera sportivo
|altitudine = 988
|1971-1973|{{Calcio Atalanta|G}}|0 (0)
|superficie = 67,52
|1973-1978|→ {{Calcio Cremonese|G}}|169 (21)
|abitanti = 659
|1978-1980|{{Calcio Atalanta|G}}|25 (0)
|anno = 01-01-2008
|1980-1987|{{Calcio Cremonese|G}}|214 (40)
|densita = 10,04
|1987-1988|{{Calcio Ospitaletto|G}}|27 (1)
|frazioni = Ferrà, Foce, Rascio, Rivo Rosso, Rocca, Ropaga, San Giorgio, Vallegrascia
|1988-1989|{{Calcio Brembillese|G}}|30 (16)
|comuniLimitrofi = [[Arquata del Tronto]], [[Castelsantangelo sul Nera]] (MC), [[Comunanza]], [[Montefortino]], [[Montegallo]], [[Norcia]] (PG)
|1989-1991|{{simbolo|600px Blue HEX-06108B Yellow HEX-FFEE00.svg}} San Paolo d'Argon|? (?)
|cap = 63048
}}
|prefisso = [[0736]]
|Allenatore =
|istat = 044044
{{Carriera sportivo
|fiscale = F570
|1992-1994|{{simbolo|600px Blue HEX-06108B Yellow HEX-FFEE00.svg}} San Paolo d'Argon|
|nomeAbitanti = montemonachesi
|1998-1999|{{Calcio Cremonese|A}}|<small>Primavera</small>
|patrono = [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]
|1999|{{Calcio Cremonese|A}}|
|festivo = [[20 gennaio]]
|1999-2003|{{Calcio Atalanta|A}}|<small>Primavera</small>
|sito =
|2003|{{Calcio Atalanta|A}}|
|2003-2007|{{Calcio Atalanta|A}}|<small>Primavera</small>
|2007-2008|{{Calcio Cremonese|A}}|<small>Vice</small>
}}
|Aggiornato=
}}
'''Montemonaco''' è un [[comune italiano]] di 659 abitanti<ref>[http://demo.istat.it/pop2008/index.html Dato Istat all'1/1/2008].</ref> della [[provincia di Ascoli Piceno]] nelle [[Marche]] con una superficie di 68 [[Chilometro quadro|km²]]
==Geografia==
Montemonaco sorge sul lato sinistro dell’alta valle dell’Aso, su un leggero pianoro di cresta prospiciente [[Monte Zampa]], e [[Monte Sibilla]]) ad una quota di 988 [[m s.l.m.]]. È per altezza il secondo comune delle Marche.
 
{{Bio
Il territorio comunale spazia, dalle vette del [[Monte Vettore|Massiccio del Vettore]], (nel cui alveo morenico è ospitato il [[Lago di Pilato]]) a quelle dell’[[Monte Argentella|Argentella]], [[Pizzo del Diavolo]], [[Palazzo Borghese]], [[Monte Porche]] che segnano il confine amministrativo con [[Norcia]] e l'Umbria fino alle creste di Monte Sibilla verso nord/est, con il Comune di [[Montefortino]], ai più morbidi pendii erbosi, del versante sud, di [[Monte Sibilla]], di Monte Altino e Monte Zampa, e a sud fino al degradare del paesaggio collinare verso [[Comunanza]].
|Nome = Giancarlo
|Cognome = Finardi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castel Rozzone
|GiornoMeseNascita = 4 agosto
|AnnoNascita = 1954
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = dirigente sportivo
|Attività2 = allenatore di calcio
|Attività3 = ex calciatore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , di ruolo [[attaccante]]
}}
 
==Carriera==
Queste le caratteristiche morfologiche di un "espressivo ed inalterato scenario naturale di notevole valore ambientale"<ref>"La documentazione e le immagini raccolte durante la ricerca, oltre alla più semplice acquisizione di una sintesi dei contenuti storici e paesistici del luogo, tendono a stimolare l'interesse ed a rinnovare la memoria nei confronti di un espressivo ed inalterato scenario naturale di notevole valore ambientale e culturale, costituito...di creste aeree, di gole incassate e profonde, ripidi pendii pietrosi che s'innalzano da lievi declivi coperti di boschi...La strutturazione orografica prevalente è quella tipica del paesaggio agrario della media montagna subapenninica, caratterizzata da una successione di ristrette valli solcate da piccoli corsi d'acqua a volte impetuosi, che discendono in direzione del [[Mare Adriatico]] insieme alla viabilità principale di crinale a fondovalle." Marco Carobbi e Mauro Ristori, Emergenze architettoniche nel versante Piceno dei [[Monti Sibillini]]-Un crocevia di antichi itinerari ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'' pag. 69, in Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]].</ref>ancora poco antropizzato e per lo più ricompreso nel "Versante della Magia" del [[Parco Nazionale dei Monti Sibillini]].<ref>Sulla divisione del Parco Nazionale in quattro versanti, Storico, Fiorito, Della Magia e Sacro, si veda:[[http://www.parks.it/parco.nazionale.monti.sibillini/pun.html]]</ref>
=== Giocatore===
==== Atalanta, Cremonese ritorno a Bergamo ====
Attaccante utilizzato come [[mezzala]], cresce calcisticamente nell'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]]. Viene poi mandato alla [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]] per fare esperienza, dove disputa cinque campionati, quattro di [[Serie C]] ed uno di [[Serie B]], al termine del quale ritorna a [[Bergamo]].
 
Con i neroazzurri esordisce in [[Serie A]] e disputa due stagioni nelle quali non riesce a trovare molto spazio, venendo quindi ceduto nuovamente alla [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]].
Dista 35 Km da [[Ascoli Piceno]], 67 Km da [[Fermo]] e 211 da [[Roma]].
 
