Friedrich Schelling e Forever Breathes the Lonely Word: differenze tra le pagine

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{{Album
[[File:FriedrichWilhelmSchelling.jpg|thumb|Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling]]
|titolo = Forever Breathes the Lonely Word
{{Bio
|artista = Felt
|Nome = Friedrich Wilhelm Joseph von
|tipo album = Studio
|Cognome = Schelling
|giornomese = Settembre
|Sesso = M
|anno = 1986
|LuogoNascita = Leonberg
|durata = 31:45
|GiornoMeseNascita = 27 gennaio
|genere = Jangle pop
|AnnoNascita = 1775
|genere2 = indie pop
|LuogoMorte = Bad Ragaz
|nota genere =
|GiornoMeseMorte = 20 agosto
|etichetta = [[Creation]]
|AnnoMorte = 1854
|registrato = Woodbine Street Recording Studios, Leamington Spa, Warwickshire
|Epoca = 1800
|copertina =
|Attività = filosofo
|precedente = Let the Snakes Crinkle Their Heads to Death
|Nazionalità = tedesco
|anno precedente = 1986
|PostNazionalità = , uno dei tre grandi esponenti dell'[[idealismo tedesco]], insieme a [[Fichte]] ed [[Hegel]]
|successivo = Poem of the River
|anno successivo = 1987
}}{{Recensioni album
|recensione1 = {{Rating|4.5|5}}<ref>{{Cita web|cognome=Sendra |nome=Tim |url=https://www.allmusic.com/album/forever-breathes-the-lonely-word-mw0000460107 |titolo=Forever Breathes the Lonely Word – Felt |editore=[[AllMusic]] |accesso=12 gennaio 2019}}</ref>
|giudizio1 = [[AllMusic]]
|recensione2 = 9.3/10<ref>{{Cita web|cognome=Moreland |nome=Quinn |url=https://pitchfork.com/reviews/albums/felt-forever-breathes-the-lonely-word/ |titolo=Felt: Forever Breathes the Lonely Word |opera=[[Pitchfork (website)|Pitchfork]] |data=26 maggio 2019 |accesso=26 maggio 2019}}</ref>
|giudizio2 = ''[[Pitchfork (website)|Pitchfork]]''
|recensione3 = 5/5<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Wilkes |nome=Jane |url=http://farm4.staticflickr.com/3144/3161141145_1135bb1064_o.jpg |titolo=Felt: Forever Breathes the Lonely Word |opera=[[Record Mirror]] |data=1986 |accesso=9 settembre 2013}}</ref>
|giudizio3 = ''[[Record Mirror]]''
|recensione4 = 9/10<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Dale |nome=Jon |titolo=Felt: Forever Breathes the Lonely Word / Poem of the River / The Pictorial Jackson Review / Train Above the City / Me & a Monkey on the Moon |opera=[[Uncut (magazine)|Uncut]] |numero=258 |data=November 2018 |p=46}}</ref>
|giudizio4 = ''[[Uncut (magazine)|Uncut]]''
}}
'''''Forever Breathes the Lonely Word''''' è il sesto album della band [[Rock alternativo|alternative-rock]] inglese [[Felt]], pubblicato nel settembre 1986. Questo è il primo album dei Felt senza tracce strumentali. L'oggetto della foto in copertina è il tastierista Martin Duffy.
 
Nel disco si possono ascoltare l'organo di Duffy e due chitarre, a volte suonate da Lawrence. L'organo è messo in primo piano nel mix e crea un suono molto innovativo per la band.
== La vita ==
Schelling nacque a Leonberg, in Germania, da un colto sacerdote protestante. Ragazzo precoce, gli fu concesso di entrare a soli quindici anni nel ''[[Tübinger Stift]]'', il seminario di [[Tubinga]], dove studiò [[teologia]] assieme a [[Friedrich Hölderlin]] e [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Georg W. F. Hegel]], coi quali si legò in amicizia. L'entusiasmo suscitato in lui dal rinnovamento culturale che sembrava innescato dal pensiero [[kant]]iano e dalla [[rivoluzione francese]], lo spinse ad accogliere e assimilare rapidamente la filosofia di [[Fichte]].
Nel [[1796]] si trasferì come precettore a [[Lipsia]], dove si occupò di [[scienze naturali]]. Il successo delle sue prime opere gli fece ottenere nel [[1798]] una cattedra a [[Jena]], dove frequentò il circolo romantico legandosi ai maggiori esponenti del [[Romanticismo]]: [[Goethe]], [[Novalis]], [[Friedrich Schiller|Schiller]], [[Friedrich Hölderlin|Hölderlin]], i fratelli [[Wilhelm August von Schlegel|Wilhelm]] e [[Friedrich Schlegel]], e [[Fichte]], della cui cattedra diventò ben presto il successore, dopo che quest'ultimo era stato costretto alle dimissioni. Sempre a Jena Schelling ritrovò anche Hegel; insieme, i due collaborarono alla pubblicazione del ''Giornale critico della filosofia''. All'interno del circolo romantico Schelling conobbe [[Caroline Michaelis]], sposata con [[Wilhelm August von Schlegel]], ma da cui ella si separerà per diventare sua moglie.
Cominciarono intanto a manifestarsi gravi dissapori e polemiche con Fichte, dovute più che altro all'incapacità di ciascuno dei due di comprendere il punto di vista dell'altro.
 
In un'intervista con l'[[New Musical Express|NME]] del 2011, Hamish MacBain ha dichiarato riguardo all' album che "Lawrence ha realizzato il suo capolavoro" e l'ha descritto come "il primo vero classico della [[Creation Records|Creation]] "<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=MacBain|nome=Hamish|titolo=Forever Breathes the Lonely Word|rivista=[[NME]]|data=1º gennaio 2011|url=http://pub27.bravenet.com/photocenter/viewimg.php?usernum=2284341502&show=7E986B7360.jpg|accesso=9 settembre 2013}}</ref>.
Dopo aver ottenuto un'altra cattedra a [[Würzburg]], nel [[1806]] Schelling si trasferì a [[Monaco di Baviera|Monaco]], dove maturò una svolta profonda nella sua filosofia, a cui contribuirono vari eventi: l'incontro con [[Franz von Baader|Baader]], che gli fece conoscere il pensiero di [[Jakob Böhme|Böhme]], la morte di Carolina, gli attacchi alla sua filosofia da parte di [[Hegel]], [[Friedrich Heinrich Jacobi|Jacobi]] e altri, ma anche esigenze interne al suo percorso filosofico. Dopo il [[1809]] si isolò in un lungo silenzio, impegnandosi nella stesura di un'opera mai conclusa, ''Le età del mondo''.<ref name="Weltalter">''[http://books.google.it/books?id=iWJUg_LQLK0C&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q&f=false Anteprima disponibile]'' su books.google.it: F. Schelling, ''Le età del mondo'', trad. it. di Carlo Tatasciatore, Guida editore, Napoli 2000 ISBN 88-7188-359-4.</ref> Nel [[1812]] sposò Paulina Gotter, che gli resterà sempre accanto e gli darà sei figli. Nel [[1821]] Schelling insegnò a [[Erlangen]] e dal [[1826]] a Monaco, dove l'anno seguente terrà le ''Lezioni monachesi sulla storia della filosofia moderna''.<ref name=Lehrstunden>Sono disponibili in anteprima le lezioni del 1830 trascritte su un quaderno appartenuto al principe [[Massimiliano II di Baviera]] e amico di Schelling: [http://books.google.it/books?id=ANE83WJPhnoC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Invito alla filosofia'', a cura di Andrea Dezi, Accademia University Press, 2012].</ref> Nel [[1841]] venne chiamato alla cattedra di [[Berlino]] che era stata di [[Hegel]]. Qui, dove ebbe tra i suoi uditori anche [[Kierkegaard]], sviluppò l'ultima fase del suo pensiero, in aperta polemica contro l'idealismo hegeliano, riaffermando il primato dell'[[essere]] attraverso l'auto-negazione della [[ragione]] [[dialettica]]. Suscitò grande attrazione, ma i suoi richiami caddero nel vuoto. Ritiratosi definitivamente dall'insegnamento, morirà quasi dimenticato a Bad Ragaz, in [[Svizzera]], il 20 agosto 1854.
 
