Tevere e Oratorio di Sant'Erasmo (Bonassola): differenze tra le pagine

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{{Edificio civile
{{Fiume
|nome edificio = Ex oratorio di Sant'Erasmo
|nome= Tevere
|immagine= FiumeBonassola-oratorio teveresant'erasmo-complesso1.JPGjpg
|didascalia =
|lunghezza= 405
|paese = ITA
|altitudine= 1268
|divamm1 = [[Liguria]]
|portata= a Roma: 239
|città = Bonassola
|bacino= 17 375
|cittàlink =
|nasce= [[Monte Fumaiolo]]
|indirizzo = via Berroni
|nasce_lat = 43.786922
|stato =
|nasce_long = 12.077667
|demolito =
|sfocia= [[Mar Tirreno]]
|distrutto =
|sfocia_lat = 41.740548
|periodo costruzione = XVI secolo
|sfocia_long = 12.233389
|inaugurazione =
|nazione= ITA
|uso = esposizioni, manifestazioni
|attraversa_p= {{IT-EMR}}<br />{{IT-TOS}}<br />{{IT-UMB}}<br />{{IT-LAZ}}
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|mappa=Tiber.PNG
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Comune di Bonassola
|stato completamento = <!-- di default è "in uso" -->
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''oratorio di [[Erasmo di Formia|Sant'Erasmo]]''' è stato un [[Chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[Chiesa cattolica|cattolico]] situato nel comune di [[Bonassola]], in via Berroni, in [[provincia della Spezia]]. La struttura è posizionata lungo le prime formazioni rocciose presso la spiaggia ad occidente del borgo.
Il '''Tevere''' (chiamato anticamente prima ''Albula'', poi ''Thybris'' ed infine ''Tiberis''<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 53.</ref>) è il principale [[fiume]] dell'[[Italia centrale]] e [[Italia peninsulare|peninsulare]]; con {{M|405|k|m}} di corso è il terzo fiume italiano per lunghezza (dopo il [[Po]] e l'[[Adige]]). Secondo solo al Po per [[ampiezza]] del [[bacino idrografico]] {{TA|({{M|17 375|k|m2}}),}} con quasi {{M|240||m3}}/[[Secondo|s]] di portata media annua alla foce è anche il terzo corso d'acqua nazionale (dopo il Po e il [[Ticino (fiume)|Ticino]]) per volume di trasporto. Inoltre è il 1º fiume [[Appennini|appenninico]] per lunghezza e portata.
 
== IlCenni nomestorici ==
[[File:Bonassola-oratorio sant'erasmo.jpg|thumb|left|L'oratorio]]
L'antico [[idronimo]] del fiume era ''Albula'', per la tradizione in riferimento al colore chiaro delle sue acque bionde.<ref name="Livio1,3">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 3.</ref><ref>Un'altra ipotesi è che il nome risalga alle antiche popolazioni preindoeuropee - che avevano una lingua parente di quella degli attuali Baschi - e "Al" starebbe a significare acqua: sono infatti decine i corsi d'acqua e le località in tutta Europa che iniziano per Al, Alb, Alba. Ad esempio c'è un fiume Albula in Svizzera, un torrente Albula nelle Marche, un lago Albano nel Lazio. Anche Olbia, Elba, ecc sono derivate da Albis = "terra lungo un fiume, lungo un canale" (fonte: G. Semerano: Le origini della cultura europea )</ref>
Secondo le fonti storiche l'edificio fu edificato nel corso del XVI secolo con l'iniziale intitolazione verso [[San Nicola di Bari|san Nicola da Bari]] e [[Erasmo di Formia|sant'Erasmo]]. Presso l'oratorio si svolgevano anticamente le adunanze dei pescatori e marinai di Bonassola, in merito alle decisioni da intraprendere per il bene della piccola comunità del borgo. L'edificio era anche sede di una locale confraternita che, secondo le fonti risalenti all'inizio dell'Ottocento, contava ancora centoventi praticanti tra donne e uomini.
Un altro antico nome del Tevere è stato ''Rumon'',<ref>[[Servio Mario Onorato]], Comm. in Aen. VIII, 63</ref> di [[Lingua etrusca|origine etrusca]], da molti collegato al nome di [[Roma]].<ref>[http://www.pittau.it/comune/roma_testo.html Pittau, ''Etimologia del toponimo Roma'']</ref>
 
