Jagdpanzer IV e XXV della campagna romana: differenze tra le pagine

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{{NN|arte|agosto 2017}}
{{Infobox veicolo militare
|Veicolo =carro_armato
|Nomeimmaginelungo =yes
|Nome =Jagdpanzer IV/48
|Immagine =[[File:SdKfz162.jpg|300px]]
|Didascalia =Jagdpanzer IV/48 al Panzermuseum Munster.
<!-- Descrizione -->
|Tipo =
|Equipaggio =4 (capocarro, cannoniere, puntatore e pilota)
|Progettista =
|Costruttore =
|Data_impostazione =
|Data_primo_collaudo =
|Data_entrata_in_servizio=
|Data_ritiro_dal_servizio=
|Utilizzatore_principale =
|Altri_utilizzatori =
|Esemplari =
|Costo_unitario =
|Sviluppato_dal =
|Altre_varianti =
<!-- Dimensioni e pesi -->
|Tavole_prospettiche =
|Lunghezza =8,58 [[Metro|m]]
|Larghezza =2,93 [[Metro|m]]
|Altezza =1,96 [[Metro|m]]
|Peso =25,8 [[Tonnellata|t]]
|Capacità =
|Capacità_combustibile =
<!--Propulsione e tecnica-->
|Motore =[[Maybach]] HL 120 a [[benzina]]
|Potenza =300 [[Cavallo vapore britannico|hp]]
|Rapporto_peso_potenza =12,5
|Trazione =cingolata
|Sospensioni =
<!-- Prestazioni -->
|Velocità =(strada) 40
|Velocità_max =
|Velocità_su_strada =
|Velocità_fuori_strada =
|Autonomia =210
|Pendenza_max =
|Armamento e corazzatura =
|Apparati_di_tiro =
|Armamento_primario =cannone da [[7,5 cm PaK 39]] L/48
|Armamento_secondario =2 mitragliatrici da [[MG 42]] [[7,92 × 57 mm Mauser|7,92 mm]]
|Corazzatura =80mm max
|Corazzatura_frontale =
|Corazzatura_laterale =
|Corazzatura_posteriore =
|Corazzatura_superiore =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =Achtung Panzer.com <ref>[http://www.achtungpanzer.com/jagdpanzer-iv-sd-kfz-162-75mm-l48-1944.htm Jagdpanzer IV Sd. Kfz. 162 – 75mm L/48 (1944)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
}}
 
I '''XXV della campagna romana''' furono un sodalizio di artisti [[italia]]ni attivo fra il [[1904]] e il [[1930]], quando il gruppo fu sciolto dal regime fascista.<ref name="visitlazio.com">{{cita web|url=http://www.visitlazio.com/risultati-ricerca?title=i-xxv-della-campagna-romana&articleId=653494|titolo=I XXV della Campagna Romana su VisitLazio|accesso=17 agosto 2017}}</ref><ref name="treccani.it">{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/venticinque/|titolo=Venticinque nell'Enciclopedia Treccani|accesso=17 agosto 2017}}</ref>
Lo '''Jagdpanzer IV''' era un [[cacciacarri]] tedesco utilizzato nella [[seconda guerra mondiale]].
[[File:PONTE NOMENTANO ANIVITTI.jpg|thumb|[[Filippo Anivitti]], ''[[Ponte Nomentano]]'']]
[[File:Onorato Carlandi.jpg|miniatura|[[Onorato Carlandi]], ''Paesaggio della campagna romana'']]
Il gruppo era formato da venticinque artisti accomunati dal gusto di ritrarre dal vero la natura e che decisero di creare un nuovo sodalizio artistico, senza manifesti programmatici, senza regole condizionatrici, senza gerarchie oltre al ''Capoccetta'' a vita (il presidente) e a un ''Guitto'' (il segretario). La loro attività sociale era rappresentata dalla gita domenicale in aperta campagna - armati di tele e di pennelli - che si concludeva allegramente in trattoria, dove il dipinto più bello era premiato col rimborso del viaggio e del pranzo e con l'omaggio di un ferro di cavallo.
 