== L'Idealismo esteticoTracce ==
Tutte le canzoni sono state scritte da [[Lawrence Hayward|Lawrence]].{{Tracce
Schelling si occupò inizialmente soprattutto di [[Immanuel Kant]] e [[Johann Gottlieb Fichte]].
|Titolo1 = "Rain of Crystal Spires"
La sua prima dissertazione ''L'io come principio della Filosofia'' ([[1795]]) era molto vicina alle idee di Fichte. Schelling mantiene infatti il motivo fichtiano del primato della [[filosofia pratica]], come attività articolata in tre momenti: espansione creativa e infinita dell'[[io (filosofia)|Io]], produzione inconscia di un limite che vi si contrappone, presa di coscienza e superamento di una tale auto-limitazione tramite l'agire [[etica|etico]]; Schelling le dà però una diversa connotazione, nella quale anche il momento del non-Io viene valorizzato. Non più solo l'[[idealismo]], ma anche il [[realismo (filosofia)|realismo]] viene dunque giustificato, nel tentativo di dare organicità e coerenza al [[kantismo]] su un piano [[ontologia|ontologico]]. Influenzato da [[Baruch Spinoza|Spinoza]], finisce così per conciliare il [[criticismo]] con il [[dogmatismo]]: questi due sistemi filosofici, che a prima vista sembrano inconciliabili, sono in realtà convergenti, perché l'uno parte dal [[soggetto (filosofia)|soggetto]], l'altro dall'[[oggetto (filosofia)|oggetto]], mirando entrambi al loro punto di unione. Ma partendo ciascuno da un punto di vista unilaterale, rischiano di smarrire il principio ad esso complementare: soggetto e oggetto infatti sono una realtà sola, visibile ora in un verso, ora nell'altro, ma comunque non scomponibile. [[Dialettica]]mente infatti un [[soggetto (filosofia)|soggetto]] è tale solo in rapporto a un [[oggetto (filosofia)|oggetto]], e viceversa.
|Durata1 = 3:54
|Titolo2 = "Down But Not Yet Out"
|Durata2 = 3:37
|Titolo3 = "September Lady"
|Durata3 = 3:44
|Titolo4 = "Grey Streets"
|Durata4 = 3:46
|Titolo5 = "All the People I Like Are Those That Are Dead"
|Durata5 = 5:10
|Titolo6 = "Gather Up Your Wings and Fly"
|Durata6 = 3:54
|Titolo7 = "A Wave Crashed on Rocks"
|Durata7 = 2:54
|Titolo8 = "Hours of Darkness Have Changed My Mind"
|Durata8 = 4:46
}}
 
== Formazione ==
[[File:Schelling Spirito-Natura.png|thumb|L'Assoluto come unione di Spirito e Natura]]
Compito della filosofia è allora raggiungere l'[[Assoluto]], inteso alla maniera di [[Plotino]] e [[Nicola Cusano|Cusano]] come l'[[Uno (filosofia)|Uno]] nel quale gli opposti coincidono, e situato al di là del processo conoscitivo, cioè di quella conoscenza puramente teoretica che in quanto tale comporta opposizione con l'oggetto reale della propria indagine ed è perciò limitata e ''finita''. L'Assoluto è inconoscibile perché conoscere significa collegare, relazionare qualcosa con altro da sé; ma poiché l'Assoluto ha già tutto dentro, non ha un termine di riferimento esterno con cui possa relazionarsi; tuttavia va ammesso, con un'[[autocoscienza]] immediata che è la fichtiana ''[[intuizione intellettuale]]'', perché altrimenti si rimane nella contrapposizione di soggetto e oggetto, che è una contraddizione [[logica]]. La reciproca complementarità di questi due termini opposti, però, si realizza come piena [[identità (filosofia)|identità]] solo nell'azione pratica, mentre sul piano teorico si resta nel [[dualismo]] tra [[criticismo]] e [[dogmatismo]], e il finito può accedere all'[[infinito (filosofia)|infinito]] solo negando sé stesso. Il motivo di questa antitesi tra identità e dualismo, teoria e pratica, finito e infinito, costituisce secondo Schelling il problema centrale di ogni filosofia. Per superarlo, come spiega nel ''Panorama della più recente letteratura filosofica'', occorre postulare che l'assoluto non sia né infinito, né finito, bensì l'originaria unione dell'infinità e della finitezza: il soggetto infatti, cioè lo Spirito infinito, è pura attività soggettiva, ma un'attività è tale solo in quanto produce un'azione, cioè si fa oggetto. E a sua volta l'[[oggetto (filosofia)|oggetto]], che è ''spinozianamente'' la [[natura]], ha bisogno di un [[soggetto (filosofia)|soggetto]] o una [[ragione]] che lo ponga. Così da un lato lo Spirito, conoscendo sé stesso, risulta condizionato da sé stesso, e perciò si auto-limita, diventando finito; d'altra parte, nella sua attività è al tempo stesso incondizionato, non avendo nulla fuori di sé. Lo Spirito si riflette nella Natura che è dunque spirito pietrificato. La loro unione immediata è il vero Assoluto, in quanto ha in sé la soggettività e l'oggettività, l'[[essere]] e il [[pensiero]], il finito e l'infinito, spirito e [[materia (filosofia)|materia]], attività e passività; esso è l’''Indifferenza'' di Natura e Ragione.
 
; Felt
Per l'importanza attribuita all'[[arte]] come punto di fusione di questi due estremi, l'[[Idealismo]] di Schelling sarà detto ''[[estetica|estetico]]''.
 