===Clima= Ritorno a Cremona ====
Qui diventa un elemento inamovibile, disputando con i grigiorossi altre sette stagioni, ottenendo anche una doppia promozione dalla [[Serie C]] alla [[Serie A]], per un totale di 383 partite, secondo nella storia della Cremonese alle spalle di [[Luciano Cesini]] alfiere con 436 presenze.
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Montemonaco}}
 
==== Ospitaletto ====
==Storia==
Dopo un anno all'[[Ospitaletto Calcio|Ospitaletto]] in [[Serie C]], termina la carriera nelle categorie minori in società della [[provincia di Bergamo]].
Le prime indagini storiche su Montemonaco condotte nella prima metà del [[1900|'900]] da Augusto Vittori fanno risalire l'origine del toponimo ad un nucleo di monaci [[Benedettini]] stabilitosi in questo piccolo altopiano sin dall'[[VIII secolo]]. L'incastellamento e la costituzione in libero comune avvenne nel [[XIII secolo]] dopo che si era notevolmente indebolita l'autorità dei Nobili di Monte Passillo e degli altri signorotti locali. Fu allora che i montemonachesi costruirono le alte mura in pietra intervallate da torrioni, che sin d'allora resero Montemonaco indipendente e fiera nel respingere gli attacchi dei vicini Comuni di [[Norcia]], [[Montefortino]], [[Amandola]], [[Arquata]] e persino di [[Francesco Sforza]] e di [[Niccolò Piccinino]] ai quali, a dispetto di [[Amandola]] e [[Montefortino]] che nelle diverse occasioni erano state sempre conquistate, riuscirono ad imporre patti di reciproca convenienza.
[[Immagine:Torrioni a Montemonaco.jpg|260px|thumb|right|Torrioni delle mura castellane di Montemonaco]]
È con il [[1545]] che si ha finalmente la codifica degli statuti comunali sulla scorta delle antiche usanze e riadattando i precetti di [[San Benedetto]], su cui si era probabilmente formata la ''civitas'' medievale.<ref>Per un approfondimento sulla storia di Montemonaco si veda in [[http://www.montemonaco.com/paese/storia.htm]]</ref>
Talmente orgogliosa delle proprie tradizioni, che la vedevano sin dal [[X secolo]] aggregata alla diocesi di [[Fermo]] e al [[Presidiato Farfense]], recalcitrò non poco nel piegarsi, ''obtorto collo'', al potente Papa montaltese [[Sisto V]] che l'aggregò, ''in spiritualibus'' alla diocesi di [[Montalto]], da lui appena creata, nel [[1586]].
 
In carriera ha totalizzato complessivamente 35 presenze e 7 reti in [[Serie A]] e 199 presenze e 33 reti in [[Serie B]].
Nei secoli successivi il territorio di Montemonaco perse via via la sua importanza strategica che l'aveva qualificato, sin dal [[medioevo]], un particolare snodo viario<ref name=Via >Sull'antica viabilità del territorio di Montemonaco scrive Mauro Ristori: "Il sistema stradale infatti comprende l'antico percorso della via francisca orientato in direzione nord sud, già transitata in periodo medievale dalla grande fiumana della gente che andava a [[Roma]] e dai porti della [[Puglia]] per gli imbarchi verso la [[Palestina]]. in direzione nord conduceva direttamente alle regioni orientali della nazione dei Franchi, nel cuore del [[Sacro Romano Impero]], corrispondenti all'attuale [[Germania]]. Il tracciato della Francisca incrocia, presso l'abitato di Tofe nel territorio comunale di Montemonaco, la non meno famosa Via Imperiale originata...da una strada doganale che doveva convogliare i traffici commerciali locali con le vie consolari romane. Giunta ad [[Amandola]], la Francisca prosegue passando per [[San Ginesio]] (S. Denis dei Francesi e Sce Dionysii dell'itinerario toscano della [[Via Francigena|Francigena]] percorso da [[Sigerico]]...)", Marco Carobbi e Mauro Ristori, ''Un crocevia di antichi itinerari'' pag. 69, in ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]].</ref> al centro degli intensi traffici lungo la viabilità nord/sud del versante adriatico della penisola.<ref>Sulla viabilità medievale del versante adriatico dell'Italia centrale e le Vie Francesche o Francische e loro collegamenti con la più famosa [[Via Francigena]], si veda tratto dall'intervento di Federico Uncini in ''Homo viator'', a cura di Bonita Cleri, Atti del Convegno delle [[Università di Macerata]]-[[Università di Urbino|Urbino]] Quattroventi, Urbino [[1997]]:[[http://www.fabrianostorica.it/contributi/XI_XII/viepellegrini.htm#COLLEGAMENTI%20CON%20LA%20VIA%20FRANCIGENA]]</ref>
 
===Allenatore===
La storia di Montemonaco tuttavia, al di la dei poteri costituiti che nel tempo ne hanno marcato le vicende civili è stata influenzata, fin dall'epoca pagana, dalla presenza dell'icona della [[Sibilla Appenninica]] e della sua mitica [[Grotta della Sibilla|Grotta]]. Una presenza ingombrante, dai molteplici riflessi e con la quale, la piccola comunità, amministrata dal potere centrale della Chiesa, nel corso della sua storia ha vissuto momenti di non sempre facile coabitazione.
Dopo aver debuttato sulla panchina del [[San Paolo d'Argon]], società dilettantistica con la quale aveva terminato la carriera da calciatore, approda nel [[1998]] al settore giovanile della [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]], dove gli viene affidata la formazione primavera. L'anno successivo passa alle giovanili dell'Atalanta, allenando anche qui la primavera in sostituzione di [[Giovanni Vavassori]], passato alla prima squadra.
Sempre con la primavera atalantina Finardi conquista ben tre volte la vittoria nella Coppa Italia di categoria nelle stagioni 1999-2000, 2000-2001 e 2002-2003,
 
I buoni risultati gli permettono di esordire anche sulla panchina neroazzurra in [[Serie A]], ancora in sostituzione dell'esonerato [[Giovanni Vavassori|Vavassori]], nella speranza di salvare la squadra dalla retrocessione. Ciò non avviene, e la squadra retrocede in [[Serie B]] dopo lo spareggio contro la {{Calcio Reggina|N}}, con Finardi che ritorna con i ragazzi del settore giovanile.
==Fra storia e leggenda==
Terra di antiche frequentazioni, accoglieva stabilmente sin dal tardo medioevo genti provenienti da terre lontane. Attratte dalla liberalità e dall'insofferenza ai poteri costituiti dei montemonachesi, alcune frange ereticali, come i [[Fraticelli]] Michelisti, i [[Clareni]], i [[Sacconi]], i seguaci dei [[Templari]]<ref>Ai confini del territorio comunale è stato ritrovato scolpito più volte, su architravi di finestre e portali di edifici tardo quattrocenteschi, il motto dei [[Cavalieri del Tempio]] "Non nobis domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam" unitamente ai simboli ad essi collegati. "...icone solitarie marcano e qualificano in epoca medievale i percorsi dell'antica viabilità lungo la dorsale centro-appenninica, dove probabilmente l'Ordine del Tempio possedva Commente, Ospitali e Chiese, come quella di San Giacomo nell'area dei Tre Ponti in Montefortino citata dal Crocetti, ma già dal secolo scorso (XIX secolo n.d.e.) completamente perduta. ...qui confluirono infatti, fino a tutto il Cinquecento varie diaspore ereticali, come i Ctari o Patareni, gli Spirituali detti anche Fraticelli i Clareni, gli alchimisti..." Marco Carobbi e Mauro Ristori, ''Emergenze architettoniche nel versante piceno dei Monti Sibillini-I simboli'' pag. 98, in ''Le Terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'' Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, 1999</ref>ed altri eretici scappati da stati o città meno tolleranti, si riversarono sin dal [[XIV secolo]] nelle più sicure terre montane del territorio di Montemonaco e dei comuni limitrofi. Altri decisero di attraversare il [[Mare Adriatico]] e si stabilirono in [[Dalmazia]] o in [[Grecia]].
 
