Amedeo Modigliani e Marcia su Roma: differenze tra le pagine

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{{nd|il film di Dino Risi del 1962|La marcia su Roma}}
{{Citazione|La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno.|Amedeo Modigliani, dedica apposta sul ritratto della modella Lunia Czechowska}}
{{Infobox conflitto
{{Bio
|Tipo = Colpo di Stato
| Nome = Amedeo Clemente
|Nome_del_conflitto = Marcia su Roma
| Cognome = Modigliani
|Parte_di = della [[Rivoluzione fascista]]
|PostCognomeVirgola = noto anche con i [[Pseudonimo|soprannomi]] di '''Modì'''<ref>Il soprannome ''Modì'', affibbiatogli in Francia, è' l'italianizzazione del vocabolo francese ''maudit'', traducibile in "maledetto", che per assonanza è identico alle prime quattro lettere che compongono il suo cognome.</ref> e '''Dedo'''<ref>Chiamato così dalla sua famiglia e dai suoi amici più intimi, è il diminutivo toscano del nome "Amedeo".</ref>
|Immagine = March on Rome 1922 - Alle porte di Roma.png
| Sesso = M
|Didascalia = Fascisti marciano verso Roma (28 ottobre [[1922]])
| LuogoNascita = Livorno
|Data = 28 - 31 ottobre [[1922]]
| GiornoMeseNascita = 12 luglio
|Luogo = [[Roma]]
| AnnoNascita = 1884
|Casus = [[Rivoluzione fascista]]
| LuogoMorte = Parigi
|Esito = Vittoria fascista
| GiornoMeseMorte = 24 gennaio
*Caduta del [[Governo Facta II]]
| AnnoMorte = 1920
*Nascita del [[Governo Mussolini]]
| Attività = pittore
|Schieramento1 = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Governo Facta II]]<br /> '''Supporto da:'''<br /> Partiti [[Liberalismo|liberali]] e [[Socialismo|socialisti]]
| Epoca = 1900
|Schieramento2 = [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Partito Nazionale Fascista]]
| Attività2 = scultore
* [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Camicia nera|Camicie nere]]
| Nazionalità = italiano
 
| Immagine =Amedeo Modigliani Photo.jpg
'''Supporto da:'''<br /> [[Borghesia]]
| DimImmagine= 300
|Comandante1 = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Luigi Facta]]<br /> {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Antonio Salandra]]
| Didascalia = Amedeo Modigliani nel suo studio
|Comandante2 = [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Benito Mussolini]]<br /> [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Emilio De Bono]]<br /> [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Italo Balbo]]<br /> [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Cesare Maria De Vecchi]]<br /> [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Michele Bianchi]]<br /> [[File:Flag of the National Fascist Party (PNF).svg|20px]] [[Achille Starace]]
| PostNazionalità =, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati
|Effettivi1 = Centinaia di poliziotti e militari delle Forze armate
|Effettivi2 = Circa 50.000 [[Camicia nera|Camicie nere]]
|Perdite1 =
|Perdite2 =
}}
La '''marcia su Roma''' fu una [[manifestazione]] armata<ref>«Manifestazione armata organizzata dal Partito nazionale fascista (28-X-1922) per imporre un governo guidato da Mussolini»: {{cita libro|titolo=Enciclopedia Universale Garzanti|città=Milano|anno=1995|p=898}}</ref> organizzata dal [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF), guidato da [[Benito Mussolini]], il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso in [[Italia]]. Il 28 ottobre [[1922]], circa 25.000 camicie nere si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la guida politica del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza.
Affetto da [[alcolismo]] e in cattive condizioni di salute, morì all'età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino [[Père Lachaise]].
 
La manifestazione eversiva<ref>{{Treccani|marcia-su-roma_%28Dizionario-di-Storia%29|Marcia su Roma}}</ref> si concluse con successo quando, il 30 ottobre, il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] cedette alle pressioni dei fascisti e decise di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo. Vengono ricompresi nella medesima [[locuzione]] anche altri eventi collegati verificatisi, fra il 27 ed il 30 ottobre, in tutto il territorio nazionale.
== Biografia ==
=== Infanzia e adolescenza ===
[[File:Modigliani Birthplace Livorno.jpg|thumb|left|La casa natale di Modigliani a [[Livorno]]]]
Modigliani nacque a [[Livorno]] il 12 luglio del [[1884]], ultimo di quattro figli (i fratelli erano Giuseppe Emanuele, Margherita e Umberto), da padre [[Italia|italiano]] nativo di [[Roma]], Flaminio Modigliani, e da madre [[Francia|francese]] nativa di [[Marsiglia]], Eugénie Garsin, entrambi [[Sefarditi|ebrei sefarditi]]. Quando venne alla luce, la famiglia stava attraversando un grave dissesto economico poiché l'impresa del padre, costituita da alcune società agricole e minerarie in [[Sardegna]], era in bancarotta. Anche la situazione finanziaria dei Garsin era tutt'altro che rosea.
 
La Marcia su Roma venne celebrata negli anni successivi come il prologo della "[[rivoluzione fascista]]" e il suo anniversario divenne il punto di riferimento per il conto degli anni secondo l'[[Fascismo#L.27era fascista|era fascista]].
Fu soprattutto l'intraprendenza della madre a impedire il tracollo economico della famiglia grazie ai ricavi provenienti dalla scuola materna ed elementare da lei fondata, dalle lezioni private e dall'attività di traduttrice e critica letteraria. Inoltre, si preoccupò personalmente dell'istruzione dei figli e in particolare di Amedeo che, essendo quello più fragile, era forse il suo preferito.
 
== Contesto storico ==
Fin dall'adolescenza Amedeo fu infatti afflitto da problemi di salute: dapprima una [[febbre tifoide]], contratta all'età di 14 anni, quindi l'esordio della [[tubercolosi]] due anni dopo, una forma così grave da costringere il giovane Amedeo ad abbandonare gli studi e ad effettuare alcuni soggiorni a [[Capri (Italia)|Capri]], dai quali trasse un discreto giovamento. La famiglia di Modigliani soffriva di una storia di [[depressione (malattia)|depressione]], che colpì anche lui e alcuni dei suoi fratelli, che condivisero la sua stessa natura testarda e indipendente. Nel [[1898]] il fratello maggiore, [[Giuseppe Emanuele Modigliani|Giuseppe Emanuele]], futuro deputato del [[Partito Socialista Italiano]], venne condannato a sei mesi di carcere.
La ''Marcia su Roma'' si inserì in un contesto di grave crisi e messa in discussione dello [[Stato liberale]], le cui istituzioni erano viste come non più idonee a garantire l'ordine interno principalmente da [[fascismo|fascisti]], [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] e [[Partito Comunista d'Italia|comunisti]]. La situazione di crisi cominciò poco prima del termine della [[Grande Guerra]], quando i rigori cui il popolo venne sottoposto ai fini del successo bellico avevano iniziato a destare un forte malcontento.
 
Finita la guerra, questo esplose in forme violente, caratterizzate dall'affiancamento dell'azione armata a quella politica da parte di partiti e gruppi politici o dalla loro trasformazione in vere e proprie forme paramilitari, creando disordini che sfociarono nel [[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]. Nel novembre del [[1921]] i [[Fasci Italiani di Combattimento]] si trasformarono nel [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF), combattendo al proprio interno fra spinte volte a scelte rivoluzionarie ed istanze di crescita costituzionale. [[Benito Mussolini|Mussolini]] optò per una "via parlamentare"<ref>[[Renzo De Felice]], ''Breve storia del fascismo'', Milano, Mondadori, 2000</ref>, tenendo a freno le [[squadrismo|squadre d'azione]] ed iniziando la ricerca del consenso popolare.
Costretto spesso in casa per via della salute assai cagionevole (cadde più volte malato di [[polmonite]], che infine si convertirà in [[tubercolosi]]), Modigliani sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno, riempiendo pagine e pagine di schizzi e ritratti tra lo stupore dei parenti che comunque non gli poterono concedere la possibilità di iscriversi a qualche corso adatto al suo livello; durante un violento attacco della malattia, riuscì a strappare alla madre la promessa di poter andare a lavorare nello studio di [[Guglielmo Micheli]], uno dei migliori allievi del grande [[Giovanni Fattori]] e uno dei pittori più in vista di Livorno, da cui apprenderà le prime nozioni pittoriche, e dove conoscerà, nel [[1898]], lo stesso Fattori. Modigliani sarà così influenzato dal movimento dei [[Macchiaioli]], in particolare dal Fattori stesso e da [[Silvestro Lega]].
 
Approfittò perciò del coinvolgimento di [[Gabriele D'Annunzio]] nell'occupazione del Comune di [[Milano]] (3 agosto [[1922]]), per sottintenderne la sua adesione al partito. A partire dalla primavera del [[1922]], e poi soprattutto dal luglio quando avvennero gravi crisi e rapide alternanze di governo, la politica parlamentare seguì le manovre dei [[partito Popolare Italiano (1919)|popolari]] di [[Don Sturzo]] per un governo guidato da [[Vittorio Emanuele Orlando]] in coalizione con il [[Partito Socialista Italiano]].
=== Il trasferimento a Parigi e l'esordio artistico ===
 
Del resto, lo stesso [[Giovanni Giolitti]], in un'intervista al ''[[Corriere della Sera]]'', aveva sostenuto l'opportunità di una trasformazione in senso costituzionale del movimento. Nel frattempo, la propaganda affievoliva il carattere repubblicano del fascismo, onde non porsi troppo presto in aperto contrasto con la Corona e le Forze Armate, che Mussolini ed i fascisti ritenevano si sarebbero attenute al giuramento di fedeltà prestato al re, appoggiandoli.<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini il fascista'', Einaudi, 1966, p. 324</ref>
Nel [[1902]] Amedeo Modigliani s'iscrisse alla "Scuola libera di Nudo" di [[Firenze]] e un anno dopo si spostò a [[Venezia]], dove frequentò l' "Istituto per le Belle Arti di Venezia". È in questa città che Amedeo provò per la prima volta l'[[hashish]] e, piuttosto che studiare, prese a frequentare i quartieri più disagiati della città. Nel [[1906]] Modigliani si trasferì a [[Parigi]], che all'epoca era il punto focale dell'[[Avanguardia#Le avanguardie storiche|avant-garde]], dove sarebbe diventato l'[[epitome]] dell'artista tragico, creando una leggenda postuma, famosa quasi quanto quella di [[Vincent Van Gogh]]. Sistematosi a [[Le Bateau-Lavoir]], una comune per artisti squattrinati di [[Montmartre]], fu ben presto occupato dalla pittura, inizialmente influenzato dal lavoro di [[Henri de Toulouse-Lautrec]], finché [[Paul Cézanne]] cambiò le sue idee. Modigliani sviluppò uno stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo del [[cubismo|movimento artistico dei cubisti]], ma di cui non fece mai parte. Modigliani è famoso per il suo lavoro rapido: si dice che completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Eppure, tutti coloro che avevano posato per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come farsi "spogliare l'anima".
 