* Lawrence&nbsp;– [[Canto|voci]], [[chitarra elettrica]]
=== La filosofia della Natura ===
* Martin Duffy&nbsp;– [[organo Hammond]], [[pianoforte]], cori
[[File:Caspar David Friedrich 009.jpg|upright=1.2|left|thumb|''Il Mattino'', dipinto dell'artista romantico [[Caspar David Friedrich]]]]
* Marco Thomas&nbsp;– [[basso elettrico]], [[chitarra]]
Schelling muove quindi alla ricerca della struttura [[ontologia|ontologica]] dell'Assoluto, che in [[Fichte]] restava invece irraggiungibile. L'attenzione viene rivolta allo spirito oggettivato, che è «lo specchio finito dell'infinito»: la natura. Tale oggettivazione è pur sempre spirito, e quindi un assoluto che ha le stesse qualità dell'[[io (filosofia)|Io]], però è [[inconscio]] e in quanto oggettivato si rende indipendente. La scienza della natura deve dunque possedere in sé il suo proprio principio (da osservare con le sue discipline quali [[chimica]] e [[fisica]]), si costituisce cioè in scienza ''autonoma'' rescindendo la dipendenza dall'Io fichtiano. Ciò comporta che la natura non può essere un semplice meccanismo ''eterònomo'' (soggetto a leggi esterne), ma va concepita come una [[vita (biologia)|vita]] retta interiormente da una profonda unità: come un [[organismo vivente]]. Riprendendo un'antica immagine [[Plotino|plotiniana]], Schelling chiama ''[[anima del mondo]]'' (''Weltseele'') la forza [[Uno (filosofia)|unitaria]] che muove la natura.<br />
* Gary Ainge&nbsp;– [[Batteria (strumento musicale)|batteria]]
Poiché l'unità è tale sempre solo in rapporto a un'opposizione, in quanto cioè unifica un [[dualismo]] (quale era la dinamica io/non-io), ciò deve valere anche per lo ''spirito inconscio'' o natura, nel quale è presente così una [[polarità (filosofia)|polarità]], principio attestato anzitutto dal [[magnetismo]]. Nella sua visione di totalità della natura, che era propria della [[filosofia rinascimentale]] e Schelling recupera in particolare da [[Giordano Bruno]] (al quale dedicherà uno scritto, ''Bruno'' del [[1802]]), vi è compreso anche l'[[uomo]], che rappresenta il vertice, il punto di passaggio in cui lo spirito [[inconscio]] oggettivato prende [[coscienza (psicologia)|coscienza]] di sé.<ref>Per la posizione «''ex-centrica''», cioè aperta, rivolta alla trascendenza, attribuita all'uomo nel processo di auto-organizzazione della natura, la ''Naturphilosophie'' di Schelling è stata vista anche come una forma di [[antropologia]], precorritrice di quella del Novecento (cfr. Guido Cusinato, ''La Totalità incompiuta. Antropologia filosofica e ontologia della persona'', FrancoAngeli, Milano 2008, pp. 68-79).</ref> Si tratta di una concezione della natura antitetica al [[meccanicismo]] [[determinismo|determinista]], perché in essa non sono le singole parti a formare e spiegare il tutto, ma, al contrario, è a partire dall'[[autocoscienza]] [[intelligenza|intelligente]] che è possibile comprendere i gradi inferiori, i quali sono solo aspetti o limitazioni dell'unico organismo universale: nella natura vi è un'intenzionalità, un evoluzionismo [[finalismo|finalistico]] che la fa passare dagli organismi più semplici a quelli più complessi. La natura, dice Schelling, è un'«intelligenza sopita», uno «spirito in potenza». Scrive ad esempio: {{citazione|La tendenza necessaria di tutte le scienze naturali è di andare dalla natura al principio intelligente. Questo e non altro vi è in fondo ad ogni tentativo diretto ad introdurre una teoria nei fenomeni naturali. La scienza della natura toccherebbe il massimo della perfezione se giungesse a spiritualizzare perfettamente tutte le leggi naturali in leggi dell’intuizione e del pensiero. I [[fenomeno|fenomeni]] (il materiale) debbono scomparire interamente, e rimanere soltanto le leggi (il formale). Accade perciò che quanto più nel campo della natura stessa balza fuori la legge, tanto più si dissipa il velo che l'avvolge, gli stessi fenomeni si rendono più spirituali ed infine spariscono del tutto. I fenomeni ottici non sono altro che una geometria, le cui linee sono tracciate per mezzo della luce, e questa luce stessa è già di dubbia materialità. Nei fenomeni del magnetismo scompare ogni traccia materiale, e dei fenomeni di gravitazione non rimane altro che la loro legge, la cui estrinsecazione in grande è il meccanismo dei movimenti celesti. Una teoria perfetta della natura sarebbe quella per cui la natura tutta si risolvesse in un'[[intelligenza]].<ref>Cit. in Giuseppe Rensi, ''La trascendenza: studio sul problema morale'', Fratelli Bocca, 1914, pag. 17.</ref>}}
<nowiki> </nowiki>Questa finalità della natura è risaltata dall'introduzione del concetto di potenza, col quale Schelling designa i tre diversi momenti del rapporto di identità tra [[realtà]] e [[idea]]: dal regno dell'inorganico, stadio della realtà, al quale appartengono le tre forze del [[magnetismo]], dell'[[elettricità]] e del [[chimica|chimismo]] (che è l'insieme dei legami e dei rapporti derivanti dalla chimica), la natura passa al secondo livello, quello della [[luce]], considerato il momento dell'idealità, in quanto nella luce essa in un certo senso prende coscienza di sé; la terza potenza, unificatrice delle prime due, è il mondo [[organismo|organico]], retto dalle tre forze della sensibilità, eccitabilità e riproduzione, al vertice del quale, come si è detto, c'è l'[[uomo]].
 
; Personale aggiuntivo
I principi fondamentali che reggono la Natura possono essere così sintetizzati:
* '''[[Polarità (filosofia)|Polarità]]''': ogni grado della natura è costituito da una coppia antitetica ma complementare;
* '''Coesione''': l'interazione delle forze che mirano a riequilibrarsi;
* '''Metamorfosi''': la trasformabilità degli elementi gli uni negli altri;
* '''Potenza''': ogni grado della scala evolutiva è il risultato della trasformazione dal suo precedente;
* '''[[Analogia (filosofia)|Analogia]]''': l'affinità dei fenomeni, con la quale Schelling abilmente utilizza e generalizza alcune importanti scoperte scientifiche.
 
