Il fiore delle Mille e una notte e Vrbovsko: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{Film
|Nome = Vrbovsko
|titoloitaliano = Il fiore delle Mille e una notte
|Nome ufficiale =
|titolooriginale = Il fiore delle Mille e una notte
|Panorama = Crkva Vrbovsko.jpg
|titoloalfabetico = Fiore delle Mille e una notte
|Didascalia =
|immagine = Fioremilleeunanotte-freccia.png
|Bandiera =
|didascalia = Aziz deflora Budùr con una freccia la cui punta è a forma di fallo
|Stemma =
|paese = [[Italia]]
|Stato = HRV
|paese2 = [[Francia]]
|Grado amministrativo = 2
|annouscita = [[1974]]
|Tipo = [[Città della Croazia|città]]
|durata = 129 min <small>(versione attuale rimontata da Pasolini)</small><br>155 min <small>(versione originale presentata al [[Festival di Cannes]])</small>
|Divisione amm grado 1 = Litoraneo-montana
|tipocolore = colore
|Amministratore locale = Anton Mance
|tipoaudio = sonoro
|Partito =
|genere = fantastico
|Data elezione =
|regista = [[Pier Paolo Pasolini]]
|Data istituzione =
|soggetto = ''[[Le mille e una notte]]''
|Data soppressione =
|sceneggiatore = [[Pier Paolo Pasolini]], <small>con la collaborazione di</small> [[Dacia Maraini]]
|Latitudine decimale =
|produttore = [[Alberto Grimaldi]]
|Longitudine decimale =
|distribuzioneitalia = P.E.A.
|Latitudine gradi = 45
|attori =
|Latitudine minuti = 22
*[[Ninetto Davoli]]: Aziz
|Latitudine secondi =
*[[Tessa Bouché]]: Aziza
|Latitudine NS = N
*[[Franco Citti]]: il demone
|Longitudine gradi = 15
*[[Franco Merli]]: Nur ed-Din
|Longitudine minuti = 05
*[[Ines Pellegrini]]: Zumurrud
|Longitudine secondi =
*[[Alberto Argentino]]: Shahzamàn
|Longitudine EW = E
*[[Francesco Paolo Governale]]: Tagi
|Superficie = 280
*[[Salvatore Sapienza]]: Yunàn
|Note superficie =
*[[Abadit Ghidei]]: Dúnya
|Abitanti = 5019
*[[Margareth Clementi]]
|Note abitanti =
*[[Luigina Rocchi]]
|Aggiornamento abitanti = 31-03-2011
*[[Zeudi Biasolo]]
|Sottodivisioni =
*[[Barbara Grandi]]
|Divisioni confinanti =
*[[Elisabetta Vito Genovese]]
|Lingue =
*[[Gioacchino Castellini]]
|Prefisso = 21,6
*[[Christian Alegny]]
|Fuso orario =
*[[Salvatore Verdetti]]
|Codice statistico =
*[[Jocelyne Munchenbach]]
|Codice catastale =
*[[Luigi Antonio Guerra]]
|Targa =
*[[Jeanne Gauffin Mathieu]]
|Nome abitanti =
*[[Francelise Noel]]
|Patrono =
*[[Franca Sciutto]]
|Festivo =
*[[Giana Idris]]: Giana
|Mappa =
*[[Fessazion Gherentiel]]: Berhane
|Didascalia mappa =
|fotografo = [[Giuseppe Ruzzolini]]
|Sito = http://www.tz-vrbovsko.hr/
|montatore = [[Nino Baragli]], [[Tatiana Casini Morigi]]
|effettispeciali = Rank Film Labs
|musicista = [[Ennio Morricone]]
|scenografo =[[Dante Ferretti]]
|costumista = [[Danilo Donati]]
|truccatore = [[Massimo Giustini]]
|casaproduzione = PEA Produzioni Europee Associate, Les Productions Artistes Associés
|premi = *[[Festival di Cannes 1974]]: [[Grand Prix Speciale della Giuria]]
}}
'''Vrbovsko''' (in italiano desueto ''Verbosco''<ref>[https://archive.org/stream/statisztiakikozl5618buda/statisztiakikozl5618buda_djvu.txt Cfr. sulle statistiche del Regno d'Ungheria]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=wRM7AAAAMAAJ&q=%22Verbosco%22&dq=%22Verbosco%22&hl=it&sa=X&ei=3gfaVLK3L4P0avemgYgH&ved=0CDgQ6AEwBA ''Die Wirtschaftspolitik Maria Theresias. Mit 9 Bildbeigaben u. 11 Abb. im Text, Volumi 188-194''].</ref>) è una città di 5.019 abitanti della [[regione litoraneo-montana]], in [[Croazia]].
{{quote|Una pellicola che si trasforma, durante lo svolgimento, piano piano in poesia. E poi, d'altronde, Ninetto Davoli non l'ho mica scoperto io.|[[Giacomo Cozzani]]}}
'''''Il fiore delle Mille e una notte''''' è un [[film]] del [[1974]] scritto e diretto da [[Pier Paolo Pasolini]], vincitore del [[Grand Prix Speciale della Giuria]] al [[Festival di Cannes 1974|27º Festival di Cannes]].<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/1974/allAward.html|titolo=Awards 1974|editore=festival-cannes.fr|accesso=18 giugno 2011|lingua=en}}</ref>
 