Quando un artista moriva o abbandonava il sodalizio, era rimpiazzato da un altro che doveva avere il ''placet'' di tutti gli altri. Così dai 25 originari alla fine si arrivò a 46, (poiché chi rinunciava, oppure moriva, veniva sostituito), ma il nome rimase immutato.<ref name="visitlazio.com"/>
== Lo sviluppo ==
Il cacciacarri Jagdpanzer IV era stato realizzato per superare le limitazioni del [[Nashorn]], che aveva la camera di combattimento aperta e una sagoma troppo alta, e fu il primo vero cacciacarri tedesco progettato ''ad hoc''.Concepito come una versione migliorata dello [[StuG III]] Ausf G, rispondeva a una specifica del dicembre [[1942]], quando il Waffenamt (ufficio per gli armamenti) richiese un nuovo cacciacarri, caratterizzato da una corazza frontale di 75mm e dal cannone da 75&nbsp;mm in casamatta, con una sagoma laterale estremamente bassa. Il nuovo veicolo fu affidato alla Vomag di [[Plauen]] che ne realizzò il simulacro in scala 1:1 in legno, presentato ad [[Adolf Hitler]] il 14 maggio [[1943]]. Già in ottobre ne risultava realizzato un prototipo dimostratore, privo di corazzatura, che fu mostrato anch'esso al Führer; in dicembre fu pronto il primo vero prototipo e la Vomag ricevette la disposizione di avviarne la produzione in serie il più presto possibile. In effetti, il Waffenamt aveva richiesto che sullo Jagdpanzer IV fosse montata una versione del cannone [[7,5 cm KwK 42|KwK 42 L/70 da 75 mm]] del carro [[Panzer V Panther|Panther]], ma poiché questo pezzo incontrava difficoltà nella produzione, alla prima versione di serie del cacciacarri fu destinato il [[7,5 cm PaK 39]] L/48, immediatamente disponibile. Il primo veicolo della 0-Serie uscì di fabbrica nel gennaio [[1944]], realizzato a partire dal telaio e dal treno di rotolamento di un PzKpfw IV Ausf F; la sua casamatta era caratterizzata da spigoli arrotondati. Questo cacciacarri fu designato (leichte) Jagdpanzer IV Ausf F. Subito dopo fu avviata la costruzione del prototipo con il cannone del Panther, che uscì di fabbrica nell'aprile del 1944, seguito in luglio da un secondo esemplare. Lo JgdPz IV di serie cominciò a raggiungere i reparti di prima linea nel marzo 1944, mentre lo JgdPz IV/70, cioè la successiva versione con il cannone più lungo, fece seguito a partire da agosto.
 
