Torquato Tasso e Jinja: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=Jinja (disambigua)}}
{{Bio
{{F|shintoismo|luglio 2014|arg2=architetture religiose}}
|Nome = Torquato
[[File:Itsukushima torii angle.jpg|thumb|Un ''[[torii]]'' è il portale che dà l'accesso ad un ''jinja''. La fotografia mostra il ''torii'' del [[santuario di Itsukushima]] che sorge sul mare.]]
|Cognome = Tasso
{{Nihongo|'''''Jinja'''''|神社||a volte anche '''''jingū''''' o '''''taisha'''''}} è il termine giapponese che sta ad indicare un santuario [[Shintoismo|shintoista]], generalmente costituito da una serie di edifici e l'area naturale circostante ed è il luogo dove i fedeli shintoisti possono recarsi per la venerazione degli dèi ([[kami]]). Dal [[1946]], con l'istituzione della [[Jinja Honcho]], la Comunità shintoista, tutti i santuari del [[Giappone]] sono parte di questa organizzazione, che negli ultimi decenni ha iniziato anche ad aprire nuovi santuari all'estero, in particolare in [[Americhe|America]], [[Australia]] e [[San Marino]].
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sorrento
|GiornoMeseNascita = 11 marzo
|AnnoNascita = 1544
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 25 aprile
|AnnoMorte = 1595
|Attività = scrittore
|Attività2 = poeta
|Epoca = 1500
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Torquato Tasso.jpg
}}
 
== Origini ==
La sua opera più importante e conosciuta è la ''[[Gerusalemme liberata (poema)|Gerusalemme liberata]]'' ([[1575]]), in cui vengono descritti gli scontri tra [[Cristianesimo|cristiani]] e [[Islam|musulmani]] alla fine della [[Prima Crociata]], durante [[Assedio di Gerusalemme (1099)|l'assedio di Gerusalemme]].
Si crede che originariamente i ''jinja'' fossero solo santuari temporanei, allestiti in occasione di una festività ([[matsuri]]) in luoghi considerati sacri come caverne o montagne. Questo per il fatto che nella fede shintoista i kami sono in un certo senso «onnipresenti», avendo la facoltà di essere dove vogliono quando vogliono, e che dunque non possano essere confinato in uno spazio sacro ben definito.
 
Comunque, in epoche più recenti, dopo la costruzione di questi santuari temporanei chiamati {{Nihongo|'''''shaden'''''|社殿}}, si diffuse la credenza secondo cui un ''kami'' venerato in un santuario farebbe di quest'ultimo la sua dimora sacra. Nacquero così i primi santuari stabili, i ''jinja'', a partire da preesistenti ''shaden''. Molti credono che le tecniche di costruzione degli ''shaden'' derivino dal [[Buddhismo]], difatti, parecchi ''jinja'' antichi non hanno tracce di ''shaden'', ma solamente luoghi di preghiera affacciati su ambienti sacri a cui è solitamente vietato l'accesso.
==Biografia==
[[File:Basin1180.jpg|thumb|upright|Fonte per le abluzioni al [[santuario di Meiji]], [[Tokyo]]]]
Nacque a Sorrento l'11 marzo 1544. Il padre [[Bernardo Tasso|Bernardo]] era un letterato e cortigiano al servizio del [[principe di Salerno]] [[Ferrante Sanseverino]] del [[vicereame di Napoli]],<ref name=LL>{{cita libro|autore=Guido Arnellini, Adriano Colombo|titolo=Letteratura latina - Guida storica: Dal Duecento al Cinquecento|anno=2009|annooriginale=2000|editore=[[Zanichelli Editore]]|pag=175|capitolo=Torquato Tasso - L'uomo|id=ISBN 8-808-03419-9}}</ref> mentre la madre, Porzia de' Rossi discendeva da una nobile famiglia pistoiese<ref>Luperini, Cataldi, Marchiani, ''La scrittura e l'interpretazione'', Palumbo, 1997, vol.3, pag.91 </ref>. Pochi anni dopo il principe fu bandito dal regno e Bernardo seguì il suo padrone, trascorrendo la vecchiaia tra occupazioni di corte faticose e poco remunerative.<ref name=LL></ref> All'età di 6 anni Torquato si recò in [[Sicilia]] e negli anni seguenti a [[Napoli]], dove venne educato dai [[Gesuiti]]. Egli rimase fino ai dieci anni a Napoli con la madre, poi seguì il padre prima alla corte di [[Urbino]], quindi a [[Venezia]]; nel frattempo gli morì la madre, rimasta a Napoli, forse avvelenata dai suoi fratelli.<ref name=LL></ref>
 