La popolazione è in maggioranza [[Lingua croata|croata]], con una consistente minoranza [[Lingua serba|serba]].
È il terzo e conclusivo capitolo della cosiddetta "trilogia della vita", dopo ''[[Il Decameron]]'' ([[1971]]) e ''[[I racconti di Canterbury (film)|I racconti di Canterbury]]'' ([[1972]]).
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], dal [[1941]] al [[1943]], fu posta sotto l'occupazione militare italiana (pur rientrando nei limiti dello ''[[Stato Indipendente di Croazia]]'').
== Trama ==
Seguendo l'architettura della raccolta di racconti orientali, organizzata nella forma attuale attorno al [[1400]], lo sviluppo narrativo de ''Il fiore delle mille e una notte'' procede secondo una struttura ad incastro. Il tema del viaggio di Nur ed-Din alla ricerca dell'amata schiava Zumurrud che gli è stata rapita, ne costituisce il filo conduttore. Ad esso, nella forma di brevi apologhi o di racconti più strutturati, si intrecciano, in una sottile trama, sogni e racconti di amori felici o tragici, a costituire un unico luminoso arazzo, in cui le singole storie si fondono in un armonioso canto alla vita e all'amore.
 
==Trama completaLocalità ==
[[File:Dvorac Severin na Kupi.jpg|left|thumb|195x195px]]
===Nur ed-Din e Zumurrùd===
Il comune di Vrbovsko è suddiviso nei seguenti 65 insediamenti (''naselja'')<ref>[http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/dodatni/129129.htm Frazioni della Regione litoraneo-montana]</ref>:
{{quote|La verità non è in un solo sogno, ma in molti sogni|Frase iniziale tratta da un passo de ''[[Le mille e una notte]]''}}
Blaževci, Bunjevci, Carevići, Damalj, Dokmanovići, Dolenci, Donji Vučkovići, Donji Vukšići, Draga Lukovdolska, Dragovići, Gomirje, Gorenci, Gornji Vučkovići, Gornji Vukšići, Hajdine, Hambarište, Jablan, Jakšići, Kamensko, Klanac, Komlenići, Lesci, Liplje, Lukovdol, Ljubošina, Majer, Mali Jadrč, Matići, Međedi, Mlinari, Močile, Moravice, Musulini, Nadvučnik, Nikšići, Osojnik, Petrovići, Plemenitaš, Plešivica, Podvučnik, Poljana, Presika, Radigojna, Radočaj, Radoševići, Rim, Rtić, Severin na Kupi, Smišljak, Stubica, Štefanci, Tići, Tomići, Topolovica, Tuk, Veliki Jadrč, Vrbovsko, Vučinići, Vučnik, Vujnovići, Vukelići, Zapeć, Zaumol, Zdihovo e Žakule.
Oltre mille anni fa, sotto lo sfondo di un'atmosfera orientale e fantastica, in [[Arabia]] il giovanotto Nur ed-Din compra al mercato l'affascinante schiava nera Zumurrùd. In realtà è la ragazza a scegliere il padrone perchè trova in lui del buono e del bello a confronto degli altri compratori. Pagate 1000 dine, Nur ed-Din porta Zumurrùd nella sua casa dove passano insieme una felice e passionale notte d'amore.
 