* Tony Willé&nbsp;– [[chitarra acustica]] ed elettrica , cori
In questa prima fase del suo pensiero però Schelling rifiuta il principio della forza [[vitalismo|vitale]] intesa come origine sconosciuta e oscura delle forze organiche, poiché vi vedeva un'affinità con l'inconoscibilità kantiana della [[noumeno|cosa in sé]].
* Sarah & Yvonne&nbsp;– cori
 
* John A. Rivers&nbsp;– produzione, cori
=== L'idealismo trascendentale ===
Come la natura si evolve verso il principio intelligente, così lo [[Spirito (filosofia)|Spirito]] percorre il processo inverso,<ref>«Come la scienza della natura ricava l'idealismo dal realismo, spiritualizzando le leggi naturali in leggi dell'intelligenza, ossia accoppiando al materiale il formale; così la filosofia trascendentale ricava il realismo dall'idealismo, in quanto materializza le leggi dell'intelligenza in leggi naturali, ossia aggiunge al formale il materiale» (Friedrich Schelling, cit. in Ciro Roselli, ''Breve storia della filosofia dall'antichità ai giorni nostri'', pp. 473-474, Lulu Press, 2010 ISBN 9781445256344).</ref> che si attua nella [[Storia]]: nel ''[[Sistema dell'idealismo trascendentale]]'' Schelling affronta così la "filosofia della [[coscienza (psicologia)|coscienza]]", parallela alla [[filosofia naturale|filosofia della natura]], ricostruendo le attività dell'Io, al quale si accede soltanto con un'[[intuizione]] immediata e interna, poiché esso non è un semplice sapere oggettivabile dall'esterno, ma è un sapere del sapere.
 
La prima epoca di sviluppo della [[Coscienza]] è il momento dell'oggettività nel quale l'[[oggetto (filosofia)|oggetto]] viene appreso come estraneo al [[soggetto (filosofia)|soggetto]], perché in realtà esso è frutto di una produzione ''[[inconscio|inconscia]]'', che la coscienza non riconosce ancora come tale.
La seconda epoca è invece caratterizzata dal sentimento di sé: l'Io scopre come le sue categorie di pensiero siano i prodotti della sua stessa attività, prendendo consapevolezza della propria produzione inconscia. Nella terza epoca l'Io si innalza al di sopra della conoscenza, costituita dalla corrispondenza tra forme inconsce della natura e forme consce del pensiero, per manifestare la sua spontaneità pura. In quest'ultima fase l'[[io (filosofia)|Io]] pone sé stesso ed è essenzialmente [[volontà]], non oggettivabile perché implica un superamento della stessa fase conoscitiva.
 
Nella [[Storia]] agisce e si attua questa volontà. Schelling vede la storia, come già la [[natura]], in un'ottica [[finalismo|finalistica]], come una progressiva realizzazione del Soggetto [[trascendentale]] nell'assoluto; (''trascendentale'' è un termine kantiano per indicare appunto l'attività del soggetto nel suo rapportarsi all'oggetto, attività che si produce nella coscienza critica del filosofare stesso). Ma la [[libertà]] dell'Io qui può apparire come arbitrio, perché la legge del dovere non è come la necessità naturale: l'Io può seguirla o non seguirla. E tuttavia la libertà non è qualcosa di irrazionale, ma piuttosto di sovra-razionale, poiché essa si attua nella volontà di scegliere la [[razionalità]] stessa dell'[[etica]], divenendo condizione della sua realizzazione. Per cui la storia non è un seguito sconnesso di azioni puramente arbitrarie: essa è paragonata da Schelling a un dramma in cui [[Dio]] è autore e l'[[uomo]] l'attore che collabora all'invenzione del proprio ruolo.
Nell'agire ''etico'' così la [[filosofia pratica]] da un lato si avvicina progressivamente e indefinitamente all'[[assoluto]], ma come già in [[Kant]] e [[Fichte]], ha il limite di non poterlo realizzare compiutamente. Essa è una "dimostrazione" mai conclusa dell'assoluto, che come tale resta quindi ancora (seppure in forme via via minori) oggetto di [[fede]].
 
A differenza di Fichte però, Schelling, recuperando l'idea kantiana del bello di natura, riconosce nel momento [[estetismo|estetico]] dell'[[arte]] il punto in cui lo scarto tra idea e realtà, spirito e natura, attività [[conscio|conscia]] e inconscia, si annulla in maniera definitiva. Nell'arte agisce infatti quell'[[intuizione]] produttiva che la filosofia teoretica può solo riconoscere, ma non realizzare. L'azione [[estetica]] è paragonabile a una [[natura]] creatrice che obbedisce alle leggi che essa si dà. Il [[genio (filosofia)|genio]] cioè non opera in vista di un fine esterno, ma l'unico scopo del suo operare è l'operare stesso; guidato da un'ispirazione profonda, che egli domina lasciandosene dominare, egli è [[consapevolezza|consapevole]] e [[inconscio|inconsapevole]] nello stesso tempo. L'artista nella sua attività creatrice realizza così l'unità di ideale e [[realtà|reale]] dopo che questi due, nella coscienza dell'uomo, sono stati separati. Per questo l'intelletto non può mai esaurire la comprensione dell'opera d'arte: essa infatti è un infinito, e non essendo finito non è oggettivabile. Solo con l'intuizione artistica la filosofia raggiunge il suo scopo, perciò l'arte è per Schelling l'organo principe della [[filosofia]].
 
Con Schelling la teoria [[romanticismo|romantica]] dell'arte ha ricevuto così la sua più profonda teorizzazione. Presentando l'arte come manifestazione dell'assoluto in cui cogliere l'indifferenza degli opposti, Schelling è considerato il maggior esponente della corrente dell’''Idealismo Estetico''.
 
=== La filosofia dell'identità assoluta ===
[[File:Polarity.png|95px|thumb|La polarità come potenza]]
A fronte delle obiezioni di [[Fichte]], secondo cui dal punto di vista del soggetto e del filosofare critico non può sussistere il supposto parallelismo tra il procedere della filosofia della natura e il procedere dell'idealismo trascendentale (poiché, se dall'[[autocoscienza]] è possibile andare alla natura, il percorso che va dalla natura all'[[autocoscienza]] si comprende solo in quanto quest'ultima è già presupposta dalla stessa filosofia trascendentale), Schelling nell’''Esposizione del mio sistema di filosofia'' del [[1801]] chiarisce di volersi porre non dal punto di vista del [[soggetto (filosofia)|soggetto]] trascendentale, ma dal punto di vista dell'assoluto, nel quale la soggettività e l'oggettività sono coessenziali e hanno pari dignità [[ontologia|ontologica]]. Ora egli vuole partire così dal loro punto di unità e [[identità (filosofia)|identità]], nel quale la [[ragione]] non ha bisogno di uscire da se stessa e dalla propria visione unilaterale per attingere l'assoluto (com'era nella prospettiva limitata della coscienza critica [[trascendentale]] che doveva superarsi nella creazione artistica), ma si identifica immediatamente con l'assoluto stesso. Questa sua filosofia dell'identità vuole essere una "filosofia assoluta" perché ''identità'' non significa sintesi e nemmeno indifferenziazione, ma necessaria relazione e unità degli opposti: l'idealità cioè implica il [[realtà|reale]] e viceversa. Sono due poli dei quali l'uno è la potenza dell'altro.
Come spiega nel ''Bruno'', dove emergono chiare ascendenze [[neoplatonismo|neoplatoniche]], all'assoluto sono essenziali due momenti: l'identità e la differenza, o in altre parole, unità e opposizione. L'assoluto va cioè definito come l'identità di "identità e differenza". L'introduzione della differenza rende possibile la [[molteplicità]]. L'esplicazione dell'assoluto nell'infinita molteplicità dell'universo è necessaria proprio perché il momento della differenza è essenziale come quello dell'identità. Tale attività si dualizza così in una [[polarità (filosofia)|polarità]] di forze opposte, una positiva e una negativa ( + / - ), ma quella positiva (attrazione) la configura come Una, quella negativa (repulsione) la configura come molteplice e polarizzata, tale per cui ogni polo è a sua volta l'unione di un ' + ' e un ' - '. L'[[Uno (filosofia)|Uno]] si ritrova nei molti, e i molti sono infinite sfaccettature dell'Uno.
 