Mussolini iniziò una serie di incontri e contatti con gli esponenti politici più importanti, onde verificare possibili alleanze e, contemporaneamente, vi furono timidi sondaggi e più aperti abboccamenti anche con gli esponenti del mondo imprenditoriale ed economico. Da questi ultimi rapporti, sempre nell'agosto, nacque uno studio di [[Ottavio Corgini]] e [[Massimo Rocca]], che sarebbe stato pressoché direttamente mutuato in un nuovo programma economico fascista.
Nel [[1909]] Modigliani fece ritorno alla sua città natale, Livorno, malaticcio e logorato dal suo stile di vita dissoluto. Non restò in Italia a lungo e fece presto ritorno a Parigi, questa volta affittando uno studio a [[Montparnasse]].
 
Il futuro Duce si risolse a considerare Giolitti probabilmente il più pericoloso dei suoi avversari e perciò dedicò le sue attenzioni a [[Luigi Facta]], "figlio" politico di Giolitti e assai devoto verso il suo mentore, che intendeva sganciare dallo statista per coinvolgerlo in ruoli governativi di massimo prestigio politico insieme a D'Annunzio, nel qual caso di Facta avrebbe potuto essere il merito di una eventuale "normalizzazione" dei fascisti; altra ipotesi è che fosse stato Facta, nei contatti avuti, a coltivare questa prospettiva, sfumata l'11 ottobre a [[Gardone Riviera|Gardone]] in un incontro fra Mussolini e D'Annunzio nel quale il PNF sottoscrisse accordi con una sorta di sindacato dei marittimi (Federazione del Mare, guidata da [[Giuseppe Giulietti (sindacalista)|Giuseppe Giulietti]]) che il poeta aveva preso sotto tutela, e questo accordo avrebbe legato anche i due esponenti<ref name=autogenerato1>De Felice, ''op. cit.''</ref>.
=== La parentesi della scultura ===
Modigliani si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore e iniziò a scolpire seriamente dopo che [[Paul Guillaume]], un giovane e ambizioso mercante d'arte, s'interessò al suo lavoro sulla scultura negra, a Parigi lo presentò a [[Constantin Brâncuşi]] e poco dopo a [[Pablo Picasso|Picasso]]. Questi caratteri appaiono antichi, quasi egizi, piatti e vagamente ricordanti una maschera, con distintivi occhi a mandorla, bocche increspate, nasi storti e colli allungati.
[[File:Amedeo Modigliani 037.jpg|thumb|Chaim Soutine ritratto da Modigliani nel 1916]]
 
Facta aveva in realtà contattato direttamente D'Annunzio ed insieme avevano pensato ad una marcia su Roma di ex combattenti guidata proprio dal Vate e da tenersi il 4 novembre al fine di prevenire e rendere eventualmente inefficace quella fascista, di cui già si parlava. Mussolini sacrificò il sindacato fascista dei marittimi - che disciolse - in favore del sodalizio preferito dal poeta, rinunciò a qualche prebenda per il partito da parte della corporazione degli armatori, e l'accordo Facta-D'Annunzio restò senza seguito<ref>[[Indro Montanelli]], ''L'Italia in camicia nera'', Milano, Rizzoli, 1976.</ref>.
Anche se una serie di sculture di Modigliani venne esposta al Salone d'autunno del [[1912]]. A causa delle polveri generate dalla scultura, la sua tubercolosi peggiorava; abbandonò quindi la scultura, prima quella della pietra calcarea e poi anche quella del legno, e si concentrò unicamente sulla [[pittura]].
 
Neutralizzato D'Annunzio, Mussolini fu ripreso dall'ansia di paralizzare anche Giolitti e i preparativi per un'azione spettacolare ebbero inizio. Se su un versante più nitidamente politico si cercava di far vacillare il [[governo Facta II|governo Facta]], indebolendolo così da poterne costituire sempre più lucidamente una valida e "forte" alternativa istituzionale, sul piano "operativo" la Marcia fu preparata in gran segreto fin nei minimi dettagli. Del proposito circolavano già molte voci che si rincorrevano da e per ogni direzione: d'altra parte, lo statista di [[Dronero]] era ben informato della situazione grazie ai suoi contatti personali ed era stato avvicinato dal ministro delle finanze [[Giovanni Battista Bertone]], che anche su incarico di Facta voleva chiedere a Giolitti di tornare a Roma e formare un nuovo ministero che fronteggiasse i fascisti sul campo.
=== I ritratti ===
Tra le personalità ritratte da Modigliani si ricordano il pittore [[Chaim Soutine]], suo amico e anche lui forte bevitore, [[Beatrice Hastings]], una scrittrice e giornalista inglese alla quale rimase legato sentimentalmente per due anni, e molti colleghi artisti che frequentavano in quel tempo Montparnasse, come [[Moise Kisling]], [[Pablo Picasso]], [[Diego Rivera]], [[Juan Gris]], [[Max Jacob]]; e i giovani scrittori [[Blaise Cendrars]] e [[Jean Cocteau]]. Un altro pittore suo grande amico, nonostante le liti frequenti, fu [[Maurice Utrillo]] che visse gli stessi problemi di alcolismo che caratterizzarono la vita di Amedeo.
Dalle "teste", Modigliani passò ai ritratti con la figura completa svolta a spirale e ai nudi disegnati con una linea ondulata, che costituiscono le sue opere più tipiche.
Amedeo, amava anche dipingere la sua compagna, [[Jeanne Hébuterne]] che si gettò dalla finestra il giorno dopo la morte di Modì.
 
Giolitti, nell'incontro con Bertone all'Hotel Bologne a [[Torino]] il 23 ottobre, anche a proposito di un eventuale intervento della polizia sui fascisti durante la manifestazione di Napoli, rispose "Ma no, ma no. Vediamo cosa succede, poi se ne parla"<ref>{{Cita|La lunga notte del 28 ottobre|pp. 3-4|LungaNotte}}</ref> La Marcia su Roma ebbe un prodromo: il 2 agosto del 1922 i fascisti occupano militarmente [[Ancona]]; essi volevano saggiare la reazione del governo e del re, in vista di un successivo tentativo su [[Roma]]. Volevano inoltre rendersi conto anche della posizione che avrebbe preso l'esercito di fronte ad una occupazione armata di una città.
=== I nudi e l'incontro con Jeanne Hébuterne ===
[[File:Amedeo Modigliani 008.jpg|thumb|left|[[Grande nudo disteso]] di Modigliani]]
Il 3 dicembre [[1917]] si tenne alla Gallerie Berthe Weil la prima mostra personale di Modigliani.
Il capo della polizia di Parigi rimase scandalizzato per l'immoralità dei nudi di Modigliani in vetrina, e lo costrinse a chiudere la mostra a poche ore dalla sua apertura.
La sua pittura apparve diversa da tutto ciò che si faceva allora, ovvero un "ritorno all'ordine". Qualcosa di comune egli aveva coi due pittori russi Pascin e Soutine, anche per l'accensione tonale che, insieme alla ricerca di una materia sempre più vellutata, caratterizza l'opera degli ultimi anni del pittore.
Quello stesso anno, Modigliani ricevette una lettera da una ex-amante, Simone Thiroux, una ragazza franco-canadese, che lo informò di essere di ritorno in [[Canada]] e di aver dato alla luce un figlio, avuto da lui. Modigliani non riconobbe mai il bambino come suo, mentre trovò il grande, vero amore, in [[Jeanne Hébuterne]], una pittrice in erba, con la quale si trasferì in [[Provenza]], dopo che lei era rimasta incinta: il 29 novembre [[1918]] ella diede alla luce una bambina, che venne anch'essa battezzata Jeanne.
 
Era stata scelta Ancona perché la città era nota per la sua avversione alle idee autoritarie; la fama di città ribelle era stata conquistata dalla città in seguito alla [[Settimana rossa]] del [[1914]] e alla [[Rivolta dei Bersaglieri]] del [[1920]]; se il tentativo di occupazione fosse riuscito in una città così, nuove imprese sarebbero state considerate più facili. L'occupazione avvenne senza ostacoli: il capoluogo marchigiano, che due anni prima aveva preso le armi contro il governo, cadde in mano ai fascisti quasi senza resistenza, lasciando tutti sorpresi; il governo e [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] tacquero. Perfino in una città ''calda'' come Ancona l'avvento del fascismo era sentito come ineluttabile e la resistenza era considerata inutile<ref>Oliviero Zuccarini, ''Il fascismo nelle Marche''</ref>.
Mentre era a Nizza, [[Léopold Zborowski]] si prodigò per aiutare lui, [[Tsuguharu Foujita]] e altri artisti, cercando di vendere i loro lavori ai ricchi turisti. Modigliani riuscì a vendere solo qualche quadro e per pochi franchi ciascuno. Nonostante ciò, fu proprio questo il periodo in cui egli produsse la gran parte dei dipinti, che sarebbero diventati i suoi più popolari e di maggior valore.
 
Il 14 ottobre, Mussolini scrisse su un giornale un articolo intitolato ''Esercito e Nazione'', nel quale attaccava [[Pietro Badoglio]] per una frase che gli era stata attribuita (l'interessato smentì all'epoca, ma l'avrebbe invece confermata dopo la caduta del [[regime fascista]]) e che suonava più o meno come «Al primo fuoco, tutto il fascismo crollerà». Questo scontro sarebbe poi pesato non poco nei sempre difficili rapporti fra l'ex direttore dell'''[[L'Avanti|Avanti!]]'' e il generale. Nel frattempo l'entusiasta e fedelissimo [[Vilfredo Pareto]] gli telegrafava sollecitando di accelerare i tempi, «Ora, o mai più».
I finanziamenti che Modigliani riceveva svanivano rapidamente in droghe e alcool. Nel maggio del [[1919]] fece ritorno a Parigi dove, assieme a Jeanne e alla loro figlia, affittò un appartamento in ''Rue de la Grande Chaumière''. Mentre vivevano lì, sia Jeanne che Modigliani dipinsero ritratti l'uno dell'altra e di tutti e due assieme. Anche se Modigliani continuò a dipingere, in quel periodo il suo stile di vita era giunto a richiedere il conto, e la salute si stava deteriorando rapidamente. La breve vita di Modigliani precipitava nella tragedia e la tubercolosi lo spegneva all'''Hôpital de la Charité''.
 
