3 Juno e Bobingen: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
 
FrescoBot (discussione | contributi)
 
Riga 1:
{{S|centri abitati della Bassa Sassonia}}
{{Corpo celeste
{{Divisione amministrativa
|tipo=Asteroide
|Nome=Bobingen
|nome=3 Juno
|Nome ufficiale=
|immagine=Juno 4 wavelengths.jpg
|Panorama=
|didascalia=Quattro immagini di Giunone riprese a quattro differenti [[lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] (le due superiori rientrano nello [[luce visibile|spettro visibile]], le due inferiori nell'[[radiazione infrarossa|infrarosso]]). A 934 nm compare come una macchia scura nella parte inferiore dell'asteroide un vasto cratere da impatto.
|Didascalia=
|dimensione_immagine=240px
|Bandiera=
|scoperta_autore=[[Karl Ludwig Harding]]
|Voce bandiera=
|data=1º settembre [[1804]]
|Stemma=Wappen Bobingen.svg
|designazioni_alternative=''Nessuna''
|Voce stemma=
|categoria=[[Fascia principale]]<br />Fam. di asteroidi Juno
|Stato=DEU
|epoca=[[giorno giuliano|JD]] 2455800,5<br />27 agosto 2011<ref name=JPL-3>{{Cita web |lingua=en |url=http://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi?sstr=3 |titolo=3 Juno |sito=Small-Body Database |editore=Jet Propulsion Laboratory (JPL) |data=29 agosto 2003 (ultimo aggiornamento) |accesso=30 settembre 2011}}</ref>
|Grado amministrativo=4
|semiasse_maggiore=399,602 [[Giga (prefisso)|G]][[metro|m]] (2,671 [[Unità astronomica|AU]])
|Tipo=
|perielio=296,956 Gm (1,989 AU)
|Divisione amm grado 1=Baviera
|afelio=501,565 Gm (3,352 AU)
|Divisione amm grado 2=Svevia
|eccentricità=0,255
|Divisione amm grado 3=Augusta
|periodo_orbitale=1594,600 [[giorno|g]] (4,37 [[anno giuliano|a]])
|Amministratore locale=
|inclinazione_orbita_su_eclittica=12,980[[Grado d'arco|°]]
|Partito=
|nodo_ascendente=169,910°
|Data elezione=
|argomento_perielio=248,187°
|Data istituzione=
|anomalia_media=122,323°
|Superficie=50.45
|velocità_media=18,223 [[chilometro|km]]/[[secondo|s]]<ref name=calcolata>[[Discussione:3 Juno#Grandezze calcolate|Calcolata]].</ref>
|Note superficie=
|dimensioni=320×267×200 km<ref name=Baer/>
|Abitanti=16634
|diametro_med=233,92&nbsp;±&nbsp;11,2&nbsp;km<ref name=IRAS/>
|Note abitanti=
|massa=3,0×10<sup>19</sup> [[chilogrammo|kg]]<ref name=Pitjeva04b/>
|Aggiornamento abitanti=31-12-2006
|densità=3,4 g/[[centimetro cubo|cm³]]<ref name=Baer/>
|Sottodivisioni=
|accel_gravità=0,146 m/s²<ref name=calcolata/>
|Divisioni confinanti=
|velocitàdifuga=0,13 km/s<ref name=calcolata/>
|Mappa=
|periodo_rotaz=7,210 [[ora|h]] (0,3004 g)<ref name=JPL-3/>
|Didascalia mappa=
|classe_spettrale=S<ref name=JPL-3/>
}}
|par_Tisserand_J = 3,298
|magn_ass=5,33<ref name=JPL-3/>
|albedo=0,238<ref name=JPL-3/>
|temp_med=~163 [[kelvin|K]]
|temp_max=301 K<ref name=Lim2005/>
|magn_app_min=11,55<ref name=eff/>
|magn_app_max=7,5.<ref name=eff/>
|}}
 
'''Bobingen''' è un comune [[Germania|tedesco]] di 16.634 abitanti, situato nel [[Stati federati della Germania|land]] della [[Baviera]]. Bobingen è situato circa 12 chilometri a sud di [[Augusta (Germania)|Augusta]]. Il luogo viene citato per iscritto per la prima volta nell'anno 933; il toponimo ha quindi già più di 1.000 anni. Bobingen appartiene alla Baviera dal 1803.
'''Giunone''' ([[Designazione provvisoria degli asteroidi#Le convenzioni precedenti|formalmente]] '''3 Juno''', dal [[lingua latina|latino]] ''Iuno'') è un [[asteroide]] della [[fascia principale]], la [[fascia asteroidale]] più interna del [[sistema solare]]. Fu il terzo ad essere individuato, il 1º settembre [[1804]] dall'[[astronomo]] tedesco [[Karl Ludwig Harding]], e deve il proprio nome alla dea [[religione romana|romana]] [[Giunone]].<ref name=Schmadel/>
 
Presenta una forma irregolare, con un diametro medio pari a 233,92&nbsp;km.<ref name=IRAS/> Osservazioni nell'[[radiazione infrarossa|infrarosso]] hanno rilevato la presenza sulla sua superficie di un [[cratere meteoritico|cratere da impatto]] geologicamente recente dal diametro superiore al centinaio di chilometri.<ref name=Baliunas2003/> È il secondo [[asteroide di tipo S|asteroide roccioso]] per massa e dimensioni dopo [[15 Eunomia]].<ref>{{cita|Gaffey, M.J. ''et al.''|p. 584|Gaffey1993}}, 1993.</ref> Si stima che la sua [[massa (fisica)|massa]] costituisca lo 0,9% di quella dell'intera fascia principale.
 