== Locali di un ''jinja'' ==
Tra il [[1560]] ed il [[1565]], Tasso compì i suoi studi a [[Padova]] e a [[Bologna]], centri di studio di cultura aristotelica.<ref name=LL></ref> Nella prestigiosa [[Università di Padova]] studiò prima diritto, poi letteratura e filosofia. Proprio a Padova Tasso gettò le basi della propria cultura filosofica, grazie soprattutto alla conoscenza di [[Sperone Speroni]]. Si legò all'Accademia degli Eterei ed in seguito a quella degli Infiammati. Nel 1562, all'età di diciotto anni, pubblicò con successo il poema epico cavalleresco ''Rinaldo'',<ref name=LL></ref> incentrato sulle avventure del cugino di Orlando e si cimentò anche nella lirica amorosa<ref name=LL></ref> con versi dedicati a [[Laura Peperara]], conosciuta a Mantova, e a [[Lucrezia Bendidio]], dama di [[Eleonora d'Este]].<ref>Luperini, Cataldi, Marchiani, ''La scrittura e l'interpretazione'', Palumbo, 1997, vol.3, pag.96 </ref>
Un santuario shintoista è costituito da parecchi locali ed edifici, inclusi un {{nihongo|''[[honden]]''|本殿}} e un {{nihongo|''[[haiden]]''|拝殿}}. L′''honden'' è il [[Sancta Sanctorum]], la stanza o l'edificio contenente il {{Nihongo|''[[goshintai]]''|御神体||letteralmente, "il Sacro Corpo del kami"}}. Di queste stanze, solo l'haiden è aperto ai laici.
L′''honden'' è collocato dietro l′''haiden'', è più piccolo ed è privo di decorazioni. È importante considerare che i santuari Shinto, a differenza dei templi buddisti, erano costruiti in legno, con tetti di paglia o corteccia; inoltre, non era prevista una manutenzione dei ''jinja'', ma si lasciava che il tempo e i fenomeni atmosferici facessero il loro corso, salvo poi ricostruire un nuovo edificio.
 
Altre zone particolari di un santuario shintoista sono l'area del ''[[torii]]'', l'ingresso sacro al santuario; il {{Nihongo|''[[chōzuya]]''|手水舎}} l'area delle abluzioni di mani e bocca, e il {{Nihongo|''[[shamusho]]''|社務所}}. Molto spesso, inoltre, ad indicare un santuario Shinto è la presenza di cipressi.
[[File:DelacroixTasso.jpg|thumb|left|175px|[[Delacroix]]: ''Tasso all'ospedale di Sant'Anna'']]
Nel [[1565]] giunse a [[Ferrara]] in occasione delle nozze del duca [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]]<ref>Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria, ''Dal testo alla storia. Dalla storia al testo'', Milano: Paravia, 1994, vol. 2/1, p. 653</ref>, al servizio del cardinale [[Luigi d'Este]], fratello del duca, e dal [[1570]] passò al servizio del duca stesso.<ref name=LL></ref> Questo fu il periodo più felice della vita di Tasso, in cui il poeta visse apprezzato dalle dame e dai gentiluomini per le sue doti poetiche e per l'eleganza mondana. La ricchezza culturale della corte estense costituì per lui un importante stimolo; ebbe infatti modo di conoscere [[Battista Guarini]], [[Giovan Battista Pigna]] ed altri intellettuali dell'epoca. Per il divertimento della corte fece rappresentare nell'estate del 1573 il dramma pastorale ''[[#Aminta|Aminta]]''. In questo periodo riprese il poema sulla prima crociata, iniziato nel '59, dandogli il nome di ''Gottifredo''; il poema venne ultimato tra il [[1570]] e l'aprile del [[1575]] e presentato a corte nell'estate di quell'anno. Ad esso seguì la stesura del ''Discorso sull'Arte Poetica'', un trattato teorico. <br/>
Tasso sottopose il suo poema al giudizio di cinque autorevoli letterati romani. Egli condivise in parte gli scrupoli degli illustri letterati, che gli avevano rivolto critiche di stampo moralistico. In replica a questo giudizio il poeta scrisse, nel 1576, ''Allegoria''.
 