Nulla dunque si trova al di fuori dell'[[assoluto]]: esso è l'Uno e il Tutto. La natura è in [[Dio]], e poiché ogni realtà è rispecchiamento dell'assoluto, il [[mondo]] è perfetto da sempre. Come mai però esso non ci appare affatto così, ma sottoposto alla temporalità e alla [[Contingenza (filosofia)|contingenza]]? Questo fatto viene spiegato da Schelling come la conseguenza di una conoscenza inadeguata e ancora allo stadio inconsapevole. Si tratta cioè di una semplice apparenza. Per spiegare come questo punto di vista inadeguato, tipico dell'[[uomo]], sia potuto sorgere, in ''Filosofia e religione'' del [[1804]] egli risale all'[[assoluto]]: l'assoluto oggettivandosi pone l'assoluto oggettivato. Quest'ultimo, essendo a sua volta un assoluto (non potendo l'infinito essere logicamente diviso), può porsi in autonomia, ma così facendo perde il vincolo dell'unità fornito dall'assoluto originario e si disperde nella temporalità e nella contingenza. Schelling parla a questo proposito di caduta, introducendo nel sistema un momento di irrazionalità: questa caduta secondo Schelling è legata ad un atto di [[libertà]] umana, non spiegabile razionalmente perché essendo libero non è riconducibile a una necessità logica. Una simile lacerazione e dualità in potenza fornisce però una preziosa indicazione: l'universo schellinghiano non è mai esaurito dalla sola [[razionalità]], il che lo colloca in prospettiva in un superamento dell'idealismo assoluto che troverà invece in [[Hegel]] il maggiore e definitivo interprete.
 
La "filosofia dell'identità assoluta" intendeva tuttavia proporsi in quegli anni come un'interpretazione estremamente statica dell'universo, cosa che venne alquanto contestata dall'amico Hegel: questi rimproverava a Schelling di aver in sostanza annullato la storicità e la molteplicità del [[divenire]], annacquandone le diversità e le particolarità nell'unità indifferenziata dell'Assoluto, riducendo tutto a spirito; è rimasta celebre la definizione dell'idealismo estetico da parte di Hegel, che lo paragonò a «una notte in cui tutte le vacche sono nere».<ref>Hegel, prefazione alla ''Fenomenologia dello Spirito'', 1807.</ref>
 
== Il secondo Schelling ==
[[File:Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling.png|upright=0.8|thumb|Friedrich Schelling]]
Assistendo al trionfo di [[Hegel]], che aveva creduto di risolvere l'intera realtà e le sue contraddizioni nella Ragione assoluta, Schelling svilupperà in una fase più matura della sua vita una nuova filosofia, nello sforzo di confutare e superare il pensiero di Hegel e rispondere alle critiche mossegli dal suo ormai ex-amico. Egli reinterpreterà così l'[[idealismo tedesco]] non più nell'ottica hegeliana dell'[[immanenza|immanentismo]] [[logica|logico]], ma riaffermando i valori della [[libertà]] e della [[trascendenza]]. Come già era successo al suo predecessore [[Fichte]], egli si attesterà inoltre su posizioni sempre più vicine al [[Cristianesimo]], quello [[cattolicesimo|cattolico]] in particolare.
 
L'inizio della seconda fase del pensiero di Schelling è generalmente situato nel [[1809]], quando vengono pubblicate le sue ''[[Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana]]''. Riprendendo alcuni temi già elaborati dai [[mistici]] tedeschi, e in particolare da [[Jakob Böhme]], Schelling ripercorre il problema già affrontato in precedenza di come far derivare la [[molteplicità]] dall'[[Uno (filosofia)|Uno]] indifferenziato. Per giustificare la presenza della diversità e della storicità, senza ridurle a semplici inganni e apparenze (che era l'accusa mossagli da Hegel), e per evitare al contempo la caduta in un [[dualismo]] insanabile in cui l'unità indistinta di Dio risulti contrapposta alla dispersione e mutevolezza del mondo, secondo Schelling occorrerà ammettere che la storia e il divenire abbiano in [[Dio]] stesso il loro fondamento.
 
Ciò è possibile solo se [[Dio]] viene inteso non come un essere statico, ma come un Dio vivo ed [[esistenza|esistente]], che accolga in sé la storia e la vita, tale per cui Egli non soltanto ''è'', ma diviene. Rifacendosi al precedente bipolarismo [[spirito (filosofia)|spirito]]/[[natura]], Schelling afferma che la [[Natura]] rappresenta l'aspetto oscuro e [[inconscio]] di Dio, un abisso profondo a partire dal quale però Dio emerge, rivelando se stesso come Persona e facendo trionfare la luce sull'oscurità. Le tenebre di per sé non sono un principio del male, ma piuttosto il fondamento attraverso il quale Dio si attua come ''causa sui'', cioè causa di sé. È tuttavia in questo fondo oscuro che risiede la possibilità del [[male]], che dunque non è un semplice non-essere, ma una potenzialità, che richiede di essere sconfitta.
 
Dio, scegliendo il [[Bene (etica)|bene]], ha testimoniato la vittoria sulla morte, riconciliando e riunificando in sé la natura e lo Spirito, il fondamento e l'esistenza, in maniera definitiva; l'uomo invece, che è un Dio in divenire, dove tutto è ancora provvisorio, può decidere di separare i due princìpi opposti, lacerandone l'unità. Il [[male]] è dunque il risultato della libera [[volontà]] dell'uomo che ha scelto la strada della ribellione, mettendo in atto quella scissione che in Dio era presente in forma latente, seppure come possibilità già vinta. A causa dell'intrinseca irrazionalità del male, la sola [[ragione]] non è sufficiente per sconfiggerlo, ma è necessaria anche la [[fede]]. L'uomo, che è fatto a immagine di Dio, è un essere spirituale nel quale si mostra il Creatore, ma è un Dio caduto che all'unione ha preferito la via della discordia e della [[molteplicità]]. Il tentativo dell'uomo di ricucire la separazione tra il fondo oscuro della Natura e la luce della Ragione, è indice però non solo della sua natura [[peccato|peccaminosa]], ma anche di quella [[divinità|divina]]. Nella caduta Schelling vede già implicita la [[redenzione (religione)|redenzione]].
 
