Clemente Mastella e Girolamo Marcello De Gubernatis: differenze tra le pagine

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{{O|diplomatici|novembre 2012}}
{{Carica pubblica
|nome= Clemente Mastella
|carica = [[Elenco dei Ministri del Lavoro della Repubblica Italiana|Ministro del Lavoro]]
|immagine=Clemente Mastella 1.jpg
|mandatoinizio = [[10 maggio]] [[1994]]
|mandatofine = [[17 gennaio]] [[1995]]
|presidente = [[Silvio Berlusconi]]
|predecessore = [[Gino Giugni]]
|successore = [[Tiziano Treu]]
|carica2 = [[Elenco dei Ministri di Grazia e Giustizia della Repubblica Italiana|Ministro della Giustizia]]
|mandatoinizio2 = [[17 maggio]] [[2006]]
|mandatofine2 = [[17 gennaio]] [[2008]]
|presidente2 = [[Romano Prodi]]
|predecessore2 = [[Roberto Castelli]]
|successore2 = [[Romano Prodi]] (ad interim)
|carica3 = [[Ceppaloni|Sindaco di Ceppaloni]]
|mandatoinizio3 = [[2003]]
|mandatofine3 = [[2008]]
|partito = [[Udeur|Unione dei Democratici per l'Europa]] <small>(dal [[1999]])</small><br />''Precedenti:''<br />[[Democrazia Cristiana|DC]] <small>(fino al [[1994]])</small><br />[[Centro Cristiano Democratico|CCD]] <small>([[1994]]-[[1998]])</small><br />[[Cristiano Democratici per la Repubblica|CDR]] <small>([[1998]])</small><br />[[Unione Democratica per la Repubblica|UDR]] <small>([[1998]]-[[1999]])</small>
}}
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome=Mario Clemente Mastella
|istituzione= Senato
|luogo_nascita=[[Ceppaloni|San Giovanni di Ceppaloni]]
|data_nascita=[[5 febbraio]] [[1947]]
|luogo_morte=
|data_morte=
|titolo=[[laurea]] in [[filosofia]]
|professione=[[giornalista]], [[politico]]
|partito=[[Unione Democratici per l'Europa|UDEUR]]
|legislatura=[[VII Legislatura della Repubblica Italiana|VII]], [[VIII Legislatura della Repubblica Italiana|VIII]], [[IX Legislatura della Repubblica Italiana|IX]], [[X Legislatura della Repubblica Italiana|X]], [[XI Legislatura della Repubblica Italiana|XI]], [[XII Legislatura della Repubblica Italiana|XII]], [[XIII Legislatura della Repubblica Italiana|XIII]], [[XIV Legislatura della Repubblica Italiana|XIV]] ([[Camera dei Deputati|Camera]]), [[XV Legislatura della Repubblica Italiana|XV]].
|gruppo_parlamentare=
|coalizione= nessuna
|circoscrizione=
}}
{{Membro delle istituzioni europee
|nome = Clemente Mastella
|istituzione=Parlamento
|luogo_nascita = Ceppaloni
|data_nascita = 5 febbraio 1947
|luogo_morte =
|data_morte =
|titolo = Laurea in Filosofia
|professione = Giornalista
|partito = [[PDL]]
|legislatura = V,VII
|gruppo_parlamentare= PPE
|coalizione =
|circoscrizione = [[Circoscrizione Italia meridionale|Italia meridionale]]
|collegio =
|incarichi =
|sito =
}}
{{Bio
|Nome = MarioGirolamo ClementeMarcello
|Cognome = MastellaDe Gubernatis
|Sesso = M
|LuogoNascita = CeppaloniSospello
|GiornoMeseNascita = 5 febbraio
|AnnoNascita = 19471633
|LuogoMorte = Torino
|GiornoMeseMorte = 6 ottobre
|AnnoMorte = 1713
|Attività = politicodiplomatico
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , attuale leader di [[UDEUR Popolari per il Sud]]
}}
==Biografia==
Nato a [[Sospello]] dal conte Marcello De Gubernatis e Anna Maria Vivaldi, rimase presto orfano e si spostò a [[Bologna]], dove studiò diritto ottenendo il dottorato.
 
Tornato a [[Nizza]], ne divenne ([[1656]]) prefetto e senatore del Parlamento di Nizza ([[1661]]). Fu poi nominato ([[1676]]) [[ministro plenipotenziario]] a [[Madrid]] e da qui a [[Lisbona]], dove curò i rapporti tra i [[duca di Savoia|Savoia]] e i Portoghesi.
Esponente della [[Democrazia Cristiana]], è stato fondatore di alcuni partiti di ispirazione [[centrismo|centrista]] come il [[Centro Cristiano Democratico]] (CCD), i [[Cristiani Democratici per la Repubblica]] (CDR), l'[[Unione Democratica per la Repubblica]] (UDR) e infine l'[[Popolari UDEUR|UDEUR]]. È segretario nazionale dei [[Popolari per il Sud]] ed [[europarlamentare]] eletto con il [[il Popolo della Libertà|PDL]].
 
Si parlava infatti in quegli anni di un matrimonio diplomatico tra [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo di Savoia]] e [[Isabella Luisa di Braganza]].
È stato [[ministro del Lavoro]] nel [[Governo Berlusconi I]] dal [[10 maggio]] [[1994]] al [[17 gennaio]] [[1995]] e [[Ministro della Giustizia]] nel [[Governo Prodi II]] dal [[17 maggio]] [[2006]] al [[17 gennaio]] [[2008]].
 