A partire dalla seconda metà del [[periodo Nara]] fino al [[periodo Meiji]] non era rara la costruzione di templi [[Buddhismo|buddisti]] all'interno o adiacenti a santuari shintoisti. Questo tipo di costruzione, in cui un ''jinja'' ospita un tempio buddista è chiamata {{Nihongo|''jinguji''|神宮寺}}. Nel 1868 fu vietata la costruzione di questo tipo di templi-santuari, nel tentativo di creare una distinzione netta tra i riti dedicati ai kami e e quelli rivolti ai budda, condannando tutte le pratiche combinatorie. Molti santuari e templi, tuttavia, ancora oggi collaborano tra loro, soprattutto in occasione di [[matsuri]] e altri eventi.
Agli scrupoli letterari si unirono ben presto quelli religiosi, che assunsero la forma di vere e proprie manie di persecuzione. Per mettere alla prova la propria ortodossia nella fede cristiana si sottopose spontaneamente al giudizio dell'Inquisizione di Ferrara, che lo assolse. Nel [[1578]] si recò dalla sorella a Sorrento, annunciandole la propria morte, così da vedere la sua reazione: le svelò la sua vera identità solo dopo aver osservato la reazione realmente addolorata della donna. Anche quest'episodio sottolinea le turbe psichiche dell'autore, che mostrava evidenti segni di insicurezza.
 
[[File:IsonokamiGate.jpg|thumb|''Romon'' del [[santuario di Isonokami]] a [[Tenri]], [[Nara]]]]
Nel [[1579]] ritornò a Ferrara; poiché non trovò a corte l'accoglienza calorosa sperata, diede in escandescenze durante le terze nozze di Alfonso II con Margherita Gonzaga. Il duca lo rinchiuse quindi nell'Ospedale Sant'Anna, nella celebre cella detta poi "del Tasso", dove rimase per sette anni. Qui, alle manie di persecuzione, si aggiunsero tendenze autopunitive. Scrisse comunque ininterrottamente a principi, prelati, signori ed intellettuali pregandoli di liberarlo e difendendo la propria persona. Nel [[1580]], durante la prigionia, venne pubblicata a Venezia, senza il suo consenso, la prima edizione del poema iniziato all'età di quindici anni, con il nome di ''Goffredo'', composto di 14 canti. L'opera ebbe un grande successo. Il poeta decise allora di pubblicare a Ferrara nel [[1581]] la ''Gerusalemme liberata''.
Un santuario shintoista può includere inoltre anche altre aree ed edifici tra i seguenti:
* {{Nihongo|''Kaguraden''|神楽殿||padiglione per la danza sacra ''Kagura'', anche chiamato ''maiden''}}
* {{Nihongo|''Koma-inu''|狛犬||statue guardiane "cane-leone"}}
* {{Nihongo|''Rōmon''|楼門||portale}}
* {{Nihongo|''Sessha''|摂社||santuario ausiliario}}
* {{Nihongo|''Massha''|末社||santuario ausiliario, al di sotto di un ''sessha''}}
* {{Nihongo|''Tamagaki''|玉垣||staccionata attorno al suolo sacro del santuario}}
* {{Nihongo|''Tōrō''|燈籠||lanterna di pietra}}
 