== Svolgimento ==
[[File:Modigliani and Hébuterne grave.jpg|thumb|La tomba di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne al cimitero di Père Lachaise.]]
=== I preparativi ===
[[File:Mussolini adunata napoli 1922.jpg|thumb|left|24 ottobre 1922, adunata delle camicie nere di Napoli, Mussolini sul palco delle autorità]]
 
Quattro giorni prima della marcia, il 24 ottobre, a [[Napoli]] si tenne una grande adunata del [[Partito Nazionale Fascista]], raduno di [[camicie nere]] che doveva servire da prova generale. In quell'occasione, Mussolini proclamò pubblicamente: "O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma". Durante la sfilata, in via Museo, un mazzo di fiori con un sasso nascosto venne lanciato dalla folla che in massima parte acclamava e lanciava fiori verso il corteo ferendo un fascista; in risposta, un altro fascista dapprima colpì con un nerbo di bue tra la folla a casaccio e poi sparò una rivoltellata che ferì con esiti mortali la ottantenne [[Carolina Santini]], affacciata ad un balcone.
=== La morte ===
I suoi ''blackout'' [[alcolismo|alcolici]] erano ormai sempre più frequenti. Una mattina del gennaio 1920 l'inquilino del piano sottostante controllò l'abitazione e trovò Modigliani delirante nel letto, attorniato da numerose scatolette di [[sardine]] aperte e bottiglie vuote, mentre si aggrappava a Jeanne, che era quasi al nono mese della seconda gravidanza. Venne convocato un dottore, ma c'era ormai poco da fare, poiché Modigliani era in preda a una [[meningite]] tubercolotica.
 
Quel giorno Mussolini annunciò la nomina dei quadrumviri che avrebbero condotto la marcia: [[Italo Balbo]] (uno dei ''ras'' più famosi), [[Emilio De Bono]] (futuro comandante della Milizia), [[Cesare Maria De Vecchi]] (un generale non sgradito al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]]) e [[Michele Bianchi]] (segretario del partito e fedelissimo di Mussolini)<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1922&month=10&day=24 Le notizie del 24 ottobre 1922<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il 26 di quel mese il presidente del consiglio rispose a Mussolini (che aveva radunato a Napoli decine di migliaia di camicie nere e minacciava apertamente di marciare su Roma per occuparne militarmente le Istituzioni) in modo del tutto privo di senso: è in queste circostanze che, di fronte a chi gli prospettava il precipitare della situazione, Luigi Facta pronunciò la celebre frase con la quale passerà alla Storia: "Nutro fiducia!"<ref>[http://www.memorimese.it/la-marcia-su-roma-il-fascismo-al-potere.html ''La marcia su Roma: il fascismo al potere''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140520040120/http://www.memorimese.it/la-marcia-su-roma-il-fascismo-al-potere.html |data=20 maggio 2014 }}, 15 ottobre 2012</ref>.
Ricoverato all'''Hôpital de la Charité'', in preda al delirio e circondato dagli amici più stretti e dalla straziata Jeanne, morì all'alba del 24 gennaio [[1920]]. Alla morte di Modigliani ci fu un grande funerale, cui parteciparono tutti i membri delle comunità artistiche di Montmartre e Montparnasse.<br />[[André Salmon]], amico di Modigliani comunicò la notizia della morte ad [[André Warnod]] tramite una lettera:
{{Citazione|Mio caro Warnod,<br />voglia annunciare la morte del nostro povero amico, il pittore Amedeo Modigliani di cui conosce l'opera. È morto ieri all'ospedale Charité, a trentacinque anni, gli faremo dei bellissimi funerali.<br />Ci si riunirà questo martedì, 27 gennaio, alle 14,30 al Charité. Inumazione al Père-Lachaise. Era fratello di Modigliani, il deputato socialista italiano.<br />Grazie e mi stia bene.|André Salmon<ref name=a>Christian Parisot, ''Modigliani, la vita le opere'', Edizioni Carte Segrete, ISBN 88-96490-91-X. pp. 170-171</ref>}}
 
L'adunata di Napoli, al campo sportivo dell'Arenaccia, fu organizzata da [[Aurelio Padovani]], uno dei cinque comandanti di zona che vollero la marcia su Roma: Padovani comandò la sfilata per le vie cittadine ed, al teatro San Carlo, fu lui a presentare il Duce Mussolini ai cittadini napoletani. Mussolini tenne due discorsi, uno al [[Teatro San Carlo (Napoli)|teatro San Carlo]], diretto al ceto borghese, ed uno in piazza Plebiscito ai suoi uomini. Il capo dei fascisti si espresse abilmente evitando di far trasparire segnali di allarme, ma al contempo rassodando i crescenti consensi sia della popolazione che dei simpatizzanti. La stessa sera, all'Hotel Vesuvio, si riunì il Consiglio nazionale del partito che stabilì le direttive di dettaglio per la marcia. La mattina dopo Bianchi avrebbe lanciato ai suoi uomini il segnale convenuto: «Insomma, fascisti, a Napoli piove, che ci state a fare?» (secondo Montanelli questa frase l'avrebbe detta a [[Dino Grandi]], appena rimpatriato da una missione diplomatica all'estero) mentre Mussolini sarebbe prudentemente andato ad attendere a Milano gli sviluppi successivi.
Jeanne Hébuterne, che era stata portata nella casa dei suoi genitori ed era incinta del secondo figlio, all'indomani della morte di Amedeo si gettò da una finestra al quinto piano.
 
Il comportamento tutto sommato ordinato dei fascisti durante la manifestazione, che si concluse sotto il quartier generale di [[corpo d'armata]] dell'esercito con la richiesta di esposizione della bandiera, fece stilare al prefetto [[Angelo Pesce]] un telegramma sintetizzante gli eventi, che pervenne a Roma alle 19:30 del 24, in cui si diceva tra l'altro<ref>{{Cita|La lunga notte del 28 ottobre|p. 6|LungaNotte}}</ref>:
Modigliani venne sepolto nel cimitero di [[Père Lachaise]] nel primo pomeriggio del 27 gennaio. [[Jeanne Hébuterne]] fu tumulata il giorno dopo al [[Cimitero di Bagneux]], vicino a Parigi, e fu solo nel [[1930]] che la sua amareggiata famiglia (che l'aveva fatta seppellire furtivamente per evitare ulteriori "scandali") concesse che le sue spoglie venissero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani.<br />Su ''[[Le Figaro]]'' André Warnod scrisse: «Furono magnifiche esequie, a cui presenziarono Montparnasse e Montmartre: pittori, scultori, poeti e modelli. Il loro straordinario corteo scortava il carro funebre coperto di fiori. Al suo passaggio, a tutti gli incroci, gli agenti della polizia si mettevano sull'attenti e facevano il saluto militare. Modigliani salutato proprio da coloro che l'avevano tanto spesso ingiuriato! Che rivincita!»<ref name=a/><br />Mentre [[Lunia Czechowska]], con la quale Modigliani aveva avuto un rapporto in passato scrisse di lui: «Il pomeriggio andai a trovare un'amica svedese che sapeva dell'amicizia che mi legava a Modigliani e fu lei ad informarmi della sua morte. Il miei amici non mi avevano avvertita immediatamente e non avevano più avuto il coraggio di farlo dopo. Così venni a sapere che Jeanne era stata così sgomentata dalla morte di Modigliani, che si era gettata dal quinto piano. Né sua figlia, né il piccolo che aspettava avevano potuto darle la forza di vivere. L'ultima dimora di Modigliani fu assicurata da Kisling, amico leale e fedele; Jeanne Léger fece di tutto perché Jeanne Hébuterne riposasse a colui che amava.»<ref name=a/> Fu [[Moïse Kisling]], il quale aveva raccolto una colletta tra amici, artisti e modelle, a saldare la fattura di 1340 franchi per le "esequie e trasporti funebri".<ref name=a/>
{{citazione|Manifestazione fascista si è svolta nell'ordine. Nulla da segnalare. Onorevole Mussolini ha pronunciato breve discorso ... se il governo non sarà dato ai fascisti il fascismo lo prenderà con la forza. (...) invitati [i fascisti] a sciogliersi portandosi prima sotto palazzo Corpo armata per dimostrazione simpatia all'esercito (...). Le squadre aderendo a tale invito hanno fatto una calorosa dimostrazione all'esercito (...) e ora vanno allontanandosi da piazza Plebiscito dirigendosi alcuni per stazione ferroviaria per partire, altri nelle varie località di concentramento loro assegnate.}}
 
Era quindi il preambolo al passo successivo. Il quadrumvirato avrebbe dichiarato l'assunzione di pieni poteri da [[Perugia]], dove si era installato presso l'''Hotel Brufani'', ed avrebbe assunto i poteri effettivi nella notte tra il 26 e il 27 ottobre. [[Dino Grandi]], di rientro da una missione a [[Ginevra]], era stato nominato capo di stato maggiore del quadrumvirato. Truppe fasciste avrebbero poi dovuto occupare uffici pubblici, stazioni, centrali telegrafiche e telefoniche.
La loro figlia di soli 20 mesi, [[Jeanne Modigliani]], venne affidata, in seguito alla morte dei genitori, alla nonna paterna Eugènie Garsin, che continuava a vivere a Livorno.
 
Le squadre sarebbero confluite a [[Foligno]], [[Tivoli]], [[Monterotondo]] e [[Santa Marinella]] per poi entrare nella capitale. Si raccolsero - si stima - circa 25-30.000 fascisti, a fronte dei 28.400 soldati a difesa della capitale<ref name=autogenerato1 />. Facta era rassicurato dagli avvenimenti e dai discorsi tenuti a Napoli, nonché dal fatto che il raduno si era chiuso senza scontri, violenze ed altre degenerazioni. Il 26, però, [[Antonio Salandra]] (che si era incontrato con Mussolini quando questi andava a Napoli il 23, e che manteneva contatti con De Vecchi, [[Costanzo Ciano|Ciano]] e Grandi) gli riferì che la marcia su Roma stava per partire e che se ne volevano le dimissioni.
Nel gennaio del 2011 sull'[[Osservatore Romano]], in un articolo di Sandro Barbagallo, è emersa la vera storia del figlio illegittimo del pittore avuto dalla relazione con Simone Thiroux. Nato nel 1917 e morto nel 2004, si chiamava Gerald Thiroux Villette, divenne sacerdote e per tutta la vita è stato parroco della piccola chiesa di [[Milly-la-Forêt]] (Île-de-France)<ref>[http://www.blitzquotidiano.it/arte/modigliani-figlio-segreto-prete-osservatore-romano-710083/ ''Il figlio segreto di Modigliani che si fece prete: l’Osservatore romano ricorda…'', Blitzquotidiano.it, 13 gennaio 2011]</ref>.
 