Nell'estate del 2007 abbandona la società bergamasca per fare da vice ad [[Emiliano Mondonico]] alla [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]].
Fra gli accadimenti del [[XV secolo]], che contribuiranno ulteriormente, nei secoli successivi, a far conoscere Montemonaco, ben oltre il suo naturale ambito geografico, ve ne sono di significativi almeno due: da una parte la venuta in queste terre del cavaliere francese [[Antoine de La Sale]] al servizio della Duchessa Agnese di Bourbon-Bourgogne nel [[1420]] dall'altra la pubblicazione nel [[1473]] del Romanzo di [[Andrea da Barberino]], [[Il Guerrin Meschino|''Guerrino detto meschino'']]. Entrambi gli avvenimenti si muovono sullo sfondo della leggenda della Sibilla Appenninica e il complesso ipogeo della sua [[Grotta della Sibilla|Grotta]], ricompreso sin dall'antico nel territorio montemonachese.
[[Immagine:Disegno De la Sale 2.jpg|300px|thumb|right|Disegno di [[Antoine de La Sale]] dal ''Paradis de la Reine Sybille'' [[1420]]]]
Ma mentre nel romanzo di Andrea da Berberino, Montemonaco è citata marginalmente in una trama letteraria tutta incentrata sulla leggenda della [[Sibilla Appenninica]] e della sua mitica [[Grotta della Sibilla|grotta]], il diario autoptico di [[Antoine de La Sale]] (quel che dirà di vedere o di ascoltare dalla viva voce dei Montemonachesi, lo annoterà riportandolo nel capitolo intitolato ''Le Paradis de la Reyne Sibylle'', all'interno della sua ''Salade'') è storicamente interessante come primo indiretto tentativo di cui si abbia notizia volto a laicizzare la leggenda della Sibilla all'inizio della [[Rinascimento|Rinascenza]].<ref>Sul relazione autoptica del viaggio di [[Antoine de La Sale|De La Sale]] a Montemonaco, alla Grotta della Sibilla e relative implicazioni anche di ordine antropologico, si veda: Anna Maria Piscitelli, ''Antoine De La Sale Viaggio nei misteri della Sibilla'', Progetto Elissa [[1999]].</ref>
 
Successivamente è divenuto il responsabile del settore giovanile della [[Unione Sportiva Cremonese|Cremonese]].
La fama della [[Sibilla Appenninica]] doveva aver raggiunto la [[Borgogna]] se la Duchessa Agnese pare avesse un arazzo nel suo castello con la rappresentazione della grotta della Sibilla. Inviò allora il cavaliere De La Sale a Montemonaco per verificarne la veridicità (se il disegno su cui avevano realizzato l'arazzo era frutto di fantasia o corrispondeva alla realtà). Fra le motivazioni che avrebbero spinto De La Sale ad intraprendere il viaggio Detlev Kraack individua quello dell'onore: adempiere al desiderio di una dama di così alto lignaggio era già un modo per accrescerlo, raggiungere una meta, fra le peregrinazioni conosciute e illustri, come Monte Sibilla e la sua Grotta equivaleva a consacrarlo.<ref>Così non ci sorprende che ci fossero viaggiatori nobili, che frequentavano e visitavano non soltanto le destinazioni delle peregrinationes maiores: Santiago De Compostela, Roma e La Terra Santa...ma anche luoghi conosciuti e illustri tanto sacri quanto profani Nell'elenco di questi luoghi figuravano i Santuari di san Michele, il famoso [[Le Mont-Saint-Michel|Mont-St Michel]] in [[Normandia]] e il Santuario sul [[Santuario di San Michele Arcangelo|Monte Gargano]], ma anche la [[Grotta della Sibilla]]". Detlev Kraack ''La caccia all'onore e all'avventura'' pag. 46, in ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]]
</ref>
 