Il De Gubernatis biasimò questa idea, a suo parere folle, e si oppose strenuamente. Diede però adito al commercio tra [[Brasile]] e [[Piemonte]], con la costruzione di un porto a [[Villafranca (Francia)|Villafranca]].
È stato membro del [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] dal [[1976]] al [[2008]], in qualità di deputato e (negli ultimi due anni) come senatore. Da [[giugno]] [[2009]] è membro del [[Parlamento Europeo]], ove era già stato parlamentare tra il [[1999]] e il [[2004]].
 
Vittorio Amedeo rifiutò il matrimonio e Isabella morì dopo breve tempo, così il De Gubernatis fu ricompensato per essersi opposto al matrimonio.
È stato [[sindaco]] di [[Ceppaloni]], suo paese natale, dal [[1986]] al [[1992]] e dal [[2003]] al [[2008]].
 
Divenne presidente del Senato nizzardo e ambasciatore a [[Roma]].
== Attività giornalistica ==
 
Nel [[1700]] fu ministro di Stato e nel [[1713]] gran cancelliere del [[ducato di Savoia]], ma lo stesso anno morì.
Laureato in [[filosofia]], è [[Giornalista|giornalista professionista]]. La sua carriera come giornalista e i suoi esordi nella vita politica sono stati ampiamente descritti da lui stesso in varie interviste, citate ad esempio nel recente libro "[[La casta]]" di [[Gian Antonio Stella]] e [[Sergio Rizzo]]<ref name="Coen">cfr.anche il blog del giornalista Leonardo Coen, [http://coen.blogautore.repubblica.it/2007/08/31/mastella/ in particolare su Mastella]</ref>, dove si legge come l'assunzione di Clemente Mastella alla [[Rai]] sarebbe stata agevolata da una [[raccomandazione]] del potentissimo democristiano [[Ciriaco De Mita]]. La redazione locale ove Mastella prese servizio proclamò tre giorni di sciopero contro l'ingresso in ruolo di un giornalista assunto senza regolare concorso e per nomina politica diretta.<ref>Ad ammetterlo è stato lo stesso Mastella: "A farmi entrare alla Rai fu De Mita. Tre giorni di sciopero contro la mia assunzione. Ai colleghi replicai soltanto: e voi invece siete entrati per concorso!" (citato in [[Sergio Rizzo]], [[Gian Antonio Stella]], [[La casta]], ISBN 978-88-17-01714-5, [[Rizzoli]], [[2007]], pagina 112).</ref>
 
== Carriera politica ==
=== Deputato della Democrazia Cristiana ===
[[File:Mastella 1976.jpg|thumb|right|Clemente Mastella nel [[1976]]]]
In vista delle elezioni politiche del [[1976]], come racconta lui stesso, nelle pause pranzo dei dipendenti della [[Rai]], chiedeva "ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella. Funzionò".<ref name="Coen" />
 
Mastella fu quindi eletto deputato, nelle file della Democrazia Cristiana.
È deputato alla [[Camera dei Deputati|Camera]] ininterrottamente dal [[1976]], riconfermato per otto legislature consecutive.
 
=== Deputato CCD e Ministro del Lavoro del governo Berlusconi I ===
Dopo un lungo trascorso politico nella [[Democrazia Cristiana]], fonda nel 1994 il [[Centro Cristiano Democratico|CCD]] di cui diviene presidente, condividendone la leadership con [[Pier Ferdinando Casini]].
 
Dopo la vittoria del [[Polo delle Libertà]] alle elezioni del 1994, diventa ministro del Lavoro nel [[Governo Berlusconi I]].
 
=== Deputato CDR, UDR e UDEUR ===
Nel febbraio [[1998]] è protagonista di una scissione interna al CCD, raccogliendo l'appello dell'ex presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]] di costituire una nuova formazione politica di centro, alternativa alle due coalizioni.
 
Mastella fonda così i [[Cristiano Democratici per la Repubblica|CDR]], ''[[Cristiano Democratici per la Repubblica]]'', che si uniscono al [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] nella formazione di gruppi parlamentari unitari.
 
Nel giugno successivo i CDR confluiscono con altre formazioni nel progetto politico dell'[[Unione Democratica per la Repubblica|UDR]], ''Unione Democratica per la Repubblica'', di cui Mastella diventa segretario nazionale.
 
Dopo la breve esperienza (la storia dell'UDR termina dopo appena un anno), nel [[1999]] fonda l'[[Unione Democratici per l'Europa|UDEUR]], ''Unione Democratici per l'Europa'', partito politico spiccatamente di centro.
 
Nel [[2000]] fu, insieme a [[Salvatore Cuffaro]], testimone di nozze del braccio destro di [[Bernardo Provenzano]], [[Francesco Campanella]], l'uomo che fornì a Provenzano i documenti falsi per andare in [[Francia]] a operarsi alla prostata. Campanella era il segretario dei giovani dell'UDEUR.
 
Alle [[elezioni politiche 2001|elezioni politiche]] del [[2001]] è stato eletto con il sistema proporzionale nella seconda circoscrizione della [[Campania]].
 