In questo modo Schelling ha ottenuto tre risultati:
* ha dato vita, in maniera più decisa rispetto alla prima fase del suo pensiero, a una concezione di Dio come Persona e come Dio vivente, molto simile al cristianesimo;
* ha riconosciuto che il [[male]] non è soltanto negatività o privazione di essere come sosteneva l'[[agostinismo|agostinismo filosofico]], ma possiede una sua positività, che però non è da intendersi neppure in forma [[manicheismo|manichea]] come assoluta contrapposizione al Bene;
* ha risposto alle accuse di Hegel escludendo ogni possibilità di intesa con il suo sistema e il suo [[panlogismo]]; la pretesa hegeliana di razionalizzare tutto non teneva conto infatti della presenza del male, che consiste proprio nell'impossibilità di trovare spiegazione ad ogni problema.
 
Questo non vuol dire che la filosofia non debba cercare in tutti i modi di penetrare il significato dell'irrazionale, compito che Schelling perseguirà fino alla fine.
 
=== La filosofia positiva come filosofia dell'esistenza ===
[[File:Schelling 1848.jpg|upright=0.8|thumb|left|Una fotografia di Friedrich Schelling del 1848]]
L'ultimo periodo della filosofia schellinghiana, che giunse dopo un lungo periodo di silenzio, è denominato "filosofia positiva"; questa venne elaborata in due momenti successivi: dapprima con la ''Filosofia della mitologia'', e quindi con la ''Filosofia della Rivelazione''.
 
Secondo Schelling, se la [[mitologia]] viene colta nel suo lato essenziale e non giudicata a prima vista come un insieme di credenze antiche e superate, essa riesce a svelare i segni e le forme in cui si articola la storia umana. Mentre il pensiero [[logica|logico]] rimane incapace di afferrare la particolarità e la concretezza della realtà in divenire, quello mitologico ne consente una conoscenza più appropriata. Il [[mito]] infatti è ''tautegorico'', non [[allegoria|allegorico]], nel senso che non va spiegato sulla base di presunte verità ad esso pregresse, ma esprime solo se stesso come nodo particolare di sviluppo del lungo e travagliato cammino della coscienza umana.
 
Mentre però la mitologia non va oltre una concezione puramente [[naturalismo (filosofia)|naturalistica]] di Dio, la filosofia della Rivelazione, resa possibile dall'annuncio cristiano, riesce ad innalzarsi a una conoscenza di tipo [[soprannaturale]]. Per Schelling l'essenza del cristianesimo è data dalla sua natura intimamente [[storia|storica]], che si esprime in particolare nell'[[Incarnazione]] del [[Cristo]]. In ciò sta l'immenso valore della religione cristiana, il cui contenuto fondamentale non dev'essere ridotto, come voleva Hegel,<ref>Cfr. la concezione spiritualistica e astorica del cristianesimo formulata da Hegel, che emerge in particolare nelle sue ''Lezioni sulla filosofia della storia'', 1837.</ref> a un insieme di precetti morali dettati dalla [[ragione]], delle quali la [[storicità di Gesù|vicenda umana di Gesù]] rappresenterebbe solo l'involucro esteriore: «Il contenuto fondamentale del Cristianesimo è appunto Cristo stesso, non ciò che Egli ha detto, ma ciò che Egli è, ciò che Egli ha fatto. Il Cristianesimo non è immediatamente una dottrina, esso è una realtà».<ref>Friedrich Schelling, ''Filosofia della Rivelazione'', trad. di Adriano Bausola, Bompiani, 2002, pag. 325.</ref>
 
Una filosofia razionalistica come quella hegeliana avrebbe dovuto limitarsi a studiare l<nowiki>'</nowiki>''[[essenza (filosofia)|essenza]]'' della realtà da un punto di vista logico-formale, senza pretendere di stabilirne l<nowiki>'</nowiki>''[[esistenza]]'', ossia il contenuto storico e sostanziale. [[Hegel]] invece ha avuto la presunzione di costruire un sistema sia razionale che storico. Ma questa è per Schelling una mistificazione: Hegel non ha operato nessuna conciliazione tra [[Ragione]] e [[Realtà]], ha soltanto messo la ragione al posto del reale, non avendo voluto distinguere tra [[filosofia positiva e filosofia negativa]], confondendole.
 
La filosofia [[teologia negativa|negativa]] può stabilire soltanto le condizioni negative o necessarie (ma non sufficienti) perché qualcosa esista. Essa coglie il dato empirico su un piano [[concetto|concettuale]], racchiudendolo in un [[sistema]], senza poterlo in nessun modo farlo venire all'essere, dal momento che l'esistenza nasce da una volontà [[libertà|libera]] e irriducibile alla mera necessità razionale. Alla filosofia negativa è quindi affidato un compito importante, in vista però di qualcos'altro: essa cioè deve essere integrata da una filosofia positiva, dove anche gli eventi e la [[storia]] trovino una loro ragion d'essere.
 
La [[filosofia positiva]] rappresenta così l'aspetto complementare a quello puramente logico-negativo della filosofia. Essa si rende conto che il suo ''[[pensare]]'' è reso possibile da un ''[[Essere]]'' sovra-razionale da cui [[processione (teologia)|procede]], ma poiché la ragione non lo può dedurre da sé in termini logici, ha per questo bisogno di una [[rivelazione]] da parte di Dio stesso. Per accoglierla la [[ragione]] deve sapersi aprire, con l'[[estasi]], a un sapere [[trascendente]] posto fuori di sé, che diventa condizione del dato empirico e dell'esistenza. Si tratta di un sapere "positivo" perché rivelato direttamente da Dio e non per via negativa o indiretta. Gli autori a cui Schelling intende chiaramente rifarsi in quest'ultima fase del suo pensiero sono ancora una volta [[Plotino]] e i [[misticismo|mistici]] [[neoplatonismo|neoplatonici]].
 