==Note==
===Il poeta Sium e i tre giovani===
Intanto in un'altra zona araba un vecchio poeta sta viaggiando con la sua scorta. Sium si ferma in un piccolo villaggio su un fiume per rifocillarsi ed invita tre ragazzi nella sua tenda per leggerli i suoi versi.
 
===Il re Harùn, la regina Zeudi e la giovane coppia===
Questa è una storia del poeta Sium: una coppia reale: Harùn e Zeudi cercano di sperimentare come i giovani riescono a provare amore l'un per l'altra e soprattutto quali possono essere le due conseguenze. La regina sostiene che in una coppia il più brutto s'innamora della più bella o viceversa, ma Harùn vuole fare una prova.<br>Infatti i due prelevano un ragazzo e una ragazza e li invitano nella tenda, senza che l'uno conosca l'altra. A notte fonda Harùn e Zeudi mettono i due giovani a dormire in una stanza e svegliano il ragazzo. Questi vede la fanciulla e la possiede senza che lei si svegli, poi torna a letto.<br>Ora ai due re tocca fare la seconda mossa e svegliano la ragazza che fa lo stesso gesto del giovane, adagiandosi a letto con lui, per poi coricarsi di nuovo.<br>Harùd e Zeudi concludono che i giovani sono due anime gemelle, fatte l'uno per l'altra, due lune nello stesso cielo stellato.
 
===Nur ed-Din perde Zumurrùd e tenta di trovarla===
Nel frattempo nel villaggio di Nur ed-Din è spuntato il giorno e Zumurrùd sta ricamando una preziosa tela da vendere al mercato per 200 dina, a patto che il padrone non la consegni ad un uomo con gli occhi azzurri. Nur ed-Din mantiene la promessa ma quando si vede arrivare davanti l'uomo citato da Zumurrùd che gli offre 1000 dine per il dipinto non ci pensa due volte e glie lo consegna.<br>Tuttavia l'uomo insegue di nascosto Nur ed-Din per tutta la strada fino alla sua casa dove gli chiede di ospitarlo. Il buon Nur ed-Din fa anche questo e non si accorge che l'uomo guarda insistentemente Zumurrùd, per poi invitare Nur ed-Din a conversare su una panca. Quando il padrone si addormenta, l'uomo rapisce Zumurrùd e se la porta nella sua casa. Tuttavia Zumurrùd riesce presto a mandare un messaggio al caro Nur ed-Din, ormai in lacrime.<br>I due si sarebbero incontrati di notte, sotto le mura della casa del bandito, e sarebbero fuggiti con dell'oro rubato. Nur ed-Din si dimostra entusiasta dopo aver letto il messaggio recatogli dall'informatrice e, ripagata la donna giacendo per un po' a letto con lei, il padrone aspetta la notte e si dirige verso la casa.<br>Purtroppo però arriva in ritardo, perchè un altro già passava da quelle parti e, avvistando Zumurrùd che si apprestava a scendere dalla corda, la rapisce portandosela nel suo covo di quaranta ladroni, affidandola al vecchio padre.
 
===Zumurrùd diventa "Re Sair" e Nur ed-Din giunge nella sua corte===
Infatti presto Zumurrùd riesce grazie alla sua astuzia a fuggire dal covo e, sotto spoglie maschili, fugge verso la città più vicina. Lì è appena morto il re e così la corte, vedendo Zumurrùd, scambiandola per un maschio, la eleggono Re Sair e la fanno sposare a forza con una principessa.<br>A corte Sair riceve il mercante furfante che la aveva rapita e scopre che prima di presentarsi da lei aveva mangiato a sbafo nella sua mensa. Per questo lo fa crocifiggere. Poco dopo giunge anche il capo dei ladroni il quale compie lo stesso infame gesto dell'altro bandito e verrà punito da Re Sair con la stessa moneta.<br>Intanto il disperato Nur ed-Din è solo per sempre e non sa che fare. Messosi in viaggio giunge nella città dove risiede in vesti regali la sua sposa e viene accolto da due fanciulle, ancelle di Munis, le quali lo lavano, lo rivestono e giocano un po' con lui.<br>Raccontata la sua triste storia, Nur ed-Din è consolato dalla buona Munis che propone di di leggergli alcune storie accanto alle sue schiavette.
 
