Censura in Algeria e Khadīja bint Khuwaylid: differenze tra le pagine

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{{F|religiosi|luglio 2013}}
Le condizioni di lavoro dei [[Giornalista|giornalisti]] in [[Algeria]] sono cambiate a partire dall'[[Guerra d'Algeria|indipendenza nel 1962]]. Dopo il 1990, il Codice della Stampa è stato abrogato, permettendo così una maggiore [[libertà di stampa]]. Comunque, a partire dallo scoppio della guerra civile negli anni '90, sono stati assassinati più di 70 giornalisti, sia da parte delle forze di sicurezza sia dagli [[Islamismo|islamisti]]. Sessanta giornalisti sono stati uccisi tra il 1993 ed il 1998 in Algeria.<ref>{{fr}} [http://www.crisisgroup.org/home/index.cfm?id=1543&l=2 Entre menace, censure et liberté: La presse privé algérienne se bat pour survivre], 31 marzo 1998</ref>
{{Bio
|Nome = Khadīja bint Khuwaylid
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = {{arabo|خديجة بنت خويلد}}, <small>pronuncia {{IPA|xaˈdiːʒa bint ˈxuwalid}} anche Khadijah bin Khuwaylid,</small>
|Sesso = F
|LuogoNascita = La Mecca
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 556
|LuogoMorte = La Mecca
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 619
|Attività = mercante
|Epoca = 600
|Nazionalità = araba
|PostNazionalità = , nota per essere stata la protettrice, la prima moglie del profeta [[Maometto]] fondatore dell'[[Islam]], e la prima donna dell'Islam. E' soprannominata "Madre dei Credenti (Umm al-Mou'menin" e "Migliore tra le Donne (Afdal al-Nisa'a)",
|Immagine = Khadijah.png
}}
[[File:Khadija_al-Kubra.jpg|destra|miniatura|Ritratto di Khadija]]
 
== Gli anni '90 e 2000Biografia ==
[[File:Khadija tomb (1).jpg|sinistra|miniatura|Tomba di Khadija]]
Recentemente, il presidente [[Abdelaziz Bouteflika]] ha ordinato la chiusura di molti giornali, ha fatto imprigionare giornalisti come [[Mohammad Benchicou]], direttore di ''[[Le Matin (Algeria)|Le Matin]]'' e autore di una biografia critica di Bouteflika, costringendo altri giornalisti all'esilio, prevalentemente in [[Francia]].
Khadīja, il cui nome è spesso reso in [[lingua italiana|italiano]] con ''Cadigia'',<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/khadigia/ treccani.it]</ref> era figlia di un ricco commerciante della [[Mecca]], appartenente al clan dei Banū ʿAdī, della tribù dei [[Quraysh|Banū Quraysh]]. Rimasta vedova due volte, Khadīja mandò da sola avanti, con buona efficienza, l'attività mercantile ereditata, a dimostrazione che il ruolo delle donne nella società preislamica era tutt'altro che relegato a quello di figlie e di mogli, supine al volere dei padri e dei mariti.
 
Venne presto a sapere delle capacità e dell'onestà del giovane Maometto (che lavorava in piccolo alle dipendenze dello zio-tutore [[Abu Talib|Abū Tālib ibn ʿAbd al-Muṭṭalib]]) e ne richiese i servigi professionali in veste di fiduciario, rincuorata dal soprannome che gli era normalmente attribuito di al-Amīn (il Fidato).
L'indice di [[Reporter senza frontiere]] (RSF) per la libertà di stampa dà approssimativamente 40 per l'Algeria da cinque anni (sebbene la cifra sia aumentata, il che significa una minore libertà di stampa). Insieme al giornale ''[[L'Humanité]]'', RSF ha effettivamente denunciato l'incarcerazione di [[Mohammad Benchicou]], direttore de ''[[Le Matin (Algeria)|Le Matin]]'', che è stato condannato a due anni di prigione per aver denunciato la corruzione in Algeria. A Benchicou è stato assegnato nel 2006 il premio [[Barbara Goldsmith]] per la libertà di scrittura (''[[PEN/Barbara Goldsmith Freedom to Write Award]]'').
 