== La macchinaStoria ==
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Sartorio Giulio Aristide, L'aratura di novembre o Buoi all'aratro (Vedute della campagna romana).jpg|thumb|[[Giulio Aristide Sartorio]], ''Buoi all'aratro'']]
Lo Jagdpanzer IV, costruito dalla Vomag e dalla Alkett si caratterizzava per un profilo appiattito, la presenza di una o due mitragliatrici Mauser [[MG 42]] da [[7,92 × 57 mm Mauser|7,92 × 57 mm]] e protezione integrale per l'equipaggio, con corazze piuttosto inclinate, di spessore variabile tra 20 e 60&nbsp;mm. L'equipaggio era composto da un pilota, a sinistra, da un cannoniere seduto dietro di esso, alla sinistra della culatta dell'arma, con il comandante a sua volta dietro il cannoniere; vi era poi un quarto servente che stava nella parte destra della camera di combattimento. Il motore era il tradizionale [[Maybach]] HL 120TRM a benzina, a 12 cilindri a V in grado di erogare 300CV a 3000 giri/min; l'impianto di alimentazione aveva una capacità di 470 litri. La [[Trasmissione (meccanica)|trasmissione]] ZF SSG 76 era sincronizzata a un [[Cambio (meccanica)|cambio]] con sei marce in avanti e una retromarcia a preselezione. Il treno di rotolamento aveva sospensioni a [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a balestra|a mezze balestre]] unite a quattro carrelli, che accoppiavano le otto [[Ruota|ruote]] portanti; i rulli tendicingolo erano quattro per lato, ridotti a due dopo il settembre 1944. L'armamento principale del semovente era costituito dal cannone [[7,5 cm PaK 39]] da 75&nbsp;mm e lungo 48 calibri (L/48), di produzione Rheinmetall-Borsig o Seitz, decentrato di 20&nbsp;cm a destra, con limitate possibilità di brandeggio, e alzo da -8° a +15°. A destra del cannone vi era uno snodo a sfera, attraverso il quale si poteva utilizzare una mitragliatrice [[MG 42]], una [[MG 34]] o una pistola mitragliatrice [[Sturmgewehr 44|MP44]] nella versione con canna ricurva e munizionamento speciale per la difesa ravvicinata. Sempre per la difesa ravvicinata vi era un mortaio NbK 39 da 90&nbsp;mm con munizioni nebbiogene, esplosive, fumogene arancione e illuminanti. Per il cannone era disponibile un massimo di 79 colpi, mentre per la mitragliatrice vi erano nastri per 600 colpi.
Una sera, il 24 maggio 1904, siedono a tavola al "Pozzo di San Patrizio" - trattoria tipica sulla via Nomentana - un gruppo di artisti diversi per età, provenienza e scuola, ma tutti contrari alla pittura da cavalletto e uniti dalla passione di ritrarre dal vero le figure e i paesaggi della campagna romana.<ref>{{cita pubblicazione | nome=Lando |cognome=Scottoni |titolo=Definizione geografica della campagna romana |rivista=Atti dell'Accademia nazionale dei Lincei |città=Roma|SBN =IT\ICCU\TO0\0188657 |volume=Classe di Scienze morali, storiche e filologiche, Rendiconti |anno=390 (1993) |mese=serie: 9, vol. 4, fasc. 4 }}</ref> Essi creano il primo nucleo di un sodalizio che decidono di chiamare "I Vassalli della campagna romana". Questi artisti in parte appartengono alla società ''[[In arte libertas]]'', nata nel 1886 per iniziativa di [[Giovanni Costa]] detto "Nino", per opporsi all'arte di maniera. Ma dopo la morte del maestro, ''[[In arte libertas]]'' langue. Quella sera, a cena in trattoria sono in sei:
* il pittore e illustratore [[Cesare Biseo]],
* il pittore e decoratore [[Giuseppe Cellini]],
* lo scultore [[Ettore Ferrari]], detto "Aquila reale",
* il pittore e acquerellista [[Paolo Ferretti (pittore)|Paolo Ferretti]], detto "Porchetto d'India",
* il pittore [[Edoardo Gioja]],
* e il pittore [[Alessandro Morani]],
[[File:Luigi Galvani's monument in Bologna 2.JPG|thumb|[[Adalberto Cencetti]], monumento a [[Luigi Galvani]], Bologna]]
Quella sera stessa sono associati, per diritto e per acclamazione:
* il pittore [[Alessandro Battaglia]], detto "Vitello marino",
* il pittore e acquerellista [[Lorenzo Cecconi]], detto "Gallo d'India", perché era stato in [[India]],
* lo scultore [[Adalberto Cencetti]],
* il pittore e decoratore [[Giovanni Costantini (pittore)|Giovanni Costantini]], detto "Grillo",
* il pittore [[Arturo Noci]],
* il pittore e scultore [[Giulio Aristide Sartorio]],
* e il poeta [[Cesare Pascarella]], detto "Scimpanzé" per l'agilità nel salto. Aveva studiato all'Accademia di Belle Arti e si dilettava di pittura.
[[File:GNAM - Sartorio 1904, camposanto di Ostia Antica P1100963.JPG|thumb|[[Giulio Aristide Sartorio]], ''Camposanto di [[Ostia Antica]]'', 1904]]
 
=== LeDai versioni12 ai 25 artisti ===
Al primitivo gruppo aderiscono nei giorni successivi altri artisti:
Fondamentalmente, dello Jagdpanzer IV furono costruite tre versioni, caratterizzate dal differente armamento: il Jagdpanzer standard con il cannone da 48 calibri e quella con il cannone da 70 calibri, della quale esisteva la variante ad interim di costruzione Alkett con sovrastruttura di disegno differente. Lo Jagdpanzer IV era la versione-base di produzione Vomag o Alkett, realizzata in 769 esemplari complessivi nei primi 11 mesi del 1944. 26 scafi non completati furono destinati a veicoli per impieghi particolari.
* il pittore [[Filippo Anivitti]], detto "Orso", perché sobrio nei discorsi,
* il pittore e acquerellista [[Raniero Aureli]], detto "Gallo cedrone", perché fiero della sua divisa da ufficiale,
* il pittore e scultore [[Romolo Bernardi]], detto "Triglia", per la barba e i baffi rossi,
* il pittore [[Cesare Bertolla]],
* l'artista [[Duilio Cambellotti]], detto "Torello", per il carattere fiero e selvatico,
[[File:Relief Bruno Campo dei Fiori n1.jpg|thumb|[[Ettore Ferrari]], monumento a [[Giordano Bruno]] a Campo dei Fiori]]
* il pittore [[Onorato Carlandi]], detto "Cicala", per la loquacità,
* il pittore [[Alberto Carosi]], detto "Carosetto" o "Cucciolo",
* il pittore e incisore [[Giuseppe Carosi]], detto "Bull dog", oppure "Cane bordò", in controtendenza al suo profilo greco,
* il pittore e calciatore [[Filiberto Corelli]], detto "Vannino",
* il pittore [[Umberto Coromaldi]], detto "Cefalo",
* il pittore [[Pompeo Fabri]], detto "Filugello",
* il pittore [[Carlo Ferrari (pittore)|Carlo Ferrari]], detto "Parrocchetto".
[[File:Giulio Aristide Sartorio, il circeo, 1909.JPG|thumb|[[Giulio Aristide Sartorio]], ''Il [[Circeo]]'', 1909]]
Il sodalizio è ora composto da 25 artisti. Dopo discussioni lunghe e animate, [[Onorato Carlandi]] {{Citazione necessaria|suggerisce (o impone)}} il nome: i ''XXV della campagna romana''.
 