Facta in realtà non gli credette; la contrapposizione politica fra Facta e Salandra non rendeva l'ambasciata del secondo così influente sul primo, che si limitò ad indire un consiglio dei ministri nel quale cercò di riprendersi le deleghe affidate ai ministri, onde poter disporre di "valori" negoziabili, con Mussolini o con altri. Del resto, in seno al governo, bruciava la questione della posizione di [[Vincenzo Riccio (politico)|Vincenzo Riccio]], fedelissimo di Salandra, che si trovava in condizione di provocare la [[crisi di governo]]. Assenti [[Giovanni Amendola]] e [[Paolino Taddei]], gli altri ministri accettarono di presentare a Facta le dimissioni e acconsentirono al loro eventuale avvicendamento con nuovi ministri fascisti.
=== La fortuna postuma ===
La concezione della sua pittura basata sul disegno lineare, la purezza arcaica della sua scultura e la vita romantica e tribolata di miseria e malanni fanno di Modigliani una personalità eccezionale nel quadro dell'arte moderna, isolata dalle correnti del gusto contemporaneo.
Oggi, Modigliani è considerato come uno dei più grandi artisti del [[XX secolo]] e le sue opere sono esposte nei più grandi musei del mondo.
 
=== Il 27 ottobre ===
Le sue sculture raramente cambiano di mano, e i pochi dipinti che vengono venduti dai proprietari possono raccogliere anche più di 15 milioni di Euro.
Il 27 ottobre Bianchi e De Vecchi vennero a contrasto e il primo mandò addirittura una lettera a Mussolini in cui definiva l'altro "disertore": la "colpa" del De Vecchi sarebbe consistita nel prosieguo - a fianco di Grandi - dei negoziati politici con Salandra, che avrebbe ambito ad un incontro diretto col Capo del Fascismo che ripetutamente chiese invano.
 
Intanto a [[Cremona]], a [[Pisa]] e a [[Firenze]] erano già in azione gli squadristi, che prendevano possesso non pacifico di alcuni edifici pubblici. Alle prime notizie Facta telegrafò al re Vittorio Emanuele III a [[San Rossore]] invitandolo a rientrare, cosa che il sovrano fece nella serata; andandolo a ricevere alla stazione, il Capo del Governo gli suggerì di applicare lo [[stato d'assedio]], ma il sovrano non accettò (riferì [[Marcello Soleri]]) rifiutandosi di deliberare, temendo che i molti militari, alcuni dei quali dalla parte di Mussolini, non avrebbero eseguito gli ordini.
Il 14 giugno del 2010 viene venduta all'asta a Parigi da Christie's una delle sue sculture, ''Tete de Caryatide'', per la cifra record di 43,18 milioni di euro<ref >{{cita web|url= http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=32014&IDCategoria=204|titolo= Record d'asta per una scultura|accesso= 18 settembre 2013}}</ref>, mentre per quanto riguarda le tele il suo record personale è stato battuto il 2 novembre 2010 a New York da Sotheby's con il nudo ''La Belle Romaine'' per la cifra record di 68,96 milioni di dollari (compresi diritti d'asta)<ref >{{cita web|url= http://www.dailymail.co.uk/news/article-1326276/Modigliani-nude-sells-record-69m-New-Yorks-biggest-art-buy-years.html|titolo= Record d'asta per una tela|accesso= 18 settembre 2013}}</ref>.
 
La notte tra il 27 e il 28 il Presidente del Consiglio fu svegliato per essere informato che le colonne fasciste erano partite verso Roma, sui treni che avevano requisiti, mentre il re si consultava con i maggiori esponenti del [[Regio Esercito]] e della [[Regia Marina]], tra i quali [[Armando Diaz|Diaz]], [[Paolo Thaon di Revel|Thaon di Revel]], [[Guglielmo Pecori Giraldi|Giraldi]] e [[Roberto Bencivenga|Bencivenga]], per fare il punto della situazione. Il re chiese ai suoi generali se le forze armate sarebbero state fedeli alla monarchia in caso di stato d'assedio e quelli, per voce di Diaz, risposero che "l'esercito avrebbe certamente fatto il suo dovere, ma sarebbe stato bene non metterlo alla prova".<ref>Alberto Consiglio, ''Badoglio re di complemento'', Cino del Duca, Bologna, 1964, p.77</ref>
== Alcune lettere di Modigliani ==
Di Modigliani si conserva un lungo carteggio con amici e parenti con cui è possibile ricostruire le varie vicende di vita:
 
Il ministro della Guerra Marcello Soleri, che si era fermato a dormire nei locali del proprio ministero, prontamente diede mandato al sottosegretario [[Aldo Rossini]] e al deputato [[Giuseppe Bevione]] di provvedere alla stesura di un manifesto auspicante «disarmo di spiriti», «disarmo di azioni» e contenente un chiaro appello a troncare, «senza indugio, una esasperazione produttrice soltanto di dolori e di rovine»; inoltre il detto documento doveva chiarire che il Governo intendeva «difendere lo Stato a qualunque costo e con qualunque mezzo e contro chiunque attentasse alle sue leggi», assumendo, se necessario, «ogni responsabilità per la inflessibile tutela della sicurezza e dei diritti dello Stato».<ref>Duccio Chiapello, ''Marcia e contromarcia su Roma. Marcello Soleri e la resa dello Stato liberale'', Aracne, Roma, 2012, p. 111</ref> Con questo manifesto, alle due e mezza circa del mattino Facta partì per Villa Savoia,<ref>ciò è confermato da una lettera di [[Amedeo Paoletti]], segretario particolare di Facta, a [[Efrem Ferraris]], pubblicata su «La Stampa» del 21 febbraio 1948</ref> ove si trovava il re, il quale, esaminatolo, si disse d'accordo.
{{Citazione|Caro amico,<br />La bacio come avrei voluto se avessi potuto il giorno della sua partenza. Sto facendo bisboccia con Survage al Coq d'Or. Ho venduto tutti i quadri. Mi invii presto il denaro. Lo champagne scorre a fiumi. Auguriamo a lei ed alla famiglia i migliori auguri di buon anno. Ressurrectio vitae. Hic incipit vita nova. In novo anno!<br />Modigliani|Modigliani a Zborowski 1º gennaio 1919<ref name=a/>}}
 
Il documento, pur molto fermo, non conteneva la proclamazione dello stato d'assedio, anche se ne prospettava implicitamente l'eventualità. Il sovrano, dunque, dando il proprio consenso a tale manifesto non ritenne di essersi impegnato - come Facta e Soleri invece pensarono - a dar corso allo stato d'assedio. Alle 6 del mattino del giorno 28, si riunì al [[Palazzo del Viminale|Viminale]] (allora sede della Presidenza del Consiglio) il consiglio dei ministri che decise di proclamare lo stato di assedio: il ministro dell'Interno Taddei stilò un proclama sulla falsariga di quello che [[Luigi Pelloux]] aveva stilato nel [[1898]] e il suo capo di Gabinetto Efrem Ferraris lo fece dare immediatamente alle stampe, inviandolo a tutte le prefetture senza attendere, «stante l'urgenza», che il re firmasse il relativo decreto<ref>Duccio Chiapello, ''Marcia e contromarcia su Roma. Marcello Soleri e la resa dello Stato liberale'', Aracne, Roma, 2012, p. 123</ref>.
Oltre alle lettere scrisse alcune poesie, spesso accompagnate da uno schizzo su cui riportava le proprie emozioni.
 
Verso le 8 e mezza, Facta si recò al Quirinale per la ratifica del proclama da parte del re ma, con sorpresa del primo ministro, il sovrano dichiarò "Caro Facta, sono cambiate molte cose da stanotte"<ref>{{cita|LungaNotte|p. 150}}</ref>. Facta ricordò al re che "tutti i ministri sono stati d'accordo nel diramare il manifesto..." (dello stato d'assedio), ma il re rispose "Non tutti, non tutti!" e "D'altronde avete fatto male! Il diritto costituzionale prescrive che decisioni del genere non hanno nessun valore senza la firma del sovrano: lei lo sapeva benissimo, Facta!"<ref name="ReferenceA">{{cita|LungaNotte|p. 151}}</ref>; aggiungendo che non era certo della capacità di resistenza degli 8000 militari presenti a Roma contro i "100.000 fascisti" in arrivo e che "in simili condizioni far scoppiare una guerra civile è da sanguinari e da scemi: io credo di non essere né una cosa né l'altra, caro Facta"<ref name="ReferenceA"/>, o secondo altre fonti:
== Il ritrovamento delle sculture di Modigliani ==
{{citazione|Queste decisioni spettano soltanto a me. Dopo lo stato d'assedio non c'è che la [[guerra civile]]. Ora bisogna che uno di noi due si sacrifichi|Vittorio Emanuele III<ref name="carabinieri">[http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Carabiniere/2013/05-Maggio/Speciale/073-00.htm La Marcia su Roma e l'avvio del Regime], [[Carabinieri]], maggio 2013</ref>}}
[[File:Modiglianihead1911.jpg|thumb|Una scultura di Modigliani del 1911]]
 
