Federico II di Prussia e Maria di Cosimo I de' Medici: differenze tra le pagine

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{{Aristocratico
{{Monarca
| nome = FedericoMaria de' IIMedici
|suffisso onorifico =
| immagine = Friedrich Zweite Alt.jpg
| immagine = Agnolo Bronzino - Maria (di Cosimo I) de' Medici.jpg|
| legenda = <small>Federico II ritratto da [[Anton Graff]] nel 1781
| legenda = [[Angelo Bronzino]], ''[[Ritratto di Maria di Cosimo de' Medici]]''
| titolo = [[Sovrani di Prussia|Re di Prussia]]<br />[[Sovrani di Brandeburgo|Elettore di Brandeburgo]]
| titolo = Principessa di Firenze
| stemma = Royal Monogram of King Frederick II of Prussia.svg
| stemma = Stemma dei Medici.png
| regno = 12 febbraio [[1740]] – 17 agosto [[1786]]
| periodo =
| predecessore = [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]]
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| successore = [[Federico Guglielmo II di Prussia|Federico Guglielmo II]]
| successore =
| nome completo =
| nome completo = Maria Lucrezia de' Medici
| altrititoli =
|altrititoli =
| data di nascita = 24 gennaio [[1712]]
| luogodata di nascita = 3 aprile [[Berlino1540]]
| dataluogo di mortenascita = 17 agosto [[1786Firenze]]
| luogodata di morte = [[Sanssouci]],19 novembre [[Potsdam1557]]
| luogo di sepolturamorte = [[Sanssouci]], [[PotsdamLivorno]]
| luogo di sepoltura = [[Oratorio della Fortezza]], [[Livorno]]
| casa reale = [[Hohenzollern|Casa degli Hohenzollern]]
| dinastia = [[Medici]]
| padre = [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo = [[Cosimo I de' Medici]]
| madre = [[Sofia DoroteaEleonora di HannoverToledo]]
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| consorte = [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern|Elisabetta Cristina di Brunswick]]
| figli =
}}
|}}
{{Hohenzollern}}
{{citazione|La corona è soltanto un cappello che lascia passare la pioggia.|Federico II<ref>Citato in [[Alessandro Barbero]], ''Federico il Grande'', Sellerio, Palermo 2011</ref>}}
{{Bio
|Nome = FedericoMaria IILucrezia dide'
|Cognome = HohenzollernMedici
|PostCognomeVirgola = detto '''Federico il Grande''', in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Friedrich der Große''
|Sesso = F
|ForzaOrdinamento = Federico 02 di Prussia
|LuogoNascita = Firenze
|Sesso = M
|GiornoMeseNascita = 3 aprile
|LuogoNascita = Berlino
|AnnoNascita = [[1540]]
|GiornoMeseNascita = 24 gennaio
|LuogoMorte = Livorno
|AnnoNascita = 1712
|GiornoMeseMorte = 19 novembre
|LuogoMorte = Potsdam
|AnnoMorte = 1557
|GiornoMeseMorte = 17 agosto
|AnnoMorte = 1786
|Attività =
|Nazionalità = italiana
|Categorie = no
|FineIncipit = fuera rela figlia primogenita del granduca di Toscana [[PrussiaCosimo I de' Medici]] dale [[1740]]Eleonora alladi sua morteToledo]]
}}
 
Figlio del re di Prussia [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]] ([[1688]]–[[1740]]) e di [[Sofia Dorotea di Hannover]] ([[1687]]–[[1757]]), fu uno dei personaggi più importanti e rappresentativi del suo tempo, incarnando l'archetipo settecentesco del ''[[monarca illuminato]]''. La sua complessa azione di governo del suo Stato si svolse sul piano politico e militare, su quello dell'economia e dell'amministrazione statale ed anche nel campo dello sviluppo delle scienze e delle arti. Il sovrano fu egli stesso un [[musicista]] e un [[intellettuale]] di stampo [[illuminista]], seppur controverso per alcuni dei suoi atti politici, e ricevette il soprannome di ''re filosofo''.<ref name=grande>[http://www.agoravox.it/Federico-II-il-Grande-di-Prussia.html ''Federico II il Grande di Prussia, “il Re filosofo”'']</ref>
 
Con una politica espansionistica e con una serie di guerre aggressive il sovrano seppe far crescere nel corso di pochi decenni il piccolo regno prussiano da potenza di dimensioni regionali ad una delle principali potenze [[Europa|europee]]. Condottiero del suo esercito, da lui rafforzato e preparato, abile stratega e tattico, Federico fu uno dei maggiori capi militari della storia<ref>G.Ritter, ''Federico il Grande'', pp. 176-184.</ref>, molto apprezzato dai suoi soldati, da cui era soprannominato ''der alte Fritz'', "il vecchio Fritz"<ref>Il soprannome diede il titolo a [[Der Alte Fritz - 1. Friede|due film biografici]] su Federico diretti nel 1928 da [[Gerhard Lamprecht]]</ref>.
 
== Biografia ==
Cosimo I aveva già avuto una figlia illegittima, [[Bia de' Medici|Bia]]; ma Maria era la sua prima figlia legittimaː nata dal matrimonio con la nobildonna spagnola Eleonora di Toledo, era la primogenita di una serie di undici figli legittimi, ed ebbe il nome della [[Maria Salviati|nonna paterna]].
=== Gli anni giovanili ===
Federico II, figlio del re Federico Guglielmo I di Prussia e di sua moglie, la regina consorte [[Sofia Dorotea di Hannover]], nacque a [[Berlino]] il 24 gennaio [[1712]]. Federico Guglielmo I era conosciuto popolarmente per essere un "re-soldato", sviluppando un forte esercito e costituendo i famosi Granatieri di Potsdam, incoraggiando inoltre un governo centralizzato con assoluta autorità autocratica. La madre di Federico, Sofia, era una donna cortese, carismatica e molto acculturata, figlia dell'elettore Giorgio Luigi di Brunswick-Lüneburg, erede della regina [[Anna di Gran Bretagna]]. Successivamente, Giorgio succedette alla regina Anna col nome di re [[Giorgio I di Gran Bretagna]] nel [[1714]].<ref name=bio>[http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii-il-grande-re-di-prussia/ Voce Federico II il Grande sulla Treccani]</ref>
 
La discendenza di Cosimo I e di Eleonora, sebbene numerosa, non fu certo toccata dalla fortuna: tre bambini morirono ancora in fasce, quattro, Maria compresa, durante l'adolescenza o la prima maturità (tra questi, [[Lucrezia di Cosimo I de' Medici|Lucrezia]], forse deceduta per avvelenamento propinato dal marito); una figlia fu assassinata a 34 anni ([[Isabella de' Medici|Isabella]]), il primogenito Francesco morì in circostanze misteriose, di febbre terzana - anche qui si parlò di avvelenamento - a 46 anni, lasciando due soli figli maschi in grado di continuare la dinastiaː di questi, [[Don Pietro de' Medici|Don Pietro]] fu un personaggio discutibile - anche assassino - e lasciò solo figli illegittimi. Restò solo a [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando]] il compito di riscattare l'immagine familiare e continuare la discendenza, cosa che gli riuscì benissimo e con duratura gloria.
[[File:Baptism of Frederick.JPG|thumb|left|upright|Il battesimo di Federico (''[[Harper's Magazine|Harper's New Monthly Magazine]]'', Vol.&nbsp;40, 1870)]]
La nascita di Federico venne accolta da suo nonno con inaspettato piacere, dal momento che già due dei suoi nipoti erano morti in tenera età. Federico Guglielmo desiderava che i suoi figli e figlie non venissero educati con i trattamenti riservati ai regnanti, ma a quelli del popolo. Federico venne allevato dalla nobildonna francese Madame de Montbail assieme ai suoi fratelli e sorelle. Federico così facendo crebbe in un ambiente protestante (la Montbail era [[ugonotti|ugonotta]]) ed imparò contemporaneamente il francese ed il tedesco. Il padre, Federico Guglielmo I di Hohenzollern, immaginava però il figlio pieno di entusiasmo per la vita militare, desideroso di servire la patria come il più umile dei sudditi, per questi motivi l'istruzione del figlio venne improntata alla massima severità, con lo studio della matematica, dell'economia politica, della lettura della Sacra Scrittura e con faticosi esercizi fisici.<ref name=bio/>
 