Nel giugno del 2013 viene nominato coordinatore tecnico del settore giovanile dell'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] affiancando [[Fermo Favini|Mino Favini]]<ref>[http://www.atalanta.it/site/paginalive/comunicati-dal-club/2013-2014/2013-07/01-07-Gioved--presentazione-Finardi.html Giovedì 4 luglio la presentazione di Giancarlo Finardi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130710081857/http://www.atalanta.it/site/paginalive/comunicati-dal-club/2013-2014/2013-07/01-07-Gioved--presentazione-Finardi.html |data=10 luglio 2013 }} Atalanta.it</ref>.
[[Antoine de La Sale|De La Sale]] partì quindi dalla [[Borgogna]] e arrivò in [[Umbria]], fece tappa ad [[Assisi]] e [[Spoleto]], dove lasciò incise le sue insegne nella [[Basilica di San Francesco d'Assisi]] e nel Duomo spoletino. Quindi attraverso il passo di Sasso Borghese il 28 Maggio [[1420]] giunse a Montemonaco.<ref>Detlev Kraack riprende dal "Paradis de la reine Sibylle" del filologo belga Fernand Desonay il testo originale di De La sale sul suo soggiorno montemonachese: "par escript et pourtrait tout ce queje ay peu veoir et moy informer par le gens du pais, le xviije jour de may, l'an mil ccccxx que je y fus." Detlev Kraack, ''La caccia all'onore e all'avventura'' pag 53 nota 4, in ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]]</ref>Lì ascolta dalla voce dei Montemonachesi fra cui Antonio Fumato i racconti sulla Regina Sibilla, cerca di capire se esistono veramente Fate e Sibille, e inizia ad incamminarsi verso la Grotta. Seguira tutto il racconto sul Regno della Sibilla e le sue Ancelle velato di paura e scettiscismi "ad arte" per salvarsi dall'Inquisizione.<ref>Nella parte finale del "Le Paradis de la Reine Sybille" De La Sale cade in una vera e propria contraddizione, infatti scrive: "... Fra tutte le sibille che ho sopra nominato e fra i più santi uomini e altre scritture, non si trova nessuna menzione della falsa sibilla di cui fin qui ho parlato, e di ciò che il diavolo col suo potere, approfittando della nostra debole credulità, ha fatto spargere la fama per ingannare la gente semplice. Ed è perciò che io chiedo e supplico che non dispiaccia a nessuno,” se la mia vera credenza è quale io ho detto.
Così prego Dio di salvaguardare ogni buon cristiano da questa falsa credenza e dal mettersi in questo pericolo.
Mia riveritissima dama, vi mando copia di questo scritto per adempiere la mia promessa e non essere così rimproverato.
E ancora. Se a voi e alla mia reverentissima dama di Calabria, vostra compagna, facesse piacere di andarci a piedi (così come spesso siete solite accennare quando recitate le vostre preghiere prima e dopo il pranzo e prima e dopo la cena) la detta Regina Sibilla e tutte le sue dame vi festeggerebbero con grande gioia, e, inoltre, acquistereste un così grande merito e una così grande indulgenza, che vi metterebbe vestite in paradiso.
Lassù potreste incidere le vostre piume e violette, nonchè i nomi e le insegne di coloro che saranno in vostra compagnia. Ma intanto, eccellentissima e potentissima principessa e mia riverita signora, se in qualche cosa potrò servire voi e il mio riverito signore, quando vi piaccia comandarmi, siate certi che con molto impegno, secondo il mio potere, l’adempirò. E il sommo Iddio, Dio degli dei, delle dee e di tutte le sibille, con la sua grandissima grazia, rallegri tutti e due e quelli che vi vogliono bene." Insomma De La Sale inviterebbe Agnese di Bourbon Burgogne ad andare nella terra del Diavolo e lasciarvi le sue, e non solo sue, insegne?[[http://www.sibylla.it/biblioteca/ilparadiso.html]].</ref> De La Sale tornerà a Montemonaco una seconda volta nel [[1440]].
 
==Palmarès==
==Montemonaco scomunicata... e assolta==
===Giocatore===
In una pergamena del [[1452]], <ref>Archivio Storico del Comune di Montemonaco. Archivio pergamenaceo, pergamena n° 40</ref>ad appena dodici anni dall'ultima visita di Antoine de La Sale, viene trascritta la sentenza di assoluzione da scomunica dei Priori e di tutta la comunità montemonachese per aver ospitato Cavalieri provenienti dalla [[Spagna]] e dal [[Regno di Napoli]], dediti da mesi all'arte dell'[[alchimia]], in una casa del paese (casa di Ser Catarino).
====Competizioni nazionali====
*{{Calciopalm|Campionato italiano Serie C|1}}
:Cremonese: [[Serie C 1976-1977|1976-1977]] <small>(girone A)</small>
 
====Competizioni regionali====
Fra i capi d'accusa ci sono quelli sia di aver (i montemonachesi) aiutato e accompagnato i Cavalieri fino al lago della [[Lago di Pilato|Sibilla]] (Lago di Pilato) per consacrarvi i libri diabolici, sia, una volta messi in carcere per ordine dell'inquisizione, di averli fatti scappare! La [[Inquisizione|Santa Inquisizione]] dichiara nel documento, di essere venuta "casualmente" a conoscenza degli antefatti (da cui era scattato l'arresto dei Cavalieri) e in un secondo momento della loro fuga. L'inquisitore della [[Marca anconitana]] De Guardarjis traduce allora i Priori e tutta la comunità in tribunale a [[Tolentino]] per giudicarli.
*{{Calciopalm|Promozione|1}}
:San Paolo d'Argon: [[Promozione Lombardia 1990-1991|1990-1991]] <small>(girone D lombardo)</small>
 
===Allenatore===
Ma stranamente, alla fine di un lungo dibattimento processuale tutti vengono assolti e liberati dalla scomunica, grazie all'atteggiamento liberale che dominava nella [[Marca anconitana]], al contrario dell'[[Italia settentrionale]] e del resto d'[[Europa]] dove una simile circostanza avrebbe provocato l'accensione di una notevole quantità di roghi.
====Competizioni giovanili====
*{{Calciopalm|Coppa Italia Primavera|2}}
:Atalanta: [[Coppa Italia Primavera 1999-2000|1999-2000]], [[Coppa Italia Primavera 2000-2001|2000-2001]]
 
==Note==
Questo documento, scrive Paolo Aldo Rossi, fa emergere l'[[Italia centrale]] al di fuori di quell'''orror et amor diabolicus'' che a soli due anni dalla pubblicazione del noto trattato dell'Inquisitore Generale di [[Carcassonne]] Jean Vineti, dichiara la [[Stregoneria]] una nuova forma di eresia, e darà il via nell'Italia del nord e in tutt'[[Europa]] alla caccia alle [[Strega|Streghe]].<ref>Il documento qui presentato, in cui si "assolve i Priori, il Popolo e il Comune di Montemonaco dalla scomunica da essi incorsa per aver dato recetto ad alcuni uomini recatisi nel suddetto Comune per esercitare l'alchimia, per consacrare libri proibiti ed esercitare arti diaboliche al lago della Sibilla" ha un valore considerevole nella storia della stregoneria europea, in quanto ripropone l'Italia centrale come al di fuori di quell'orror et amor diabolicus che provocherà dalla metà del [[XV secolo|XV]] alla fine del [[XVII secolo]] la caccia alle [[Strega|streghe]]. Paolo Aldo Rossi, Commento introduttivo pag V in Mons. Giuseppe Ghilarducci, ''Sulle tracce della Sibilla - Un documento del XV sec.'', Montemonaco(AP), Progetto Elissa, [[1998]]</ref> Per Rossi le valenze psico-antropologiche sottese alla decisione del De Guardarjis nei confronti della comunità montemonachese, andrebbero ricercate, attraverso un'indagine interdisciplinare, nell'esame di millenni di sedimentazione collettiva, quando manifesta quando segreta di questo come di altri territori, che in senso generale nemmeno il trionfo del razionalismo scientifico ha ancora risolto.<ref>Conclude Paolo Aldo Rossi: "Si impongono a questo livello dei percorsi di indagine transtorica che aprono ad una comprensione della permanenza e della variabilità di un mondo magico che troppo spesso, per quanto attiene la cultura occidentale, viene prima mascherato da irrazionalità e in seguito cancellato da un'immagine di compiuta egemonia del razionale". Paolo Aldo Rossi, Commento introduttivo pag IX in Mons. Giuseppe Ghilarducci, ''Sulle tracce della Sibilla - Un documento del XV sec.'', Montemonaco(AP), Progetto Elissa, [[1998]]</ref>
<references/>
 