===Il sogno di Dùnya
La fanciulla Dunya nel suo palazzo fa uno strano sogno: in una tela vi è imprigionata una colomba che, per quanto si sforzi, non riesce a liberarsi. Dopo un po' di tempo quando la colomba è allo stremo giunge un colombo grigio che la salva, volando infine assieme a lei.
 
===Il viandante Tagi incontra il triste Aziz===
Il forestiero Tagi incontra per la via un ragazzo di nome Aziz il quale appena lo vede tenta di nascondergli alla vista una pergamena raffigurante un albero ai cui fianchi vi sono due gazzelle.<br>Tagi chiede di vederlo e allora Aziz scoppia in lacrime; Tagi chiede spiegazioni e il giovane comincia a raccontare la sua triste storia.
 
===Aziz e Aziza===
{{quote|In nome di Dio, dite o innamorati, come deve fare un ragazzo quando l'amore diventa suo padrone?|Aziz}}
{{quote|Si destreggia con il suo amore, nasconde il suo segreto, ed ha pazienza di tutte le cose con la rassegnazione.|Budùr}}
Nella splendida città di Aziz si stanno facendo i preparativi per le sue nozze con la cugina Aziza, quando poco prima della cerimonia corre a chiamare un suo amico. Fermatosi ad aspettare sotto la casa del compagno, sopra di Aziz cade un fazzoletto, gettato da una bella e misteriosa fanciulla la quale gli fa dei gesti che Aziz non riesce a comprendere, data la sua poca conoscenza dei linguaggi dell'amore.<br>Infatti Aziz rimane ad aspettare il ritorno della ragazza fino a tarda notte quando, stanzo, decide di ritornare in casa di Aziza. La trova in lacrime, mentre la madre, rimproverando Aziz, gli comunica il rinvio delle nozze al giorno dopo.<br>Finalmente soli, Aziz racconta il suo incontro ad Aziza che gli spiega i desideri della misteriosa fanciulla: incontrarlo di nuovo allo stesso posto, dopo che Aziz abbia aspettato soffrendo due giorni.<br>Trascorrono i due giorni e Aziz si ripresenta sotto la casa, ma la ragazza non appare. Infuriato Aziz torna da Aziza e, picchiandola, pretende spiegazioni. La paziente Aziza, provata da così tanto dolore perchè consapevole di aver perduto ormai il suo Aziz per sempre, gli consiglia di recarsi quella notte nel giardino fuori città dove vi è piantata una tenda e gli sussurra alcune frasi d'amore da riferire alla misteriosa amante.<br>E così Aziz e la sua ragazza di nome Budùr (detta anche "La Pazza") passano tante notti di folle e piacevole amore (durante una di queste si consuma anche la famosa scena di deflorazione di Budùr tramite la freccia a forma di fallo).<br>Intanto Aziza si fa sempre più debole e taciturna durante i ripetuti tradimenti del suo Aziz, fino all'ultimo, quando stremata dalla disperazione sussurra ad Aziz l'ultima frase d'amore da riferire a Budùr, per poi morire tra le lacrime e gli spasimi.<br>Aziz riferisce la frase a Budùr che, essendo anche una che predice il futuro, scopre la morte della promessa sposa del suo innamorato.<br>Budùr comunica ad Aziz di redimersi facendosi prestare dei soldi per costruire una sfarzosa tomba di marmo per Aziza.<br>Questi non si presenta nemmeno al funerale della ragazze e corre a prendere le monete, ormai con l'unico pensiero di giacere per sempre con Budùr, se non chè mentre ritorna viene condotto a forza in una casa. Qui conosce una ragazza che lo obbliga a sposarlo, dimenticando Budùr e Aziz, sciocco com'è, si abbandona al suo desiderio, possedendola. Dopo un anno Aziz è diventato padre, ma non ha dimenticato la sua cara Budùr, per questo pensa di recarsi di nuovo nel luogo dove da ragazzo ha passato tanti momenti felici in sua compagnia.<br>Infatti Aziz trova proprio lì Budùr che lo aspettava con ansia da oltre un anno.<br>Decisa ormai a vendicarsi, Budùr fa immobilizzare Aziz e lo evira brutalmente. Tornato in casa di Aziza, Aziz trova sua madre che gli porge un vestito ricamato dalla sposa per lui e una pergamena con frasi dedicate al suo amato. Aziz è vinto dal rimorso e scoppia in un pianto dirotto
 