L'oratorio venne quindi sconsacrato in tempi recenti, con il conseguente cambiamento d'uso dello stabile quale sede di manifestazioni ed eventi promossi dall'amministrazione comunale.
Il nome attuale deriverebbe secondo la tradizione dal [[re latino]] [[Tiberino Silvio]], che vi si sarebbe annegato.<ref name="Livio1,3"/> In realtà già gli [[Etruschi]] lo chiamavano ''Thybris'' secondo [[Virgilio]].<ref>[http://books.google.it/books?id=yNnRyIHVt1wC&pg=PA52 Gian Enrico Manzoni, ''Pugnae maioris imago: intertestualità e rovesciamento nella seconda esade dell'Eneide'', Editore Vita e Pensiero, Roma 2002, p. 52 e seguenti]</ref>
 
== Il corsoDescrizione ==
[[File:TevereBonassola-oratorio diagrammasant'erasmo-sagrato affluentie scalinata.svgjpg|thumb|Diagramma degli affluentiParticolare del Teverepiccolo sagrato]]
[[File:Sorgente-tevere-fumaiolo.jpg|thumb|Sorgente del Tevere su Monte Fumaiolo]]
[[File:Colonna tevere.jpg|thumb|Colonna in travertino alla sorgente del Tevere]]
[[File:Tevere foce aerea 2005 0817.jpg|thumb|Vista aerea della foce del Tevere]]
[[File:Fiume tevere - Perugia 1.jpg|thumb|Il Tevere alle porte di Perugia]]
La sorgente del fiume Tevere si trova sulle pendici del [[Monte Fumaiolo]] a {{M|1 268||m}} [[Livello del mare|s.l.m.]], sul lato che volge verso la [[Toscana]], vicino alle [[Balze di Verghereto|Balze]], frazione del comune di [[Verghereto]] (in [[Provincia di Forlì-Cesena]]).
 
L'edificio si presenta semplice, preceduto da una piccola piazza con sei gradini, a forma rettangolare lunga e stretta. La facciata ha la particolarità di essere divisa, per via dei disegni pittorici, in due parti orizzontali e quattro verticali e con la presenza di una lunetta sopra la trabeazione dipinta.
Fu [[Benito Mussolini|Mussolini]] che nel [[1923]]<ref name=autogenerato1>[http://www.comune.verghereto.fc.it/index.asp?m1_cod=23&m2_cod=126&a=1&w_tipo=D COMUNE DI VERGHERETO Via Caduti D'Ungheria, 11 - 47028 Verghereto Tel: 0543/902313 Fax: 0543/902377<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> fece spostare i confini regionali, includendo il Monte Fumaiolo e la cosiddetta [[Romagna Toscana]] nella [[Emilia-Romagna|regione]] a [[est]] dell'[[Appennino Tosco-Emiliano|Appennino]]: ciò per assecondare il suo desiderio che le sorgenti del Tevere si trovassero nel forlivese, cioè nella sua provincia di origine.<ref name=autogenerato1 /> Accanto alla sorgente, nel 1934, è stata posta una colonna di travertino dove appaiono anche tre teste di lupo e sovrastata da un'aquila rivolta verso Roma (simbolo imperiale riutilizzato in epoca fascista), con incisa la frase: ''Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma''.<ref>[http://www.unpontesultevere.com/index.php?option=com_content&view=article&id=88:alle-sorgenti-del-tevere&catid=1:ultime&Itemid=50 Alle sorgenti del Tevere<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Presso l'altare maggiore, sito nel rialzato presbiterio e decorato con finto marmo, è custodita la tela ritraente la ''Madonna col Bambino con san Giuseppe e quattro angeli''. Il dipinto fu danneggiato, soprattutto nella parte centrale, durante un'incursione militare nelle fasi della [[seconda guerra mondiale]]; la tela è stata recentemente restaurata e ricollocata nella sua posizione originale.
Questo è lo schema dei 405&nbsp;km di corso del suo percorso dall'[[Appennino]] al [[Tirreno]]:<ref>[http://www.abtevere.it/node/379 Il Tevere | Autorità di Bacino del fiume Tevere<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* A pochi chilometri dalla sorgente, il Tevere lascia la [[Romagna]] (ossia la [[Provincia di Forlì-Cesena]]) ed entra in [[Toscana]] (nella [[provincia di Arezzo]]), attraversandola per un breve tratto con regime torrentizio. Tra [[Pieve Santo Stefano]] e [[Sansepolcro]], assieme a tre [[affluenti]] minori, dà vita al [[Lago di Montedoglio]].
 