Completa un'[[orbita]] attorno al Sole in circa 4,37 anni, particolarmente eccentrica anche rispetto a quella degli altri asteroidi della fascia principale.
 
== Osservazione ==
Giunone all'[[Opposizione (astronomia)|opposizione]] raggiunge mediamente una [[magnitudine apparente|magnitudine]] pari a 8,7,<ref>{{Cita web |lingua=en |cognome=Odeh |nome=Moh'd |url=http://jas.org.jo/index.php/en/subjects/articles/97-the-brightest-asteroids |titolo=The Brightest Asteroids |editore=Jordanian Astronomical Society |accesso=8 agosto 2015}}</ref> ma in condizioni favorevoli può raggiungere valori pari a +7,5,<ref name=eff>Calcolato utilizzando il [http://ssd.jpl.nasa.gov/horizons.cgi?find_body=1&body_group=sb&sstr=3 JPL Horizons].</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Effemeridi per (3) Juno per il periodo dal 23 al 26 ottobre 1986 |sito=AstDyS-2, Asteroids - Dynamic Site |editore=Dipartimento di Matematica, Università di Pisa |url=http://hamilton.dm.unipi.it/astdys/index.php?pc=1.1.3.1&n=3&oc=500&y0=1983&m0=10&d0=23&h0=00&mi0=00&y1=1983&m1=10&d1=26&h1=00&mi1=00&ti=1.0&tiu=days |accesso=1º ottobre 2011}}</ref> risultando più luminoso di [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]] o [[Titano (astronomia)|Titano]] e di altri grandi asteroidi quali [[10 Hygiea|Hygiea]], [[52 Europa|Europa]], [[511 Davida|Davida]] ed [[704 Interamnia|Interamnia]].
 
Giunone non è mai visibile ad [[occhio nudo]], ma è alla portata di un [[binocolo]] 10×50 nelle opposizioni più favorevoli.<ref>Il limite per un binocolo 10×50 è mediamente l'ottava magnitudine. Si veda {{Cita libro |lingua=inglese |titolo=Asteroids and Dwarf Planets and How to Observe Them|autore=Dymock, Roger |editore=Springer |anno=2010 |pp= 88-89 |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=vQcAnwt_87sC&pg=PA88&dq=#v=onepage&q&f=false |capitolo=Limiting Magnitude |accesso=30 settembre 2011|isbn=1-4419-6438-X}}</ref> La sua osservazione a piccole [[Elongazione|elongazioni]] richiede un [[telescopio]] di 75&nbsp;mm di diametro o superiore.<ref>{{Cita web |lingua=en |anno=2004 |titolo=What Can I See Through My Scope? |editore=Ballauer Observatory |url=http://www.allaboutastro.com/Articlepages/whatcanisee.html |accesso=30 settembre 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130622002417/http://www.allaboutastro.com/Articlepages/whatcanisee.html |dataarchivio=22 giugno 2013 }}</ref>
 
== Storia delle osservazioni ==
Giunone fu scoperto come un oggetto di ottava magnitudine il 1º settembre [[1804]] dall'[[astronomo]] [[Germania|tedesco]] [[Karl Ludwig Harding]], dall'osservatorio di [[Lilienthal]], presso [[Brema]] in [[Germania]]. Scopo delle osservazioni di Harding era identificare le stelle fino all'ottava magnitudine in corrispondenza delle orbite di [[Cerere (astronomia)|Cerere]] e [[2 Pallas|Pallade]], recentemente scoperti.<ref>{{Cita libro |lingua=inglese |titolo=A new mathematical and philosophical dictionary |autore=Barlow, Peter |editore=G. and S. Robinson |anno=1814 |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=BBowAAAAYAAJ&pg=PT416&dq=#v=onepage&q&f=false |capitolo=Juno |p=416 |accesso=2 ottobre 2011}}</ref> Fu battezzato così in onore di [[Giunone]], figura della [[mitologia romana]], la somma dea sposa di [[Giove (divinità)|Giove]].<ref name=Schmadel>{{Cita libro |lingua=inglese |titolo=Dictionary of minor planet names, Volume 1 |autore=Schmadel, Lutz D. |coautori=International Astronomical Union |edizione=5 |editore=Springer |anno=2003 |p=15 |url=http://books.google.it/books?id=VoJ5nUyIzCsC&pg=PA15#v=onepage&q&f=false |accesso=9 settembre 2011|isbn=3-540-00238-3 }}</ref>
 
[[File:Juno mpl anim.gif|thumb|left|Sequenza di tre immagini che mostrano lo spostamento di Giunone in un'ora circa rispetto al campo stellare.]]
 