===Tagi e Aziz si recano nella città di Dùnya===
Terminata la sua storia, Aziz piange ancora, ma Tagi lo consola e arde al desiderio di conoscere la principessa Dùnya. Aziz lo accompagna in un'osteria dove vi sta mangiando lo sceicco, padre della ragazza, il quale consiglia loro di catturare la sua attenzione con un dipinto. Allora Aziz e Tagi trovano due poveri pittori: Shahzamàn e Yunan e se li portano nella casa per dipingere un mosaico sul soffitto.<br> Infatti Tagi, rimasto colpito dal racconto del sogno di Dunya, intende raffigurare proprio quella visione, con una piccola modifica finale.<br>Mentre i due pittori si mettono all'opera, uno di questi comincia a raccontare una storia per ammazzare il tempo.
 
===La storia di Shahzamàn===
Le avventure del giovane iniziano quando questi per scampare a morte certa durante un combattimento, finge di essere morto. Scampato dal pericolo, egli si reca in una città dove si mette al servizio di un affittacamere come falegname. Giunto nel cantiere, Shahzamàn scopre una botola segreta e vi ci si cala, scoprendo l'entrata di una dimora segreta. Nella bellissima casa risiede prigioniera di un demone (Franco Citti) una giovane principessa con cui passa una notte di ardente amore. Consumato l'attimo supremo, la ragazza incita Shahzamàn a fuggire via perchè di lì a poco sarebbe giunto il demone e lo avrebbe di sicuro ucciso. Infatti poco dopo la fuga del ragazzo giunge un essere dalle sembianze umane, ma dai capelli irti e rossi come fuoco che trova vicino al letto della principessa due zoccoli, appartenenti a Shahzamàn.<br>Allora il diavolo si mette a caccia del ragazzo per tutta la città, mostrando a tutti le scarpe del giovane. Purtroppo il calzolaio che ha venduto le scarpe a Shahzman gli indica dove abita il falegname e il demone lo raggiunge presto, conducendolo nel luogo del misfatto.<br>Ora il demone per vendetta propone ad entrambi i giovani di uccidersi l'un l'altro promettendo al superstite la libertà, ma l'amore che i due provano è troppo forte e quindi il diavolo preferisce accanirsi sulla ragazza tagliandole prima le mani, poi i piedi e infine la testa.<br>Dopodichè porta il ragazzo nel deserto e lo tramuta in una bertuccia.<br>Questi viene catturato da un gruppo di viaggiatori che durante un tragitto in mare stanno pensando come scrivere i loro memoriali. Allora Shahzaman per farsi riconoscere prende un foglio e incomincia a scrivere il discorso.
 
Il messaggio giunge dall'[[Arabia]] fino alla lontana [[India]], dove il re vuole che immediatamente venga convocato l'autore di una calligrafia così scorrevole e perfetta. La scimmia viene portata in trionfo per tutta la città e infine a corte dove la figlia del sovrano riconosce in lui un uomo maledetto da un diavolo. Allora gli fa riprendere le sue normali sembianze sacrificando se stessa, morendo in un turbine di fiamme.<br>Shahzaman è commosso di fronte ad un simile atto di amore e chiede al sovrano di partire al più presto per la sua terra.
 