== L'eredità ==
Per quasi tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]] Schelling venne interpretato alla luce di [[Hegel]], come un momento determinante dello sviluppo dell'[[Idealismo]] che trovi il suo compimento nel pensiero hegeliano. Tale linea interpretativa tendeva a offuscarne le enormi differenze, e in particolare la sua seconda filosofia, che ebbe influenze profonde, anche se spesso sotterranee,<ref>Soprattutto [[Luigi Pareyson]] ha sottolineato gli influssi determinanti, anche se poco appariscenti, della cosiddetta ''seconda filosofia'' di Schelling sulla cultura europea (cfr. Roselena Di Napoli, ''Il problema del male nella filosofia di Luigi Pareyson'', p. 108, Pontificia Università Gregoriana, 2000).</ref> nelle correnti anti-[[positivismo|positiviste]] e anti-[[marxismo|marxiste]] della seconda metà dell'Ottocento (parallelamente a [[Schopenhauer]] che da lui trasse spunto)<ref>Nonostante la feroce polemica rivolta ai tre esponenti dell'idealismo tedesco, [[Schopenhauer]] attinse notevoli spunti proprio da Schelling, in cui da giovane vedeva «molto di buono e di vero»: da lui riprese la concezione della natura come oggettivazione di un'essenza originaria, che dà luogo alle [[analogia (filosofia)|analogie]] e al [[finalismo]] delle forme naturali, sostituendo però l'Assoluto schellinghiano con la [[Volontà]] di vita come principio metafisico (cfr. Marco Segala, ''[http://www.item.ens.fr/index.php?id=577210 Schopenhauer è antischellinghiano?]'', "Rivista di Filosofia", XCII, n. 2, 2001, pp. 235-265).</ref>. L'interesse che Schelling aveva suscitato con l'enunciazione della filosofia positiva era stato peraltro vivissimo; ad ascoltarla convenirono tra gli altri [[Engels]], [[Bakunin]], e [[Kierkegaard]], il quale ne recepì il richiamo all'[[esistenza]], che per lui tuttavia sembrava non tradursi mai concretamente nella scoperta della singolarità dell'uomo. Influssi più o meno sotterranei sono rintracciabili anche nell'[[antroposofia]] di [[Rudolf Steiner|Steiner]]<ref>[[Paola Giovetti]], ''Rudolf Steiner: la vita e l'opera del fondatore dell'antroposofia'', pag. 132, Mediterranee, 2006.</ref> e nel [[sofianismo]] di [[Sergej Nikolaevič Bulgakov|Bulgakov]],<ref>Luigi Razzano, ''L'estasi del bello nella sofiologia di S. N. Bulgakov'', pag. 75, Città Nuova, 2006.</ref> nonché nelle correnti [[estetismo|estetiche]] [[decadentismo|decadentiste]] e nell'[[irrazionalismo]] di [[Nietzsche]], sebbene Schelling non volesse fare dell'assoluto e dell'esistenza un fatto soltanto irrazionale e del tutto incomprensibile. Non si può trascurare neppure il rilievo dato da Schelling alla nozione di [[inconscio]], contribuendo alla formazione del contesto culturale in cui sarebbe sorta la [[psicanalisi]], e in particolare quella di [[Carl Gustav Jung]].<ref>Cfr. ad esempio U. Galimberti, ''[http://books.google.it/books?id=QZ-LkadYZgcC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false Idee: il catalogo è questo]'', pag. 178 e segg., Feltrinelli, Milano 1992 ISBN 88-07-08108-3.</ref> Dell'idealismo schellinghiano si nutrì inoltre il pensiero francese fino a permeare soprattutto la filosofia di [[Bergson]].<ref>Giuseppe Prezzolini, ''Del linguaggio come causa d'errore. Henri Bergson'', Spinelli, Firenze 1904. L'influenza di Schelling sulla formazione giovanile di Bergson è testimoniata anche da G. Invitto, in ''Bergson, l'évolution créatrice e il problema religioso'', pag. 118, Mimesis, Lecce 2007.</ref> La sua [[filosofia della natura]] e il concetto di ''[[persona (filosofia)|persona]]'' sviluppato nell'ultimo periodo ebbe poi un influsso decisivo sull'[[antropologia filosofica]] di [[Max Scheler]],<ref>''[http://www2.units.it/etica/2010_2/CUSINATO.pdf Schelling precursore dell'Antropologia filosofica del Novecento]'', a cura di G. Cusinato.</ref> e sull'[[ermeneutica]] di [[Luigi Pareyson]]. A Schelling si ispirò anche la filosofia [[esistenzialismo|esistenzialistica]] di [[Heidegger]], [[Jaspers]] e [[Gabriel Marcel|Marcel]].<ref>Come ha rilevato [[Luigi Pareyson]], «gli esistenzialisti autentici, i soli veramente degni del nome, Heidegger, Jaspers e Marcel, si sono richiamati a Schelling o hanno inteso fare i conti con lui» (''Federico Guglielmo Giuseppe Schelling'', 56, in "Grande antologia filosofica", vol. XVIII, Milano, Marzorati, 1971).</ref> Sul piano [[teologia|teologico]] l'importanza di Schelling sta nell'aver recuperato la [[Rivelazione]] nella sua positività e storicità. La recente riscoperta dell'ultimo Schelling, infine, è stata conseguenza dello sforzo di superamento del pensiero di [[Hegel]] e di un'interpretazione dell'[[idealismo tedesco]] non più nell'ottica hegeliana.
 
== Opere ==
* ''Vom Ich als Prinzip der Philosophie oder über das Unbedingte im menschlichen Wissen'' (''L'io come principio della Filosofia o sul fondamento della conoscenza umana''), 1795
* ''Philosophische Briefe über Dogmatismus und Kritizismus'' (''Lettere filosofiche su dogmatismo e criticismo''), 1795-1796
* ''Allgemeine Übersicht der neuesten philosophischen Literatur'' (''Panorama della più recente letteratura filosofica''), 1797
* ''Ideen zu einer Philosophie der Natur'' (''Idee per una filosofia della natura''), 1797
* ''Von der Weltseele'' (''Sull'anima del mondo''), 1798
* ''Erster Entwurf eines Systems der Naturphilosophie'' (''Primo abbozzo di un sistema della Filosofia della Natura''), 1799
* ''System des transcendentalen Idealismus'' (''[[Sistema dell'idealismo trascendentale]]''), 1800
* ''Darstellung meines Systems der Philosophie'' (''Esposizione del mio sistema di filosofia''), 1801
* ''Bruno, oder das göttliche und natürliche Prinzip der Dinge'' (''Bruno, ovvero il principio divino e naturale delle cose''), 1802
* ''Philosophie der Kunst'' (''Filosofia dell'arte''), lezioni del 1802-1803
* ''Philosophie und Religion'' (''Filosofia e religione''), 1804
* ''System der gesammten Philosophie und der Naturphilosophie insbesondere'' (''Sistema dell'intera filosofia e della Filosofia della Natura in particolare''), 1804
* ''Philosophische Untersuchungen über das Wesen der menschlichen Freiheit'' (''[[Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana]]''), 1809
* ''Die Weltalter'' (''Le età del mondo''),<ref name=Weltalter /> 1811: ci sono varie versioni di questo testo rimasto incompiuto
* ''Lehrstunden der Philosophie'' (''Lezioni monachesi sulla filosofia moderna''),<ref name=Lehrstunden /> lezioni del 1827-1830
* ''Philosophie der Mythologie'' (''Filosofia della mitologia''), lezioni del 1842
* ''Philosophie der Offenbarung'' (''Filosofia della rivelazione''), lezioni del 1854
 