Come anche Cerere e Pallade fu inizialmente considerato un [[pianeta]] e gli fu assegnato un simbolo astronomico ([[File:Juno symbol.svg|23px|Antico simbolo di Juno]] o [[File:3 Juno (1).svg|10px|Altro simbolo di Juno]]), che rappresentava uno [[scettro]] con una stella in cima. In seguito il simbolo sarà sostituito con un numero corrispondente all'ordine di scoperta racchiuso in un circoletto, ③, e poi con il numero tra parentesi tonde seguito dal nome, secondo l'uso odierno della [[Designazione provvisoria degli asteroidi#Le convenzioni precedenti|designazione asteroidale]].<ref name=Storia>{{Cita web |lingua=en |titolo=When did asteroids become minor planets? |autore=Hilton, J.L. |data16 novembre 2007 |editore=U.S. Naval Observatory |url=http://aa.usno.navy.mil/faq/docs/minorplanets.php |accesso=8 agosto 2015}}</ref>
 
[[Johann Hieronymus Schröter|Schröter]] nel 1811 fu il primo ad indicare una stima del diametro di Giunone, che valutò in 2.290&nbsp;km;<ref name=Storia/><ref name=Hughes>{{cita|Hughes, D.W.||Hughes1994}}, 1994.</ref> come anche per Cerere e Pallade, fornì un valore largamente superiore a quello effettivo. Successivamente, [[Johann Heinrich von Mädler|von Mädler]] suggerì che il diametro di Giunone fosse pari a 584&nbsp;km.<ref name=tabella>{{cita|Hughes, D.W.|p. 335|Hughes1994}}, 1994.</ref>
 
Nella seconda metà dell'Ottocento la diffusione del [[catalogo stellare]] ''[[Bonner Durchmusterung]]'' nel 1852 e l'introduzione sia della scala logaritmica della [[Magnitudine apparente|magnitudine]], sviluppata da [[Norman Robert Pogson|Norman Pogson]] nel 1854, sia della [[fotometria]] nel 1861, permisero di ottenere misure più precise della dimensione angolare apparente dell'asteroide. Tuttavia, data la mancanza di un valore condiviso per l'[[albedo]] di Giunone, come anche per quella degli altri asteroidi fino ad allora scoperti, ogni stima proposta per il diametro dell'asteroide derivava dalle osservazioni, ma anche dal valore ipotetico dell'albedo.<ref name=Hughes/> Così, [[Simon Ritter von Stampfer|von Stampfer]] nel 1856 stimò il diametro di Giunone in 180&nbsp;km; [[Edward James Stone|Stone]] nel 1867 in 200&nbsp;km; [[Edward Charles Pickering|Pickering]] nel 1879 in 151&nbsp;±&nbsp;7&nbsp;km e [[Camille Flammarion|Flammarion]] nel 1894 in 200&nbsp;km.<ref name=tabella/> Il valore di riferimento per i primi cinquant'anni del Novecento fu comunque di 195&nbsp;km, stimato nel 1895 da [[Edward Emerson Barnard|Barnard]] utilizzando un [[micrometro filare]].<ref name=Hughes/><ref>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=The diameter of the Asteroid Juno (3), determined with the micrometer of the 40-inch refractor of the Yerkes Observatory, with remarks on some of the other Asteriods |autore=Barnard, E.E. |anno=1900 |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |volume=61 |p=68 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1900MNRAS..61...68B |accesso=2 ottobre 2011}}</ref>
 
[[File:3Juno-LB1-apmag.jpg|thumb|left|Giunone all'[[Opposizione (astronomia)|opposizione]] nel 2009.]]
 
Di Giunone sono state osservate quattro [[occultazione|occultazioni stellari]],<ref>
{| class="wikitable"
! Stella !! Data di [[occultazione (astronomia)|occultazione]]
|- style="text-align:center"
|| SAO 112328 || 19 febbraio 1958
|- style="text-align:center"
|| SAO 144070 || 19 luglio 1978
|- style="text-align:center"
|| SAO 115946 || 11 dicembre 1979
|- style="text-align:center"
|| SAO 140133 || 15 giugno 1990
|}
Si veda: {{Cita web |lingua=en |url=http://mpocc.astro.cz/world/l1.txt |titolo=Summary of observed asteroidal occultations |sito=World Asteroidal Occultations |autore=David Dunham |etal=s |data=10 ottobre 1998 |accesso=30 settembre 2011}}</ref> che hanno permesso, infine, di determinarne le dimensioni. A Giunone spetta il primato di essere stato il primo asteroide di cui è stata osservata un'occultazione stellare, il 19 febbraio 1958, quando transitò davanti a una [[stella]] poco luminosa (SAO 112328).<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://mpocc.astro.cz/world/l1.txt |titolo=Summary of observed asteroidal occultations |sito=World Asteroidal Occultations |autore=David Dunham |etal=s |data=10 ottobre 1998 |accesso=30 settembre 2011}}</ref> L'occultazione più fruttuosa è avvenuta l'11 dicembre [[1979]], quando l'asteroide ha occultato la stella SAO 115946. L'evento è stato registrato da 18 osservatori,<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://mpocc.astro.cz/world/l2.txt |titolo=Listing of all of the asteroidal occultation observations |sito=World Asteroidal Occultations |autore=David Dunham |etal=s |data=10 ottobre 1998 |accesso=30 settembre 2011}}</ref> tutti in [[America settentrionale]] e nelle [[Hawaii]]. I dati raccolti durante l'occultazione permisero di stimare in 267&nbsp;±&nbsp;5&nbsp;km il diametro medio dell'asteroide, il cui limbo, caratterizzato comunque da una forma irregolare, risultò approssimabile da un'ellisse con [[semiasse maggiore]] di 145,2&nbsp;±&nbsp;0,8&nbsp;km e [[semiasse minore]] di 122,8&nbsp;±&nbsp;1,9&nbsp;km.<ref name=Millis1981>{{cita|Millis, R. L. ''et al.''||Millis1981}}, 1981.</ref> Una successiva stima del diametro medio è stata proposta da [[Edward F. Tedesco|Tedesco]] e colleghi nel 1989 (244&nbsp;±&nbsp;12&nbsp;km),<ref name=tabella/> rivista nel 2002 in 233,92&nbsp;km.<ref name=IRAS/>
 