== Kannushi ==
[[File:Torquato Tasso 02.jpg|thumb|right|150px|Monumento in Sant'Onofrio]]
Un {{Nihongo|''Kannushi''|神主}} è il sacerdote incaricato della custodia di un ''jinja'' e dell'organizzazione delle cerimonie. Tradizionalmente, in particolare in passato, molti ''jinja'' non hanno un Kannushi e sono custoditi da una commissione di volontari locali chiamati {{Nihongo|''Ujiko''|氏子}}. In un jinguji, un monaco buddhista può custodire il suo santuario e il santuario shintoista annesso.
Nel marzo del [[1588]] Tasso, ripreso il frenetico peregrinare tra le corti e le città italiane, ritornò a Napoli per risolvere a proprio favore le cause contro i parenti per il recupero della dote paterna. Benché potesse contare sui parenti e sulle conoscenze altolocate partenopee, i Carafa di Nocera Inferiore, i Gesualdo, i Caracciolo di Avellino, i Manso, preferì accettare l'ospitalità di un convento di frati. In questa occasione scrisse il poemetto, rimasto incompiuto, "Monte Oliveto", in riferimento al convento in cui sorgeva il complesso monastico che attualmente ospita la caserma dei carabinieri (resta visitabile la [[chiesa Sant'Anna dei Lombardi]]).
 
== Kami ==
Anche questo periodo napoletano si rivelò problematico per Tasso, a causa delle sue precarie condizioni di salute e delle ristrettezze economiche, a cui si aggiunsero anche nuove polemiche letterarie e religiose sulla ''Gerusalemme liberata''. Spostatosi a [[Bisaccia]], Tasso poté vivere un periodo di maggiore tranquillità. Dai contatti con il conte di Bisaccia nacque anche l'ispirazione per il dialogo ''Il messaggero'', in cui è descritto uno ''spirito amoroso'' che appare a Tasso sotto la figura di un ''giovanetto dagli occhi azzurri, simili a quelli che Omero alla dea d'Atene attribuisce''.
Il ''[[kami]]'' venerato in un ''jinja'' è generalmente una divinità shintoista, ma spesso vi vengono venerate anche divinità [[Buddhismo|buddhiste]] o [[Taoismo|taoiste]]. Alcuni santuari sono inoltre consacrati alla venerazione di persone importanti o figure mitologiche.
 
== Abitudini ==
Tasso morì a Roma nel [[1595]] a 51 anni, poco prima di ricevere la laurea poetica promessagli dal papa, [[Ippolito Aldobrandini]]. Venne sepolto nella [[Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo]], presso il cui convento era stato ospite in cerca di sollievo spirituale nell'ultimo periodo della propria vita.
Un ''jinja'' è un luogo di pace e, ad eccezione di particolari matsuri, non si può correre o fare molto rumore. Molti ''jinja'', comunque, organizzano attività ludiche per i bambini. Un comportamento scorretto comune per uno straniero, specialmente durante una calda giornata estiva, è bere l'acqua di una fontana ''[[chozusha]]''. Un comportamento ancor più offensivo è addentrarsi nell'area sacra senza permesso, ancor più se si tratta di uno ''shaden''.
 
==Galleria d'immagini==
==Opere==
<Gallery>
[[Immagine:Torquato Tasso-Sorrento.jpg|thumb|right|175px|Pannello su mattonelle di ceramica a [[Sorrento]].]]
Image:Itsukushima charms.jpg|Porta-fortuna per gravidanza sicura, guida sicura, esami scolastici e altre situazioni, venduti al santuario di Itsukushima
Image:Guji0148.jpg|''Kannushi''
Image:AsakusaShrine1444.jpg|Questo ''komainu'' sorveglia il [[santuario di Asakusa]] a [[Tokyo]]
Image:IshiDoro0149.jpg|Lanterna di pietra nei pressi del santuario di Aso
Image:Fushimi_sampo_inari_jinja_0082.jpg|Il minuscolo santuario di [[Fushimi Sanpō Inari]] a [[Tokyo]]
</Gallery>
 