Maria fu educata da vera e propria principessa, assieme ai suoi fratelli, vivendo con i genitori a [[Palazzo Vecchio]], dove venne inaugurata una pompa principesca inusitata per Firenze. Tra i tutori si ricordano [[Pier Francesco Riccio]], [[Antonio Angeli da Barga]]. I cronisti del tempo riportano come sapesse parlare [[Lingua spagnola|spagnolo]] fluentemente, insegnato dalla stessa madre e perfezionato sotto la guida di maestri iberici.
Ma il figlio aveva ben altre aspirazioni: egli infatti era intelligente e colto, amante delle letture ed egli stesso scrittore, passioni queste che vennero coltivate segretamente con l'aiuto della sorella [[Guglielmina di Prussia (1709-1758)|Guglielmina]] e del precettore, il calvinista francese [[Duran de Jandun]], e che raffinarono maggiormente il suo animo in contrapposizione con la vita austera e militaresca della corte berlinese. Ben presto fra padre e figlio nacque una certa ostilità e il padre vietò al giovane di leggere i libri e di suonare il [[flauto]], una delle sue grandi passioni. Federico odiava il padre e scriveva sempre lettere alla sorella prediletta, Guglielmina.<ref name=barbero>Suo padre era considerato ''il ciccione'', e Federico anelava alla sua morte. Una volta sembrò che stesse per succedere, ma il padre si riprese. Nello stesso periodo morì un altro principe tedesco e Federico scrisse: «Il Duca di Brunswick, essendo un uomo d'onore, ha avuto la decenza di crepare al contrario di qualcun altro». (in ''Federico il Grande'', di [[Alessandro Barbero]]).</ref>
 
Già in tenera età si erano predisposte le sue nozze, fidanzandola ufficialmente a [[Alfonso II d'Este]]; ma il matrimonio non poté mai avvenire, perché nel 1557 Maria moriva a Livorno, probabilmente colpita dalle febbri malariche, per via delle paludi infestate che allora circondavano il piccolo villaggio di pescatori, che divenne un grande porto solo alcuni decenni più tardi. Alfonso sposò poi sua sorella [[Lucrezia di Cosimo I de' Medici|Lucrezia]], sulla quale pesano sospetti di avvelenamento da parte di Alfonso stesso.
=== Principe ereditario ===
Nel [[1732]], la regina Sofia Dorotea tentò di organizzare un doppio matrimonio tra Federico e la principessa [[Amelia Sofia di Hannover|Amelia Sofia di Gran Bretagna]] e tra [[Guglielmina di Prussia (1709-1758)|Guglielmina]] (sorella di Federico) e [[Federico, principe di Galles]]. Entrambi gli sposi erano inglesi, figli di suo fratello [[Giorgio II di Gran Bretagna]]. Temendo una così stretta alleanza tra Prussia e Gran Bretagna che avrebbe cambiato gli equilibri europei, il feldmaresciallo [[Friedrich Heinrich von Seckendorff]], ambasciatore austriaco a [[Berlino]], convenne con il ministro della guerra prussiano feldmaresciallo von [[Federico Guglielmo di Grumbkow|Grumbkow]] e con l'ambasciatore prussiano a Londra, Benjamin Reichenbach. L'accordo finale che ne scaturì per tentare di rompere questi legami, furono delle pretese presentate da Federico Guglielmo sull'acquisizione del ducato di [[Ducato di Jülich|Jülich-Berg]] che portarono al collasso delle proposte matrimoniali.<ref name="Reiners33">Reiners, p. 33</ref>
 
Di Maria ci rimane un prezioso ritratto di [[Agnolo Bronzino]], eseguito quando aveva sette o otto anni circa, conservato agli Uffizi. Tra i ritratti della famiglia di Cosimo I, dipinti da Bronzino, il suo è uno tra i più solenniː il prezioso vestito di velluto nero, ricamato in oro e con collo di fine organza di seta bianca, fa risaltare il suo chiaro incarnato e la sua espressione attenta e profonda. Magnifico è il corredo di [[gioielleria|gioielli]], soprattutto le [[perla|perle]], che sottolineano il suo ''status'' principesco e rappresentano oggi una preziosissima testimonianza della [[moda (cultura)|moda]] dell'epoca.
[[File:Antoine Pesne - Frederick the Great as Crown Prince - WGA17377.jpg|thumb|left|upright|Federico come principe ereditario in un ritratto del 1739]]
Federico trovò un grande alleato nella sorella Guglielmina, la quale gli rimase accanto per tutta la sua vita, oltre a coltivare una grande amicizia col paggio del re, [[Hans Hermann von Katte]]. Guglielmina riportava nei suoi diari "i due sono divenuti inseparabili. Katte è intelligente, ma non ha educazione. Egli serve mio fratello in ogni suo desiderio con reale devozione, e lo tiene informato di tutte le azioni del re."<ref name="Crompton">Crompton</ref>
 
I suoi resti sono sepolti nell'oratorio della [[Fortezza Vecchia]] di [[Livorno]].
Federico però era esasperato dalla vita di famiglia e dallo stringente rapporto col padre al punto che decise di fuggire in [[Inghilterra]] con l'aiuto di due complici approfittando di un viaggio in [[Germania]]. Ma fu scoperto e punito duramente dal padre, che istituì un processo e minacciò addirittura di farlo giustiziare. Il futuro sovrano fu salvato dall'intervento dell'Imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]]. L'intervento imperiale non impedì al padre di rinchiuderlo nella fortezza di [[Küstrin]] e di giustiziare il migliore amico del giovane principe, il fedele [[Hans Hermann von Katte|Katte]], alla cui decapitazione fu costretto ad assistere (l'altro complice riuscì a fuggire)<ref>L'episodio viene narrato nel film del 1935 ''[[I due re]]'' di [[Hans Steinhoff]], film che fa parte del ciclo [[Fridericus-Rex-Filme]] dedicato alla figura del re prussiano</ref>.
Da questo momento Federico cominciò a desiderare seriamente la morte del padre.<ref name=barbero/>
 
===Federico filosofo e artista===
Nel [[1739]] scrisse in francese un'opera: l'''[[Antimachiavel]]'', nella quale contestava il cosiddetto "machiavellismo" in politica in difesa del diritto naturale, della pace e di una politica umana retta e giusta: l'opera fu positivamente recensita dal filosofo [[illuminismo|illuminista]] francese François-Marie Arouet, detto [[Voltaire]], che la pubblicò in [[Belgio]] con alcuni rimaneggiamenti nel [[1740]]. Federico si rifaceva nella sua filosofia anche allo [[stoicismo]] antico, in particolare alla figura dell'imperatore filosofo [[Marco Aurelio]], del quale ambiva essere un emulo.<ref name=grande/>
{{citazione|La storia dovrebbe eternare solo il nome dei principi buoni e far cadere nell'oblio quello dei malvagi, con la loro indolenza, i loro delitti e le loro ingiustizie.|Federico II, ''L'Antimachiavel''}}Anche se durante il suo regno non sempre si attenne ai princìpi professati da giovane (ricevendo l'accusa di [[ipocrisia]]), e intraprese guerre di conquista (nonostante avesse sostenuto che ''«farsi dei nemici per poi vincerli sarebbe come fabbricare dei mostri per poi combatterli; è molto più naturale, più ragionevole e più umano farsi degli amici»''<ref>''L'antimachiavelli'', capitolo XX</ref>), comportandosi spesso come un normale monarca assoluto, Federico cercò comunque di non tradire completamente le sue idee, riformando le istituzioni della Prussia in senso moderno e più libero.<ref>Commento a ''L'antimachiavelli'', pag. 150, di N. Carli, 1995</ref>
 
Egli intratteneva infatti un rapporto di amicizia e corrispondenza con il filosofo francese. Compose anche alcune sinfonie ed alcuni concerti per flauto — di cui era abilissimo suonatore — e orchestra da camera. Risiedette nel suo castello di [[Sans-Souci]], il cui nome significa "senza pensieri", costruito su suo stesso disegno. In un periodo successivo intrattenne anche rapporti di corrispondenza con [[Johann Sebastian Bach]], al quale richiese, durante un suo viaggio a [[Potsdam]], d'improvvisare una fuga su un soggetto da lui stesso suggerito. In seguito Bach compose l'''[[Offerta Musicale]]'' (''Das Musikalische Opfer'' BWV 1079): una serie di canoni basati sul "tema regio" suggeritogli dal sovrano e dedicata per l'appunto a Federico stesso.<ref name=bio/>
 
