Mari (città antica) e Discussioni utente:EWTN News: differenze tra le pagine

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<!-- inizio template di benvenuto -->
{{W|storia antica|aprile 2018}}
{{Sito archeologico
|Nome = Mari
|Nome_altro = {{Arabo|تل حريري|Tell Hariri}}
|Immagine = Mari-Zimri Lim Palace.jpg
|LarghezzaImmagine = 300px
|Didascalia = Resti del [[Palazzo Reale di Mari]] del [[II millennio a.C.]]
|Civiltà = [[Semiti]]ca, [[Sumeri]]ca
|Utilizzo =
|Stile =
|Epoca = [[IV millennio a.C.]] - [[II millennio a.C.]]
<!-- Localizzazione -->
|Stato = SYR
|Suddivisione1 = [[Governatorato di Deir el-Zor]]
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|Altitudine =
<!-- Dimensioni -->
|Superficie = 140 000
|Altezza =
|Larghezza =
|Volume =
|Inclinazione =
<!-- Scavi -->
|Data_scoperta =
|Date_scavi = dal 1933 (più di 40 campagne successive)
|Organizzazione_scavi =
|Archeologo = André Parrot, J. Cl. Margueron, Pascal Buterlin
<!-- Amministrazione -->
|Parte di =
|Ente =
|Responsabile =
|Visitabile =
|Sito_web =
}}
 
'''Mari''' (ora {{Arabo|تل حريري|Tell Hariri}}) è stata un'importante [[città]] [[Mesopotamia|mesopotamica]], contemporanea di [[Uruk]], fondata intorno alla fine del [[IV millennio a.C.]] (primi insediamenti intorno al [[V millennio a.C.]]). La città fu fondata con lo scopo preciso di controllare una zona nevralgica perché situata nella confluenza di importanti vie commerciali fluviali, lungo l'[[Eufrate]], e carovaniere. In breve divenne un'importante e ricco centro commerciale che collegava [[Sumer]] a sud con la [[Siria]] a ovest, i cui cittadini erano noti per l'agiatezza, l'eleganza nel vestire e la cura del proprio aspetto fisico<ref name="Pardee" />.
 
Fu un importante centro [[sumeri]]co tra il 2900 e il 1761 a.C. e arrivò al massimo splendore agli inizi del [[II millennio a.C.]], finché non fu distrutta dal re [[Hammurabi]] di [[Babilonia]] nel 1761 a.C.<ref name=Sumeri/>.
 
Il sito archeologico della città forma una [[Tell|collina]] che si trova oggi in [[Siria]], a circa 11&nbsp;km dalla cittadina di [[Abou Kemal]]<ref name=Sumeri>{{cita libro|titolo=I Sumeri|autore=André Parrot|editore=Feltrinelli|anno=1960|pp=254-261, 282}}</ref> (o Al Bukamal<ref>Vedi il nome riportato in Google maps</ref>) sulla riva ovest del tratto intermedio del fiume [[Eufrate]], a circa 120 Km sud-est di [[Deir el-Zor|Deir ez-Zor]] e a circa 30&nbsp;km dalla frontiera con l'[[Iraq]], costituisce uno fra i più importanti siti archeologici mesopotamici.<ref name=Assiri>{{cita libro|titolo=Gli Assiri|autore=André Parrot|editore=Feltrinelli|anno=1963|pp=2-327}}</ref><br>
La prima Mari fu abbandonata all'inizio nella metà del XXVI secolo a.C. per motivi sconosciuti, ma fu ricostruita prima del 2500 a.C. e divenne la capitale di un regno che controllerà l'est [[semiti]]co. Questa seconda Mari, di organizzazione e cultura [[sumeri]]ca, ingaggiò una lunga guerra con la sua rivale [[Ebla]], su cui riuscì a prevalere, ma fu poco dopo conquistata e distrutta nel 2300 circa a.C. da [[Sargon di Akkad]], la città fu ricostruita durante il dominio [[accadi]]co e posta sotto il controllo di governatori che portavano il titolo di ''[[Shakkanakku]]'' (governatori militari). Nella fase di dissoluzione dell'impero accadico i governatori si resero indipendenti e fecero di Mari nuovamente un regno in grado di controllare la valle del medio [[Eufrate]]. Nella prima metà del IXX secolo a.C. la dinastia dei ''Shakkanakku'' si estinse e il controllo del regno passò alla dinastia [[Amorrei|amorrita]] di Lim che però ebbe vita breve e la città passò sotto il controllo [[Babilonia|babilonese]] nel 1761 a.C.. La città sopravvisse come piccolo centro durante l'impero Babilonese, [[Assiria|Assiro]] e poi [[Lingua persiana antica|Persiano]] per spopolarsi in epoca [[Ellenismo|ellenistica]].
I Marioti veneravano sia dei sumerici sia semitici e fecero della loro città un centro dell'antico commercio. Fu dunque una città di frontiera fra mondo semita e sumero e, sebbene nel periodo pre-[[Amorrei|Amorrita]] la città fosse sotto l'influsso dalla cultura sumera, Mari non fu mai una città di immigrati [[sumeri]], ma piuttosto una nazione di lingua semitica che parlava un dialetto simile all'[[Lingua eblaita|Eblaita]]. Successivamente gli [[Amorrei]], che erano semiti dell'ovest, iniziarano a colonizzare l'area poco prima del XXI secolo a.C. e durante il periodo della dinastia Lim (circa 1830 a.C.) divennero la popolazione dominante del regno mariota e di tutta la [[Mezzaluna Fertile]].<br>
La scoperta della città nel 1933 permise di approfondire la conoscenza della mappa geopolitica dell'[[Mesopotamia|antica Mesopotamia]] e [[Siria]], grazie al rinvenimento di altre 25000 tavolette di argilla che contenevano importanti informazioni circa l'amministrazione dello stato durante il secondo millenio a.c. e la natura dei rapporti diplomatici fra le entità statali della regione. esse rivelarono anche le vaste reti commerciali del XVIII secolo a.C., che connettevano territori lontani come l'[[Afghanistan]] nel sud asiatico e [[Creta]] nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].<br>
La città, sotto la dinastia Lim divenne una sontuosa capitale ricca di edifici maestosi, abbelliti da numerose statue e affreschi. Fra questi spiccava il palazzo reale, noto per la sua bellezza fin dai tempi antichi<ref name="Gates2" />.
 
== Geografia, clima e territorio ==
[[File:Meso2mil-English.JPG|miniatura|sinistra|upright=1.4|La [[Mesopotamia]] del [[II millennio a.C.]]]]
 
La città si apre nella valle dell'Eufrate, a valle di [[Deir el-Zor]] particolarmente ampia. La [[steppa]] arida (con una [[Precipitazione (meteorologia)|piovosità]] di circa 150&nbsp;mm annui) venne resa coltivabile attraverso un'ampia rete di [[Canale artificiale|canali]] di irrigazione e di [[Diga|dighe]], permettendo di sfruttare il fertile suolo [[Alluvione|alluvionale]].
 
La rete di irrigazione, che favorisce inoltre le comunicazioni per via fluviale, si appoggia su un bacino di ritenuta che in inverno veniva alimentato dall'acqua piovana.
 
Alcune tavolette sembrano attestare che durante l'epoca [[Amorrei|amorrita]] le casse statali fossero alimentate dai forti dazi (circa il 20% del valore) imposti alle merci di passaggio. Mari fu tuttavia un centro commerciale principalmente terrestre, a causa della scarsa navigabilità dell'Eufrate poco più a valle.
 
== Nome ==
Il nome della città può essere fatto risalite a [[Mer]] un'antica divinità delle tempeste, venerata nel nord mesopotamico e in Siria e che era considerata la divinità patrona della città.<ref>{{Cita|Green}}</ref> Fu l'archeologo [[George Dossin]] che notò che la pronuncia di ''Mer'' era la stessa di ''Mari'' e da qui concluse cha la città derivava il nome dalla sua divinità patrona<ref>{{Cita|Oldenburg}}</ref>.
 
== Storia ==
=== Primo Regno ===
Mari non va considerato come un piccolo insediamento che poi è cresciuto<ref name= Viollet>{{Cita|Viollet|p= 36}}</ref>, ma piuttosto una nuova città fondata nel periodo [[Proto-Dinastico (Mesopotamia)|proto-dinastico I mesopotamico]], circa 2900 a.C., allo scopo di controllare le vie fluviali dell'[[Eufrate]] che erano parte delle vie commerciali che collegavano il [[Levante (regione storica)|Levante]] con il meridione di [[Sumer]]<ref name= Viollet /><ref name= Margueron4>{{Cita|Margueron4}}</ref>. La città fu costruita a 1 o 2 Kilometri di distanza dal fiume Eufrate per metterla al sicuro dalle piene alluvionali<ref name= Viollet />, ed era connessa al fiume grazie a un [[canale artificiale]] lungo dai 7 agli 8 kilometri a seconda del numero di anse presenti nel suo tracciato, ora difficili da identificare<ref name= Margueron3>{{Cita|Margueron3}}</ref>
La Città primitiva è difficile da riportare alla luce, anche perché seppellita sotto gli strati successivi di abitazioni<ref name= Margueron4 />. Il sistema di difesa contro le piene fluviali era composto da un terrapieno circolare, che è stato riportato alla luce<ref name= Margueron4 />, in aggiunta a una spessa rampa interna circolare, alta 6,7 metri, per proteggere la città dai nemici<ref name= Margueron4 />. Un'area lunga 300 metri colma di giardini e di botteghe artigiane<ref name= Margueron3 />, separava l'argine esterno dal bastione interno, che aveva un'altezza di 8-10 metri, ed era riforzato da torri difensive<ref name= Margueron3 />. Altri ritrovamenti includono una delle porte della città, una strada che iniziava nel centro e arrivava alla porta, in aggiunta ad abitazioni residenziali<ref name= Margueron4 />. Al centro del sito di Mari si trova un rilievo<ref name= Akkermans>{{Cita|Akkermans}}</ref>, comunque non sono stati ritrovati palazzi o templi<ref name= Margueron4 />, sebbene sia stato portato alla luce un grande palazzo, che sembra avesse funzioni amministrative, che aveva fondamenta di pietra e la dimensione di 32x25 metri, con stanze lunghe più di 12 metri e larghe 6<ref name= Margueron3 />. La città fu abbandonata alla fine del [[Proto-Dinastico (Mesopotamia)|periodo protodinastico II]], circa nel 2550 a.C. per ragioni sconosciute<ref name= Margueron4 />.
 
=== Secondo Regno ===
{| class="wikitable" style="float:right; font-size:70%; width:20%; text-align:center;"
 
{|+ style="width:100%; background-color:#ccftransparent;" |''{{dim testo|Mari secondo regno|150font-size:90%}}''"
| style="background:#e0f0ff; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topleft:12px; -webkit-border-top-left-radius:12px; border-top-left-radius:12px; width:20%; height:30px" | &nbsp;&nbsp; [[File:Help-browser.svg|18px|link=Aiuto:Benvenuto]] [[Aiuto:Benvenuto|Benvenuto]]
| style="background:#6495ed; color:white; padding:0.5em 0.5em 0.5em 1em; font-size:140%; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topright:12px; -webkit-border-top-right-radius:12px; border-top-right-radius:12px; width:80%" | '''Benvenuto/a su Wikipedia, <span style="color:white"><nowiki></nowiki>EWTN News</span>!'''
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| style="background:#e0e6ff; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps ksig-vector.svg|18px|link=Aiuto:Guida essenziale]] [[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]]
| colspan="2" style="background-color:#F0FF60;" | '''c. 2500 a.C. - c. 2290 a.C.'''
| rowspan="8" style="background:#fffff0; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomright:12px; -webkit-border-bottom-right-radius:12px; border-bottom-right-radius:12px; padding:0.5em 1em;" |<div style="font-size:105%">Con le tue conoscenze puoi migliorare l'enciclopedia [[Wikipedia:LIBERA|libera]]. Scrivi nuove voci o modifica quelle esistenti, ma non inserire [[Aiuto:Cosa non mettere su Wikipedia|contenuti inadatti]]. '''Il tuo contributo è prezioso'''!<br />
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| colspan="2" |[[File:Second Mariote kingdom.png|miniatura|upright=1.4|centro|Il secondo regno di Mari durante il regno di Iblul-Il]]
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| colspan="2" style="background-color:#F0FF60;" | '''Caratteristiche'''
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| style="background-color:#E07030;"| '''Capitale''' || Mari
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| style="background-color:#E07030;"| '''Lingua''' || [[Lingua eblaita|dialetto mariota]]
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| style="background-color:#E07030;"| '''Tipo di governo''' || [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]]
|-
| style="background-color:#E07030;"| '''Religione''' || [[Religioni della Mesopotamia|mesopotamica]]
|-
| colspan="2" style="background-color:#F0FF60;" | '''Periodo storico'''
|-
| style="background-color:#E07030;"| '''Era''' || [[età del bronzo]]
|-
| style="background-color:#E07030;"| '''anno inizio'''<br>'''anno fine''' || 2500 a.C.<br>2290 a.C.
|-
| colspan="2" style="background-color:#F0FF60;" | '''Sostituito da'''
|-
| colspan="2" | impero di Akkad<br>[[File:Empire akkad.png|miniatura|upright=0.5|centro|alt=Impero di Akkad|link=Impero di Akkad]]
|-
| colspan="2" style="background-color:#F0FF60;" | '''Oggi situato in'''
|-
| colspan="2" | {{Bandiera|Iraq|nome}} e {{Bandiera|Siria|nome}}
|}
Attorno all'inizio del [[Proto-Dinastico (Mesopotamia)|periodo protodinastico]] III (prima del 2500 a.C.)<ref name= Akkermans />, Mari fu ricostruita e ripopolata<ref name= Margueron4 /><ref name= Liverani>{{Cita|Liverani}}</ref>.<br>
La nuova città recuperò le strutture esterne della città primitiva, incluso la rampa interna e la porta<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />. Fu recuperato anche l'argine circolare esterno del diametro di 1,9 Km., che fu rinforzato con un muro spesso due metri<ref name= Margueron4 /> che era utilizzabile anche per la protezione degli arceri<ref name= Margueron3 />. <br>
La struttura interna della città fu invece completamente mutata<ref name= Margueron3 />, con un piano urbanistico studiato con precisione; prima furono costruite le strade che dalla collina nel centro scendevano verso le porte, assicurando il drenaggio dell'acqua piovana<ref name= Margueron3 />.<br>
Nel cuore della città fu costruito un [[Palazzi reali|palazzo reale]]<ref name= Margueron3 />. Quattro livelli architettonici successivi al palazzo del secondo regno sono stati riportati alla luce (il più antico contrassegnato con ''P3'', mentre il più recente è ''P0''), e gli ultimi due livelli risalgono al [[Impero di Akkad|periodo accadico]]<ref name= Margueron3 />. Tra i reperti ritrovati nei primi due livelli vi è una struttura templare<ref name= Margueron2>{{Cita|Margueron2}}</ref>, la più grande della città ma di cui è ignota la divinità venerata<ref name= Margueron>{{Cita|Margueron|p= 527}}</ref>. Sono stati rinvenuti anche una sala del trono con colonne e un ambiente con tre doppie file di colonne lignee che conduceva al tempio<ref name= Margueron2 />. <br>
Sei ulteriori templi furono scoperti nella città, incluso un tempio chiamato Massiccio Rosso (non si sa a chi dedicato), e templi dedicati a [[Ninni-Zaza]], [[Ishtarat]],<ref name= Aruz>{{Cita|Aruz}}</ref> [[Ištar]], [[Ninhursag]] and [[Šamaš]]<ref name= Margueron2 />. Tutti i templi erano situati al centro della città eccetto quello di [[Ištar]]] che probabilmente era il centro amministrativo del [[Sacerdote|Grande Sacerdote]]<ref name= Margueron2 />.<br>
Il secondo regno appare essere un centro politico prospero e potente<ref name= Akkermans />. Molti sono sovrani (che avevano titolo di [[Lugal]]<ref name= Nadali>{{Cita|Nadali}}</ref>) di cui sono noti editti e lettere in questo periodo, ma la più importante è la lettera di [[Enna-Dagan]] c. 2350 a.C.{{#tag:ref|I primi traduttori delle iscrizioni pensarono che Enna-Dagan fosse un generali eblaita. Comunque, con la traduzione delle tavolette di Ebla si è visto che questi riceveva a Mari doni da Ebla durante il regno del suo predecessore mariota (e quindi era un dignitario importante in quella corte)<ref name= Frayne3>{{Cita|Frayne3}}</ref>.|group=note}}che fu spedita a [[Irkab-Damu]]<ref name= Michalowski4>{{Cita|Michalowski4}}</ref> di [[Ebla]]{{#tag:ref|Irkab-Damu non è nominato nella lettera ma è quasi certo che egli fosse il destinatario<ref name=Podany />|group=note}} e in essa il re mariota cita i suoi predecessori ed elenca le loro conquiste militari<ref name=Roux />. Comunque l'interpretazione della lettera presenta notevoli problemi e molte diverse interpretazioni sono dibattute fra gli studiosi<ref name= Astour>{{cita|Astour}}</ref><ref name= Liverani/><ref>{{cita|Matthews}}</ref>.
 
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==== La guerra fra Mari ed Ebla ====
[[File:Cylinder seal battle Louvre AO18359.jpg|miniatura|upright=1.3|Sigillo cilindrico dell’era del secondo regno di Mari (XXV secolo a.C.)]]
Il più antico re citato nelle lettere di [[Enna-Dagan]] è [[Ansud]], che condusse campagne militari contro [[Ebla]] (il tradizionale rivale di Mari, con la quale ingaggiò una lunga guerra<ref name= Astour />) e conquistò molte città del regno di [[Ebla]], incluso il territorio di Belan{{#tag:ref|situata a 26 Km ad ovest di [[Al-Raqqa|Raqqa]]<ref name= Frayne>{{cita|Frayne}}</ref>.|group=note}}<ref name= Liverani />. Il successivo re citato nelle lettere è [[Saʿumu]], che conquistò il territorio di [[Ra'ak]] e di [[Nirum]]{{#tag:ref|situata a al centro della valle dell'[[Eufrate]], vicino a [[Sweyhat]]<ref name= Frayne/>.|group=note}}<ref name= Liverani />, ma il re [[Kun-Damu]] di [[Ebla]] sconfisse Mari nella metà del XXV secolo a.C<ref name= Dolce>{{cita|Dolce}}</ref>. La guerra continuò con [[Išhtup-Išar]] di Mari che conquistò [[Emar]]<ref name= Liverani />, in un periodo di debolezza di [[Ebla]] alla metà del XXIV secolo a.C. Il re [[Igrish-Halam]] di [[Ebla]] dovette pagare tributi a [[Iblul-Il]] di Mari<ref name= Dolce /><ref name= Michalowski4/> che, secondo quanto riportato nelle lettere, conquistò anche molte città del regno avversario e condusse campagne nel territorio di [[Sweyhat|Burman]]<ref name= Liverani />. <br>Anche [[Enna-Dagan]] ricevette tributi<ref name= Michalowski4 /> ma la sua egemonia cessò quando a [[Ebla]] divenne re [[Irkab-Damu]], che sconfisse Mari, conquistò parte del suo territorio e smise di versare tributi<ref name=Podany>{{Cita|Podany}}</ref>. In seguito Mari riuscì a sconfiggere [[Tell Brak|Nagar]], alleata di [[Ebla]], nel settimo anno di regno del visir eblaita [[Ibrium]], provocando il blocco delle vie commerciali fra [[Ebla]] e il sud mesopotamico attraverso l'alta [[mesopotamia]]<ref name= Bretschneider>{{cita|Bretschneider}}</ref>. La guerra raggiunse il suo apice quando il visir eblaita [[Ibbi-Sipish]] strinse un'alleanza con i regni di [[Tell Brak|Nagar]] e [[Kish]] e sconfisse l'esercito mariota nei pressi della città di [[Terqa]].<ref name= Liverani />. Poco dopo però, [[Ebla]] fu a sua volta sconfitta, in questa lunga guerra dalle alterne vicenda, e subì un saccheggio pochi anni dopo la battaglia di Terqa, nel 2300 a.C. circa<ref name= Stieglitz>{{cita|Stieglitz}}</ref>, da parte del re mariota [[Hidar]]<ref name= Bretschneider />. <br>
In accordo con le conclusioni di [[Alfonso Archi]], il successore di [[Hidar]] fu [[Isqi-Mari]], di cui è stato ritrovato il trono, sul quale sono illustrate scene di guerra. Archi ritiene che questo re fu il responsabile della distruzione di [[Ebla]] quando era ancora solo un generale, circa nel 2300 a.C.<ref name= Bretschneider /><ref name= Archi>{{cita|Archi}}</ref>. Solo un decennio dopo la distruzione di [[Ebla]], Mari fu a sua volta distrutta e incendiata da [[Sargon di Akkad]] nel 2290 a.C. (2265 secondo la [[Cronologia bassa|cronologia breve]])<ref name= Liverani /><ref name= Astour />.
 
Ricorda di '''non copiare testi né immagini da libri o siti internet poiché <u>NON è consentito inserire materiale protetto da [[Wikipedia:Copyright|copyright]]</u>''' (nel caso sia tu l'autore/autrice, devi seguire [[Wikipedia:Copyright#Se concedi l'uso del materiale presente sul tuo sito o su altre fonti|l'apposita procedura]]), e di scrivere seguendo un '''[[Wikipedia:Punto di vista neutrale|punto di vista neutrale]]''', citando le '''[[WP:FONTI|fonti]]''' utilizzate.
=== Terzo Regno ===
Mari rimase deserta per due generazioni prime di venir ricostruita dal re [[accadi]]co [[Manishtushu]]<ref name= Astour />. Un governatore fu posto a dirigere la città con il titolo di [[Shakkanakku]] (governatore militare)<ref name= Astour />. Akkad manteneva il diretto controllo sulla città, come risulta evidente ai tempi di [[Naram-Sin|Naram-Sin di Akkad]] che nominò due sue figlie [[sacerdote]]sse della città<ref name= Astour />.
 
<div align="center" style="font-size:130%">Buon lavoro e buon divertimento da parte di tutti i wikipediani!</div>
==== La dinastia dei ''šakkanakku'' ====
[[File:Istanbul - Museo archeol. - Puzur Ishtar, governatore di Mari (fine 3o mill aC) - Foto G. Dall'Orto 28-5-2006.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.9|Lo ''šakkanakku'' Puzur, ([[Musei archeologici di Istanbul]], fine del [[III millennio a.C.]]).]]
Il primo membro della dinastia dei [[Shakkanakku]] nelle liste è [[Ididish]], nominato nel c. 2266 a.C., {{#tag:ref| Secondo [[Jean-Marie Durand]], questo Shakkanakku fu nominato da [[Manishtushu]], altri studiosi indicano invece [[Naram-Sin]]<ref name= Michalowski>{{Cita|Michalowski}}</ref>. |group=note}} <ref name= Leick>{{cita | Leick}}</ref> secondo gli elenchi, [[Ididish]] governò per 60 anni <ref name= Oliva>{{cita | Oliva}}</ref> e riuscì trasferire la carica al figlio, rendendo così la carica ereditaria<ref name= Leick />.
[[File:Statue of lion-AO 19520 19824-P5280748-gradient.jpg|miniatura| Il leone di Mari (XXII secolo a.C.).]]
La terza Mari seguì la seconda come struttura generale<ref name=Margueron5>{{Cita|Margueron5}}</ref>, la fase ''P0'' dell'antico palazzo reale fu sostituita con un nuovo palazzo per il Shakkanakku<ref name=Margueron5 />. Un altro piccolo palazzo fu costruito nella parte orientale della città<ref name=Akkermans /> e conteneva le tombe reali del periodo precedente<ref name=Suriano>{{Cita|Suriano}}</ref>. I bastioni furono ricostruiti e fortificati mentre l'argine fu modificato e trasformato in un muro difensivo che raggiungeva i 10 metri di larghezza<ref name=Margueron5 />. Il precedente recinto sacro fu mantenuto<ref name=Margueron5 />, così come il tempio di [[Ninhursag]]. Comunque i templi di [[Ninni-Zaza]] e [[Ištar]] scomparirono{<ref name=Margueron5 />, mentre un nuovo tempio chiamato ''tempio dei leoni'' (dedicato al dio [[Dagon|Dagan]])<ref name=Strommenger>{{Cita|Strommenger}}</ref>, fu costruito dal [[Shakkanakku]] [[Ishtup-Ilum]] e adiacente a esso, era la terrazza rettangolare ([[Ziqqurat|ziggurat]]) che misurava 40 x 20 metri per i sacrifici<ref name=Margueron5 /><ref name= Akkermans />.
 
<div style="margin:0; padding:0; font-size:105%">
L'[[impero di Akkad]] si disgregò durante il regno di [[Shar-Kali-Sharri]]<ref name= Bryce1>{{Cita|Bryce1}}</ref> e Mari riacquistò la sua indipendenza ma mantenne l'uso del titolo di Shakkanakku durante il periodo della [[terza dinastia di Ur]].<ref name= Cooper2>{{Cita|Cooper2}}</ref>. Una principessa di Mari sposò il figlio di [[Ur-Nammu]] di [[Ur]],<ref name=Wossink>{{Cita|Wossink}}</ref><ref name=Tetlow>{{Cita|Tetlow}}</ref> e Mari passò sotto l'egemonia di [[Ur]]<ref name= Bryce2>{{Cita|Bryce2}}</ref>. Comunque l'indipendenza di Mari non fu ridotta da vassallaggio<ref name= Bryce1/><ref name= Astour/> e alcuni [[Shakkanakku]] usarono il titolo di [[Lugal]] nelle loro iscrizioni votive, mentre usavano il titolo di [[Shakkanakku]] nella loro corrispondenza con la corte di [[Ur]]<ref name= Astour/>. La dinastia terminò per motivi sconosciuti non molto prima dell'insediamento di una nuova dinastia, che iniziò nella seconda metà del IXX secolo a.C.<ref name=Roux>{{Cita|Roux}}</ref><ref name= Astour/><ref name= Frayne/>.
{{Cassetto inizio
 
|titolo = Altre informazioni
=== Epoca amorrea ===
}}
[[File:Disk Yahdun-Lim Louvre AO18236.jpg|miniatura|upright=0.9|Disco iscritto del re Yakhdun-Lim ([[Museo del Louvre]], 1800 a.C. circa).]]
[[File:Firma e data.png|thumb|Apponi la firma nei tuoi interventi]]
Il secondo millennio a.C. nella [[Mezzaluna Fertile]] fu caratterizzato dall'espansione degli [[Amorrei]] che arrivarono a dominare e governare la maggior parte di questa regione<ref name= Sicker>{{Cita|Sicker}}</ref>, inclusa Mari, che divenne, nel 1830 a.C., la sede della dinastia amorrea dei Lym con il re [[Yaggid-Lim]]<ref name= Astour/>. Comunque le evidenze [[Epigrafe|epigrafiche]] e archeologiche mostrano un alto grado di continuità fra l'era dei [[Shakkanakku]] e quella amorrea{{#tag:ref|Queste evidenze contraddicono la precedente teoria secondo la quale Mari sarebbe stata abbandonata durante il periodo di transizione fra le due dinastie<ref name=Wossink />.|group=note}}.
*[[Portale:Progetti|Visualizza l'elenco]] dei '''[[Wikipedia:Progetto|progetti collaborativi]]''' riguardanti specifiche aree tematiche dell'enciclopedia: puoi partecipare liberamente a quelli di tuo interesse o chiedere suggerimenti.
 
*Identificati nelle [[Aiuto:Pagina di discussione|pagine di discussione]]: '''[[Aiuto:Firma|firma]] i tuoi interventi''' con il tasto che vedi nell'immagine.
==== La dinastia Lim ====
*Una volta consultata la Guida essenziale, prova ad ampliare le tue conoscenze sul funzionamento di Wikipedia con il '''[[Aiuto:Tour guidato|Tour guidato]]'''.
[[Yaggid-Lim]] era il re della città di [[Suprum]] prima di stabilirsi a Mari{{#tag:ref|Suprum si trova 12 Km al di sopra di Mari, forse la moderna Tel Abu Hasan<ref name= Bryce1/>.|group=note}}{{#tag:ref|Non è certo che [[Yaggid-Lim]] controllasse Mari, comunque egli è tradizionalmente considerato il primo re della dinastia<ref name= Frayne/>.|group=note}}. Egli strinse alleanza con [[Ila-kabkabu]] di [[Ekallatum]], ma i rapporti fra i due monarchi cambiarono poi in guerra aperta<ref name= Porter>{{Cita|Porter}}</ref>. Il conflitto terminò con la cattura di [[Yahdun-Lim]], figlio ed erede di [[Yaggid-Lim]], da parte di [[Ila-kabkabi]] e, come riportato in una tavoletta ritrovata a Mari, con l'assassinio di [[Yaggid-Lim]] da parte dei suoi servi{{#tag:ref|La veridicità del contenuto di questa tavoletta è messo in dubbio dal fatto che questa fu incisa su ordine di [[Yasmah-Adad]] che era nipote di [[Ila-kabkabi]]. |group=note}}<ref name= Porter />. Comunque nel 1820 a.C. [[Yahdun-Lim]] era saldamente al potere come re di Mari{{#tag:ref|Lo spostamento della famiglia Lym da Suprum a Mari potrebbe essere avvenuto sotto il regno di [[Yahdun-Lim]] dopo la guerra con [[Ila-kabkabi]]<ref name= Feliu>{{Cita|Feliu}}</ref>. |group=note}},
*Hai già un altro account oppure qualcun altro contribuisce dal tuo stesso computer? Leggi [[Wikipedia:Utenze multiple]].
[[File:Deesse au vase (Mari).jpg|miniatura|Dea del vaso (XVIII secolo a.C.).]]
{{-}}
[[Yahdun-Lim]] iniziò il suo regno sottomentendo i capi di sette tribù ribelli e ricostruendo le mura di Mari e [[Terqa]] oltre a costruire una nuova roccaforte che chiamò [[Dur-Yahdun-Lim]]<ref name= Frayne />. Poi estese i suoi domini verso ovest, proclamando di aver raggiunto il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]<ref name= Frayne /><ref name= Fowden>{{Cita|Fowden}}</ref>, comunque in seguito dovette affrontare la ribellione dei nomadi ''Banu-Yamina'' ([[Benjaminiti]]) che occupavano i territori attorno a [[Tuttul]]. I ribelli furono appoggiati dal re di [[Yamkhad]], [[Sumu-Epuh]], i cui interessi erano minacciati dalla recente alleanza fra [[Yahdun-Lim]] e [[Eshnunna]]<ref name= Bryce1/><ref name= Frayne />.
{{Cassetto fine}}
[[Yahdun-Lim]] sconfisse i [[Benjaminiti]], fu però evitata una guerra aperta con [[Yamkhad]]<ref name= Bryce2/> perché un pericolo più grande si stava delineando a causa delle mire espansioniste del re [[Assiria|assiro]] [[Shamshi-Adad I]], figlio di [[Ila-kabkabi]]<ref name= Pitard>{{Cita|Pitard}}</ref>. Questa nuova guerra si risolse con una sconfitta per Mari<ref name= Pitard /><ref>{{Cita|Van Der Meer}}</ref>, e [[Yahdun-Lim]] fu assassinato circa nel 1798 a.C. da suo figlio [[Sumu-Yamam]]<ref name= Dale>{{Cita|Dale}}</ref><ref name= Frayne />, che fu a sua volta assassinato due anni dopo la sua incoronazione quando fu a sua volta sconfitto da [[Shamshi-Adad I]] che annesse Mari al suo impero, ponendo sul trono uno dei suoi figli, [[Yasmah-Adad]]<ref name= Bryce2/>.
{{Cassetto inizio
 
|titolo = Serve aiuto?
=== Il periodo assiro e il ritorno della dinastia Lim ===
}}
Il nuovo re [[Yasmah-Adad]] sposò la figlia di [[Yahdun-Lim]]<ref name=Tetlow /><ref>{{Cita|Van De Mieroop3}}</ref>, ma il resto della famiglia Lim si rifugiò presso la nemica [[Yamkhad]]<ref name= Bryce1 />, cosa che [[Shamshi-Adad I]] denunciò pubblicamente come un tradimento per giustificare così l'annessione di Mari al suo impero<ref name= Grayson>{{Cita|Grayson}}</ref> . Per rinforzare la sua posizione contro il suo nuovo nemico [[Yamkhad]], [[Shamshi-Adad I]] fece sposare a [[Yasmah-Adad]], [[Betlum]], la figlia di [[Ishi-Addu]] di [[Qatna]]<ref name=Tetlow />. [[Yasmah-Adad]] però non trattò questa nuova moglie con gli onori e il rispetto necessari, causando una crisi diplomatica con [[Qatna]]<ref name= Tetlow />.
Se hai bisogno di aiuto, chiedi allo [[Aiuto:Sportello informazioni|sportello informazioni]] (e non dimenticare che la risposta ti verrà data in quella stessa pagina). Se avessi bisogno di un aiuto ''continuativo'', puoi [[Progetto:Coordinamento/Accoglienza/Nuovi_arrivati|richiedere di farti affidare un "tutor"]].
Questo comportamento di [[Yasmah-Adad]] suscitò le ire di suo padre che, in varie lettere, lo accusa di essere un sovrano debole e incapace<ref name= Tetlow />.
<inputbox>
[[Shamshi-Adad I]] morì nel 1776 a.C<ref name= Tetlow /><ref name= Charpin1>{{cita|Charpin1}}</ref>, proprio mentre l'esercito di [[Yarim-Lim I]] di Yamhad si stava mobilitando in appoggio a [[Zimri-Lim]], l'erede della dinastia Lym{{#tag:ref|Sebbene considerato ufficialmente un figlio di Yahdun-Lim, egli era in realtà un suo nipote<ref name= Charpin1 />|group=note}}<ref name= Hamblin >{{cita|Hamblin}}</ref>.
type=commenttitle
[[File:Investiture of Zimri-Lim Louvre AO19826 n01.jpg|upright=1.4|sinistra|miniatura|Investitura di Zimri-Lim. (XVIII secolo a.C.).]]
bgcolor=white
All'avvicinarsi dell'esercito di [[Zimri-Lim]], un capo dei ''Banu-Simaal'' (la tribù di Zimri-Lim) detronizzò [[Yasmah-Adad]]<ref name= Liverani />, aprendo così la strada a Zimri-Lim che arrivò pochi mesi dopo la fuga di Yasmah-Adad<ref name= Dalley>{{cita|Dalley}}</ref>. Questi sposò la pincipessa [[Shibtu]], la figlia di [[Yarim-Lim I]] poco tempo dopo la sua investitura nel 1776 a.C.<ref name= Hamblin />. L'ascesa al trono di [[Zimri-Lim]], con l'aiuto di [[Yarim-Lim I]], rese di fatto il regno di Mari subordinato a quello di Yamhad, [[Zimri-Lim]] considerava Yarim-Lim come suo padre e il re yamhadita fu in grado di ordinare a Zimri-Lim di dichiararsi servo di [[Hadad]] (la principale divinità di Yamhad)<ref name= Malmat1>{{cita|Malamat1}}</ref>.<br>
preload=
Nei primi anni del suo regno [[Zimri-Lim]] condusse una campagna contro i ''Banu-Yamina'' (Beniaminiti), stabilì anche un'alleanza con [[Eshnunna]] e [[Hammurabi]] di [[Babilonia]]<ref name="Bryce1" /> e inviò il suo esercito in aiuto dei Babilonesi<ref>{{cita|Van Der Toorn}}</ref>.<br>
editintro=
Il nuovo re indirizzò la sua politica espansionista verso nord nella regione dell'alto [[Grande Khabur|Khabur]], denominata anche Idamaraz<ref name="Kupper">{{cita|Kupper}}</ref> dove sottomise i piccoli regni locali della regione come quelli di [[Urkesh]]<ref name="Bryce1" /> e [[Talhayum]], forzandoli al [[vassallaggio]]<ref name= Bryce1 />.
hidden=yes
Questa politica espansionistia incontrò la resistenza di [[Qarni-Lim]], il re di [[Andarig]]<ref name= Bryce1 />, che [[Zimri-Lim]] sconfisse, assicurando il controllo mariota sulla regione nel 1771 a.C<ref name= Charpin1 />, impresa che fortificò i confini del regno e portò a un periodo di pace, prosperità e nuovo sviluppo della città come centro commerciale<ref name= Hamblin />.<br>
page=Aiuto:Sportello_informazioni
Le più importanti eredità lasciateci da Zimri-Lim sono la ristrutturazione del Palazzo Reale, che fu notevolmente ingrandito fino a contenere ben 275 stanze<ref name=Akkermans/><ref name= Burns>{{cita|Burns}}</ref>, squisiti artefatti come la statua della ''dea del vaso''<ref name= Gates>{{cita|Gates}}</ref> e soprattutto un archivio reale contenente migliaia di tavolette<ref name= Shaw>{{cita|Shaw}}</ref>.<br>
default=
Le relazioni diplomatiche con [[Babilonia]] peggiorarono a causa di una disputa sul controllo della città di [[Hīt]] che richiese lunghi negoziati<ref name="Van De Mieroop2">{{cita|Van De Mieroop2}}</ref>, durante i quali entrambi i regni furono coinvolti in una guerra contro l'Elam nel 1765 a.C. circa<ref name="Van De Mieroop2"/>. Alla fine, il regno fu invaso da Hammurabi che sconfisse [[Zimri-Lim|Zimri-lim]] in battaglia nel 1761 a.C. circa e pose fine alla dinastia Lim<ref name="Van De Mieroop2"/>, mentre [[Terqa]] divenne capitale di uno stato fittizio chiamato regno di [[Terqa|Khana]]<ref name= Fleming2>{{Cita|Fleming2}}</ref><ref name=Sumeri/>.
break=no
 
buttonlabel=Domanda allo Sportello informazioni
=== Ultimo periodo ===
</inputbox>
[[File:Shamsh-res-usur, governor of Mari and Suhi.jpg|miniatura|il governatore di Mari, Shamash-Risha-Usur (c. 760 a.C.).]]
{{Cassetto fine}}
 
</div>
La città sopravvisse alla distruzione e trovò la forza di ribellarsi a Babilonia nel 1759 a.C. circa, cosa che provocò una dura repressione da parte di [[Hammurabi]] che, questa volta, distrusse e rase al suolo l'intera città<ref name="Van De Mieroop2"/>. Come atto di misericordia, Hammurabi permise a Mari di sopravvivere come piccolo villaggio sotto l'amministrazione babilonese<ref name="Van De Mieroop2"/>. <br>
<div style="border-bottom:1px solid #eee; padding-top:0.17em; padding-bottom:0.5em"></div>
In seguito Mari divenne parte dell'[[Impero assiro|impero Assiro]] e fu elencata fra i territori conquistati dal re assiro [[Tukulti-Ninurta I]] (che regnò dal 1243 al 1207 a.C.)<ref name= Bryce1/>. Negli anni successivi Mari passò più volte dal controllo assiro a quello babilonese e viceversa<ref name= Bryce1/>. <br>
<div style="font-size:95%">[[file:Flag of the United Kingdom.svg|20px]] Hello and welcome to the Italian Wikipedia! We appreciate your contributions. If your Italian skills are not good enough, that’s no problem. We have an [[Wikipedia:Ambasciata|embassy]] where you can inquire for further information in your native language or you can contact directly [[Wikipedia:Babel/It-0|a user in your language]]. We hope you enjoy your time here!</div>
Alla metà dell'XI secolo a.C. divenne parte del regno di Khana, il cui re [[Tukulti-Mer]] assunse il titolo di ''re di Mari'' e si ribellò contro il dominio assiro, provocando la reazione dell'imperatore [[Assur-bel-kala]] che espugnò e riconquistò la città<ref name= Bryce1/>. Mari passò sotto lo stretto controllo del [[Impero neo-assiro|impero neoassiro]] e, nella prima metà dell'VIII secolo a.C., fu affidata a un governatore di nome [[Nergal-Erish]] che operava sotto l'autorità dell'imperatore [[Adad-Nirari III]] (che regnò dal 810 al 783 a.C.)<ref name= Bryce1/>. <br>
Nel 760 a.C. circa [[Shamash-Risha-Usur]]<ref name= Dalley/>, un autonomo governatore di parte dei territori del medio Eufrate, sotto l'autorità nominale del re assiro [[Assur-dan III]], si proclamò governatore della terra di [[Suhu]] e Mari e così fece suo figlio [[Ninurta-Kudurri-Usur]]<ref name= Bryce1/>. Però, in quel periodo, Mari era nota come parte del territorio di Laqe{{#tag:ref|Un'antica denominazione per la terra che include la confluenza dei fiumi Khabur e Eufrate<ref name= Bryce1/>.|group=note}} cosa che rendeva improbabile che la famiglia Usur potesse effettivamente controllarla, e suggerendo che il titolo fosse impiegato solo per ragioni storiche e politiche<ref name= Bryce1/>.<br>
La città continuò a essere abitata, come piccolo insediamento, fino al periodo ellenistico per poi scomparire dai documenti storici<ref name= Bryce1/>.
 
== Sovrani di Mari ==
La [[Lista Reale Sumerica]] registra una prima dinastia di sei re in Mari che godette di piena egemonia dopo il periodo in cui Mari fu tributaria della città di [[Adab]] e quello della dominazione della dinastia di [[Kish]]<ref name= Haldar />. I nomi dei sovrani marioti sono danneggiati nelle copie più antiche della lista<ref name= Haldar /> e quei re erano correlati a re storici appartenenti al secondo regno<ref name= Liverani />. Comunque, una copia integra della lista, risalente alla prima dinastia babilonese, fu scoperta a [[Tell Leilan|Shubat-Enlil]]<ref name= Astour />, e i nomi qui elencati non assomigliano a nessun sovrano storicamente attestato del secondo regno<ref name= Astour />, indicando che i compilatori di questa lista avevano in mente una più antica (e forse leggendaria) dinastia<ref name= Astour />.<br>
L'ordine cronologico dei re della prima dinastia è fortemente incerto; comunque, si assume che la lettera di [[Enna-Degan]] li riporti in ordine cronologico<ref name= Frayne3 />.<br>
L'esistenza di molti di questi sovrani è attestata dai loro propri oggetti votivi ritrovati nella città<ref name= Frayne3 /><ref name= Hamblin />, ma le date dei loro regni restano altamente incerte<ref name= Frayne3 />.<br>
Per i [[Shakkanakku]], le liste sono incomplete e dopo [[Hanun-Dagan]], che regnò alla fine della [[terza dinastia di Ur]], circa nel 2008 a.C., mostrano molte lacune<ref name= Frayne3 />.
Approssimativamente 13 altri [[Shakkanakku]] regnarono dopo [[Hanun-Dagan]], ma solo alcuni sono noti, con l'ultimo della lista in carica non molto tempo prima dell'avvento di [[Yaggid-Lim]] che fondò la dinastia Lim circa nel 1830 a.C.<ref name= Frayne/><ref name="Bertman">{{cita|Bertman}}</ref>.
[[File:Idi-ilum Louvre AO 19486 n01.jpg|miniatura|Statua di Iddi-Ilum. (c. 2090 a.C.)]]
[[File:Istanbul - Museo archeol. - Puzur Ishtar, governatore di Mari (fine 3o mill aC) - Foto G. Dall'Orto 28-5-2006.jpg|miniatura|Puzur Ishtar, Shakkanakku di Mari. (c. 2050 a.C.)]]
[[File:Disk Yahdun-Lim Louvre AO18236.jpg|miniatura|Iscrizione di Yahdun-Lim. (c. 1810 a.C.)]]
 
{| class="nowraplinks" cellspacing="0" cellpadding="3" rules="all" style="background:#fbfbfb; border-style: solid; border-width: 1px; font-size:90%; empty-cells:show; border-collapse:collapse"
|- style="background:#f6e6ae;"
! Sovrani !! durata&nbsp;del&nbsp;regno !! Note
|-
| style="background:#e5e0ff; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Crystal Clear app ktip.svg|18px|link=Aiuto:Tour guidato]] [[Aiuto:Tour guidato|Tour guidato]]
| colspan="5" |
'''Lista reale sumera'''
|-
| style="background:#ffe0f1; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Accessories-text-editor.svg|18px|link=Wikipedia:Raccomandazioni e linee guida]] [[Wikipedia:Raccomandazioni e linee guida|Raccomandazioni e linee guida]]
| [[Ilshu|Anbu]] || 30 anni|| Il suo nome è anche letto come Ilshu <ref name="Kramer">{{cita|Kramer}}</ref>.
|-
| style="background:#ffe5e0; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Copyright-problem.svg|18px|link=Wikipedia:Copyright]] [[Wikipedia:Copyright|Copyright]]
| [[Anba]] || 17 anni || Il suo epiteto nella lista reale è ''il figlio di Anbu''<ref name="Cohen2">{{cita|Cohen2}}</ref>.
|-
| style="background:#ffefe0; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Crystal Clear app ksirtet.svg|18px|link=Portale:Progetti]] [[Portale:Progetti|Progetti tematici]]
| [[Bazi]]|| 30 anni || Il suo epiteto nella lista reale è ''il conciatore''<ref name="Cohen2" />.
|-
| style="background:#fff8dc; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomleft:12px; -webkit-border-bottom-left-radius:12px; border-bottom-left-radius:12px; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps bookcase.svg|18px|link=Aiuto:Glossario]] [[Aiuto:Glossario|Glossario]]
| [[Zizi]] || 20 anni || Il suo epiteto nella lista reale è ''Il più pieno''<ref name="Cohen2" />.
|}Naturalmente un benvenuto anche da parte mia! Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi. [[Utente:Vale93b|<span style="color:green">'''Vale'''</span><span style="background:darkgreen"><span style="color:gold">'''93b'''</span></span>]] [[Discussioni utente:Vale93b|<span style="color:blue"><sup>'''Fatti sentire!'''</sup></span>]] 13:01, 3 giu 2019 (CEST)
|-
<!-- fine template di benvenuto -->
| [[Limer]] || 30 anni|| Il suo epiteto nella lista reale è ''il gudug (prete)'' {{#tag:ref|Gudug era un ruolo nella gerarchia mesopotamica dei lavoratori del tempio. Un prete guduj non era specializzato per il culto di una determinata divinità, e poteva servire in più templi<ref name="Black">{{cita|Black}}</ref> |group=note}}<ref name="Cohen2"/>.
|-
| [[Sharrum-iter]]|| 10 anni ||
|-
| colspan="5" |
''Poi Mari fu sconfitta e passò sotto il dominio di [[Kish]]''<ref name="Cohen2" />.
|-,
| colspan="5" |
'''Secondo regno'''
|-
| [[Ikun-Shamash]] || || Regnò prima del periodo di [[Ur-Nanshe]] di [[Lagash]]<ref name=Haldar/>.
|-
| [[Ikun-Shamagan]] || c. 2453 a.C. || Il suo nome si trova scritto sopra una statua votiva offerta dal suo ufficiale "Shibum"<ref name=Cooper2/>.
|-
| [[Ansud]] || c. 2423–2416 a.C. || Il suo nome è scritto su una [[Giara (recipiente)|giara]] (come Hansum) inviata a Mari da [[Mesannepada]] di [[Ur]]<ref name= Liverani/>. Il nome fu letto da [[Giovanni Pettinato|Pettinato]] come Anubu<ref name= Astour/><ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Saʿumu]] || c. 2416–2400 a.C.|| Il suo nome compare nella lettera di [[Enna-Dagan]] come conquistatore di molte terre]<ref name= Liverani/>.
|-
| [[Išhtup-Išar]] || c. 2400 a.C. || Il suo nome compare nella lettera di [[Enna-Dagan]] come conquistatore di [[Emar]] e di altri vassalli di [[Ebla]]<ref name= Liverani/>.
|-
| [[Ikun-Mari]] || || Questo nome si trova scritto su una [[Giara (recipiente)|giara]] ritrovata a Mari<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Iblul-Il]] || c. 2380 BC || Rese di nuovo [[Ebla]] tributaria<ref name= Liverani/>.
|-
| [[Nizi]] || || Il suo regno durò tre anni<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Enna-Dagan]] || c. 2340 a.C. || Scrisse una lettera a [[Irkab-Damu]] di [[Ebla]] per riaffermare l'autorità di Mari<ref name= Roux/>.
|-
| [[Ikun-Ishar]] || c. 2320 a.C. || Il suo nome compare negli archivi di [[Ebla]]<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Hidar]] || c. 2300 a.C. || Il suo nome compare negli archivi di [[Ebla]], che fu distrutta durante il suo regno<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Lamgi-Mari|Isqi-Mari]]|| || Il suo nome fu precedentemente letto come Lamgi-Mari<ref name= Heimpel />. Ipoteticamente ultimo re prima della dominazione [[Impero di Akkad|akkadica]]<ref name= Bretschneider />.
|-
| colspan="5" |
'''I [[Shakkanakku]]'''
|-
| [[Ididish]] || c. 2266–2206 a.C. ||
|-
| [[Shu-Dagan]] || c. 2206–2200 a.C. || Era il figlio di Ididish<ref name= Leick />.
|-
| [[Ishme-Dagan]] || c. 2199–2154 a.C. || Regnò 45 anni<ref name= Oliva /><ref name= Leick />.
|-
| [[Nûr-Mêr]] || c. 2153–2148 a.C. || Era un figlio di Ishme-Dagan<ref name= Oliva />.
|-
| [[Ishtup-Ilum]] || c. 2147–2136 a.C. || Era il fratello di Nûr-Mêr<ref name= Oliva />.
|-
| [[Ishgum-Addu]] || c. 2135–2127 a.C. || Regnò per otto anni<ref name= Oliva />.
|-
| [[Apîl-kîn]] || c. 2126–2091 a.C. || Era un altro figlio di Ishme-Dagan<ref name= Oliva /><ref name= Leick />. È menzionato con il titolo reale di Lugal [[Lugal]] in un'iscrizione votiva voluta da sua figlia.<ref name="Michalowski2">{{cita|Michalowski2}}</ref>
|-
| [[Iddin-El]] || c. 2090–2085 a.C. || Il suo nome è letto anche come Iddi-Ilum; il suo nome si trova inciso sulla sua statua votiva (vedi sopra)<ref name= Leick />.
|-
| [[Ili-Ishar]] || c. 2084–2072 a.C. || Il suo nome fu trovato inciso su un mattone di fondazione, era figlio di Apîl-kîn<ref name= Leick />.
|-
| [[Turam-Dagan]] || c. 2071–2051 a.C. || Era figlio di Apîl-kîn e fratello di Ili-Ishar<ref name= Leick />.
|-
| [[Puzur-Ishtar]] || c. 2050–2025 a.C. || Era figlio di Turam-Dagan e nipote di Apîl-kîn e pronipote di Ishme-Dagan<ref name= Oliva />. Utilizzò il titolo reale<ref name= Oliva />.
|-
| [[Hitlal-Erra]] || c. 2024–2017 a.C. || Era figlio Puzur-Ishtar (prosegue la dominazione della famiglia di Ishme-Dagan)<ref name= Oliva />. Anche lui utilizzò il titolo reale di [[Lugal]]<ref name= Oliva />.
|-
| [[Hanun-Dagan]] || c. 2016–2008 a.C. || Era figlio di Puzur-Ishtar e fratello di Hitlal-Erra<ref name= Leick />. Anche lui utilizzò il titolo reale di [[Lugal]]<ref name= Oliva />.
|-
| [[Isi-Dagan]] || c. 2000 a.C. || Questo nome è iscritto in un sigillo<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Ennin-Dagan]] || || Era figlio di Isi-Dagan<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Itur-(...)]] || || Questo nome è danneggiato e fra il periodo presunto del suo regno e quello di Ennin-Dagan c'è un lasso di tempo in cui non si conosce il nome del reggente<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Amer-Nunu]] || || Questo nome è iscritto in un sigillo<ref name= Oliva />.
|-
| [[Tir-Dagan]] || || Era figlio di Itur-(...)<ref name= Frayne3 />.
|-
| [[Dagan-(...)]] || || Questo nome è danneggiato, comunque è l'ultimo [[Shakkanakku]] citato nella [[Lista Reale Sumerica|lista reale]]<ref name= Frayne3 />.
|-
| colspan="5" |
'''La dinatia Lim'''
|-
| [[Yaggid-Lim]] || c. 1830–1820 a.C. || Probabilmente regnò a [[Suprum]] piuttosto che a Mari<ref name= Porter /><ref name= Feliu />.
|-
| [[Yahdun-Lim]] || c. 1820–1798 a.C. ||
|-
| [[Sumu-Yamam]] || c. 1798–1796 a.C. ||
|-
| colspan="5" |
'''Periodo assiro'''
|-
| [[Yasmah-Adad]] || c. 1796–1776 a.C. || Era uno dei figli di [[Shamshi-Adad I]] di [[Assiria]]<ref name= Tetlow />.
|-
| [[Ishar-Lim]] || c. 1776 BC || Era un ufficiale assiro che usurpò il trono per pochi mesi fra la fuga di Yasmah-Adad e l'arrivo di Zimri-Lim, a cui cedette il potere<ref name= Dalley />.
|-
| colspan="5" |
'''Il ritorno della dinastia Lim'''
|-
| [[Zimri-Lim]] || c. 1776–1761 a.C. || Ultimo sovrano di un regno indipendente a Mari, fu sconfitto da [[Hammurabi]] di [[Babilonia]] e la città saccheggiata e incendiata nel 1761 a.C.
|}
 
== Popolazione e lingua ==
[[File:Bust orant Louvre AO17557.jpg|miniatura|upright=0.6|sinistra|Un cittadino mariota del secondo regno (XXV secolo a.C.)]]
I fondatori della prima città dovevano essere sumeri o, più probabilmente [[Semiti|semiti orientali]], che parlavano la lingua di [[Terqa]], nel nord<ref name= Viollet />. L'archeologo [[I. J. Gelb]] collega la fondazione di Mari con la civiltà di [[Kish]]<ref name="Hasselbach">{{cita|Hasselbach}}</ref>, che era un'entità culturale costituita da una popolazione che parlava una [[Lingue semitiche|lingua semitica orientale]] e che si estendeva dal centro della [[Mesopotamia]] fino a [[Ebla]] nella parte più occidentale del levante mesopotamico<ref name="Van De Mieroop1">{{cita|Van De Mieroop1}}</ref>.<br>
Al suo apice, la seconda città ospitava circa 40000 abitanti<ref name="Chew">{{cita|Chew}}</ref>. Questa nuova popolazione era semitica orientale e parlava un [[Lingua eblaita|dialetto simile a quello di Ebla]]<ref name= Liverani /><ref name="McMahon">{{cita|McMahon}}</ref>. Nel periodo dei [[Shakkanakku]] la lingua parlata era l'[[Lingua accadica|accadico]]<ref name="Heimpel">{{cita|Heimpel}}</ref>. Nomi semitici occidentali cominciano a diffondersi a Mari fin dal secondo regno<ref name="Haldar">{{cita|Haldar}}</ref> e, dalla metà dell'[[età del bronzo]], le tribù degli [[Amorrei]] provenienti dell'occidente semitico, divennero la maggioranza dei gruppi pastorali del medio Eufrate e della valle del [[Grande Khabur|Khabur]]<ref name= Liverani />. I nomi in [[Amorrei|lingua amorrea]] incominciano a essere documentati nel periodo dei [[Shakkanakku]], anche fra i membri della stessa dinastia regnante<ref name="Heimpel" />.
Durante il dominio della dinastia Lim la popolazione prevalente sarà [[Amorrei|amorrea]], ma sono documentati anche nomi [[accadi]]ci{{#tag:ref|Jean-Marie Durand, sebbene non formuli ipotesi sul destino delle popolazioni semitiche orientali, crede che le genti accadiche, presenti durante la dinastia Lim, non fossero discendenti dai semiti orientali del periodo dei [[Shakkanakku]]<ref name="Heimpel" />|group=note}} e sebbene la lingua amorrea fosse quella più parlata, i documenti saranno prevalentemente scritti in [[Lingua accadica|accadico]]<ref name="Nemet">{{cita|Nemet}}</ref><ref name= Rihel>{{cita|Rihel}}</ref>. Le tribù pastorali amorree a Mari erano chiamate ''Hanean'', un termine che indica i nomadi in generale (letteralmente ''gente che abita nelle tende'')<ref name= Liverani />, questi Hanean erano divisi in ''Banu-Yamina'' (figli della destra) e ''Banu-Simaal'' (figli della sinistra), con i capi provenienti del ramo ''Banu-Simaal''<ref name= Liverani />. Il regno ospitava anche tribù di [[Sutei]] che vivevano nel distretto di [[Terqa]]<ref name="Heimpel" />.
 
== Organizzazione del regno ==
Grazie agli archivi in tavolette di argilla rinvenuti negli archivi del palazzo reale, l'organizzazione del regno all'epoca di [[Zimri-Lim]] è ben conosciuta.<br>
A capo del regno era il re (''šarrum''), coadiuvato da un visir che controllava l'economia del regno (''šukkallum'') e da un consiglio che lo assisteva nel prendere le decisioni (''pirištum'').<br>
[[File:Tablet Zimri-Lim Louvre AO20161.jpg|miniatura|upright=0.9|Tavoletta dell'archivio reale del re Zimri-Lim con la quale si ordina la costruzione di una ghiacciaia nella città di Terqa (Museo del Louvre, 1800 a.C. circa).]]
 
Mari era una [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]] con il re che controllava ogni aspetto dell'amministrazione, coadiuvato dagli [[Scriba|scribi]] nel ruolo di amministratori<ref name="Finer">{{cita|Finer}}</ref><ref name= Liverani />. Durante l'era Lim, Mari era divisa in quattro provincie, ognuna con il suo capoluogo: [[Terqa]], [[Saggaratum]], [[Qattunan]] e [[Tuttul]] e ognuna con la sua burocrazia e il suo proprio statuto<ref name= Liverani />. Il governo forniva ai villaggi aratri e attrezzatura agricole in cambio di una parte dei raccolti<ref name="Maisels">{{cita|Maisels}}</ref>.<br>
A capo di ciascuna provincia era posto un governatore (''šapitum''), coadiuvato da un intendente (''abu bītim''), da un responsabile dei domini (''ša sikkatim'') e dal capo dei pascoli, che controllava le tribù nomadi (''merhūm'')<ref name="Maisels" />. <br>
Ogni provincia aveva la propria burocrazia<ref name= Liverani />; il governo locale forniva agli abitanti del villaggio aratri e attrezzature agricole, in cambio di una parte del raccolto, che veniva in parte inviato alla capitale<ref name="Maisels" />.<br>
L'esercito riprendeva l'organizzazione utilizzata nel corso della [[terza dinastia di Ur]]. Era suddiviso in unità di dieci uomini (''eširtum'', comandata da un ''waklum'') che potevano essere raggruppate per cinque (comandate da un ''laputtum'') o per dieci (''pirsum'', comandata da un ''rab pirsim''). Esistevano raggruppamenti di due o tre ''pirsum'', con duecento o trecento soldati (comandati da un ''rabi amurrim'') e infine un'armata di circa mille uomini (''ummānum'') era comandata da un generale (''âlik pān ṣābim'') che faceva parte dei grandi dignitari del regno. Esistevano inoltre diversi tipi di unità: guarnigioni cittadine (''sāb birtim''), guardia di palazzo (''sāb bāb ekallim''), un corpo di genieri (''sāb tupšikkānim''), e ancora corpi per spedizioni militari e corpi formati da etnie specifiche.
 
== Cultura e religione ==
[[File:Woman polos Louvre AO17564.jpg|miniatura|upright=0.7|sinistra|Donna mariota del XXV secolo a.C.]]
Il primo e il secondo regno saranno fortemetne influenzati dal sud di [[Sumer]]<ref name="Armstrong">{{cita|Armstrong}}</ref>. La società era governata da un'[[oligarchia]] urbana<ref name="Chavalas">{{cita|Chavalas}}</ref> e i cittadini erano ovunque noti per le elaborate acconciature, le barbe molto curate e i vestiti molto appariscenti<ref name="Pardee">{{cita|Pardee}}</ref><ref name="Matthiae">{{cita|Matthiae}}</ref>. Il calendario era calcolato utilizzando l'[[Anno tropico|anno solare]] diviso in dodici mesi, ed era lo stesso calendario utilizzato a [[Ebla]] (''L'antico calendario eblaita'')<ref name= Sumeri /><ref name="Cohen">{{cita|Cohen}}</ref>. Gli scribi utilizzavano la [[Lingua sumera|scrittura sumera]] e le opere d'arte erano simili a quelle del resto di [[Sumer]], così come gli stili architettonici<ref name= Kramer />.<br>
L'influenza mesopotamica continuò a essere intensa su Mari anche nel periodo [[Amorrei|amorrita]],<ref>{{Cita|Green}}</ref>, come risulta evidente nello stile [[Babilonia|babilonese]] utilizzato dagli [[Scriba|scribi]] .<ref name="Larsen">{{cita|Larsen}}</ref>. Nonostante questa influenza, però, in questo periodo comincia a diffondersi e poi a prevalere uno differente stile siriano, che risulta evidente nei sigilli dei re, che riflettono chiaramente un influsso siriano<ref>{{Cita|Green}}</ref>. La società aveva ancora un struttura tribale<ref name="Wossink" /> e consisteva in massima parte di agricoltori e nomadi (Haneans)<ref name="Heimpel" /> e, in contrasto con il resto della Mesopotamia, il tempio aveva un ruolo inferiore nella vita quotidiana rispetto al palazzo, che deteneva il potere politico ed economico<ref name="Grabbe">{{cita|Grabbe}}</ref>. Le donne godevano di una relativa eguaglianza con gli uomini<ref name="Dougherty">{{cita|Dougherty}}</ref>, la regina [[Shibtu]] regnò nel nome di suo marito mentre questi era impegnato lontano dalla città, aveva un ruolo amministrativo rilevante e un'evidente autorità sui più alti ufficiali di suo marito<ref name="Tetlow" />.<br>
Il pantheon includeva sia divinità sumere sia semitiche<ref name="Feliu" /> e, per gran parte della sua storia, [[Dagon|Dagan]] fu la divinità egemone a Mari<ref name="Feliu" />, mentre Mer era la divinità patrona.<br>
Altre divinità importanti erano la semitica [[Ištar]] (corrispondente alla sumera [[Inanna]]) dea della fertilità<ref name="Feliu" />, il semitico [[Attar (divinità)|Athtar]]<ref name="Smith">{{cita|Smith}}</ref> e infine [[Šamaš]], il dio del sole che era considerato come una delle divinità più importanti<ref name="Thompson">{{cita|Thompson}}</ref> e ritenuto ogniscente e ogniveggente<ref name="Darke">{{cita|Darke}}</ref>. Fra le divinità sumere il più venerate erano: [[Ninhursag]]<ref name="Feliu" />, [[Tammuz (divinità babilonese)|Dumuzi]]<ref name="Feliu" />, [[Enki]], [[An (mitologia)|Anu]], ed [[Enlil]]<ref name="Feliu" />.<br>
La [[profezia]] aveva un ruolo molto importate a Mari, i templi ospitavano profeti<ref name="Nissinen">{{cita|Nissinen}}</ref> che davano consigli ai re e partecipavano alle feste religiose<ref name="Walton">{{cita|Walton}}</ref>.
 
== Economia ==
Alla prima Mari risale il più antico laboratorio per la produzione di ruote mai scoperto in Siria<ref name="Margueron5" /> ed era un importante centro per la lavorazione del bronzo<ref name="Margueron4" />. Nella città erano anche presenti un distretti dedicati alla [[Fusione (industria)|fusione]] dei metalli, alla [[tintura]] delle stoffe e produzione di [[Ceramica|ceramiche]]<ref name="Margueron4" />, il carbone necessario giungeva in città su chiatte fluviali provenienti dal corso superiore del fiume [[Grande Khabur|Khabur]] e dall'area dell'[[Eufrate]]<ref name= Viollet />.<br>
L'economia del secondo regno era basata sia sull'agricoltura sia sul commercio<ref name= Rihel />. L'economia era centralizzata e diretta da un'organizzazione statale e periferica (comunale)<ref name= Rihel />, dove le sementi venivano immagazzinate in granai gestiti dalle autorità locali e poi redistribuite alla popolazione in base alla status sociale<ref name= Rihel />.<br>
Lo stato controllava anche l'allevamento in tutto il regno<ref name= Rihel />. Alcune persone dipendevano direttamente dal palazzo, saltando le autorità periferiche, fra questi erano i produttori di metallo e tessuti e gli ufficiali dell'esercito<ref name= Rihel />.<br>
[[Ebla]] era allo stesso tempo un importante partner commerciale e una rivale<ref name="Otto">{{cita|Otto}}</ref>. Per la sua posizione Mari era un importante centro commerciale che controllava le vie che collegavano il [[Levante (regione storica)|Levante]] alla [[Mesopotamia]]<ref name= Liverani />.<br>
La Mari [[Amorrei|amorrita]] conservò la precedente struttura economica, nella quale però pesavano un poco di più i prodotti dell'agricoltura irrigua della valle dell'[[Eufrate]]<ref name= Rihel />. La città mantenne il suo ruolo commerciale e fu un punto di scambio importante per mercanti provenienti da Babilonia e altri regni<ref name="Aubet">{{cita|Aubet}}</ref>, riceveva merci da sud e da est attraverso le chiatte fluviali e le redistribuiva verso nord, nord ovest e ovest<ref name="Teissier">{{cita|Teissier}}</ref>.
Le principali merci gestite a Mari erano i metalli e lo [[Stagno (elemento chimico)|stagno]] importati dall'altopiano iraniano ed esportati a ovest fino a [[Creta]]. Altre merci includevano [[rame]] da [[Cipro]], [[argento]] dall'[[Anatolia]], [[lana]] dal [[Libano]], [[oro]] dall'[[Antico Egitto|Egitto]], olio d'oliva, vino e tessuti, oltre a pietre preziose, dall'attuale [[Afghanistan]]<ref name="Teissier" />.
 
== Sito archeologico ==
 
Gli scavi delle rovine di Mari sono stati intrapresi a partire dal 1933 dall'archeologo francese [[André Parrot]] che, durante oltre vent'anni di ricerche e scavi, portò alla luce anche l'archivio reale con circa ventimila tavolette d'argilla, contenenti iscrizioni su argomenti amministrativi, economici e politici, la cui decifrazione permise, tra l'altro, di datare più esattamente il periodo di regno di Hammurabi.
 
Gli scavi furono poi ripresi nel 1979 da [[Jean-Claude Margueron]]. Nel corso di circa 40 campagne di scavo è stato esplorato solo un quindicesimo dell'estensione totale del sito, di circa 14 ettari. In una profondità di circa 14,5 metri si distinguono chiaramente tre livelli di occupazione, dei quali solo il più recente (Mari III) è stato largamente documentato, mentre i primi due non hanno ancora rivelato tutti i loro segreti<ref>Scheda su Mari nel sito dell'Unesco: [http://whc.unesco.org/en/tentativelists/5702/ Mari & Europos-Dura sites of Euphrates Valley]</ref>.
 
[[File:Mari landmarks.png|miniatura|upright=2.3|Sito archeologico di Mari.]]
 
=== Mari I ===
I primi livelli di occupazione del sito risalgono alla fine del [[IV millennio a.C.]] e la città acquisì poi importanza agli inizi del [[III millennio a.C.]]. A quest'epoca si deve la creazione della rete di irrigazione sulla riva destra dell'[[Eufrate]], che permetteva la coltivazione della valle.
 
Secondo Jean-Claude Margueron, direttore degli scavi dal 1979, apparterrebbe a quest'epoca anche lo scavo di un canale di circa 120&nbsp;km di lunghezza, che collegava il fiume Eufrate al fiume [[Grande Khabur|Khabur]], a circa 10&nbsp;km a valle di Mari<ref name= Margueron3/>. Secondo altri invece, poiché non viene citato in nessuna delle fonti antiche, sarebbe una realizzazione molto più tarda.
 
La città venne fondata a una certa distanza dal fiume per evitare il pericolo di inondazioni e per lo stesso motivo era circondata da una diga di contenimento<ref name= Viollet />. Un canale permetteva l'approvvigionamento d'acqua e l'accesso al porto della città<ref name= Viollet />.
 
Le difese erano assicurate da una cinta di mura di 1.300 m di diametro<ref name= Margueron4 />. Della città originaria si sono rinvenute solo alcune abitazioni, in quanto gran parte di essa è ricoperta dai livelli storici successivi<ref name= Margueron4 />. Gli oggetti in [[bronzo]] rinvenuti testimoniano un notevole sviluppo dell'attività [[Metallurgia|metallurgica]]<ref name= Margueron4 />.
 
=== Mari II ===
[[File:Cylinder seal banquet Louvre AO18368.jpg|miniatura|upright=1.1|Sigillo rinvenuto a Mari della metà del [[III millennio a.C.]]]]
Per ragioni sconosciute la città perse di importanza, per riacquistarla poi a metà del III millennio a.C.<ref name= Margueron4 /><ref name= Liverani/> A quest'epoca risale un tempio dedicato alla dea [[Ištar]], rimesso in luce nella parte ovest del ''tell'' principale<ref name= Margueron4 />. Altri templi sono stati rimessi in luce nella zona centrale, dedicati a divinità del [[Mitologia sumera|pantheon sumero]] ([[Ninhursag]], [[Šamaš]], il re divinizzato [[Ninni-Zaza]] e ancora Ištar, ''Ishtarat'', e forse [[Dagon]])<ref name= Margueron4 />, a cui si aggiunge il "Massiccio rosso", un'alta terrazza che doveva anch'essa sostenere un tempio<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />. Non è stato invece identificato il tempio, noto dai documenti, dedicato a Itur-Mêr, divinità tutelare della città<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />.
 
Accanto ai templi si collocava il "Recinto sacro", nel sito che in seguito sarebbe stato occupato dal palazzo reale del II millennio, costituito da numerosi piccoli ambienti che circondano uno spazio centrale<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />. Nei pressi si trovava il primo palazzo ("palazzo presargonide"), anch'esso poi ricoperto dal palazzo reale successivo<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />. Sono state rimesse in luce anche alcune abitazioni e statue e oggetti preziosi<ref name= Margueron4 /><ref name= Margueron3 />.
 
La distruzione della città fu probabilmente dovuta a una ritorsione del re [[Impero accadico|accadico]] [[Sargon di Akkad|Sargon]] o [[Naram-Sin]] nel [[XXIII secolo a.C.]] contro la città che si era ribellata<ref name= Margueron4 /><ref name= Liverani/>.
 
=== Mari III ===
[[File:Statue of lion-AO 19520 19824-P5280748-gradient.jpg|miniatura|upright=1.1|Leone in [[rame]] proveniente dal "Tempio dei leoni" di Mari (Museo del Louvre, [[II millennio a.C.]]).]]
All'epoca dei ''šakkanakku'' la città fu ampiamente rinnovata<ref name= Margueron5 />. Venne costruito una grande cinta in mattoni crudi e fu costruito un nuovo palazzo reale, che comprendeva all'interno il "Recinto sacro" dell'epoca precedente<ref name= Margueron5 />. Un secondo palazzo ospitava i membri della famiglia reale o la residenza del re stesso<ref name= Akkermans />. Grandi ipogei sotterranei dovevano ospitare le tombe reali, saccheggiate in seguito<ref name= Suriano />. Vennero rinnovati alcuni dei templi e fu costruito su un'alta terrazza il "Tempio dei leoni"<ref name= Strommenger />.
 
=== Le ultime fasi ===
Dopo la distruzione babilonese, Mari diviene una piccola borgata priva di importanza, in seguito allo spostamento delle rotte commerciali, che incominciarono a evitare il medio corso dell'[[Eufrate]], la cui valle perse di importanza<ref name=Sumeri/>.<br>
Il sito venne definitivamente abbandonato in epoca [[Dinastia seleucide|seleucide]]<ref name= Bryce1 />.
 
=== Il palazzo reale del II millennio a.C. ===
[[File:Mari-InsideThePalace.jpg|miniatura|upright=1.4|Corridoio del palazzo reale di Mari.]]
 
{{Citazione| A Zimri-Lim riferite quanto segue: così dice tuo fratello Hammurabi di Yamhad{{#tag:ref| Dossin ha dimostrato che si trattava di un Hammurabi di Aleppo, non del più famoso sovrano Babilonese. Hammurabi era un nome amorreo assai diffuso..|group=note}}. Il re di Ugarit mi ha scritto quanto segue: '' Mostrami il palazzo di Zimri-Lim, io voglio vederlo!'' Con lo stesso corriere ti ho inviato il suo emissario.|Tavoletta recuperata negli archivi di Mari e tradotta da Gerge Dossin nel 1937<ref name="Gates2" />}}{{Citazione |Il palazzo di Zimri-Lim fu certamente ovunque famoso e considerato una delle meraviglie del suo tempo.|Andrè Parrot 1974<ref name="Gates2" />}}
Considerato uno dei capolavori dell'architettura antica orientale<ref name="Lloyd">{{cita libro|titolo=Architettura delle origini|autore=Seton Lloyd, Hans Wolfgang Müller|editore=Electa Editrice|anno=1980|pagine=23-25}}</ref> e all'epoca una delle meraviglie del mondo,<ref name=Sumeri/> il palazzo reale (noto anche come ''palazzo di Zimri-Lim'')<ref name=Lloyd/> costituisce il monumento più imponente della città. Fu costantemente rinnovato fino alla distruzione [[Impero babilonese|babilonese]] del 1761 a.C.<ref name=Lloyd/> e i livelli meglio conosciuti sono quelli immediatamente precedenti alla rovina, legati al regno di [[Zimri-Lim]]<ref name=Akkermans/><ref name= Burns/><ref>{{Cita web |titolo=Modello del palazzo di Mari presso il museo del Lovre |url=https://www.louvrebibbia.it/upload/image/43a%20Maquette%20ruines%20palai%20Mari.JPG |lingua=fr |accesso=1º aprile 2018}}</ref>{{#tag:ref|In vari siti si trovano ricostruzioni del palazzo di Mari del II secolo a.C.<ref name="univr">{{cita web |url=http://www.di.univr.it/documenti/Avviso/all/all374289.pdf}}</ref><ref name="Scotti">{{cita|Scotti}}</ref>.|group=note}}.<br>
Lo stato di conservazione è sorprendente tanto che al momento della scoperta i muri potevano arrivare anche a cinque metri di altezza. Solo il lato meridionale risulta gravemente danneggiato e quasi del tutto scomparso<ref name="miw"/><ref name="Farinelli">{{cita|Farinelli}}</ref>.<br>
Come la maggioranza degli edifici del [[Vicino Oriente antico]], il Palazzo di Mari è costruito con mattoni crudi, fabbricati con argilla e paglia, un legante naturale che ne evita la rottura mentre essiccano al sole<ref name="Gates2"/>. Gli stessi materiali sono impiegati anche per preparare l’intonaco con il quale sono coperti gli alzati, mentre molti pavimenti sono di terra e i tetti sono costruiti con travi di legno e canne<ref name="Gates2"/>. In tutta la regione, l’uso della pietra, materiale più raro dell’argilla, è relegato alle fondazioni dei muri o a particolari elementi strutturali, come basi di colonne e bacini<ref name="Turri">{{cita|Turri}}</ref>.<br>
Purtroppo le campagne di scavo condotte da [[André Parrot]] fra le due guerre mondiali, riflettono le limitazioni dei metodi del tempo e inoltre furono centrate alla descrizione del palazzo ai tempi della sua distruzione e pochi scavi vennero progettati per la ricerca di reperti risalenti a periodi precedenti, per questo, quando si descrive il palazzo reale di Mari in realtà si descrive il palazzo ai tempi di [[Zimri-Lim]]<ref name="Gates2"/>. <br>
Visto dall’esterno il palazzo doveva avere un aspetto compatto, poiché i tetti erano piatti e terrazzati e gli spessi muri perimetrali avevano solo qualche piccola apertura per dare luce agli ambienti interni<ref name="Turri" />. I tetti erano in parte utilizzati come postazioni di guardia (il palazzo era ben munito e sorvegliato), in parte adoperati dalla famiglia reale, per lo svago<ref name=Sumeri/>.<br>
Copriva circa 3 ettari, con circa 260 fra sale e 40 cortili solo al piano terra, perché in origine aveva anche un secondo piano, crollato durante l'incendio, ma la cui esistenza è dimostrata anche dal ritrovamento dei resti di numerose scale<ref name="Turri" />. Sommando il primo e il secondo piano si raggiungeva il numero di circa 550 ambienti di diversa ampiezza. Era un insieme perfettamente organizzato in unità funzionali, ben delimitate architettonicamente e servite da grandi cortili: scuderie, magazzini, uffici amministrativi, alloggi per il personale e gli ospiti, cucine. Erano presenti bagni dotati di pavimentazione in bitume e scarichi per le acque reflue in argilla impermeabilizzata e stanze per gli ospiti<ref name="Farinelli" />. Questo insieme complesso permetteva sia lo svolgimento dei compiti di amministrazione del regno sia di garantire la sicurezza del re. Contrariamente ad altri palazzi reali del tempo non vi erano ospitati laboratori artigianali che invece si trovavano in quartieri dedicati della città<ref name=Sumeri/><ref name=Lloyd/>.<br>
[[André Parrot]], nella relazione conclusiva delle sue campagne di scavi, identificò la funzione di tutte le stanze del palazzo, ciascuna contrassegnata con numero progressivo; altri archeologi riesaminarono i reperti e contestarono le sue deduzioni<ref name="Margueron6">{{cita|Margueron6}}</ref>.
[[File:Palazzo Mari pianta.png|miniatura|upright=1.4|Palazzo Mari pianta: A ingresso principale B corridoio laterale C grande corte D sala delle udienze E corte della Palma F anticamera G sala del trono H santuario con la dea dell'acqua I quartiere dell'intendenza ed archivio di stato L forno M magazzini N scuola scribi O alloggi del re (Parrot) P affreschi Q scale R cappella palatina e alloggi del re (Margueron) S mura ben conservate T alloggi delle guardie e ostello per gli ospiti. In verde tragitto dall'entrata alla corte grande. In blu tragitto dalla corte grande alla corte della palma.]]
 
Nel descrivere il palazzo seguiremo la descrizione che ne fece Parrot nella sua relazione, indicando poi le diverse descrizioni di studiosi successivi (la planimetria in figura segue la descrizione di Parrot). Il Palazzo può essere suddiviso in quattro settori: nord-est (di rappresentanza e ricevimento), uno sud-est (dedicato al culto della dea [[Ištar]]), uno nord-ovest che ospitava gli alloggi della famiglia reale e della regina e infine uno sud-ovest in cui era situata la sala del trono e gli alloggi del re<ref name="miw" />.
 
==== Ala nord-est ====
Il Palazzo aveva solo due ingressi, sul lato nord, uno che conduceva alle sale di rappresentanza e un secondo, verso l'angolo orientale del palazzo che, attraverso un lungo corridoio perimetrale (vedi figura e planimetria), conduceva agli ambienti posteriori del palazzo, dedicati al culto<ref name="Turri" />.<br> Il visitatore giungeva al palazzo grazie a una strada pavimentata, da qui, attraversato il doppio portale (difeso da torri) che costituiva l'ingresso del palazzo, accedeva a un vestibolo, presidiato da guardie (area 156 di Parrot<ref name="Margueron6" />), da qui veniva accolto in un primo cortile (area 154 di Parrot<ref name="Margueron6" />), che costituiva una sorta di sala d'attesa, dove era possibile dedicarsi a giochi e passatempo che si torvavano disegnati sul pavimento<ref name="Gates2"/>. Da qui, probabilmente in un'epoca più remota, si poteva accedere agli alloggi destinati agli ospiti, ma questo accesso fu in seguito sbarrato<ref name="Gates2"/>. Dall'area 154 quindi, attraversando un ulteriore ambiente (area 152)<ref name="miw">{{cita web| url=https://miw-culturalheritage.blogspot.it/2011/04/il-palazzo-di-zimri-lim-mari-siria.html}}</ref> si giungeva a un grande cortile, la ''grande corte'' (area 131 di Parrot<ref name="Margueron6" />), la più grande del palazzo, rettangolare delle dimensioni di 32x48 metri<ref name="Gates2"/>. Per attraversare questi primi ambienti il visitatore doveva dunque compiere un percorso complesso<ref name="Turri" />, che lo costringeva ad ammirare la maestosità degli ambienti attraversati, ma che anche rendeva più difficile, ai nemici, tentare un attacco a sorpresa contro il sovrano<ref name="Burney">{{cita|Burney}}</ref>.<br>
La ''grande corte'' costituiva così un punto di passaggio obbligato verso tutti gli altri ambienti del palazzo<ref name="Gates2"/>. Da qui, attraverso una porta posta a nord est, si accedeva alle dieci stanze dell'ostello per gli ospiti (dalla stanza 158 alla 167 di Parrot<ref name="Gates2"/>). Gli alloggi per gli ospiti erano elegantemente decorati e forniti di ampi bagni che ricevevano l'acqua da cisterne poste superiormente; tutto era progettato per fornire all'ospite un soggiorno comodo e piacevole<ref name="Gates2"/>. I due ambienti posti più a nord di quest'area (stanze 165 e 167), delimitate dal muro perimetrale, dovevano ospitare la cucina per gli ospiti<ref name="Gates2"/>. Si completava così quest'area del palazzo, configurabile come un vero ostello di gran lusso<ref name="Gates2"/>. <br>
Torniamo alla ''grande corte'', anche questa con i muri riccamente decorati e affrescati, Parrot notò che la parte centrale di questo cortile non era pavimentata e ipotizzò che in questo punto si trovassero piantate palme da datteri (simbolo di prosperità) e ipotizzò che questa fosse la ''corte delle palme'' descritta in alcune tavolette<ref name="Gates2"/>; probabilmente, in questo grande cortile avvenivano le redistribuzioni (vedi avanti sull'organizzazione dello stato)<ref name="miw"/>. Sulla parete sud della ''grande corte'' si trova l'accesso a un locale di non grandi dimensioni, leggermente sopraelevato (vi era una breve scala semicircolare) e riccamente affrescato con pitture murali probabilmente risalenti all'epoca di [[Shamshi-Adad I]], raffiguranti scene di guerra e di pesca e riti legati alla dea [[Ištar]] (stanza 132)<ref name="Gates2"/>. Parrot la interpretò come la stanza per le udienza private del re<ref name="Margueron6" />. Sulla grande corte si affacciavano anche altre stanze con la funzione di magazzini<ref name="Gates2"/>. Nell'angolo nord ovest della ''grande corte'' si trovava una porta che immetteva in un corridoio che conduceva ai locali posti nella parte più occidentale del palazzo<ref name="Gates2"/>.<br>
Osservando la planimetria in figura è facile notare come la disposizione degli ambienti del palazzo contribuisse alla sua sicurezza. I corridoi sono pochi, in genere si passa da una stanza a un'altra, le porte di entrata e uscita dalla stessa stanza sono asimmetriche così che risulta difficile vedere oltre e orientarsi, in alcune sale del piano si accede solo passando dal piano superiore, esistono postazioni di guardia nei punti strategici e infine gli alloggi reali sono i più difficilmente raggiungibili. Dunque, una struttura a labirinto e complessa in cui era molto difficile per emissari stranieri potere arrivare furtivamente a minacciare il re.
 
==== Ala nord-ovest ====
Dalla ''grande corte'', quindi, attraverso un lungo e buio corridoio (ambienti 114 e 112 di Parrot<ref name="Margueron6" />), si accedeva all'ala nord-ovest, che costituiva la parte ufficiale del palazzo<ref name="miw"/>. Il corridoio terminava nella luminosa e riccamente affrescata ''Corte della Palma''<ref name="Turri" /> (locale 106 di Parrot)<ref name="Gates2"/>. Questo cortile quadrato, di dimensioni pari alla metà della grande corte, era decorato con grandi affreschi, protetti da un porticato, fra cui quello noto come ''l'investitura di Zimri Lim'' (vedi avanti), e, secondo l'archeologo Al Kalesi, al suo centro doveva trovarsi una palma realizzata in bronzo e argento su supporto di legno (quindi questa era la corte della palma e non l'area 131)<ref>{{cita|Al Khalesi}}</ref><ref name="Turri" />. Da questo cortile si poteva accedere sia all'archivio di stato, di lato (ove sono state ritrovate numerose tavolette), sia alla sala del trono, di fronte<ref name="Turri" />. Anche nelle stanze ove stava il trono reale(64, 65 di Parrot<ref name="Gates2"/>) sono stati ritrovati affreschi e statue (vedi avanti)<ref name="miw"/>. Nei pressi della sala del trono si trovava inoltre un piccolo vano rialzato (locale 66 di Parrot<ref name="Gates2"/>) destinato ad accogliere le statue degli antichi sovrani (vi è stata trovata la statua di [[Ishup-Ilum]] e dove è stata ritrovata anche la statua della dea dell'acqua, che probabilmente costituiva una fontana, vista la pavimentazione di bitume con scanalature per il deflusso dell'acqua, quivi ritrovata<ref name="miw"/>. Questo piccolo santuario, ricco di acque zampillanti fu particolarmente devastato dalle truppe babilonesi nel 1761 a.C.<ref name="Gates2" />. Questi ambienti erano isolati dal lato orientale del palazzo ma collegati agli altri ambienti posti a occidente. Nella parte più settentrionale di quest'ala si trovavano degli alloggi (attorno alla sala 31 di Parrot) riccamente decorati e dotati di numerose stanze da bagno che Parrot interpretò come gli alloggi del re<ref name="Gates2" />. Gli alloggi della regina si trovavano un poco più a sud (stanza 15 di Parrot), e ancora più a sud gli alloggi degli alti funzionari<ref name="Gates2" />. Sempre in quest'ala del palazzo si trovano due stanze (24 e 25 di Parrot) che furono interpretate come una scuola per scribi, con seggiole e scrivanie in pietra<ref name="Gates2" /><ref name="miw"/>.
 
==== Ala sud-ovest ====
[[File:MariZimri-LimPalace.jpg|miniatura|Ingresso alla sala del trono.]]
 
Dalla monumentale ''sala del trono'' (sala 65 di Parrot), delle dimensioni di 25 m x 11 m e alta almeno 12 m, si accedeva alla sala dei banchetti, dotata di panche in mattoni e collegata con le cucine reali, poste a sud e sviluppate attorno a un cortile nel quale si trova un grande forno circolare, dove si cuoceva il pane in stampi d’argilla dalle forme più disparate, trovati nella stessa area<ref name="Turri" />. Qui si trovavano anche gli alloggi della servitù<ref name="Turri" />. Proseguendo oltre, verso sud, si raggiungevano gli uffici amministrativi<ref name="miw"/> e i magazzini (stanze da 86 a 105 di Parrot)<ref name="Gates2" />. Dai magazzini si poteva accedere alle stanze più meridionale dell'ala sud-est, interpretate come laboratori (stanze attorno alla 220 di parrot)<ref name="Gates2" />. Infine in un edificio separato ("Casa delle donne") erano probabilmente ospitate le concubine reali.<ref name=Sumeri/>.
 
==== Ala sud-est ====
A quest'ala si poteva giungere, come abbiamo visto dai magazzini, ma più facilmente, dal lato sud della ''Grande Corte'', da qui un'ampia porta conducevano alla ''cappella palatina''<ref name="Turri" />, riccamente affrescata (vedi avanti) e che doveva ospitare una statua dedicata alla dea [[Ištar]]<ref name="miw"/> e dove fu ritrovata la statua di [[Idi-Ilum]] (stanze 149, 150 e 210 di Parrot)<ref name="Gates2" />. Sotto il pavimento di questa area sacra (che nella planimetria presente in queta pagina è coperta da una protezione), Parrot trovò i resti di un precedente palazzo<ref name="Gates2" />.
 
==== Una differente descrizione ====
Archeolgi successivi contestarono l'interpretazione di Parrot sulla destinazione funzionale delle stanze. In particolare Margueron ribaltò la descrizione del palazzo, ponendo gli alloggi reali nell'ala sud est (nei pressi della cappella palatina), a un piano superiore, a cui si poteva accedere, tramite scale, anche dalla sala del trono (zona R nella planimetria mostrata in queste pagine)<ref name= Margueron />. In quelli che Parrot definisce come magazzini (stanze da 86 a 105), Margueron pone le stanze per la piccola servitù e gli schiavi del re e lo stesso accede per alcune delle stanze dell'ala nord-est (quelle più vicine all'ingresso) per la servitù legata alla regina e agli alti funzionari<ref name= Margueron />. Con questo riarrangiamento il palazzo risulta funzionalmente diviso in due parti, una meridionale, legata al re, con gli alloggi reali a est, al piano superiore, e gli uffici amministrativi a ovest ed al piano terra<ref name= Margueron />. La stessa disposizione per la parte settentrionale, con gli alloggi a est ed ai piani superiori (per gli alti funzionari e gli ospiti) e la zona amministrativa e gli alloggi della servitù a ovest, al piano terra<ref name= Margueron />. Solo l'ala nord ovest, assieme alla stanza del trono (la 65) quindi manterrebbero la funzione assegnate a loro da Parrot; anche la scuola degli [[Scriba|scribi]] (24 e 25) diventa un semplice magazzino e la stanza delle udienze un terzo piccolo santuario. Sempre secondo Margueron le prime parti del palazzo a essere costruite furono quelle meridionali, con la costruzione che procedette, per aggiunte verso nord, con l'aggiunta della grande corte e le parti nord-est e nord-ovest, fino a raggiungere le sue finali dimensioni all'epoca di [[Shamshi-Adad I]] e suo figlio<ref name= Margueron />. Esistono dunque pareri diversi fra gli archeologi sulla destinazione funzionale delle varie stanze del palazzo, a parte qualche eccezione come l'area nord-est (considerata destinata all'ospitalità dei funzionari e forestieri) e la stanza 65 (la sala del trono, la G della planimetria allegata), da qui le diverse descrizioni del palazzo in testi diversi<ref name="Gates2"/>.
 
==== Affreschi ritrovati nel palazzo ====
Una delle maggiori testimonianze del palazzo includono le pitture murali, che sono state ritrovate in cinque sale del palazzo, in particolare nella sala delle udienze e nella corte della palma<ref name=Lloyd/>. Solo quattro di questi però si poterono restaurare<ref name="Gates"/>. Probabilmente gran parte delle pareti del palazzo dovevano essere affrescate, come un'immensa pinacoteca<ref name="Farinelli"/>
 
===== L'investitura di Zimri Lim =====
Fu ritrovata durante gli scavi eseguiti fra il 1935 e il 1936 dall'archeologo francese [[André Parrot]], e fu il solo dipinto trovato ancora in situ, nel palazzo, nella corte della palma (ambiente 106), sul muro al lato occidentale della porta che conduce alla sala 64 (la F nella planimetria)<ref name="Turri" />. Il dipinto si distingue, da tutti gli altri del palazzo (vedi avanti) per l'utilizzo di un più ampio range di colori: oltre al nero, rosso, bianco e giallo, qui troviamo anche il verde ed il blu<ref name="Gates2" /><ref name="miw"/>. I colori furono stesi su un sottile strato di intonaco di fango applicato direttamente sul muro di mattoni del palazzo<ref name="Gates"/>. Nell'affresco è raffigurata una dea guerriera, probabilmente [[Ištar]], mentre sta consegnando a [[Zimri-Lim]], un anello e un bastone, i simboli della regalità<ref name="miw"/>. I margini dell'affresco che proseguono in rosso e blu suggeriscono che questo fosse uno di numerosi altri che adornavano le mura della stanza<ref name="Gates"/>. Recenti interventi di restauro da parte dei tecnici del [[museo del Louvre]] hanno rivelato nuovi dettagli come le smerlature sulla veste di [[Zimri-Lim]] e colori inaspettatamente vibranti, come un toro brillantemente arancione<ref name="Louvre">{{Cita web|titolo= Louvre. Mural Painting, Department of Near Eastern Antiquities: Mesopostamia.| url=http://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/mural-painting| lingua=en|accesso=1º aprile 2018}}</ref>.
Nel dipinto sono rappresentate varie scene che danno un'idea dei riti eseguiti nel palazzo in varie occasioni. Il centro dell'affresco è costituito da un'area quadrata, delimitata da una cornice policroma e suddivisa orizzontalmente in due rettangoli<ref name="Turri" />. Nella parte superiore è rappresentata la già descritta scena della dea che porge al re i simboli della regalità<ref name="Turri" />. Tale scena si trova all'altezza degli occhi dell'osservatore e pertanto rappresenta il fulcro di tutto l'affresco<ref name="Turri" />. Nella scena compaiono anche altre divinità: due femminili, dietro ai protagonisti della scena, con le braccia alzate in preghiera e una maschile. Nel rettangolo sottostante sono invece rappresentate due dee, vestite con lunghi abiti, che reggono due ampolle zampillanti, dalle quali escono quattro getti di acqua, nei quali nuotano alcuni pesci, richiamando il tema della fertilità e della fecondità della natura<ref name="miw"/>. Questa scena richiamava probabilmente ciò che il visitatore poteva ammirare nel santuario presso la sala del trono, dove la statua della dea dal vaso, o delle acque zampillanti (vedi avanti), era parte di una fontana ove l'acqua zampillava dal vaso della dea<ref name="miw"/>. Ritroveremo questi simboli anche nei dipinti della cappella (vedi avanti)<ref name="Turri" />.
Completano l'affresco due alti pannelli laterali, ciascuno raffigurante una dea orante, con un copricapo a quattro paia di corna. Vicino a ciacuna dea è raffigurata una palma da datteri, sulla quale due uomini si arrampicano per raccoglierne gli abbondanti frutti, simboli di prosperità<ref name="Turri" />. Fra queste palme e un altro albero più centrale, si trovano tre animali mitologici, un [[Lamassu]], un [[Grifone (mitologia)|grifone]] dalla strana coda a elica, nell’atto di toccare l’albero, e un [[Bos taurus|toro]] che posa la zampa su un monte<ref name="Turri" />. Tutto l'affresco ha l'obiettivo di rendere gloria al re, grazie al quale, gli dèi, concedono fertilità e abbondanza alla città.<ref name="Turri" />.
<gallery mode="packed" class="center" widths="100px" heights="100px" perrow="6" caption="L'investitura di Zimri-Lim">
Investiture Zimri Lim Louvre diagram TT.JPG|Diagramma della pittura murale
Mari fresco Investiture Zimri Lim 0215.jpg|Dipinto
Mari fresco Investiture Zimri Lim h9072.jpg|particolare
Investiture of Zimri-Lim Louvre AO19826 n02.jpg|Registro centrale con la scena dell'investitura
Investiture of Zimri-Lim Louvre AO19826 n03.jpg|Il leone alato simboleggia il potere di [[Ištar]]
Investiture of Zimri-Lim Louvre AO19826 n04.jpg|La dea [[Lama]] che dispensa acqua da un vaso rotondo
</gallery>
 
===== Altri affreschi ritrovati nel cortile 106 =====
Altri frammenti di un affresco più recente raffigurante una processione sacrificale, furono trovati caduti alla base della metà orientale della stessa parete su cui fu trovata "L'investitura di Zimri-Lim". Il dipinto, suddiviso in più registri, mostra una figura a grandezza naturale che conduce uomini che a loro volta conducono una processione di animali sacrificali. I colori utilizzati sono nero, marrone, rosso, bianco e grigio<ref name="Gates2" />.<br>
La tecnica utilizzata per questi affreschi differisce dal sottile intonaco di fango utilizzato come base per altri affreschi nel palazzo. La scena del corteo sacrificale era affrescata su di uno spesso strato di intonaco di gesso stratificato su una base di fango, che era stata graffiata per favorire la presa del gesso<ref name="Gates2" />. La presenza di entrambi gli affreschi nella stessa stanza e la migliore conservazione della scena dell'investitura si potrebbe spiegare ipotizzando che quest'ultima fosse parte di un dipinto precedente, che era stato poi ricoperto successivamente da un altro affresco, andato perduto, ma che lo aveva preservato dai danni del tempo e delle distruzioni<ref name="Gates2" />. Se questa ipotesi fosse verificata allora si porrebbe il problema di chi sia rappresentato nell'affresco dell'investitura<ref name="Gates2" />.
 
===== Affreschi della sala 132 =====
Anche sui muri della sala 132 (la sala delle udienze di Parrot) sono stati ritorvati numerosi frammenti di affreschi che, una volta ricomposti, si sono rivelati parti di un'opera di grandi dimensioni <ref name="Gates2" />. Si tratta di un grande pannello delle dimensioni di 2,8 per 3,35 metri <ref name="Gates2" />, diviso in almeno cinque registri risalenti a un periodo non molto successivo alla dominazione di [[Shamshi-Adad I]]. In questo grande affresco sono raffigurati vari personaggi di medie dimensioni<ref name="miw"/>. Gi affreschi furono dipinti utilizzando principalmente tre colori (l’ocra rosso, il nero e il bianco), con piccole quantità di grigio e di giallo su sfondo neutro(intonaco gessoso)<ref name="miw"/><ref name="Farinelli"/><ref name="Gates2" />. Processioni di fedeli e di pescatori recanti doni e scene di guerra (fra cui un uomo trafitto da una freccia), costituiscono il contenuto dei registri laterali, ma è nei due registri centrali che si trovano le rappresentazioni più importanti<ref name="Gates2" />. Nel superiore vediamo la dea [[Ištar]] seduta in trono mentre riceve offerte dal re e circondata da dee minori e altri personaggi<ref name="miw"/>. Nel registro inferiore vediamo il dio della Luna [[Sin (divinità)|Sin]] seduto su un trono mentre riceve libagioni dal re a sua volta seguito da una dea intercedente e un sacerdote<ref name="miw"/>. Dietro il dio Sin un [[Lamassu|toro androcefalo]] transita sulle montagne su cui è seduto il dio, mentre dalla parte opposta un personaggio enigmatico in posizione frontale con le braccia allargate e vestito con il tipico [[kaunakes]]<ref name="Farinelli"/>, rappresenta una figura cosmica che regge la volta celeste<ref name="miw"/><ref name="Farinelli"/>. Questi affreschi sono ora conservati presso il museo di Aleppo <ref>{{Cita web| url=http://www.settemuse.it/xarte_01B/storia_01B_03.htm|accesso=24 aprile 2018}}</ref>.
 
===== Frammenti di affreschi della sala 220 =====
Numerosi frammenti di affreschi furono ritrovati fra i detriti della sala 220, posta nell'ala sud est del palazzo, probabilmente risultato del crollo del piano superiore, che doveva ospitare la cappella palatina. Tali affreschi hanno aspetti in comune con quelli della processione della sal 106 e di quelli nella stanza 132. Parrot notò che in alcuni frammenti la pittura era stesa sopra un precedente affresco<ref name="Gates2" />.<br>
 
Concludendo, gli affreschi ritrovati nel palazzo possono essere suddivisi in tre gruppi, uno risalente al periodo storico della [[terza dinastia di Ur]], un gruppo risalente all'epoca della dominazione assira ed infine un gruppo risalente agli anni subito precedenti alla distruzione della città<ref name="Gates2" />. Viene ulteriormente confermata la lunga storia di questo palazzo che fu continuamente modificato, ingrandito ed abbellito dei regnanti che lo abitarono<ref name="Gates2" />.
 
==== Statue ritrovate nel palazzo ====
===== Statua di Iddi-Ilum =====
[[File:Idi-ilum Louvre AO 19486 n01.jpg|miniatura| La statua di Iddi-Ilum al Louvre.]]
La ''Statua di [[Iddi-Ilum]]'' è un'opera del XXI secolo a.C. raffigurante il [[Shakkanakku]] [[Iddi-Ilum]] mentre prega. La statua fu ritrovata nel palazzo reale di Mari durante gli scavi condotti dall'archeologo francese [[André Parrot]]. La statua è scolpita in un blocco di [[steatite]] e riporta un'iscrizione che identifica la figura rappresentata e riporta una dedica alla dea [[Ištar]] o [[Inanna]]. La statua è ora esposta a Parigi nel [[museo del Louvre]]<ref name="Iselin">{{cita web|url=http://www.louvre.fr/en/louvre-notices/statuette-iddi-ilum|titolo=The Statuette of Iddi-Ilum|cognome=Claire|nome=Iselin|editore=[[Musée du Louvre]]|lingua=en|accesso=24 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Idi-ilum Louvre AO 19486 n02.jpg|miniatura|upright=0.5|sinistra|L'iscrizione nel fondo della statua (fronte).]]
 
La statua di steatite rappresenta un uomo nella tradizionale posizione di preghiera con le mani giunte davanti al petto. La testa della statua non è stata ritrovata, ma la sua barba è ancora visibile. La barba è scolpita in otto trecce simmetriche arricciate e tagliate alla fine<ref name="Aruz2">{{cita|Aruz2}}</ref>. Anche il braccio e il gomito destro della statua non sono stati ritrovati<ref name="Parrot2">{{cita|Parrot2}}</ref>. La figura è vestita con una lunga veste fatta di un unico pezzo di tessuto a trama sottile che è drappeggiato intorno al corpo<ref name="Iselin" />.
I bordi della veste sono riccamente decorati con frange e nappe. Contrariamente all'antica moda [[Arte mesopotamica|tradizionale mesopotamica]], la veste copre entrambe le spalle ed è legata alla vita con una cintura<ref name="Iselin" />.
 
[[File:Idi-ilum Louvre AO 19486 n03.jpg|miniatura|upright=0.5|sinistra|L'iscrizione nel fondo della statua (retro).]]
 
Il fondo della veste porta un'iscrizione cuneiforme in [[lingua accadica]]<ref name="Parrot2"/> attestante il nome e la carica della persona raffigurata, e la divinità a cui la statua è dedicata<ref name="Parrot2"/>. La divinità è stata identificata con l'accadica [[Ištar]]<ref name="Aruz2"/> o la corrispondente divinità sumera [[Inanna]]<ref name="Louvre" />. L'iscrizione incisa in dieci colonne<ref name="Parrot2"/>, è la seguente: ''[[Iddi-Ilum]], shakkanakku di Mari, ha dedicato la sua statua a [[Inanna]]. Chiunque cancelli quest'iscrizione avrà la sua vita cancellata da [[Inanna]]''<ref name="Iselin" />.
 
Questa statua è una delle tre conosciute di un [[Shakkanakku]] di Mari, le altre sono quella di Ishtup-Ilum e la statua cornuta di [[Puzur-Ishtar]]. Durante il regno dell'ultimo re di Mari, Zimri-lim, questi antichi reggenti erano venerati con rituali noti come ''kispum''. Le statue erano allora esposte nella sala del trono del palazzo reale<ref name="Iselin" />. Le corna della statua di Puzur-Ishar suggeriscono che questi era stato deificato, ma lo stesso non si può affermare con certezza per [[Iddi-Ilum]] e [[Ishtup-Ilum]]<ref name=Aruz2/>.
 
La statua fu trovata durante la quarta campagna di scavi a Mari, nell'inverno del 1936-1937, dall'archeologo francese [[André Parrot]].<ref name="Parrot2" />. I due pezzi della statua furono ritrovati nel cortile 148 del palazzo<ref name="Louvre" />.
 
===== Statua di Ishtup-Ilum =====
La statua di Ishtup-Ilum è in [[diorite]] ed è stata trovata nella stanza 65 del palazzo. La figura è identificata dall'iscrizione incisa in tre quadrati sulla sommità del suo braccio destro: ''Ishtup-ilum, shakkanakku di Mari''<ref name= Ishtup>{{cita web| url=http://archeologie.culture.fr/mari/fr/statue-shakkanakku-ishtup-ilum |titolo=La statue du shakkanakku Ishtup-ilum |accesso=24 aprile 2018}}</ref>. Ishtup-ilum significa "Il dio ha tenuto in vita"<ref name= Ishtup/>. Questa statua è stata trovata distesa sul retro nella sala del trono del palazzo di Mari, ai piedi dei gradini della piattaforma situata sul piccolo lato est della stanza<ref name= Ishtup/>. Ishtup-ilum è il costruttore del tempio dei Leoni, dove ha inciso il suo nome su tre pietre di fondazione<ref name= Ishtup/>.
Ishtup-ilum è rappresentato nella posizione di pregare e il suo atteggiamento dà un'impressione di severità<ref name= Ishtup/>. Questa statua, come le altre due qui descritte raffiguranti sakkannaku, doveva essere oggetto di un culto dinastico almeno durante il regno di Zimri-Lim. Questo culto culminava nella festa chiamata ''kispum'', poteva essere presenziato solo da sovrani che non appartenevano alla stessa dinastia del defunto<ref name= Ishtup/>. Data la posizione in cui la statua è stata trovata, è probabile che questa, come le altre simili, fosse esposte nella sala del trono del sovrano su una piattaforma<ref name= Ishtup/>. La statua è ora conservata presso il museo del Louvre a Parigi<ref name= Ishtup/>.
 
===== Statua di Puzur-Ishtar =====
[[File:Istanbul - Museo archeol. - Puzur Ishtar, governatore di Mari (fine 3o mill aC) - Foto G. Dall'Orto 28-5-2006.jpg|miniatura|upright=0.7|Statua del ''šakkanakku'' Puzur-Ishtar, ricomposta presso i Musei archeologici di Istanbul.]]
Questa statua non è stata ritrovata a Mari, bensì a Babilonia, ma apparteneva sicuramente a un santuario mariota e da lì trafugata durante il saccheggio avvenuto nel 1761 a.C.<br>
La statua di [[Puzur-Ishtar]], [[shakkanakku]] di Mari, nominato dall'imperatore di [[Akkad (città)|Akkad]], è databile circa al 2050 a.C., ed è scolpita su un blocco di [[basalto]]<ref>{{cita web|url=https://www.alamy.com/stock-photo-basalt-statue-of-puzur-ishtar-c2050-2025bc-shakkanakku-military-governor-133176699.html|titolo=Basalt Statue of Puzur-Ishtar |accesso=24 aprile 2018}}</ref>. La statua fu probabilmente trafugata dalla città di Mari nel saccheggio avvenuto durante il regno di [[Hammurabi]] e portata a [[Babilonia]], dove fu ritrovata dagli archeologi all'interno del museo di [[Nabucodonosor II]] nel palazzo reale<ref name="Gates2">{{cita|Gates2}}</ref>, in due pezzi separati e in momenti diversi<ref name="Pergamo"/>. Il corpo è ora conservato presso i [[Musei archeologici di Istanbul]], la testa a Berlino presso il Museo Vorderasiatisches che fa parte del [[Pergamonmuseum]]<ref name="Pergamo"/>. Attraverso lo scambio di calchi la statua è stata ricomposta ed è ora osservabile completa in entrambi i musei<ref name="Pergamo"/>. Secondo l'iscrizione incisa sotto la mano destra nel corpo della statua, la scultura era un dono votivo<ref name="Pergamo">{{cita web|url=http://museopics.com/on-line-museum/statue-of-puzur-ishtar-shakkanakku-military-governor-or-prince-c-2050-bc-of-mari-appointed-by-the-akkad-kings-the-vorderasiatisches-museum-part-of-the-pergamon-museum-berlin-9/|titolo=Statue of Puzur-Ishtar Shakkanakku|lingua=en |accesso=24 aprile 2018}}</ref>. Il nome [[Puzur-Ishtar]], [[shakkanakku]] di Mari, è menzionato due volte<ref name="Pergamo"/>, assieme a quello di suo fratello, il sacerdote Milaga<ref name="Gates2"/>. La figura indossa un copricapo cornuto, simbolo di divinità, come a indicare la divinizzazione di un principe mortale<ref name="Pergamo"/>. Probabilmente proprio la presenza di questo copricapo indusse i soldati babilonesi a portare la statua a [[Babilonia]]; era infatti considerato un simbolo di una vittoria definitiva ''deportare'' gli dei protettori delle città vinte<ref name="Gates2"/>. La statua, come quella di Iddi-Ilum indossa una ricca veste, composta da un unico pezzo di tessuto pregiato, stretto alla vita e che copre la spalla e il braccio sinistro come nella moda tradizionale dei tempi per questo tipo di veste<ref name="Louvre" />. Le mani giunte sul petto in preghiera e il testo delle incisioni fanno pensare che la statua fosse parte dell'arredo di un santuario<ref name="Pergamo"/>. Questa statua è una delle poche grandi sculture conservate del Vicino Oriente<ref name="Pergamo"/>.
 
===== Statua della dea del vaso =====
[[File:Deesse au vase (Mari).jpg|miniatura|Statua della dea del vaso. Probabilmente era in origine parte di una fontana, con l'acqua che zampillava dal vaso.]]
 
Le raffigurazioni di dee che trasportano l'acqua erano comuni in [[Mesopotamia]]. Questa statua era molto probabilmente il soggetto centrale di una fontana, con l'acqua che zampillava fuori dal vaso. La statua è quasi a grandezza naturale, alta 1,42 cm, e fu ritrovata rotta in vari frammenti nella cappella del palazzo<ref name="Gates2"/>. Nonostante il naso danneggiato e gli occhi mancanti, è considerata una dei più importanti esempi di statuaria mariota<ref name="Gates2"/>. La presenza di un cappello dotato di corna permette di identificare il soggetto della statua come una dea<ref name="Gates2"/>. Sul retro della statua è presente una tubazione che attraversa il corpo della statua e giunge al vaso, da questa tubatura, collegata ad un serbatoio, fluiva l'acqua che poi zampillava dal vaso<ref>{{cita|Wiess}}</ref><ref name="Gates2"/>. Questa statua è ora conservata nel museo di Aleppo<ref name="Gates2"/>.
 
=== Il tempio del re del paese ===
Questo tempio era situato nella zona sacra della città ad ovest del palazzo reale ed a sud della [[Ziqqurat]]. In base ai reperti archeologici trovati al suo interno e presso le sue fondamenta si può dedurre che fu costruito su ordine del [[Shakkanakku]] [[Ishtup-Ilum]], che regnò a Mari durante il XXII secolo a.C<ref name="Louvre leone">{{cita web|url=https://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/statue-lion#| titolo= il leone di Mari al museo del Louvre}}</ref>.<br>
Questo tempio era dedicato a un dio noto come "Re della Terra"<ref name="Louvre leone" />, probabilmente il dio [[Dagon]].
 
==== I leoni di Mari ====
[[File:Louvres-antiquites-moyen-orient-img 2923.jpg|miniatura|sinistra|Museo del Louvre. Statua di leone in bronzo (40x70 cm) ritrovata a Mari presso il tempio dei Leoni]]
Questa statua, ora conservata a Parigi presso il [[Museo del Louvre|Louvre]], assieme a una statua simile (ora custudita presso il museo di [[Aleppo]]), fu ritrovata da [[André Parrot]] nel 1934 ai lati dell'ingresso del tempio che, per questo, è chiamato anche ''tempio dei leoni''<ref name="Louvre leone" />.<br>
I due leoni probabilmente furono installati quando il santuario fu ricostruito, all'inizio del secondo millennio<ref name="Louvre leone" />.<br>
[[André Parrot]], trovò diverse dozzine di paia di occhi dello stesso tipo di quelli dei due leoni di bronzo nelle vicinanze del tempio, ed ipotizzò almeno una trentina di statue simili a quelle ritrovate occupassero la spianata di fronte a questo santuario. Studi successivi hanno dimostrato che non tutti questi occhi erano simili fra loro nella tecnica costruttiva e quindi non tutti appartenevano a statue progettate per adornare questo sito<ref name="Louvre leone" />. Questi studi non escludono che di fronte al tempio fossero collocate più statue di leoni ma solo che questi erano meno numerosi di quanto inizialmente ipotizzato<ref name="Louvre leone" />.<br>
[[File:Statue of lion-AO 19520 19824-P5280750-black.jpg|miniatura|sinistra|Leone di Mari (Louvre), particolare criniera ed orecchio destro]]
I due leoni furono trovati nelle loro posizioni originali: erano collocati fianco a fianco su un podio a due gradini appoggiato al muro all'interno del tempio, a sinistra dell'ingresso<ref name="Louvre leone" />. I leoni sono rappresentati solo per la loro parte anteriore, la parte posteriore delle due sculture infatti era infatti incorporata nel muro in modo tale che i leoni sembravano balzare fuori da esso<ref name="Louvre leone" />. Con i loro colli tesi e la testa rivolta verso destra, danno l'impressione di essere in allerta, pronti a balzare su chi era appena entrato nel tempio<ref name="Louvre leone" />.<br>
L'intarsio degli occhi dei leoni, di calcare e scisto, accentua l'intensità dello sguardo degli animali; i due leoni sono rappresentati con le fauci spalancate, ringhianti o ruggenti<ref name="Louvre leone" />. Le loro labbra arricciate rivelavano denti fatti di ossa, di cui rimangono alcune tracce nella statua del Louvre. Accovacciati nell'ombra del tempio, continuarono a guardare mentre i visitatori andavano e venivano<ref name="Louvre leone" />. Sebbene le statue di animali come guardiani siano ben documentate nel [[Vicino Oriente antico]], era consuetudine collocarle all'esterno, come sculture portale su entrambi i lati dell'ingresso al tempio o palazzo che avrebbero dovuto proteggere<ref name="Louvre leone" />. Il fatto che questi leoni si trovassero all'interno del santuario suggerisce che avevano un ruolo diverso rispetto alle altre statue di animali guardiani<ref name="Louvre leone" />.<br>
[[File:Louvres-antiquites-moyen-orient-p1020266.jpg|miniatura|sinistra|Leone di Mari (Louvre), particolare criniera posteriormente]]
Interessante la tecnica costruttiva utilizzata per produrre queste statue bronzee<ref name="Louvre leone" />. Esemplificando una tecnica la cui pratica è ben documentata in Mesopotamia, queste due sculture sono state realizzate attaccando fogli di rame su un modello, probabilmente in legno, di cui non rimane traccia. Questa struttura di legno era stata scolpita a forma di animale, poi le lamiere di metallo martellate a freddo venivano fissate con dei rivetti di rame<ref name="Louvre leone" />. Diciotto fogli di rame furono necessari per realizzare il leone del Louvre. I dettagli della criniera e dei baffi sono scolpiti meticolosamente<ref name="Louvre leone" />. Sulla spalla sinistra dell'esemplare del Louvre è inciso un ciuffo di peli a forma di stella come per caratterizzare un animale giovane e vigoroso<ref name="Louvre leone" />. Altri dettagli sono inseriti nella scultura come ad esempio il piccolo nastro alla base dell'orecchio destro dell'animale<ref name="Louvre leone" />. Questo potrebbe indicare che questo leone era un animale tenuto in cattività, dedicato forse alla divinità<ref name="Louvre leone" />.
 
=== Il tempio di Ištar ===
{{F|siti archeologici|maggio 2007}}
[[File:Ebish-Il_Louvre_AO17551.jpg|miniatura|upright=0.9|Statua dell'intendente reale Ebih-Il, rinvenuta nel tempio di Ištar.]]
Il tempio dedicato alla dea [[Ištar]], nella zona occidentale del [[tell]], fu continuamente ricostruito sullo stesso luogo, a partire dalle prime fasi della storia della città. La sovrapposizione degli strati archeologici relativi alle diverse fasi dell'edificio raggiunge uno spessore di 6 m.
È possibile che i successivi templi siano rimasti in uso per circa sei secoli.
 
Un primo edificio sacro è quasi sconosciuto, essendo stato obliterato dalle costruzioni successive. Successivamente venne costruito un tempio monumentale (area di circa 26 m x 25 m) su fondamenta in blocchi di [[alabastro]].
 
Nella fase successiva il complesso sacro comprendeva un sacello sul lato occidentale e una casa per i [[sacerdote|sacerdoti]] su quello orientale; un podio a forma di barca inglobava ceramiche votive.
Il tempio vero e proprio fu quindi ospitato in una semplice cella rettangolare di 9 m x 7 m, i cui muri erano spessi non meno di 3 m.
 
Per le fasi successive furono rinvenute negli scavi tracce di resti combusti di sacrifici e una statua dedicata alla dea dal re "Lamgi-Mari", che si definiva "grande governatore del dio [[Enlil]]". Nel cortile del tempio si rinvenne inoltre una statuetta dell'intendente Ebih-Il, in [[gesso (materiale)|gesso]], con inserti di [[lapislazzuli]] e [[conchiglia]].
 
=== L'archivio di Mari ===
L'archivio del palazzo reale di Mari fu scoperto dagli archeologi francesi negli [[anni 1930|anni trenta]] e oggi la maggior parte di esso è stata pubblicata
<ref>André Parrot, Les Fouilles de Mari. Deuxième campagne (hiver 1934-35), Syria, T. 17, Fasc. 1, pp. 1-31, 1936</ref>
<ref>André Parrot, Les fouilles de Mari. Première campagne (hiver 1933-34). Rapport préliminaire, Syria, T. 16, Fasc. 1, pp. 1-28, 1935</ref>
<ref>André Parrot, Les Fouilles de Mari. Septiéme Campagne (Hiver 1951–1952), Syria, T. 29, Fasc. 3/4, pp. 183-203, 1952</ref>
<ref>André Parrot, Les fouilles de Mari: Douzième campagne (Automne 1961), Syria, T. 39, Fasc. 3/4, pp. 151-179, 1962</ref>.
<ref>Tutte le relazioni delle campagne pubblicate sul periodico "Syria. Archéologie, Art et histoire" negli anni dal 1920 al 2000 sono ora disponibili [http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/revue/syria online, a questo indirizzo.]</ref>
Si tratta di un numero che va dalle 21.500 alle 23.500 tavolette<ref>{{Cita web|url=http://www.college-de-france.fr/site/dominique-charpin/course-2017-05-03-14h30.htm|titolo=D. Charpin : Lire et écrire en Mésopotamie à l'époque paléo-babylonienne : la correspondance. Cours Chaire Civilisation mésopotamienne, Collège de France.}}</ref><ref>{{Cita web|
url=http://www.college-de-france.fr/site/dominique-charpin/course-2017-05-03-14h30.htm|titolo=D. Charpin : Lire et écrire en Mésopotamie à l'époque paléo-babylonienne : la correspondance. Cours Chaire Civilisation mésopotamienne, Collège de France.}}</ref> e frammenti di tavoletta di argilla scritte in [[lingua accadica]]. Nel corso degli studi sono stati effettuati numerosi joint di frammenti così da restituire tavolette intere o parzialmente intere. In questo modo sono state ridotte a circa 13000 il numero di tavolette ritrovate e utilizzabili per lo studio. Questa era la lingua ufficiale dello stato, tuttavia i nomi propri e qualche indizio sintattico mostrano che la lingua comunemente parlata a Mari era una [[lingue semitiche|lingua semitica occidentale]]. Quasi tutte le tavolette risalgono agli ultimi cinquant'anni di indipendenza di Mari (ca. 1800 – 1750 a.C.). I testi riportano in dettaglio la presa del potere e il regno di Zimri-Lim.
 
Nell'edificio sono state ritrovate all'incirca 25.000 tavolette cuneiformi e molte statue.<ref name=Sumeri/>
Esse costituiscono l'archivio di stato del regno di Mari e forniscono informazioni circa le istituzioni e le tradizioni del regno e inoltre restituiscono i nomi delle persone che vissero in quel tempo. Più di ottomila tavolette sono rappresentate da lettere<ref>Tutte le lettere editate sono ormai disponibili con traslitterazione, traduzione, analisi critica ed informazioni bibliografiche sul sito [http://www.archibab.fr www.archibab.fr]</ref>, le altre consistono in documenti amministrativi, giudiziari e contabili. La scoperta degli archivi ha portato a una completa revisione della cronologia del [[Vicino Oriente antico]] nell'epoca che precede il [[primo impero babilonese]], e ha fornito più di cinquecento nomi di località tanto da ridisegnare la carta geografica della prima metà del secondo millennio a.C.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The King and I a Mari King in Changing Perceptions|nome= Jack M.|cognome= Sasson|rivista=Journal of the American Oriental Society|volume=118|numero=4 |data=ottobre–dicembre 1998|pp=453–470|doi=10.2307/604782|jstor=604782|editore=American Oriental Society}}</ref>.
 
== Note ==
;Note esplicative
<references group="note"/>
 
;Fonti
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=The Court of the Palms: a functional interpretation of the Mari Palace|nome=Yasin M. |cognome=Al-Khalesi |editore=Undena Publications |anno=1978 |isbn=978-0-89003-029-5 |volume=8 |collana= Bibliotheca Mesopotamica: primary sources and interpretive analyses for the study of Mesopotamian civilization and its influences from late prehistory to the end of the cuneiform tradition| lingua=en |cid==Al-Khalesi}}
* {{Cita libro|nome=Peter M. M. G.|cognome=Akkermans|nome2=Glenn M.|cognome2=Schwartz|titolo=The Archaeology of Syria: From Complex Hunter-Gatherers to Early Urban Societies (c.16,000-300 BC)|annooriginale=2003|lingua= en |editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|cid=Akkermans|ISBN=978-0-521-79666-8}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Alfonso|cognome=Archi|anno=2003|titolo=A Victory over Mari and the Fall of Ebla|rivista=Journal of Cuneiform Studies|lingua= en|editore=The American Schools of Oriental Research| numero=55| cid=Archi| nome2=Maria Giovanna|cognome2=Biga}}
* {{Cita libro|curatore=Fagan Brian M.|cognome=Armstrong|nome=James A.|titolo=The Oxford Companion to Archaeology|capitolo=Sumer and Akkad|anno=1996|editore=Oxford University Press| isbn=978-0-19-507618-9|lingua= en| cid=Armostrong}}
* {{Cita libro|nome=Joan|cognome=Aruz|nome2=Ronald|cognome2=Wallenfels |titolo= Art of the First Cities: The Third Millennium B.C. from the Mediterranean to the Indus|editore=Metropolitan Museum of Art|città=|lingua=en|anno= 2003 |isbn=978-1-58839-043-1|cid=Aruz}}
* {{Cita libro|nome1=Joan|cognome1=Aruz|nome2=Kim|cognome2=Benzel|nome3=Jean M.|cognome3=Evans|titolo=Beyond Babylon: Art, Trade, and Diplomacy in the Second Millennium B.C.|isbn= 978-1-58839-295-4 |editore=[[Metropolitan Museum of Art]]|anno=2008 |lingua=en |cid=Aruz2}}
* {{Cita libro|nome=Michael C|cognome=Astour|titolo=Eblaitica: Essays on the Ebla Archives and Eblaite Language |capitolo= A Reconstruction of the History of Ebla (Part 2)|volume= IV| editore=Eisenbrauns |città= |lingua=en|anno= 2002 |isbn=978-1-57506-060-6|cid=Astour}}
* {{Cita libro|nome=Maria Eugenia|cognome=Aubet|titolo=Comercio y Colonialismo en el Proximo Oriente Antiguo: Los antecedentes coloniales del III y II milenios a.C.| editore=Edicions Bellaterra|città=|lingua=es|anno= 2007 |isbn=978-84-7290-351-7|cid=Aubet}}
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* {{Cita libro|titolo=The Literature of Ancient Sumer| nome1=Jeremy|cognome1= Black |nome2=Graham|cognome2=Cunningham|nome3=Eleanor |cognome3=Robson|nome4=Gábor|cognome4=Zólyomi|editore=Oxford University Press|anno=2004|lingua=en|isbn=978-0-19-926311-0|cid=Black}}
* {{Cita libro|titolo=Rivers and Steppes: Cultural Heritage and Environment of the Syrian Jezireh: Catalogue to the Museum of Deir ez-Zor |nome1=Dominik|cognome1=Bonatz| nome2=Hartmut| cognome2=Kühne| nome3=Asʻad| cognome3=Mahmoud|editore=Damascus: Ministry of Culture, Directorate-General of Antiquities and Museums |città=Damasco|anno=1998|lingua=en|OCLC=41317024|cid=Bonatz}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1= Bretschneider |nome1= Joachim |cognome2= Van Vyve|nome2= Anne-Sophie |cognome3= Leuven|nome3= Greta Jans|anno= 2009|titolo=War of the lords, The Battle of Chronology: Trying to Recognize Historical Iconography in the 3rd Millennium Glyptic Art in seals of Ishqi-Mari and from Beydar|rivista=Ugarit-Forschungen|editore=Ugarit-Verlag|volume=41|lingua=en |isbn=978-3-86835-042-5 |cid=Bretschneider}}
* {{Cita libro|titolo= The Routledge Handbook of the Peoples and Places of Ancient Western Asia|nome= Trevor|cognome=Bryce|editore= Routledge|anno= 2009 |lingua=en|isbn= 978-1-134-15908-6|cid=Bryce1}}
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* {{Cita libro|titolo=Cities of the Biblical World: An Introduction to the Archaeology, Geography, and History of Biblical Sites|nome=LaMoine F. |cognome=DeVries|editore= Wipf and Stock Publishers|anno= 2006 | isbn=978-1-55635-120-4 | lingua=en |cid=DeVries}}
* {{Cita libro|cognome= Dolce|nome=Rita|curatore1=Hartmut Kühne|curatore2=Rainer Maria Czichon|curatore3=Florian Janoscha Kreppner|titolo=Proceedings of the 4th International Congress of the Archaeology of the Ancient Near East, 29 March - 3 April 2004, Freie Universität Berlin|capitolo=Ebla before the Achievement of Palace G Culture: An Evaluation of the Early Syrian Archaic Period|volume= 2|anno=2008|editore=Otto Harrassowitz Verlag| lingua=en|isbn=978-3-447-05757-8|cid=Dolce}}
* {{Cita libro|titolo=Historical Dictionary of Iraq|edizione=2|curatore=Jon Woronoff|nome1=Beth K.|cognome1=Dougherty|nome2=Edmund A.|cognome2=Ghareeb|collana=Historical Dictionaries of Asia, Oceania, and the Middle East|editore=Scarecrow Press|anno=2013|isbn=978-0-8108-7942-3| lingua=en|cid=Dougherty}}
* {{Cita libro|nome=Douglas|cognome=Frayne|editore=University of Toronto Press |città=|lingua=en |opera =The Royal Inscriptions of Mesopotamia Early Periods|volume=4|titolo= Old Babylonian Period (2003–1595 BC) |anno= 1990 |isbn=978-0-8020-5873-7|cid=Frayne}}
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* {{Cita libro|nome=Douglas|cognome=Frayne|titolo=Pre-Sargonic Period: Early Periods (2700–2350 BC) |editore=University of Toronto Press |città=|lingua=en|volume=1 |opera =The Royal inscriptions of Mesopotamia Early Periods |anno= 2008 |isbn=978-1-4426-9047-9|cid=Frayne3}}
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* {{Cita libro|titolo=The Lives of Sumerian Sculpture: An Archaeology of the Early Dynastic Temple|nome=Jean M.|cognome=Evans|editore=Cambridge University Press|anno=2012|isbn=978-1-139-78942-4|lingua=en|cid=Evans}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Farinelli|nome=Marta|rivista=Antesteria| |titolo=LE PITTURE PALATINE DELLA SIRIA -PALESTINA NELLE ETA' DEL MEDIO E TARDO BRONZO:KOINE'MEDITERRANEA O GUSTO DELL'ESOTICO?|url=https://www.ucm.es/data/cont/docs/106-2016-05-03-3.Farinelli.pdf |numero= 4|pp= 5-14|anno= 2015 |editore= Università la Sapienza|città=Roma |accesso=25 aprile 2018 |urlarchivio=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:https://www.ucm.es/data/cont/docs/106-2016-05-03-3.Farinelli.pdf |dataarchivio=25 aprile 2018 |formato= pdf| ISSN=2254-1683 |cid=Farinelli}}
* {{Cita libro|titolo=The God Dagan in Bronze Age Syria|nome= Lluís|cognome= Feliu|traduttore= Wilfred GE Watson|anno= 2003|editore= Brill|isbn=978-90-04-13158-3|cid=Feliu}}
* {{Cita libro|collana= The History of Government from the Earliest Times|titolo= Ancient monarchies and empires|volume= 1|nome= Samuel Edward |cognome=Finer|anno= 1997|editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-820664-4 |lingua=en|cid=Finer}}
* {{Cita libro|titolo=The Priests in the Prophets: The Portrayal of Priests, Prophets, and Other Religious Specialists in the Latter Prophets|curatore1=Lester L. Grabbe|curatore2=Alice Ogden Bellis|nome1=Daniel E. |cognome1=Fleming|capitolo=Prophets and Temple Personnel in the Mari Archives|editore=T&T Clark International |anno=2004|isbn=978-0-567-40187-8|lingua=en|cid=Fleming}}
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* {{Cita libro|nome=Douglas|cognome=Frayne|titolo=Pre-Sargonic Period: Early Periods (2700–2350 BC) |editore=University of Toronto Press |città=|lingua=en|volume=1 |opera =The Royal inscriptions of Mesopotamia Early Periods |anno= 2008 |isbn=978-1-4426-9047-9|cid=Frayne3}}
* {{Cita libro|capitolo=The Cities of Babylonia|collana= The Cambridge Ancient History (Second Revised Series) |titolo= Part 2: Early History of the Middle East|nome= Cyril John|cognome=Gadd|curatore1=Iorwerth Eiddon Stephen Edwards|curatore2= Cyril John Gadd|curatore3=Nicholas Geoffrey Lemprière Hammond |volume=1 |anno=1971 |edizione=3 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-0-521-07791-0|lingua=en |cid=Gadd}}
* {{Cita libro|nome=Charles|cognome=Gates|titolo=Ancient Cities: The Archaeology of Urban Life in the Ancient Near East and Egypt, Greece and Rome|anno= 2003|editore=Routledge|isbn=978-1-134-67662-0|lingua=en|cid=Gates}}
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* {{Cita libro|titolo=The Priests in the Prophets: The Portrayal of Priests, Prophets, and Other Religious Specialists in the Latter Prophets|curatore1=Lester L. Grabbe|curatore2=Alice Ogden |nome1=Lester L.|cognome1=Grabbe|capitolo=Introduction and Overview|editore=T&T Clark International |anno=2004 |isbn=978-0-567-40187-8 |lingua=en|cid=Grabbe}}
* {{Cita libro|titolo=Assyrian Royal Inscriptions|volume=1: From the Beginning to Ashur-Resha-Ishi I|nome=Albert Kirk|cognome=Grayson|editore=Otto Harrassowitz Verlag|anno=1972|collana=Records of the Ancient Near East|ISSN=0340-8450|isbn=978-3-447-01382-6|lingua=en|cid=Grayson}}
* {{Cita libro |nome=Alberto Ravinell Whitney |cognome=Green |titolo=The Storm-god in the Ancient Near East |anno=2003 |editore=Eisenbrauns |collana=Biblical and Judaic studies from the University of California, San Diego |volume= 8 |isbn=978-1-57506-069-9 |lingua=en |cid=Green
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* {{Cita libro|titolo=Who Were the Amorites?|nome= Alfred |cognome=Haldar |editore=Brill |anno=1971 |volume=1 | collana=Monographs on the ancient Near East |OCLC= 2656977|lingua=en|cid=Haldar}}
* {{Cita libro|cognome= Hamblin|nome=William J.|titolo= Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC |anno=2006 |editore=Routledge |isbn=978-1-134-52062-6|lingua=en|cid=Hamblin}}
* {{Cita libro|titolo=Gender and Aging in Mesopotamia: The Gilgamesh Epic and Other Ancient Literature |nome=Rivkah |cognome=Harris|editore=University of Oklahoma Press |annooriginale=2000 |anno=2003 | isbn=978-0-8061-3539-7 |lingua=en |cid=Harris}}
* {{Cita libro|titolo=Sargonic Akkadian: A Historical and Comparative Study of the Syllabic Texts |nome=Rebecca |cognome=Hasselbach |editore=Otto Harrassowitz Verlag |anno=2005 |isbn=978-3-447-05172-9|lingua=en | cid=Hasselbach}}
* {{Cita libro|titolo=Letters to the King of Mari: A New Translation, with Historical Introduction, Notes, and Commentary|nome= Wolfgang |cognome=Heimpel|editore=Eisenbrauns|anno=2003|volume=12|collana=Mesopotamian civilizations |isbn=978-1-57506-080-4|lingua=en|cid=Heimpel}}
* {{Cita libro|titolo=Bibliographie de Mari: Archéologie et Textes (1933–1988)|nome1=Jean Georges |cognome1=Heintz |nome2=Daniel|cognome2=Bodi |nome3=Lison|cognome3=Millot|editore=Otto Harrassowitz Verlag |anno=1990 |lingua=fr |isbn=978-3-447-03009-0|collana=Travaux du Groupe de Recherches et d'Études Sémitiques Anciennes (G.R.E.S.A.), Université des Sciences Humaines de Strasbourg |volume=3|cid=Heintz}}
* {{Cita libro|titolo=The Sumerians: Their History, Culture, and Character|nome=Samuel Noah |cognome=Kramer |editore=University of Chicago Press |annooriginale=1963|anno=2010|isbn=978-0-226-45232-6|lingua=en|cid=Kramer}}
* {{Cita libro|capitolo=Northern Mesopotamia and Syria|serie= The Cambridge Ancient History (Second Revised Series)|titolo= Part 1: The Middle East and the Aegean Region, c.1800–1380 BC|nome=Jean Robert |cognome=Kupper |curatore1=Iorwerth Eiddon Stephen Edwards|curatore2= Cyril John Gadd|curatore3=Nicholas Geoffrey Lemprière |curatore4=Edmond Sollberger|volume=2|anno=1973|edizione=3|editore=Cambridge University Press |isbn=978-1-139-05426-3|lingua=en |cid=Kupper}}
* {{Cita libro|nome=Mogens Trolle|cognome=Larsen|titolo= Beyond Babylon: Art, Trade, and Diplomacy in the Second Millennium B.C.|capitolo= The Middle Bronze Age|curatore1=Joan Aruz |curatore2=Kim Benzel |curatore3=Jean M. Evans| editore= Metropolitan Museum of Art|anno= 2008|isbn= 978-1-58839-295-4|lingua=en|cid=Larsen}}
* {{Cita libro|titolo=Piety and Politics: The Dynamics of Royal Authority in Homeric Greece, Biblical Israel, and Old Babylonian Mesopotamia|nome=Dale|cognome=Launderville|editore=William B. Eerdmans Publishing |anno=2003 |isbn=978-0-8028-3994-7|lingua=en|cid=Launderville}}
* {{Cita libro|titolo=Who's Who in the Ancient Near East| nome=Gwendolyn |cognome=Leick |editore=Routledge |anno=2002 |isbn=978-1-134-78796-8|lingua=en|cid=Leick}}
* {{Cita libro|nome=Mario|cognome=Liverani|titolo=Antico Oriente. Storia, società, economia | annooriginale=2011 |editore= Laterza |città=Bari|cid=Liverani|ISBN=978-88-420-9588-0}}
* {{Cita libro|titolo=The Emergence of Civilisation: From Hunting and Gathering to Agriculture, Cities and the State of the Near East|nome1=Charles Keith |cognome1=Maisels |editore=Routledge |annooriginale=1990 |anno=2005 |isbn=978-1-134-86328-0|lingua=en |cid=Maisels}}
* {{Cita libro|titolo=Prophecy: Essays presented to Georg Fohrer on his Sixty-Fifth Birthday |volume=150 | nome=Abraham |cognome=Malamat|capitolo=A Mari Prophecy and Nathan's Dynastic Oracle|curatore=John Adney Emerton |editore=Walter de Gruyter |anno=1980|collana=Beihefte zur Zeitschrift für die Alttestamentliche Wissenschaft |isbn=978-3-11-083741-4|lingua=en |cid=Malamat}}
* {{Cita libro|titolo=Mari and the Bible|nome=Abraham |cognome=Malamat|editore=Brill|collana=Studies in the History and Culture of the Ancient Near East |volume=12|anno=1998|ISSN=0169-9024|isbn=978-90-04-10863-9 |lingua=en |cid=Malamat}}
* {{Cita libro|nome=Jean-Claude|cognome=Margueron|titolo=Recherches sur les palais mésopotamiens de l'âge du bronze |città=Parigi|anno=1982|editore=Paul Geuthner|lingua=fr|cid=Margueron}}
* {{Cita libro|nome=Jean-Claude|cognome=Margueron|titolo=Mari: métropole de l'Euphrate au IIe et au début du IIe millénaire av. J.-C.|anno=2004|editore=ERC|lingua=fr |cid=Margueron2}}
* {{Cita libro|cognome=Margueron|nome= Jean-Claude|curatore=Young Gordon Douglas|titolo=Mari in Retrospect: Fifty Years of Mari and Mari Studies|capitolo= The 1979–1982 Excavations at Mari: New Perspectives and Results |anno=1992 |editore=Eisenbrauns |isbn=978-0-931464-28-7|lingua=en |cid=Margueron3}}
* {{Cita libro|titolo= Art of the First Cities: The Third Millennium B.C. from the Mediterranean to the Indus |curatore1= Joan Aruz |curatore2=Ronald Wallenfels |nome1= Jean-Claude|cognome1=Margueron|capitolo=Mari and the Syro-Mesopotamian World|editore=Metropolitan Museum of Art|anno= 2003 |isbn=978-1-58839-043-1 |lingua=en |cid=Margueron4}}
* {{Cita libro|curatore =Harriet Crawford |cognome=Margueron |nome=Jean-Claude|titolo= The Sumerian World |capitolo= The Kingdom of Mari |anno=2013|editore=Routledge|isbn=978-1-136-21912-2|lingua=en |cid=Margueron5}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Margueron|nome=Jean-Claude|titolo=Le célèbre palais de Zimri-Lim | lingua=fr |anno=1984 |rivista=Histoire et Archeologie |serie=Dossiers d'Archéologie|numero=80 |pp=38–45 |cid=Margueron6}}
* {{Cita libro|titolo=Old Testament Parallels: Laws and Stories from the Ancient Near East|capitolo= A Reconstruction of the History of Ebla (Part 2|volume= IV|edizione= 3|nome1=Victor Harold |cognome1=Matthews |nome2=Don C. |cognome2=Benjamin|editore=Paulist Press |annooriginale=1994 |anno=2006 |isbn=978-0-8091-4435-8 |lingua=en |cid==Matthews}}
* {{Cita libro|titolo= Art of the First Cities: The Third Millennium B.C. from the Mediterranean to the Indus| curatore1= Joan Aruz|curatore2=Ronald Wallenfels|nome1= Paolo|cognome1=Matthiae|capitolo=Ebla and the Early Urbanization of Syria|editore=Metropolitan Museum of Art|anno= 2003 |isbn=978-1-58839-043-1 |lingua=en |cid=Matthiae}}
* {{Cita web|cognome=McLerran|nome=Dan|editore=Popular Archaeology Magazine|data=13 settembre 2011|titolo=Ancient Mesopotamian City in Need of Rescue|url=http://popular-archaeology.com/issue/september-2011/article/ancient-mesopotamian-city-in-need-of-rescue|accesso=6 gennaio 2017|lingua=en|cid=McLerran|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161105212155/http://popular-archaeology.com/issue/september-2011/article/ancient-mesopotamian-city-in-need-of-rescue|dataarchivio=5 novembre 2016|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|curatore1=Crawford Harriet|cognome=McMahon|nome=Augusta|titolo= The Sumerian World|capitolo=North Mesopotamia in the Third Millennium BC|anno=2013|editore=Routledge|isbn=978-1-136-21912-2|lingua=en|cid=McMahon}}
* {{Cita libro|curatore=Mario Liverani|nome=Piotr|cognome=Michalowski|titolo=Akkad: the First World Empire: Structure, Ideology, Traditions|editore=S.a.r.g.o.n. Editrice Libreria|città=Padova |capitolo= Memory and Deed: The Historiography of the Political Expansion of the Akkad State|lingua=en|anno= 1993|opera=History of the Ancient Near East Studies |volume= V |OCLC=32011634|cid=Michalowski}}
* {{Cita libro|nome=Piotr|cognome=Michalowski|titolo=Immigration and Emigration Within the Ancient Near East|editore=Peeters Publishers & Department of Oriental Studies|città=Leuven|lingua=en|anno= 1995 |volume= LXV |opera= Orientalia Lovaniensia Analecta |isbn=978-90-6831-727-5|cid=Michalowski}}
* {{Cita libro|nome=Piotr|cognome=Michalowski|titolo=Eerdmans Dictionary of the Bible|editore=Eerdmans Publishing|città=|lingua=en|anno= 1995 |volume= LXV |opera= Orientalia Lovaniensia Analecta |isbn=978-90-5356-503-2|cid=Michalowski3}}
* {{Cita libro|nome=Piotr|cognome=Michalowski|titolo=Art of the First Cities: The Third Millennium B.C. from the Mediterranean to the Indus|capitolo=The Earliest Scholastic Tradition|editore= Metropolitan Museum of Ar |città=|lingua=en|anno= 2003 |isbn=978-1-58839-043-1|cid=Michalowski4}}
* {{Cita pubblicazione|nome=Davide|cognome=Nadali|anno=2007|titolo=Monuments of War, War of Monuments: Some Considerations on Commemorating War in the Third Millennium BC|editore=Pontificium Institutum Biblicum|rivista = Orientalia|volume= 76|numero=4|lingua=en|cid=Nadali}}
* {{Cita libro|titolo=Daily Life in Ancient Mesopotamia|nome=Karen Rhea|cognome=Nemet-Nejat|editore=Greenwood Press| anno=1998|isbn=978-0-313-29497-6 |lingua=en|collana=Daily Life Through History|cid=Nemet-Nejat}}
* {{Cita libro|titolo=Prophets and Prophecy in the Ancient Near East|nome1=Martti| cognome1=Nissinen|nome2=Choon Leong|cognome2=Seow|nome3=Robert Kriech |cognome3=Ritner|collana=Writings from the Ancient World |curatore=Peter Machinist|editore=Society of Biblical Literature |città= Atlanta |volume=12 |anno=2003| isbn=978-1-58983-027-1 | lingua=en |cid=Nissinen}}
* {{Cita libro|nome1=Cynthia|cognome1=Ochterbeek|capitolo=Dan|titolo=Middle East and Africa|volume=4: International Dictionary of Historic Places|editore=Routledge|curatore1=Kathryn Ann Berney| curatore2=Trudy Ring|curatore3=Noelle Watson|curatore4=Christopher Hudson |curatore5=Sharon La Boda|isbn=978-1-134-25993-9|anno= 1996|lingua=en |cid=Ochterbeek}}
* {{Cita libro|nome=Ulf|cognome=Oldenburg|titolo=The Conflict between El and Ba'al in Canaanite Religion |anno=1969 |editore=Brill |lingua=en| cid=Oldenburg}}
* {{Cita libro|titolo= Textos Para Una Historia Política de Siria-Palestina I|nome=Juan|cognome=Oliva|editore= Ediciones AKAL|anno=2008|isbn= 978-84-460-1949-7|lingua=es|cid=Oliva}}
* {{Cita libro|cognome1= Otto|nome1=Adelheid|nome2=Maria Giovanna|cognome2=Biga|curatore1=Paolo Matthiae | curatore2=Frances Pinnock |curatore3=Lorenzo Nigro|curatore4=Nicolò Marchetti|curatore5=Licia Romano | titolo= Proceedings of the 6th International Congress of the Archaeology of the Ancient Near East: Near Eastern archaeology in the past, present and future: heritage and identity, ethnoarchaeological and interdisciplinary approach, results and perspectives; visual expression and craft production in the definition of social relations and status|capitolo=Thoughts About the Identification of Tall Bazi with Armi of the Ebla Texts|volume= 1 | anno=2010 |editore=Otto Harrassowitz Verlag|isbn=978-3-447-06175-9|lingua=en|cid=Otto}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Pardee|nome1= Dennis|nome2=Jonathan T.|cognome2=Glass|anno= 1984|titolo=Literary Sources for the History of Palestine and Syria: The Mari Archives|rivista=The Biblical Archaeologist|editore=The American Schools of Oriental Research|volume=47|numero=2 |lingua=en|cid=Pardee}}
* {{Cita libro|nome=André|cognome=Parrot|titolo=Mission archéologique de Mari|collana=Bibliothèque archéologique et historique|anno=1968|editore=Paul Geuthner|città=Parigi|lingua=fr|cid=Parrot}}
* {{Cita pubblicazione |cognome=Parrot |fnome=André |titolo=Les fouilles de Mari |lingua=fr |anno=1938 |rivista=Syria |editore=Institut français du Proche-Orient |volume=19 |numero=1 |pp=1–29 |url=http://www.persee.fr/articleAsPDF/syria_0039-7946_1938_num_19_1_4034/article_syria_0039-7946_1938_num_19_1_4034.pdf |cid=Parrot2 |urlmorto=sì }}
* {{Cita libro|nome= Andrè|cognome=Parrot| titolo= Le temple d'Ishtar |editore= Librairie orientaliste P. Geuthner |città=Parigi |lingua=fr |anno= 1956 |volume= V Tomo I |opera= Mission archéologique de Mari. |url= http://digital.library.stonybrook.edu/cdm/ref/collection/amar/id/48366 |accesso = 5 maggio 1959 |cid=Parrot3}}
* {{Cita libro|titolo= The archives of Ebla: an empire inscribed in clay|nome=Giovanni |cognome= Pettinato|editore= Doubleday |anno= 1981|isbn= 978-0-385-13152-0|cid=Pettinato}}
* {{Cita libro|capitolo= Before Israel: Syria-Palestine in the Bronze Age|titolo=The Oxford History of the Biblical World|curatore=Michael David Coogan|nome1=Wayne T.| cognome1=Pitard|editore=Oxford University Press|annooriginale= 1998|anno= 2001|isbn=978-0-19-513937-2|lingua=en|cid=Pitard}}
* {{Cita libro|nome=Amanda H.|cognome=Podany|titolo=Brotherhood of Kings: How International Relations Shaped the Ancient Near East|editore=Oxford University Press|città= Oxford|lingua=en|anno= 2010 |isbn=978-0-19-979875-9|cid=Podany}}
* {{Cita libro|titolo=Mobile Pastoralism and the Formation of Near Eastern Civilizations: Weaving Together Society|nome=Anne|cognome=Porter|editore= Cambridge University Press|anno= 2012 | isbn=978-0-521-76443-8 |lingua=en |cid=Porter}}
* {{Cita web|cognome=Rammo|nome=Ghiath|editore=ARTRIBUNE srl|titolo=Proteggere i beni culturali in tempo di guerra| url=http://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2017/08/protezione-beni-culturali-guerra/|sito = http://www.artribune.com/|accesso=24 aprile 2018|cid=Ramno}}
* {{Cita libro|titolo=Climates, Landscapes, and Civilizations|curatore1= Liviu Giosan|curatore2=Dorian Q. Fuller| curatore3=Kathleen Nicoll|curatore4=Rowan K. Flad|curatore5=Peter D. Clift |nome1=Simone |cognome1=Riehl |nome2=Konstantin | cognome2=Pustovoytov |nome3=Aron|cognome3=Dornauer|nome4=Walther | cognome4=Sallaberger |capitolo=Mid-to-Late Holocene Agricultural System Transformations in the Northern Fertile Crescent: A Review of the Archaeobotanical, Geoarchaeological, and Philological Evidence|editore= American Geophysical Union | anno=2013 |isbn= 978-0-87590-488-7|lingua=en |ISSN=0065-8448|volume=198|collana=Geophysical Monograph Series|cid= Rihel}}
* {{Cita libro|nome=Georges|cognome=Roux|titolo=Ancient Iraq|editore=Penguin Putnam |edizione= III |anno= 1992 |isbn=978-0-14-012523-8|lingua=en |cid=Roux}}
* {{Cita web|cognome=Scotti|nome=Ferdinanda|data=11 febbraio 2014 |titolo=Architettura in Mesopotamia dalle origini alla cultura persiana| url=http://slideplayer.it/slide/608575/|accesso=1º aprile 2018|cid=Scotti}}
* {{Cita libro|cognome= Shaw|nome= Ian|curatore=Jameson Robert|titolo=A Dictionary of Archaeology |capitolo= Mari |anno=1999|editore=John Wiley & Sons|isbn=978-0-470-75196-1|lingua=en |cid=Shaw}}
* {{Cita libro|titolo=The Pre-Islamic Middle East |nome=Martin |cognome=Sicker |editore=Praeger |anno=2000 | isbn=978-0-275-96890-8 |lingua=en |cid=Sicker}}
* {{Cita web|cognome=Simons|nome=Marlise|editore=The New York Times|data=31 dicembre 2016|titolo=Damaged by War, Syria's Cultural Sites Rise Anew in France| url=https://www.nytimes.com/2016/12/31/world/europe/destroyed-by-isis-syrias-cultural-sites-rise-again-in-france.html|accesso=6 gennaio 2017|lingua=en |cid=Simons}}
* {{Cita libro|capitolo=The God Athtar in the Ancient Near East and His Place in KTU 1.6 I|titolo=Solving Riddles and Untying Knots: Biblical, Epigraphic, and Semitic Studies in Honor of Jonas C. Greenfield|nome=Mark S. |cognome=Smith |curatore1=Ziony Zevit|curatore2=Seymour Gitin|curatore3=Michael Sokoloff| anno=1995 | editore=Eisenbrauns |lingua=en |isbn=978-0-931464-93-5|cid=Smith}}
 
== Avviso ==
* {{Cita libro|cognome= Stieglitz|nome=Robert R.|curatore1=Cyrus Herzl Gordon|curatore-nome=Gary Rendsburg |titolo=Eblaitica: Essays on the Ebla Archives and Eblaite Language|volume= 4|capitolo=The Deified Kings of Ebla |anno=2002| editore=Eisenbrauns| isbn=978-1-57506-060-6|lingua=en|cid=Stieglitz}}
* {{Cita libro|titolo=5000 Years of the Art of Mesopotamia|nome=Eva|cognome=Strommenger|traduttore=Christina Haglund |editore=Harry N. Abrams|annooriginale=1962|anno=1964|OCLC=505796|lingua=en |cid=Strommenger}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=The Politics of Dead Kings: Dynastic Ancestors in the Book of Kings and Ancient Israel|rivista= Forschungen zum Alten Testament|volume= 48|nome= Matthew J.|cognome=Suriano|editore=Mohr Siebeck|anno= 2010|ISSN=1611-4914|isbn=978-3-16-150473-0|lingua=en |cid=Suriano}}
* {{Cita libro|nome= Beatrice|cognome= Teissier|titolo=Egyptian Iconography on Syro-Palestinian Cylinder Seals of the Middle Bronze Age|annooriginale=1995|anno=1996|editore=University Press Fribourg Switzerland|opera=Orbis Biblicus et Orientalis- Series Archaeologica|volume= 11|isbn=978-3-525-53892-0|ISSN=1422-4399|cid=Teissier}}
* {{Cita libro|titolo=Women, Crime and Punishment in Ancient Law and Society|volume=1: The Ancient Near East|nome=Elisabeth Meier |cognome=Tetlow |editore=Continuum |anno=2004 |isbn=978-0-8264-1628-5 |lingua=en |cid=Tetlow}}
* {{Cita libro|titolo=Ahab Agonistes: The Rise and Fall of the Omri Dynasty|curatore=Lester L.Grabbe|nome=Thomas L.|cognome=Thompson|capitolo=A Testimony of the Good King: Reading the Mesha Stela|editore=T&T Clark International|anno=2007|isbn=978-0-567-04540-9|lingua=en |cid=Thompson}}
* {{Cita libro|nome=Maria angela|cognome=Tolazzi|titolo=L'Arte Svelata Volume Primo |editore=Lulu.com|città=Parigi|anno= 2015 |opera= Florilegium. Marianum |isbn=978-1-326-31093-6 |cid=Tolazzi}}
* {{Cita web|cognome=Turri|nome=Luigi|editore=EM Publishers Srl|titolo=Il Palazzo di Mari| url=http://www.oilproject.org/lezione/il-palazzo-di-mari-21487.html|sito = http://emp.encyclomedia.it/|accesso=1º aprile 2018|cid=Turri}}
* {{Cita libro|cognome= Van De Mieroop|nome=Marc|curatore=Ehrenberg Erica|titolo=Leaving No Stones Unturned: Essays on the Ancient Near East and Egypt in Honor of Donald P. Hansen|capitolo= Foreign Contacts and the Rise of an Elite in Early Dynastic Babylonia |anno=2002 |editore=Eisenbrauns |isbn=978-1-57506-055-2 |lingua=en |cid=Van De Mieroop1}}
* {{Cita libro|cognome= Van De Mieroop|nome=Marc|titolo=King Hammurabi of Babylon: A Biography |anno=2007 |annooriginale=2005 |editore=Blackwell Publishing|isbn=978-0-470-69534-0|lingua=en |collana=Blackwell Ancient Lives |volume=19|cid=Van De Mieroop2}}
* {{Cita libro|titolo=A History of the Ancient Near East ca. 3000 - 323 BC|nome=Marc|cognome=Van De Mieroop |editore=Wiley-Blackwell |edizione=2 |volume=6|collana=Blackwell History of the Ancient World |annooriginale=2003 |anno=2011 |isbn=978-1-4443-2709-0 |lingua=en |cid=Van De Mieroop3}}
* {{Cita libro|titolo=The Chronology of Ancient Western Asia and Egypt|nome=Petrus|cognome=Van Der Meer | edizione=2 | editore=Brill| collana=Documenta et Monumenta Orientis Antiqui |volume=2 |annooriginale=1947 |anno=1955 |OCLC=4727997|lingua=en |cid=Van Der Meer}}
* {{Cita libro|nome= Karel|cognome= Van Der Toorn|titolo=Family Religion in Babylonia, Ugarit and Israel: Continuity and Changes in the Forms of Religious Life|anno=1996|editore=Brill|collana=Studies in the History of the Ancient Near East|volume= 7|isbn=978-90-04-10410-5|lingua=en |cid=Van Der Toorn}}
* {{Cita libro|nome=Pierre-Louis|cognome=Viollet|titolo=L'hydraulique dans les civilisations anciennes |editore=Presses des ponts |città=Parigi|lingua=fr|anno= 2005 |isbn=978-2-85978-397-6|cid=Viollet}}
* {{Cita libro|nome=John H.|cognome=Walton|titolo=Ancient Israelite Literature in Its Cultural Context: A Survey of Parallels Between Biblical and Ancient Near Eastern Texts|editore=Zondervan Publishing House |città= |lingua=en |annooriginale= 1989|anno= 1990 |isbn=978-0-310-36591-4|cid=Walton}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=From Ebla to Damascus: Art and Archaeology of Ancient Syria|rivista= Archeology|numero= 38|nome= Harvey |cognome=Wiess|editore=Mohr Siebeck|anno= 1985|pp=58-61 |lingua=en |cid=Wiess}}
* {{Cita libro|nome=Arne|cognome=Wossink|titolo=Challenging Climate Change: Competition and Cooperation Among Pastoralists and Agriculturalists in Northern Mesopotamia (c. 3000–1600 BC)|editore=Sidestone Press|città=|lingua=en|anno= 2009 |isbn=978-90-8890-031-0|cid=Wossink}}
* {{Cita libro|nome=Nele|cognome=Ziegler|nome2=Dominique|cognome2=Charpin|titolo=Mari et le Proche-Orient à l'époque amorrite. Essai d'histoire politique|editore=SEPOA|città=Parigi|lingua=fr|anno= 2003 |volume= V |opera= Florilegium. Marianum |isbn=978-2-85978-397-6|cid=Ziegler}}
* {{Cita pubblicazione|rivista=Mari. Annales des recherches interdisciplinaires|editore=De Boccard |città=Parigi |lingua=fr|cid=Annales}}
 
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* {{fr}} [http://www.clio.fr/BIBLIOTHEQUE/mari_capitale_sur_leuphrate.asp Jean-Claude Margueron, ''Mari, capitale sur l'Euphrate''] sul sito Clio.fr
* {{cita web|http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/syria_0039-7946_1940_num_21_1_4179|André Parrot, Les Fouilles de Mari. Sixième campagne (automne 1938)}}
* [http://www.biblearchaeology.org/post/2006/02/06/Great-Discoveries-in-Biblical-Archaeology-The-Mari-Archive.aspx Great Discoveries in Biblical Archaeology: The Mari Archive] di Bryant G. Wood
* [http://whc.unesco.org/en/tentativelists/5702/ Mari & Europos-Dura sites of Euphrates Valle] nel sito dell'[[UNESCO]]
* [https://web.archive.org/web/20161105212155/http://popular-archaeology.com/issue/september-2011/article/ancient-mesopotamian-city-in-need-of-rescue Ancient Mesopotamian city in need of rescue], di Dan McLerran, 13/09/2011, nella rivista online "Popular Archaeology"
* [http://hisd.tors.ku.dk/map/deir-ez-zor/mari/ Archaeological site of Mari], nel sito dell'[[università di Copenaghen]]
* [https://miw-culturalheritage.blogspot.it/2011/04/il-palazzo-di-zimri-lim-mari-siria.html Il palazzo di Zimri-Lim a Mari (Siria)], in "Cultural Heritage", 28 aprile 2011
* [http://www.viagginellastoria.it/archeoletture/archeologia/1947mari.htm 5000 anni or sono sulle rive dell'Eufrate], di Ernesto Bertarelli; da: "Sapere", ed. Hoepli, a.XIII, vol.XXVI, n.303-4, 31 agosto 1947
 
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