== Voci correlate ==
===Rime===
* [[Lista di santuari shintoisti]]
Torquato Tasso compose un gran numero di poesie liriche, lungo l'arco di tutta la vita. Le prime furono pubblicate nel [[1567]] col titolo di ''Rime degli Accademici Eterei''. Nel [[1581]] uscirono ''Rime e prose''. Tasso lavorò fino al [[1593]] ad un riordino complessivo dei testi, distinguendo rime amorose e rime encomiastiche. Previde poi una terza sezione, dedicata alle rime religiose ed una quarta di rime per musica, ma non realizzò il progetto.
 
Nelle Rime amorose è ben riconoscibile l'influenza della poesia [[Francesco Petrarca|petrarchesca]] e della vasta produzione [[petrarchismo|petrarchistica]] del Quattrocento e Cinquecento; contemporaneamente, però, il gusto per le preziosità linguistiche e l' intensa sensualità rivelano l'evoluzione verso un linguaggio nuovo che maturerà nel Seicento. L'uso frequente di forme metriche poco usate dai poeti precedenti, come il [[madrigale]], e la raffinata musicalità dei versi fecero sì che molti di essi fossero musicati da grandi autori come [[Claudio Monteverdi]] e [[Gesualdo da Venosa]].
 
Più solenni e classicheggianti le Rime encomiastiche, dedicate alle figure ed alle famiglie signorili che ebbero rilievo nella vita del poeta. Fra tutte, la più famosa è la ''[[Canzone al Metauro]]'', intessuta di fitti elementi autobiografici.
 
===Aminta===
{{Vedi anche|Aminta (Tasso)}}
{{quote|L<nowiki>'</nowiki>''Aminta'' non è un dramma pastorale e neppure un dramma. Sotto nomi pastorali e sotto forma drammatica è un poemetto lirico, narrazione drammatizzata, anzi che vera rappresentazione, com'erano le tragedie e le commedie e i così detti drammi pastorali in Italia. ... Essa è in fondo una novella allargata a commedia, di quel carattere romanzesco che dominava nell'immaginazione italiana, aggiuntavi la parte del buffone, che è il Ruffo, la cui volgarità fa contrasto con la natura cavalleresca de' due protagonisti, Virginia e il principe di Salerno. Gli avvenimenti più strani si accavallano con magica rapidità, appena abbozzati, e quasi semplice occasione a monologhi e capitoli, dove paion fuori i sentimenti dei personaggi misti alla narrazione ... L'''Aminta'' è un'azione fuori del teatro, narrata da testimoni o da partecipi con le impressioni e le passioni in loro suscitate. L'interesse è tutto nella narrazione sviluppata liricamente e intramessa di cori, il cui concetto è l'apoteosi della vita pastorale e dell'amore: "s'ei piace, ei lice". Il motivo è lirico, sviluppo di sentimenti idillici, anzi che di caratteri e di avvenimenti. Abbondano descrizioni vivaci, soliloqui, comparazioni, sentenze, movimenti appassionati. Vi penetra una mollezza musicale, piena di grazia e delicatezza, che rende voluttuosa anche la lacrima. Semplicità molta è nell'ordito, e anche nello stile, che senza perder di eleganza guadagna di naturalezza, con una sprezzatura che pare negligenza ed è artificio finissimo. Ed è perciò semplicità meccanica e manifatturata, che dà un'apparenza pastorale a un mondo tutto vezzi e tutto concetti. È un mondo raffinato, e la stessa semplicità è un raffinamento. A' contemporanei parve un miracolo di perfezione, e certo non ci è opera d'arte così finamente lavorata. |[[Francesco De Sanctis]]}}
 
L'''Aminta'' è una [[Dramma pastorale|fabula pastorale]] composta nel [[1573]] e pubblicata nel [[1580]] ca.
 