Le immagini dell'asteroide con la migliore risoluzione sono state ottenute nel [[1996]] per mezzo del [[Telescopio Hooker]] dell'[[Osservatorio di Mount Wilson]], utilizzando [[ottica adattiva|ottiche adattive]]. La sequenza raccolta copre un arco di tempo pari all'intero periodo di rotazione e mostra una figura irregolare (''grumosa'', molto simile a una patata) caratterizzata da una struttura scura sulla superficie, interpretata come il [[cratere meteoritico|sito]] di un [[impatto astronomico|impatto]] recente.<ref name=Baliunas2003>{{cita|Baliunas, S. ''et al.''||Baliunas2003}}, 2003.</ref>
 
I segnali radio provenienti da [[sonda spaziale|sonde]] in orbita attorno a [[Marte (astronomia)|Marte]] e sulla [[superficie di Marte|sua superficie]] tra il 1961 ed il 2003 sono stati usati per determinare le variazioni indotte nell'orbita del pianeta dall'[[Gravità|attrazione gravitazionale]] degli asteroidi maggiori; ciò ha permesso di calcolare anche la massa di Giunone.<ref>{{Cita conferenza |titolo=Estimations of masses of the largest asteroids and the main asteroid belt from ranging to planets, Mars orbiters and landers |cognome=Pitjeva |nome=E.V. |conferenza=35th COSPAR Scientific Assembly. 18-25 luglio 2004, Paris, France |pagine=2014 |anno=2004 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2004cosp...35.2014P |accesso=11 settembre 2011}}</ref>
 
== Parametri orbitali e rotazione ==
[[File:AnimatedOrbitOf3Juno.gif|thumb|Diagramma animato dell'[[orbita]] di Giunone.]]
Giunone percorre in 4,37 anni<ref name=JPL-3/> un'[[orbita]] compresa tra quelle di Marte e [[Giove (astronomia)|Giove]], mediamente più vicina al [[Sole]] rispetto a Cerere o Pallade, moderatamente [[inclinazione orbitale|inclinata]] (circa 12° rispetto al piano dell'[[eclittica]]), ma caratterizzata da un'[[eccentricità orbitale|eccentricità]] notevole, pari a 0,25. Ciò lo conduce a raggiungere [[perielio|distanze perieliche]] inferiori a quelle di [[4 Vesta|Vesta]] e [[afelio|afeliche]] maggiori di quelle di Cerere. Tra i primi asteroidi scoperti, Giunone fu accreditato dell'orbita più eccentrica fino all'individuazione, nel 1854, di [[33 Polyhymnia]]. Inoltre, tra gli asteroidi di diametro superiore ai 200&nbsp;km, solo [[324 Bamberga]] è caratterizzato da un'eccentricità orbitale maggiore.<ref name=ecc>{{Cita web |titolo=MBA Eccentricity Screen Capture |editore=JPL Small-Body Database Search Engine |url=http://home.comcast.net/~kpheider/3Juno-ecc.jpg |accesso=30 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090327111705/http://home.comcast.net/~kpheider/3Juno-ecc.jpg |dataarchivio=27 marzo 2009 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Uno studio compiuto da James L. Hilton (1999) suggerisce che nella seconda metà o nel tardo [[XIX secolo]] l'orbita di Giunone sia lievemente variata, «quasi certamente» una deviazione dovuta alle perturbazioni indotte da un asteroide di passaggio, la cui identità non è stata ancora determinata. L'eventualità che ciò derivi da errori nelle prime osservazioni dell'asteroide sembrerebbe da scartare.<ref>{{cita|Hilton, J.L. |p. 1083|Hilton1999}}, 1999.</ref>
 