=== Dai 25 ai 46 artisti ===
* '''Jagdpanzer IV Befehlswagen''': era l'allestimento come carro comando, con dotazione radio più ricca e un quinto membro dell'equipaggio addetto alle comunicazioni.
Gli artisti trovano l'appoggio culturale e finanziario del conte e pittore [[Napoleone Parisani]], detto "Cane levriero", che è imparentato coi Bonaparte e con i [[Giuseppe Primoli|Primoli]] ed è grande collezionista di opere d'arte: si aggrega al sodalizio. Si aggiungono altri artisti, in tempi diversi:
* '''Jagdpanzer IV neuer Art Starr''': due prototipi sperimentali allestiti nel settembre 1944, nel quale il cannone PaK 39 L/48 era fissato rigidamente allo scafo; non ebbero seguito. La stessa sperimentazione, con eguale esito, avvenne anche con lo scafo dello JgdPz IV/70(V).
* il pittore [[Maurizio Barricelli]],
* '''Jagdpanzer IV/70(V)''': versione che differiva dalla precedente soprattutto per l'armamento primario, costituito da un cannone Gustoff o Skoda [[7,5 cm KwK 42]] L/70 da 75&nbsp;mm, con munizionamento ridotto a 55 colpi. Dato il maggior peso che gravava sulla parte anteriore, i primi due rulli erano rinforzati. Fu prodotto dalla Vomag nel periodo agosto 1944-aprile [[1945]] in 930-940 esemplari al ritmo medio di 103 al mese. Era soprannominato "Guderian-Ente", l'anatra di Guderian, e si basava sul treno di rotolamento e sulla meccanica del PzKpfw IV Ausf H. Pesava 25,8 t e marciava a 35&nbsp;km/h.
* il pittore e incisore [[Marcello Boglione]],
* '''Jagdpanzer IV/70(A)''': era una versione alternativa alla precedente, costruita dalla Alkett nello stabilimento Nibelungenwerke di [[Sankt Valentin]] in [[Austria]], nel periodo agosto 1944-marzo 1945 in 278 esemplari, alla cadenza media di 34 al mese. Presentava alcune differenze dimensionali nello scafo, dovute all'impiego della casamatta detta Ubergangsaufbau, la cui altezza massima era nettamente superiore. In depressione il pezzo aveva due gradi di libertà di movimento in meno, a causa del ricorso allo scafo del PzKpfw IV Ausf H o J senza modifiche; a differenza della versione V, la A aveva i primi 4 rulli con anello di rinforzo in acciaio.Lo JgdPz IV/70(A) era definito anche "Zwischenlosung", provvisorio. Pesava 28t e marciava a 38&nbsp;km/h.
* l'ingegnere [[Rodolfo Bonfiglietti]], detto "mufflone", ma anche "topografo" perché aveva realizzato il Traforo sotto il Quirinale,
* '''Panzerjäger IV mit 8,8&nbsp;cm PaK 43/3 L/71''': la Krupp, nel novembre 1944, progettò di modificare uno JgdPz IV(A) per montare su di esso un cannone [[8,8 cm KwK 43]]/3 L/71 da 88&nbsp;mm, ma il progetto non ebbe seguito.
* il pittore [[Enrico Coleman]], detto "Birmano",
* il pittore [[Giordano Bruno Ferrari]],
* il pittore [[Giuseppe Ferrari (pittore)|Giuseppe Ferrari]], detto "Aquila reale",
* il pittore e decoratore [[Vittorio Grassi]], detto "Lince",
* il pittore e incisore [[Giorgio Hinna]], detto "Lucciola",
* il pittore [[Camillo Innocenti]],
[[File:Parisani-Village.jpg|thumb|[[Napoleone Parisani]], ''Paesaggio'']]
* il pittore e incisore [[Laurenzio Laurenzi]],
* il pittore, illustratore e giornalista [[Carlo Montani]], detto "Tapiro", per la forma del naso,
* il pittore e decoratore [[Enrico Ortolani]], detto "Ragno ciancone",
* il pittore e incisore [[Filiberto Petiti]], detto "Gatto soriano",
* il pittore [[Luigi Petrassi]], detto "Il Gattone",
* il pittore [[Giuseppe Raggio (pittore)|Giuseppe Raggio]],
* il pittore [[Dante Ricci]], detto "Furetto",
* il pittore [[Carlo Romagnoli]],
* il pittore [[Angelo Rossi (pittore)|Angelo Rossi]], detto "Giraffa",
* il pittore e acquerellista [[Amedeo Simonetti]], in famiglia ''Momo'' e tra amici ''Cairate'' perché era stato in [[Egitto]], detto "Grillo",
* e il pittore e acquerellista [[Virgilio Simonetti]], detto "Gazzella".
[[File:Nino Costa - Donne che imbarcano legna ad Anzio.jpg|thumb|[[Giovanni Costa]], ''[[Donne che portano fascine a Porto d'Anzio]]'']]
 
