Lancia Dilambda e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 maggio 29: differenze tra le pagine

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}}La '''Dilambda''' è un'[[automobile]] prodotta dalla [[case automobilistiche|casa]] [[Torino|torinese]] [[Lancia (azienda)|Lancia]] dal [[1928]] al [[1935]].
 
==Il contesto==
[[Immagine:Dilambda torpedo.jpg|200px|left|thumb|La Dilambda in versione "torpedo"]]
Il progetto ''Dilambda'' prese l’avvio nel [[1926]] quando [[Vincenzo Lancia]], che di certo non era tipo da vivere sugli allori, decise di riproporre al pubblico una erede della [[Lancia Trikappa|Trikappa]] da equipaggiare sempre con un grosso [[motore]] ad 8 cilindri.
 
Inizialmente, il modello previsto (con denominazione d’officina 220), di chiara ispirazione [[Lancia Lambda|Lambda]], avrebbe dovuto contenere la [[cilindrata]] attorno ai 3 litri-3 litri e mezzo.
 
In quel periodo, destino volle che alla [[Lancia (azienda)|Lancia]] facesse visita un americano, tale Flocker, che non impiegò molto a convincere Vincenzo circa gli ampi orizzonti che si potevano aprire per la [[case automobilistiche|Casa]] [[Torino|torinese]] entrando nell’enorme mercato automobilistico [[Stati Uniti d'America|statunitense]].
 
Senza neppure avvertire i suoi più stretti collaboratori, Vincenzo fece subito abbandonare il progetto in corso per dirottare gli studi verso una vettura più grande.
 
==Le basi progettuali==
[[Immagine:Dilambda berlina.jpg|200px|right|thumb|La Dilambda in versione "berlina" 4 porte-6 luci]]
Convinto (a ragion veduta) che la struttura portante non si addica ad un modello grosso e pesante, monsù Lancia affida all'ufficio tecnico il compito di progettare un telaio che sia il più robusto e rigido possibile, al quale applicare comunque la [[sospensione (meccanica)|sospensione]] anteriore a [[ruota|ruote]] indipendenti secondo lo schema della sorella minore Lambda.
Il primo telaio costruito, costituito da longheroni scatolati e [[brevetto|brevettato]] nel [[giugno]] del [[1927]], viene successivamente modificato e nel [[gennaio]] [[1928]] un ulteriore brevetto descrive quello che alla fine corrisponderà al telaio della Dilambda: telaio a longheroni scatolati, con crociera ad “X” (anch’essa in lamiera scatolata e con fori atti al passaggio dell'[[albero di trasmissione]]) e con serbatoio posteriore del [[carburante]] avente funzione di traversa di irrigidimento.
 
==I prototipi==
A [[Torino]] intanto si lavora attorno ad una decina di lussuosi esemplari “pre-serie”, destinati ad essere spediti a [[New York]] per essere esposti alla ''Commodore Hall''. Le caratteristiche tecniche salienti della Dilambda erano: il [[Motore a combustione interna|motore]] è un 8 [[motore a V|cilindri a V]] di 24° la cui cilindrata risulta un po' ridotta nei confronti di quella della progenitrice [[Lancia Dikappa|Dikappa]]: 4 litri (contro 4,6). Proseguendo il confronto, si nota come la [[potenza (fisica)|potenza]] massima risulti praticamente invariata (circa 100 [[cavallo vapore|HP]] che ora vengono erogati ad un regime di 3800/4000 giri). Stando a quanto scrivono riviste specializzate dell'epoca, le doti maggiori della Dilambda sono la elasticità di marcia (si dice che la vettura possa addirittura partire da ferma in quarta marcia) e, a dispetto delle dimensioni, la maneggevolezza. Quanto alla [[velocità]] massima, essa è compresa tra i 120 ed i 130 [[chilometro orario|chilometri orari]] e varia a seconda della versione (rapporto al ponte, misura del passo e quindi peso, sono i fattori che la influenzano).
 