L'asteroide ruota in direzione [[Moto progrado|prograda]] in 7,21 ore,<ref name=JPL-3/><ref>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Birch, P. V. |coautori=Taylor, R. C. |titolo=Lightcurves and pole position of asteroid 3 Juno |anno=1989 |rivista=Astronomy and Astrophysics Supplement Series |volume=81 |numero=3 |pp=409-414 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1989A%26AS...81..409B |accesso=2 ottobre 2011}}</ref> con il polo Nord puntato (con uno scarto di 10°) in direzione delle [[Sistema di coordinate eclittiche|coordinate eclittiche]] (β, λ) = (27°, 103°) con un'incertezza di 10°. Questo significa che la sua [[inclinazione assiale]] è pari a 51°.<ref name=kaasalainen2002>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Kaasalainen, M. |coautori=Torppa, J.; Piironen, J. |titolo= Models of Twenty Asteroids from Photometric Data |rivista=Icarus |volume=159 |numero=2 |pp=369–395 |anno=2002 |url= http://www.rni.helsinki.fi/~mjk/IcarPIII.pdf |formato=PDF |doi=10.1006/icar.2002.6907 |accesso=30 settembre 2011}}</ref>
 
Nel 1995 [[Vincenzo Zappalà|Zappalà]] e colleghi hanno individuato un gruppo di asteroidi di piccole dimensioni che condividono parametri orbitali comuni con Giunone. Raggruppati nella [[famiglia di asteroidi]] denominata [[Famiglia Giunone|Giunone o Juno]], si ritiene siano di natura [[famiglia collisionale|collisionale]], ovvero frammenti di Giunone stesso scagliati nello spazio in seguito all'impatto con un secondo oggetto.<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Zappalà, V. |linkautore=Vincenzo Zappalà |coautori=Bendjoya, Ph.; Cellino, A.; Farinella, P.; Froeschlé, C. |titolo=Asteroid Families: Search of a 12,487-Asteroid Sample Using Two Different Clustering Techniques |rivista=Icarus |volume=116 |numero=2 |anno=1995 |pp=291-314 |doi=10.1006/icar.1995.1127}}</ref>
 
== Formazione ==
La [[fascia principale]] degli asteroidi si compone di [[Planetesimo|oggetti]] sopravvissuti, relativamente intatti, al processo di [[nebulosa solare|formazione del sistema solare]],<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Compositional structure of the asteroid belt |autore=Gradie, J. |coautori=Tedesco, E. |rivista=Science |volume=216 |numero=25 |anno=1982 |pp=1405-1407 |doi=10.1126/science.216.4553.1405 |url=https://www.sciencemag.org/content/216/4553/1405.full.pdf |accesso=3 ottobre 2011}}</ref> a differenza della maggior parte dei protopianeti del [[Sistema solare interno|sistema interno]] che o si fusero tra loro per andare a costituire i [[pianeta terrestre|pianeti terrestri]], oppure furono espulsi dal sistema da Giove.<ref name="Petit2001">{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |cognome=Petit |nome=J.-M. |coautori=[[Alessandro Morbidelli (astronomo)|Morbidelli, A.]] |titolo=The Primordial Excitation and Clearing of the Asteroid Belt |rivista=Icarus |volume=153 |numero=2 |pp=338–347 |anno=2001 |doi=10.1006/icar.2001.6702 |url=https://www.gps.caltech.edu/classes/ge133/reading/asteroids.pdf |formato=PDF |accesso=9 settembre 2011}}</ref> Giunone si sarebbe formato quindi 4,57&nbsp;miliardi di anni fa nella porzione interna della fascia.
 
== Caratteristiche fisiche ==
=== Massa e dimensioni ===
[[File:Moon and Asteroids 1 to 10.svg|thumb|left|Dimensioni dei primi dieci asteroidi scoperti nella [[fascia principale]] confrontati con la [[Luna]] della Terra. Giunone è il terzo da sinistra.]]
 
Giunone è uno dei più grandi asteroidi della fascia principale, con una [[massa (fisica)|massa]] pari a {{M|1,51|pm=0,3|e=-11|-|massa solare}} (circa {{M|3|e=19|k|g}}),<ref name="Pitjeva04b">{{Cita libro |lingua=inglese |autore=Pitjeva, E. V. |url=http://journals.cambridge.org/production/action/cjoGetFulltext?fulltextid=303499 |capitolo=Precise determination of the motion of planets and some astronomical constants from modern observations |curatore=Kurtz, D.W. |titolo=Proceedings of IAU Colloquium No. 196: Transits of Venus: New Views of the Solar System and Galaxy |anno=2004}}</ref> approssimativamente pari allo 0,9% di quella dell'intera fascia. Nonostante sia stato il terzo asteroide scoperto, contende a [[52 Europa]] il posto di settimo asteroide in ordine di grandezza nella fascia principale. Tra gli [[asteroide di tipo S|asteroidi di tipo S]], classe cui appartiene, è il secondo per massa, dopo [[15 Eunomia]].<ref name=Baer>{{Cita web |lingua=en |url=http://home.earthlink.net/~jimbaer1/astmass.txt |titolo=Recent Asteroid Mass Determinations |autore=Jim Baer |data=12 dicembre 2010 (ultimo aggiornamento) |accesso=30 settembre 2011 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6HxBzMsli?url=http://home.earthlink.net/~jimbaer1/astmass.txt |dataarchivio=8 luglio 2013 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Giunone ha forma irregolare.<ref name=Baliunas2003/> e può essere descritto con una certa approssimazione come un [[ellissoide]] di dimensioni 320&nbsp;×&nbsp;267&nbsp;×&nbsp;200&nbsp;km.<ref name=Baer/> Con un diametro medio di 233,92&nbsp;±&nbsp;11,2&nbsp;km, non rientra nei primi dieci asteroidi per dimensioni.<ref name=IRAS>{{cita|Tedesco, E.F. ''et al.''|p. 1061|IRAS}}, 2002.</ref><ref>Potrebbe essere il quattordicesimo. Si veda: {{Cita libro |lingua=inglese |titolo=Patrick Moore's Data Book of Astronomy. Celestia, the Data Book of Astronomy, Patrick Moore |autore=Moore, P. |autore2=Rees, R. |edizione=2 |editore=Cambridge University Press |anno=2011 |capitolo=Minor members of the Solar System |url_capitolo=http://books.google.it/books?id=2FNfjWKBZx8C&pg=PA156&dq#v=onepage&q&f=false |p=56 |accesso=2 ottobre 2011|isbn=0-521-89935-4 }}</ref>
 