=== Sindaco di Ceppaloni (2003-2008) ===
Nel [[2003]] si candida a sindaco di Ceppaloni, appoggiato da [[Forza Italia]] e [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]], nella lista "Ceppaloni al centro", vincendo le elezioni contro il candidato appoggiato dal [[centro-sinistra]] e [[Rifondazione Comunista]].<ref>[http://www.repubblica.it/online/politica/elezmaggiodue/ceppaloni/ceppaloni.html La Repubblica/politica: Miracolo di Mastella a Ceppaloni contro i Ds e loro lo appoggiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
=== La partecipazione alle primarie dell'Unione (2005) ===
A seguito dell'organizzazione delle [[elezioni primarie|consultazioni primarie]] per scegliere il capo della coalizione dell'[[L'Unione|Unione]], Mastella presentò la sua candidatura per "presidiare il centro" della coalizione.
{{quote|Il [[Centro (politica)|Centro]] della politica non è un luogo astratto ma è un progetto per il futuro, un'idea, un percorso, un metodo, una storia, un'identità. La mia candidatura alle primarie del centro-sinistra, nasce con questa ostinata convinzione.}}
 
Le [[elezioni primarie]] si sono svolte il [[16 ottobre]] [[2005]]: Mastella è arrivato terzo, raccogliendo 196.014 voti (il 4,6% dei consensi), alle spalle di [[Romano Prodi]], che ha ricevuto l'investitura di capo della coalizione, e di [[Fausto Bertinotti]].
 
Nella giornata delle votazioni, ha criticato l'organizzazione dell'evento, definendo le primarie come un "gioco fasullo". A scatenare la miccia è stato il fatto che, a metà mattinata, nel suo paese di residenza (di cui Mastella era anche sindaco), [[Ceppaloni]], le schede erano già terminate e molta gente non ha potuto votare: "''Se non ci vogliono, ce lo dicano''", ha incalzato Mastella, accusando altresì di essere venuto a conoscenza che in diversi seggi di [[Roma]] erano pronte schede già votate per [[Romano Prodi|Prodi]] e pronte per essere inserite nelle urne. Già in precedenza, Mastella aveva denunciato incongruenze nell'allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al [[Sud]], dove lui è più forte.
 
L'UDEUR, pertanto, minaccia di garantire soltanto l'appoggio esterno alla coalizione di [[centro-sinistra]], ma nei mesi successivi i rapporti con la coalizione si ricompongono e l'UDEUR firma il programma dell'Unione.
 
=== Ministro della giustizia nel governo Prodi II (2006-2008) ===
Alle [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni 2006]] Clemente Mastella è eletto al [[Senato della Repubblica]] come candidato dell'[[Unione Democratici per l'Europa|UDEUR]]. Presentatosi sia nella regione [[Campania]] (dove il partito ha raccolto il 5,2% dei voti, ottenendo due seggi) sia nella regione [[Calabria]] (4,23%, un seggio), ha optato per rappresentare quest'ultima.<ref>[http://www.senato.it/leg/15/Elettorale/riepilogo.htm senato.it - Elezioni 2006: Riepilogo nazionale<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Dopo la vittoria elettorale dell'[[L'Unione|Unione]], Mastella ricopre l'incarico di [[Ministero di Grazia e Giustizia|Ministro di Grazia e Giustizia]] nel [[Governo Prodi II]]. Mastella aveva chiesto per sé il [[Ministero della Difesa]] contrapponendosi a [[Emma Bonino]]; la Difesa era infine stata assegnata ad [[Arturo Parisi]].
 
A [[luglio]] 2006 viene varato dal Parlamento un provvedimento di [[indulto]], che è causa di divergenze tra Mastella ed il collega [[Antonio Di Pietro]], ministro delle Infrastrutture. Mastella - in qualità di ministro della Giustizia - è tra i favorevoli alla misura, che prevede la scarcerazione di circa 15&nbsp;000 carcerati; Di Pietro è aspramente contrario e lo definisce "un colpo di spugna immorale e inaccettabile". Nello stesso periodo si esprime a favore della completa impunità per tutti i personaggi e le società coinvolte nell'inchiesta ''[[Calciopoli]]''. Il [[29 luglio]], dopo l'approvazione definitiva da parte del [[Senato della Repubblica|Senato]], che sancisce l'entrata in vigore dell'[[indulto]] come legge, Mastella dedica questo provvedimento al [[papa Giovanni Paolo II]] che, in occasione di una sua visita al Parlamento, chiese un provvedimento di clemenza per i carcerati.
 
Il [[23 ottobre]] 2006, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge [[24 ottobre]] 2006 n. 269 (meglio nota come ''[[Riforma Mastella dell'ordinamento giudiziario|Ddl Mastella]]'') che modifica e sospende alcuni aspetti della riforma dell'ordinamento giudiziario licenziata nella [[XIV Legislatura della Repubblica Italiana|XIV legislatura]], in particolare per quanto riguarda le disposizioni sulla separazione della carriere dei magistrati e sull'accesso in magistratura.
 
L'8 marzo del 2007 partecipa ad [[Anno Zero]], trasmissione televisiva condotta da [[Michele Santoro]]. Dopo un acceso dibattito con il presentatore, decide di abbandonare lo studio, tacciando Santoro di uso improprio della televisione pubblica. Successivamente, ha deciso di intraprendere un'azione legale contro [[Rai 2]]. Il [[10 aprile]] [[2007]] dichiara: "Se c'è referendum si rischia la crisi di governo".<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/04_Aprile/10/legge_elettorale_mastella_referendum.shtml
|titolo=Legge elettorale, Mastella minaccia la crisi|data=2007-04-10}}</ref>
 