* Attraversa poi l'[[Umbria]] scendendo da quota 300 a quota {{M|50||m}} (''Alta valle tiberina'').
 
Alla fine del tratto collinare del percorso fu realizzata durante gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] una [[diga]] finalizzata alla generazione di [[energia elettrica]], all'epoca destinata soprattutto alle ''[[Acciaierie di Terni]]'', le cui acque alimentano due [[bacino artificiale|bacini artificiali]]: il [[Lago di Corbara]], direttamente a valle della diga, e il successivo piccolo [[lago di Alviano]], 500 ettari di ambiente umido che ospitano un'[[Oasi urbana del Tevere|oasi naturalistica]].<br />Questo tratto finale del corso del Tevere in Umbria di circa 50&nbsp;km costituisce il [[Parco fluviale del Tevere]].<br />Da [[Città di Castello]] il fiume incrementa progressivamente nella portata, passando da 15&nbsp;m³/s presso quest'ultimo centro, a 47,5 dopo la [[confluenza]] con l'affluente [[Chiascio]], a 69,5 dopo quella con il [[Paglia (fiume)|Paglia]] e soprattutto a oltre 180 dopo la confluenza con il [[Nera (Italia)|Nera]], e comincia così a distendersi in numerosi ampi meandri attraverso la pianura da esso stesso generata, e segna il confine tra le province di [[Terni]], [[Rieti]] e [[Viterbo]].
* Arrivato a [[Orte]] tra [[Umbria]] e [[Lazio]], riceve le abbondanti acque del [[Nera (Italia)|Nera]]-[[Velino (fiume)|Velino]], e si accinge a delimitare la [[Tuscia]] e la [[Sabina]], dove il [[Treja]], [[L'Aia (torrente)|l'Aia (Imella)]] prima e il [[Farfa]] poi vi affluiscono, determinando una maggiore portata e i connotati fluviali. Le enormi anse si alternano a [[golene]] e aree ripariale, famoso è il fiasco che si può ammirare dai [[terrazzi alluvionali]] di [[Ponzano Romano|Ponzano]] e [[Forano]]. Alla confluenza del [[Farfa]] tra i comuni di [[Nazzano]] e [[Montopoli di Sabina|Montopoli]] si trova la [[Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa|Riserva naturale Tevere Farfa]], area umida di importanza internazionale per l'aviofauna migratoria e per la preservazione delle [[biodiversità]].
* Lento attraversa [[Roma]], ricevendo l'[[Aniene]] che gli incrementa a quasi 240&nbsp;m³/s la portata media e infine, dopo altri 30&nbsp;km, sfocia nel [[Mar Tirreno]], ad [[Ostia (Roma)|Ostia]] in un [[delta fluviale|delta]] di due soli bracci, uno naturale, detto ''Fiumara grande'', ed uno artificiale (il ''[[Canale di Traiano]]''), che delimitano l'[[Isola Sacra]], a [[Fiumicino]]. Nell'antichità i bracci erano tre essendo la foce del tevere nei pressi di Ostia Antica.
 