=== Composizione ===
Informazioni parziali sulla composizione di Giunone sono state dedotte tramite l'[[spettroscopia|analisi spettroscopica]] della sua superficie. Secondo la [[Classificazione spettrale degli asteroidi#Classificazione Tholen|classificazione Tholen]], Giunone appartiene alla classe degli asteroidi rocciosi di tipo S; nella [[Classificazione spettrale degli asteroidi#Classificazione SMASS|classificazione SMASS]] invece è inserito negli asteroidi di tipo Sk.<ref name=JPL-3/>
 
Le osservazioni spettroscopiche suggeriscono che la superficie dell'asteroide sia composta da un miscuglio di [[olivina|olivine]] e [[pirosseno|ortopirosseni]] poveri di [[calcio (elemento chimico)|calcio]] ([[silicato|silicati]] [[ferro]]si).<ref>Gaffey e colleghi associano spettroscopicamente 3 Juno a: [[6 Hebe]], [[7 Iris]], [[11 Parthenope]], [[25 Phocaea]], [[27 Euterpe]], [[32 Pomona]], [[33 Polyhymnia]], [[67 Asia]], [[80 Sappho]] e [[584 Semiramis]].<br />Si veda: {{cita|Gaffey, M.J. ''et al.''|p. 585|Gaffey1993}}, 1993.</ref> Giunone inoltre potrebbe essere uno dei corpi progenitori delle [[Condrite|condriti]] ordinarie; tra quelli suggeriti da M. J. Gaffey e colleghi sarebbe quello caratterizzato dalla probabilità maggiore.<ref>{{cita|Gaffey, M.J. ''et al.''|pp. 595-596, 599|Gaffey1993}}, 1993.</ref>
 
== Struttura interna ==
 
Le osservazioni spettroscopiche di undici asteroidi di tipo S, tra cui Giunone, sembrano suggerire che essi siano oggetti omogenei che non avrebbero subito alcun processo di [[differenziazione planetaria|differenziazione]] interna.<ref>{{cita|Feierberg, M.A. ''et al.''|pp. 365, 370-371|Feierberg1982}}, 1982.</ref> Altre possibili ipotesi suggeriscono che Giunone, pur presentando una differenziazione, avrebbe subito un impatto catastrofico che avrebbe portato in superficie materiale altrimenti confinato nel [[mantello (esogeologia)|mantello]], oppure che il processo di differenziazione non sia stato completo. Tuttavia, la somiglianza negli spettri ottenuti per tutti i campioni della ricerca sembra escludere queste eventualità.<ref>{{cita|Feierberg, M.A. ''et al.''|pp. 370-371|Feierberg1982}}, 1982.</ref> Ulteriori elementi, che potrebbero anche mettere in discussione queste ipotesi, potrebbero provenire dal confronto delle [[densità]].
 
== Superficie ==
[[File:Modello di Juno.png|thumb|Modello di 3 Juno ricavato dalle [[curva di luce|curve di luce]].]]
 
È stata riscontrata una certa variabilità nell'[[albedo]] degli asteroidi rocciosi di tipo S; Giunone è insolitamente riflettente, con un'albedo pari a 0,2383&nbsp;±&nbsp;0,025.<ref name=IRAS/> La presenza di minerali di ferro in superficie le conferisce un colore rossastro.<ref>{{cita|Feierberg, M.A. ''et al.''|p. 362|Feierberg1982}}, 1982.</ref>
 
Già nel 1987 erano state misurate delle variazioni nelle [[curva di luce|curve di luce]] che sono state imputate a prominenti formazioni superficiali. Nel 1996 alcune osservazioni nell'[[radiazione infrarossa|infrarosso]] hanno rivelato sulla superficie di Giunone la presenza di un [[cratere meteoritico|cratere]] dal diametro superiore ai 100 chilometri, che si ritiene sia stato generato in un impatto avvenuto in tempi geologicamente recenti.<ref name=Baliunas2003/><ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.cfa.harvard.edu/news/archive/pr0318image.html|titolo= Release No. 03-18: Asteroid Juno Has A Bite Out Of It |data=6 agosto 2003 |autore=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics |accesso=29 settembre 2011}}</ref>
 