Successivamente disse "Io non firmo", e chiuse a chiave il decreto non firmato in un cassetto<ref name="ReferenceA"/>. Facta rispose:
=== I tre falsi ===
{{citazione|Vostra Maestà non ha bisogno di dire a chi tocca la pena.|Luigi Facta<ref name=carabinieri/>}}
In occasione di una mostra promossa nel [[1984]] dal Museo progressivo di arte moderna di Livorno (oggi scomparso, ma all'epoca ospitato nei locali di [[Villa Maria (Livorno)|Villa Maria]]) per il centenario della nascita e dedicata alle sue sculture, su pressione dei fratelli Vera e Dario Durbè si decise di verificare se la leggenda popolare locale, secondo la quale l'artista avrebbe gettato nel [[Fosso Reale (Livorno)|Fosso Reale]] delle sue sculture fosse vera. Secondo la leggenda infatti nel 1909 Modigliani tornò temporaneamente a Livorno decidendo di scolpire alcune sculture che mostrerà poi presso il [[Caffè Bardi]] ad amici artisti, i quali lo avrebbero deriso consigliandogli di gettarle nel fosso. Dragando il canale nei pressi della zona di [[piazza Cavour (Livorno)|piazza Cavour]], dove si trovava il Caffè Bardi, vennero ritrovate tre sculture rappresentanti tre teste. I critici d'arte si divisero: da una parte [[Federico Zeri]] che negò subito l'attribuzione e dall'altra Dario e Vera Durbè, conservatrice dei musei civici livornesi, ed ancora [[Giulio Carlo Argan]] e [[Cesare Brandi]] attribuirono le teste con certezza a Modigliani<ref>[http://www.instoria.it/home/teste_modigliani.htm InStoria - Il ritrovamento delle Teste di Modigliani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.doppiozero.com/dossier/anniottanta/i-falsi-modigliani - Falsi Modigliani. La storia della beffa di Livorno<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Dopo di che si dimise (i dettagli sul colloquio furono narrati nel dopoguerra dalla figlia di Facta)<ref>Raffaello Uboldi, ''La presa del potere di Benito Mussolini'', Mondadori, Milano, 2009, p. 249</ref>. Le ragioni del rifiuto di Vittorio Emanuele III alla proposta dello stato d'assedio non sono state dichiarate dal sovrano e sono ancora oggetto di varie interpretazioni, anche se oltre alle perplessità dei generali circa la fedeltà dell'esercito, si è vociferato di accordi segreti tra Mussolini e la Corona (ipotesi che però non gode di molto credito); altre voci sospettano che la presenza del filofascista [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Emanuele Filiberto Duca d'Aosta]] a [[Perugia]] (disobbedendo all'ordine del sovrano di restare a Torino) l'avesse portato a temere una crisi dinastica.<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini: Mussolini, il fascista, [pt.] 1. La conquista del potere, 1921-1925; [pt.] 2. L'organizzazione dello Stato fascista, 1925-1929'', ed. Einaudi, 1965, pag. 360.</ref> Anche altre fonti accreditano Vittorio Emanuele che dichiara a Facta "Viene il Duca d'Aosta, volete questo? Volete che io abdichi?"<ref name="ReferenceA"/>
Un mese dopo il ritrovamento un gruppo di quattro studenti universitari livornesi si presentano alla redazione del settimanale ''Panorama'' dichiarando la burla e presentando come prova della falsificazione una fotografia che li ritrae nell'atto di scolpire una delle teste, ricevendo, come compenso per lo scoop, dieci milioni di lire<ref>[http://www.doppiozero.com/dossier/anniottanta/i-falsi-modigliani - Falsi Modigliani. La storia della beffa di Livorno<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. La cosiddetta "testa numero 2" era opera loro, realizzata per burla con banali attrezzi prima di essere gettata nottetempo nel Fosso Reale e come prova mostrarono una fotografia che li ritraeva con la scultura. Di fronte alle perplessità suscitate, tre di loro furono invitati a creare in diretta un nuovo falso, durante uno Speciale TG1, al fine di dimostrare coi fatti la loro capacità di realizzarlo in "così poco tempo" (come riteneva invece impossibile Vera Durbè, la quale fino alla morte si riterrà convinta, almeno apparentemente, dell'originalità delle tre teste).
<br />Successivamente, anche a seguito dell'invito rivolto in televisione da [[Federico Zeri]], anche l'autore delle altre due "teste" uscì dall'anonimato; si trattava di [[Angelo Froglia]]<ref>Alice Barontini, ''Alla ricerca di Modi - Angelo Froglia e la performance che mise in crisi la critica'', Edizioni Polistampa, 2010 - ISBN 978-88-596-0739-7</ref> (Livorno 1955-1997), un pittore livornese lavoratore portuale per necessità, il quale dichiarò che la sua non voleva essere una burla, ma che si trattava di «...un'operazione estetico-artistica - per verificare - fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti». Ad avvalorare la posizione del Froglia vi era un suo filmato durante il quale scolpiva le due teste. Froglia, mentre scolpiva le pietre, realizzò anche il film ''Peitho e Apate... della persuasione e dell'inganno (Cerchez Modi)'', che suscitò l'interesse della critica al [[Torino Film Festival]] del 1984. Il Froglia successivamente dichiarerà di esser stato aiutato, nel gettare le teste nei fossi, da altre due persone: un pescatore con la barca e un dipendente del comune che fece scivolare in acqua le pietre.<ref> A tal proposito si può guardare il video: * [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo640480.aspx?id=345 La storia siamo noi] </ref>.<br />
Nel 2011 il regista Giovanni Donfrancesco ha realizzato il film documentario ''Le vere false teste di Modigliani''<ref>[http://www.cinemaitaliano.info/modiglianisgenuinefakehands Le Vere False Teste di Modigliani, recensione su www.cinemaitaliano.info]</ref><ref>''Le vere false teste di Modigliani'' (Italia / Francia [[2011]]), regia di [[Giovanni Donfrancesco]]. Prod. Altara Films / Les Films du Poisson / ARTE France in ass. con YLE, SVT, SF, DR, SBS Australia, con il supporto di Regione Toscana, CNC, Procirep, Media</ref> che ricostruisce la vicenda.
La disputa tra storici d'arte a proposito della originalità o meno delle teste e la prova dell'erroneo giudizio di taluni di essi, in particolare viene menzionato [[Giulio Carlo Argan]], rappresenta uno degli episodi maggiormente citati nei "luoghi comuni" nei confronti dei critici d'arte.
Ancora oggi il discusso e controverso catalogo pubblicato in poche ore dopo la scoperta delle teste e presentato in esclusiva durante la mostra dedicata a Modigliani a Livorno voluta da Vera Durbè è in vendita come rarità presso l'editore Books & Company. Catalogo pubblicato in occasione della mostra del 1984 che fu organizzata a Livorno per il centenario della nascita di Modì.
In concomitanza della mostra furono ritrovate, durante operazioni di scavo, nell'antico fossato posto a difesa della città vecchia, due teste in pietra subito attribuite appunto a Modigliani. Si ricorderà che successivamente queste "sculture" si rivelarono due eccezionali falsi, realizzati da irriverenti studenti universitari livornesi.
Il catalogo però era già stato pubblicato, con l'avallo di famosi esperti e critici d'arte nazionali, con ampio corredo di fotografie e didascalie. Il catalogo della "beffa di Modì" come venne battezzato subito è però diventato una rarità per amatori e costituisce una testimonianza molto concreta sulla labilità e le distorsioni che colpiscono spesso il giudizio della [[cultura ufficiale]] quando questa soccombe al [[sensazionalismo]] della novità a tutti i costi od al fremito dell'esclusiva editoriale. Guarda il catalogo ''Due pietre ritrovate di Amedeo Modigliani'' [http://www.bookseditore.it/site/book.php?id=126] che ricostruisce la vicenda. Nel [[2014]] il rapper pugliese [[Caparezza]] dedica una canzone alla vicenda nel suo album [[Museica]].
 
Alle 9 e mezza un pallido Facta tornò al Viminale per annullare lo stato d'assedio e per chiamare il vecchio Giolitti in suo aiuto, ma questi non sarebbe potuto arrivare a soccorrerlo a causa delle linee ferroviarie interrotte dallo stesso Facta a due chilometri dalla capitale; né sarebbe stato in grado di raggiungerlo a piedi, considerata la sua tarda età (aveva infatti festeggiato un giorno prima l'ottantesimo compleanno)<ref>[[Giovanni Ansaldo (giornalista)|Giovanni Ansaldo]], ''Giovanni Giolitti, il ministro della buon vita'', Firenze, Le Lettere, 2002 - L'Ansaldo menziona in realtà un telegramma del giorno 27.</ref>. Alle 11 e mezza Facta formalizzò le sue dimissioni ed il Re procedette come d'ordinario con le consultazioni.
=== Le ultime tre sculture ritrovate ===
Sette anni dopo, nel [[1991]], un certo Piero Carboni, carrozziere di Livorno, asserì di possedere tre autentiche sculture di Modigliani. Egli le aveva custodite nella propria officina senza darvi importanza, dicendo di averle recuperate dalla casa dello zio Roberto Simoncini durante la [[seconda guerra mondiale]]. La ricostruzione questa volta sembra possedere elementi di verità in quanto Modigliani nel [[1909]] aveva affittato una casa nelle vicinanze della casa dello zio del Carboni detto "il Solicchio" e rappresentato probabilmente da Modigliani in un suo dipinto<ref>[http://www.oceansbridge.com/oil-paintings/product/4994/thebeggarofleghornakapeasantfromlovorno1909 http://www.oceansbridge.com] Il dipinto del 1909 eseguito a Livorno</ref>. Inoltre amici del "Solicchio" ricordano quelle sculture viste a casa e lasciate da un pittore partito per Parigi, che sarebbe diventato successivamente famoso.
 
Non di meno il generale [[Emanuele Pugliese]], comandante la Divisione di Roma, autore di un piano di difesa della capitale redatto il 27 settembre 1922 col n.51 ed eluso senza alcuna risposta dai suoi superiori compreso il generale Soleri ministro della Guerra<ref>{{cita|LungaNotte|p. 137}}</ref>, il 28 ottobre 1922 alle 10.10 fece occupare la Casa del Fascio di via Avignonesi e fece bloccare treni che trasportavano 7000 fascisti verso Roma<ref>{{cita|LungaNotte|p. 154}}</ref>.
Le tre sculture rappresentano, anche questa volta, tre teste e sono già state battezzate: ''La bellezza'', ''La saggezza'' e ''La scheggiata'' dal critico d'arte Carlo Pepi, al quale Piero Carboni le mostrò per primo, fiducioso della competenza dimostrata da quest'ultimo in occasione dei tre falsi del [[1984]]. In quella circostanza infatti, Carlo Pepi era stato fra i primi ad accorgersi della contraffazione e non aveva esitato a definire "porcherie" le tre sculture ripescate quel giorno.
[[File:Illustrazione Italiana 1922 - Sul ponte Salario.jpg|thumb|Squadre fasciste alle porte di Roma]]
Mussolini intanto restava a Milano, dove veniva costantemente informato sulla situazione romana; i dettagli dal Viminale gli venivano da Vincenzo Riccio che, tramite Salandra li faceva arrivare ai notabili fascisti tra i quali si era aggiunto [[Luigi Federzoni]]. Quest'ultimo parlò a telefono sia con Mussolini sia con il quadrumivirato di stanza a Perugia e, in seguito, si recò a colloquio da Vittorio Emanuele, cercando di agire da mediatore<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Erminio Fonzo|cognome=|titolo=Storia dell'Associazione nazionalista italiana (1910-1923)|url=https://www.worldcat.org/oclc/1001485208|editore=Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 2017, pp. 179-199}}</ref>. Mussolini, dal canto suo, sapeva che De Vecchi e Grandi cercavano qualche accordo non coerente con il piano generale, ed anche se più tardi li avrebbe accusati d'aver tradito la rivoluzione (nel [[1944]] al [[processo di Verona]]), al momento non li sconfessò pensando che la trattativa avrebbe potuto costituire una buona possibilità di ripiego nel caso in cui le sue squadre si fossero trovate costrette a smobilitare per l'intervento dell'esercito.
 