===La storia di Yunan===
Yunan è il rampollo di un nobile indiano, mai uscito dal palazzo e totalmente ignorante del senso della vita.<br>Nel frattempo nella zona giunge per barca un vecchio eremita il quale predice la sua morte ad un giovane schiavo, spiegandogli di recarsi il giorno seguente a recuperare il suo corpo e la sua nobile tunica per consegnarla al primo che glie la avrebbe richiesta.<br> Un giorno però Yunan vuole partire per conoscere il mondo e chiede al padre il permesso; questi acconsente e il giovane si mette in viaggio, facendo presto naufragio. Si perde in un'isoletta vicino alla sua terra dove scopre l'esistenza di un cavaliere il quale getta una maledizione su quella terra. Su consiglio divino Yunan prende una freccia e colpisce a morte il cavaliere che cade tra le rocce e poi scende in spiaggia dove trova un'entrata segreta tramite una botola (stessa coincidenza della storia si Shahzamàn).<br>Qui scopre l'esistenza di una grande stanza abitata da un re quindicenne il quale gli intima di non ucciderlo perchè una crudele profezia gli ha rivelato che il primo approdato sull'isola gli avrebbe fatto del male.<br>Il buon Yunan lo rassicura e fa perfino un bagno giocando con il ragazzo, ma il giorno dopo, mentre il giovane dorme ancora, Yunan estrae un pugnale e lo trafigge alla schiena.<br>Raccapricciato per il gesto Yunan corre fuori in spiaggia dove trova degli uomini che stanno trasportando in una cassa un cadavere e le sue vesti.<br>Yunan prende anche lui la nave per far ritorno nella sua terra e appena arrivato chiede al servo le vesti dei quell'uomo.<br>La profezia si è avverata e Yunan ora decide di partire in esilio per una terra lontana.
 
===Il termine del mosaico e l'arrivo di Dùnya===
Finito di raccontare le due storie, Shahzamàn e Yunan terminano il mosaico e se ne vanno per la loro strada, intascato il compenso da Tagi che si appresta ad aspettare l'arrivo di Dùnya.<br>Infatti la trova nel giardino del palazzo e le propone di salire per mostrargli il disegno. Dùnya rimane estasiata dalla bellezza del mosaico e Tagi le spiega di aver aggiunto un particolare: l'arrivo di un falcone che uccide il colombo.<br>Dùnya capisce il significato e fugge via, ma poi ritorna capendo di essersi innamorata di Tagi e lo bacia e lo ama con passione fino alla fine.
 
===Nur-ed Din ritrova la sua Zumurrùd===
Terminate le storie di Munis, il triste Nur ed-Din viene convocato da Re Sair nelle sue stanze. Questi non a cosa lui voglia, ma decide di obbedire per non far montare il sovrano su tutte le furie. Giunto nella stanza del re, Zumurrùd gli chiede se il ragazzo la riconosca o se l'abbia mai conosciuta.<br>Nur ed-Din sconsolato non sa che dire allora Zumurrùd lo invita a spogliarsi e ad adagiarsi sul letto nuziale, per poi spogliarsi anche lei rivelando la sua vera identità.<nr>Il felice Nur ed-Din abbraccia felice Zumurrùd e rimane a governare con lei la città.
 
 
== Produzione ==
=== Sceneggiatura ===
Vi è una sensibile differenza tra la sceneggiatura scritta e la forma definitiva del film, con un radicale cambiamento dell'impostazione complessiva.<ref name=Canova1>Gianni Canova, ''Prefazione'', in Pier Paolo Pasolini, ''Trilogia della vita. Le sceneggiature originali di Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una notte'', Garzanti, 1995. p. 32</ref>
 
{| {{prettytable|width=50}}
! Sceneggiatura || Film
|-
|
*Primo tempo
**Prologo
** Visione di Mohamed (storia di Abu Nuwàs)
** Visione di Ahmed (storia della regina Zobeida)
** Visione di Nur ed-Din (storia del re Harún e della regina Zobeida, di Hasan e di Sitt la Bella)
** Visione di Alì (storia di Dúnya e Tagi, che contiene anche quelle di Aziz e Aziza e di Shahriyàr, Shahzamàn e Yunàn)
*Intermezzo
**Prologo (cadavere del gobbo ucciso quattro volte)
** Storia del sensale cristiano (Baqbaq)
** Storia del capocuoco musulmano (Quffa)
** Storia del medico ebreo (Al-Baqbúq)
** Storia del sarto cinese (Dalila)
*Secondo tempo
**Prologo (l'autore del film incontra i ragazzi)
**Storia di Nur ed-Din e Zumurrud
*** Bacio di Nur ed-Din
*** Bacio di Mohamed
*** Bacio di Ahmed
*** Bacio di Alì
||
*Nur ed-Din e Zumurrud
**Il poeta Sium e i tre giovani (lettura-racconto)
**Il re Harún, la regina Zeudi e la giovane coppia (lettura-racconto)
**Munis racconta a Nur ed-Din la storia di Dúnya e Tagi
***Tagi incontra Aziz che racconta la propria storia con Aziza
***Tagi ascolta il racconto dei monaci Shahzamàn e Yunàn
*Nur ed-Din e Zumurrud si ritrovano
|}
 