=== La gita sociale ===
== L'impiego ==
Entrano dunque in un periodo successivo altri artisti, alcuni dei quali avevano aderito alla associazione ''[[In arte libertas]]'', fondata nel 1886 e in pratica chiusa nel 1903, per la morte del fondatore [[Giovanni Costa]]. E alcuni avevano fatto anche parte della precedente associazione di Costa: la ''[[Scuola Etrusca]]''. Dai 25 artisti originari si arriva dunque a 46, ma il nome resta.<ref name="visitlazio.com"/><ref name="treccani.it"/>
Lo Jagdpanzer era un cacciacarri realmente efficace, anche se nel corso della messa a punto e dell'impiego iniziale presentò qualche problema; il principale era rappresentato dalla lunghezza del cannone in rapporto alla sua altezza dal suolo:spesso, durante le manovre fuori strada, il semovente si piantava contro i rilievi del terreno e la bocca dell'arma si riempiva di terra. Questo problema risultava aggravato dalle oscillazioni della canna, fino a quando non fu montato un ritegno al quale vincolarla durante la marcia. Inoltre, le versioni con canna da 70 calibri erano sbilanciate in avanti, rendendo più difficoltosa la guida. Si trattava, però, di inconvenienti minori, che non ne pregiudicarono l'efficacia. Gli Jagdpanzer IV cominciarono ad essere assegnati ai Panzerjäger Abteilung delle divisioni Panzer e Panzergrenadier. Il battesimo del fuoco fu con la [[1. Fallschirm-Panzer-Division Hermann Göring]] sul fronte italiano e successivamente con la [[4. Panzer-Division|4.]] e la [[5. Panzer-Division (Wehrmacht)|5.Panzer-Division]] sul fronte orientale. Nel giugno 1944 i carri in servizio sul fronte occidentale erano 62, distribuiti tra la [[9. Panzer-Division (Wehrmacht)|9. Panzer-Division]], la [[12ª SS-Panzerdivision "Hitlerjugend"]] e la [[Panzer-Lehr-Division|130. Panzerlehrdivision]]. In agosto cominciarono ad operare gli JgdPz IV/70(V); durante l'[[Offensiva delle Ardenne]] ne erano disponibili 137. Un mese dopo fu la volta della versione Alkett, con la quale venivano sostituiti i cacciacarri perduti in combattimento, principalmente sul fronte orientale. Al 10 aprile 1945 gli JgdPz IV/70 in servizio nella [[Wehrmacht]] erano 285, dei quali 274 sul fronte orientale, 8 in [[Italia]] e tre sul fronte occidentale. Non essendo il gettito dei carri armati adeguato alle richieste, nel 1945 gli Jagdpanzer cominciarono a prendere il loro posto, pur essendo a loro volta disponibili in quantità insufficiente. A guerra finita, 6 JgdPz IV, sia con cannone corto che lungo, fecero parte dei mezzi tedeschi che furono acquistati dalla [[Siria]].
 