Mussolini infatti sapeva bene che i suoi uomini erano sì una minaccia, ma non credeva alla loro forza militare. Una voce circolata successivamente asseriva che Facta avrebbe in realtà disposto per lo stato d'assedio nella serata del 27, ma che il re avrebbe respinto la proposta: la voce era stata diffusa da Federzoni, che diceva di aver chiamato al telefono egli stesso Mussolini, dal Ministero dell'Interno, e lasciava supporre che il sovrano l'avesse voluto mettere a parte degli accadimenti romani.
== Opere ==
{{div col|3}}
 
=== RitrattiIl di28 [[Jeanne Hébuterne]]ottobre ===
[[File:March on Rome.jpg|thumb|upright=1.4|Lo stato maggiore fascista a Roma: (da sinistra a destra: [[Emilio De Bono]], [[Benito Mussolini]], [[Italo Balbo]] e [[Cesare Maria De Vecchi]])]]
* ''[[Jeanne Hébuterne con cappello]]''
La mattina del 28, a Milano, Mussolini riceveva nella sede del ''[[Popolo d'Italia]]'' ("protetta" da cavalli di frisia e rimpinguata di armi) una delegazione di industriali, fra i quali [[Camillo Olivetti]], che gli chiesero urgentemente di trovare un accordo con Salandra. Nello stesso momento, nella Capitale, quest'ultimo proponeva al re di dare l'incarico di formare il governo a [[Vittorio Emanuele Orlando]], ma De Vecchi informò il sovrano che l'unica persona con cui Mussolini avrebbe potuto raggiungere un'intesa sarebbe stato lo stesso Salandra.
* ''[[Ritratto di Jeanne Hébuterne (1918)]]''
* ''[[Ritratto di Jeanne Hébuterne (1919)]]''
* ''[[Jeanne Hébuterne in maglione giallo]]''
* ''[[Ritratto di Jeanne Hébuterne in abiti scuri|Jeanne Hébuterne in abiti scuri]]''
* ''[[Ritratto di Jeanne Hébuterne di profilo|Jeanne Hébuterne di profilo]]''
* ''[[Ritratto di Jeanne Hébuterne]]''
* ''[[Jeanne Hebuterne]]''
* ''[[Occhi azzurri (ritratto di Madame Jeanne Hébuterne)|Occhi azzurri]]''
* ''[[Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne]]''
* ''[[Jeanne Hébuterne davanti ad una porta]]''
 
A Mussolini fu quindi proposto di governare a fianco di Salandra, ma egli rifiutò. Qualche ora dopo, forse anche tentando una forzatura per convincere il capo dei fascisti, ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'' diffuse una edizione straordinaria in cui dava per raggiunto un accordo e per affidato un incarico a Salandra e Mussolini, il quale dopo aver resistito a pressioni di ogni provenienza, compresa una accorata telefonata del generale [[Arturo Cittadini]] (su espresso mandato del re), precisò telefonicamente a Grandi che ancora insisteva: «Non ho fatto quello che ho fatto per provocare la risurrezione di don Antonio Salandra»<ref name=carabinieri/>.
=== Altri ritratti ===
* ''[[Ritratto di Celso Lagar]]''
* ''[[Ritratto di Blaise Cendrars]]''
* ''[[Ritratto di Chaïm Soutine]]''
* ''[[Ritratto di Chaïm Soutine vicino ad un tavolo]]''
* ''[[Ritratto di Diego Rivera]]''
* ''[[Ritratto di Burty Frank Haviland]]''
* ''[[Jacques Lipchitz e sua moglie Bertha]]''
* ''[[Ritratto di Léon Bakst]]''
* ''[[Ritratto di Léopold Zborowski (1918)]]''
* ''[[Ritratto di Léopold Zborowski (1916)]]''
* ''[[Ritratto di Mario Varfogli]]''
* ''[[Ritratto di Monsieur Lepoutre]]''
* ''[[Ritratto di Paul Alexanders]]''
* ''[[Ritratto di Paul Guillaume]]''
* ''[[Ritratto di Raymond]]''
* ''[[Ritratto di una cameriera]]''
* ''[[Busto rosso]]''
* ''[[Autoritratto (Modigliani)|Autoritratto]]''
* ''[[Almaisa seduta]]''
* ''[[Donna seduta con una camicetta blu]]''
* ''[[Ragazzo seduto con cappello]]''
* ''[[Uomo seduto su sfondo arancio]]''
* ''[[Cariatide in piedi]]''
* ''[[Amazzone (Modigliani)|Amazzone]]''
* ''[[Zingara con bambino]]''
* ''[[Due ragazze]]''
* ''[[Ritratto di Elena Pavlowski]]''
* ''[[Ragazza con camicetta]]''
* ''[[Alice (Modigliani)|Alice]]''
* ''[[Madame Pompadour]]''
* ''[[L'Ebrea]]''
* ''[[La bella Drogeristin]]''
* ''[[Ragazza seduta]]''
* ''[[Il contadinello]]''
* ''[[L'enfant gras]]''
* ''[[La bambina in azzurro]]''
* ''[[Ragazza in abito giallo]]''
* ''[[Ragazza con cappello]]''
* ''[[Ritratto di Beatrice Hastings davanti ad una porta]]''
* ''[[Ritratto di signora van Muyden]]''
* ''[[Ritratto di Lunia Czechowska con ventaglio]]''
* ''[[Ritratto di Lunia Czechowska con una camicia bianca]]''
* ''[[Ritratto di Madame Reynouard]]''
* ''[[Ritratto di Margherita]]''
* ''[[Ritratto di Moise Kiesling]]''
* ''[[Ritratto di Paulette Jourdain]]''
* ''[[Antonia (Modigliani)|Antonia]]''
* ''[[Elvira appoggiata al tavolo]]''
* ''[[Donna con nastro di velluto]]''
* ''[[Fille rousse]]''
* ''[[Il giovane apprendista]]''
* ''[[Ritratto di Paul Guillaum]]''
* ''[[Ragazza in camicetta a pois]]''
* ''[[Ritratto di Pierre Reverdy]]''
* ''[[Chakoska]]''
* ''[[Renée]]''
* ''[[Ritratto di Lunia Czechowska]]''
* ''[[La sposa e lo sposo]]''
* ''[[Il violoncellista]]''
* ''[[Madame Dorival]]''
* ''[[Madame Kisling]]''
* ''[[Ritratto di Lunia Czechowska (1919)]]''
* ''[[Donna dagli occhi azzurri]]''
* ''[[La cameriera]]''
* ''[[Ritratto di Jean Cocteau]]''
* ''[[Boy with blue waistcoat|Ragazzo con la giacca blu]]''
* ''[[La piccola Marie]]''
* ''[[Signora dal collaretto]]''<ref>[http://www.arte.rai.it/articoli/modigliani-ritratto-di-hanka-zborovska/18754/default.aspx Modigliani, Ritratto di Hanka Zborovska]</ref>
 
La mattina seguente, dopo che le bozze dell'articolo scritto da Mussolini durante la notte erano state diffuse, Salandra vi poté leggere che non c'era niente da fare e, dopo un giro di telefonate di ultima conferma, decise di rimettere l'incarico. De Vecchi fu incaricato da Vittorio Emanuele di informare Mussolini che gli avrebbe conferito l'incarico. Il futuro dittatore rispose: «Va bene, va bene, ma lo voglio nero su bianco. Appena riceverò il telegramma di Cittadini partirò». Poche ore dopo gli giunse un telegramma del generale Cittadini:
=== Nudi ===
{{Citazione|SUA MAESTÀ IL RE MI INCARICA DI PREGARLA DI RECARSI<br />A ROMA DESIDERANDO CONFERIRE CON LEI<br />&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;OSSEQUI<br />&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;GENERALE CITTADINI<ref>[[Antonio Spinosa]], ''Edda'', Mondadori, Milano, 1993, p. 63</ref>}}
* ''[[Nudo sul divano (Almaiisa)]]''
* ''[[Grande nudo disteso]]''
* ''[[Nudo disteso (1917)]]''
* ''[[Giovane donna]]''
* ''[[Nudo disteso (1919)]]''
* ''[[Ragazza con la maglia]]''
* ''[[Nudo seduto (1916)]]''
* ''[[Nudo seduto su un divano]]''
* ''[[Nudo seduto (1917)]]''
* ''[[Nudo in piedi (Elvira)]]''
* ''[[Nudo seduto con le mani in grembo]]''
* ''[[Nudo disteso con cuscino blu]]''
* ''[[Nu couché]]''
 
=== PaesaggiL'esito ===
[[File:Marcia su Roma.jpg|left|thumb|[[Benito Mussolini]] partito da Milano e giunto a Roma il 30 ottobre 1922, prima di ordinare la smobilitazione e la consegna delle armi, sfila il 31 ottobre in testa alle squadre armate fasciste assieme ai quattro comandanti (i [[Quattuorviri|quadrunviri]]: da sinistra [[Emilio De Bono]], [[Cesare Maria De Vecchi]] e [[Italo Balbo]]) delle colonne che hanno "marciato su Roma". Il corteo, di circa 50.000 uomini, si reca all’Altare della Patria e al Quirinale a omaggiare il Re, Vittorio Emanuele III di Savoia<ref>[http://www.treccani.it/scuola/maturita/terza_prova/storia_contemporanea_in_immagini/2_20.html ''Treccani.it''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160221002234/http://www.treccani.it/scuola/maturita/terza_prova/storia_contemporanea_in_immagini/2_20.html |data=21 febbraio 2016 }} </ref>]]
* ''[[Albero e casa]]''
[[File:Sfilata fascista (Quirinale).jpg|thumb|Le camicie nere sfilano il 31 ottobre 1922 davanti al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]], all'epoca residenza reale.]]
* ''[[Case e cipressi]]''
* ''[[Paesaggio del Midi]]''
 