Il 2 ottobre 2001, nell'ambito del ''Mid-IR Asteroid Spectroscopy survey'' (Campagna di ricerca spettroscopica degli asteroidi nel medio infrarosso) della [[Cornell University]], sono state condotte misurazioni della temperatura superficiale di 29 asteroidi, tra cui 3 Juno. In tale circostanza è stata rilevata una temperatura massima con il Sole allo [[zenit]] di 293 [[kelvin|K]] (circa 20 [[celsius|°C]]). Associando il dato alla relativa distanza dal Sole, è stato possibile fornire una stima anche del valore massimo raggiungibile al perielio, pari a 301 K (+28&nbsp;°C).<ref name=Lim2005>{{cita|Lim, L.F. ''et al.''||Lim2005}}, 2005.</ref>
 
== Giunone nella cultura ==
Per i primi cinquant'anni dalla sua scoperta, Giunone fu considerato un pianeta; tuttavia nella seconda metà dell'Ottocento, quando il numero dei corpi orbitanti scoperti tra Marte e Giove cominciò ad aumentare, gli asteroidi subirono una rapida riclassificazione. Durante questa fase, alcune pubblicazioni continuarono a distinguere Cerere, Pallade, Giunone e Vesta dagli altri corpi scoperti; tale consuetudine però era per lo più stata abbandonata già negli [[anni 1870|anni settanta]] dell'Ottocento, con alcune eccellenti eccezioni come l'[[Osservatorio di Greenwich]], che continuò ad annoverarli tra i pianeti fino al termine del secolo.<ref name=Storia/>
 
Da allora, gli asteroidi sono stati trattati in modo prevalentemente collettivo, raggruppati in base a caratteristiche orbitali (ad es. le [[famiglia di asteroidi|famiglie]]) o spettrali (le [[Classificazione spettrale degli asteroidi|classi]]), ma con poca attenzione al singolo oggetto.<ref>{{Cita libro |titolo=Asteroids: a history |autore=Curtis Peebles |editore=Smithsonian Institution Press |anno=2000 |isbn=1-56098-389-2 }}</ref> Le possibilità offerte dell'[[esplorazione spaziale]] e le migliorate capacità osservative della fine del Novecento e i primi [[anni 2000|anni duemila]] hanno prodotto una parziale inversione di tendenza che ha interessato prevalentemente gli asteroidi di maggiori dimensioni, per i quali è oggetto di discussione l'inclusione nella nuova categoria dei [[pianeta nano|pianeti nani]]. Giunone comunque non sembrerebbe appartenervi.
 
Sono state ambientate su Giunone alcune produzioni di [[fantascienza|genere fantascientifico]].
 
Nella serie [[anime]] giapponese ''[[Mobile Suit Gundam]]'' (1979) di [[Yoshiyuki Tomino]], Giunone è un asteroide di 180&nbsp;km di diametro che nell'anno 0045 del "Secolo Universale" (Universal Century) viene deviato dalla fascia principale e posto in orbita intorno alla [[Luna]] con il nuovo nome di [[Luoghi dell'Universal Century#Luna II|Luna Due]] (o Luna II), diventando un asteroide [[miniera|minerario]]. Riconvertito successivamente in roccaforte militare per l'''Esercito Federale Terrestre'', nell'anno 0070 viene posto in orbita attorno alla [[Terra]], occupando il [[Punti di Lagrange|punto di Lagrange]] L3.<ref>{{Cita web |url=http://www.gundamofficial.com/worlds/uc/background/glossary_locations.html#lunaii |titolo=Glossary-Locations |sito=Gundam Official.com |editore=Agenzia Sotsu - Sunrise |accesso=3 ottobre 2011}}</ref>
 
Anche nel [[romanzo]] ''[[Eon (romanzo)|Eon]]'' (1985) di [[Greg Bear]], l'asteroide viene a trovarsi in orbita attorno alla Terra, trasportato da esseri umani del futuro che hanno anche provveduto a renderlo abitabile, forandolo e costruendo delle città al suo interno.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://mostlyfiction.com/scifi/bear.htm#eon |titolo=Eon |sito=MostlyFiction Book Reviews |editore=MostlyFiction.com |autore=Judi Clark |data=16 giugno 2002 |accesso=3 ottobre 2011}}</ref> Infine, nel romanzo apocalittico ''3 Juno'' (2011) di [[William Michael Gregory]] un frammento dell'asteroide è in collisione con la Terra, con numerosi richiami ad episodi [[Bibbia|biblici]].<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.kirkusreviews.com/book-reviews/indie/william-michael-gregory/3-juno/ |titolo=3 Juno |anno=2001 |editore=Kirkus Review |accesso=3 ottobre 2011}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Libri ===
* {{cita libro| titolo=Asteroids| autore= Bonar, S. | editore= Franklin Watts| anno= 1999| pagine=64| isbn=0-531-20367-0| lingua=en}}
* {{cita libro| titolo= Asteroids: Overview, Abstracts and Bibliography| autore=Blair, E. C. |editore=Nova Publishers| anno= 2002| pagine= 252| isbn=1-59033-482-5| lingua=en}}
* {{cita libro| titolo=Eyes on the Sky: Asteroids | autore= Nardo, D. | editore= Kidhaven Press| anno= 2002| pagine= 48| isbn=0-7377-0998-7| lingua=en}}
* {{cita libro| titolo=Comets, Meteors, Asteroids, and the Outer Reaches |autore= Bell, T. E. | editore= Black Rabbit Books| anno= 2003| pagine= 48| isbn= 1-58340-289-6| lingua= en}}
* {{cita libro| autore= Vogt, G. L.| titolo= Asteroids| editore= Capstone Press| anno= 2006| pagine= 24| isbn= 0-7368-4939-4| lingua= en}}
 