A settembre [[2007]] ha chiesto al [[Consiglio Superiore della Magistratura]] di disporre il trasferimento cautelare d'ufficio nei confronti del [[pubblico ministero]] di Catanzaro [[Luigi de Magistris]], il magistrato stava indagando su un presunto comitato d'affari composto da politici e magistrati lucani.<ref>{{cita web|url=http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=73989|titolo=Mastella chiede al CSM il trasferimento del Pubblico Ministero di Catanzaro [[Luigi De Magistris]]|data=21-9-2007|accesso=21-9-2007}}</ref> Il [[16 gennaio]] [[2008]] la [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]] dà il via libera al [[referendum]]<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/politica/08_gennaio_16/referendum_consulta_ok_092073ae-c449-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml|titolo=Referendum: Consulta, sì ai tre quesiti|data=2008-01-16}}</ref>, e lo stesso giorno Clemente Mastella annuncia le sue dimissioni dalla carica, motivate dalla "mancata solidarietà politica" da parte del centro-sinistra rispetto alla vicenda che lo vede indagato. Le dimissioni sono respinte dal [[Presidente del Consiglio]].
 
====Incarichi dirigenziali al [[Ministero della Giustizia]] sotto Mastella====
Le nuove nomine fatte da Mastella ai vertici del Ministero sono state aspramente criticate dalla [[Corte dei conti]], che ha rifiutato il visto<ref>[http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezione-ce/Anno-2007/Primo-Coll/delibera-n.-6-adunanza-3-maggio-2007.doc Testo della decisione della Corte dei conti]</ref> al decreto di nomina di un nuovo direttore generale delle risorse materiali, beni e servizi.
 
Il Ministro aveva sino ad allora nominato un [[dirigente]] di ruolo di seconda fascia alla Direzione dell'Ufficio Speciale Napoli; al Dipartimento Affari di Giustizia, Direzione generale del Contenzioso e dei Diritti Umani, Gianpaolo Nuvoli<ref>Nuvoli nel [[1994]] aveva inviato un [[fax]] ai giornali in cui dichiarava che avrebbe assistito con soddisfazione all'impiccagione dell'allora [[Procura della Repubblica|Procuratore della Repubblica]] di [[Milano]], [[Francesco Saverio Borrelli|Borrelli]]</ref>, già deputato di [[Forza Italia]] poi passato al suo partito, l'[[UDEUR]]; ed infine un dirigente dell'[[INPS]] a direttore delle risorse materiali, nomina annullata dalla [[Corte dei conti]].
 
Ha poi nominato componente esterno della Commissione di valutazione dei dirigenti<ref>[http://www.giustizia.it/decr_circ_min/decreti/dm221106.htm Commissione di valutazione dei dirigenti]</ref> l'ex [[Senatore]] [[Alfredo D'Ambrosio]] che durante la legislatura 2006-2008 era passato da [[Forza Italia]] all'[[UDEUR]]<ref>D'Ambrosio non fu rieletto alle elezioni del 2008.</ref>.
 
Un dossier del 2007 sul sito del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] sostiene che tali nomine siano state fatte secondo criteri esclusivamente politici come anche sostiene che siano state lottizzate tra le varie correnti della magistratura anche le nomine dei magistrati nei posti chiave dell'amministrazione:<ref>[http://www.radicali.it/view.php?id=104716 Cappato, Turco e Bolognetti: Il "Caso De Magistris" emblematico della "Pax Mastelliana"]. L'articolo sostiene, tra l'altro: «[...] il dott. Claudio Castelli, ex componente del CSM, nonché ex segretario di [[Magistratura democratica]] (sinistra giudiziaria), è divenuto capo-dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, ed i suoi vice sono il dott. Sergio Gallo, della corrente di Magistratura Indipendente (destra giudiziaria), e Massimo Russo, della corrente progressista del Movimento per la Giustizia. Il dott. Ettore Ferrara, ex componente del CSM, nonché ex Presidente di Unità per la Costituzione (il centro giudiziario), è divenuto capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, affiancato al DAP da Magistrati scelti anch'essi in base ad una logica correntizia. Il dott. Arcibaldo Miller, esponente di spicco della corrente di Magistratura Indipendente, è Capo dell'ispettorato, voluto dal Governo di centrodestra e confermato da quello di centrosinistra [...]; stessa musica di equilibri interni all'Ufficio di Gabinetto, mentre all'ufficio legislativo troviamo ai vertici il dott. Manzo, della corrente del Movimento per la Giustizia, il dott. Diotallevi, già al CSM, esponente di magistratura democratica e Giuseppe Creazzo di Unità per la Costituzione, il quale per il posto al Ministero ha lasciato le indagini sul delitto Fortugno, proprio mentre le stesse si trovavano in un momento topico. Il dott. Enrico Ferri, l'ex Ministro, esponente di Magistratura Indipendente, è ai vertici dell'ufficio di coordinamento delle attività internazionali. Un altro esponente della cosiddetta destra giudiziaria, il dott. Laudati, si trova ai vertici della Direzione della giustizia penale. La dott.ssa Iannini è stata voluta a capo del Dipartimento affari di Giustizia sia dall'ex Ministro Castelli, che dal Ministro Mastella (vicecapo la campana dott.ssa Assunta Cardone). Il dott. Alfonso Papa, napoletano, esponente di Unità per la Costituzione, è stato chiamato ai vertici della Direzione generale della giustizia civile dal Governo di centrodestra e confermato dal Ministro Mastella.»</ref>.
 