{|id="" style="clear:both; float:right; margin-top: 0.5em; margin-left: 0.5em; margin-bottom: 0.5em; text-align:center; width:36%; background-color:#FFFFE0; border:1px solid gray; font-size:90%; padding:5px; border-radius: 0.7em; -moz-border-radius: 0.7em"
{{Div col end}}
|''' L'Ordine di smobilitazione '''<br />
Il Partito Nazionale Fascista comunica:<br />
Fascisti di tutta Italia!<br />
Il nostro movimento è stato coronato dalla vittoria. Il Duce ha assunto i poteri politici dello Stato per l'Interno e per gli Esteri. Il nuovo Governo, mentre consacra il nostro trionfo col nome di coloro che ne furono gli artefici per terra e per mare, raccoglie a scopo di pacificazione nazionale, uomini anche di altre parti perché devoti alla causa della Nazione.<br />
Il Fascismo italiano è troppo intelligente per desiderare di stravincere.<br />
Fascisti<br />
Il Quadrumvirato supremo d'azione, rimettendo i suoi poteri alla Direzione del Partito, vi ringrazia per la magnifica prova di coraggio e di disciplina e vi saluta. Voi avete bene meritato dell'avvenire della Patria<br />
Smobilitate con lo stesso ordine perfetto col quale vi siete raccolti per il grande cimento destinato -lo crediamo certamente- ad aprire una nuova epoca nella storia italiana. Tornate alle consuete opere poiché l'Italia ha ora bisogno di lavorare tranquillamente per attingere le sue maggiori fortune. Nulla venga a turbare l'ordine potente della vittoria che abbiamo riportato in queste giornate di superba passione e di sovrana grandezza<br />
Viva l'Italia! Viva il Fascismo".
 
Il Quadrumvirato<br />
== Omaggi ==
|}
=== Omaggi musicali ===
[[File:Vittorio Emanuele III incontra Mussolini.jpg|thumb|Il Re [[Vittorio Emanuele III]] incontra ufficialmente il presidente del consiglio Benito Mussolini il 4 novembre [[1922]].]]
* [[Modì (album)|Modì]] di [[Vinicio Capossela]] ([[1991]]);<ref>[http://www.youtube.com/watch?v=JG5bjvIy3SA (di: Davide Salemme)]</ref>
Mussolini partì da Milano in vagone letto con il direttissimo n.17 delle 20.30 del 29 ottobre alla volta di Roma, dove sarebbe giunto alle 11.30 del 30 ottobre; il convoglio patì un incredibile ritardo dovendo rallentare - e in qualche caso proprio fermarsi - in molte stazioni prese d'assalto da fascisti festanti che accorrevano a salutare il loro capo.<ref>Gianpasquale Santomassimo, ''La marcia su Roma'', Giunti Editore, 2000 p.85</ref>
[[File:Amedeo Modigliani Jeune fille au corsage a pois.jpg|thumb|[[Ragazza in camicetta a pois]] ([[1919]]).]]
* Il Quintetto di Livorno di [[Andrea Pellegrini]], gruppo jazz con [[Tino Tracanna]] (sax), Nino Pellegrini (contrabbasso), Riccardo Jenna / Cristian Calcagnile (batteria), ha realizzato una suite ispirata a Modigliani (''Il Notaio di Nizza'', ''Modigliani'', ''Le Mani di Jeanne'', ''Il Tratto di Modì'', ''Al Lapin Agile'' ecc.) presentata ad es. al Festival Jazz di [[Montescudaio]] (prod. Provincia di Pisa, Comune di Montescudaio, Ass. Cult. Minerva) nel 2003 e a [[Fauglia]] presso il Museo Kienerk (prod. Comune di Fauglia, Fondazione Laviosa, Museo [[Giorgio Kienerk]]) nel 2011.
* I brani ''Il talento di Modigliani'' e ''Parigi'' de [[laMalareputazione]], contenuti nell'album ''[[Panico (album)|Panico]]'' ([[2013]]).
* ''[[Dancing Barefoot]]''' ''''' è una canzone di [[Patti Smith]] scritta insieme a Ivan Kral e pubblicata nell'album del 1979 ''Wave''. Come si legge nelle note di copertina, il brano è stato dedicato a quelle donne che sono come l'amante di Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne.
* Il rapper italiano [[Caparezza]] basa la canzone "Teste di Modì" (nell'album [[Museica]]) sul caso del ritrovamento delle "teste" di Modigliani.
* Cd ''[[Modigliani - Il Tratto, l'Africa e perdersi]]'' ([[Erasmo Edizioni]] - Il Poderino) di [[Andrea Pellegrini]] con Quintetto di Livorno, [[Tino Tracanna]]. Allegato al libro di [[Andrea Pellegrini]] ''Mirabolanti avventure di un jazzista'', Erasmo Edizioni, Livorno 2014
 
La voce secondo cui Mussolini si sia presentato al Re (vi si recò in [[camicia nera]]) dicendogli «Maestà, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto» sarebbe un falso storico, come testimoniato dallo stesso uomo politico alla moglie [[Rachele Mussolini|Rachele]]<ref>Rachele Mussolini, ''La mia vita con Benito'', Mondadori, Milano, 1948, p. 70.</ref>; tuttavia il Duce parlò per circa un'ora col re, promettendogli di formare entro sera un nuovo governo con personalità non fasciste e con esponenti di aree politiche "popolari".
=== Omaggi cinematografici ===
Alle 18 presentò il [[governo Mussolini]], comprendente soltanto tre fascisti, [[Alberto De Stefani]], [[Giovanni Giuriati]] e [[Aldo Oviglio]], di orientamento moderato.
* ''[[Montparnasse (film)|Montparnasse]]'' di [[Jacques Becker]] ([[1958]])
* ''[[Modì (film)|Modì]]'' di [[Franco Brogi Taviani]] ([[1990]])
* ''[[I colori dell'anima - Modigliani]]'' di [[Mick Davis]] ([[2005]])
 
Le "Camicie Nere della rivoluzione" intanto erano accampate intorno alla Capitale e non attendevano che di entrarvi: furono autorizzati ad entrarvi solo il giorno 30 e la raggiunsero alla meglio, su mezzi di fortuna. Ma erano più che raddoppiati: dai circa 30.000 della marcia, erano ora più di 70.000<ref>Marco Palla, ''Mussolini e il fascismo'', Giunti Editore, 1994, p. 29.</ref>, cui si aggiunsero i simpatizzanti romani che erano già sul posto.
=== Omaggi letterari ===
* Jeanne Modigliani e Christian Parisot, ''Modigliani, mio padre'', marzo 2009. ISBN 88-8416-210-6
* [[Blaise Cendrars]], ''Bourlinger'', Racconto autobiografico. In alcune pagine Cendrars narra l'incontro e la sbronza con l'amico Modigliani. 1948.
* [[Corrado Augias]], ''Modigliani, l'ultimo romantico''
* [[A.J. Cronin]], ''La bellezza non svanirà'' (il pittore livornese, unico personaggio storico della vicenda, gioca un ruolo secondario).
 
Ci furono scontri e incidenti; nel quartiere di San Lorenzo alcuni operai accolsero con colpi d'arma da fuoco la colonna guidata da [[Giuseppe Bottai]] e [[Ulisse Igliori]], proveniente da [[Tivoli]]. All'alba del giorno dopo, oltre 500 fascisti guidati da [[Italo Balbo]] attaccarono di sorpresa il quartiere e lo devastarono. I morti fra gli abitanti furono tredici (tra questi, i responsabili dell'agguato)<ref>Gianpasquale Santomassimo, ''La marcia su Roma'', Giunti Editore, 2000, p. 87</ref>, i feriti oltre duecento, alcuni dei quali, scaraventati giù dalle finestre delle abitazioni, riportarono lesioni permanenti<ref>Emilio Lussu, ''Marcia su Roma e dintorni'', Einaudi, 2002, p. 57.</ref>. Agli scontri parteciparono attivamente anche i "[[Sempre pronti per la patria e per il re]]", la milizia dell'Associazione nazionalista italiana, che in un primo momento erano restati in attesa degli eventi ma, dopo il conferimento dell'incarico di formare il governo a Mussolini, si unirono alle camicie nere<ref name=":0" />.
== Modigliani ed il cinema ==
* Nel [[1919]] Modigliani avrebbe partecipato come comparsa alle riprese del film ''J'accuse'' di [[Abel Gance]].<ref name=a/>
* Un quadro di Modigliani, il ''[[Ritratto di Lunia Czechowska con ventaglio]]'' è apparso in una scena del film ''[[Skyfall]]''
== Aneddoti ==
{{F|pittori italiani|agosto 2013}}
Sono moltissimi gli aneddoti su Modigliani, in gran parte "causati" dalla sua dipendenza dall'alcool (non avendo molti soldi per mangiare, preferiva bere «...in questo modo mi tengo caldo», soleva dire).
 
Informato dell'accaduto, il Presidente del Consiglio ''[[in pectore]]'' diede alle forze dell'ordine immediate disposizioni per la repressione di qualsiasi incidente. Il 31 ottobre 1922 le camicie nere sfilarono per più di sei ore dinanzi al Re, poi Mussolini comandò che si iniziassero le operazioni di smobilitazione: l'ordine di rompere le righe venne infatti pubblicato sul quotidiano ''Il Popolo d'Italia'' dello stesso giorno.
* A [[Nizza]], avrebbe ritratto la sua ''Bambina con vestito celeste'' pieno di rabbia perché la piccola - una cameriera - invece di portargli la bottiglia di [[vino]] richiestale, gli diede una bottiglia di [[latte]].
* A seguito di un'animata discussione-bevuta con [[Maurice Utrillo|Utrillo]] su chi fosse tra i due il miglior pittore, dalle bottiglie gli artisti passarono presto alle mani e finirono con l'addormentarsi per strada abbracciati l'un l'altro, venendo anche derubati dei pochi spiccioli che avevano in tasca.
* Le litigate pubbliche con Jeanne Hebuterne divennero proverbiali tra gli ''habitué'' dei locali di Montparnasse, tanto che parecchi si rifiutavano di farli entrare.
* L'artista, in cambio di una bevuta, più volte disegnò ritratti a matita che regalava agli avventori dei bar, firmando: ''Modigliani "dessins à boire"'' ([[Lingua italiana|it.]] ''Modigliani "disegni da bere"'').
* [[Pierre-Auguste Renoir|Renoir]] raccontò del suo ultimo incontro con Modì che, contestando la pittura di Renoir e quindi le forme pittoriche di alcune modelle ritratte dal maestro («Non mi piacciono quelle natiche!») se ne andò sbattendo la porta.
 