===Re Torrismondo===
Intorno al [[1573]]-[[1574]] Tasso scrisse una [[tragedia]], ''Galealto re di Norvegia'', che però interruppe alla quarta scena del secondo atto. Tasso la riprese e la completò negli anni successivi alla liberazione dall'[[Cella del Tasso|Ospedale di Sant'Anna]] cambiando però il titolo, diventato ''Re Torrismondo'', ed il nome dei personaggi. L'ambientazione è nordica: in essa sono frequenti le immagini di distese boschive. In questo, il Tasso mostra la sua forte curiosità per le leggende nordiche, come ad esempio mostra la lettura dell'''Historia de gentibus septentrionalibus'' di [[Olav Manson|Olao Magno]].
;Trama: Torrismondo è intimamente segnato dal conflitto tra amore e amicizia: il sovrano ama Alvida, che però promette in sposa all'amico Germondo, re di Svezia. Ma quando Torrismondo scopre che la donna amata non è altri che la sorella, la situazione culmina nel suicidio dei due.
 
La tragedia del "Re Torrismondo" è molto importante perché anticipa le tragedie barocche, nelle quali si riprendono alcune caratteristiche fondamentali delle tragedie [[Seneca|senecane]]: la ''meditatio mortis'' (il [[Memento mori]]) e il gusto dell'orrido. Nel Tasso, però, ciò che compare fortemente e caratterizza le sue tragedie è il conflitto intimo che dilania l'animo dei personaggi: l'uomo si sente intrappolato dal fato, poiché impossibilitato all'agire, a modificare il corso degli eventi ormai già predisposti.
 
===Il "Rinaldo"===
All’età di diciotto anni Tasso riprese la materia del romanzo cavalleresco e nel 1562 pubblicò il “Rinaldo”, che narra in dodici canti la giovinezza del paladino della tradizione carolingia e le sue imprese di armi e di amori. Nella prefazione al poema Tasso dichiara di voler imitare in parte gli “antichi” ([[Omero]] e [[Virgilio]]), in parte i “moderni” ([[Ludovico Ariosto|Ariosto]]). Si concentra però su un unico protagonista, secondo le esigenze di unità proposte dall’aristotelismo. Si tratta di un’opera tipicamente giovanile, ancora priva di originalità, ma compaiono già alcuni temi e toni fondamentali che caratterizzeranno il Tasso maturo.
 
===Gerusalemme liberata===
{{vedi anche|Gerusalemme liberata (poema)}}
La ''Gerusalemme liberata'' è considerata il capolavoro del Tasso. Il poema tratta di un avvenimento realmente accaduto, ossia la [[prima crociata]]. Tasso iniziò a scrivere l'opera con il titolo di ''Gierusalemme'' nel [[1559]] durante il soggiorno a [[Venezia]] e la concluse nel [[1575]]. L'opera fu pubblicata integralmente nel 1581 con il titolo di ''Gerusalemme liberata''. In seguito alla pubblicazione del poema il poeta rimise mano all'opera e la riscrisse eliminando tutte le scene amorose ed accentuando il tono religioso ed epico della trama. Cambiò anche il titolo in ''Gerusalemme Conquistata''. <br>
;Trama: [[Goffredo di Buglione]] nel sesto anno di guerra raduna i crociati, viene eletto comandante supremo e stringe d'assedio [[Gerusalemme]]. Uno dei guerrieri musulmani decide di sfidare a duello il crociato Tancredi. Chi vince il duello vince la guerra. Il duello però viene sospeso per il sopraggiungere della notte e rinviato. I diavoli decidono di aiutare i musulmani a vincere la guerra. Uno strumento di [[Satana]] è la maga Armida che con uno stratagemma riesce a rinchiudere tutti i migliori eroi cristiani, tra cui Tancredi, in un castello incantato . L'eroe Rinaldo per aver ucciso un altro crociato che lo aveva offeso fu cacciato via dal campo. Il giorno del duello arriva e poiché Tancredi è scomparso viene sostituito da un altro crociato aiutato da un angelo. I diavoli aiutano il musulmano e trasformano il duello in battaglia generale. I crociati sembrano perdere la guerra quando arrivano gli eroi imprigionati liberati da Rinaldo che rovesciano la situazione e fanno vincere la battaglia ai cristiani. Goffredo ordina ai suoi di costruire una torre per dare all'assalto a Gerusalemme ma Argante e Clorinda (di cui Tancredi è innamorato) la incendiano di notte. Clorinda non riesce a entrare nelle mura e viene uccisa in duello proprio da colui che la ama, Tancredi, che non l'aveva riconosciuta. Tancredi è addolorato per aver ucciso la donna che amava e solo l'apparizione in sogno di Clorinda gli impedisce di suicidarsi. Il mago Ismeno lancia un incantesimo sul bosco in modo che i crociati non possano ricostruire la torre. L'unico in grado di spezzare l'incantesimo è Rinaldo, prigioniero della maga Armida. Due guerrieri vengono inviati da Goffredo per cercarlo e alla fine lo trovano e lo liberano. Rinaldo vince gli incantesimi della selva e permette ai crociati di assalire e conquistare Gerusalemme.
 