Nella sua ultima seduta della [[XV Legislatura della Repubblica Italiana|XV Legislatura]], il 26 febbraio 2008, il Senato ha approvato il cd. «[[Decreto Milleproroghe]]», contenente, tra l'altro, un emendamento che ha consentito la stabilizzazione come dirigenti di alcuni funzionari classificatisi ultimi ad un concorso per dirigenti del 1997. La graduatoria di questo concorso, originariamente bandito per soli 23 posti, è stata tenuta aperta e fatta scorrere fino a ricomprendere il 148º in graduatoria. Autore dell'emendamento, l'On. [[Francesco Adenti]] dell'UDEUR.
 
====Le dimissioni e la crisi del Governo Prodi II====
Mastella ha presentato le sue dimissioni dalla carica di Ministro della Giustizia il [[16 gennaio]] [[2008]], a seguito dell'inchiesta giudiziaria nella quale erano stati coinvolti lui e la moglie [[Sandra Lonardo]], in quel momento Presidente del [[Consiglio regionale]] della regione [[Campania]].<ref>[http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2008-01-16_116169185.html ANSA - Il ministro Mastella si dimette]</ref>
 
Il [[17 gennaio]] [[2008]] conferma le sue dimissioni e concede in un primo momento l'appoggio esterno al governo. Il [[21 gennaio]] 2008 apre la crisi di governo durante un comunicato stampa dalla sede dell'UDEUR dichiarando di lasciare la maggioranza dopo 2 anni. Il [[23 gennaio]] [[2008]] l'UDEUR si astiene sul voto di fiducia alla [[Camera dei deputati]]. Il [[24 gennaio]] [[2008]] il governo cade a seguito del voto contrario alla fiducia. Votano contro la fiducia due dei senatori dell'UDEUR, due dei senatori dei [[Liberal Democratici]], [[Domenico Fisichella]], [[Franco Turigliatto]] e [[Sergio De Gregorio]], tutti eletti nello schieramento di centro-sinistra.
 
Il [[6 febbraio]] [[2008]], nel corso della trasmissione televisiva [[Porta a porta]], Mastella si dichiara pronto a partecipare alle elezioni politiche indette per il 13 aprile 2008 con il Popolo della Libertà anche a costo di rinnegare il simbolo del suo partito, affermando: «Quando c'è una evoluzione nel corso delle cose, bisogna saperle prendere per il verso giusto e andare avanti in quella direzione». [[Berlusconi]] aveva già fatto trapelare nei mesi precedenti contatti con Mastella che ora parevano concretizzarsi nella promessa del leader di Forza Italia di una posizione di rilievo all'interno della nuova formazione politica del [[Il Popolo della Libertà|PdL]]. Ancora una volta Mastella cambia coalizione passando dal centro-sinistra al centro-destra. Il capogruppo della [[Lega Nord]] al Senato, [[Roberto Castelli]], tuttavia, si dichiara immediatamente contrario.<ref>[http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_06/castelli_mastella_3017859a-d4f9-11dc-b2ef-0003ba99c667.shtml Articolo] del Corriere della Sera.</ref>
Nei giorni a seguire Berlusconi, nonostante la sua iniziale disponibilità a collocarlo in una posizione di rilievo, decide di escluderlo dal suo schieramento affermando che, secondo alcuni sondaggi, la sola presenza di Mastella nelle liste dell'alleanza avrebbe fatto perdere quasi il 12% dei consensi; analogo trattamento gli viene riservato nella neonata formazione di centro [[Rosa Bianca (associazione)|Rosa Bianca]], rimanendo così completamente isolato.
 
Il 6 marzo 2008, dopo un paio di giorni di riflessione, decide quindi di non candidarsi alle elezioni politiche del 2008, per la prima volta dopo 32 anni,<ref>{{cita news|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=204&ID_articolo=29&ID_sezione=&sezione=|titolo=Il tramonto di Mastella|autore=Marco Castelnuovo|pubblicazione=La Stampa.it|accesso=07-03-2008}}</ref> e ciò nonostante l'offerta di un posto nelle liste del [[Partito Socialista (Italia)|Partito Socialista]] fattagli dal segretario [[Enrico Boselli]].
 
Allo stesso modo, scaduto il mandato di sindaco a Ceppaloni, decide di non ripresentarsi nemmeno alle elezioni comunali.<ref>{{cita news|url=http://news.excite.it/politica/523192/CeppaloniMastella-non-si-ricandida|titolo=Ceppaloni, Mastella non si ricandida|pubblicazione=Excite.it|accesso=23-11-2008}}</ref> Dall'ottobre 2008 viene ingaggiato (senza percepire alcun compenso) dalla [[RAI]] come inviato per seguire le partite del [[S.S.C. Napoli|Napoli]] nella trasmissione ''[[Quelli che il calcio]]''.
 
===Eurodeputato PDL (2009)===
Il [[14 febbraio]] [[2009]] Mastella ritorna in politica cambiando nuovamente schieramento. In questa data il [[Popolo della libertà]] comunica la candidatura nelle sue liste di Mastella alle [[elezioni europee del 2009]], puntualizzando che il sodalizio con l'[[Udeur]] verrà esteso anche alle elezioni amministrative in Campania, dove i due partiti presenteranno candidati comuni<ref>[http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/italia_e_mondo/2009/02/14/1202088428141-mastella-candidato-col-pdl-rinnovata-stagione-politica.shtml Mastella candidato col Pdl: «Rinnovata stagione politica»]</ref>.
 
Nel giugno del 2009 è stato [[Elezioni europee del 2009|eletto]] al parlamento europeo tra le file del [[Il Popolo della Libertà|PDL]]<ref name=euparl>[http://www.europarl.europa.eu/members/expert/committees/view.do?language=IT&id=4462 Scheda] sul sito del Parlamento Europeo</ref>.
 