==Terra di alchimisti==
{{quote|''Da ogni lezzo carnale o mio Signore''<br />''salvami sempre immacolato il core''.|dagli appunti di Giacomo Sinibaldi}}
 
Le terre sibilline, come confermato da recenti studi del [[Parco nazionale dei Monti Sibillini]], sono ancor oggi ricche di [[Erba (botanica)|specie officinali]].<ref>Sull'antica usanza di raccogliere, per uso "rituale" e gastronomico, le piante officinali si veda dal sito ufficiale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: [http://www.sibillini.net/Attivita/progetti/agricoltura/progetti/PianteOfficinali.htm]</ref>Unitamente alla disseminata presenza di fonti sorgive<ref>Sulla captazione delle acque nel versante Piceno del Parco Nazionale si veda "Acqua, sangue della terra", Atti del Convegno, Foce di Montemonaco [[2006]] [http://www.provincia.ap.it/provincia/turismo/Atti_convegno_220606.pdf]</ref> e [[Acqua minerale|acque minerali]]<ref>Nonostante la notevole captazione di acqua alla sorgente dell'Aso soddisfi le necessità di [[San Benedetto del Tronto]] e uno stabilimento di acque minerali capti alla sorgente le acque del Tenna, i comuni di Montemonaco e [[Montefortino]], conserva una sufficiente disponibilità idrica. Fa fede la dispersione, con forte gettito delle polle di acqua minerale chiamate "Pisciarelle" a Rocca di Montemonaco,</ref>erano le due condizioni necessarie perché si potessero approntare i laboratori alchemici fra i quali, ad esempio, quello citato nella sentenza di assoluzione da scomunica.
[[Immagine:Sibilla_Chimica_Madonna_dell'Ambro.jpg|550px|thumb|right|La Sibilla Chimica nel Santuario della Madonna dell'Ambro]]
Ida Li Vigni e Paolo Aldo Rossi ritiengono che fossero le anziane donne, chiamate nel Piceno "Vergare" e nei secoli passati tacciate di far uso di arti magiche e stregoneria, le depositarie delle ricette di medicina popolare, tramandate di generazione in generazione, per far fronte con decotti, infusi e pomate alle malattie semplici. Si dedicavano per questo alla raccolta delle radici, dei fiori ed erbe fiorili, anche per gli alchimisti [[Speziale|speziali]]; questi ultimi preparavano la distillazione delle quintessenze vegetali e minerali, gli olii essenziali e quant'altro utile a loro e ai [[Chirurgia, anatomia e Chiesa Cattolica nel medioevo|cerusici]] per far fronte alle malattie.<ref>Sulla medicina popolare tardo medievale, le implicazioni terapiche delle ricette tramandate dalle donne, a volte chiamate streghe, e i cerusici, (chirurghi) della vicina scuola Preciana, si veda:Ida Li Vigni, ''Medicina dotta e medicina popolare'' in ''Sibilla Sciamana della Montagna e la grotta appenninica''. Atti del Convegno, Ed. Miriamica, [[2001]]. pag.39</ref> Antoine De La Sale in capo al disegno che descrive Montemonaco sullo sfondo della [[Grotta della Sibilla]] e di [[Monte Vettore]], riporta due piante a grandezza naturale, il "pollibastro" e la "centofoglie", di cui ancor oggi e ignota l'identificazione.
 
La diffusione dell'alchimia, fra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]], dovette essere tale che nel vicino Santuario della Madonna dell'Ambro il pittore [[Martino Bonfini]] da Patrignone, intorno al [[1610]], ispirandosi ad un libretto di disegni per la preparazione dei quadri ad iconografia sibillina di [[Cola dell'Amatrice]], dipinse, unitamente ai [[Neviìm|Profeti]] e alle [[Sibilla|Sibille]] classiche<ref>Sulle Sibille dipinte nelle Marche si veda: Stefano Papetti, L'Iconografia sibillina nelle Marche in Errante Erotica Eretica...op. cit. Pag. 125</ref>, una rara "[[Sibilla Chimica]]" (o alchemica).<ref>Sulla Sibilla Chimica si veda: Anna Maria Piscitelli, L'errare della vergine Sibilla dal III cielo all'aes ustum, in ''Errante Erotica Eretica, l'Icona Sibillina fra Cecco d'Ascoli e Osvaldo Licini''. Atti del Convegno ed Miriamica, [[2000]] pag. 97</ref>
 
Ma, la libertà di pensiero e di azione che per secoli avevano consentito al territorio sibillino, secondo [[Joyce Lussu]], di mantenersi aperto alle nuove idee e di preservare le antiche tradizioni di cui le donne erano principalmente portatrici, dovette subire un deterioramento improvviso quando furono inviati, nel secondo quarto del [[XVII secolo]], sulle montagne del Piceno, gruppi di monaci inquisitori per bonificarle dalla presenza del Maligno. Da allora e per tutto il seicento, scrive la Lussu, la [[Compagnia di Gesù]] tentò di operare una "damnatio memoriæ" che tuttavia non sortì il risultato sperato se ancora nel [[1700|'700]] operavano a Montemonaco speziali alchimisti.
 
A conferma di ciò nel [[1998]] sono stati ritrovati in un'abitazione di Montemonaco gli appunti alchemici di due speziali a cavallo fra seicento e settecento. Solo un libretto di appunti risulta firmato da tale Giacomo Sinibaldi di [[Spoleto]] giunto a Montemonaco, nella metà del [[XVIII secolo]], per curare la comunità. La fama dello speziale montemonachese dové varcare presto i confini del comune se nei suoi appunti si trovano pazienti di molte comunità picene fino a sconfinare nel [[fermo|fermano]] e nel [[teramo|teramano]]. Le tecniche alchemiche utilizzate dal Sinibaldi sono quelle di [[alchimia]] minerale con l'antimonio, e tutte quelle di [[Preparazioni spagiriche|spagiria]] vegetale. Il suo motto: ''da ogni lezzo carnale, o mio Signore, salvami sempre immacolato il core''.<ref>Su Giacomo Sinibaldi e i manoscritti si veda: Anna Maria Piscitelli, ''Rari manoscritti del XVI-XVIII secolo rinvenuti a Montemonaco.'' pag. 117, in ''Errante Erotica, Eretica, l'icona Sibillina fra Cecco d'Ascoli e Osvaldo Licini'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 29-31 Ottobre 1999, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[2000]].</ref>
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
[[Immagine:Parco-Montiguarnieri.jpg|450px|thumb|right|Parco Montiguarnieri. Sullo sfondo Monte Vettore e Monte Altino.]]
 