La sceneggiatura è costruita su una struttura molto rigida, divisa in tre atti (Primo tempo, Intermezzo, Secondo tempo), ognuno dei quali a sua volta diviso in quattro parti, con la presenza forte della cornice come elemento di raccordo e omogeneizzazione fra i racconti scelti da Pasolini fra le ''Mille e una notte''. Lo stesso materiale narrativo è presentato invece nel film in una forma rapsodica, continua, fluida.<ref name=Canova1/>
 
La sceneggiatura si apre con un prologo ambientato nel [[Il Cairo|Cairo]] moderno, in cui quattro ragazzi si masturbano all'aperto e hanno delle «visioni» che corrispondono a racconti e frammenti di novelle.
 
Nell'Intermezzo, quattro personaggi (un sarto, un medico, un cuoco e un sensale), ognuno dei quali crede di essere responsabile della morte di una stessa persona (un gobbo), raccontano a turno una storia per cercare di divertire il Sultano ed evitare la condanna a morte.
 
Nel Secondo tempo l'autore entra in scena in prima persona (come già nei due precedenti episodi della ''Trilogia della vita'', in cui interpretava i personaggi dell'allievo di Giotto e di Chaucer, stavolta però nel ruolo di sé stesso) e, in un'esplicita rivendicazione della propria omosessualità,<ref>Gianni Canova, op. cit., p. 33</ref> bacia uno dopo l'altro i quattro ragazzi del prologo, generando ogni volta una «visione» che costituisce un tassello della storia di Nur ed-Din e Zumurrud.
 
È assente nella sceneggiatura una delle sequenze più celebri del film, quella in cui Aziz colpisce con una freccia a forma di [[pene|fallo]] la [[vagina]] di Budur, aggiunta probabilmente durante le riprese.
 
Nel passaggio della sceneggiatura al film vero e proprio, Pasolini ne stravolge completamente la struttura, «conquistando una leggerezza fabulatoria di straordinaria suggestione strutturale» e riuscendo a rendere «la dimensione plurima e polifonica del favolismo onirico»:<ref name=Canova2>Gianni Canova, op. cit., p. 36</ref> vengono completamente eliminati il prologo moderno e l'Intermezzo, la novella di Nur ed-Din e Zumurrud sostituisce la cornice e diventa la narrazione principale, sviluppata lungo tutto il film e non più nel solo Secondo tempo, una novella-contenitore all'interno della quale vengono raccontate le altre storie (con tagli e modifiche rispetto alla sceneggiatura), in un gioco di rimandi a scatole cinesi.<ref>Gianni Canova, op. cit., p. 34</ref>
 
Nel segno della ricerca della «leggerezza» si inserisce forse anche l'eliminazione della presenza fisica e simbolica dell'autore nel film, della sua «ridondante rivendicazione della propria omosessualità» e della «scontata dichiarazione di fede e di eresia»<ref name=Canova2/> (nella sceneggiatura l'autore, sorridendo, alza il pugno chiuso e dice: «Io sono comunista, e nella vita sono insieme con gli operai che lottano per la loro libertà e i loro diritti. Però non posso per questo rinunciare alla mia libertà e al mio diritto di raccontare fiabe [...] E raccontando le mie libere fiabe, non voglio scandalizzare solo i piccolo-borghesi, ma anche i piccolo-borghesi comunisti! [...] I giovani che disapprovano da sinistra il sesso e la gioia di vivere sono figli dei vecchi che li disapprovano da destra [...] Bisogna avere la ''libertà'' di raccontare storie politiche, non l<nowiki>'</nowiki>''obbligo'' di raccontare storie politiche!»).<ref>Pier Paolo Pasolini, ''Trilogia della vita. Le sceneggiature originali di Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una notte'', Garzanti, 1995. pp. 672-673</ref>
 