Dopo un certo numero di viaggi d'affari che portarono Maometto in [[Siria]] e in [[Yemen]], la donna s'innamorò del suo valido sottoposto, più giovane di lei di 14 anni (Khadīja ne aveva al momento 44).
L'Algeria ha visto di recente molti attacchi alla libertà di stampa, a parte l'incarcerazione di Mohammad Benchicou. Il quotidiano ''[[La Tribune (Algeria)|La Tribune]]'' è stato chiuso nel 1996<ref>{{fr}} [http://www.humanite.presse.fr/journal/1996-07-05/1996-07-05-755810 Algérie : censure contre la presse], ''[[L'Humanité]]'', 5 luglio 1996 (vedi anche {{en}} [http://www.humaniteinenglish.com humaniteinenglish])</ref>. Il [[Censura su Internet|blog Sam]] è stato censurato nel marzo 2006<ref>{{fr}} [http://www.rezki.net/Alger-censure-aussi-les-blogs.html Alger censure aussi les blogs], Rezki.net, 13 marzo 2006</ref>. Anche ''[[El Watan]]'' ha subito attacchi dallo stato algerino nel 1998<ref>{{fr}} [http://www.humanite.presse.fr/journal/1998-11-06/1998-11-06-427872 Mobilisation contre la censure de la presse], ''[[L'Humanité]]'', 6 novembre 1998</ref>. I suoi reporter, secondo RSF e il Comitato per la protezione dei giornalisti (''[[Committee to Protect Journalists]]'', CPJ) sono stati presi di mira sia dalle forze governative che dai rivoltosi islamici<ref>{{en}} [http://www.rsf.org/print.php3?id_article=6686 Algeria - 2003 Annual report] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20030726083308/http://www.rsf.org/print.php3?id_article=6686 |data=26 luglio 2003 }}, ''[[Reporter Senza Frontiere]]'' (RSF)</ref><ref>{{en}} [http://www.rsf.org/print.php3?id_article=3086 Reporter for El Watan attacked and kidnapped] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20030913120028/http://www.rsf.org/print.php3?id_article=3086 |data=13 settembre 2003 }}, RSF, 23 luglio 2002</ref>. Giornalisti di ''[[Liberté (quotidiano)|Liberté]]'' e di ''Le Matin'' sono stati costretti ad andare in [[esilio]] in Francia<ref>{{fr}} [http://www.maisondesjournalistes.org/renvoye_valence_djamel.php Rencontre avec un journaliste algérien, Monsieur Djmaledine Benchenouf de ''Liberté''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070317051109/http://www.maisondesjournalistes.org/renvoye_valence_djamel.php |data=17 marzo 2007 }}</ref>.
 