===Le sette giornate del mondo creato===
È un poema in [[endecasillabo|endecasillabi]] sciolti, composto tra il 1592 e il 1594, accanto ad altre opere di contenuto religioso di impronta chiaramente [[Controriforma|controriformistica]]. Il poema venne pubblicato postumo nel 1607. Si fonda sul racconto [[Genesi|biblico]] della creazione ed è suddiviso in sette parti, corrispondenti come dice il titolo ai sette giorni nei quali Dio creò il mondo, e presenta una continua esaltazione della grandezza divina della quale la realtà terrena è un pallido riflesso.
 
==Influenze culturali==
La figura del Tasso, anche per la sua [[pazzia]], divenne subito popolare. La lucidità delle opere scritte durante il periodo di prigionia nell'Ospedale di Sant'Anna fece diffondere la [[leggenda]] secondo cui il [[poeta]] non era veramente pazzo ma fu fatto passare per tale dal [[duca]] che voleva punirlo per aver avuto una relazione con sua [[sorella]], imprigionandolo. Questa leggenda si diffuse rapidamente e rese popolare la figura del Tasso, fino a ispirare a [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] il [[dramma]] ''Torquato Tasso'' (1790).
 
In [[Romanticismo|età romantica]] il poeta divenne il simbolo del conflitto individuo-società, del genio incompreso e perseguitato da tutti coloro che non sono in grado di comprendere il suo genio. In particolare il poeta [[Giacomo Leopardi]] lo considerava come un ''fratello spirituale'', ricordandolo in numerosi passi delle sue opere tra cui ricordiamo il ''Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio famigliare'' (facente parte delle [[Operette morali]]).
 
Il poeta [[Vicenza|vicentino]] ottocentesco [[Jacopo Cabianca]] ha dedicato al Tasso un poema in dodici canti intitolato appunto ''Il Torquato Tasso''.
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlate==
*''[[Torquato Tasso (Goldoni)|Torquato Tasso]]'', [[commedia]] [[Carlo Goldoni|goldoniana]]
*''Torquato Tasso'', [[dramma]] di [[Goethe]] (1790)
*''[[Torquato Tasso (opera)|Torquato Tasso]]'', opera di [[Gaetano Donizetti]]
*''[[Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare]]'', dalle [[Operette morali]] di [[Giacomo Leopardi]]
*[[Bernardino Pino da Cagli]]
*[[Thurn und Taxis]], ramo tedesco della famiglia Tasso di Bergamo, fondatori delle prime poste europee
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s=Autore:Torquato Tasso|q|commons=Torquato Tasso}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://digilander.libero.it/letteratura_tasso/index.html Torquato Tasso] Testi completi e cronologia delle opere.
*[http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Tasso,%20Torquato Opere] integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" [[Laterza]]
*[http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT365.HTM Opere di Torquato Tasso], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
*[http://www.midesa.it/peninsulas/Pontiggia.htm Due segregazioni: il Cantico spirituale di Giovanni della Croce e Il Re Torrismondo di Torquato Tasso]
 
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