=== Doppiaggio ===
[[Pier Paolo Pasolini]] si recò a [[Lecce]] ed a [[Calimera]], alla ricerca di doppiatori, in quanto vedeva nell'accento leccese somiglianze con la [[lingua araba]]. <ref>(Mauro Marino, ''[[La Gazzetta del Mezzogiorno]]'', 2 novembre 2005).</ref>
 
== Caratteri generali ==
{{F|cinema|agosto 2011}}
{{citazione necessaria|Girato in [[Yemen]], [[Etiopia]], [[Iran]], [[India]] e [[Nepal]], "''Il fiore delle mille e una notte''" - che pure ebbe un'accoglienza più tiepida da parte del pubblico, rispetto a ''[[Il Decameron]]'' e ''[[I racconti di Canterbury (film)|I racconti di Canterbury]]'', con incassi molto inferiori, rappresenta il punto più ambizioso della [[Trilogia della vita]].
 
Nei due film precedenti, la ricerca pasoliniana di un uomo riscattato dall'omologazione seriale dei costumi, dei modi, dello stesso apparire fisico, prodotte dal capitalismo e dalla società dei consumi - ricerca iniziata con i giovani sottoproletari delle periferie di [[Roma]], di [[Accattone]] - si era rivolta ad un nostalgico passato letterario e storico. Qui tale ricerca sembra acquistare maggiore concretezza dall'esplorazione di aree geografiche, toccate solo marginalmente dallo sviluppo economico, in continuità con l'attenzione già rivolta da [[Pier Paolo Pasolini]] ai problemi del [[Terzo mondo]], ad es. in [[Appunti per un'Orestiade africana]].
 
Frotte di ragazzini urlanti che seguono, come in un coro di tragedia greca, i protagonisti della vicenda, correndo o ritraendosi paurosi, i tratti dei volti delle comparse, prese nella popolazione locale, il doppiaggio con l'accento pugliese, concorrono a rendere con efficacia questo abbraccio tra realtà e racconto, tra storia e mito.
 
È al sesso, all'atto sessuale in tutte le sue manifestazioni - eterosessuali, omosessuali, anche pedofile - nella purezza dei suoi modi, nella dolcezza dei corpi, nella serenità del reciproco abbandono, nell'assenza in esso di ogni forma di potere e di mercificazione, che è affidato il compito di illustrare il riscatto dell' uomo sulla Storia.
Senza illusioni. Nel suo lucido pessimismo, il [[regista]] è perfettamente consapevole dell'inesorabile china della Storia, anche per il Terzo Mondo. È solo nell'arte che l'uomo può riscattarsi.
 
Tale pessimismo troverà di lì a poco manifestazione in [[Salò o le centoventi giornate di Sodoma]], primo, e unico capitolo, di una [[Trilogia della morte (Pasolini)|Trilogia della morte]].
 
Curiosamente, a questo film, benché fosse stato denunciato sin dalla sua prima proiezione in pubblico, per oscenità, furono risparmiate le peripezie giudiziarie degli altri. Il 15 agosto 1974, il giudice di [[Milano]] [[Caizzi]] dichiarò di «non doversi promuovere l'azione penale» contro il film giudicato «opera cinematografica di buon livello» e anche come «rappresentazione di una sensualità e di una affettività non malate... perché libere dall'idea del peccato, propria della tradizione cristiana».
 
La sentenza, però, non piacque a Pasolini, che vi vide una perdita di mordente della sua opera proprio in quanto cominciava a essere accettata e riconosciuta come arte.}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Pier Paolo Pasolini, ''Trilogia della vita. Le sceneggiature originali di Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una notte'', prefazione di Gianni Canova, Milano, Garzanti, 1995. ISBN 88-11-66922-7
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=40334 Scheda] film nel Cinematografo.it
*{{imdb|film|0071502}}
 
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[[en:Arabian Nights (1974 film)]]
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[[fr:Les Mille et Une Nuits (film, 1974)]]
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[[ru:Цветок тысяча одной ночи]]
[[sh:Il fiore delle mille e una notte]]
[[tr:Binbir Gece Masalları (film, 1974)]]