All'interno della cinta muraria, nella parte alta del paese, limitrofa alla porta San Biagio e addossata alle antiche mura, fu edificata nel [[XVI secolo]] la Chiesa parrocchiale di [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]. Contigua alla più antica [[San Biagio]] intra mœnia del [[XV secolo]], che fu eretta ampliando un piccolo oratorio del XIII secolo. La Chiesa di San Benedetto conserva all'interno di una lunetta, l'affresco di una crocifissione attribuita alla scuola del [[Carlo Crivelli|Crivelli]], un braccio d'argento, contenente la reliquia di San benedetto da Norcia, opera del maestro orafo Cristoforo da Norcia e un crocifisso ligneo di arte marchigiana del [[XV secolo]].
 
Scendendo lungo Viale Italia s'incontra sulla destra la Chiesa di [[San Giovanni Battista]] del [[XV secolo]] ad un'unica navata. Di pregevole conserva una Vergine del soccorso opera del pittore Vitruccio Vergari databile al [[1520]]. Nell'abside, semicircolare, si trova una nicchia, incorniciata da due bastoni fioriti con finale a testa di serpente di ambito [[Neoplatonismo|neoplatonico]] e che doveva accogliere probabilmente una statua in epoca [[1400|quattrocentesca]].
 
Proseguendo ancora lungo la via, si innalza il cinquecentesco palazzo dei priori (oggi sede del comune). Il palazzo è il frutto di un rimaneggiamento della fine del [[XVI secolo]] della più antica struttura degli inizi del [[XV secolo]] di cui si conserva traccia nei quattrocenteschi ricommessi lapidei delle finestre con iscrizioni tronche, prive di sequenza.
 
Dell'antico castello in cima al paese non v'è più traccia se non nel toponimo di Via di Castello. Al termine della via, nella parte più alta di Montemonaco, sorge un grande belvedere, oggi Parco Montiguarnieri, delimitato a settentrione da un tratto delle antiche mura, e da cui l'ampia vista panoramica domina verso est il degradare delle colline fino al [[Mare Adriatico]] e ad ovest la catena dei [[Monti Sibillini]] che, da [[Monte Sibilla]] a [[Monte Vettore]], raccoglie il declinare dell'altopiano dove sorse il Borgo fortificato.
 
==Geografia antropica==
===Frazioni===
====Altino====
La piccola frazione di Altino è situata a 1000 [[m s.l.m.]] al limitare dei secolari boschi di castagno con il verde manto dell'omonimo monte (Monte Altino), addossato al degradare delle creste del massiccio del Vettore, sul versante sud del fiume [[Aso]]. Da Altino si gode la vista di Montemonaco , di [[Monte Sibilla]], del [[Monte Porche|Porche]] fino a Palazzo Borghese e sul versante opposto di Vallegrascia fino a [[Montegallo]] e l'altopiano di Santa Maria in Pantano (Santa Maria delle Sibille). Il Borgo conserva la Chiesa di [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]] del [[XV secolo]] e un grazioso agglomerato di case dall'impianto cinque-seicentesco.
 
====Collina====
In epoca medievale il piccolo agglomerato di case di Collina, era probabilmente situato ad una quota leggermente più alta verso ovest lungo il tratturo che da Montemonaco sin dall'antico conduceva a Monte Zampa e la Sibilla e forse a causa dei terremoti fu ricostruito nel [[1500|'500]] dov'è ora.
 
Il sentiero per la [[Grotta della Sibilla|Sibilla]] lì s'incrociava con l'antica via Francesca proveniente da Garulla, [[Sarnano]], [[San Ginesio]] (Saint Denis dei Francesi) e il nord Italia, prima di arrivare a Montemonaco.<ref name=Via /> La frazione è andata via via depauperandosi della qualità architettonica degli edifici e conserva la Chiesa di [[San Donato]], oggetto a Montemonaco di particolare venerazione con la celebrazione della ricorrenza del Santo a cui partecipa la comunità.
 
====Ferrà====
Piccola frazione situata vicino alla strada che da Montemonaco conduce attraverso le creste collinari a Comunanza.
 
====Foce====
Chiamata agli inizi del [[1900|'900]] la piccola svizzera picena, per il laghetto naturale che la bagnava e i ridenti e scoscesi boschetti che la raccoglievano, Foce si trova a 945 [[m s.l.m.]] di quota, all'interno del [[Parco Nazionale dei Monti Sibillini]], dove la valle del fiume [[Aso]] è stretta tra le vette più alte del gruppo montuoso. Nonostante la sua posizione apparentemente isolata e il rigido clima invernale è stata tappa fondamentale, sin dall'epoca tardo imperiale ([[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]]), per coloro che attraverso il passo di Sasso Borghese nei mesi estivi provenivano dall'altopiano di Castelluccio per scendere nella valle dell'[[Aso]] e le comunità picene.
 
Delle due antiche chiese di Foce resta l'attuale [[San Bartolomeo]] e si è perduta, probabilmente a causa dei terremoti, quella di Santa Maria di Foce del [[XV secolo]] descritta nel disegno di [[Antoine de La Sale]] come "SantMa de Fogia", che doveva trovarsi in posizione rialzata rispetto al livello attuale del borgo e spostata verso [[Monte Sibilla]].
 
È meta di turisti e viaggiatori che vogliono trascorrere giornate all'aria aperta o campeggiare sui prati del Piano della Gardosa, punto di partenza per risalire attraverso il ripido sentiero delle "Svolte" fino al [[Lago di Pilato]] a 1949 [[m s.l.m.]] ed eventualmente procedere fino alle vette del [[Monte Vettore|Massiccio del Vettore]].
 
