Utente:Nazasca/Sandbox7 e Giacomo Maria Manzoni (politico): differenze tra le pagine

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Il Codice di Leonardo
 
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{{S|politici italiani|Leonardo da Vinci}}
prova
Chiesa di Santo Stefano Protomartire a Carisolo di Simone II Baschenis nella chiesa di San Vigilio a Pinzolo; chiesa di san Lorenzo bergamo quando trovo fonti
rivedere anselmo da campione
 
 
{{Bio
|Nome = Giacomo Maria
|Cognome = CottaManzoni
|PostCognomeVirgola =
|Sesso = M
|LuogoNascita = GorlagoLugo
|LuogoNascitaLink = Lugo (Italia)
|GiornoMeseNascita = 15 dicembre24 ottobre
|AnnoNascita = [[1627]] 1816
|LuogoMorte = BergamoLugo
|GiornoMeseMorte =
|LuogoMorteLink = Lugo (Italia)
|AnnoMorte = 1689 circa
|GiornoMeseMorte = 30 dicembre
|Epoca = 1600
|AnnoMorte = 1689 circa1889
|Epoca2 =
|Attività = pittorebibliografo
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|Epoca = 16001800
|Immagine =
|Immagine = Giacomo Manzoni.jpg
|Didascalia =
}}
== Biografia ==
Nell'archivio parrocchiale di san Pancrazio a Gorlago risulta essere registrato il 15 dicembre 1627 Giacomo figlio di Nicolò Cotta e di Anna Berlendi
 
== CollegamentiCenni esternibiografici ==
Appartenente alla nobile famiglia dei conti [[Manzoni (famiglia)|Manzoni]], nacque da Giambattista e Caterina Monti, nipote del celebre poeta [[neoclassicismo|neoclassicista]] [[Vincenzo Monti|Vincenzo]]. Studiò al collegio "Carlo Ludovico" di [[Lucca]] fino al [[1835]]; si perfezionò in [[ebraico]] a [[Roma]] da monsignor Nicola Wiseman<ref name="Baldini">Giovanni Baldini, ''Un agrario ai vertici della Repubblica Romana fino a un dorato esilio'', «Giornale di massa», ottobre 2016, p. 24.</ref>.
* {{Treccani|gian-paolo-lolmo_(Dizionario-Biografico)/|titolo=LOLMO Gian Paolo|autore= Lucia Casellato|accesso=10 giugno 2017}}
{{citazione| “Angelo Manini, nobile figura di patriota fu membro della Giovane Italia diede ciò che poté per la libertà e unità italica e la redenzione dei popoli oppressi. Morì nel 1890 restando gloria ai suoi posteri
Epigrafe posta sulla sua casa}}
 
A Lugo fu insegnante di [[greco antico]] al Collegio Trisi, istituzione accademica locale. Fu il primo presidente della Cassa di Risparmio cittadina (1845)<ref name="Baldini"/>. Nel [[1846]] la famiglia Manzoni acquistò una villa in località Frascata appartenente ai [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio d'Aragona]]<ref>La villa sarà teatro dell'[[Eccidio dei conti Manzoni|eccidio]] avvenuto il 7-8 luglio 1945.</ref>.
{{Bio
|Nome = Pietro Michele Angelo
|Cognome = Manini
|PostCognomeVirgola =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castelnovo ne' Monti
|GiornoMeseNascita = 13 giugno
|AnnoNascita = 1814
|LuogoMorte = Reggio nell'Emilia
|GiornoMeseMorte = 19 giugno
|AnnoMorte = 1890
|Attività = patriota
|Nazionalità = italiano
}}
Dedicò tutta la sua vita all'idea politica [[Repubblica|repubblicana]] e all'introduzione del suffragio universale nelle elezioni politiche.
 
Nel [[1848]] divenne membro del Consiglio dei Deputati (la Camera bassa del parlamento pontificio) e segretario del primo ministro [[Pellegrino Rossi]]; l'anno seguente fu [[ministro]] delle finanze della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]].
== Biografia ==
Angelo Manini nacque a [[Castelnovo ne' Monti]] vicino a [[Reggio nell'Emilia]], si trasferì con la famiglia a [[Vezzano sul Crostolo|Vezzano]] dove intraprese il lavoro di famiglia<ref group=nota>La famiglia Manini risulta lavorasse il rame fin dal 1600, famiglia presente a Firenze nel XIII secolo chiamata Mannus</ref> di [[artigiano]] del [[rame]], lavoro che svolgerà per tutta la vita e che gli permise di attingere ai fondi necessari per sostenere la sua causa [[Repubblica|repubbicana]].
 