== Letteratura critica ==
* [[Eduard von Hartmann|E. von Hartmann]], ''Schellings philosophisches System'', Lipsia 1897 (per una prima considerazione del pensiero schellinghiano autonoma da Hegel)
* H. Knittermeyer, ''Schelling und die romantische Schule'', E. Reinhardt, Monaco 1929 (che mette in luce aspetti particolari come la [[romanticismo|religione romantica]], la [[teosofia]], il [[mito]])
* S. Drago del Boca, ''La filosofia di Schelling'', Sansoni, Firenze 1943 (la prima opera importante in Italia)
* H. Fuhrmans, ''Schellings letzte Philosophie'', Dünnhaupt, Berlino 1940, e ''Schellings Philosophie der Weltalter'', L. Schwann, Düsseldorf 1954 (entrambi in chiave anti-hegeliana)
* A. Massolo, ''Il primo Schelling'', Sansoni, Firenze 1953, (evidenzia l'autonomia del giovane Schelling rispetto a Fichte)
* W. Schulz, ''Die Vollendung des deutschen Idealismus in der Spätphilosophie Schellings'', Kohlhammer, Stoccarda 1955 (secondo cui Schelling costituì il miglior compimento dell'Idealismo, superando Hegel per aver posto il problema del fondamento della ragione assoluta)
* [[Jaspers|K. Jaspers]], ''Schelling: Grösse und Verhängnis'', Piper, Monaco 1955 (riguardante i temi affrontati dal secondo Schelling sulla libertà e la trascendenza)
* G. Semerari, ''Interpretazione di Schelling'', Libreria Scientifica, Napoli 1958 (interpretazione in chiave antropologica)
* C. Cesa, ''La filosofia politica di Schelling'', Laterza, Bari 1969
* [[Xavier Tilliette]], ''Schelling: une philosophie en devenir'', 2 voll., J. Vrin, Parigi 1970
* Xavier Tilliette, ''Attualità di Schelling'', a cura di N. De Sanctis, Mursia, Milano 1974
* [[Adriano Bausola|A. Bausola]], ''F. W. J. Schelling'', La Nuova Italia, Firenze 1975 (monografia)
* G. Semerari, ''Schelling'', Laterza, Bari 1975
* [[Luigi Pareyson]], ''Lo stupore della ragione in Schelling'', in AA.VV., ''Romanticismo, esistenzialismo, ontologia della libertà'', Mursia, Milano 1979 (sulla coessenzialità in Schelling di razionalità e apertura esistenziale)
* P. Salvucci, ''Grandi interpreti di Kant: Fichte e Schelling'', Quattroventi, Urbino 1984
* L. Procesi, ''La genesi della coscienza nella Fenomenologia della mitologia di Schelling'', Mursia, Milano 1990
* G. Riconda, ''Schelling storico della filosofia'', Mursia, Milano 1990
* T. Griffero, ''Senso e immagine. Simbolo e mito nel primo Schelling'', Guerini, Milano 1994 (sul pensiero estetico del giovane Schelling)
* [[Francesco Tomatis]], ''Kenosis del Logos. Ragione e rivelazione nell'ultimo Schelling'', Città Nuova, Roma 1994
* G. V. Di Tommaso, ''La via di Schelling al "Sistema dell'idealismo trascendentale"'', Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995
* G. Boffi, ''Estetica e ontologia dell'immaginazione. Una lettura di Schelling'', Guerini, Milano 1997
* [[Xavier Tilliette]], ''Schelling: biographie'', Calmann-Lévy, coll. «Les vies des philosophes», Parigi 1999
* G. Giacometti, ''Ordine e mistero. Ipotesi su Schelling'', Unipress, Padova 2000 (una lettura del pensiero di Schelling come pensiero unitario)
* F. Viganò, ''Entusiasmo e visione. Il platonismo estetico del giovane Schelling'', [[Guerini e Associati]], Milano 2003
* F. Forlin, ''Limite e fondamento. Il problema del male in Schelling (1804-1809)'', Guerini e associati, Milano 2005
* L. Lotito, ''Potenza e concetto nella critica schellinghiana a Hegel'', Guerini e associati, Milano 2006
* M. Marchetto, ''La natura contesa. Schelling critico di Hegel'', ETS, Pisa 2008
* Manfred Frank, ''Natura e Spirito. Lezioni sulla filosofia di Schelling'', a cura di E. C. Corriero, Rosenberg & Sellier, Torino 2010
* M. Marchetto, ''Materia, qualità, organismo. La filosofia schellinghiana della natura e il primo sorgere della filosofia dell'identità'', Mimesis, Milano 2011
* W. Hogrebe, M. Gabriel, ''Predicazione e genesi'' / ''L'assoluto e il mondo'', a cura di S. L. Maestrone, Rosenberg & Sellier, Torino 2012.
* F. Forlin, ''Il mito moderno. Arte, racconto e filosofia nel primo Schelling'', Città Nuova, Roma 2012
* A. Carulli, ''De contemptu (Dallo Schelling tardo)'', Il Melangolo, Genova 2014
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti
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== Note ==
{{References}}
<references/>
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.amedeopaolucci.it/Filosofia/Friedrich%20Schelling/Friedrich%20Schelling.html|Appunti su Schelling a cura di Amedeo Paolucci}}
* {{cita web|http://www.swif.uniba.it/lei/filmod/testi/schelling.htm|Articolo di Leonardo Distaso, dell'Università ''La Sapienza'' di Roma}}
* {{cita web|url=http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:XGiUJncfcP4J:www.taozen.it/saggi/Schelling.doc+http://www.taozen.it/saggi/Schelling.doc&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it|titolo=Saggi sull'ultimo Schelling: ''"La filosofia della Rivelazione"''}}
* {{cita web|http://www.textlog.de/schelling.html|F.W.J. Schelling|lingua=de}}
* {{cita web|http://plato.stanford.edu/entries/schelling/#2|Stanford Encyclopedia of Philosophy|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/ge/schellin.htm|Il ''"Sistema della filosofia trascendentale"''|lingua=en}}
* {{es}} [http://www.robertoaugusto.com/articulos/Las_Stuttgarter_Privatvorlesungen_de_Schelling_Dios_libertad_y_potencias.pdf Las ''Stuttgarter Privatvorlesungen'' de Schelling: Dios, libertad y potencias], de Roberto Augusto.
* {{es}} [http://www.robertoaugusto.com/articulos/externos/Schelling_y_el_mal_en_1809.pdf Schelling y el mal en 1809], de Roberto Augusto.
* {{es}} [http://www.robertoaugusto.com/articulos/La_evolucion_intelectual_del_ultimo_Schelling.pdf La evolución intelectual del último Schelling: filosofía positiva y filosofía negativa], de Roberto Augusto.
 
{{Romanticismo}}
 
{{Filosofia della scienza}}
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[[Categoria:Idealisti|Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph von]]
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