L'antico laghetto di Foce alimentato dalla Fonte della Cerasa si è notevolmente ridotto a causa della captazione delle acque della sorgente dell'Aso e in estate il più delle volte si prosciuga.
 
Foce dista 10 Km da Montemonaco.
 
====Isola San Biagio====
Percorrendo la SP 148 dista 4 Km da Montemonaco.
 
====Rivo Rosso====
Percorrendo 8 Km verso Vallegrascia s'incontra la frazione.
 
====Rocca====
[[Immagine:SCORCIO-ROCCA.jpg|280px|thumb|left|Scorcio di Rocca]]
Gemella di Vallegrascia nel testimoniare la ricchezza raggiunta dalla gente del luogo nel [[XVI secolo]] con i suoi edifici cinquecenteschi, dai paramenti ben profilati in pietra a vista e ricchi di decori, il territorio di Rocca racconta una lunga storia vissuta tra epoca dardo imperiale e [[XVII secolo]] fino ad oggi.
[[Immagine:Portale_casa_torre_Rocca.jpg|170px|thumb|right|Portale di una casa torre del XVI secolo a Rocca.]]
 
Infatti oltre il fiume, sui piccoli altopiani, ad una quota di cento metri superiore all'attuale insediamento, restano le fondamenta di quello che fu probabilmente un ''pagus'' romano prima e fino al [[XIII secolo]] un castello (nursino?), via via abbandonato per riutilizzarne nel [[XV secolo]] il materiale lapideo nella costruzione del Borgo lungo il fiume .
 
Estremamente ricca di acque, anche minerali, aveva nel suo seno un vasto complesso di edifici cinquecenteschi, fra cui probabilmente un ospitale per i viandanti che vi si ristoravano e di cui rimangono significativi resti architettonici nei suoi edifici.
[[Immagine:Monofora_Rocca_di_Montemonaco.jpg|190px|thumb|left|Monofora con decori simbolici]]
Edifici costruiti con materiale in pietra serena e pietra tufacea tipica del luogo arricchita da un interessante motivo decorativo. Infatti più che ricalcare gli stilemi decorativi del [[XV secolo|XV]]-[[XVI secolo]] risulta coerente con un florilegio simbolico<ref <ref name=Architettura>Sull'architettura e i decori architettonici degli edifici del territotio sibillino si veda: Marco Carobbi e Mauro Ristori, ''Emergenze architettoniche nel versante Piceno dei Monti Sibillini'' pag. 69-103 in ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]].</ref> riprodotto, quasi per gemmazione spontanea, in alcuni borghi del territorio Montemonachese.
 
Ben inserita nella viabilità medievale lungo l'[[Aso]], (partendo da Foce e seguendo la via tardo imperiale è il primo nucleo abitativo che s'incontra) qui incrociava anche il tratturo proveniente da Altino per Montemonaco. Inoltre da Rocca partiva uno dei sentieri principali che collegava il fondovalle alla [[Grotta della Sibilla]], per coloro che non volevano risalire fino al capoluogo e giungere direttamente così alle "Grotte Nere" e su su fino alla vetta di [[Monte Sibilla]].
 
Ad un Km sulla strada per Foce di Montemonaco s'incontrano le fonti delle "Pisciarelle" che con il notevole gettito d'acqua, da molti ritenuta "minerale", accolgono file di persone provenienti dal Piceno, intente a rifornirsi di acqua. Gli anni [[1980|'80]] hanno visto la ricostruzione e il restauro di molti edifici della frazione ed il rivitalizzarsi della sua economia con l'apertura di ristoranti ed alberghi. Rocca dista 6 Km da Montemonaco.
 
====Ropaga====
Piccola frazione, si trova a metà strada tra Montemonaco e San Giorgio all'Isola, a 3 Km di distanza da Montemonaco.
 
====San Giorgio all'Isola====
È un piccolo agglomerato di case poco distante dall'antica Chiesa di San Giorgioedificata nel [[X secolo]] sulle rive del fiume Aso. Come altre chiese del territorio è stata fino al [[XVI secolo]] sotto la giurisdizione dell'[[Abbazia di Farfa]]. All'interno conserva interessanti affreschi del [[XVI secolo]] di G. Anelli e nell'abside resti di affreschi di scuola bizantina del [[XII secolo]].
 
====Tofe====
[[Immagine:Monofora_Chiesa-S.M.Casalicchio.jpg|190px|thumb|left|Monofora della Chiesa di S. M. in Casalicchio]]
Vicino alla piccola frazione di Tofe lungo l'antica via tardo Imperiale e prospicente la riva del fiume s'innalza la Chiesa di Santa Maria in Casalicchio del [[XIV secolo]]. Dell'impianto di questa antica Chiesa romanica rimane la sacrestia, probabilmente del [[XIII secolo]], ma per alcuni studiosi locali venne edificata sulle rovine o in prossimità di un antico tempio pagano.<ref name=Architettura />
 
Certo è che sin dal [[1400|'400]] aveva assunto un'importanza notevole se le comunità picene in lite tra loro la sceglievano per giurarvi i patti o la pace raggiunta. Interessanti gli affreschi, attirbuiti a Vitruccio Vergari, raffiguranti una Madonna con bambino del XVI secolo (Madonna delle rose) e una Crocifissione. All'esterno, come unico decoro, la presenza di due stelle scolpite una a cinque punte ed una a sei ai lati della monofora prospiciente l'antica via. <ref name=Architettura /><ref name=Via />
 
Per un voto fatto dalla Comunità montemonachese all'indomani della grande peste del [[1600|'600]], si svolge da allora, il 20 Gennaio di ogni anno la festa di [[San Sebastiano]], con una processione (anche con bufera e neve) che da Montemonaco scende fino alla chiesa.<ref>Santuario di Santa Maria di Casalicchio: il 20 gennaio è grande festa a Montemonaco, una lunga processione si snoda per il paese: la sua meta è Santa Maria in Casalicchio. Non c'è avversità che tenga, i fedeli rinnovano ogni anno il voto antico a San Sebastiano, che scongiurò la peste.[[http://www.italyzone.it/italia/percorsi_turistici/i_santuari_nel_fermano.html]]</ref>
 
È tradizione che dopo la funzione, il Comune offra a tutti i partecipanti provenienti dal Piceno, pane, vin cotto e salsicce. Negli ultimi decenni si sono aggiunti in processione i Vigili Urbani che hanno come protettore [[San Sebastiano]].
 