Dopo la repressione dei repubblicani fu in esilio in [[Grecia]], [[Inghilterra]] e [[regno di Sardegna]] e solo nel [[1859]] poté ritornare in [[Romagna]], dove si stabilì.
Non vi sono notizie certe sulla sua gioventù, difficilmente venne coinvolto nei [[Moti del 1830-1831#I moti nei Ducati e nello Stato Pontificio|moti del 1831]] che non interessarono la sua area geografica, ma risulta condividesse le idee della [[Giovine Italia]] in forma attiva, tanto da essere soggetto al controllo della polizia del Ducato di Modena venendo più volte arrestato e condotto nel carcere di [[Rubiera]]<ref>{{Treccani|angelo-manini_(Dizionario-Biografico)/|autore=Fabio Zavalloni|anno=2007|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
 
Ebbe un figlio, Luigi (1844-1905).
La sua collaborazione con Mazzini non fu diretta, ma attraverso il sostegno attivo a Giovanni Grilenzoni<ref>{{Treccani|giovanni-grilenzoni_(Dizionario-Biografico)/|autore=Giuseppe Monsagrati|anno=2002|accesso=29 agosto 2017}}</ref> e Giuseppe Lamberti<ref>{{Treccani|giuseppe-lamberti_(Dizionario-Biografico)/|autore=Giuseppe Monsagrati|anno=2202|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
Nel [[1853]] venne incarcerato con altri [[Giuseppe Mazzini|mazziniani]] dopo la [[Rivolta di Milano (1853)|rivolta del 6 febbraio 1853]] restando in prigione per alcuni mesi.
 
[[Bibliografo]], pubblicò nel [[1882]] gli ''Studi di bibliografia analitica''. Il prezioso ''Codice sul volo degli uccelli'' di [[Leonardo da Vinci]], oggi conservato alla [[Biblioteca Reale di Torino]] appartenne per molti anni alla sua biblioteca privata. Il Manzoni ne realizzò una copia di propria mano, attualmente custodita a Lugo in una collezione privata.
Nel [[1859]] con la fine del [[Ducato di Modena e Reggio|ducato di Modena]] e l'allontanamento degli [[Este|estensi]], Manini fu tra gli attivisti del [[Partito d'Azione]] di Reggio Emilia, sostenuto dal Grilenzoni che, pur essendo esule a Lugano, manteneva contatti epistolari con il reggiano.
 
== Note ==
I suoi figli, Filippo e Secondo, furono attivi [[Giuseppe Garibaldi|garibaldini]], presenti nella [[battaglia del Volturno]] dell'ottobre [[1860]]. I volontari erano infatti sostenuti economicamente dal gruppo mazziniano di Reggio e il 29 agosto del medesimo anno il Marini venne incaricato di guidare la commissione direttiva locale della neo costituita [[Società di mutuo soccorso]] degli operai, dando all'associazione una rilevanza più politica che sociale, portando avanti i valori di unità nazionale e le elezioni politiche a suffragio universale. Le società si diffusero in tutta le provincia diventando supporto al movimento repubblicano prima e poi socialista<ref name="cita|La banda Manini">{{cita web|url=http://www.24emilia.com/mobile/Sezione.jsp?idSezione=49852|autore=Fabrizio Montanari|titolo=La banda Manini|editore=24 Emilia|accesso=29 agosto 2017}}</ref>.
<references/>
 
== Bibliografia ==
La sua collaborazione con Grilenzoni lo portò a fondare nel giugno del 1861 il "comitato di provvedimento per Roma e Venezia", facendo una attiva protesta contro la politica estera di Ricasoli. La sua carica di delegato della società operaia gli permise di essere presente al congresso di [[Firenze]] del settembre [[1861]] e a quelli dei comitati del [[1862]] a [[Genova]]<ref name="cita|La banda Manini"/>.
Giuseppe Seganti, ''Giacomo Manzoni bibliografo e uomo politico'' in «Studi romagnoli», n. 4 (1953), Faenza, F.lli Lega.
 