La domenica i pittori sono all'aria aperta, negli spazi ampi e luminosi della campagna romana, a dipingere e a scattare fotografie. Partono da Roma con «cavalletti ombrelloni e tavolozze in spalla – tanto da essere scambiati in più di un'occasione per cacciatori, civettari, pescatori, cinematografari intenti a girare qualche esterno di un film – per una determinata località della Campagna Romana, alla ricerca di motivi ispiratori direttamente dal vero e nella loro vera luce».<ref>{{Cita| Mammucari 2005.}}</ref>
 
Qualche volta prendono il treno, oppure il [[Tramvie dei Castelli Romani|tram dei Castelli]] e dopo poche stazioni sono già in aperta campagna. Se non si dirigono a sud, risalgono in treno lungo la costa, a fianco dell'[[Strada Statale Aurelia|Aurelia]]. Altre mete abituali e preferite sono: [[Settecamini]], [[Bagni di Tivoli]], Sette Bagni, [[Marcigliana]], [[Prima Porta]], [[Appia Antica]], Appia Pignatelli, [[Sacrofano]], [[Isola Sacra]] e [[Ponte Mammolo]].
[[File:Paesaggio della Campagna Romana by Giulio Aristide Sartorio.jpg|thumb|[[Giulio Aristide Sartorio]], ''Campagna Romana'']]
Immancabile è la sosta in trattoria, dove gli artisti portano i loro dipinti e li espongono alle pareti della sala, oppure sull'erba del cortile. L'opera migliore è premiata con il rimborso del viaggio e del pranzo al suo autore; si aggiunge il premio simbolico di un ferro da cavallo che passa, di settimana in settimana, da un vincitore all'altro.
 
Singoli artisti scelsero anche altre mete, secondo il loro gusto personale: la costa laziale dalle colline della [[Tolfa]] a [[Terracina]], con [[Anzio]] e [[Fiumicino]]; le [[Paludi Pontine]] e quelle di [[Maccarese]]; paesini arroccati sui monti, come [[Saracinesco]], [[Anticoli Corrado]]<ref>Il [[Civico museo di arte moderna]] di [[Anticoli Corrado]], creato nel 1935 per raccogliere opere di artisti che hanno visitato e illustrato il paese, conta oggi circa 200 opere, di artisti italiani e stranieri.</ref> e Ninfa. I pittori arrivarono anche sui [[Tratturo|tratturi]] d'[[Abruzzo]].
 
In questo gruppo di 45 ci sono artisti anziani e affermati, ce ne sono altri giovani ma già noti, ci sono anche pittori adolescenti, portati ''in gita domenicale'' dal padre o dal fratello maggiore: questa caratteristica del gruppo spiega perché l'abitudine della pittura all'aria aperta, in campagna o sulle rive del mare, sia durato così a lungo, tra gli artisti di area romana.
 
<gallery caption="I luoghi della campagna romana">
File:Carta campagna romana e feudi.jpg|Carta campagna romana e feudi
File:Ponte Nomentano, 1896.jpg|[[Giuseppe Primoli]], ''[[Ponte Nomentano]]'', foto 1896
File:Stazione Bagni di Tivoli.jpg|Stazione di [[Bagni di Tivoli]]
File:La Badia di Valvisciolo - notizie e ricerche (1905) (14801582003).jpg|[[Sermoneta]], La Badia di Valvisciolo (1905)
File:Provincia di Campagna - Stato della Chiesa.jpg|Provincia di Campagna (Stato della Chiesa)
File:Plan topographique de la campagne de Rome (5376031664).jpg|''Plan topographique de la campagne de Rome''
</gallery>
 
Nelle campagne romane, dove butteri e pecorai prolungavano antiche forme di civiltà, oltre a torri, ponti e casali, erano presenti grandiose vestigia di epoca romana, come tombe e acquedotti: erano parte integrante del paesaggio, insieme alle pecore e ai bufali. Gli artisti vivevano a contatto con una diversità culturale che si esprimeva anche nella sonorità dei momenti di festa e ricreavano sulla tela passi di danza, pifferi e tamburelli in dettaglio, gesti dei suonatori.
 
Le cariche sociali dei XXV consistevano nel ''Capoccetta'' a vita e nel ''Guitto'', cioè il segretario ''factotum'' che convocava gli associati, organizzava il viaggio domenicale e fissava il posto all'osteria. Coleman fu il primo ''Capoccetta'' e Carlandi il primo ''Guitto''. Alla morte di Coleman, Carlandi ne prese il posto, lasciando la segreteria ad Enrico Ortolani. Quando un associato abbandonava il sodalizio, oppure moriva, il suo posto veniva rimpiazzato da un nuovo artista, che doveva ottenere il ''placet'' da tutti gli altri.
 