Come si vede nel diagramma, il bacino del Tevere è ricco di affluenti e subaffluenti, ma il fiume riceve la maggior parte delle sue acque dalla riva sinistra, dove ha come adduttori principali il sistema [[Chiascio]] - [[Topino]], il [[Nera (Italia)|Nera]] (che raccoglie le acque del [[Velino (fiume)|Velino]]) e l'[[Aniene]]. I tributari della riva destra sono il [[Nestore (fiume)|Nestore]], il [[Fiume Paglia|Paglia]] (con il [[Chiani]]), e il [[Treja]], a cavallo tra le province di [[Provincia di Roma|Roma]] e [[Provincia di Viterbo|Viterbo]], attorno al quale, in consorzio fra i comuni di [[Mazzano Romano]] e [[Calcata]], è stato costituito dal [[1982]] il [[Parco regionale Valle del Treja]].
 
Le principali località attraversate sono [[Pieve Santo Stefano]], [[Sansepolcro]], [[Città di Castello]], [[Umbertide]], [[Orte]] e [[Roma]]. Passa anche nelle immediate vicinanze di [[Perugia]], [[Marsciano]], [[Deruta]] e [[Todi]].
 
Il fiume fu utilizzato per molti secoli come via di comunicazione: in epoca romana il naviglio mercantile poteva risalire direttamente fino a Roma, all'Emporio che era situato ai piedi dell'[[Aventino]], mentre barche più piccole e adatte alla navigazione fluviale trasportavano merci e prodotti agricoli dall'Umbria, attraverso un sistema navigabile capillare che penetrava nella regione anche attraverso gli affluenti, in particolare Chiascio e Topino.
 
== Il Tevere a Roma ==
[[File:Romolo e remo.jpg|thumb|''Romolo e Remo, la lupa, il Tevere e [[Rea Silvia]], il fico e [[Faustolo]]'', [[Rubens]], 1616]]
[[File:Tiber river.jpg|thumb|Il Tevere a Roma]]
 
=== L'antichità: leggende e usi del Tevere ===
Il Tevere, fin dalla sua nascita, è stato l'[[anima]] di Roma, e il fatto che la città gli debba la propria stessa esistenza è descritto già dalla prima scena della leggenda di fondazione, con [[Romolo e Remo]] nella cesta che, arenati sotto il ''ficus ruminalis'', succhiano il colare zuccherino dei frutti in attesa di una vera poppata.<ref>[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.2-3.</ref>
 
Tutti gli insediamenti preromani il cui convergere diede luogo alla Roma storica "vedevano" il Tevere, ma dall'alto e non da vicino (si pensi ad ''[[Antemnae]]'', ad esempio), per evidenti ragioni di difesa e perché il Tevere è sempre stato un fiume soggetto a piene improvvise.
 
Il punto in cui la pianura alluvionale era più sicuramente guadabile era l'Isola Tiberina, accanto alla quale (in quella zona che sarebbe poi divenuta il [[Foro romano]] a partire da un più modesto ''Foro boario'') si localizzò in origine il punto di scambio tra le popolazioni [[Etruschi|etrusche]] che dominavano la riva destra (detta poi ''Ripa Veientana'') e i villaggi del [[Latium vetus]] sulla riva sinistra (la ''Ripa Graeca'').
 
L'Isola era, inoltre, il punto fin dove le navi antiche, di basso pescaggio, potevano risalire direttamente dal mare.
 
Poco a valle dell'Isola fu costruito (in legno, e tale rimase per diversi secoli) il primo [[ponte]] di Roma, il [[Ponte Sublicio]]. Per le popolazioni arcaiche erano così importanti, questo ponte e la sua manutenzione, che in relazione ad essi nacque il più antico e potente sacerdozio romano: il ''[[Pontefice massimo (storia romana)|Pontifex]]''.
 
Il fiume stesso era considerato una divinità, personificata nel ''[[Tiberino|Pater Tiberinus]]'': la sua festa annuale (le ''Tiberinalia'') veniva celebrata l'8 dicembre, anniversario della fondazione del tempio del dio sull'Isola Tiberina ed era un rito di purificazione e propiziatorio.
 