=== Il matrimonio e la vita personale===
[[File:Koningin elisabeth christine.jpg|thumb|left|La moglie Elisabetta Cristina di Brunswick-Bevern.]]
Per Federico fu il momento dunque di pensare al matrimonio e già suo padre aveva preventivato un'unione con [[Anna Leopoldovna Romanova|Elisabetta di Meclemburgo-Schwerin]], nipote della zarina [[Anna I di Russia|Anna di Russia]], ma questo piano venne largamente osteggiato dal principe [[Eugenio di Savoia]]. Federico stesso si propose di sposare [[Maria Teresa d'Austria]] in cambio della rinuncia ai suoi diritti di successione sul trono prussiano, ma il principe Eugenio alla fine persuase Federico a sposare [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern]], protestante ed imparentata anche con gli Asburgo, figlia del [[Ferdinando Alberto II di Brunswick-Lüneburg|duca di Brunswick-Lüneburg]] (1680&nbsp;– 1735) e di [[Antonietta Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel]] (1696&nbsp;– 1762).<ref name=bio/>
 
Il 10 marzo [[1732]] Federico, grazie ai buoni uffici del plenipotenziario austriaco presso il padre Federico Guglielmo I a Berlino, conte [[Friedrich Heinrich von Seckendorff]], si fidanzò ufficialmente con la principessa Elisabetta Cristina. Federico II e Cristina si sposarono poi il 12 giugno [[1733]] nel Castello di Salzdahlum ([[Bassa Sassonia]]) ma il matrimonio non fu felice: la coppia non ebbe figli e presto i due si separarono di fatto al punto che Federico stesso scrisse in una lettera alla sorella: "tra noi non può esservi né amicizia né tantomeno amore"<ref name="Crompton" />. Quando Federico ascenderà al trono nel [[1740]] egli giungerà addirittura a proibire ad Elisabetta Cristina di recarsi in visita alla corte di [[Potsdam]], garantendole invece la residenza del [[Palazzo di Schönhausen]] oltre ad alcuni appartamenti al [[Berliner Stadtschloss]].<ref name=bio/>
 
Molti studiosi hanno ipotizzato che il re prussiano fosse segretamente [[omosessuale]], portando a supporto della tesi il difficile matrimonio, l'assenza di figli o di amanti famose di Federico, nonché le forti amicizie maschili del sovrano con Katte e con [[Jean-Baptiste Boyer d'Argens]]; sono note anche delle allusioni fatte da conoscenti e corrispondenti come [[Voltaire]] con cui ebbe un rapporto altalenante, giungendo a farlo anche arrestare.<ref>L. Reiners, ''Frederick the Great'', New York, 1960</ref><ref>J.D. Steakley, ''Sodomy in Enlightenment Prussia'', Journal of Homosexuality, 16, 1/2 (1988): 163–175</ref><ref name=henderson>S. W. Henderson, ''Frederick the Great of Prussia: a homophile perspective'', Gai Saber; 1,1 (1977): 46–54.</ref>
 
Scrive Voltaire nelle sue ''Memorie'':
{{citazione|Il re, suo figlio <small>[si riferisce al futuro Federico II]</small>, che amava i begli uomini, e non i grandi uomini, ne aveva messi a scortare la regina sua moglie in qualità di aiduchi. Il principe aveva una specie d'innamorata, figlia d'un maestro di scuola della città di Brandeburgo e abitante a Potsdam. Suonava, assai male, il clavicembalo, e il principe l'accompagnava col flauto. Credette d'essere innamorato di lei, ma si sbagliava; la sua vocazione non era per il gentil sesso. Tuttavia, avendo mostrato di amarla, il padre fece fare a questa signora il giro della piazza di Potsdam, guidata dal boia, che la frustava sotto gli occhi del figlio. Dopo avergli offerto questo spettacolo, lo fece internare nella cittadella di Küstrin <small>[Dove sarà rinchiuso anche dopo la tentata fuga con Katte]</small>, situata nel mezzo di una palude. Là fu rinchiuso per sei mesi, senza domestici, in una specie di prigione; dopo sei mesi gli si diede per servitore un soldato. Questo soldato, giovane, bello, ben fatto, e che suonava il flauto, servì in più di un modo a divertire il prigioniero. (...) Al mattino, quando Sua Maestà era vestita e calzata, lo stoico cedeva qualche istante alla setta di Epicuro: faceva venire due o tre favoriti, giovani ufficiali del suo reggimento, o paggi, o aiduchi, o giovani cadetti. Si beveva del caffè. Colui a cui gettava il fazzoletto restava da solo con lui per un mezzo quarto d'ora. (...) Nel suo palazzo non entrava mai né donna né prete. In una parola, Federico viveva senza Corte, senza Consiglio e senza culto. (...) Questi costumi ancora più strani, (...) di paggi con cui divertirsi nel suo gabinetto e di soldati da far passare trentasei volte sotto le vergate sotto le finestre del monarca che li guardava, di discorsi di morale e di una licenza sfrenata, tutto questo componeva un quadro bizzarro che poche persone conoscevano allora, e che poi è trapelato in tutta Europa. (...) Vuoi per economia, vuoi per politica, non accordava il minimo favore ai suoi ex favoriti, e soprattutto a coloro che avevano rischiato la vita per lui quando era solo principe ereditario.<ref>Voltaire, ''Memorie per servire alla Vita del signor Voltaire, scritte da lui medesimo'', pagg. 8-11; 31-35</ref>}}
Già all'epoca circolava un libello, ''La vita privata del Re di Prussia'' (di cui fu accusato ingiustamente Voltaire, anche se Federico non lo credette mai), in cui si insinuava apertamente che il re fosse omosessuale, elencando anche una lista di suoi amanti.<ref name=henderson/>
 
Secondo altri invece queste voci sarebbero da imputare a problemi fisici di Federico, come un'operazione ai genitali subita da giovane a causa forse di una malattia, che gli avrebbero impedito di consumare il matrimonio.<ref>Louis Leo Snyder, ''Frederick the Great'', pp. 132–136</ref>
 
Dagli scritti di Federico stesso e dalle descrizioni di Voltaire del suo atteggiamento, nonché dalla corrispondenza e amicizia del sovrano con numerosi filosofi [[anticlericali]] e antireligiosi come [[Julien Offray de La Mettrie]], si evince anche una certa avversione di Federico per la [[religione cristiana]], specie quella [[cattolicesimo|cattolica]]. Benché ufficialmente [[calvinista]], in privato manifestò convinzioni vicine al [[deismo]], essendo inoltre affiliato alla [[massoneria]],<ref>{{Cita libro|autore=Arthur Edward Waite|titolo=A New Encyclopedia of Freemasonry, Volume I|url=http://books.google.com/books?id=cmCYyetzBxUC&pg=PA286|anno= 2013|editore=Cosimo, Inc.|pp=287–8}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=James Van Horn Melton|titolo=The Rise of the Public in Enlightenment Europe|url=http://books.google.com/books?id=QZovusQ1SjYC&pg=PA267|anno=2001|editore=Cambridge University Press|p=267}}</ref>, nella quale fu iniziato nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1738 all'età di 26 anni, in una [[Loggia massonica|loggia]] di [[Braunschweig|Brunswick]]<ref> [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]]-[[Johann Gottfried Herder|Herder]], ''Dialoghi per massoni'', Milano, Bompiani, 2014, p. 346, nota 152.</ref>.
 
=== Il regno (1740–1786) ===
{{citazione|Spero che i posteri, per cui scrivo, sapranno distinguere in me il filosofo dal principe, l'uomo integro dal politico.|Federico II}}
[[File:Acprussiamap2.gif|thumb|L'espansione del [[Brandeburgo]]-[[Prussia]] (1600–1795).]]
La vita militare che tanto aveva impegnato Federico Guglielmo alla fine gli procurò non pochi problemi a cavalcare, ed inoltre era ingrassato notevolmente. Il 31 maggio 1740, con soddisfazione del figlio, il "re soldato" morì al castello di Potsdam e venne sepolto il 4 giugno di quello stesso anno nella chiesa della stessa cittadina.<ref name=bio/>
 
Prima della sua ascesa al trono, [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|D'Alembert]] scrisse a Federico: "i filosofi e gli uomini di lettere in tutte le terre hanno sempre somigliato a voi, Sire, così come le loro terre ed i loro modelli". Quando dunque Federico ascese al trono come "Re in Prussia" nel [[1740]], la Prussia consisteva in una serie di territori sparpagliati tra cui [[Ducato di Cleves|Cleves]], [[Contea di Mark|Mark]] e [[Contea di Ravensberg|Ravensberg]] nella parte occidentale del [[Sacro Romano Impero]]; il [[Margraviato di Brandeburgo|Brandeburgo]], [[Vorpommern]] e la [[Pomerania]] nella parte est dell'Impero; il [[Ducato di Prussia]] era posto fuori dai confini imperiali, al confine con la [[Confederazione polacco-lituana]]. Egli ottenne il titolo di ''Re in Prussia'' dal momento che la sua sovranità era formalmente sottoposta a quella dell'Imperatore del Sacro Romano Impero ma egli si dichiarò di fatto ''Re di Prussia'' dal [[1772]] quando espanse i confini del proprio Stato.<ref name=bio/>
 
=== I conflitti ===
L'obbiettivo di Federico giunto al governo fu quello di modernizzare e unire i suoi possedimenti, vulnerabili e distanti tra loro. Combatté sino alla fine della sua vita contro gli Asburgo d'Austria, che detenevano da secoli il controllo del [[Sacro Romano Impero]] ed ostacolavano l'espansionismo prussiano. Federico II riuscì in buona misura nell'intento di far diventare la piccola Prussia la quinta grande potenza europea, utilizzando le risorse che suo padre aveva coltivato frugalmente negli anni.<ref name=bio/>
 
[[File:Hohenfriedeberg - Attack of Prussian Infantry - 1745.jpg|thumb|[[Battaglia di Hohenfriedberg]], ''Attacco della Fanteria prussiana'', di [[Carl Röchling]].]]
 