L'intatta grande bellezza di Khadīja - rinomata fra gli abitanti di Mecca - ma anche la sua ricchezza convinsero Maometto all'impegno matrimoniale, trattato per il tramite di un'intermediaria, secondo l'uso consuetudinario.
== Il convegno di febbraio 2007 sulle persone scomparse ==
Le autorità hanno bloccato il 7 febbraio [[2007]] un convegno intitolato "''Pour la Vérité, la Paix et la Conciliation''" (Per la Verità, la Pace e la Conciliazione) organizzato da CFDA (''Collectif des Familles de Disparus en Algérie'', Collettivo delle famiglie delle [[Desaparecidos|persone scomparse]] in Algeria), SOS Disparus, Djazairouna, ANFD (''Association Nationale des Familles de Disparus'', Associazione nazionale delle famiglie delle persone scomparse) e Somoud. Questa nuova forma di censura di una conferenza sulle "sparizioni" che si verificarono negli anni '90 nel corso della [[Guerra civile algerina|guerra civile]], è stata criticata da ACAT-France (''Action des Chrétiens pour l'abolition de la torture''), dalla [[Federazione Internazionale dei Diritti Umani]] (''International Federation of Human Rights'', IFHR), e dall'[[Organizzazione mondiale contro la tortura]] (''World Organization Against Torture'', WOAT). Inoltre, i critici della controversa [[Carta per la pace e la riconciliazione nazionale]], adottata il 29 settembre 2006, sono stati presi di mira dalle autorità, che utilizzano vari metodi di intimidazione, compresi i processi, contro avvocati e [[Difensore dei diritti umani|difensori dei diritti umani]].<ref>{{fr}} [http://www.hns-info.net/article.php3?id_article=10414 Algérie : Interdiction d'un séminaire international sur les disparitions forcées] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070927223146/http://www.hns-info.net/article.php3?id_article=10414 |data=27 settembre 2007 }}, denuncia pubblica della [[Federazione Internazionale dei Diritti Umani]], pubblicata da ''[[Hacktivist News Service]]'' (HNS), 7 febbraio 2007</ref>
 
Col matrimonio Khadīja abbandonò la cura della sua impresa, totalmente affidata da quel momento al marito, dedicandosi alla cura della prole che era riuscita finalmente ad avere da Maometto: due maschi (morti in tenera età) di nome al-Qāsim e, forse, ʿAbd Allāh e quattro femmine ([[Zaynab bint Muhammad|Zaynab]], Ruqayya, Umm Kulthūm e [[Fatima bint Muhammad|Fāṭima]]).
 
Condivise per prima in assoluto fra gli esseri umani l'esperienza religiosa del marito quando questi le riferì di essere stato scelto da Dio per la Sua Rivelazione, trasmessagli dall'[[Arcangelo Gabriele|arcangelo Gabriele (Jibrīl)]], e lo sostenne psicologicamente allorché Maometto temette di essere stato vittima dei ''[[jinn]]'' che potevano invasare l'uomo a loro dispettoso piacimento.
 
Patì con lui le difficoltà inflitte dai pagani di Mecca all'esiguo gruppo dei musulmani e alla misura di boicottaggio dei Quraysh politeisti (reso tuttavia abbastanza presto inefficace dai troppi vincoli parentali esistenti fra i primi e i secondi).
 
Morì nel [[619]], lo stesso anno di morte di Abū Ṭālib, tanto da far parlare le fonti musulmane di "anno del dolore", lasciando nel suo sposo un doloroso vivido ricordo che non si spegnerà mai più e che causerà alle future mogli - e specialmente in [[Aisha|ʿĀʾisha bt. Abī Bakr]] - sentimenti di vivace gelosia.
== Note ==
<references />
 
== Voci correlate ==
* [[Storia dell'AlgeriaMaometto]]
* [[Politica dell'AlgeriaMecca]]
* [[LibertàBanū di stampaQuraysh]]
 
* [[Censura]]
== Altri progetti ==
* [[Diritti umani in Algeria]]
{{interprogetto}}
 
{{Sahaba}}
== Collegamenti esterni ==
{{Mogli di Maometto}}
* {{cita web|1=http://www.ifex.org/en/content/view/full/1445/|2=Censura in Algeria|lingua=en|accesso=24 febbraio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070224041433/http://www.ifex.org/en/content/view/full/1445/|dataarchivio=24 febbraio 2007|urlmorto=sì}}
{{Controllo di autorità}}
* {{cita web|http://www.bannedmagazine.com/|Banned Magazine, the journal of censorship and secrecy|lingua=en}}
{{Portale|biografie|islam|religione}}
 
[[Categoria:CensuraAhl per statoal-Bayt|AlgeriaK]]
[[Categoria:PoliticaMogli dell'Algeriadi Maometto]]
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[[Categoria:Quraysh]]