====Vallegrascia====
[[Immagine:Panorama Vallegrascia 2.jpg|190px|thumb|left|Vallegrascia. Sullo sfondo il Massiccio del Vettore.]][[Immagine:Il sentiero dei mietitori attraversa Vallegrascia.jpg|160px|thumb|right|Interno di Vallegrascia]] Il Toponimo deriva dalla Grascia, il frumento (farro in prevalenza), trasportato nel [[medioevo]] in copiosa messe lungo la valle. La Frazione si colloca infatti lungo l'antico [[Sentiero dei mietitori]] che dalle terre nursine, il passo del Galluccio e l'altopiano di [[Santa Maria in Pantano]] scendeva a valle attraversando Vallegrascia; da lì i mietitori con i loro carichi di merce, si dirigevano verso nord/sud o confluivano nella viabilità lungo il fiume [[Aso]] fino ai porti Piceni dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]].<ref>[http://www.picenoguide.it/index.php?option=com_content&view=article&id=53&Itemid=72&lang=it|Sul Sentiero dei Mietitori]</ref>
L'impianto del piccolo borgo, a lato dal Fosso della Rota, risale al [[XV secolo]] e a conferma sono le costruzioni in pietra tufacea a faccia vista di notevole qualità architettonica a testimonianza della ricchezza goduta in quel tempo dai suoi abitanti.
 
È interessante notare come la dimora con qualità architettonica maggiore sia stata quella della famiglia Scardazza, oggi in deprecabile stato di abbandono, scacciata dalla [[Spagna]] e giunta a Montemonaco agli inizi del [[XVI secolo]].<ref name=Architettura />
[[Immagine:San Lorenzo in Vallegrascia (Montemonaco).JPG|160px|thumb|right|San Lorenzo in Vallegrascia. Lato absidale]]
 
Scendendo da Vallegrascia s'incontra la chiesa romanica di [[San Lorenzo]] "ad tre rivos" con cripta del [[X secolo]]. Conserva due lastre scolpite con storie della [[Genesi]], risalenti probabilmente al [[X secolo]].<ref name=Architettura />
 
Vallegrascia dista 8 Km da Montemonaco
 
==Economia==
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Montemonaco}}
 
==Amministrazione comunale==
{{ComuniAmministrazione
|NomeSindaco= Liberato Vittorio Sansonetti
|DataElezione= 13/06/2004
|partito= [[lista civica]]
|TelefonoComune= 0736 856141
|EmailComune= com.montemonaco@provincia.ap.it
}}
 
==Curiosità==
*Una rappresentanza di Montemonaco partecipa alla sfilata del corteo storico medioevale della [[Torneo cavalleresco della Quintana|Quintana]] di Ascoli Piceno.
*Il terzo sabato e domenica di Ottobre si svolge la Sagra della Castagna, con la vendita dei marroni locali e la degustazione dei prodotti tipici.
==Note==
{{references|2}}
==Bibliografia==
*{{Cita libro|autore=Elio Corbani|coautori=Pietro Serina|titolo=Cent'anni di Atalanta|volume=2|anno=2007|editore=SESAAB|città=Bergamo|isbn=978-88-903088-0-2}}
*Augusto Vittori, ''Montemonaco nel Regno della Sibilla Appenninica'', FI, Libreria Editrice Fiorentina, [[1938]]
*Antoine de La Sale, ''Il Paradiso della Regina Sibilla'', Norcia, Millefiorini, [[1963]]
*Luigi Paulucci, ''La Sibilla Appenninica'', Firenze, Leo Olschki, [[1967]]
*Joyce Lussu, ''Il Libro perogno'', Il Lavoro Editoriale, [[1982]]
*''I Monti Sibillini nelle fonti storiche e letterarie'', Ripatransone, Maroni Editore, [[1990]]
*Mons. Giuseppe Ghilarducci-Introduzione di Paolo Aldo Rossi, ''Sulle tracce della Sibilla - Un documento del XV sec.'', Montemonaco, Progetto Elissa, [[1998]]
*''Sibille e linguaggi oracolari'', a cura di Ileana Chirassi Colombo e Tullio Seppilli, Atti del Convegno-Università degli studi di Macerata, Istituti Editoriali e Poligrafici internazionali, Pisa-Roma, [[1998]]
* ''Le terre della Sibilla Appenninica, Antico crocevia di idee scienze e cultura'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 Novembre 1998, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[1999]]
*Anna Maria Piscitelli, ''Antoine De La Sale - Viaggio nei misteri della Sibilla'', Montemonaco(AP), Progetto Elissa, [[1999]]
*''Errante Erotica, Eretica, l'icona Sibillina fra Cecco d'Ascoli e Osvaldo Licini'', Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 29-31 Ottobre 1999, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa, [[2000]]
*''Sibilla Sciamana della montagna e la Grotta Appenninica'', Atti del Convegno di Amandola-Camerino 2-3 Dicembre 2000, a cura del Progetto Elissa, Progetto Elissa [[2001]]
*Claudio Censori, ''Foce'', Società Editrice Ricerche.
 
==Voci correlate==
*[[Parco nazionale dei Monti Sibillini]]
*[[Comunità Montana dei Sibillini]]
*[[Monte Sibilla]]
*[[Grotta della Sibilla]]
*[[Sibilla Appenninica]]
*[[Antoine de La Sale]]
*[[Il Guerrin Meschino]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.montemonaco.com/paese/storia.htm Sulla storia di Montemonaco]
* {{Cita web | 1 = http://www.emozionecalcio.it/scheda_persona/Giancarlo-Finardi/10612.aspx | 2 = Statistiche su Emozionecalcio.it | urlmorto = sì }}
*[http://www.sibillini.net/il_parco/cultura_territorio/edifici_di_culto/Montemonaco.htm Descrizione di alcune chiese del territorio montemonachese]
 
{{Comuni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini}}
{{Provincia di Ascoli Piceno}}
{{portale|Marche}}
 
 
[[Categoria:Comuni della provincia di Ascoli Piceno]]
[[Categoria:Comuni delle Marche]]
[[Categoria:Comuni italiani]]
 
{{Portale|biografie|calcio}}
[[de:Montemonaco]]
[[en:Montemonaco]]
[[eo:Montemonaco]]
[[fr:Montemonaco]]
[[ja:モンテモーナコ]]
[[nap:Montemonaco]]
[[nl:Montemonaco]]
[[pl:Montemonaco]]
[[pms:Montemonaco]]
[[pt:Montemonaco]]
[[vi:Montemonaco]]
[[vo:Montemonaco]]