== Altri progetti ==
La volontà di divulgare le sue idee si trasformarò in una intensa attività di propaganda con la diffusione di manifestini e l'organizzazione di incontri e raduni, fino al 1862 quando Garibaldi venne ferito e [[Giornata dell'Aspromonte|sconfitto sull'Aspromonte]], portando le manifestazioni di protesta ad essere molto partecipate tanto che la polizia a stento riuscì a sedare i rivoltosi. Si dovette chiudere la società operaia su imposizione delle autorità, ma questo non fermò il Marini che difese la società sciolta attraverso una pubblicazione sui giornali locali e costituì nel novembre del medesimo anno la ''Fratellanza artigiana'' diventandone presidente del consiglio direttivo, dovendo poi rinunciare anche a questa in quanto sciolta dal [[Ministero dell'Interno]]<ref name="cita|La banda Manini"/>.
{{interprogetto}}
 
Negli anni successivi Manini, dietro invito scritto di Garibaldi, raccolse i fondi a favore del ''Comitato centrale'' presieduto da [[Benedetto Cairoli|Cairoli]], reclutanto anche un piccolo gruppo di volontari che avrebbe dovuto coadiuvare l'insurrezione del Veneto, ma questo non avvenne, non riuscirono mai a occupare il territorio austriaco.
 
Nel 1864 fu tra i creatori del settimanale ''La Rivoluzione'' che era diretto da Caoiroli, nel quale sostenne la candidatura di Grilenzoni per il colelgio di Reggio Emilia, ma il suo imepgno non raggiunse il risultato voluto, il 22 ottobre 1865, la sera della sconfitta elettorale venne ferito con un coltello Angelo Volpe<ref>{{cita uwb|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4e1dde13388f4|titolo=La storia raccontata da Giorgio dell'Arti|editore=cinquantamila.it|accesso=30 agosto 2017}}</ref> venendo accusati i figli di Manini. Il processo si svolse nel luglio del 1866, il Manini e gli altri imputati vennero difesi da F. Crispi, gli imputati vennero assolti con formula piena.
Grilenzoni a deputato per il collegio di Reggio Emilia, impegnandosi in una infuocata contesa con l'Italia centrale, organo dei moderati.
 
Malgrado il Manini invitò i figli a non mettersi a difesa dei contadini nella contestazione della nuova tassa imposta sulla macinazione dei cereali, questi crearono un gruppo chiamato la ''Banda dei Manin''<ref group=nota>La banda a volte viene documentata come Manin-Montruccoli</ref> ben fornito di contestatori, tra questi anche Gaetano Davoli<ref>{{cita libro|link=http://www.risorgimento.it/rassegna/index.php?id=41657&ricerca_inizio=0&ricerca_query=&ricerca_ordine=DESC&ricerca_libera=|titolo=rassegna storica del Risorgimento|anno=1958|p=609|citazione=La banda Manini-Montrùccoli si componeva di quattordici elementi, i quali sognavano tutti ad occhi aperti: facevano alle fucilate, cosi, per gioco, con spreco di munizioni|accesso=30 agosto 2017}}</ref>. Questi raccoglievano le tasse raccolte le ridavano ai contadini, ma, perseguiti dalle forze dell'ordine, dovettero fuggire e darsi alla macchia. Venne quindi arrestato al loro posto il padre, Angelo Manini e trattenuto fino al marzo [[1869]] quando i due figli si costituirono, venendo poi liberati solo dopo la liberazione di Roma.
 
Nel maggio del 1870 il Manini appoggiò la formazione del gruppo che doveva sosteneva la sollevazione popolare in favore della Repubblica e della liberazione di Roma, ma le popolazioni contadine vivevano con distacco le campagne politiche e lo scontro in localita di Bagnolo con i carabinieri sciolse il gruppo, forse questo era stato eseguito su ordine di Mazzini.
 
Il Manini, per tutta la vita repubblicano convinto, quando vide realizzarsi i suoi desideri con la liberazione di Roma, si ritirò a vita privata, morendo il 18 gigno 1890 in estrema indigenza avendo usato il suo modesto patrimonio per la causa e per difendere i figli dai processi. Fu Camillo Prampolini, fondatore del [[Partito Socialista Italiano]] e neoeletto nel nuovo parlamento a recitare il necrologio al suo funerale.
 
== Note ==
;Annotazioni
<references group=nota/>
 
;Fonti
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
*{{DBI|giacomo-manzoni_res-c47aa0ff-395f-11dd-904a-0016357eee51}}
*{{Treccani|angelo-manini_(Dizionario-Biografico)/|autore=Fabio Zavalloni|anno=2007|accesso=29 agosto 2017}}
 
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== Voci correlate ==
{{Portaleportale|biografie|Risorgimentopolitica}}
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Categoria:Patrioti italiani