=== Pubblicazioni scientifiche (in inglese) ===
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=The diameter of Juno from its occultation of AG + 0 deg 1022 |autore=Millis, R.L. |etal=s |rivista=Astronomical Journal |volume=86 |anno=1981 |pp=306-313 |doi=10.1086/112889 |url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/bib_query?1981AJ.....86..306M |accesso=30 settembre 2011 |cid=Millis1981}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Feierberg, M.A. |coautori=Larson, H.P.; Chapman, C.R. |titolo=Spectroscopic evidence for undifferentiated S-type asteroids |rivista=Astrophysical Journal, Part 1 |volume=257 |numero=1 |anno=1982 |pp=361-372 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1982ApJ...257..361F |accesso=3 ottobre 2011 |cid=Feierberg1982}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Gaffey, M.J. |etal=s |titolo=Mineralogical variations within the S-type asteroid class |rivista=Icarus |volume=106 |p=573 |anno=1993 |doi=10.1006/icar.1993.1194 |url=http://observatory.space.edu/research/gaffeyResumePDFs/1993/Gaffey%20et%20al.%20%281993%29%20Min%20Var%20S-asteroids.pdf |accesso=30 settembre 2011 |cid=Gaffey1993 |urlmorto=sì }}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=The Historical Unravelling of the Diameters of the First Four Asteroids |autore=Hughes, D. W. |rivista=R.A.S. Quarterly Journal |volume=35 |numero=3/SEP |pp=331-344 |anno=1994 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1994QJRAS..35..331H |accesso=9 settembre 2011 |cid=Hughes1994}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=U.S. Naval Observatory Ephemerides of the Largest Asteroids |autore=Hilton, J.L. |anno=1999 |rivista=The Astronomical Journal |volume=117 |numero=2 |pp=1077-1086 |doi=10.1086/300728 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1999AJ....117.1077H |accesso=30 settembre 2011 |cid=Hilton1999}} Il testo può essere consultato ''on-line'' anche utilizzando questo [http://aa.usno.navy.mil/publications/reports/asteroid_ephemerides.html#juno collegamento].
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=The Supplemental IRAS Minor Planet Survey |anno=2002 |autore=Tedesco, E.F. |coautori=Noah, P.V.; Noah, M.; Price, S.D. |rivista=The Astronomical Journal |volume=123 |numero=2 |pp=1056-1085 |doi=10.1086/338320 |url=http://iopscience.iop.org/1538-3881/123/2/1056/pdf/1538-3881_123_2_1056.pdf |accesso=30 settembre 2011 |cid=IRAS}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |url=http://pubs.giss.nasa.gov/docs/2003/2003_Baliunas_etal.pdf |titolo=Multispectral analysis of asteroid 3 Juno taken with the 100-inch telescope at Mount Wilson Observatory |autore=Baliunas, S. |etal=s |rivista=Icarus |volume=163 |numero=1 |pp=135-141 |anno=2003 |doi=10.1016/S0019-1035(03)00049-6 |accesso=30 settembre 2011 |cid=Baliunas2003 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111020163448/http://pubs.giss.nasa.gov/docs/2003/2003_Baliunas_etal.pdf |dataarchivio=20 ottobre 2011 }}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Lim, L.F. |etal=s |titolo=Thermal infrared (8-13&nbsp;µm) spectra of 29 asteroids: the Cornell Mid-Infrared Asteroid Spectroscopy (MIDAS) Survey |rivista=Icarus |volume=173 |numero=2 |pp=385-408 |anno=2005 |doi=10.1016/j.icarus.2004.08.005 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2005Icar..173..385L |accesso=30 settembre 2011 |cid=Lim2005}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |titolo=Triaxial ellipsoid dimensions and rotational poles of seven asteroids from Lick Observatory adaptive optics images, and of Ceres |autore=Drummond, J. |coautori=Christou, J. |rivista=Icarus |volume=197 |numero=2 |pp=480-496 |anno=2008 |doi=10.1016/j.icarus.2008.05.009 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2008Icar..197..480D |accesso=2 ottobre 2011 |cid=Drummond2008}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Circondario di Augusta}}
== Collegamenti esterni ==
{{LinkFontiAsteroidi}}
 
{{Asteroide|precedente=2 Pallas|successivo=4 Vesta}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|sistema solareGermania}}
 
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Voci di qualità/Segnalazioni/3 Juno|arg=astronomia e astrofisica |arg2=|giorno=18|mese=10|anno=2011}}
 
[[Categoria:CorpiComuni celestidel scoperticircondario neldi 1804Augusta]]
[[Categoria:Asteroidi Giunone|Juno]]
[[Categoria:Asteroidi di tipo S|Juno]]