==Le caratteristiche==
[[Immagine:Lancia Dilambda 2Serie1930.jpg|thumb|right|Lancia Dilambda 2ª Serie del 1931]]
Tra le molte particolarità della Dilambda vanno citate la applicazione di particolari [[cuscinetto (meccanica)|cuscinetti]] (detti “silentbloc”) alle articolazioni, una particolare [[pompa]] di lubrificazione del motore, il [[termostato]] per la regolazione della [[temperatura]] dell'acqua di raffreddamento, la lubrificazione “centralizzata” del telaio. Di serie, la Dilambda viene prodotta in versione [[berlina]] e [[Torpedo (automobile)|torpedo]], ma è in un certo senso l'autotelaio a recitare la parte del leone: non si contano, infatti, le realizzazioni dei maggiori carrozzieri (italiani e stranieri) su base meccanica della Dilambda. Una interessante curiosità: è [[Pininfarina]] – che ancora non ha aperto la sua carrozzeria – a suggerire a Vincenzo Lancia l'adozione, in sintonia con lo [[stemma]] posto sul radiatore, dei singolari ed originali fari a forma di scudo.
 
Il modello iniziale - costruito con telaio da [[centimetro|cm]] 347,5 – viene definito “tipo 227” e viene prodotto, in due serie, dal [[1929]] al [[1931]], in 986 pezzi (879 della prima serie e 107 della seconda serie) mentre del “tipo 229” a passo corto, che viene ad affiancarsi alla “227” nel ’31, se ne costruiscono 418 (225 prima serie e 193 seconda serie). Poi, nel [[1933]] viene lanciata l'ultima Dilambda, definita come “tipo 232”, che torna al passo lungo e che viene prodotta sino al [[1935]] in 281 unità.
 
==La produzione==
I numeri di produzione di cui sopra, ancorché probabilmente sostanzialmente corretti nel loro insieme (anche se pare non includano i 12 esemplari di “pre-serie”) vanno però considerati con cautela allorché ci si riferisce ai dati delle singole versioni (ad esempio, pare che alcune [[autovettura|vetture]] della prima serie siano successivamente state modificate in seconda serie e così via).
Tra il 1929 ed il 1935 le Dilambda costruite risultano dunque quasi 1.700: il numero può sembrare modesto, ma occorre considerare che l'uscita della vettura va a coincidere con il difficile periodo economico seguito al crollo di [[Wall Street]] e che il suo prezzo di vendita è quasi proibitivo: nel 1931, un telaio Dilambda costa 58.000 [[lira italiana|lire]], mentre, per fare un raffronto, il telaio [[Lancia Artena|Artena]] costa meno della metà (24.500 lire) ed una [[Fiat 514|Fiat 514 spyder]], completa, si può comperare a 14.900 lire.
 
==Le diverse serie==
===Prima serie===
'''Periodo di produzione''': dal 1929 ai primi mesi del 1931
 
[[Prototipo|Prototipi]] e pre-serie a parte, l’autotelaio Dilambda veniva ufficialmente presentato al [[Salone dell'automobile|Salone]] di [[Parigi]] dell'autunno 1929.
Nel 1930 la produzione proseguiva tranquillamente e con successo (847 esemplari), poi, nel’31, alla normale Dilambda del tipo 227 si affiancava la tipo 229, cioè la versione a passo corto (cm 329 anziché 347,5)
In quello stesso 1931, entrambi i modelli (il normale 227 e il “passo corto” 229) ricevevano alcune modifiche che li facevano definire come “seconda serie”.
 
<div class="NavFrame" style="width:100%; ">
<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda prima serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
|-
|width=20%|Modelli||tipo 227, passo lungo (cm 347,5)<br/>tipo 229, passo corto (cm 329),a partire dal 1931
|-
|Numerazioni progressive|| da 13 a 891 per il tipo 227, da 1201 a 1425 per il tipo 229
|-
|Numerazioni dei telai|| tra 27-13 e 27-1075, per il tipo 227 (inclusa seconda serie), tra 29-103 e 29-1204 per il tipo 229 (inclusa seconda serie)
|-
|Unità prodotte|| 1104 (879 “227” e 225 “229”)
|-
|[[Motore]]|| '''tipo 81'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale con cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
|-
|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
|-
|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
|-
|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
|-
|[[Rapporto di compressione]]||5,25:1
|-
|[[Potenza (fisica)|Potenza]] max||100 HP a 3800-4000 giri/minuto
|-
|Lubrificazione||forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro “autopulente” (pompa olio supplementare per il reintegro dell’olio consumato); coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito litri 12
|-
|[[Impianto di raffreddamento|Raffreddamento]]||[[raffreddamento a liquido|ad acqua]], a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 24
|-
|Accensione||a [[spinterogeno]] Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
|-
|Alimentazione||[[carburatore]] verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
|-
|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
|-
|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
|-
|[[Frizione (meccanica)|Frizione]]||monodisco a secco
|-
|[[Cambio (meccanica)|Cambio]]||cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia; rapporti: I=2,80;II=2,20;III=1,488;IV=1:1;RM=3,70:1
|-
|Rapporto al ponte||rapporto finale di riduzione, con coppia ipoide: 11/52 (4,727:1)
|-
|Scocca||[[telaio (meccanica)|telaio]] in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
|-
|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
|-
|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
|-
|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione dulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori
|-
|[[Sterzo]]||a vite senza fine e ruota elicoidale; guida a destra (qualche autotelaio con guida a sinistra); diametro di sterzata nt 12,50 (mod 227 a passo lungo) e mt 12,00 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Ruote|| a raggi Rudge Whitwort
|-
|[[Pneumatico|Pneumatici]]||misure 16 x 50; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,75 anteriormente, 3,00 posteriormente
|-
|[[Passo (veicoli)|Passo]]||cm 347,5 (mod. 227 a passo lungo) e cm 329 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Altezza minima da terra|| cm 19,7
|-
|Carreggiate anter-poster||cm 146,2-148,0 (mod. 227 a passo lungo) e cm 142,4-144,2 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Lunghezza x larghezza||autotelaio mod.227 (passo lungo) cm 495 x cm 175,0
|-
|Peso a vuoto|| autotelaio (approssimativamente) : Kg 1.250 (mod. 227 a passo lungo) e Kg 1.200 (mod. 229 a passo corto)
|-
|[[Velocità]] massima||variabile tra 120 e 130&nbsp;km/h a seconda del peso e dell’allestimento della carrozzeria); le velocità massime raggiungibili nelle varie marce, per il modello 227 con velocità massima di 120&nbsp;km/h, sono : I=43&nbsp;km/h, II=55&nbsp;km/h, III=80&nbsp;km/h
|-
|Pendenza massima superabile||in prima marcia, tra il 22% ed il 24%
|-
|Consumo||medio, compreso tra 18 e 19 litri ogni 100&nbsp;km
|-
|Tassa di circolazione||potenza fiscale in Italia CV 40; bollo di circolazione (nel 1936) Lire 1.200 annue
|-
|}
</div></div>
 
===Seconda serie===
'''Periodo di produzione''': dal 1931 alla fine del 1932
 
La seconda serie Dilambda (sempre in due modelli, il 227 a passo lungo ed il 229 a passo corto) inizia nel corso del 1931 e prosegue in pratica quasi due anni, sino alla fine del 1932.
 
Le modifiche che danno origine alla seconda serie (che si distingue esteriormente dalle “prima serie” per la [[Calandra (veicoli)|calandra]] anteriore, che qui è simile a quella delle ultime Lambda, con persiane verticali) possono così sintetizzarsi: migliorie all'impianto frenante (adozione servofreno Delawandre e tamburi freni più piccoli ma più larghi), variazioni al cambio (ora con la presa diretta per la III e la IV marcia) ed al [[differenziale (meccanica)|differenziale]], modifiche alla strumentazione, nuovi rapporti del cambio e del rinvio, adozione di gomme 16 x 45.
 
<div class="NavFrame" style="width:100%; ">
<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda seconda serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
|-
|width=20%|Modelli||tipo 227, passo lungo (cm 347,5)<br/>tipo 229, passo corto (cm 329)
|-
|Numerazioni progressive|| da 892 a 997 e la 1001 per il tipo 227, da 1426 a 1618 per il tipo 229
|-
|Numerazioni dei telai|| tra 27-13 e 27-1075, per il tipo 227 (inclusa prima serie), tra 29-103 e 29-1204 per il tipo 229 (inclusa prima serie)
|-
|Unità prodotte|| 300 (107 “227” e 193 “229”)
|-
|[[Motore]]||'''tipo 81A'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio speciale con cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
|-
|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
|-
|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
|-
|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
|-
||Rapporto di compressione||5,25:1
|-
|[[Potenza (fisica)|Potenza]] max||100 HP a 3800-4000 giri/minuto
|-
|Lubrificazione||forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro “autopulente” (pompa olio supplementare per il reintegro dell’olio consumato); coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito litri 12
|-
|Raffreddamento||ad acqua, a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 26
|-
|Accensione||a spinterogeno Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
|-
|Alimentazione||carburatore verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
|-
|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
|-
|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
|-
|[[Frizione (meccanica)|Frizione]]||monodisco a secco
|-
|[[Cambio (meccanica)|Cambio]]||cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia; rapporti: I=2,14;II=1,93;III=1,37;IV=1:1;RM=3,70:1
|-
|Rapporto al ponte||rapporti finale di riduzione, con coppia ipoide: 11/52 (4,727:1) oppure 12/51 (4,250:a) oppure 13/53 (4,077:1)
|-
|Scocca||telaio in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
|-
|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
|-
|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
|-
|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione sulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori; adozione del servofreno “Delawandre”
|-
|Sterzo||a vite senza fine e ruota elicoidale; guida a destra (qualche autotelaio con guida a sinistra); diametro di sterzata mt 12,50 (mod 227 a passo lungo) e mt 12,00 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Ruote|| a raggi Rudge Whitwort
|-
|[[Pneumatico|Pneumatici]]||misure 16 x 45; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,75 anteriormente, 3,00 posteriormente
|-
|Passo||cm 347,5 (mod. 227 a passo lungo) e cm 329 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Altezza minima da terra|| cm 19,7 (modello 227) e cm 19,5 (modello 229)
|-
|Carreggiate anter-poster||cm 146,2-148,0 (mod. 227 a passo lungo) e cm 142,4-144,2 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Lunghezza x larghezza || autotelaio: cm 486,6 x cm 174,7 (mod. 227 a passo lungo) e cm 454,0 x 171,0 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Peso a vuoto|| autotelaio (approssimativamente) : Kg 1.300 (mod. 227 a passo lungo) e Kg 1.250 (mod. 229 a passo corto); le vetture carrozzate pesano attorno ai 2.000-2.100&nbsp;kg
|-
|[[Velocità]] massima||variabile tra 120 e 130&nbsp;km/h a seconda del rapporto finale di riduzione, del peso e dell’allestimento della carrozzeria)
|-
|Pendenza massima superabile|| in prima marcia, tra il 22% ed il 24%
|-
|Consumo||medio, compreso tra 18 e 19 litri ogni 100&nbsp;km
|-
|Tassa di circolazione||potenza fiscale in Italia CV 40; bollo di circolazione (nel 1936) Lire 1.200 annue
|-
|Prezzo in Italia||nel 1931 Lire 58.000 l’autotelaio a passo corto, Lire 60.000 l’autotelaio a passo lungo e Lire 88.500 la vettura carrozzata “Limousine”
|-
|}
</div></div>
 
===Serie 232===
'''Periodo di produzione''': dal 1933 al 1935
 
Quella che può considerarsi come l'ultima serie Dilambda (definita peraltro come modello 232) ha una vita di circa tre anni (1933/35): si tratta in buona sostanza di un autotelaio - la cui misura del passo corrisponde a quella del precedente modello 227 (quindi di cm 347,5) – modificato per poter più agevolmente montare le carrozzerie fuori serie più basse e semi-aerodinamiche tipiche del periodo.
 
Rispetto alla seconda serie, variano dunque soltanto i dati dell'autotelaio (che risulta anche un po' più pesante)
 
<div class="NavFrame" style="width:100%; ">
<div class="NavHead" style="background:#f7f8ff; text-align:center; font-size:120%">Caratteristiche della Lancia Dilambda terza serie
</div><div class="NavContent" >
{| class="wikitable" style="width:100%; text-align:left; font-size:95%"
|-
|width=20%|Modelli||tipo 232, a passo lungo (cm 347,5)
|-
|Numerazione progressiva|| da 1 a 283
|-
|Numerazione del telaio|| da 32-1001 a 32-1283
|-
|Unità prodotte|| 281
|-
|-|[[Motore]]||'''tipo 81A'''; anteriore, longitudinale, monoblocco; testa (riportata) in ghisa; albero a gomiti su 5 supporti; bielle in acciaio specialecon cuscinetti antifrizione riportati; pistoni in lega d’alluminio; cilindri in ghisa speciale fusi in blocco col basamento
|-
|Numero e posizione cilindri||8 cilindri a V di 24°
|-
|[[Cilindrata]]||cmc 3958,16 (alesaggio mm 79,37 – corsa mm 100)
|-
|[[Distribuzione (meccanica)|Distribuzione]]||valvole in testa, verticali (diametro mm 38) comandate da bilancere e rullo; albero a camme in testa centrale comandato da catena con doppio rinvio e due tenditori automatici
|-
||Rapporto di compressione||5,25:1
|-
|[[Potenza (fisica)|Potenza]] max||100 HP a 3800-4000 giri/minuto
|-
|Lubrificazione||forzata, con pompa ad ingranaggi e filtro “autopulente” (pompa olio supplementare per il reintegro dell’olio consumato); coppa dell’olio in alluminio; capacità del circuito litri 12
|-
|Raffreddamento||ad acqua, a circolazione forzata con pompa (montata sul coperchio dello spinterogeno ed azionato da catena) e termostato per regolazione temperatura; capacità circuito litri 26
|-
|Accensione||a spinterogeno Bosch (anticipo 18°, anticipo automatico 20°); ordine d’accensione:1-8-3-6-7-2-5-4; candele Bosch tipo M 145/1
|-
|Alimentazione||carburatore verticale Zenith 105 a doppio corpo e con pompa d’accelerazione
|-
|Impianto elettrico||a 12 Volt - 130 Watt – due batterie da 6 volts cad. e 75 Ah, collegate in serie
|-
|[[Trasmissione (meccanica)|Trasmissione]]||trazione sulle ruote posteriori
|-
|[[Frizione (meccanica)|Frizione]]||monodisco a secco
|-
|[[Cambio (meccanica)|Cambio]]||cambio in blocco col motore, a 4 rapporti + retromarcia; rapporti: I=2,80;II=2,20;III=1,488;IV=1:1;RM=3,70:1
|-
|Rapporto al ponte||rapporti finale di riduzione, con coppia ipoide: 12/55 (4,583:1)
|-
|Scocca||telaio in acciaio scatolato, longheroni e traverse a crociera (a X)
|-
|[[Sospensione (meccanica)|Sospensioni]] ant.|| a ruote indipendenti del tipo a cannocchiale (sistema Lancia) con ammortizzatori idraulici Hatford
|-
|Sospensioni post.||ad assale rigido, con balestre longitudinali semiellittiche (estremità anteriori balestre montate su “Silentbloc” , estremità posteriori montate su biscottini) ed ammortizzatori meccanici a frizione
|-
|Impianto [[Freno|frenante]]|| freno meccanico a pedale agente sulle 4 ruote, con ganasce ad espansione e tamburi in alluminio; sistema brevettato di sicurezza che assicura la corretta ripartizione dulle 4 ruote dell’azione frenante; freno a mano agente sui tamburi delle ruote posteriori; adozione del servofreno “Delawandre”
|-
|Sterzo||a vite senza fine e ruota elicoidale; guida a destra (qualche autotelaio con guida a sinistra); diametro di sterzata nt 12,50 (mod 227 a passo lungo) e mt 12,00 (mod. 229 a passo corto)
|-
|Ruote|| a raggi Rudge Whitwort
|-
|[[Pneumatico|Pneumatici]]||misure 16 x 50; pressioni gonfiaggio Kg/cm2 2,75 anteriormente, 3,00 posteriormente
|-
|Passo||cm 347,5
|-
|Altezza minima da terra|| cm 19,5
|-
|Carreggiate anter-poster||cm 142,4-144,2
|-
|Lunghezza x larghezza||autotelaio cm 505,2 x cm 171,0
|-
|Peso a vuoto|| l’autotelaio pesa Kg 1.350 circa mentre le vetture carrozzate pesano attorno ai 2.150&nbsp;kg
|-
|[[Velocità]] massima||circa 120&nbsp;km/h
|-
|Pendenza massima superabile|| in prima marcia, tra il 23% ed il 24%
|-
|Consumo||medio, compreso tra 18 e 19 litri ogni 100&nbsp;km
|-
|Tassa di circolazione||potenza fiscale in Italia CV 40; bollo di circolazione (nel 1936) Lire 1.200 annue
|-
|}
</div></div>
 