==== La guerra di successione austriaca e la conquista della Slesia ====
{{vedi anche|Guerra di successione austriaca}}
Alla morte di Carlo VI d'Asburgo il 29 ottobre 1740 Federico era re da pochi mesi. Avendo messo gli occhi sulla prosperosa regione della [[Slesia]], si rifiutò di ratificare la [[Prammatica sanzione]] e la conseguente successione al trono austriaco di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]]. In tarda età disse che le sue azioni erano state motivate dal possesso di un'armata ben addestrata e riserve monetarie<ref>il padre gli aveva lasciato otto milioni di talleri in oro, custoditi nel palazzo reale</ref>, nonché dal desiderio di farsi una reputazione. Ebbe quindi un peso certo la sua ambizione giovanile e forse anche la sua misoginia. Aveva inoltre calcolato che la Russia sarebbe rimasta inattiva, a causa della reggenza del neonato [[Ivan VI di Russia]], e che anche altri stati si sarebbero mossi contro gli Asburgo cercando di approfittare della situazione, come Baviera e Sassonia, i cui regnanti avrebbero tentato di far valere i propri diritti di parentela con gli Asburgo, e Spagna.<ref name=ds2012_capII>{{cita|Showalter, 2012|cap.II|ds2012}}</ref><ref name=cc2006_capVII>{{cita|Clark, 2006|cap.VII - Struggle for Mastery|cc2006}}</ref>
 
La rivalità tra Asburgo e la sorgente potenza prussiana era inoltre evidente e fondata su ovvie ragioni di supremazia nei territori dell'Impero. Si era manifestata chiaramente nel 1738, quando l'imperatore si era rifiutato di mantenere l'impegno a sostenere i diritti degli Hohenzollern alla successione dei ducati renani di [[Ducato di Jülich|Jülich]] e [[Granducato di Berg|Berg]], mentre la Francia, da sempre nemica degli Asburgo e quindi potenziale alleata della Prussia, li aveva riconosciuti in un trattato segreto del 1739.<ref name="cc2006_capVII"/>
 
Le intenzioni di Federico si palesarono alla metà di dicembre, quando iniziò una rapida invasione della Slesia senza una formale dichiarazione di guerra. Sostenne infatti di averlo fatto allo scopo di prevenire azioni simili da parte di altri paesi confinanti: l'elettore sassone era [[Augusto III di Polonia]] e il possesso della regione gli avrebbe permesso di connettere i suoi domini. Avanzando pretese legalmente basate su una rivendicazione della [[Marca di Brandeburgo]] risalente al 1537, peraltro da tempo disconosciuta, diede così inizio alla [[prima guerra di Slesia]], considerabile parte dell'ampia [[guerra di successione austriaca]]. Essa origina propriamente dal successivo [[trattato di Nymphenburg (1741)|trattato di Nymphenburg]], in cui Spagna e Francia si allearono con la Baviera per supportare le ambizioni imperiali di [[Carlo VII di Baviera|Carlo Alberto]].
 
Malgrado il tempo assai inclemente, il 31 dicembre Federico era a Breslavia, i cui abitanti gli aprirono le porte entusiasti tre giorni dopo, una volta chiarito che Federico non vi avrebbe insediato una guarnigione. Infatti gli slesiani, in buona parte protestanti, si sentivano sfruttati economicamente dagli Asburgo e pensavano che un cambio di regnante avrebbe fatto i loro interessi.<ref name=ds2012_capII/>
 
Eccezion fatta per le fortezze di [[Brieg]] e [[Glogau]], la presa della regione fu completata entro gennaio. Alla ripresa delle operazioni in primavera Maria Teresa volle dimostrarsi estremamente decisa a riprendersi la Slesia, malgrado l'impreparazione delle armate austriache ai combattimenti su larga scala. Nei suoi ultimi anni Eugenio di Savoia aveva scoraggiato la formazione di giovani generali di calibro, potenziali rivali, e nell'amministrazione ordinaria dell'esercito non aveva esibito le stesse qualità dimostrate sul campo di battaglia. Malgrado ciò la guerriglia messa con successo in atto da piccoli reparti austriaci aveva infastidito abbastanza i prussiani da richiedere la presenza del re. Il 9 marzo però cadde anche l'ultima resistenza di Glogau.<ref name=ds2012_capII/>
 
Un'armata di circa 20.000 uomini guidata da [[Wilhelm Reinhard von Neipperg|von Neipperg]] si mosse con anticipo rispetto al miglioramento del tempo, attraversando il [[Neiße]] il 5 aprile. La minaccia di veder tagliate le proprie linee di comunicazione costrinse Federico al suo primo scontro campale come comandante in capo a [[Battaglia di Mollwitz|Mollwitz]], il 10 aprile 1741. Entrambe le parti commisero diversi errori, ma grazie alla superiorità della fanteria e alla guida di [[Kurt Christoph von Schwerin|von Schwerin]] il successo arrise ai prussiani. Federico su consiglio del conte Schwerin aveva infatti abbandonato il campo di battaglia quando la sorte era incerta, dato che la cavalleria austriaca aveva sbaragliato il lato destro prussiano, e per poco non era finito catturato. Energico ma ancora inesperto, Federico fece tesoro della lezione, comprendendo l'importanza dell'artiglieria e il valore della sua fanteria altamente addestrata, che però sottopose in seguito a sacrifici forse eccessivi.<ref name=bio/>
 
Un'alleanza con la Francia fu formalizzata con il trattato di Breslavia il 5 giugno e l'esercito francese valicò il Reno a metà agosto, per congiungersi sul Danubio con quello bavarese. Contro l'Austria si schierarono anche Spagna, Sassonia e Baviera, mentre la Gran Bretagna e le [[Repubblica delle Sette Province Unite]] si allearono con l'Austria, primariamente per contrastare i francesi. Il [[Regno di Sardegna]] combatté dapprima nella coalizione anti-asburgica per poi cambiare campo, come fece del resto anche la Sassonia. La guerra fu combattuta in Boemia, in Germania e nelle [[Fiandre]].<ref name=bio/>
 
Francesi e bavaresi penetrarono da ovest fino in Boemia, arrivando a Praga il 26 novembre 1741. L'elettore bavarese si fece incoronare imperatore come [[Carlo VII di Baviera|Carlo VII]] il 24 gennaio del 1742. La reazione austriaca fu forte: un appello personale di Maria Teresa sollevò un'entusiastica ''levée en masse'' in Ungheria e le truppe raccolte da [[Ludwig Andreas von Khevenhüller|von Khevenhüller]] occuparono la stessa Monaco di Baviera, scarsamente difesa, nei giorni dell'incoronazione di Carlo.<ref name=bio/>
 
Federico, cui interessava unicamente garantirsi il possesso della Slesia e non lo smembramento dei domini asburgici a vantaggio di Sassonia o Baviera, aveva intanto stipulato una tregua segreta con gli austriaci e si era dedicato al rafforzamento della cavalleria prussiana, alquanto trascurata da suo padre e che negli anni successivi diventerà fattore essenziale in numerose vittorie prussiane. Maria Teresa, allo scopo di allentare l'alleanza rivale, denunciò pubblicamente la tregua. Le richieste degli alleati costrinsero quindi Federico a rimettersi in azione, secondo un piano combinato. Federico penetrò a sud, ma senza minacciare direttamente le forze austriache principali, guidate da [[Carlo Alessandro di Lorena]]. I reparti più avanzati delle forze prussiane arrivarono nei pressi di Vienna, ma poi si ritirarono davanti alla minaccia di essere tagliate fuori dalla Slesia. I sassoni, scontenti e demoralizzati, a loro volta si ritirarono nei loro domini.<ref name=bio/>
 