Il vecchio sonetto di Cesare Pascarella ''Er fattaccio'', riproduce l'atmosfera di quelle scampagnate romane:
 
{{Citazione| Erimo venticinque in compagnia<br />De li soni. Fu un pranzo prelibato.<br />Dopo pranzo fu fatta un'allegria<br />Tutti a panza per aria immezzo ar prato<br />A l'aria aperta, e dopo avè ballato,<br />Ritornassimo in giù all'avemaria. }}
 
I XXV della campagna romana furono sciolti il 12 novembre 1930, per infiltrazioni massoniche di cui era accusato Ettore Ferrari, gran Maestro 33, e con questa scusa: «Da XXV a 33: il passo è breve.»<ref>Le circostanze sono state ampiamente raccontate, in più occasioni, da Renato Mammucari che raccolse anche le testimonianze di Virgilio Simonetti - l'ultimo dei "̥25" - al quale si deve anche il ricordo di molti dei soprannomi. Nel raccontare quelle vicende della sua giovinezza, afferma Mammuccari, Virgilio Simonetti si commuoveva.</ref>
 
Alcuni di questi artisti, tra cui [[Giovanni Costantini (pittore)|Giovanni Costantini]], [[Vittorio Grassi]], [[Raniero Aureli]], [[Maurizio Barricelli]] e [[Camillo Innocenti]], aderirono anche alla [[Secessione Romana]].
 
Artisti che si sono ispirati alla pittura dal vero dei ''XXV della campagna romana'' dopo il 1930, quando il gruppo viene sciolto, sono stati, tra altri, [[Rinaldo Caressa]] e [[Giuseppe Malagodi]]. Nel 2004, in occasione del centenario della nascita del gruppo, l'[[Accademia Nazionale di San Luca|Accademia di San Luca]] ha organizzato una mostra.
 
<gallery caption="Alcune opere dei XXV della Campagna Romana">
File:Tevere Dragoncello.jpg|[[Giulio Aristide Sartorio]], ''[[Tevere]] a Dragoncello''
File:Parisani-River.jpg|[[Napoleone Parisani]], ''Fiume''
File:Horses drinking from a stone trough, by Enrico Coleman.jpg|[[Enrico Coleman]], ''Cavallo che beve''
File:Vittorio Grassi - Vita Nuova, pag. 4, facsimile.jpg|[[Vittorio Grassi]], ''Vita Nuova''
File:Brooklyn Museum - The Green Shawl (Lo scialle verde) - Camillo Innocenti - overall.jpg|[[Camillo Innocenti]], ''Lo scialle verde''
File:Nino Costa – Campagna 1855.jpg|[[Giovanni Costa]], ''Campagna'', 1855
File:Simonetti - Rothaarige Frau öffnet gespannt den Liebesbrief.jpg|[[Amedeo Simonetti]] detto ''Momo'', ''La lettera''
File:Pascarella 1901.jpg|[[Vittorio Corcos]], ritratto di [[Cesare Pascarella]], 1901
File:Galleria Sciarra 05 (fcm).jpg|[[Giuseppe Cellini]], affreschi alla [[Galleria Sciarra]]
File:Eduardo Gioja Elena von Montenegro 1913.jpg|[[Edoardo Gioja]], ''[[Elena di Montenegro]]'', 1913
File:Galleria CAM - Cambellotti, Conca dei bufali P1060643.JPG|[[Duilio Cambellotti]], ''Conca dei bufali''
File:Ava, Viscountess Waverley by Napoleone Parisani.jpg|[[Napoleone Parisani]], ''Ava Viscountess Waverley''
File:Giulio Aristide Sartorio - Malaria.jpg|[[Giulio Aristide Sartorio]] ''Malaria''
File:Parisani-Selfportrait.jpg|[[Napoleone Parisani]], ''Autoritratto''
File:Giuseppa raggio, scappata di cavalli nella campagna romana, 1892, 02.jpg|[[Giuseppe Raggio (pittore)|Giuseppe Raggio]], ''Scappata di cavalli nella campagna romana'', 1892
File:Duilio cambellotti, vaso con i corvi, 1927, bucchero (2).jpg|[[Duilio Cambellotti]], ''Vaso con i corvi'', 1927, bucchero
</gallery>
 
=== La ''mal'aria'' ===
In una famosa fotografia di [[Oreste Sgambati]] si vedono, seduti nell'Omnibus del [[Caffè Greco]], [[Cesare Bertolla]], [[Carlo Ferrari (pittore)|Carlo Ferrari]], [[Enrico Coleman]], [[Cesare Biseo]], [[Alessandro Morani]], [[Onorato Carlandi]], [[Vincenzo Cabianca]], [[Cesare Pascarella]] e Alessandro Coleman. Sgambati accompagnava sovente il gruppo dei pittori, nelle loro gite domenicali nell'Agro Romano e nella Campagna romana. Si meritò anche il soprannomeː "cornacchiolo" e, per essere chirurgo, era anche detto "archiatra".
 