Secondo Virgilio, durante la guerra fra troiani e italici [[Enea]] decapitò il giovane nemico [[Tarquito]] facendone poi rotolare testa e busto nella foce del Tevere.<ref>Virgilio, ''Eneide'', X.</ref>
 
=== Porti e trasporti sul Tevere ===
[[File:PortoDiRipettaByRoeslerFranz.jpg|thumb|Il porto di Ripetta verso il 1880 ([[Ettore Roesler Franz]])]]
[[File:Trastevere - porto Leonino 1230796.JPG|thumb|Il porto Leonino oggi]]
[[File:040227 03 tevere PortaPortese.jpg|thumb|Resti dell'emporio romano a [[Testaccio]]]]
Progredendo l'interramento del fiume, le navi non poterono più arrivare come in epoca classica fino all'emporio (sotto l'attuale rione di [[Testaccio]]), ma merci e passeggeri continuavano a giungere a Roma via fiume, col metodo dell'alaggio, cioè su chiatte o barconi che venivano rimorchiati dalla riva: la forza motrice per risalire il Tevere, che nei periodi di magra non offriva più di due metri e mezzo di pescaggio, era generalmente costituita da buoi ma anche, al bisogno, da uomini. Il sistema era ancora in uso a metà dell'Ottocento, quando i buoi vennero sostituiti da rimorchiatori a vapore, che trascinavano tre o quattro chiatte, come avveniva sulla [[Senna]] fino a non molti anni fa.
 
Il porto dell'Emporio era stato abbandonato già in epoca medioevale, e il nuovo attracco si consolidò sulla riva destra (che era detta "Ripa Romea": era in effetti molto più comodo, per i pellegrini, sbarcare sulla riva dove era posto il Vaticano). Questo approdo era detto, per antonomasia, Ripa. Modificando il percorso delle mura a porta Portese, il porto venne ricostruito nel 1642 un po' più a monte, all'interno della cinta daziaria, in corrispondenza dell'[[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele]], e divenne il [[Porto di Ripa Grande e arsenale pontificio|porto di Ripa Grande]], dedicato a merci e uomini in arrivo da [[Ostia (città antica)|Ostia]].
 
Sulla riva sinistra, a monte di [[Castel Sant'Angelo]], venne costruito nel [[1704]] il [[porto di Ripetta]], dedicato soprattutto al traffico con il retroterra umbro.
Ebbe sede qui l'[[idrometro]] storico del Tevere, installato nel [[1821]], e che aveva come zero idrometrico il settimo gradino della scalinata del porto stesso.
 
Più a valle sulla riva destra, poco più giù di [[porta Santo Spirito]] c'era un altro porto. Era detto "porto dei travertini" perché era stato utilizzato per i marmi destinati alla costruzione della [[basilica di San Pietro]]. Fu poi fatto ricostruire all'inizio dell'Ottocento (1827) da [[Leone XII]], come porto di servizio della città Leonina e da lui prese il nome. Il porto fu dotato in quell'occasione anche di una fontana che utilizzava il condotto dell'acqua [[Giovanni Maria Lancisi|lancisiana]] che era stato riattivato sotto [[Pio VII]]; il mascherone che l'adornava è quello che arricchisce oggi la fontana fuori dal [[giardino degli Aranci]]. Un secolo dopo, la costruzione dei muraglioni e l'abbandono del trasporto fluviale lo obliterarono completamente. Ne rimane la traccia nella doppia scala che scende alla banchina da piazza della Rovere, e nella lapide a memoria dei lavori, che è stata conservata.
 
[[File:Battelli sul Tevere - 01 imbarco.JPG|thumb|Imbarco dei battelli turistici a ponte Garibaldi (di fronte, l'[[isola Tiberina]])]]
Sul Tevere navigavano imbarcazioni di tutti i tipi (anche a vela: per discendere il fiume da [[Orte]] ci volevano tre giorni). Oltre alle chiatte trainate da rimorchiatori, alle barchette dei pescatori, c'erano anche piccole barche per trasbordare le persone da una riva all'altra: non si dimentichi che fino alla caduta dello [[Stato Pontificio]] i ponti cittadini sul Tevere erano soltanto 4: [[Ponte Milvio|ponte Mollo]], il [[Ponte Sant'Angelo|ponte di Castello]], [[ponte Sisto]] e i due ponti attraverso l'[[isola Tiberina]] - [[ponte Cestio]] e il [[ponte dei Quattro Capi]].
 