Nel maggio 1742 Federico si volse però ad affrontare le forze austriache che lo incalzavano, dando battaglia a [[Battaglia di Chotusitz|Chotusitz]] il 17. Dopo una serie di duri scontri tra contingenti all'incirca equivalenti e la perdita di un quarto dei 60000 uomini in campo, la vittoria arrise ai prussiani. Federico riuscì ad imporre l'acquisizione definitiva della Slesia nel [[trattato di Breslau]] a giugno, che concluse tale fase della guerra, e si disimpegnò dal conflitto.
[[File:FriedrichIIvonPreussenPesne1736.jpg|thumb|Ritratto giovanile di Federico II.]]
I rovesci franco-bavaresi dell'anno successivo, culminati nella sconfitta di [[Battaglia di Dettingen|Dettingen]], lo preoccuparono grandemente. Temeva infatti che la cosiddetta "Armata Pragmatica" guidata da [[Giorgio II di Gran Bretagna|Giorgio II]] e i russi si sarebbero volti contro di lui. Tali timori svanirono in buona misura grazie all'"affare Lopukhina", in cui emerse un presunto coinvolgimento degli austriaci in quello che sarebbe stato un complotto per rovesciare [[Elisabetta di Russia]]: in realtà si trattava di una montatura organizzata da agenti francesi che mirava a screditare il cancelliere filoaustriaco [[Aleksej Petrovič Bestužev-Rjumin|Bestužev]]. Tali accadimenti allentarono però momentaneamente l'alleanza austro-russa.
 
Maria Teresa era preoccupata dalla minaccia potenziale costituita da Federico a nord, così grazie alla mediazione inglese e alla cessione di territori nell'Italia settentrionale si assicurò la stabilità sul fronte meridionale e l'alleanza dei Savoia col [[Trattato di Worms (1743)|trattato di Worms]]. Questo portò Federico a riallearsi segretamente coi francesi nel giugno del 1744. Una volta che il principe di Lorena ebbe attraversato il Reno con il contingente austriaco principale, il 15 agosto 1744 Federico si mosse ad occupare la Boemia, con una rapidità che gli austriaci non avevano considerato, dando inizio alla [[seconda guerra di Slesia]]. Penetrando con tre colonne distinte che puntavano tutte verso Praga, la mise sotto assedio il 2 settembre. Occupatala in meno di una settimana, si mosse verso sud con il grosso delle forze. Tuttavia il principe Carlo poté ritirarsi con relativa tranquillità dal fronte occidentale per fare fronte alla minaccia, dato che le forze francesi rimasero paralizzate anziché approfittare della situazione, molto probabilmente a causa del vaiolo che aveva colpito Luigi XV. Le forze austriache di Lorena e Traun e gli irregolari ungheresi manovrarono contro i prussiani, che dovettero ritirarsi subendo gravi perdite in diversi scontri minori. Gli austriaci non riuscirono però a rimettere piede in Slesia, mentre Luigi XV si riprese e con lui l'esercito francese.<ref name=bio/>
 
A Varsavia nel gennaio 1745 Austria, Gran Bretagna, Repubblica delle Sette Province Unite e Sassonia rinnovarono l'alleanza. Seguì di pochi giorni la morte di Carlo VII. La Baviera era allo sbando e il 22 aprile abbandonò la guerra siglando la [[pace di Füssen]].
 
Federico si trovò isolato, non potendo contare sull'intervento della Francia, concentrata sul fronte olandese, dove [[Maurizio di Sassonia (1696-1750)|Maurizio di Sassonia]] coglieva una grande vittoria a [[Battaglia di Fontenoy|Fontenoy]]. Si preparò così all'inevitabile invasione della Slesia.
 
Un esercito di austriaci e sassoni comandato dal principe di Lorena, di cui Federico aveva poca stima, si mosse a rioccupare la regione. Federico aveva previsto in buona misura le manovre avversarie e si mosse per attaccare di sorpresa il contingente sassone a [[Battaglia di Hohenfriedberg|Hohenfriedberg]], dopo una marcia notturna, il 4 giugno. Benché non tutto andasse secondo i piani, una carica di dragoni prussiani, nello spirito aggressivo che Federico aveva instillato nelle sue truppe, travolse la fanteria austriaca, priva di copertura di cavalleria e abbandonata dai sassoni. La vittoria fu decisiva e contribuì grandemente alla fama di Federico, venendo celebrata dalla ''[[Hohenfriedberger Marsch]]''.
 
Un ultimo scontro si ebbe a [[Battaglia di Soor|Soor]] il 30 settembre, dove Carlo di Lorena, pur avendo ben manovrato per cogliere di sorpresa e in superiorità numerica un contingente prussiano, venne sconfitto grazie all'aggressività della fanteria, con un assalto guidato dal principe [[Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel]].
 
Malgrado le sconfitte, Maria Teresa non intendeva accettare la perdita della Slesia e manovrava per isolare Federico da Francia e Russia. A tali manovre diplomatiche Federico rispose invadendo con due colonne la Sassonia, alleata degli Asburgo, e puntando verso la capitale Dresda. Poco lontano da essa, a [[battaglia di Kesselsdorf|Kesselsdorf]], l'esperto principe [[Leopoldo I di Anhalt-Dessau]] inflisse una dura sconfitta alle forze alleate, malgrado una certa inferiorità numerica e di posizione iniziale. L'occupazione di Dresda portò alla pace tra Austria, Sassonia e Prussia, con il [[trattato di Dresda]] siglato nel Natale del 1745. In cambio della sovranità sulla Slesia, Federico riconobbe il consorte di Maria Teresa, [[Francesco I di Lorena]], come Imperatore.
 
La guerra di successione austriaca si concluse definitivamente solo nel [[1748]] con il [[Trattato di Aquisgrana (1748)|Trattato di Aquisgrana]], con il quale l'Austria ottenne il riconoscimento della [[Prammatica Sanzione]] da parte delle monarchie coinvolte. Essa segnò anche l'inizio del declino della potenza coloniale francese, che fu costretta ad importanti concessioni in [[America settentrionale|Nord America]].
 
L'acquisizione della [[Slesia]] (ad eccezione della [[Slesia ceca|Slesia austriaca]], che continuò ad essere un possedimento imperiale) ebbe un'importanza cruciale: questa regione non solo era grande quanto un quarto della [[Prussia]] del tempo, ma era ricca di terre fertili, differenti da quelle sabbiose del [[Brandeburgo]], e di miniere, oltre ad avere una popolazione di un milione di abitanti (la metà di quella prussiana).
 
==== La guerra dei sette anni ====
{{vedi anche|Guerra dei sette anni}}
{{NN|biografie|settembre 2015}}
[[File:Friedrich der Grosse vor der Schlacht bei Torgau.jpg|thumb|left|Federico II di Prussia prima della [[battaglia di Torgau]], [[1760]].]]
L'Austria non si era rassegnata alla perdita del territorio della Slesia e alleandosi con la Francia e la Russia mirò ad accerchiare la Prussia. La repentina alleanza di queste potenze fu anche causata dal fatto che la Prussia aveva firmato un'alleanza, soprattutto difensiva, con la Gran Bretagna, mediante la quale si riprometteva di difendere l'[[Hannover]] da attacchi esterni. Federico II, sentendosi circondato e aspettandosi un'invasione della Slesia, preferì agire di anticipo e diede inizio nella tarda estate del [[1756]] alla fase terrestre della cosiddetta [[Guerra dei sette anni]], dopo una dichiarazione formale di guerra tra Gran Bretagna e Francia a maggio e la [[battaglia di Minorca]].
 
Sul fronte prussiano la guerra ebbe uno svolgimento strategico ciclico: all'inizio di ogni anno la Prussia si ritrovava infatti ad avere a che fare con forze numericamente superiori, mentre al termine dell'anno la grande strategia federiciana riportava con una battaglia la situazione alla stabilità.
 
Federico invase la Sassonia, alleata dell'Austria benché formalmente neutrale, con lo scopo di metterla fuori gioco e utilizzarne le risorse. Intendeva inoltre penetrare nella ricca pianura boema con lo scopo di trovare quartiere per l'inverno e una posizione favorevole per marciare su Vienna nella bella stagione. Tuttavia il suo piano fu contrastato dagli austriaci guidati dal feldmaresciallo [[Maximilian Ulysses Browne|Browne]], che si stava muovendo per portare soccorso alle forze sassoni. Intercettato a [[Battaglia di Lobositz|Lobositz]], pur formalmente sconfitto nel primo scontro terrestre della guerra costrinse Federico a ritirarsi in Sassonia.
 