== Partecipanti ==
== Amedeo Modigliani nei musei ==
=== Musei in ItaliaQuadrumviri ===
* [[Italo Balbo]]
* [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]] GAM di [[Torino]]
* [[Michele Bianchi]]
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]]
* [[GalleriaEmilio Sabauda]]De di [[TorinoBono]]
* [[Cesare Maria De Vecchi]]
* [[Museo civico Giovanni Fattori]] di [[Livorno]]
* [[Museo del Novecento]] di [[Milano]]
* [[Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli]] di [[Torino]]
* [[Casa della cultura]] di [[Palmi]]<ref>''Guida d'Italia - Calabria: dal Pollino all'Aspromonte le spiagge dei due mari le città, i borghi arroccati'', Milano, Touring Club Editore, 2003. ISBN 88-365-1256-9</ref>
 
=== MuseiPartecipanti all'esterofamosi ===
* [[Giacomo Acerbo]]
* [[Giuseppe Bottai]]
* [[Giuseppe Mastromattei]]
* [[Piero Brandimarte]]
* [[Ather Capelli]]
* [[Ines Donati]]
* [[Roberto Farinacci]]
* [[Cesare Forni]]
* [[Igino Ghisellini]]
* [[Francesco Giunta]]
* [[Giovanni Giuriati]]
* [[Ulisse Igliori]]
* [[Alessandro Lessona]]
* [[Serafino Mazzolini]]
* [[Ettore Muti]]
* [[Aurelio Padovani]]
* [[Alessandro Pavolini]]
* [[Cesare Rossi]]
* [[Carlo Scorza]]
* [[Marcello Serrazanetti]]
* [[Bruno Spampanato]]
* [[Achille Starace]]
* [[Carlo Tiengo]]
* [[Harukichi Shimoi]]
* [[Attilio Teruzzi]]
 
=== Partecipanti che aderirono all'antifascismo ===
'''USA'''
* [[Aldo Finzi (politico)|Aldo Finzi]]
* [[Fondazione Barnes a Merion]] in [[Pennsylvania]]
* [[Luigi Capello]]
* [[Barnes Foundation]] di [[Filadelfia (Pennsylvania)|Philadelphia]]
 
* [[National Gallery of Art]] di [[Washington]]
Oggi tutti i partecipanti alla marcia su Roma sono scomparsi. L'ultimo sopravvissuto è stato [[Vasco Bruttomesso]] (1903-2009), imprenditore tessile e più volte sindaco di [[Carbonate]] nel [[Secondo dopoguerra]]: nel 1922 era studente di ingegneria a [[Firenze]] e si unì ai rivoluzionari "per amor di patria"<ref>Claudio Del Frate, ''È morto l'ultimo partecipante alla marcia su Roma. Aveva 105 anni'', quotidiano ''Corriere della Sera'' del 03/01/2009 pag.21</ref>.
* [[Museum of Art]] di [[Filadelfia (Pennsylvania)|Philadelphia]]
 
* [[Solomon R. Guggenheim Museum]] di [[New York]]
==Riconoscimenti==
[[File:Medaglia commemorativa Marcia su Roma.jpg|thumb|[[Medaglia commemorativa della Marcia su Roma]], istituita nel 1923.]]
Nel 1923 fu istituita una medaglia commemorativa della Marcia su Roma, e alle federazioni provinciale del PNF, fu affidato il compito di compilare un elenco ufficiale delle camicie nere che vi parteciparono. Furono 5 in oro (Mussolini e quadrumviri), 19 in argento (comandanti delle colonne) e in bronzo a tutti i partecipanti<ref>http://www.mymilitaria.it/liste/BrevettoMarciaRoma.htm</ref>.
Fu poi istituito il "Brevetto della Marcia su Roma", dal direttorio nazionale del Partito nazionale fascista; inizialmente per ricevere tale brevetto bisognava anche risultare iscritto al PNF alla data del 24 ottobre 1922.
Negli anni '30 assunse grande importanza in quanto dava titolo di preferenza nei concorsi e nelle promozioni.<ref>[http://www.altalex.com/documents/news/2014/02/12/legge-professionale-forense Altalex]</ref>
 
== Commemorazione ==
Il 1º agosto [[1931]] Mussolini ordinò a tutti i Prefetti di obbligare i [[Podestà (fascismo)|Podestà]] che governavano i Comuni italiani di intitolare, a partire dal 29 ottobre dello stesso anno (inizio dell'Anno <small>X E.F.</small>, ovvero decimo anno dell'Era Fascista), in prossimità del 10º anniversario della Marcia su Roma, una [[via Roma]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Gian Franco Venè]], ''Il golpe fascista del 1922. Cronaca e storia della marcia su Roma'', con prefazione di [[Pietro Nenni]]
* ''Modigliani, senza leggenda'', [[Jeanne Modigliani]], 1958, Vallecchi Editore
* {{cita libro | cognome=Lussu | nome=Emilio | wkautore=Emilio Lussu | titolo=[[Marcia su Roma e dintorni]] | anno=1931}}
* ''Modigliani. Livorno-Parigi ultima bohème'', Biografia [[Aldo Santini]], giugno 1987. ISBN 88-17-53745-4
* [[Gianpasquale Santomassimo]], ''La marcia su Roma'', Giunti Editore (2000)
* ''Il viaggiatore alato. Storia e leggenda di Modigliani.'', Biografia [[Corrado Augias]], 1998. ISBN:8804436468
* Antonino Répaci, ''La Marcia su Roma'', Rizzoli editore (1972)
* ''Modigliani. l'ultimo romantico'', Biografia [[Corrado Augias]], ottobre 1999. ISBN:8804468831
* [[Giulia Albanese]], ''La marcia su Roma'', GLF editori Laterza (2006)
* ''Modigliani e la memoria perduta'', Guida per ragazzi [[Fiorella Congedo]], aprile 2003. ISBN:888491504X
* {{cita libro | cognome=Venè | nome=Gian Franco | wkautore=Gian Franco Venè | titolo=La lunga notte del 28 ottobre | editore = Palazzi | anno=1972 | isbn=no |cid=LungaNotte}}
* ''Modigliani'', Biografia e le opere [[Fiorella Nicosia]], settembre 2005. ISBN:8809042077
* Duccio Chiapello, ''Marcia e contromarcia su Roma. Marcello Soleri e la resa dello Stato liberale'', Aracne Editore, (2012)
* ''Ricordi Via Roma. Vita e arte di Amedeo Modigliani'', Saggio e critica d'arte [[Beatrice Buscaroli]], febbraio 2010. ISBN 88-428-1529-2
* ''Arte a Livorno...e oltre confine'' - vari articoli sulla rivista in oggetto dal 2002 al 2010
* ''Modigliani maledetto dai livornesi'', Biografia [[Aldo Santini]], Aprile 1984. ISBN:9788879971263
 
== Altri progettiFilmografia ==
* ''[[La marcia su Roma]]'', regia di [[Dino Risi]] (1962)
{{interprogetto|q|commons=Category:Amedeo Modigliani}}
* ''[[Amori di mezzo secolo]]'', episodio ''Dopoguerra 1920 ''con [[Alberto Sordi]], regia di [[Mario Chiari]] (1954)
* ''[[Vecchia guardia (film)|Vecchia guardia]]'', regia di [[Alessandro Blasetti]] (1935)
* ''[[Tecnica di un colpo di Stato: la marcia su Roma]]'', miniserie TV regia di [[Silvio Maestranzi]] (1978)
 
== CollegamentiVoci esternicorrelate ==
* [[Benito Mussolini]]
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo640480.aspx?id=345 Il mistero delle teste di Modigliani (La storia siamo noi)]
* [[Fascismo]]
* {{Cita web|autore=Sandro Barbagallo|url=http://sandrobarbagallo.blogspot.com/2011/01/la-boheme-di-modi.html|titolo=La bohème di Modì}}
* [[Governo Mussolini]]
* [http://www.secretmodigliani.com/1906-14.html Opere realizzate dal 1906-1914]
* [[Rivoluzione fascista]]
* [http://www.secretmodigliani.com/1915.html Opere realizzate dal 1915]
* [[Storia dell'Italia fascista]]
* [http://www.secretmodigliani.com/1916.html Opere realizzate dal 1916]
* [http://www.secretmodigliani.com/1917.html Opere realizzate dal 1917]
* [http://www.secretmodigliani.com/1918.html Opere realizzate dal 1918]
* [http://www.secretmodigliani.com/1919.html Opere realizzate dal 1919]
* [http://www.secretmodigliani.com/ffakers.html Studio falsari famoso]
 
== Altri progetti ==
{{Amedeo Modigliani}}
{{interprogetto}}
{{Controllo di autorità|VIAF=17232808|LCCN=n/79/59541}}
{{Portale|biografie|ebraismo|livorno|pittura|scultura}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:Pittori ebrei]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Ebrei italiani]]
* [https://query.nytimes.com/gst/abstract.html?res=9802E6DD1F39EF3ABC4950DFB6678389639EDE L'entrata a Roma del 30 ottobre] in un articolo del ''[[New York Times]]''
[[Categoria:Franco-italiani]]
* [https://query.nytimes.com/gst/abstract.html?res=9C03E0DE1F39EF3ABC4850DFB6678389639EDE ''La grande armata fascista pronta ad entrare a Roma''] articolo del ''New York Times'' del 30 ottobre.
[[Categoria:Amedeo Modigliani| ]]
* {{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1922&month=10&day=28|titolo=Cinquantamila Giorni}}
 
{{Fascismo movimento (1914-1922)}}
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{{Controllo di autorità}}
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{{Portale|fascismo|italia|politica|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Colpi di Stato]]
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[[Categoria:Fascismo]]
[[Categoria:Fascismo (movimento)]]
[[Categoria:Storia di Roma nell'età contemporanea]]