Per via fluviale, circumnavigando l'Italia dal [[lago Maggiore]] al [[Ticino (fiume)|Ticino]], al [[Po]], all'[[Adriatico]] e infine risalendo il Tevere fino ai piedi della basilica con un viaggio di quattro anni, arrivarono dalle cave di [[Baveno]] e [[Montorfano]] le 150 colonne monolitiche di marmo bianco del nuovo portico della [[basilica di San Paolo fuori le mura]].
 
L'ultimo grande trasporto via fiume, su una chiatta di cemento appositamente costruita, fu quello effettuato nel [[1929]], dei marmi provenienti dalle [[Alpi Apuane]] e destinati all'obelisco del [[Foro Italico (Roma)|Foro Italico]], fin dove risalirono, appunto, via fiume<ref>Immagini di questo "trasporto eccezionale" sono reperibili nel sito dell'[[Istituto Luce]].</ref>.
 
Lo sviluppo del trasporto stradale e ferroviario, la costruzione nel tempo di ben 23 [[diga|dighe di sbarramento]] lungo l'intero bacino e il progressivo interramento del basso corso del fiume hanno completamente annullato questo utilizzo (durato fin verso la metà dell'Ottocento), e ormai la navigazione fluviale si limita a fini sportivi ([[canottaggio]]) e turistici, con battelli che dalla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] percorrono tratti del corso romano del fiume.
<br />A causa delle soglie costruite all'altezza dell'[[isola Tiberina]] per regolare e armonizzare il flusso del fiume, la navigazione sul fiume è divisa in due tratte, una verso monte, dall'isola a ponte Risorgimento, l'altra verso il mare, da ponte Marconi a Ostia Antica.
 
Va tenuto presente, quando si riflette sull'uso del Tevere, che attualmente sono 36, i soggetti pubblici che hanno titolo ad intervenire sul Tevere: il numero rende evidenti, da solo, le difficoltà che presenta ogni nuovo progetto d'uso o di intervento.
 
=== Le "mole" ===
[[File:IsolaTiberinaEPonteCestioByRoeslerFranz.jpg|thumb|Roesler Franz, I molini all'Isola]]
Un'altra presenza sul fiume, che datava dal medioevo e della quale ora non c'è più traccia, erano i molini ad acqua (a Roma detti "mole", anche nel linguaggio ufficiale della burocrazia [[annona (economia)|annonaria]]), ancorati in gran parte, da ultimo, vicino all'Isola Tiberina.
 
La storia delle mole a Tevere iniziò quando [[Vitige]], tagliando durante l'assedio del [[537]] l'[[Acquedotti di Roma#Aqua Traiana|acquedotto Traiano]] che forniva energia ai [[mulino|mulini]] installati sul [[Gianicolo]], costrinse [[Belisario]] a cercare una nuova soluzione per l'approvvigionamento di [[farina]] dei romani assediati. La soluzione trovata fu quella di installare coppie di barche incatenate: ogni coppia era dotata, al centro, di una ruota che azionava le [[macinazione|macine]] di pietra alloggiate sulle barche stesse. La prima coppia era incatenata alle rive del fiume presso il Ponte di Agrippa (l'attuale [[Ponte Sisto]])<ref>quindi all'interno della cinta delle [[Mura Aureliane]], che in quel punto scavalcavano il fiume fino a [[Porta Portese]], a protezione di [[Trastevere]] e del [[Gianicolo]] e per ostacolare gi attacchi dalla [[via Aurelia]].</ref>, le altre erano collegate alla prima. A monte di questo sistema di molini galleggianti furono installate palafitte di riparo, allo scopo di deviare i tronchi con i quali i Goti cercavano di travolgerlo.
 
Nei secoli successivi si continua ad avere notizie dei molini sul Tevere - anche se non se ne hanno rappresentazioni sulle mappe fino alla fine del [[XV secolo|Quattrocento]]<ref>Si veda ad esempio nella ''Cronica'' dell'Anonimo romano, