Storia del Football Club Internazionale Milano e Cristiano Barbarossa: differenze tra le pagine

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{{F|registi italiani|aprile 2018}}
{{torna a|Football Club Internazionale Milano}}
{{Bio
==Gli esordi (1908-1920)==
|Nome = Cristiano
[[Immagine:Inter 1° Scudetto 1909-10.jpg|right|thumb|150px|L'Inter del primo scudetto]]
|Cognome = Barbarossa
Il Football Club Internazionale Milano nacque al ristorante ''L'Orologio'' la sera del [[9 marzo]] [[1908]] da una costola di 43 dissidenti del preesistente AC Milan, il quale aveva imposto di non far giocare calciatori stranieri e aveva deciso di non partecipare a nessun torneo nazionale. Il nome scelto per la nuova squadra volle simboleggiare la volontà cardine della società: dare la possibilità a giocatori non italiani di vestire questa maglia. Ai giorni nostri l'Inter è la squadra italiana con il maggior numero di giocatori stranieri, avendo soltanto 4 italiani su una rosa di 27 giocatori.
|Sesso = M
[[Immagine:Inter 1919-20.jpg|thumb|275px|left|L'Inter vittoriosa non appena conclusa la Grande Guerra.]]
|LuogoNascita = Roma
Al primo presidente [[Giovanni Paramithiotti]] successero nel [[1909]] [[Ettore Strauss]] e nel [[1910]] [[Carlo De Medici]]. Quest'ultimo, a sole due stagioni dalla fondazione, portò l'Inter allenata da [[Virgilio Fossati|Fossati]] ad aggiudicarsi il primo [[scudetto]], grazie al successo per 10-3 in finale contro la quarta squadra di undicenni della [[Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio|Pro Vercelli]], mandata in campo per protesta in seguito al rifiuto da parte della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|F.I.F.]] (Federazione Italiana del Football) di spostare la data del match, nonostante gli impegni in tornei militari di alcuni vercellesi.
|GiornoMeseNascita = 24 marzo
Allo scudetto seguirono quattro stagioni fiacche, durante le quali la presidenza cambiò diverse volte: entrarono in carica [[Emilio Hirzel]] ([[1912]]), [[Luigi Ansbacher]] ([[1914]]) e nello stesso anno [[Giuseppe Visconti Di Modrone]], che rimane al vertice della società fino al 1919, quando la carica sarà rilevata da [[Giorgio Hulss]]. Durante la presidenza [[Giuseppe Visconti Di Modrone|Modrone]] divampò la [[Prima guerra mondiale]]: essa portò all'interruzione del [[Prima Categoria 1914-1915|Campionato 1914/15]] e alla sospensione di tutti i successivi. Arruolamenti e relative perdite non intralciarono però il cammino nerazzurro, che nel [[Prima Categoria 1919-1920|1919/20]] vinse il primo [[Scudetto]] del dopoguerra vincendo 3-2 la Finale contro il [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|Livorno]] sul neutro di [[Bologna]]: il presidente era [[Francesco Mauro]] l'allenatore [[Nino Resegotti]]. altri calciatori ammessi alla primavera dell'Inter sono: Di Rienzo Mirco.
|AnnoNascita = 1968
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = autore televisivo
|Attività2 = regista
|Nazionalità = italiano
}}
 
Ha vinto il [[Premio Flaiano]], il [[Premio Ilaria Alpi]], il [[Roma Fiction Fest]] ed ha ottenuto una Nomination al [[Globo d'Oro]].
==L'Ambrosiana, regno di Meazza (1920-1944)==
{{vedi anche|Associazione Sportiva Ambrosiana}}
<div style="float:left; font-size:85%; width:250px; border:1px; border-style:solid; padding:15px; margin-left:1em; margin-right:15px;margin-bottom:15px; text-align:left">
'''Retrocessione sfiorata nel [[Prima Divisione 1921-1922|1921/22]]'''
 
Ha scritto, diretto, curato la fotografia e co-prodotto il film - [[documentario]] [[A Slum Symphony]], trasmesso in [[Italia]] in prima serata su [[Rai3]] e in [[Giappone]], [[Paesi Bassi]], [[Spagna]], [[Cina]], [[Australia]], [[Irlanda]], [[Canada]] e altri paesi ancora. Ha scritto e diretto il film verità ''[[L'infiltrato - Operazione clinica degli orrori]]'' trasmesso in prima serata sempre su [[Rai3]]. Con ''[[Indagine Villa Borea]]'', un documentario sui terribili maltrattamenti a danno degli anziani in una casa di riposo di [[Sanremo]] ha vinto il [[Premio Ilaria Alpi]] (Premio Speciale Auser). Ha scritto, diretto e ideato assieme a Fulvio Benelli il programma di film documentari di [[prima serata]] incentrati sui grandi casi giudiziari, ''[[Tutta la verità (programma televisivo)|Tutta la verità]]'', per [[Discovery Channel (Italia)]] in onda su NOVE dell'aprile 2018 con le prime due puntate dedicate alla [[Strage di Erba]] e al [[Delitto di Avetrana]]. La seconda stagione del 2019 ha visto in onda le puntate "Giallo Pantani" dedicata agli aspetti controversi della sospensione dal [[Giro d'Italia]] e della morte del campione di ciclismo [[Marco Pantani]], "Il [[Delitto di Garlasco]]" e in due parti “L'Enigma del Mostro di Firenze" dedicato appunto alle vicende del [[Mostro di Firenze]] dal [[1968]] sino agli ultimissimi sviluppi d'indagine.
La Stagione [[Prima Divisione 1921-1922|1921/22]] fu caratterizzata da due federazioni distinte, [[CCI]] (Confederazione Calcistica Italiana) e [[FIGC]], che organizzarono due Campionati indipendenti.
L'Inter prese parte al Campionato [[CCI]] e arrivò ultima nel Girone B della Lega Nord.</br>Il Campionato si concluse il [[30 marzo]] [[1922]] con questi piazzamenti finali:
 
Come [[regista]] e [[autore]] del programma televisivo ''[[Superquark]]'', [[RAI1]], ha realizzato oltre settanta servizi e [[reportage]] di vario genere, dal [[terremoto]] a [[L'Aquila]], ai vulcani in [[Islanda]], dal boom economico brasiliano sino ai segreti del [[Futbol Club Barcelona]], dalle coltivazioni di [[coca]] in [[Colombia]] fino alle scuole in [[Danimarca]] e [[Polonia]], dalle tecniche di [[restauro]] sino ai temi legati alla [[Sanità]], oltre a numerosi servizi di divulgazione scientifica e tecnologica. Ha inoltre ricevuto il [[Premio Flaiano]] per la televisione e il [[Roma Fiction Fest]], oltre a una nomination al [[Globo d'Oro]] con il film documentario ''[[A Slum Symphony]]'': un lungometraggio sul Sistema di Orchestre Sinfoniche Infantili del Venezuela fondato da [[José Antonio Abreu]]. Nel 2012 è ideatore e autore di ''[[Sirene (programma televisivo)|Sirene]]'', in onda su [[Rai3]] per il quale ha realizzato la regia di numerosi reportage sulle differenti mafie, italiane e straniere, presenti nel nostro paese, dalla [[Mafia Cinese]], sino alla [['ndrangheta]] e la [[camorra]]. Programma di cui ha curato la nuova edizione nel 2019 in onda su Nove, con un documentario, tra gli altri, dedicato alla [[mafia nigeriana]].
[[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] 37, [[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912|Alessandria]] 28, [[Pisa Calcio|Pisa]] 27, [[Modena Football Club|Modena]] 26, [[Calcio Padova|Padova]] 23, [[Torino Calcio|Torino]] 20, [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]] 20, [[Associazione Calcio Legnano|Legnano]] 20, [[Savona Calcio|Savona]] 18, [[Associazione Calcio Venezia 1907|Venezia]] 17, [[Brescia Calcio|Brescia]] 15, Inter 11.
 
Sempre per Raitre ha diretto "Lo sguardo negato: l'Iraq prima e dopo la guerra" ("Irak,&nbsp;un nouveau regard", Histoire), un [[documentario]] sull'[[Iraq]] girato tra il periodo immediatamente precedente all'inizio della [[Seconda Guerra del Golfo]] e quello successivo alla dichiarazione della fine delle ostilità. Negli anni '90 ha collaborato alla regia con [[Paolo Brunatto]] e scritto per Rai3 i documentari ''Lungo il Fiume'' sugli [[indios]] del fiume [[Orinoco]], nella foresta amazzonica del [[Venezuela]] e ''Angeli & Killer'' sui baby [[Sicario|sicari]] di [[Medellín]]. Sempre in Colombia ha realizzato "Gli Aquiloni" (Rai3), sul quarantennale conflitto tra [[guerriglia]], [[paramilitari]] ed Esercito. Per [[Rai3]] ha realizzato "Bananas", girato in [[Guatemala]], sulle difficili condizioni dei lavoratori del settore bananiero. Per La7 ha realizzato "Ultima Leva" un documentario in 4 puntate sull'ultimo anno di [[Servizio militare di leva in Italia]]. Nel 2017 ha scritto e diretto "A Single Origin" un documentario di viaggio in quattro puntate per [[Rai2]] realizzato tra [[Brasile]] e [[Perù]] con l'esploratore [[Alex Bellini]], oltre a [[Zico]] e la campionessa di [[surf]] [[Sofía Mulánovich]].
La soluzione dei due Campionati non era però gradita, e dopo aspre polemiche il [[26 giugno]] [[1922]] i dirigenti della [[FIGC]] e della [[CCI]] si riunirono a [[Brusnengo]] per elaborare una nuova composizione unitaria dei gironi nella successiva Stagione [[Prima Divisione 1922-1923|1922/23]]. Arbitro e mediatore fu Emilio Colombo, direttore della [[La Gazzetta dello Sport|Gazzetta dello Sport]]. Si giunse a un accordo fra le società rivali, e il reintegro della [[CCI]] all'interno della [[FIGC]] comportò la sostituzione delle Categorie con sei "Divisioni" sul modello inglese. La Prima e la Seconda furono dirette a livello nazionale da una sinergia di Lega Nord e Lega Sud, mentre le altre vennero demandate ai Comitati Regionali, confinati a un ruolo di secondo piano.</br>Per determinare la composizione delle prime due Divisioni furono organizzati degli spareggi, e contro l'Inter fu sorteggiata la [[A.C.F. Fiorentina|Libertas]] di [[Firenze]]. Il [[9 luglio]] [[1922]] a [[Milano]] l'Inter si impose 3-0 con doppietta di [[Tullio Aliatis]] e gol di [[Ermanno Aebi]], detto "Signorina". L'1-1 nel ritorno del [[16 luglio]] a [[Firenze]] ammise l'Inter in Prima Divisione.
</div>
 
Produce, scrive e dirige la docu-fiction ''Sua Maestà Anatomica - Morgagni Oggi'', presentata nel 2019, dedicata alla figura del fondatore dell'anatomia patologica, [[Giovan Battista Morgagni]].
Allo Scudetto seguì un lungo periodo anonimo, segnato solo da una retrocessione evitata per un soffio (riquadro a lato) e, dopo molti piazzamenti di media classifica nei Gironi interregionali, da un quinto posto nel [[Divisione Nazionale 1926-1927|1926/27]]. Ci furono due cambi di presidenza: nel [[1923]] a [[Francesco Mauro|Mauro]] successe [[Enrico Olivetti]], e nel [[1926]] fu la volta di [[Senatore Borletti]]. La panchina vide invece alternarsi [[Bob Spotishwood]], [[Paolo Schiedler]], [[Arpad Weisz|Arpad Veisz]] e [[Jozsef Violak|Giuseppe Viola]].
 
==Collegamenti esterni==
Con l'arrivo del [[Regime fascista|"Ventennio"]], l'Inter si vide costretta a cambiare ragione sociale: il [[Partito Nazionale Fascista|Partito Fascista]] non apprezzava infatti il nome "Internazionale", che non rispettava la tradizionale italianità promossa dalla linea di governo e richiamava troppo esplicitamente l'Internazionale per antonomasia, vale a dire la [[Comintern|Terza Internazionale comunista]].
*[https://web.archive.org/web/20151006045113/http://www.schermaglie.it/primopiano/1657/a-slum-symphony-intervista-a-cristiano-barbarossa A Slum Symphony - Intervista a *http://bocca.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/12/16/20148/
Nell'estate del [[1928]], sotto la guida del presidente [[Senatore Borletti]] (entrato in carica nel [[1926]]), l'F.C. Internazionale si fuse con l'[[Unione Sportiva Milanese]], mutando nome e casacca e divenendo "[[Associazione Sportiva Ambrosiana]]", con tenuta bianca rossocrociata (colori di [[Milano]]) e segnata dal fascio littorio.
 
{{portale|biografie|cinema|televisione}}
La nuova divisa durò soltanto pochi mesi, e di nuovo in nerazzurro (ma con il colletto a scacchi bianconeri, colori sociali dell'U.S. Milanese), la squadra di nuovo allenata da [[Arpad Weisz|Arpad Veisz]] e guidata dai presidenti [[Ernesto Torrusio]] ([[1929]]) e [[Oreste Simonotti]] ([[1930]]) conquistò il terzo [[Scudetto]] in occasione del primo Campionato a girone unico senza suddivisioni geografiche, la [[Serie A]] del [[Serie A 1929-1930|1929/30]], raggiungendo anche la semifinale di [[Mitropa Cup]], coppa riservata ai club più forti di [[Austria]], [[Italia]], [[Ungheria]], [[Cecoslovacchia]], [[Romania]] e [[Regno di Jugoslavia|Jugoslavia]]. In questo Campionato inoltre ricevette la consacrazione definitiva [[Giuseppe Meazza]], detto "Balilla", bomber nerazzurro brillante sostituto degli "ex" [[Antonio Powolny]], [[Fulvio Bernardini]] e [[Luigi Cevenini III]].
[[Categoria:Registi televisivi italiani]]
 
Il quinto posto nel [[Serie A 1930-1931|1930/31]] portò un'aria di cambiamento alla società: il nuovo timoniere [[Ferdinando Pozzani]], soprannominato "Generale Po" per i modi autarchici, lasciò andare molte bandiere, cambiò allenatore ([[Istvan Toth]]) e ottenne dalla [[FIGC]] il permesso per assumere la denominazione di Ambrosiana-Inter. Lo stravolgimento societario non portò però risultati, che si limitarono ad un deludente sesto posto.
Il nuovo ritorno di [[Arpad Weisz|Weisz]], l'arrivo del prestigioso portiere [[Carlo Ceresoli]] e dei nuovi attaccanti di spessore [[Virgilio Felice Levratto|Levratto]] e [[Francesco Frione II|Frione II]] sembrò spingere l'Ambrosiana verso lo [[Scudetto]], però mancato: nel [[Serie A 1932-1933|1932/33]] la squadra arrivò solamente seconda otto punti dietro la [[Juventus Football Club|Juventus]].
Il [[1933]] fu anche l'anno dell'unica Finale in [[Mitropa Cup]]. Dopo aver liquidato [[First Vienna]] e [[Sparta Praga]], ai nerazzurri restava da battere il fortissimo [[FK Austria Vienna|Austria Vienna]]: la vittoria per 2-1 a [[Milano]] sembrò arridere a [[Giuseppe Meazza|Meazza]] e compagni, che però a [[Vienna]] vennero sconfitti 3-1 dai i padroni di casa.
 
[[Immagine:Inter meazza.jpg|right|thumb|200px|Meazza con la maglia dell'Inter]]
 
Si sentì di nuovo odore di [[Scudetto]] nel [[Serie A 1933-1934|1933/34]]. A due giornate dalla fine l'Ambrosiana batté la [[Juventus Football Club|Juventus]] 3-2 all'Arena Civica, in un match storico che registrò l'incasso record di 400 mila lire. Tuttavia le sconfitte con [[A.C.F. Fiorentina|Fiorentina]] e [[Torino Calcio|Torino]] condannarono i nerazzurri a un altro secondo posto, stavolta con lo scarto ridotto a quattro punti.
L'anno successivo, negativamente segnato dalla scomparsa di "Tito" Frione, ebbe dell'incredibile: all'ultima giornata Inter e [[Juventus Football Club|Juve]] erano a pari punti. I bianconeri vinsero a [[Firenze]], mentre i nerazzurri persero contro la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], con rete dell'ex nerazzurro [[Felice Levratto|Levratto]], e il [[Serie A 1934-1935|1934/35]] divenne per i ragazzi allenati da [[Gyula Feldmann]] l'anno del terzo secondo posto consecutivo.
 
Passarono due anni spenti, dove in panchina si avvicendarono [[Albino Carraro]] (sostituto di [[Gyula Feldmann|Feldmann]], esonerato) e [[Armando Castellazzi]], ottenendo solo un quarto e un settimo posto in [[Serie A]] e una Semifinale di [[Mitropa Cup]].
[[Immagine:Inter 1937-1938.jpg|left|thumb|350px|[[Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter 1937-1938|Rosa dell'Ambrosiana-Inter]] vincitrice dello scudetto nel 1938]]
L'Ambrosiana-Inter tornò in auge nel [[Serie A 1937-1938|1937/38]], spuntandola nella corsa allo [[Scudetto]] su [[Juventus Football Club|Juventus]] e [[Associazione Calcio Milan|Milan]] solo all'ultima giornata, seppur in [[Mitropa Cup]] arrivò un'eliminazione già ai quarti. Ancora protagonista del trionfo nerazzurro fu il centravanti [[Giuseppe Meazza]], che si laureò [[Campionato mondiale di calcio 1938|Campione del Mondo]] per la seconda volta.
La società compensò il ritiro di mister [[Armando Castellazzi|Castellazzi]] con [[Tony Cargnelli]], abile teorico del "Sistema" (modulo che sostituisce il classico schema danubiano), e fronteggiò l'improvviso declino di [[Giuseppe Meazza|Meazza]] con il ritorno di [[Attilio Demaria]] dal [[America meridionale|Sudamerica]]. La squadra così rinnovata arrivò terza in [[Serie A]] e vinse la sua prima [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] nel [[Coppa Italia 1938-1939 (calcio)|1938/39]].
Otto giorni prima dell'entrata in guerra dell'[[Italia]] arrivò l'ultimo [[Scudetto|Tricolore]] sotto la denominazione di Ambrosiana-Inter. Nonostante l'idolo della folla [[Giuseppe Meazza|Meazza]] fosse rimasto bloccato per l'intera stagione da una grave vasocostrizione al piede, i nerazzurri diressero autorevolmente il Campionato [[Serie A 1939-1940|1939/40]], vincendo all'ultima di Campionato lo scontro diretto con il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] e festeggiando lo [[Scudetto]] sul neutro di [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|San Siro]], campo del [[Associazione Calcio Milan|Milan]] scelto perché il numero di spettatori era superiore alla capienza massima dell'Arena Civica (l'incasso sarà di 471 mila lire).
 
La coppia di allenatori [[Giuseppe Peruchetti|Peruchetti]]-[[Italo Zamberletti|Zamberletti]] decise per la cessione di [[Giuseppe Meazza|Meazza]] al [[Associazione Calcio Milan|Milan]], consideratolo ormai finito. Dopo tredici anni passati in nerazzurro si fece tuttavia ancora rimpiangere segnando la rete del definitivo 2-2 nel [[Derby di Milano|derby cittadino]]. In Campionato un andata brillante si contrappose a un discutibile ritorno, e nel [[Serie A 1940-1941|1940/41]] l'Ambrosiana-Inter arriva seconda.
Nei due anni successivi [[Ivo Fiorentini]] non andò oltre una clamorosa dodicesima posizione e [[Giovanni Ferrari]], sotto la nuova presidenza di [[Carlo Masseroni]] portò i suoi ragazzi a un modesto quarto posto.
Nel [[1943]] la [[FIGC]] decise per la sospensione delle attività sportive nazionali: nel [[Campionato Alta Italia 1944]], organizzato dai Comitati Regionali, l'Ambrosiana arrivò prima nelle Eliminatorie Lombarde, ma soltanto sesta nel Girone di Semifinale.
 
==Il secondo dopoguerra e l'Inter di Foni (1944-1955)==
 
Dopo la caduta del [[regime fascista]], il [[27 ottobre]] [[1945]] il presidente [[Carlo Masseroni|Masseroni]] annunciò con toni gloriosi che "l'Ambrosiana torna a chiamarsi solo Internazionale". L'Inter salutò questo storico avvenimento senza fare faville, e alternò brillanti prestazioni (come uno storico 6-2 sul "[[Torino Calcio|Grande Torino]]") ad altre ben più fiacche. Il [[Divisione Nazionale 1945-1946|Campionato Misto Serie A-B 1945/46]] fu la prima e unica edizione "non a girone unico" dal 1929-30: nonostante la qualificazione ottenuta con la seconda piazza nel Campionato Alta Italia, nel Girone Finale la squadra di [[Carlo Carcano]] chiuse soltanto al quarto posto.
 
Il [[Serie A 1946-1947|1946/47]] partì con i migliori propositi: confermato [[Carlo Carcano|Carcano]], [[Carlo Masseroni|Masseroni]] ottenne dalla [[FIGC]] il permesso di tesserare calciatori stranieri e acquistò i sudamericani [[Elmo Bovio|Bovio]], [[Alberto Paolo Cerioni|Cerioni]], [[Luis Alberto Pedemonte|Pedemonte]], [[Tommaso Luis Volpi|Volpi]] e [[Bibiano Zapirain|Zapirain]], che diventarono noti in [[Italia]] con il soprannome di "cinque bidoni" per la loro leggendaria inadeguatezza al calcio. Zapirain si fece notare solo come giocatore di biliardo, mentre Bovio, criticato a causa del sovrappeso, si caratterizzò per comportamenti oggi impensabili: nel [[gennaio]] [[1947]], dopo un esaltante primo tempo a [[Modena]], nella ripresa lasciò la squadra in dieci pur di rimanere abbracciato alla stufa dello spogliatoio. Pochi giorni dopo [[Elmo Bovio|Bovio]], [[Alberto Paolo Cerioni|Cerioni]] e [[Tommaso Luis Volpi|Volpi]] fuggirono in [[America meridionale|Sudamerica]] e fecero perdere le loro tracce. [[Carlo Masseroni|Masseroni]] salvò le sorti della squadra affidandone la gestione tecnica a [[Nino Nutrizio]] e all'allenatore-giocatore [[Giuseppe Meazza]], tornato all'Inter a trentasei anni. La coppia riuscì nell'impresa e, nell'ultima partita di [[Giuseppe Meazza|Meazza]], i tifosi festeggiarono una comoda salvezza al decimo posto.
 
[[Immagine:Inter lorenzi.jpg|left|thumb|150px|Il grande [[Benito Lorenzi]]]]
 
Soltanto l'idolo della folla venne confermato in panchina, e questo gli causò forti problemi di comunicazione con i propri giocatori, tanto da renderne necessario l'esonero e il ritorno di [[Carlo Carcano|Carcano]]. Questi, non potendo più contare sul trascinatore dell'Andata [[Bruno Quaresima]] bloccato da un infortunio, decise di far girare la squadra attorno all'estro del giovane [[Benito Lorenzi]], che si distinse all'inizio della Stagione. Alla fine del [[Serie A 1947-1948|1947/48]], tuttavia, la terza piazza conquistata al giro di boa si ridusse solo a un sofferto dodicesimo posto.
 
Il [[Serie A 1948-1949|1948/49]] divenne tristemente famoso come l'anno della [[tragedia di Superga]]. L'Inter fece grandi acquisti: arrivano l'apolide [[Istvan Nyers]], detto "Etienne" per le origini francesi, il difensore [[Attilio Giovannini]] e la punta [[Gino Armano]], gettando le prime basi per un glorioso futuro. I nuovi campioni però non offrirono il gioco richiesto da mister [[John David Astley|Astley]], che venne sostituito a metà Stagione da [[Giulio Cappelli]]. Il nuovo allenatore condusse una sfrenata rimonta fino a raggiungere il secondo posto solitario, cinque punti davanti alla [[Juventus Football Club|Juventus]] e altrettanti dietro al [[Torino Calcio|Torino]] che proprio con l'Inter giocò la sua ultima partita ufficiale.
 
[[Immagine:Skoglund.jpg|thumb|150px|Lennart Skoglund, 246 presenze e 57 reti]]
 
Il Campionato [[Serie A 1949-1950|1949/50]] partì con i migliori propositi. il "tulipano volante" [[Faas Wilkes]] infiammò gli spalti, ma insistendo troppo nelle azioni personali, mentre il dualismo [[Amedeo Amadei|Amadei]]-[[Benito Lorenzi|Lorenzi]] tolse serenità alla squadra. Alla fine l'Inter mise le mani su un terzo posto al di sotto delle aspettative.
Avvenne quindi un cambio di allenatore, [[Aldo Olivieri]] al posto di [[Giulio Cappelli]]; la fiducia in [[Benito Lorenzi|Lorenzi]] di questi fu tale da portare alla cessione di [[Amedeo Amadei|Amadei]] e l'addio del centrocampista [[Aldo Campatelli]] portò [[Carlo Masseroni|Masseroni]] a cercare un nuovo campione del settore, trovato nello svedese [[Lennart Skoglund]], detto "Nacka" a causa della regione d'origine. Il finale di Campionato fu caratterizzato da una rimonta su un [[Associazione Calcio Milan|Milan]] in declino, ma l'Inter non era abbastanza incisiva e lo [[Scudetto]] [[Serie A 1950-1951|1950/51]] rimane affare dei rossoneri per un solo punto.
Nell'estate che precedette il Campionato [[Serie A 1951-1952|1951/52]] il presidente diede fiducia all'organico, rimpolpato solo dal portiere [[Giorgio Ghezzi]]. La squadra soffrì però sulla continuità di rendimento, particolarmente evidente per [[Lennart Skoglund|Skoglund]] e [[Faas Wilkes|Wilkes]], e arrivò solo terza.
 
Il [[Serie A 1952-1953|1952/53]] iniziò con una rivoluzione tattica. Il nuovo allenatore era il Dottor [[Alfredo Foni]], un precursore del catenaccio, che reinventò [[Ivano Blason]] libero e scartò l'estroso [[Faas Wilkes|Wilkes]] in favore di un più concreto [[Bruno Mazza]], acquistato per pochi soldi. La nuova impostazione di gioco non piacque alla critica, ma sbaragliò gli avversari all'insegna del "prima non prenderle": l'Inter è [[Scudetto|Campione d'Italia]].
In seguito alle pesanti critiche riguardo al gioco troppo difensivistico, nella Stagione successiva [[Alfredo Foni|Foni]] decise di proporre un modello di calcio più estroso e aggressivo. A inizio Stagione [[Istvan Nyers|Nyers]] venne escluso dalla rosa per aver richiesto un aumento di stipendio, ma alla vigilia della partita contro il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] [[Carlo Masseroni|Masseroni]] cedette alle sue richieste pur di farlo giocare: segnò una tripletta, gli unici tre gol dell'incontro, e l'Inter si aggiudicò il [[Derby di Milano|derby]]. [[Lennart Skoglund|Skoglund]] fu invece protagonista assoluto di un leggendario 6-0 sulla [[Juventus Football Club|Juventus]]. In un Campionato in cui tutti i nerazzurri hanno il loro momento di gloria, l'Inter si impose in volata e per un solo punto, davanti alla [[Juventus Football Club|Juve]], divenendo Campione d'Italia [[Serie A 1953-1954|1953/54]].
 
Nel [[1954]] il presidente e patron [[Carlo Masseroni]], ormai appagato dalle vittorie in [[Serie A]], iniziò una lunga trattativa con il petroliere [[Angelo Moratti]] per la cessione della società. Senza nuovi arrivi stranieri (il Ministro [[Giulio Andreotti|Andreotti]] chiuse le frontiere dopo la figuraccia a [[Campionato mondiale di calcio 1954|Svizzera '54]]) il vuoto lasciato da [[Attilio Giovannini|Giovannini]] volle essere colmato da [[Giorgio Bernardin]], che però non convinse in linea con le prestazioni generali della squadra: alla fine del [[Serie A 1954-1955|1954/55]] l'Inter arrivò solo ottava.
 
==Angelo Moratti - Helenio Herrera: la Grande Inter e il famoso ''treble'' del 1965 (1955-1968)==
[[Immagine:Luis Suarez.jpg|left|thumb|158px|[[Luis Suárez Miramontes|Luis Suàrez]] "faro" della Grande Inter: in 9 stagioni 328 presenze e 55 reti]]
[[Immagine:Angelo moratti.jpg|right|thumb|220px|Il "presidentissimo" Moratti]]
[[Immagine:H H.jpg|thumb|left|150px|Il "mago" Herrera]]
[[Immagine:Moratti coppa campioni 1964.jpg|right|thumb|180px|Angelo Moratti solleva la Coppa dei Campioni vinta contro il Real Madrid sconfitto per 3-1. Da sinistra Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola e Luisito Suarez]]
{{vedi anche|Grande Inter}}
Nel [[1955]] [[Angelo Moratti]] divenne presidente dell'[[Inter]]. Da allora il suo obiettivo fu quello di costruire una [[squadra di calcio|squadra]] per eccellere in ogni competizione ma gli inizi non furono facili. Moratti impiegò otto anni per vincere il suo primo [[scudetto]] e in quegli anni cambiò ben sette allenatori, non riuscendo mai a far decollare la sua squadra.
[[Immagine:Herrera coppa.jpg|left|thumb|160px|Helenio Herrera e la ''[[Coppa Intercontinentale]]'']]
Dopo una partita di [[Coppa delle Fiere 1958-1960|Coppa delle Fiere]] nella quale il [[FC Barcelona|Barcellona]] travolse l'[[Inter]], Moratti decise di ingaggiare l'allenatore dei catalani [[Helenio Herrera]]. La scelta, alla luce dei risultati ottenuti, si dimostrò ampiamente indovinata; per completare il quadro societario venne ingaggiato [[Italo Allodi]], un manager in grado di allestire una squadra competitiva e vincente ad ogni livello. Allodi avrebbe fatto, in seguito, la fortuna anche di [[Juventus Football Club|Juventus]] e [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] oltre che della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]]. All'intelaiatura della squadra si aggiunsero presto [[Mario Corso]] e due giovani della ''primavera'': [[Giacinto Facchetti]] e [[Sandro Mazzola]] (figlio del grande [[Valentino Mazzola|Valentino]]). I due sarebbero diventati due bandiere nerazzurre e della Nazionale italiana.
[[Immagine:Armando Picchi.jpg|thumb|left|165px|[[Armando Picchi]] capitano della [[Grande Inter]] dal '62 al '67]]
La squadra impiegò tre anni per vincere il suo primo [[scudetto]] ma, da allora, continuò a mietere straordinari successi, inducendo molti a definirla la migliore squadra del mondo del periodo. Herrera, o ''HH'' (come viene spesso chiamato), costruì la sue vittorie con la [[tattica]] del [[catenaccio]]: in porta c'era [[Giuliano Sarti]], prelevato dalla [[Fiorentina]]; la difesa veniva guidata dal libero [[Armando Picchi]], [[capitano]] di quella squadra e autentico leader; davanti a lui c'erano due marcatori arcigni come [[Tarcisio Burgnich]] e [[Aristide Guarneri]]. Sulla fascia sinistra venne attuata la prima rivoluzione tattica di Herrera: Facchetti diventò il primo terzino capace di affondare in avanti e trasformarsi in una vera e propria ala. A centrocampo il regista era [[Luis Suarez]] che il tecnico volle a tutti i costi dopo averlo avuto al Barcellona; con i suoi lanci lunghi Suarez era in grado di servire palloni preziosi, principalmente alla velocissima ala destra [[Jair da Costa|Jair]].
Il centrocampo venne rinforzato da [[Gianfranco Bedin]]; l'estrosità di Corso dava un tocco di fantasia alla squadra, e in attacco Mazzola fungeva da mezz'ala con al centro [[Joaquín Peiró]].
Dopo il primo [[scudetto]] del [[1963]] arrivò anche la prima [[Coppa dei Campioni (calcio)|Coppa dei Campioni]], vinta contro il grande [[Real Madrid]]. L'Inter vinse per 3-1 con due gol di Mazzola e uno di [[Aurelio Milani|Milani]] allo [[Ernst Happel Stadion|Stadio del Prater]] di [[Vienna]]. In quell'anno giunse anche la [[Coppa Intercontinentale]] vinta battendo l'[[Club Atlético Independiente|Independiente]]; dopo aver perso la gara di andata in [[Argentina]] per 1-0, i nerazzurri prevalsero a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] per 2-0 con le reti di Mazzola e Corso. Nella terza e decisiva partita giocata allo [[stadio Santiago Bernabéu]] di [[Madrid]] l'Inter vinse per 1-0 con gol di Corso nei supplementari: fu la ''prima'' squadra italiana a vincere la coppa. Solamente lo scudetto venne perso in quell'anno, dopo lo spareggio di [[Roma]] giocato contro il Bologna.
L'anno seguente l'[[Inter]] tornò a dominare: vinse di nuovo lo scudetto e ancora la Coppa dei Campioni, questa volta proprio a San Siro. Sotto un vero e proprio [[diluvio]] superò, infatti, il [[Benfica]] per 1-0 con gol di Jair. Arrivò di nuovo anche la Coppa Intercontinentale, ancora contro l'[[Independiente]]. A [[San Siro]] l'Inter vinse 3-0 con gol di Peiró e doppietta di Mazzola, poi fece 0-0 in Argentina. Con queste tre vittorie l'Inter è finora l'''unica'' squadra italiana ad aver realizzato il ''treble'' nello stesso anno vincendo lo [[scudetto]], la [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] e la [[Coppa Intercontinentale]].
 
Altrettanto positiva la stagione [[Serie A 1965-1966|1965/66]] grazie alla conquista del terzo [[scudetto]] dell'era [[Herrera]], vinto nonostante avversari quali il Napoli ed il Milan. Proprio quest'ultimo, risorto dopo un'iniziale crisi, si giocò tutte le speranze di soffiare il titolo ai "cugini" pareggiando la penultima partita contro la Juventus, mentre l'Inter, affondando la Lazio, guadagno' in anticipo la certezza matematica della [[Stella (calcio)|stella]] sul petto, simbolo di dieci scudetti. Un'inaspettata nota negativa arrivò dalla [[Coppa dei Campioni]]: dopo aver eliminato la Dinamo Bucarest (1-2/2-0) e il Ferencvaros (4-0/1-1), un [[Real Madrid]] dal dente avvelenato si prende la rivincita di due anni prima, eliminando i nerazzurri (0-1/1-1) e si invola verso il suo trionfo. In [[Coppa Italia]] l'Inter venne eliminata in semifinale.
[[Immagine:Inter 1965-66.jpg|thumb|right|340px|[[Internazionale Football Club 1965-1966|La rosa dell'Inter 1965-66]] che al termine della stagione avrebbe vinto lo scudetto della [[Stella (calcio)|stella]].]]
Il [[1967]] rappresenta un anno cardinale nella storia dell'Inter. In pochi giorni la squadra vide svanire traguardi accarezzati per un'intera stagione: il 25 maggio, a [[Lisbona]], un'Inter favorita dal pronostico, ma stanca e priva del suo faro Suarez, dovette cedere agli assalti degli scozzesi del [[Celtic FC|Celtic Glasgow]], nella finale di Coppa dei Campioni. Per oltre un'ora, Sarti parò tutto, prima di arrendersi alle conclusioni di Gemmell e Chalmers, che ribaltarono l'iniziale vantaggio interista siglato da Mazzola. Sei giorni dopo, il I di giugno, nell'ultima giornata di campionato, l'Inter cadde incredibilmente a [[Mantova]], questa volta tradita da un errore del suo numero 1, su un'apparentemente innocua conclusione dell'ex [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]]. La sconfitta consentì il sorpasso in classifica alla Juventus, che si aggiudicò lo scudetto.
 
L'Inter si presentò stanca agli appuntamenti decisivi della stagione, logorata dalla lunga corsa; nelle ultime sei giornate di campionato soltanto 4 punti, frutto di altrettanti pareggi, ne rimpolparono la classifica, ma non si può tacere che la partita di Mantova, come l'intero finale di stagione - e come già gli epiloghi dei campionati 1960-61 e 1963-64 -, prestava il fianco a dubbi e recriminazioni.
Moratti, fedele alla sua grandezza, troncò sul nascere ogni polemica con le sue parole:
{{quote|Siamo stati grandi quando si vinceva, cerchiamo di essere grandi anche ora che abbiamo perduto. Forse siamo rimasti troppo tempo sulla cresta dell'onda. E tutti a spingere per buttarci giù. Ora saranno tutti soddisfatti|Angelo Moratti - [http://www.inter.it/it/societa/storia2005-2.html dal sito della società]}}
 
L'anno seguente, al termine di una stagione deludente, nonostante la partecipazione al Girone di Finale della [[Coppa Italia]] , l'Inter concluse il campionato al quinto posto. Fu la fine di un'era: Angelo Moratti, il Presidentissimo, lasciò, dopo tredici anni, la guida della società e con lui se ne andarono anche Helenio Herrera e Italo Allodi. Era il 18 maggio 1968.
Più tardi, Moratti dirà:
{{quote|Tifo lo stesso, soffrendo molto meno. Non sento più la responsabilità imposta dalla folla. Sono un tifoso in mezzo ai tifosi|Angelo Moratti - [http://www.inter.it/it/societa/storia2005-3.html dal sito della società]}}
 
==La presidenza Fraizzoli (1968-1984)==
[[Immagine:Inter 1970-71.jpg|left|thumb|340px|[[Football Club Internazionale Milano 1970-1971|La formazione dell'Inter]] che nel '71 vinse il suo undicesimo scudetto]]
[[Immagine:Festeggiamenti scudetto inter 70-71.jpg|right|thumb|320px|Festeggiamenti per lo [[scudetto]] [[Serie A 1970-1971|1970-71]]]]
===L'11° scudetto e la finale di Coppa dei Campioni (1968-1972)===
[[Immagine:Boninsegna inter.jpg|left|thumb|170px|[[Roberto Boninsegna]], simbolo dell'Inter nell'era Fraizzoli]]
Con l'uscita di scena di Angelo Moratti la proprietà della società passò di mano al nuovo presidente [[Ivanoe Fraizzoli]]. La nuova gestione portò presto un campione di primissimo livello: [[Roberto Boninsegna]], detto ''Bonimba''. Cresciuto nelle giovanili nerazzurre, si mise in luce nel [[Cagliari Calcio|Cagliari]] prima di tornare all'Inter e affermarsi definitivamente nel corso dei mondiali di [[Campionato mondiale di calcio 1970|Messico 1970]]. Grazie a lui e ai reduci della [[Grande Inter]], i nerazzurri si aggiudicarono l'undicesimo [[scudetto]] della loro storia. Il merito fu, in buona parte, di [[Giovanni Invernizzi (calciatore 1931)|Giovanni Invernizzi]], l'allenatore chiamato dalle giovanili per sostituire [[Heriberto Herrera]]: dopo il cambio di panchina, l'Inter si lanciò in una rincorsa che le permise di ricuperare i 6 punti di ritardo che accusava dai rivali del [[AC Milan|Milan]]: il [[7 marzo]] [[1971]] i nerazzurri si aggiudicarono, col punteggio di 2-0, il [[Derby di Milano|derby]] di ritorno e due settimane dopo raggiunsero la vetta della classifica superando il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] a [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|San Siro]] con una doppietta di Boninsegna che ribaltò il vantaggio iniziale dei partenopei. Il 2 maggio 1971, con due giornate di anticipo sulla conclusione del campionato, l'Inter conquistò il primo scudetto dell'era [[Ivanoe Fraizzoli|Fraizzoli]]. Il primo e, finora, unico scudetto vinto da una squadra che ha cambiato l'allenatore in corsa. Nella stagione successiva l'Inter, guidata ancora da Invernizzi, raggiunse la [[Coppa dei Campioni 1971-1972 (calcio)|finale di Coppa dei Campioni]]: la squadra nerazzurra battè in sequenza l'[[AEK Atene]], il [[Borussia Mönchengladbach]] (in quella che passò alla storia come ''[[La Partita della Lattina]]''), lo [[Standard Liegi]] e il [[Celtic Football Club|Celtic]] ma in finale venne sconfitta per 2-0 dall'[[Ajax]] di [[Johan Cruijff]] che dominava in quegli anni in Europa.
 
===Il 12° scudetto e le due Coppe Italia (1972-1984)===
[[Immagine:Alessandro_altobelli.jpg|right|thumb|150px|[[Alessandro Altobelli|Alessandro "Spillo" Altobelli]]: 317 presenze e 128 reti in Serie A]]
[[Immagine:Oriali.jpg|thumb|270px|left|[[Gabriele Oriali]], [[mediano]] dell'Inter dal 1970 al 1983]]
[[Immagine:Beccalossi.jpg|thumb|190px|left|[[Evaristo Beccalossi]] regista dell'Inter dal '78 all'84]]
[[Immagine:Festeggiamenti scudetto inter 79-80.jpg|right|thumb|310px|L'Inter vince lo [[scudetto]] nel [[Serie A 1979-1980|1980]]]]
Seguirono anni di dominio pressoché incontrastato della [[Juventus Football Club|Juventus]], fino al [[1978]], stagione in cui i nerazzurri tornarono ad alzare al cielo un trofeo: è la [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]], sfiorata anche l'anno prima dopo un combattuta e sofferta finale contro i cugini del Milan persa per 2-0, la seconda della storia interista. A quarant'anni dal primo successo (quando ancora la società portava il nome di [[Società Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana]]), l'Inter poté finalmente bissare quella vittoria, superando nella finale unica di Roma il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] per 2-1. Artefici di questo risultato furono, oltre al grande Giacinto Facchetti, giunto al suo ultimo passo da calciatore e assente per infortunio dalla finale, le colonne [[Gabriele Oriali]] e [[Giampiero Marini]] e nuovi interisti quali [[Alessandro Altobelli|Alessandro ''Spillo'' Altobelli]], autore della rete dell'1-1 in finale, [[Graziano Bini]], nuovo carismatico capitano della squadra, a dispetto della giovane età, e marcatore della rete decisiva in finale, [[Giuseppe Baresi]], [[Ivano Bordon]], [[Nazzareno Canuti]] e [[Carlo Muraro]], guidati dal ''sergente'' [[Eugenio Bersellini]], uomo di grandi qualità morali, tenace e taciturno, cultore della filosofia del lavoro, capace di restituire gioco e identità di squadra all'Inter dopo anni bui.
Grazie al nuovo corso tecnico, il dodicesimo [[scudetto]] non si fece attendere troppo: all'avvio del campionato [[Serie A 1979-1980|1979-1980]] la squadra poteva contare su nuovi nomi quali [[Evaristo Beccalossi]], [[Giancarlo Pasinato]], [[Domenico Caso|Mimmo Caso]] e [[Roberto Mozzini]]. Un campionato condotto in vetta solitaria sin dalla prima giornata: una cavalcata che passò dal titolo di campione d'inverno al doppio successo nel [[Derby di Milano|derby]] (2-0 e 0-1) al clamoroso trionfo sulla Juventus [4-0]. La stagione si chiuse in apoteosi con la vittoria dell'Inter e la retrocessione del [[AC Milan|Milan]] e della [[SS Lazio|Lazio]] per gli scandali del [[Totonero]].
 
L'anno seguente, l'Inter uscì nelle semifinali di [[Coppa dei Campioni 1981 (calcio)|Coppa Campioni]] per mano degli [[Spagna|spagnoli]] del [[Real Madrid]] che avrebbero poi perso la finale con il [[Liverpool FC|Liverpool]], la squadra che dominava in [[Europa]] tra la fine degli [[Anni 1970|anni 70]] e l'inizio degli [[Anni 1980|anni 80]].
 
Nel [[1982]] comunque, i nerazzurri riuscirono ad alzare la loro terza [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]]: dopo aver perso l'andata dei quarti di finale per 4-1 contro la [[AS Roma|Roma]], l'Inter rovesciò la situazione a [[Milano]] imponendosi per 3-0. In una drammatica semifinale venne superato il [[Catanzaro Football Club|Catanzaro]] (2-1 in rimonta a [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|San Siro]] e 2-3 dts al [[Stadio Nicola Ceravolo|Militare]], con l'Inter ridotta in nove uomini) e la doppia finale contro il [[Torino Football Club|Torino]] fu decisa dall'1-0 di [[Aldo Serena|Serena]] a [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|San Siro]] e dall'1-1 del [[Stadio Olimpico (Torino)|Comunale]], con reti di [[Agatino Cuttone|Cuttone]] e [[Alessandro Altobelli|Altobelli]], vero artefice, con le sue marcature, del successo finale dell'Inter e di lì a poche settimane ancora decisivo, questa volta con la maglia della nazionale, nella strozza del [[Estadio Santiago Bernabéu|Bernabeu]].
 
Con questa vittoria si congedava dall'Inter Eugenio Bersellini e questo fu anche l'ultimo trofeo vinto durante la presidenza di [[Ivanoe Fraizzoli]], che, due anni più tardi, lascerà la proprietà con un bilancio di due Campionati e due Coppe Italia vinti in sedici anni di guida societaria.
 
==Ernesto Pellegrini (1984-1995)==
[[Immagine:Formazione titolare 1988-1989.jpg|thumb|right|180px|Formazione titolare della stagione dei record [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]]]
[[Immagine:Rummenigge_inter.jpg|thumb|left|240px|[[Karl-Heinz Rummenigge]] con la maglia nerazzurra]]
[[Immagine:Trapattoni.jpg|thumb|left|150px|[[Giovanni Trapattoni]], allenatore nerazzurro nel campionato-record del 1988-1989]]
[[Immagine:Inter 1988-89.jpg|thumb|right|350px|[[Football Club Internazionale Milano 1988-1989|La formazione nerazzurra]] vincitrice del campionato 1989. In piedi: [[Walter Zenga|Zenga]], [[Riccardo Ferri|Ferri]], [[Nicola Berti|Berti]], [[Giuseppe Bergomi|Bergomi]], [[Aldo Serena|Serena]], [[Lothar Matthaus|Matthaus]]. Accosciati: [[Ramon Diaz|Diaz]], [[Andreas Brehme|Brehme]], [[Alessandro Bianchi|Bianchi]], [[Gianfranco Matteoli|Matteoli]] e [[Andrea Mandorlini|Mandorlini]]]]
[[Immagine:Matthaus-trapattoni 1988.JPG|thumb|right|230px|I simboli dell'Inter dei record: [[Lothar Matthäus]] e [[Giovanni Trapattoni]]]]
===1984-1986: Ernesto Pellegrini, il nuovo presidente===
Il [[18 gennaio]] [[1984]] la presidenza dell'Inter passa a [[Ernesto Pellegrini]], che per sette miliardi rileva la società da Fraizzoli. Il suo primo acquisto è un colpo del calciomercato: il tedesco [[Karl Heinz Rummenigge]], due volte [[Pallone d'oro]], uno degli attaccanti più forti del momento. Il [[centravanti]] arriva dal [[Bayern Monaco|Bayern di Monaco]], con il quale ha vinto tutto. Cambia anche l'allenatore (da [[Gigi Radice]] a [[Ilario Castagner]], strappato al [[Associazione Calcio Milan|Milan]]), ma l'avvio della nuova proprietà è faticoso. Rummenigge, che diventa subito l'idolo dei tifosi, è frenato dagli infortuni: entrerà nella memoria per una [[doppietta]] contro la [[Juventus Football Club|Juventus]] (battuta per 4-0 a Milano) e per un fantastico gol in Coppa UEFA (acrobazia contro i {{fc|Rangers}}) annullato dall'arbitro, il connazionale Roth. Sono questi gli anni di un'accesa rivalità europea con il Real Madrid. Per due anni di fila, 1984/85 e 1985/86, le due squadre si affrontano nelle semifinali di UEFA e a prevalere è sempre la squadra madridista, anche se in entrambe le occasioni il club nerazzurro potrà lamentare situazioni non propriamente limpide, come nell'85 quando il difensore Bergomi venne colpito alla testa da una biglia, ma l'arbitro Valentine disse nel referto di non avere visto nulla e al club nerazzurro venne negata la partita vinta 0-3 a tavolino e quindi l'accesso alla finale contro i modesti ungheresi del [[FC Fehérvár|Videoton]]. Pellegrini si adopera per regalare all'Inter campioni (come il [[belgio|belga]] [[Vincenzo Scifo]]) e vittorie.
 
===1986-1991: l'era Trapattoni, scudetto dei record e trionfo in UEFA===
L'andamento discontinuo cambia con l'arrivo sulla panchina nerazzurra di [[Giovanni Trapattoni]], già fuoriclasse pluridecorato con il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] di [[Nereo Rocco]] e allenatore che ha vinto tutto con la [[Juventus Football Club|Juventus]]. Il ''Trap'' arriva a Milano il [[22 maggio]] [[1986]]. Sfiora lo scudetto alla prima stagione, prepara l'impresa l'anno dopo,
dando forma e sostanza a una squadra nella quale prende sempre più spazio un trio storico, composto dal portiere [[Walter Zenga]] e dai difensori [[Giuseppe Bergomi]] (giovanissimo [[Campionato mondiale di calcio|campione nel mondo]] nel [[Campionato mondiale di calcio 1982|1982]] in [[Spagna]]) e [[Riccardo Ferri]]. Nella stagione [[Serie A 1988-1989|1988-89]] l'Inter conquista il suo 13° scudetto potendo fare affidamento su una squadra nuova, ma che sembra esperta e affiatata. Sul fronte degli acquisti dalla Germania arriva [[Lothar Matthäus]], uno dei centrocampisti più completi di sempre, [[Pallone d'Oro]] e campione del mondo nel [[Campionato mondiale di calcio 1990|1990]], protagonista in campo e negli spogliatoi. Oltre a Matthäus è ingaggiato il terzino sinistro [[Andreas Brehme]], eccezionale interprete tattico sulla fascia sinistra di un gioco di squadra che è la peculiarità del Trapattoni allenatore.
 
Tra gli acquisti italiani il vero colpo del calciomercato è [[Nicola Berti]], giovane promettente centrocampista proveniente dalla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] che diventa subito idolo dei tifosi, e il cursore di fascia destra del [[Associazione Calcio Cesena|Cesena]] [[Alessandro Bianchi (calciatore)|Alessandro Bianchi]]. Accusato di essere la vecchia espressione del calcio italiano, ormai segnato dalle rivoluzioni di [[Arrigo Sacchi]] (allenatore del [[Associazione Calcio Milan|Milan]]), Trapattoni rende la sua Inter una formazione estremamente solida e concreta, con un [[centravanti]] classico ([[Aldo Serena]]) che vince la [[capocannoniere|classifica dei marcatori]] (22 gol) e che si abbina perfettamente con una seconda [[punta]] veloce e pungente, l'[[argentina|argentino]] [[Ramón Díaz]], arrivato a Milano in prestito dopo la bocciatura, per problemi fisici, dell'algerino [[Rabah Madjer]].
A centrocampo, dietro l'esuberanza dei vari Matthäus e Berti, spicca la regia di [[Gianfranco Matteoli]]. È un'Inter perfetta, che raccoglie ben 58 punti (record per i campionati a 18 squadre) e, oltre al [[Associazione Calcio Milan|Milan]] di Sacchi campione d'Italia uscente, batte di slancio anche il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] di [[Diego Armando Maradona|Maradona]] nel faccia a faccia al [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|"Meazza"]] il [[28 maggio]] [[1989]]. È il primo e anche unico scudetto vinto da Ernesto Pellegrini.
 
La stagione in Europa non è cosi fulgida come in Italia: i nerazzurri sono eliminati negli ottavi di [[Coppa Uefa 1989|Coppa UEFA]] dal Bayern Monaco (2-0 per l'Inter in Germania nella gara di andata; 3-1 per i tedeschi al "Meazza" nel ritorno). Nella partita di andata c'è da segnalare il gol di Berti, partito da centrocampo e dopo una lunga galoppata infilare in rete.__NOINDEX__
[[Immagine:Zenga 1989.jpg|thumb|left|315px|[[Walter Zenga]], pilastro dell'Inter dei record: vinse per tre volte consecutive il premio come "miglior portiere del mondo" nel [[Portiere dell'anno IFFHS|1989]], [[Portiere dell'anno IFFHS|1990]], [[Portiere dell'anno IFFHS|1991]]]]
Lo storico ''scudetto dei record'' regala all'Inter tanta felicità ma l'euforia per il prestigioso traguardo le toglie la lucidità necessaria per affrontare la stagione successiva. Come già si sapeva da mesi la società cede [[Ramón Díaz]], tassello importante la stagione precedente, ma forse è stato liquidato troppo in fretta. Al suo posto viene preso [[Jürgen Klinsmann]] dallo [[VfB Stuttgart|Stoccarda]], un centravanti che dal 1985 in poi non ha segnato meno di 15 gol a stagione. L'Inter chiuderà al terzo posto dietro il Milan e il Napoli campione. In quella stagione viene conquistata la prima [[Supercoppa italiana di calcio|Supercoppa italiana]] ai danni della Sampdoria sconfitta 2-0 a San Siro con reti di [[Enrico Cucchi]] e [[Aldo Serena]].
 
La stagione [[Serie A 1990-1991|1990-91]] termina al secondo posto insieme al Milan dietro la Sampdoria che vince il suo primo scudetto. In [[Coppa UEFA 1990-1991|Coppa UEFA]] la squadra sconfigge in sequenza il [[SK Rapid Vienna|Rapid Vienna]], l'[[Aston Villa FC|Aston Villa]], il [[FK Partizan|Partizan Belgrado]], l'[[Atalanta]] e lo [[Sporting Clube de Portugal|Sporting Lisbona]]. In finale trova la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] nella seconda finale consecutiva tutta italiana. L'Inter all'andata a Milano vince 2-0 con gol di Matthaus su rigore e di Berti, mattatore della serata (era stato lui a provocare il penalty). Nel ritorno a Roma la squadra perde 1-0 ad opera di Rizzitelli ma ciò non le impedisce di sollevare al cielo la sua prima [[Coppa UEFA 1990-1991|Coppa UEFA]]. Erano 26 anni che l'Inter non vinceva un trofeo in Europa. Il ciclo trapattoniano si chiude qui, il [[22 maggio]] [[1991]].
 
===1991-1994: la fase calante della presidenza e la seconda Coppa UEFA===
Nell'estate del 1991 il tecnico torna alla [[Juventus Football Club|Juventus]] e Pellegrini decide di sostituirlo con l'emergente [[Corrado Orrico]], reduce da una promozione in Serie B con la [[Associazione Sportiva Lucchese-Libertas|Lucchese]] seguita da un ottimo campionato (sfiorata la promozione) nella serie cadetta. Tuttavia la scelta si rivela sbagliata e inaugura di fatto la fase calante della gestione Pellegrini. Orrico si dimette al termine del girone di andata e la squadra viene affidata temporaneamente a [[Luis Suárez Miramontes|Luis Suárez]], vecchia gloria nerazzurra.
 
Nella stagione [[Serie A 1992-1993|1992/93]] la panchina passa nelle mani dell'esperto [[Osvaldo Bagnoli]], già campione d'Italia con il [[Hellas Verona|Verona]] nel [[Serie A 1984-1985|1985]] e che aveva ben figurato nelle stagioni precedenti con il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]. A Bagnoli è affidata una squadra non molto competitiva. Tra gli acquisti, rivelatisi poi errati, spicca quello del macedone [[Darko Pancev]] (già vincitore della [[Coppa dei Campioni 1991 (calcio)|Coppa dei Campioni 1991]] con la [[Stella Rossa Belgrado|Stella Rossa]] di [[Belgrado]]), quello dell'eroe ''azzurro'' dei [[Campionato mondiale di calcio 1990|Mondiali di Italia 1990]] (ma ormai sulla via del tramonto) [[Salvatore Schillaci]] oltre a quello del difensore tedesco [[Matthias Sammer]], che nel [[1996]] vincerà il Pallone d'oro con la maglia del [[Borussia Dortmund]]. Ciononostante il tecnico, grazie anche al fantasioso attaccante uruguaiano [[Ruben Sosa]], (prelevato dalla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]]) e al versatile centrocampista [[Antonio Manicone]] (acquistato dall' [[Udinese Calcio|Udinese]] nel mercato d'inverno) riesce a tenere testa al ben più quotato [[Associazione Calcio Milan|Milan]] di [[Fabio Capello]], ottenendo alla fine un buon secondo posto in classifica.
 
La stagione [[Serie A 1993-1994|1993/94]] si apre con il botto di mercato [[Dennis Bergkamp]], [[olanda|olandese]], stella nascente dell'[[AFC Ajax|Ajax]] strappato alla concorrenza di mezza Europa per la cifra record di 25 miliardi di lire. Insieme al più conosciuto connazionale arriva anche lo scudiero [[Wim Jonk]] sempre dall'Ajax. L'Inter parte con i favori dei pronostici, ma Bergkamp si rivela una grande delusione, non si integra né con compagni né con la tifoseria, e l'Inter precipita rovinosamente in fondo alla classifica salvandosi agli sgoccioli della stagione e di un punto sul [[Piacenza Calcio|Piacenza]] retrocesso. In compenso in Europa la marcia dell'Inter è radicalmente diversa: con [[Giampiero Marini]], nel frattempo subentrato in panchina al posto di Bagnoli, arriva la seconda [[Coppa UEFA]], conquistata in finale contro gli austriaci del [[Casino Salisburgo]] (doppio 1 a 0, con gol di Berti all'andata disputatasi al [[Ernst Happel Stadion|Prater]] di [[Vienna]] e di Wim Jonk al ritorno). L'era-Pellegrini è davvero agli sgoccioli. L'ultima decisione rilevante è quella di assumere come tecnico [[Ottavio Bianchi]], tra contestazioni e risultati poco rilevanti si entra rapidamente nella nuova era Moratti.
 
==L'era Massimo Moratti (1995-oggi)==
===1994-95: Massimo Moratti acquista il club===
La vittoria della [[Coppa Uefa 1994|Coppa UEFA 1993-1994]], la seconda nella storia dei nerazzurri, influisce poco sui destini sportivi dell'Inter: la presidenza Pellegrini ormai è logora, sia dal punto di vista manageriale che economico, e la differenza con il Milan di Berlusconi diventa sempre più evidente.
La campagna acquisti non porta in nerazzurro grandi nomi: arriva dalla Sampdoria il portiere [[Gianluca Pagliuca]] mentre partono colonne storiche del calibro di [[Walter Zenga]] e [[Riccardo Ferri]], ormai a fine carriera; la conduzione tecnica è affidata ad [[Ottavio Bianchi]]. Si spera in un radicale cambiamento a livello di prestazioni di [[Dennis Bergkamp]], risultato fino a questo punto corpo estraneo alla squadra, ma la situazione appare subito difficile: al primo turno di [[Coppa Uefa 1995|Coppa UEFA]] l'Inter esce ai calci di rigore per mano dell'[[Aston Villa]], il cammino in campionato è pieno di stenti e tra i tifosi serpeggia un malumore piuttosto evidente. I tempi per una svolta societaria paiono ormai maturi.
 
Il [[18 febbraio]] [[1995]] avviene il passaggio di consegne: Pellegrini cede l'Inter, che torna dopo 27 anni nelle mani della famiglia Moratti. È [[Massimo Moratti|Massimo]], figlio di Angelo, a prenderne le redini. Il giorno dopo il nuovo presidente esordisce al Meazza con un successo: l'Inter batte il Brescia per 1-0 ma l'attenzione della tifoseria è rivolta al nuovo massimo dirigente dal cognome pesante e foriero di molte aspettative. Il nuovo presidente decide di confermare il tecnico Bianchi e di cominciare ad inserire nella società personaggi ben noti e a lui molto cari: [[Alessandro Mazzola]] come direttore sportivo, [[Giacinto Facchetti]] come direttore generale e [[Luis Suárez Miramontes|Luisito Suárez]] come capo degli osservatori, tutti uomini-simbolo della ''Grande Inter'' degli anni sessanta.
 
La stagione si conclude in rimonta: la squadra risale la china in classifica ma alla fine non va oltre la sesta posizione nel campionato di [[Serie A 1994-1995]], conquistando solo all'ultimo minuto dell'ultima giornata la qualificazione per la [[Coppa Uefa 1996|Coppa UEFA 1995-1996]] (vittoria per 2-1 sul Padova a S. Siro, gol decisivo di Delvecchio al '92).
 
===1995-96: settimo posto===
Per la stagione seguente, la prima ad iniziare con Massimo Moratti presidente, la dirigenza decide di rinnovare la fiducia ad Ottavio Bianchi, che viene esonerato dopo quattro turni di campionato e rimpiazzato dall'[[Inghilterra|inglese]] [[Roy Hodgson]], gia CT della Nazionale svizzera. A causa infatti dei numerosi impegni con essa al tecnico inglese viene affiancato Luis Suarez. Moratti punta ad una campagna di rafforzamento della squadra spettacolare: dal [[Manchester United]] viene preso infatti [[Paul Ince]] e arrivano anche due giovani argentini: [[Javier Zanetti]] e [[Sebastián Rambert]] (quest'ultimo verra ceduto nel mercato invernale). A questi si aggiunge anche il terzino sinistro [[Roberto Carlos da Silva|Roberto Carlos]] e gli italiani [[Maurizio Ganz]], [[Salvatore Fresi]], [[Benito Carbone]] e [[Marco Branca]]. La squadra conclude il [[Serie A 1995-1996|campionato 1995-1996]] al settimo posto, a 19 punti dal Milan campione d'Italia, mentre in [[Coppa UEFA 1995-1996|Coppa UEFA]] è eliminata al primo turno dal [[AC Lugano|Lugano]]. In [[Coppa Italia 1995-1996 (calcio)|Coppa Italia]], invece, i nerazzurri raggiungono la semifinale, dove vengono eliminati dalla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] poi vincitrice del torneo.
 
===1996-97: terzo posto e finale di UEFA===
Nell'estate [[1996]] arrivano all'Inter il [[centrocampista]] della [[Nazionale di calcio della Francia|Nazionale francese]] [[Youri Djorkaeff]], proveniente dal [[Paris Saint-Germain]], l'[[attaccante]] della [[Nazionale di calcio del Cile|Nazionale cilena]] [[Iván Zamorano]], nella stagione precedente in forza al [[Real Madrid]] e l'olandese [[Aron Winter]] dalla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]]. La stagione dei nerazzurri di Hodgson parte bene, e si conclude con un soddisfacente terzo posto, a 6 punti dalla [[Juventus Football Club|Juventus]] campione d'Italia. In campo internazionale l'Inter è artefice di un percorso molto positivo in [[Coppa Uefa 1997|Coppa UEFA]], prima di perdere la doppia finale contro i [[Germania|tedeschi]] dello [[FC Schalke 04|Schalke 04]] ai [[Calcio di rigore|calci di rigore]]. La sconfitta europea provoca le dimissioni di Hodgson, sostituito nelle ultime due giornate di [[Serie A 1996-1997]] da [[Luciano Castellini]], in attesa di ingaggiare un nuovo tecnico per la stagione futura. Anche in [[Coppa Italia 1996-1997 (calcio)|Coppa Italia]] l'eliminazione avviene ai calci di rigore, in semifinale contro il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]].
 
===1997-98: uno scudetto mancato e la terza Coppa UEFA===
[[Immagine:Youri Djorkaeff.jpg|280px|thumb|left|[[Youri Djorkaeff]], tra i protagonisti della vittoria in Coppa UEFA]]
 
L'estate [[1997]] segna una svolta. Moratti ingaggia [[Luigi Simoni (allenatore)|Luigi Simoni]] come [[allenatore]] e acquista per 48 miliardi di [[Lira italiana|lire]] dal [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] il fuoriclasse [[Brasile|brasiliano]] [[Ronaldo]], all'epoca il più grande giocatore in circolazione, eletto [[Pallone d'oro 1997|Pallone d'oro]] nel [[dicembre]] di quell'anno. Con l'innesto del ''Fenomeno'', che mantiene un rendimento straordinario nel suo primo anno italiano, nella stagione [[1997]]-[[1998]] la squadra torna ad essere competitiva e a battersi per lo [[scudetto]] insieme a una delle rivali storiche, la [[Juventus Football Club|Juventus]].
 
[[Immagine:Formazione titolare 1997-1998.jpg|180px|thumb|right|Formazione titolare vincitrice della [[Coppa UEFA 1997-1998|Coppa UEFA 1998]]]]
I nerazzurri conducono la classifica per le prime 16 giornate prima di essere sorpassati a metà torneo dai bianconeri, campioni d'inverno, complice una sconfitta casalinga contro il [[Bari]] (0-1) e un pareggio ad [[Empoli]] (1-1). A quattro giornate dalla fine, con la Juventus capolista a quota 66 punti e l'Inter seconda a 65, le due rivali si affrontano a [[Torino]]. Il clima è molto teso a causa di polemiche suscitate da controverse decisioni arbitrali a favore dei bianconeri nelle gare precedenti. Sul finire del primo tempo la Juventus passa in vantaggio con un gol di [[Alessandro Del Piero]]. Nella ripresa, sull'1-0, l'arbitro Ceccarini di [[Livorno]] decide di non intervenire di fronte ad un contatto in area bianconera tra [[Ronaldo]] e [[Mark Iuliano]] che avrebbe dovuto, secondo alcuni tra cui lo stesso arbitro<ref>Lo stesso Ceccarini si scusò per la svista. {{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/02/Ceccarini_Ronaldo_sbagliato__co_0_9808027737.shtml|titolo=Ceccarini: " Su Ronaldo ho sbagliato "|editore=Corriere della Sera|data=02-08-1998}}</ref>, essere sanzionato con un [[Calcio di rigore|rigore]]. Nel proseguimento dell'azione è invece la [[Juventus Football Club|Juventus]] a guadagnare il rigore. Simoni, infuriato dopo la mancata assegnazione del rigore all'Inter, entra in campo con la palla ancora in gioco ed è trattenuto dagli addetti. Dopo l'assegnazione del rigore alla Juventus si dirige verso l'arbitro e grida ripetutamente "Si vergogni" a Ceccarini, il quale lo espelle. Successivamente Del Piero sbaglia il rigore, facendosi parare il tiro da [[Gianluca Pagliuca]]. Il finale di partita è molto acceso: [[Zé Elias]] viene espulso e rischia di essere mandato fuori dal campo anche [[Edgar Davids]]. Nei giorni successivi all'incontro, mentre si sviluppa un vespaio di polemiche, il giudice sportivo infligge all'Inter un totale di 10 giornate di squalifica, sommando le sanzioni all'allenatore e ai giocatori. Nei turni successivi la squadra di Simoni perde ulteriore terreno dopo il pareggio in casa contro il Piacenza (0-0) e dopo la decisiva sconfitta a [[Bari]] per 2-1 contro i pugliesi, la vera e propria bestia nera dei neroazzurri negli [[Anni 1990|anni '90]], il [[10 maggio]] [[1998]]. Con una giornata d'anticipo la Juventus vince il campionato.
 
In [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] i nerazzurri escono ai quarti ad opera del Milan, sconfitto nel ritorno per 1-0 ma qualificato grazie al vittorioso 5-0 dell'andata. La soddisfazione dell'annata per l'Inter è il successo in [[Coppa UEFA 1997-1998|Coppa UEFA]], dove i nerazzurri riscattano la sconfitta nella doppia finale subita l'anno precedente contro lo [[FC Schalke 04|Schalke 04]] (1-0 a [[Milano]] nella gara d'andata e 1-1 in [[Germania]] al ritorno). In quella stessa competizione, che da quell'annata è assegnata in una finale unica, l'Inter supera infatti la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] per 3-0 al [[Parco dei Principi]] di [[Parigi]] il [[6 maggio]] [[1998]] con reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo, mettendo in bacheca il trofeo per la terza volta.
 
===1998-99: ottavo posto===
[[Immagine:Baggio_Vicenza.jpg|right|thumb|150px|Roberto Baggio (nella foto ai tempi del [[Vicenza Calcio|Vicenza]]): 59 presenze e 17 reti con l'Inter]]
Nell'estate [[1998]] arriva all'Inter [[Roberto Baggio]], reduce da un'ottima esperienza al [[Bologna FC|Bologna]]. Il ''Codino'', tuttavia, sin da subito non è schierato con continuità e non riesce ad essere decisivo per la squadra. Da segnalare la vittoria nel girone di [[UEFA Champions League|Champions League]] contro il [[Real Madrid]] per 3-1, con Roberto Baggio autore di due reti e di una splendida prestazione. Ma nel [[1998]]-[[1999]] l'Inter è artefice di un'altra stagione negativa. Estromessa ai quarti di finale della [[UEFA Champions League|Champions League]] dal [[Manchester United F.C.|Manchester United]] (poi vincitore della manifestazione), in campionato delude ancora una volta, giungendo ottava dopo aver cambiato ben quattro allenatori. A sorpresa ci fu l'esonero di Simoni: i motivi del presidente e della società furono che non videro miglioramenti dal punto di vista del gioco.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/01/Moratti_sorpresa_esonera_Simoni_all_co_0_98120110248.shtml|titolo=Moratti esonera a sorpresa Simoni|data=01-12-1998|editore=Corriere dello Sport}}</ref>
 
===1999-00: quarto posto e l'infortunio di Ronaldo===
[[Immagine:Marcello Lippi.jpg|left|thumb|250px|Marcello Lippi rimase una sola stagione all'Inter giungendo quarto in campionato dopo aver vinto lo spareggio per la [[UEFA Champions League|Champions League]] contro il Parma]]
Nell'estate [[1999]] la dirigenza acquista [[Christian Vieri]], versando alla Lazio 70 miliardi di lire più il cartellino di [[Diego Pablo Simeone]], e assume [[Marcello Lippi]] che, dopo un quinquennio alla [[Juventus Football Club|Juventus]], si era dimesso a [[febbraio]] [[1999]] per gli scarsi risultati ottenuti nella [[Serie A 1998-1999|stagione precedente]]. La scelta dell'allenatore viene molto contestata a causa dei precedenti bianconeri di Lippi. In particolare non gli vengono perdonate le dichiarazioni seguite a Juventus-Inter del [[Serie A 1997-1998|campionato 1997-1998]] e le sue prime disposizioni: Lippi pone infatti condizioni durissime, chiedendo alla società di non rinnovare il contratto del capitano [[Giuseppe Bergomi|Bergomi]], che attendeva il rinnovo dopo un'annata positiva (al suo posto viene acquistato [[Laurent Blanc]]) e di cedere [[Diego Pablo Simeone|Simeone]], inserito come contropartita nell'affare [[Christian Vieri|Vieri]].
La coppia d'[[attacco]] Vieri-[[Ronaldo]] fa sognare i tifosi, ma i due bomber incontrano una serie di infortuni che impediscono loro di giocare assieme con continuità e per l'Inter rendono difficile la recita di un ruolo da protagonista in campionato. Ad essere colpito dalla sfortuna è soprattutto Ronaldo che, al suo esordio dopo il rientro da un intervento al ginocchio destro, nell'andata della finale di [[Coppa Italia 1999-2000 (calcio)|Coppa Italia]] contro la Lazio del [[12 aprile]] [[2000]] s'infortuna gravemente lo stesso [[ginocchio]] e rischia il ritiro dall'attività agonistica. Al termine di una stagione travagliata la squadra si piazza quarta e vince lo spareggio per l'ingresso in [[UEFA Champions League|Champions League]] contro il [[Parma FC|Parma]] del [[23 maggio]] [[2000]] per 3-1, con due perle di [[Roberto Baggio]], le ultime in maglia nerazzurra. Avendo la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] vinto scudetto e Coppa nazionale, la squadra nerazzurra si qualifica inoltre per la finale di [[Supercoppa Italiana]] in quanto finalista di [[Coppa Italia 1998-1999 (calcio)|Coppa Italia]].
 
===2000-01: quinto posto===
La stagione seguente si rivela ancora una volta fallimentare. I meneghini vengono clamorosamente estromessi dalla [[UEFA Champions League|Champions]] già ad [[agosto]], al terzo turno preliminare, dagli [[Svezia|svedesi]] dell'[[Helsingborg]]: [[Alvaro Recoba]] fallisce il [[Calcio di rigore|rigore]] decisivo al 90° minuto della partita di ritorno al [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|Meazza]]. La squadra perde anche la partita d'esordio in campionato con la [[Reggina]], provocando il duro sfogo televisivo dell'[[allenatore]] [[Marcello Lippi]], che si rivolge ai giocatori con toni rabbiosi. A causa del clima creatosi nello spogliatoio, la dirigenza opta per l'esonero dell'allenatore toscano: due giorni più tardi sulla panchina dell'[[Inter]] è chiamato [[Marco Tardelli]], ex [[Campionato mondiale di calcio 1982|campione del mondo nel 1982]] e in quel momento [[commissario tecnico]] della [[Nazionale di calcio dell'Italia Under-21|Nazionale italiana Under-21]] con cui pochi mesi prima ha vinto il [[Campionato europeo di calcio Under-21|Campionato europeo di categoria]]. Malgrado il cambio della guida tecnica l'Inter stenta e, dopo un campionato condotto mediocremente e una cocente eliminazinone agli ottavi di [[Coppa UEFA 2000-2001|Coppa UEFA]], l'[[11 maggio]] [[2001]] va incontro ad un pesantissimo crollo in casa nel [[Derby di Milano|derby]] contro il [[Milan]] (0-6). I nerazzurri comunque chiudono il campionato al 5° posto davanti ai cugini, qualificandosi in [[Coppa UEFA]], ma il risultato non viene ritenuto sufficiente e [[Marco Tardelli]] non viene confermato sulla panchina della squadra.
 
Al termine di quella stagione scoppia lo scandalo dei passaporti falsi, riguardante la naturalizzazione illecita di alcuni calciatori extracomunitari: tra le società coinvolte figura anche l'Inter per la vicenda della nazionalità di Recoba. Il direttore sportivo [[Gabriele Oriali]] patteggia 20.000 euro di ammenda e [[Álvaro Recoba]] subisce una squalifica totale di 2 anni, poi ridotta dalla [[FIGC]] a 6 mesi di radiazione nelle competizioni nazionali e internazionali con diffida.
 
===2001-02: il fatale 5 maggio===
[[Immagine:Ronaldo.jpeg|right|thumb|150px|Ronaldo: 100 presenze e 59 reti tra il 1997 e il 2002]]
 
Nell'estate seguente Moratti decide di puntare su [[Héctor Raúl Cúper]], tecnico [[Argentina|argentino]] che nelle due stagioni precedenti aveva sorprendentemente condotto il [[Valencia CF|Valencia]] a due finali consecutive di [[UEFA Champions League|Champions League]] (entrambe perse contro [[Bayern Monaco]] e [[Real Madrid]]). La testa della classifica viene contesa per la maggior parte dell'annata dai nerazzurri e dalla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] [[Serie A 2000-2001|campione d'Italia in carica]] e, a sole 5 giornate al termine l'Inter ha 6 punti di vantaggio sulla [[Juventus Football Club|Juventus]], terza dietro ai capitolini, ma in queste cinque settimane accade l'imponderabile: l'Inter totalizza solo 7 punti sui 15 disponibili, la Juve non ne lascia per strada neanche uno. L'ultima giornata si disputa il [[5 maggio]] [[2002]] con la seguente situazione di classifica: Inter 69, Juventus 68, Roma 67. È proprio nell'ultimo atto di un torneo così avvincente che si concretizza una delle sorprese più grandi degli ultimi decenni della [[Serie A]]. Il [[5 maggio]] allo [[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] la squadra di Cúper è sconfitta per 4-2 dalla [[S.S. Lazio|Lazio]] e il risultato, unito alla vittoria per 2-0 della Juve sul campo dell'[[Udinese Calcio|Udinese]] e a quella della [[AS Roma|Roma]] al [[Stadio Delle Alpi di Torino|Delle Alpi]] contro il [[Torino FC|Torino]], vede [[Serie A 2001-2002|l'Inter scavalcata da ambedue le contendenti]]: [[Juventus Football Club|Juventus]] 71 punti [[scudetto]], [[AS Roma|Roma]] 70, Inter 69.
Il cammino stagionale in [[Coppa UEFA]] si interrompe in semifinale ad opera del [[Feyenoord Rotterdam|Feyenoord]], poi vincitore della competizione.
 
Il [[12 dicembre]] [[2001]] era scomparso a Milano l'avvocato [[Peppino Prisco]], storico vice-presidente interista, ottantenne da pochi giorni.
[[Immagine:Cuper Hector.jpg|right|thumb|180px|Héctor Cùper in due stagioni fece combattere l'Inter per lo [[scudetto]] fino alla fine del campionato e portò la squadra nel [[2003]] fino in semifinale di [[UEFA Champions League 2002-2003|Champions League]]]]
 
===2002-03: 2° posto, Vieri capocannoniere e semifinale di Champions League===
 
Nonostante l'amaro finale della stagione [[Serie A 2001-2002|2001-2002]], Moratti rinnova la fiducia a Héctor Cúper per il [[Serie A 2002-2003|2002-2003]]. [[Christian Vieri]], che sarà il [[capocannoniere]] del torneo con 24 gol, è affiancato in attacco dall'[[Argentina|argentino]] [[Hernán Crespo]], acquistato dalla Lazio in sostituzione di [[Ronaldo]], ceduto al [[Real Madrid]] su sua richiesta a causa di insanabili contrasti con l'allenatore.<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/speciali/calciomercato/2002/index.jhtml?PAGE_TO_LOAD=primo_piano.jhtml&arti_id=3.0.745316715|titolo=Ronaldo al Real Madrid, Crespo all'Inter|data=31-08-2002|editore=Gazzetta dello Sport}}</ref> Nella prima parte del campionato le squadre in lotta per il titolo sono quattro: Juventus, Milan, Inter e Lazio. Nel girone di andata è il Milan a comandare stabilmente la classifica, laureandosi campione d'inverno. Nel ritorno, però, la gara si restringe a Inter e Juventus. Le due rivali rimangono appaiate in classifica fino allo scontro diretto del [[Stadio Delle Alpi|Delle Alpi]], dove la squadra nerazzurra viene sconfitta per 3-0. Il riaggancio sarebbe possibile qualche domenica dopo, quando la Juventus perde con il Milan, ma in quella giornata anche l'Inter viene battuta sul campo dell'[[Udinese Calcio|Udinese]]. Cúper conduce la squadra al secondo posto finale in [[Serie A 2002-2003|Serie A]], a 7 punti di distacco dalla [[Juventus Football Club|Juventus]] e a più 4 dal Milan, terzo.
[[Immagine:Tifo San Siro.jpg|left|thumb|330px|Coreografia nerazzurra del famoso [[derby]] nella semifinale di [[UEFA Champions League 2002-2003|Champions League 2003]]]]
In [[UEFA Champions League 2003|Champions League]] i nerazzurri partono dal terzo turno preliminare, dove eliminano i [[Portogallo|portoghesi]] dello [[Sporting Lisbona]]. Il percorso in coppa prosegue bene grazie soprattutto alle reti di Crespo, poco prolifico in campionato ma determinante in ambito europeo. L'Inter supera la prima fase a gironi piazzandosi al primo posto davanti a [[AFC Ajax|Ajax]], [[Olympique Lyonnais|Lione]] (qualificato in [[Coppa Uefa 2003|Coppa UEFA]]) e [[Rosenborg BK|Rosenborg]]. Nella seconda fase a gironi raggiunge il secondo posto del proprio raggruppamento, alle spalle del [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] e davanti a [[Newcastle United F.C.|Newcastle United]] e [[Bayer Leverkusen]]. Nel ritorno della sfida con gli inglesi Vieri interrompe un lungo digiuno di gol in coppa, mentre alla [[BayArena]] di [[Leverkusen]], contro i vicecampioni d'Europa uscenti, il 19enne nigeriano [[Obafemi Martins]] diventa il più giovane marcatore nerazzurro nella competizione. Nei quarti di finale i nerazzurri sconfiggono gli [[Spagna|spagnoli]] del [[Valencia CF|Valencia]] grazie ai risultati di 1-0 e 2-1, dove le due reti meneghine sono entrambe realizzate da Vieri. L'avventura interista, però, si conclude in semifinale contro il Milan (poi campione vincendo la finale contro la Juventus), nel primo [[derby di Milano]] nella storia delle coppe europee. Dopo lo 0-0 di Milan-Inter, il ritorno, Inter-Milan, finisce 1-1. Al gol di [[Andriy Shevchenko|Shevchenko]] in chiusura di primo tempo risponde nel secondo tempo ancora il giovane Martins. Nei minuti finali il portiere rossonero [[Christian Abbiati|Abbiati]] compie una prodigiosa parata su Kallon: i rossoneri passano il turno in virtù del [[Regola dei gol fuori casa|gol segnato in trasferta]]. Una infida eliminazione in doppio pareggio non smentisce quanto di buono fatto dai nerazzurri in Champions: Cùper infatti riesce a portare la squadra in semifinale, cosa che non accadeva dal lontano [[Coppa dei Campioni 1980-1981 (calcio)|1981]] quando allora fu il [[Real Madrid]] ad eliminarla.
 
===2003-04: da Cúper a Zaccheroni===
Nell'estate [[2003]] inizia la terza stagione di Cúper. Dopo un avvio difficile in campionato, caratterizzato dalla sconfitta nel derby, dopo il pareggio esterno contro il [[Brescia Calcio|Brescia]], ad [[ottobre]], il tecnico argentino viene esonerato e sostituito da [[Alberto Zaccheroni]]. Durante il mercato di [[gennaio]] viene acquistato dal [[Parma Football Club|Parma]] il giovane [[attaccante]] [[Brasile|brasiliano]] [[Adriano Leite Ribeiro|Adriano]], il quale, dopo aver esordito con l'Inter nel [[2001]] e aver realizzato molti gol con [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] (6 gol) e [[Parma Football Club|Parma]] (23 gol) tra il [[2002]] e il [[2004]], era stato ceduto proprio a quest'ultimo club in comproprietà. Zaccheroni conclude il [[Serie A 2003-2004|campionato]] alle spalle di Milan, [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e [[Juventus Football Club|Juventus]], centrando il 4° posto che era l'obiettivo minimo dell'Inter dopo una partenza amara, ma il risultato non viene considerato sufficiente alla sua conferma per l'annata seguente. Nell'inverno [[2003]], viene trovato positivo al nandrolone il nerazzurro [[Mohammed Kallon]]. La società si dichiara estranea alla vicenda, posizione che né il calciatore né il suo avvocato finora hanno mai smentito, e a squalifica terminata il giocatore viene ceduto all'estero.
 
Le prime prestazioni stagionali dell'Inter in [[UEFA Champions League 2003-2004|Champions League]] sono ottime: i nerazzurri diventano la prima squadra italiana ad espugnare [[Highbury]], lo stadio dell'[[Arsenal F.C.|Arsenal]], che viene sconfitto per 3-0. Arriva poi un'altra vittoria, contro la [[Dinamo Kiev]], battuta per 2-1 a San Siro. Con l'avvento di Zaccheroni il rendimento in coppa peggiora: nella settimana successiva all'allontanamento di Cúper la squadra, allenata provvisoriamente da [[Corrado Verdelli]] in attesa dell'arrivo di Zaccheroni, perde per 3-0 in [[Russia]] contro la [[Lokomotiv Mosca]] e nel successivo turno, sempre contro i moscoviti, pareggia per 1-1 in casa. Dopo una pesante sconfitta interna nel ritorno contro l'Arsenal (1-5), l'eliminazione dal torneo viene sancita con un pari (1-1) a [[Kiev]] contro la Dinamo. La squadra è estromessa dalla massima competizione continentale per club ma, essendo giunta terza nel proprio girone, accede alla [[Coppa UEFA 2003-2004|Coppa UEFA]], dove l'allenatore impiega Vieri al posto di Adriano (questi non può disputare match internazionali, avendo già giocato in Europa con il Parma nella stagione in corso). L'Inter inizia il suo percorso eliminando prima il [[FC Sochaux-Montbéliard|Sochaux]] e poi il [[Sport Lisboa e Benfica|Benfica]], ma si ferma ai quarti di finale contro l'[[Olympique Marsiglia]], perdendo sia in casa che fuori per 1-0.
 
A fine stagione, poco prima degli [[Campionato europeo di calcio 2004|Europei]], dopo le iniziali conferme dell'allora presidente [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], il patron Moratti esonera Zaccheroni.
 
===2004-05: la 4° Coppa Italia===
[[Immagine:Roberto Mancini.jpg|thumb|230px|[[Roberto Mancini]] aprì un nuovo ciclo di vittorie per l'Inter]]
 
Il [[16 giugno]] [[2004]] [[Roberto Mancini]] viene ufficialmente presentato come nuovo allenatore dell'[[Inter]]. Il tecnico ritrova il [[centrocampista]] [[Dejan Stankovic]] e porta con sé dalla [[S.S. Lazio|Lazio]] i [[difensori]] [[Giuseppe Favalli]] e [[Siniša Mihajlović]], arriva inoltre in prestito dal [[Chelsea F.C.|Chelsea]] l'ex biancoceleste [[Juan Sebastián Verón]]. La squadra può contare su un [[attacco]] sulla carta molto forte ([[Adriano Leite Ribeiro|Adriano]], [[Christian Vieri|Vieri]], [[Obafemi Martins|Martins]], [[Álvaro Recoba|Recoba]]) ma non riesce a soddisfare le grandi aspettative suscitate in estate, giungendo terza nella [[Serie A 2004-2005]] dietro [[Juventus Football Club|Juventus]] e Milan. La partenza dell'Inter in campionato era stata caratterizzata da una serie di imbattibilità poco produttiva per via dell'elevato numero di pareggi. Il terzo posto verrà poi rivalutato alla luce dello scandalo Calciopoli, dipanatosi nel corso di questa stagione ma venuto alla luce solo dopo un anno, che vede coinvolte proprio la Juventus (cui viene revocato il titolo di campione d'Italia per illecito sportivo) ed il Milan, accusato di slealtà sportiva.
 
In campo internazionale l'Inter è estromessa dalla [[UEFA Champions League 2005|Champions League]] ai quarti di finale ancora dal [[Associazione Calcio Milan|Milan]] con questi risultati: Milan-Inter 2-0; Inter-Milan 0-3 a tavolino (match sospeso nel secondo tempo per lancio di bengala dei sostenitori nerazzurri sul risultato di 1-0 per i rossoneri, subito dopo una rete annullata a [[Esteban Cambiasso]]). Il club di Moratti è comunque capace di mettere in bacheca un trofeo dopo sette anni. I nerazzurri conquistano infatti la quarta [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] il [[15 giugno]] [[2005]] nella finale contro la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], imponendosi sia all'andata che al ritorno: 2-0 allo [[Stadio Olimpico di Roma|Stadio Olimpico]] con una doppietta di Adriano e 1-0 al [[Stadio "Giuseppe Meazza" di Milano|Meazza]] con gol di Mihajlović.
 
===2005-06: la 2° Supercoppa Italiana, la 5° Coppa Italia e il 14 °Scudetto a tavolino===
[[Immagine:Luis Figo flickr.jpg|thumb|175px|[[Luis Figo]], nuovo numero 7 nerazzurro]]
La compagine meneghina comincia il [[2005]]-[[2006]] con il piede giusto: il [[20 agosto]] 2005 si aggiudica la seconda Supercoppa Italiana della sua storia dopo quella del [[1989]], grazie a una rete di [[Juan Sebastián Verón]] nei supplementari contro la Juventus al Delle Alpi (1-0). Il [[Serie A 2005-2006|campionato 2005-2006]] parte con la fuga della [[Juventus Football Club|Juventus]]. Soltanto Milan e Inter sono in grado di mantenere l'impetuoso passo dei bianconeri, prima che un vistoso calo dei rossoneri permetta ai nerazzurri di occupare stabilmente la seconda piazza della classifica. Col [[derby d'Italia]] di ritorno, disputato a [[marzo]], l'Inter cerca una rimonta che avrebbe dell'incredibile grazie alle giocate di [[Adriano]], [[Martins]] e [[Figo]] ma viene sconfitta per 2-1 a San Siro con [[gol]] decisivo di [[Alessandro Del Piero]]. Unito alla precedente sconfitta con la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], il passo falso favorisce il notevole recupero del Milan, capace di rimontare 14 punti all'Inter e 11 alla Juventus. Alla fine però il podio è quello dell'annata precedente: Juventus prima, Milan secondo ed Inter terza, stando alla classifica al termine dell'ultima giornata, il [[14 maggio]] [[2006]], in attesa delle sentenze relative allo [[Scandalo del calcio italiano del 2006|scandalo del calcio]].
 
In [[UEFA Champions League 2005-2006|Champions League]], nonostante le prime sfide a porte chiuse a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] a causa dei fatti del [[derby di Milano|derby]] di Champions, il cammino dei nerazzurri è in discesa. Dopo il primo posto nella [[Girone all'italiana|fase a gironi]], la squadra sconfigge l'[[AFC Ajax|Ajax]] agli ottavi ma viene eliminata dal torneo ai quarti di finale per mano degli [[Spagna|spagnoli]] del [[Villarreal CF|Villarreal]] malgrado la vittoria per 2-1 nel match di andata al [[Stadio Giuseppe Meazza|Meazza]]. Il ritorno al [[El Madrigal|Madrigal]] termina infatti 1-0 per gli avversari, che si qualificano alle semifinali in virtù del gol in trasferta messo a segno da [[Diego Forlan]] al primo minuto di gioco della sfida di San Siro.
 
Ai nerazzurri sembra, così, restare ancora una volta solo la [[Coppa Italia 2005-2006 (calcio)|Coppa Italia]], che vincono per la seconda volta consecutiva e nuovamente contro la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. Dopo il pareggio all'Olimpico (1-1) al ritorno la formazione milanese prevale per 3-1, conquistando il trofeo per la quinta volta nella sua storia.
 
A seguito delle sentenze, il [[26 luglio]] 2006 il Commissario Straordinario della [[FIGC]] [[Guido Rossi]], recepito il parere positivo di una apposita commissione, da lui istituita e nominata, composta da Gerard Aigner, già Segretario Generale e Direttore Generale della UEFA, dal prof. Massimo Coccia, esperto di diritto sportivo, membro TAS, ordinario di diritto internazionale presso la Università della Tuscia e dal prof. Roberto Pardolesi, esperto di diritto sportivo, ordinario di diritto privato comparato presso la Luiss<ref>Fonte: [http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/sport/calcio/moggi-parla/scudetto-assegnato/scudetto-assegnato.html Repubblica.it], [http://www.tgcom.mediaset.it/sport/articoli/articolo319674.shtml TGCom]</ref>, assegna d'ufficio all'Inter il 14° [[scudetto]] della sua storia, proclamandola Campione d'Italia 2005-2006 in seguito ai provvedimenti della [[Corte Federale della FIGC|Corte Federale]] sulla classifica finale del campionato Italiano di Serie A 2005-2006: la Juventus è declassata al ventesimo ed ultimo posto (con conseguente retrocessione in [[Serie B]]), mentre il Milan viene penalizzato di 30 punti, scendendo così al terzo posto dietro Inter e Roma.
 
Con la retrocessione in B della [[Juventus Football Club|Juventus]] per illecito l'Inter rimane l'unica società calcistica italiana ad aver disputato tutte le edizioni della [[Serie A#Le squadre|Serie A]].
 
===2006-07: la 3° Supercoppa Italiana e il 15° scudetto===
[[Immagine:Marco Materazzi flickr.jpg|left|thumb|140px|[[Marco Materazzi]], uno dei protagonisti della conquista dello [[scudetto]] da parte dell'Inter]]
[[Immagine:InternazionaleFans2007.jpg|right|thumb|380px|Festeggiamenti dei tifosi a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] per il quindicesimo [[scudetto]]]]
[[Immagine:Formazione inter 2006-2007.jpg|left|thumb|190px|Formazione titolare vincitrice dello ''scudetto dei record'' 2006-2007]]
Il [[26 agosto]] 2006 l'Inter si presenta alla sfida di Supercoppa Italiana a San Siro come favorita, con la coccarda della Coppa Italia sulla manica sinistra della maglia e lo scudetto sul petto (in passato l'accoppiata era riuscita solo a [[Torino Football Club|Torino]], Juventus, [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] e [[Società Sportiva Lazio|Lazio]]), tuttavia va sotto di 3 reti, recuperate nel corso della partita grazie alla doppietta di [[Patrick Vieira]] e ad un gol di [[Hernan Crespo]]. Una punizione di [[Luís Figo]] fissa nei [[tempi supplementari]] il risultato sul 4-3 per la formazione nerazzurra e le consegna la terza Supercoppa Italiana della sua storia, la seconda consecutiva.
 
Pochi giorni dopo la vittoria in Supercoppa un grave lutto colpisce l'Inter, oscurando l'atmosfera di ottimismo in vista della nuova stagione: il [[4 settembre]] 2006 muore a Milano dopo alcuni mesi di grave malattia il presidente [[Giacinto Facchetti]], già bandiera nerazzurra negli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]] e della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]].
 
Nella stagione [[Serie A 2006-2007|2006-2007]] l'Inter torna a dominare la scena italiana, occupando stabilmente la vetta della classifica di [[Serie A]] con molti punti di vantaggio sulla seconda.
 
L'avventura in [[UEFA Champions League 2007|Champions League]] dei nerazzurri inizia in salita per via di due sconfitte nelle prime due giornate, rispettivamente con [[Sporting Lisbona]] e [[Bayern Monaco]]. Tuttavia, con tre vittorie e un pareggio nelle successive partite del girone, la squadra milanese si qualifica agli ottavi di finale, dove viene eliminata dal [[Valencia Club de Fútbol|Valencia]] per la [[regola dei gol fuori casa]], dopo un doppio pareggio (2-2 nell'andata al Meazza e 0-0 nel ritorno al [[Stadio Mestalla|Mestalla]]).
 
In Serie A, intanto, l'Inter prosegue il suo dominio incontrastato, vincendo pure il ritorno del derby contro il Milan (2-1 dopo il 4-3 dell'andata). Il [[18 aprile]] subisce la prima e unica sconfitta in campionato, ad opera della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], seconda in classifica e vittoriosa per 3-1 a San Siro. Si tratta della prima sconfitta dopo 39 partite consecutive di imbattibilità in tutte le competizioni, giunta proprio nella sfida che avrebbe potuto decretare matematicamente il primo posto. La festa, però, è rimandata di soli quattro giorni. Il [[22 aprile]], infatti, i nerazzurri conquistano il 15° scudetto, con 5 giornate di anticipo sulla fine del campionato (record eguagliato), vincendo 2-1 contro il [[Associazione Calcio Siena|Siena]] in trasferta grazie a due gol di [[Marco Materazzi]] ed alla contemporanea sconfitta della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] a [[Bergamo]] contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]].
 
La vittoria dello scudetto è caratterizzata da una lunga serie di record, tra cui il primato dei punti conquistati (97), delle vittorie consecutive in campionato (17, record storico assoluto in [[Serie A]]), delle vittorie in una sola stagione (30), delle vittorie in trasferta (15), delle vittorie consecutive in trasferta (11), della [[media inglese]] (+21).
 
Anche il cammino in [[Coppa Italia 2006-2007 (calcio)|Coppa Italia]] è positivo, con il raggiungimento della terza finale consecutiva, per la terza volta contro la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. Non era mai accaduto prima che le stesse squadre si fossero sfidate in finale per tre anni di fila. Nella finale di andata l'Inter, appena vittoriosa in campionato, viene nettamente battuta dalla Roma all'[[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] per 6-2, mentre nella gara di ritorno vince per 2-1, ma è la Roma a sollevare la coppa.
 
===2007-08: il 16° scudetto nell'anno del centenario===
 
[[Immagine:Juliocesarinter.jpg‎|right|thumb|200px|[[Júlio César Soares Espíndola|Julio Cesar]], uno dei pilastri dell'Inter del sedicesimo scudetto]]La stagione 2007-2008, che conduce l'Inter nel novero delle società centenarie il [[9 marzo]] [[2008]], si apre il [[19 agosto]] [[2007]] con la sconfitta casalinga contro la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] per 1-0 nella ventesima edizione della [[Supercoppa italiana (calcio)|Supercoppa italiana]] e nella quinta partita di Supercoppa giocata tra Inter e [[Roma]] nelle ultime quattro stagioni, nonché quattordicesima sfida in generale tra i due club nell'arco di poco più di tre anni.
 
All'inizio del campionato il cammino della squadra ricalca le orme della strepitosa stagione precedente. L'Inter si laurea campione d'inverno con due giornate d'anticipo dalla fine del girone d'andata, chiudendo in testa a quota 49 punti (15 vittorie e 4 pareggi), con un vantaggio di 7 lunghezze sulla seconda ([[Roma]]) e 12 sulla terza ([[Juventus]]). Inoltre migliora il record di vittorie consecutive tra campionato e coppe stabilito l'anno precedente, portandosi a quota 13 rispetto alle 11 affermazioni della passata stagione. Come nella stagione precedente, è [[Zlatan Ibrahimović|Ibrahimović]] il leader della squadra, che beneficia dei suoi gol e dei suoi assist. A fine girone d'andata lo svedese, insieme a [[David Trézéguet]], è infatti il capocannoniere (grazie ad un maggior numero di rigori battuti e realizzati) con 13 gol.
 
[[Immagine:Zlataninter.jpg|thumb|200px|left|[[Zlatan Ibrahimovic]]: dopo un mese e mezzo d'infortunio ritorna in campo il [[18 maggio]] contro il [[Parma]] all'ultima giornata segnando una doppietta valevole lo scudetto]]
Dalla fine di febbraio alla fine di marzo (dalla 24esima alla 31esima giornata) la squadra di Mancini attraversa, tuttavia, un periodo opaco in cui dilapida in parte il vantaggio accumulato sulla Roma, che recupera 7 punti e si porta a 4 lunghezze di distacco. Nel corso di questo periodo giunge per i nerazzurri la prima sconfitta dopo 31 partite utili consecutive in campionato, contro il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], che si impone in casa per 1-0. I milanesi non perdevano in Serie A da 31 partite ([[18 aprile]] 2007, 1-3 contro la [[Roma]]). Dalla 32esima alla 35esima giornata i nerazzurri ottengono, poi, 4 vittorie consecutive, ma in seguito perdono il derby contro il [[Milan]] per 2-1 e pareggiano in casa contro il [[Siena]] 2-2 (quest'ultimo risultato è condizionato da un [[calcio di rigore]] fallito da [[Marco Materazzi]]). A una giornata dalla fine l'Inter conserva un punto di vantaggio sulla [[Roma]]. Domenica [[18 maggio]], dopo una partita sofferta nelle battute iniziali contro il [[Parma Football Club|Parma]], in trasferta e con la tifoseria nerazzurra della città al seguito (il divieto imposto dalla prefettura di Parma valeva solo per i nerazzurri provenienti dal resto d'Italia<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/08_maggio_15/inter_trasferta_tifosi_2dafd17a-225d-11dd-8bc7-00144f486ba6.shtml|titolo=Trasferta Inter a Parma: stop ai tifosi|editore=Corriere.it|data=15-05-08|accesso=24-10-08}}</ref>), la squadra riesce ad imporsi sui rivali per 2-0 grazie a due gol di [[Zlatan Ibrahimovic|Ibrahimović]] (rientrante da un infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per quasi due mesi) e si laurea Campione d'Italia per la sedicesima volta nella sua storia con tre punti di vantaggio sulla [[Roma]].
 
In [[Coppa Italia 2007-2008|Coppa Italia]] il cammino dei nerazzurri prosegue bene. Agli ottavi sconfiggono la [[Reggina Calcio|Reggina]] per 4-1 all'andata, con una [[doppietta]] del giovane [[Mario Balotelli]], e per 3-0 nel ritorno. Ai quarti incontrano la [[Juventus Football Club|Juventus]]. Nella partita di andata pareggiano per 2-2, mentre nel ritorno è ancora [[Balotelli]] a risultare decisivo, realizzando una doppietta che, insieme al gol di [[Julio Cruz|Cruz]], elimina la [[Juventus]] (3-2). Dopo aver superato in semifinale la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], il 24 maggio i milanesi ritrovano in finale per la quarta volta consecutiva la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. L'Inter ancora una volta perde la finale, questa volta per 2-1.
 
In [[UEFA Champions League 2007-2008|Champions League]] i nerazzurri vengono eliminati agli ottavi di finale come nella stagione precedente, questa volta dal {{fc|Liverpool}}, vittorioso per 2-0 in casa e per 1-0 a San Siro. Al termine della partita di ritorno [[Mancini]] annuncia la sua intenzione di abbandonare la guida dell'Inter alla fine della stagione, salvo poi ritornare sui propri passi a due giorni di distanza.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/03_Marzo/13/mancinitv.shtml|titolo="Moratti: "Sfogo sbagliato" - Mancini: "Non lo rifarei"|editore=gazzetta.it}}</ref>
 
Moratti, tuttavia, prende i primi contatti con [[José Mourinho]], l'ex-allenatore portoghese del [[Chelsea F.C.|Chelsea]]. Il [[27 maggio]], a pochi giorni dalla conquista del sedicesimo titolo, il presidente nerazzurro esonera l'allenatore, in una situazione per certi versi simile a quella avvenuta con Zaccheroni quattro anni prima.
Nella comunicazione ufficiale del [[29 maggio]]<ref>{{cita web|url=http://www.inter.it/aas/news/reader?N=41413&L=it|titolo=Comunicato ufficiale F.C. Internazionale|editore=inter.it|data=29-05-2008}}</ref> come motivazioni per l'esonero si adducono le dichiarazioni rese dal tecnico Mancini alla fine della sfida di Champions League Inter-Liverpool dell'11 marzo 2008.
 
Il saldo del tecnico [[Jesi|jesino]] sulla panchina dell'Inter è stato comunque positivo: in soli quattro anni ha vinto ben 7 trofei, 3 [[Serie A|Scudetti]], 2 [[Coppa Italia|Coppe Italia]], 2 [[Supercoppa Italiana|Supercoppe Italiane]], risultando il secondo tecnico più vincente della storia dell'Inter dopo [[Helenio Herrera|Herrera]].
 
===2008-09: la 4° Supercoppa italiana===
{{vedi anche|Football Club Internazionale Milano 2008-2009}}
[[Immagine:Ibra (inter-juventus 11-2008).jpg|thumb|120px|left|[[Zlatan Ibrahimović]] in Inter-Juventus del 22 novembre 2008]]
Il [[2 giugno]] [[2008]], tramite le pagine del suo sito web<ref>{{cita web|url=http://www.inter.it/aas/news/reader?N=41433&L=it|titolo=Nuovo allenatore: Josè Mourinho all'Inter|editore=inter.it|data=02-06-2008}}</ref>, la società ufficializza l'arrivo di [[José Mourinho]] come nuovo allenatore dei nerazzurri e promuove [[Giuseppe Baresi]] ad allenatore in seconda. Il [[24 agosto]] l'Inter vince il primo trofeo dell'era Mourinho: la [[Supercoppa italiana di calcio|Supercoppa italiana]]. L'obiettivo viene ottenuto battendo la Roma ai [[tiri di rigore]] per 8-7 (2-2 al termine dei tempi supplementari) al termine di una partita combattuta.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/08/24/partita.shtml|titolo=Inter, è subito festa. Supercoppa ai rigori|editore=gazzetta.it|data=24-08-2008}}</ref>
 
In campionato la squadra inizia con un pareggio per 1-1 contro la Sampdoria. L'Inter si issa una prima volta in testa alla classifica alla quarta giornata, vincendo in casa contro il Lecce, ma perde il primo posto con la sconfitta nel derby contro il Milan. Torna in vetta alla settima giornata battendo la Roma all'Olimpico, ma la perde nuovamente pareggiando in casa contro il Genoa. Alla decima giornata è il Milan a conquistare la testa della classifica, ma una settimana dopo torna in testa l'Inter battendo in casa l'Udinese. Il club nerazzurro mantiene il primato con la vittoria contro il Palermo, ma il crocevia stagionale è la 13° giornata: a San Siro è attesa la Juventus, rimasta dietro i nerazzurri da parecchie giornate e che viene sconfitta per 1-0. In seguito le vittorie contro Napoli, Chievo e Siena fanno terminare all'Inter le prime 17 giornate con 6 punti di vantaggio sulla Juventus e 9 sul Milan. I nerazzurri si laureano "campioni d'inverno" con due giornate d'anticipo dalla fine del girone d'andata.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Siena/Primo_Piano/2008/12/20/Siena_Inter2012.shtml|titolo=Inter avanti tra le polemiche|editore=[[Gazzetta dello Sport]]|data=21-12-2008}}</ref>
 
In [[UEFA Champions League 2008-2009|Champions League]] l'Inter viene inserita un girone piuttosto agevole con [[Panathinaikos FC|Panathinaikos]], [[Anorthosis]] e [[Werder Brema]]. Colleziona uan vittoria esterna, un pareggio in casa e va vicina alla qualificazione come prima classificata con il successo sull'Anorthosis, ma nelle successive partite di ritorno incappa in una serie di risultati negativi che ne compromettono la qualificazione come prima: pareggio in casa dell'Anorthosis, sconfitta interna con il Panathinaikos e sconfitta esterna con il Werder Brema. I nerazzurri si fanno superare, quindi, dal Panathinaikos, ottenendo in totale 8 punti con 8 gol fatti e 7 subiti e risultando la peggiore seconda della Champions League.<br>Il [[24 febbraio]] si gioca l'attesa sfida contro i Campioni del mondo in carica, gli inglesi del [[Manchester United Football Club|Manchester United]]. La partita si conclude senza reti, ma sono gli inglesi ad avere le migliori occasioni. Nella gara di ritorno a Manchester l'Inter subisce gol dopo quattro minuti e colpisce due legni, ma si qualificano i ''Red Devils'', che nel secondo tempo raddoppiano. I nerazzurri sono eliminati per la terza volta consecutiva agli ottavi di finale<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzetta.it/Speciali/Italia_Inghilterra/Primo_Piano/2009/03/11/ManchesterInter.shtml|titolo=L'Inter fuori a testa alta|editore=gazzetta.it|data=11-03-2009}}</ref>.
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<references/>
 
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