L'esercito prussiano riprese l'offensiva nell'estate seguente. Rischiosamente diviso in quattro colonne penetrò in Boemia, puntando verso Praga. Qui Federico vinse un [[Battaglia di Praga|sanguinoso scontro]] il 6 maggio, ponendo l'assedio alla città in mancanza delle forze necessarie ad un assalto diretto. L'armata austriaca guidata dal [[Leopold Joseph Daun|conte Von Daun]], che era troppo in ritardo per partecipare allo scontro di maggio ma si era arricchita degli sbandati e minacciava le linee di rifornimento di Federico, lo costrinse dare battaglia a [[battaglia di Kolín|Kolín]], attaccando in inferiorità numerica le forze austriache attestate in posizione superiore. Fu una grave sconfitta, che costrinse i prussiani alla ritirata.
 
Ad est i russi avevano intanto conquistato la fortezza di Memel, mentre con molto opportunismo la Svezia aveva dichiarato guerra e invaso la Pomerania.
 
La situazione era critica e Federico era ormai accerchiato. Egli tuttavia sfruttò una certa mancanza di iniziativa di russi ed austriaci (che pure in un'incursione erano arrivati a Berlino, rischiando di catturare la famiglia reale), manovrando per linee interne con marce forzate ed attaccando l'esercito franco-austriaco guidato da [[Carlo di Rohan-Soubise|Soubise]] e da [[Giuseppe Federico di Sassonia-Hildburghausen]], penetrato in Turingia. Colse così a novembre la grande vittoria di [[Battaglia di Roßbach|Roßbach]], in seguito alla quale la Francia si disimpegnò in pratica dalla fase orientale del conflitto. Si volse quindi contro gli austriaci penetrati in Slesia, che batté un mese dopo a [[Battaglia di Leuthen|Leuthen]] con forze nettamente inferiori. Le due vittorie sono considerate storiche e contribuiscono alla sua fama di condottiero.
 
La guerra ebbe in seguito un andamento incerto. Nell'agosto del 1758 con un cruento scontro a [[Battaglia di Zorndorf|Zorndorf]] Federico riuscì a far ripiegare i russi in Polonia, a prezzo di pesanti perdite. Nell'agosto del [[1759]] subì forse la sua più pesante sconfitta a [[Battaglia di Kunersdorf|Kunersdorf]], che lo portò addirittura a pensare al suicidio. Gli austro-russi vincitori, a loro volta provati da pesanti perdite, non sfruttarono però la chiara vittoria.
 
Malgrado l'esercito prussiano fosse ridotto allo sfinimento, Federico l'anno successivo riuscì a ottenere due vittorie contro gli austriaci, poco assistiti dai russi, a [[Battaglia di Liegnitz (1760)|Liegnitz/Legnica]] e soprattutto a [[Battaglia di Torgau|Torgau]] in dicembre. In uno degli scontri più sanguinosi della guerra giocò un ruolo risolutivo, prima nel male e poi nel bene, il generale [[Hans Joachim von Zieten|von Zieten]].
 
Malgrado il sostegno economico inglese, la situazione appariva comunque compromessa per la Prussia, che aveva perso anche il suo ultimo porto, [[Kołobrzeg|Kolberg]], ed era ridotta a cercare di rallentare l'inesorabile avanzata russa razziandone i magazzini in Polonia. Agli inizi del 1762 la morte della [[Elisabetta di Russia|zarina Elisabetta]], acerrima avversaria, causò però l'ennesimo stravolgimento del conflitto. Infatti il suo successore [[Pietro III di Russia|Pietro III]] era un grande ammiratore di Federico e intendeva attaccare la Danimarca, essendo un discendente degli [[Holstein-Gottorp]]. Malgrado l'esercito russo si trovasse alle porte di Berlino, non esitò ad uscire dalla guerra e perfino ad allearsi col re prussiano tramite il [[Trattato di San Pietroburgo (1762)|trattato di San Pietroburgo]] del maggio 1762, fornendogli un contingente di truppe. Grazie alla mediazione di Pietro anche la Svezia abbandonò la lotta.
 
Ciò capovolse in pratica le sorti della guerra. Malgrado la congiura ordita da [[Caterina II di Russia|Caterina]] avesse posto fine al regno di Pietro pochi mesi dopo, ella si limitò a denunciare il trattato senza avere il tempo di riprendere le ostilità contro la Prussia. Grazie alla presenza delle truppe russe, che pure non presero parte alla battaglia, Federico riuscì infatti a costringere gli austriaci a un ultimo scontro il 21 luglio 1762 a [[Battaglia di Burkersdorf|Burkersdorf]], dal quale uscì vittorioso. Viste anche le sconfitte decisive dei francesi ad opera degli inglesi, iniziarono quindi i negoziati di pace tra le potenze europee, oramai esaurite dall'aspro conflitto.
 
Il 10 febbraio [[1763]] fu firmata la [[Trattato di Parigi (1763)|pace di Parigi]] tra la Francia e la Gran Bretagna, con la quale quest'ultima si impadroniva di gran parte dell'impero coloniale della rivale. Il 15 febbraio nel [[Palazzo di Hubertusburg]] anche Prussia e Austria sottoscrissero un [[Trattato di Hubertusburg|trattato di pace]]. In Europa a seguito della guerra non era cambiato pressoché nulla: la Slesia infatti rimase alla Prussia, che vedeva così riconosciuto il suo ruolo di potenza europea. Nel [[1772]] la Prussia stipulò con la Russia e l'Austria un accordo per la [[Spartizioni della Polonia#Prima spartizione|spartizione di una parte del territorio polacco]].
 
=== Difesa delle conquiste e rafforzamento dello stato ===
[[File:Friedrich_II_König_von_Preußen.jpg|thumb|Federico II nel 1763]]
Federico II passò il resto della sua vita a difendere quel territorio che in quasi trent'anni di guerre era riuscito a conquistare. La sua salute, già insidiata dalla [[gotta]], ricevette un duro colpo nel [[1785]] quando, durante un'ispezione in Slesia, per dare un esempio ai suoi soldati rimase sei ore a [[Equus caballus|cavallo]] sotto la pioggia. Fu colpito anche da un [[ictus]], ma si riprese e continuò a lavorare nel suo [[Sanssouci|castello di Sans-Souci]] a Potsdam.<ref name=bio/>
 
Agli occhi dei contemporanei Federico II apparve come il più tipico esempio di "sovrano illuminato". A dargli questa fama non furono solo il suo impegno personale come scrittore di opere storiche e [[politica|politiche]] (scritte in [[lingua francese|francese]]) e la sua amicizia e corrispondenza con Voltaire e altri ''philosophes'', ma anche le riforme in campo [[giustizia|giudiziario]] ed educativo che attuò durante il suo regno. Per primo in Europa infatti, nel [[1763]], il re di Prussia introdusse l'istruzione elementare obbligatoria che, anche se fu la sua unica vera riforma in merito, fu comunque molto innovativa per quei tempi.<ref name=bio/>
 
Altro grande successo in materia fu l'aver portato l'[[Accademia delle scienze di Berlino|Accademia di Berlino]] da uno stato di decadimento totale ad uno di grande splendore, sia grazie all'introduzione di dotti illuministi francesi (anche se a scapito dei maestri tedeschi che, pur essendo in certi casi più preparati, non venivano comunque ammessi), sia attraverso la modernizzazione dei piani di studi, portata avanti grazie all'abolizione di materie antiquate e all'inserimento di nuove. Nell'Accademia, tra l'altro, vigeva una completa libertà di opinione, cosa, anche questa, rivoluzionaria per quell'epoca.
Fu un grande appassionato di musica e un buon compositore di sinfonie e musiche da camera; fondò una cappella musicale a Berlino e la capitale divenne il principale centro musicale germanico.<ref name=bio/>
 
Semplificò anche il sistema giudiziario, approntando un codice di procedura e un codice [[Diritto civile|civile]] (1754-51 - ma l'opera di uniformazione sarà completata solo nel [[1781]]) che introdussero il moderno [[stato di diritto]], promossero la formazione di una [[magistratura (diritto)|magistratura]] di carriera, snellirono i processi, abolirono la tortura e riconobbero maggiori diritti all'accusato. Intervenne anche in materia [[economia|economica]], favorendo lo sviluppo delle attività manifatturiere e l'incremento della colonizzazione contadina delle province orientali, riuscendo a far trasferire in Prussia circa 500.000 nuovi abitanti, corrispondenti a poco più di 57.000 famiglie.<ref name=bio/>
 