Nel luglio 2009 torna all'attenzione della stampa nazionale per alcune dichiarazioni fatte riguardo alla diaria giornaliera percepita al parlamento europeo di Strasburgo: "Una diaria di 290 euro!" - ha dichiarato in un ascensore ai suoi assistenti - "'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano"<ref>{{cita web| url=http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/europa-parlamento/mastella-lamenta/mastella-lamenta.html | titolo="Una miseria questi 290 euro", Mastella protesta per la diaria | data=[[15 luglio]] [[2009]]|editore=[[La Repubblica]]|accesso=15-07-2009}}</ref>.
 
Nei primi mesi dell'attuale legislatura (2009-2014) del Parlamento europeo è risultato essere uno dei parlamentari del gruppo PPE meno presenti alle votazioni nel corso delle sedute plenarie<ref>{{cita web| url=http://www.delegazione-italiana-ppe-de.eu/it/presenze | titolo=Settima legislatura - Presenze al voto in plenaria|editore=Delegazione Italiana del gruppo PPE al Parlamento Europeo}}</ref>.
 
====Popolari per il Sud====
Il [[25 giugno]] [[2010]], nella sala dell'Assunta della [[Chiesa del Gesù]] a [[Roma]], Clemente Mastella ha annunciato la fine della storia ultradecennale dell'UDEUR e la nascita di un nuovo soggetto politico denominato ''[[Popolari per il Sud]]''. Il movimento, secondo quanto detto dallo stesso Mastella, «intende colmare il vuoto politico nel sud a livello locale, confermando al contempo la strategica alleanza con il [[Il Popolo della Libertà|Pdl]]»<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-MASTELLA__ANNUNCIA_FINE_UDEUR_E_NASCITA_DI_POPOLARI_PER_IL_SUD-926670-ORA-.html|titolo=Mastella: annuncia fine UDEUR e nascita di Popolari per il sud|pubblicazione=[[Asca]]|giorno=25|mese=06|anno=2010|accesso=26-6-2010}}</ref>.
Il [[18 settembre]] [[2010]], in una manifestazione a [[Napoli]], ufficializza l'intenzione a candidarsi a sindaco della città alle prossime amministrative<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/09/18/visualizza_new.html_1762091122.html|titolo=Mastella, mi candido a sindaco di Napoli|pubblicazione=[[Ansa]]|giorno=18|mese=09|anno=2010|accesso=25-9-2010}}</ref>.
 
Alle elezioni comunali di Napoli del [[maggio]] [[2011]] l'Udeur ottiene il 2,48%. Mastella, candidato a sindaco con l'appoggio anche di una lista civica, ottiene il 2,17%. Mastella non viene eletto neanche in Consiglio Comunale.
 
Alle [[elezioni politiche italiane del 2013]] non riesce a farsi candidare in nessuna lista dei principali schieramenti e rimane fuori dalla campagna elettorale.
 
==Procedimenti giudiziari==
Il [[14 ottobre]] [[2007]] Clemente Mastella viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell'ambito dell'[[inchiesta Why Not]] del sostituto procuratore [[Luigi De Magistris]]: l'ipotesi di reato è abuso di ufficio. Il ministro è sospettato di essere coinvolto in una "rete" costituita da politici, imprenditori, giudici e massoni finalizzata ad ottenere finanziamenti dallo Stato e dall'[[Unione Europea]].<br />Il coinvolgimento del ministro nell'inchiesta è motivato dai suoi rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino. L'indagine coinvolge l'attività imprenditoriale di Saladino, titolare in passato di una società di [[lavoro interinale]] denominata "Why Not".
Agli atti figurano, tra l'altro, intercettazioni di colloqui telefonici proprio tra Mastella e Saladino.
 
Il [[16 gennaio]] [[2008]], dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie [[Sandra Lonardo]], da parte della procura di [[Santa Maria Capua Vetere]], Mastella presenta le sue dimissioni da ministro, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della magistratura. Le dimissioni vengono respinte dal Presidente del Consiglio [[Romano Prodi]]<ref name=dimissioni>{{cita web| url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200801articoli/29316girata.asp | titolo=Mastella indagato: "Getto la spugna" Ma Prodi respinge le sue dimissioni | data=[[22 gennaio]] [[2008]]|editore=[[La Stampa]]|accesso=25-04-2011}}</ref> e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lo stesso Mastella sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta riguardante la moglie.
 
Il giorno seguente Mastella conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l'[[UDEUR]], darà "appoggio esterno" al governo. Il [[21 gennaio]] Mastella modifica la propria posizione dichiarando di uscire dalla maggioranza e di voler votare no alla questione di fiducia<ref>
{{cita web| url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=235905 | titolo=Mi hanno lasciato solo e ora questo governo è morto, morto, morto | data=[[22 gennaio]] [[2008]]|editore=[[Il Giornale]]|accesso=23-01-2008}} «Ma allora non è chiaro? Noi da oggi voteremo solo contro. Il governo per noi è morto, morto, mor-to».</ref>. Il governo Prodi cade il [[24 gennaio]] in seguito al voto di sfiducia.
 
L'[[8 marzo]] dello stesso anno la Procura Generale di [[Catanzaro]], che aveva avocato a sé le indagini dopo la dichiarazione d'incompatibilità del sostituto procuratore De Magistris, chiede l'archiviazione delle accuse ipotizzate a carico di Mastella, che esce dall'inchiesta. Nelle motivazioni, depositate il 1º aprile, il Gip ha affermato che "''non vi erano neanche gli estremi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati''". L'ex Guardasigilli ha annunciato che intende "valutare tutte le possibili azioni giudiziarie e amministrative a tutela della mia persona" e dichiara di voler "chiedere il risarcimento dei danni a chi ha lavorato, sul piano giudiziario, quello mediatico e quello politico, per la mia eliminazione politica".<ref>"Mastella non era da indagare", ''Avvenire'', mercoledì 2 aprile 2008</ref>.
 
Il [[19 dicembre]] [[2009]] Mastella da mandato ai suoi legali di citare in giudizio lo Stato italiano per l'archiviazione dell'inchiesta Why Not. La richiesta di risarcimento ammonta a 10 milioni.<ref>http://www.vip.it/why-not-mastella-10-milioni-risarcimento-allo-stato/</ref>
 
Il [[26 febbraio]] [[2009]] appare sull'Espresso la notizia che il giudice GianDomenico Lepore ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini per l'inchiesta riguardante l'ex ministro della giustizia<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/mastella-dynasty-indagine-chiusa/2069051/6] Mastella Dynasty, Espresso, 26 febbraio 2009</ref>.
 
Nei mesi seguenti, la vicenda si è capovolta, giudicando illegittima l'avocazione dell'inchiesta Why Not, legittime le intercettazioni, e l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere è passata alla procura di Napoli che, in [[maggio]] [[2009]] ha ritenuto fondate molte delle accuse, rinviando a giudizio Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo.<ref>[http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=58397&sez=CAMPANIA Il Mattino, 15 maggio 2009]</ref>
 
Nel [[marzo]] [[2011]] Clemente Mastella viene [[rinvio a giudizio|rinviato a giudizio]], assieme alla moglie [[Sandra Lonardo]], per tre capi di imputazione: [[truffa]] e [[appropriazione indebita]], in merito all'acquisizione al patrimonio familiare di due appartamenti a Roma di proprietà dell'Udeur e della testata giornalistica [[Il Campanile]]; [[abuso d'ufficio]], per l'assegnazione di incarichi da parte dell'Arpac<ref>{{Cita news|autore=Titti Beneduce|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/31-marzo-2011/caso-arpac-clemente-mastella-processo-190351981831.shtml|titolo=Arpac, Mastella e la moglie a processo |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=31 marzo 2011|accesso=1º aprile 2011}}</ref>.
 
Il [[22 dicembre]] [[2011]] il GUP di [[Benevento]] Flavio Cusani rinvia a giudizio Clemente Mastella per corruzione nell'ambito dell'inchiesta "Iside Nova". L'indagine è condotta dal procuratore Antonio Clemente il quale sarà in seguito sostiuito dal procuratore capo Giuseppe Maddalena.<ref>http://www.unita.it/italia/benevento-14-rinvii-a-giudizio-br-tra-loro-clemente-mastella-e-la-moglie-1.365266</ref><ref>http://www.sanniopress.it/?p=21702</ref>
 
==Critiche e aspetti controversi==
Nel [[1994]] fonda il CCD di cui diviene presidente, e al cui progetto aderisce immediatamente [[Lorenzo Cesa]], che viene messo a capo della segreteria politica. In quel periodo Cesa era, da pochi mesi, sotto processo (nonché reo confesso) per un importante caso di corruzione legato al ministero dei Lavori Pubblici.
 
Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di [[Villabate]] e condannato per [[mafia]] [[Francesco Campanella]]. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze del Campanella nel 2000. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della [[Regione Siciliana]] [[Salvatore Cuffaro]], indagato per concorso esterno in [[associazione mafiosa]]<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/13/mastella.shtml Corriere della Sera - Ribaltone e invito a Mastella: avrai la Camera<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e poi condannato in primo grado nel gennaio del 2008 a 5 anni di carcere per favoreggiamento semplice ad uomini vicini al superboss [[Bernardo Provenzano]].
 
All'inizio del [[febbraio]] [[2007]] egli viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della [[Procura della Repubblica]] di [[Napoli]]. L'ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli Calcio]], dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era vicepresidente della società e membro del consiglio di amministrazione. Interpellato al riguardo, Mastella si è dichiarato estraneo al crac, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.
 
===Il caso de Magistris===
{{Vedi anche|Inchiesta Why Not}}
 
Nell'ottobre 2007 viene iscritto nel registro degli indagati dalla [[Procura della Repubblica (ordinamento italiano)|Procura]] di [[Catanzaro]] per l'inchiesta ''Why Not'', condotta dal PM [[Luigi de Magistris]]. Poche settimane prima, in qualità di [[Ministro della Giustizia]], Mastella aveva chiesto il trasferimento cautelare dello stesso de Magistris. Per questo motivo al magistrato viene avocata l'inchiesta dalla procura. Per l'opinione pubblica c'è il sospetto che Mastella abbia richiesto il trasferimento appositamente per bloccare sul nascere l'inchiesta nei suoi confronti. Solidale nei confronti del ministro, invece, tutto il mondo politico ad eccezione di [[Antonio Di Pietro]].<ref>Articolo (in [[lingua tedesca]]) della [http://www.nzz.ch/nachrichten/international/justizaffaere_erschuettert_regierung_prodi_1.573932.html Neue Zürcher Tageszeitung] "Justizaffäre erschüttert Regierung Prodi - Streit um die Absetzung eines umbequemen Untersuchungsrichters" ''(Affaire sulla giustizia scuote il governo Prodi - Controversia per il siluramento di un magistrato scomodo)'' del 24.10.2007</ref>
Dopo l'avocazione delle indagini, la Procura Generale chiede quindi l'archiviazione delle accuse per Mastella<ref>http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/why-not-mastella/why-not-mastella/why-not-mastella.html da Repubblica, 8 marzo 2008</ref>, richiesta poi accolta dal Gip, che specifica che Mastella non avrebbe dovuto essere indagato<ref>http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/why-not-mastella/archiviata/archiviata.html da Repubblica, 1º aprile 2008</ref>. Gli stessi magistrati che avevano accusato i coniugi Mastella (oltre a de Magistris, poi trasferito e sottoposto a [[censura]] da parte del [[Consiglio superiore della magistratura|CSM]]) sono finiti anch'essi sotto inchiesta.<ref>http://clementemastella.blogspot.com/2008/10/proposito-di-santa-maria-capua-vetere.html citato da Panorama, pag. 60, 3 ottobre 2008</ref>
 
===Il caso "Il campanile"===
Il giornale di partito ''[[Il Campanile]]'' è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione "privata". In altri termini, oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (limitandosi al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella<ref>"Il segretario è un giornalista professionista che contribuisce quotidianamente all'indirizzo politico della nostra testata pubblicando numerosi articoli. Il corrispettivo di 40mila euro, regolarmente fatturato, ha costituito quasi un atto simbolico rispetto alla sua dedizione al lavoro"</ref>, viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
 
In sostanza, secondo un'inchiesta de ''[[L'espresso]]'', "''all'ombra del "Campanile" Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti''".<ref>Inchiesta de ''L'Espresso'' su ''Il Campanile Nuovo'' http://espresso.repubblica.it/dettaglio//1854747</ref>
 
===Il film "Il Caso Moro"===
Nel 1986 a Clemente Mastella, allora nell'ufficio stampa della Democrazia Cristiana, venne mostrato in una proiezione privata il film di [[Giuseppe Ferrara]] ''[[Il caso Moro]]''. Terminata la proiezione Mastella inveì contro la produzione. Il giorno successivo la stampa riportò l'opinione negativa di Mastella, grazie alla quale il film, in un primo momento accolto freddamente dal pubblico, divenne un successo.<ref>Questo aneddoto è stato raccontato dal produttore de ''Il Caso Moro'' [[Mauro Berardi]] alla trasmissione radiofonica ''Vasco da Gama'' condotta da [[David Riondino]] e [[Dario Vergassola]].</ref>
 
===La svolta sulla tematica delle coppie gay===
Dopo anni in cui Mastella si era sempre opposto a qualsiasi forma di riconoscimento delle coppie omosessuali, il [[23 marzo]] [[2012]] ha dichiarato di condividere quanto affermato dalla sentenza n. 4184/2012 della [[Cassazione]]<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/15/cassazione-hanno-diritto-trattamento-omogeneo-quello-delle-coppie-sposate/197526/ Il Fatto quotidiano - Cassazione: “I gay hanno diritto a un trattamento familiare come le coppie sposate]</ref> ossia che le coppie [[gay]] hanno diritto ad un trattamento famigliare uguale a quello delle coppie sposate e di aver, quindi, cambiato la sua posizione sulle tematiche omosessuali.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
*Leopoldo Parente, ''Clemente Mastella visto da vicino. Biografia del leader politico'', Editore Parente (Arti grafiche Meridionali), Ceppaloni, 2005
*[[Silvio Sircana]], ''Oh Clemente, Clemente'', sonetto composto negli anni 2006-2008
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|n=Categoria:Clemente Mastella|commons=Category:Clemente Mastella}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.europarl.europa.eu/members/public/yourMep/view.do?name=mastella&partNumber=1&language=IT&id=4462 Scheda personale al Parlamento europeo]
*[http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00001512.htm Scheda personale al Senato]
*[http://www.lasicilia.it/articoli.nsf/(ArticoliLaSiciliait)/A1D2D469996BBF50C12572640068F7D7?OpenDocument Mafia, Mastella teste nel processo a Cuffaro], ''[[La Sicilia]]'', [[15 gennaio]] [[2007]]
*[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2008/08/01/pop_clemente.shtml Oh Clemente, Clemente], ''Corriere.it''
*[http://www.corriere.it/politica/08_agosto_01/sircana_sonetti_poesie_governo_prodi_6326048a-5fa9-11dd-8d8f-00144f02aabc.shtml I sonetti di Sircana sul governo], ''[[La Repubblica]], 1º agosto 2008
* {{openpolis|id=1638}}
*{{en}} [http://www.guardian.co.uk/italy/story/0,,1777222,00.html ''Italian justice minister linked to mafia inquiry''], [[The Guardian]], [[18 maggio]] [[2006]]
* Registrazioni audiovideo integrali di [http://www.radioradicale.it/soggetti/clemente-mastella Clemente Mastella] sul sito di [http://www.radioradicale.it Radio Radicale]
 
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==Fonti==
[[Categoria:Deputati della Democrazia Cristiana]]
[http://www.treccani.it/enciclopedia/de-gubernatis-girolamo-marcello_%28Dizionario_Biografico%29/ DE GUBERNATIS, Girolamo Marcello in Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani]
[[Categoria:Politici del Centro Cristiano Democratico]]
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[[Categoria:Politici dei Popolari-UDEUR]]
[[Categoria:Politici del Popolo della Libertà]]
[[Categoria:Ministri della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Ministri della Giustizia della Repubblica Italiana]]
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