==Dati produttivi==
{| {{prettytable|width=40%|text-align=left}} style="font-size:95%;float:left;background:#FFF; margin-left: 10em; margin-top: 0.2em; margin-bottom: 0.5em; "
|colspan="2" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Per anno'''</big>
|-
|-bgcolor="#CCCCCC"
! align="center" | '''Anno''' || align="center" |'''Esemplari'''
|-
|align="center" |1928 || align="right" | 6
|-
|align="center" |1929 || align="right" | 22
|-
|align="center" |1930 ||align="right" |847
|-
|align="center" |1931 ||align="right" | 383
|-
|align="center" |1932 || align="right" |136
|-
|align="center" |1933 ||align="right" |107
|-
|align="center" |1934 || align="right" |95
|-
|align="center" |1935 || align="right" |89
|-
|bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Totale'''</big> || bgcolor="#CCCCCC" align="right" | <big>'''1.685'''<br/></big>
|}
{| {{prettytable|width=40%|text-align=left}} style="font-size:95%;float:right;background:#FFF; margin-right: 10em; margin-top: 0.2em; margin-bottom: 0.5em; "
|-
|colspan="2" bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Per modello'''</big>
|- bgcolor="#CCCCCC"
! align="center" | '''Modello''' || align="center" |'''Esemplari'''
|-
|227, prima serie (1928/31) || align="right" | 879
|-
|229, prima serie (1931) || align="right" | 225
|-
|227, seconda serie (1931) ||align="right" |107
|-
|229, seconda serie (1931/33) ||align="right" | 193
|-
|232 (1933/35) || align="right" |281
|-
|bgcolor="#CCCCCC" align="center" | <big>'''Totale'''</big> || bgcolor="#CCCCCC" align="right" | <big>'''1.685'''<br/></big>
|}
<br clear=all>
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
*[http://www.quattroruote.it/autoclassiche/automoto/protagoniste/visualizza_articolo.cfm?codice=12087&sez=Protagoniste La Dilambda su "Ruoteclassiche"]
 
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[[Categoria:Automobili Lancia|Dilambda]]
 
[[de:Lancia Dilambda]]
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