Grande successo ebbe la sua riforma agraria, che permise, grazie all'introduzione dei magazzini statali, di evitare le carestie, nutrire i soldati durante le campagne evitando i saccheggi, e di controllare il prezzo del grano, rendendolo così non più dipendente dal sistema monetario olandese. Fu Federico II di Prussia, tra l'altro, ad introdurre la patata nell'alimentazione tedesca, prima della guerra dei sette anni (1756). Incentivò la coltura del tubero in grazia del suo elevato rendimento: questo gli permise di poter nutrire tutti i suoi soldati nelle campagne belliche a venire. Inoltre migliorò le tecniche di coltivazione, bonificò e disboscò numerosi terreni, aumentando così notevolmente la produzione agricola. Per quanto riguarda il settore industriale, egli riuscì prima di tutto a portare le industrie già esistenti (come quelle della [[seta]] e della [[lana]]) da livelli di scarsa produttività a un buono stato di prosperità; inoltre gettò le basi di nuovi rami industriali che ebbero grande sviluppo in seguito, come l'[[industria mineraria]] in [[Slesia]]. Portò inoltre il livello di produzione all'incirca a 29 milioni di talleri l'anno e trasformò il bilancio statale da passivo ad attivo, con un surplus di 3 milioni di talleri annuali.
[[File:Frederick II of Prussia Coloured drawing.png|thumb|left|Federico II in tarda età.]]
In campo commerciale, egli cercò di limitare al massimo l'importazione di prodotti da paesi stranieri, principalmente dalla Sassonia, ristabilendo antiquati sistemi di tariffe doganali sull'Elba, ma nel complesso ebbe uno scarso successo. Ne ebbe molto invece il suo tentativo di valorizzare l'[[Oder]], unico fiume che scorreva interamente in Prussia per tutto il suo tratto navigabile: esso infatti fu liberato da antichi diritti di scalo e altri ostacoli al traffico, ne fu regolata la corrente e drenato l'estuario; a ciò si aggiunse anche la costruzione di numerosi canali che unirono tra di loro i fiumi. Tutto questo, senza dubbio, incoraggiò il commercio, quanto meno nella parte orientale del paese.
 
Infine, nell'ambito fiscale, riuscì a rendere la moneta prussiana indipendente dai mercati esteri (in particolare da quello olandese) grazie alla creazione di una Banca di Stato, e a creare una solida riserva nelle casse statali (più di 51 milioni di talleri, quando al momento della sua ascesa al trono non superava i 10 milioni).
Federico fu anche un monarca illuminato e, oltre che in ambito giudiziario, questo si fece sentire anche in campo religioso, ove egli introdusse i principi di tolleranza, dandone prova in diverse occasioni, come quando diede asilo ai [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] o quando donò ai [[cattolicesimo|cattolici]] la cattedrale di Sant'Edwige, e in ambito politico, dove allontanò i nobili dall'amministrazione pubblica e cercò di migliorare le condizioni di vita dei contadini, riuscendovi nei domini statali, ma meno nei feudi signorili.
 
Ma naturalmente, come i sovrani prussiani prima e dopo di lui, potenziò notevolmente l'esercito. Esso assorbiva l'80% delle finanze dello Stato. Immettendo nelle gerarchie più alte dell'apparato militare elementi appartenenti alla nobiltà, Federico riuscì nell'impresa di trasformare la nobiltà in un'[[aristocrazia]] militare profondamente legata al suo principe.<ref name=bio/>
Federico II quindi si preoccupò di rafforzare la macchina bellica prussiana riuscendo a portarla alla fine del suo regno ad un totale di 195.000 soldati. Egli potenziò anche la struttura burocratica che manteneva l'esercito. Curò in modo particolare l'[[artiglieria]] a cavallo, un corpo militare da lui stesso costituito; tra i suoi ammiratori anche [[Napoleone Bonaparte]] che ne riconobbe le qualità di condottiero e ne apprezzò gli insegnamenti strategici<ref>D.Chandler, ''Le campagne di Napoleone'', vol.. 1, pp. 207-208.</ref>.
 
Secondo Federico il maggior segreto nella condotta di una guerra era di "affamare l'avversario", cioè di tagliarlo fuori dai rifornimenti e di scegliere un terreno particolarmente favorevole per annientarlo in una battaglia campale. Federico II è stato ricordato come un instancabile lavoratore, un grande condottiero militare e come un uomo colto e intelligente. Egli aspirò a essere un "sovrano illuminato" così come voleva Voltaire, ma il pensatore illuminista, dopo aver fatto visita a Federico in Prussia, si rese conto che il re non stava agendo come, secondo lui, avrebbe dovuto agire un vero sovrano illuminato (ad esempio l'eccessiva militarizzazione della Prussia voluta da Federico, era giudicata negativamente da Voltaire). Alla fine, anche per l'atteggiamento dispotico che Federico aveva assunto e per la [[guerra dei sette anni]], Voltaire non ebbe rapporti col re per molti anni (nel ''[[Candido]]'' traccia un sarcastico e breve ritratto del sovrano), ma alla fine tornarono a scambiarsi numerose lettere, in cui spesso discutevano di filosofia e di politica.<ref>Oeuvres complètes de Voltaire, Volume 7, Page 184</ref>
 
=== Gli ultimi anni ===
Vicino alla fine della sua vita Federico divenne sempre più solitario. Il suo circolo di amici a ''Sans Souci'' si era gradualmente esaurito e Federico iniziò a divenire critico ed arbitrario. La popolazione di Berlino, del resto, continuava ad inviargli richieste perché egli facesse ritorno in città dalla campagna, ma il re preferiva rimanere da solo nella residenza che più di ogni altre prediligeva<ref name="Ritter200">Ritter, p. 200</ref>. La sua salute, ormai malferma, peggiorò e, Federico morì sulla poltrona del suo studio il 17 agosto [[1786]], dopo 46 anni di regno, all'età di 74 anni.<ref name=bio/>
 
[[File:Friedrich der grosse grab hg.jpg|thumb|Tomba di Federico II a Sanssouci.]]
 
Federico era un grande appassionato di [[levrieri]] e ne possedeva due italiani di colore grigio. Alla sua morte egli lasciò per iscritto di essere sepolto vicino a loro, sul terreno comune, presso la loggia del castello di [[Sanssouci|Sans Souci]]. Suo nipote e successore [[Federico Guglielmo II di Prussia|Federico Guglielmo II]] invece, ordinò che il suo corpo venisse posto in una tomba presso quella del padre, nella chiesa di [[Potsdam]]. Vent'anni dopo, nell'ottobre [[1806]], [[Napoleone]], che aveva invaso la Prussia, volle rendere omaggio al sepolcro di Federico; in tale occasione disse agli ufficiali che lo accompagnavano: «Giù il cappello, signori: se fosse ancora vivo non saremmo qui».<ref name=grande/>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] i sepolcri di Federico II e del padre vennero trasferiti dapprima in un ''bunker'' sotterraneo, poi presso [[Bernrode]] per proteggerli dai bombardamenti. Nel 1945 l'armata americana trasportò i corpi dei re alla [[Elizabethkirche (Marburg)|Elizabethkirche]] di [[Marburgo]] e quindi al [[Castello di Hohenzollern]] presso [[Hechingen]]. Dopo la riunificazione della Germania, il corpo di Federico Guglielmo venne sepolto nel mausoleo dell'Imperatore Federico presso la Chiesa della Pace di Sanssouci.
 
Vi fu quindi un dibattito sulla figura di Federico II, che pure da molti era considerato negativamente in quanto usato anche come simbolo di potenza e vittoria dal regime nazista, il quale aveva fatto largo uso della sua figura a scopo di propaganda politica ([[Hitler]] aveva inoltre una copia del famoso ritratto di Federico eseguito da Graff nel suo ufficio).
 
Malgrado numerose proteste però, nel 205º anniversario della sua morte, il 17 agosto [[1991]], la bara di Federico venne posta al centro della corte d'onore del Castello di Sans Souci, coperta da bandiere prussiane e scortata dalla guardia d'onore della [[Bundeswehr]]. Calata la notte, il corpo venne infine interrato secondo la sua volontà nel terreno di Sans Souci, senza celebrazioni particolari come egli stesso aveva voluto.
 