Sgambati era anche il fotografo che seguiva il peregrinare, nelle zone paludose intorno a Roma, del dottor [[Angelo Celli]] e del giornalista [[Giovanni Cena]]. Nel 1904 il dottor Angelo Celli aveva fondato la "Società per gli studi contro la [[malaria]]", come aiuto alla distribuzione del ''chinino di Stato'' attraverso gli spacci per sale e tabacchi. Seguì la creazione dell'ente nazionale ''Le Scuole per i Contadini dell'[[Agro Romano]] e le [[Paludi Pontine]]''. Un opuscolo di Celli<ref>{{Cita libro| Angelo | Celli | Come vive il campagnolo nell'agro romano: note ed appunti illustrati con fotografie | 1904 | Società editrice nazionale | Roma|SBN =IT\ICCU\CUB\0178068}}</ref> aveva mosso l'interesse della stampa, soprattutto del giornalista Giovanni Cena che iniziò a battersi per l'alfabetizzazione dell'Agro Pontino e per la lotta alla malaria. Al progetto aderì [[Duilio Cambellotti]] che decorò le mura di una scuola elementare rurale.
 
Aspetti di povertà estrema nelle campagne intorno a Roma ed effetti tragici della malaria entrarono nell'ottica di alcuni artisti, tra i ''XXV della campagna romana''. In particolare si interessarono a temi sociali e sanitari [[Giulio Aristide Sartorio]], [[Cesare Bertolla]] e [[Giuseppe Raggio (pittore)|Giuseppe Raggio]] - autore di quadri che erano vere denunce di mala sanità e di lavoro disumano. Si deve a questi, e ad altri artisti, la diffusione ulteriore di conoscenze su drammatici aspetti sociali e sanitari, presenti nelle campagne.
 
== Note ==
<references/>
 
== Altri progettiBibliografia ==
* {{cita pubblicazione | nome=G. |cognome=Tomasetti |titolo=| Della campagna romana: illustrazione della Via Tiburtina |rivista=Archivio della R. Società romana di storia patria |città=Roma|SBN =IT\ICCU\RML\0008666|volume=XXX |anno=1907 }}
{{interprogetto|commons=Jagdpanzer IV}}
* {{Cita libro| autore= [[Carlo Galassi Paluzzi]] | titolo=I XXV della campagna romana | anno=1922 |editore= Alfieri e Lacroix |città=Roma|SBN =IT\ICCU\NAP\0140300| cid=Paluzzi}} Prefazione di [[Federico Hermanin]]
* {{Cita libro| Ercole | Metalli | Usi e costumi della campagna romana | 2ª ed., 1976 | A. Forni | Bologna|SBN =IT\ICCU\SBL\0593942}} Con disegni originali di [[Duilio Cambellotti]].
* {{Cita libro| Renato | Mammucari | I 25 della Campagna Romana | 1984 | Vela | Albano Laziale|SBN =IT\ICCU\RML\0083813}} Prefazione di Paolo Emilio Trastulli.
* {{Cita libro| autore=Renato Mammucari | titolo=I pittori della mal'aria. Dalla campagna romana alle Paludi Pontine: vedute e costumi dell'Agro attraverso i dipinti degli artisti italiani e stranieri che ne lasciarono memoria prima della radicale trasformazione dell'ambiente e del territorio | anno=1999 | editore=Newton & Compton | città=Roma|SBN =IT\ICCU\NAP\0225567| autore2=Rigel Langella}}
* {{Cita libro| curatore= Renato Mammucari | titolo=I 25 della campagna romana: 1904-2004 | anno=2ª ed., 2005 | editore=LER | città=Marigliano|SBN =IT\ICCU\BVE\0372474|cid=Mammucari 2005}} Introduzione [[Claudio Strinati]].
 
== CollegamentiVoci esternicorrelate ==
* [[Scuola Etrusca]]
* [http://www.achtungpanzer.com/jagdpanzer-iv-sd-kfz-162-75mm-l48-1944.htm Lo Jagdpanzer IV su Achtung Panzer!]
* [[In arte libertas]]
* [[Secessione Romana]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Portale|arte|Roma}}
{{Veicoli corazzati della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale}}
{{portale|guerra|seconda guerra mondiale}}
 
[[Categoria:Veicoli militari tedeschiXXV della secondacampagna guerraromana| mondiale]]
[[Categoria:SemoventiMovimenti pittorici|XXV della campagna romana]]