==Scritti di Federico II==
Federico II fu autore di diverse opere di saggistica filosofico-politica, tutte scritte in francese:
* ''Considerazioni sullo stato presente dei corpi politici dell'Europa'' (1737)
* ''[[Antimachiavel|L'Antimachiavelli]]'' (1739)
* ''Storia dei miei tempi''
* ''Storia della guerra dei sette anni''
* ''Della letteratura tedesca''
* ''Testamento politico'' (1752)
* ''Secondo testamento politico'' (1769)
* ''Corrispondenza tra Voltaire e il Re di Prussia''
 
== Federico II nella cultura di massa ==
* [[Il grande re|Der große König]], di [[Veit Harlan]] [[1942]] e tutta la serie di film a lui dedicata
* Federico II è rappresentato come il "Re dei Bulgari" in ''[[Candido]]'' di Voltaire.
* Federico è il soggetto di un sonetto critico di [[Vittorio Alfieri]] (che lo aveva conosciuto di persona come narra nella ''Vita scritta da esso''), ''Il gran Prusso tiranno, al qual dan fama'', scritto in occasione della morte del re, in cui è descritto come un sovrano diviso tra [[Marte (divinità)|Marte]] (la guerra) e [[Atena|Pallade]] (la sapienza).
 
== Ascendenza ==
{{Casato dei Medici}}
<center>
<div align="center">
{| class="wikitable"
|+'''Albero genealogico di tre generazioni di Maria de' Medici'''
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|-
| rowspan="168" align="center"|[[File:Friedrich ii campenhausen.jpg|120px|center]] '''FedericoMaria de' IIMedici'''
| rowspan="84" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Federico GuglielmoCosimo I dide' PrussiaMedici]]
| rowspan="42" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[FedericoGiovanni Idalle diBande PrussiaNere]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Federico Guglielmo I di Brandeburgo|Federico GuglielmoGiovanni diil BrandeburgoPopolano]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Giorgio Guglielmo di Brandeburgo]]
|-
| align="center"| '''TrisnonnaBisnonna paterna:'''<br />[[ElisabettaCaterina Carlotta di Wittelsbach-SimmernSforza]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''BisnonnaNonna paterna:'''<br />[[LuisaMaria Enrichetta d'OrangeSalviati]]
| align="center"| '''TrisnonnoBisnonno paterno:'''<br />[[FedericoJacopo Enrico d'OrangeSalviati]]
|-
| align="center"| '''TrisnonnaBisnonna paterna:'''<br />[[AmaliaLucrezia di Solms-BraunfelsLorenzo de' Medici]]
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| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paternaMadre:'''<br />[[Sofia CarlottaEleonora di Brunswick-LüneburgToledo]]
| rowspan="2" align="center"| '''BisnonnoNonno paternomaterno:'''<br />[[ErnestoPedro AugustoÁlvarez dide Brunswick-LüneburgToledo y Zúñiga]]
| align="center"| '''TrisnonnoBisnonno paternomaterno:'''<br />[[GiorgioFadrique diÁlvarez Brunswick-Lüneburgde Toledo y Enríquez]]
|-
| align="center"| '''TrisnonnaBisnonna paternamaterna:'''<br />[[AnnaIsabel Eleonorade di Assia-DarmstadtZúñiga]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''BisnonnaNonna paternamaterna:'''<br />[[SofiaMaría delOsorio Palatinatoy Pimentel]]
| align="center"| '''TrisnonnoBisnonno paternomaterno:'''<br />[[FedericoLuis V del PalatinatoPimentel]]
|-
| align="center"| '''TrisnonnaBisnonna paternamaterna:'''<br />[[ElisabettaJuana Stuart (1596-1662)|Elisabetta StuartOsorio]]
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Sofia Dorotea di Hannover]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Giorgio I del Regno Unito]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Giorgio di Brunswick-Lüneburg]]
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| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Anna Eleonora di Assia-Darmstadt]]
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| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Sofia del Palatinato]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Federico V del Palatinato]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta Stuart]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Sofia Dorotea di Celle]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Giorgio Guglielmo di Brunswick-Lüneburg]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Giorgio di Brunswick-Lüneburg]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Anna Eleonora di Assia-Darmstadt]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Éléonore d'Esmier d'Olbreuse]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Alexandre II d'Esmier d'Olbreuse]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Jacquette Poussard de Vandré]]
|}
</centerdiv>
 
== Onorificenze ==
=== Onorificenze prussiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Ord.Aquilanera.png
|nome_onorificenza=Gran Maestro dell'Ordine dell'Aquila Nera
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Aquila Nera
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Pour le Mérite.png
|nome_onorificenza=Gran Maestro dell'Ordine Pour le Mérite
|collegamento_onorificenza=Pour le Mérite
|motivazione=
|luogo=
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=POL Order Orła Białego BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Polonia)
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'aquila bianca
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Seraphimerorden ribbon.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia)
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Serafini
|motivazione=
|luogo=23 novembre [[1752]]
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Marcello Vannucci, ''Le donne di casa Medici'', Newton Compton Editori, Roma 1999, ristampato nel 2006 ISBN 88-541-0526-0
*{{cita libro|autore=Christopher Clark|titolo=Iron Kingdom, The Rise and Downfall of Prussia, 1600-1947|editore=Penguin|anno=2006|isbn=978–0–141–90402–3|cid=cc2006}}
*{{cita libro|autore=Dennis Showalter|titolo=Frederick the Great: A Military History|editore=Casemate Publishers|anno=2012|isbn=978-1-78303-479-6|cid=ds2012}}
* Franz Kugler, ''Federico il Grande'', Collana Figure e Avvenimenti, Edizioni Elettra, Milano, 1936
* W. F. Reddaway, ''Federico il Grande'', trad. Angiolina Alessio, Corbaccio, Milano, 1939; Dall'Oglio Editore, Milano, 1953-1968
* ''Federico il Grande.Soldato, Statista, Pensatore. Brani scelti dai suoi scritti raccolti da Franz Riedweg'', Tumminelli, Roma, 1941
* Emilio Canevari, ''Federico il Grande'', Mondadori, Milano, 1944
* Emilio Franzina, ''Federico il Grande'', Collana I Protagonisti della civiltà, Edizioni Futuro, 1965
* [[Gerhard Ritter]], Federico il Grande'', trad. Flora Negri Tedeschi, Nuova collana storica, Il Mulino, Bologna, 1970; Collana Biblioteca Storica, Il Mulino, 2000
* [[Nancy Mitford]], ''Federico il Grande'', Collana Fatti e Figure, CDE, Milano, 1973
* [[Thomas Mann]], ''Federico e la grande coalizione. Un saggio adatto al giorno e all'ora'', Collezione Biblioteca, Studio Tesi, Pordenone, 1986; Treves Editore, 2006
* [[Wolfgang Venohr]], ''Federico il Grande, re di Prussia'', trad. A. Sartirana, Collezione Storica, Garzanti, Milano, 1988, ISBN 978-88-116-9395-6
* [[Theodor Schieder]], ''Federico il Grande'', Collana Biblioteca di cultura storica n.177, Einaudi, Torino, 1989
* Federico il Grande, ''Elogio di Voltaire e altri scritti, Il Minotauro, 1995
* Im Hof, ''L'Europa dell'Illuminismo'', Laterza, Roma, 2005
* [[Alessandro Barbero]], ''Federico il Grande'', Collana Alle 8 di sera n.9, Sellerio, Palermo, 2007.
 
== Voci correlate ==
* [[Guerra di successione austriaca]] 1741-1748
* [[Guerra dei sette anni]] 1756-1763
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:FriedrichMaria IIde' ofMedici Prussia|q(1540-1557)}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://documents.medici.org/|Fonte: Archivio online di documenti sulla famiglia Medici|lingua=en}}
* [http://www.radio.rai.it/radio2/alleotto/federicosecondo/ Audiodocumentario su Federico il Grande scritto e narrato da [[Alessandro Barbero]]]
* [http://friedrich.uni-trier.de/ Opere di Federico II di Prussia] (testo francese e tedesco)
* {{cita web|http://federico-il-grande.tripod.com/federic/|Lo spettacolo "Le Philosophe di Sans-Souci " dedicato a Federico il Grande re di Prussia. Musica di Federico il Grande, Carl Heinrich Graun, Wilhelmine di Bayreuth, J. S. Bach, ecc.}}
* {{IMSLP2|id=Category:Frederick II|cname=Federico II di Prussia}}
 
{{Portale|biografie|Medici}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani di Prussia|Re "in" Prussia]]
|periodo = [[1740]]-[[1772]]
|precedente = [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]]
|successivo = Titolo cambiato in '''Re di Prussia'''
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}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani di Brandeburgo|Principe Elettore di Brandeburgo]]
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{{Box successione
|tipologia = regnante
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{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani di Prussia|Re di Prussia]]
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{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Frisia orientale|Principe della Frisia orientale]]
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|precedente = [[Carlo Edzardo della Frisia orientale|Carlo Edzardo]]
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{{Fridericus-Rex-Filme}}
{{Voltaire}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|musica classica|storia}}
 
[[Categoria:CompositoriMedici barocchi(famiglia)|Maria di Cosimo]]
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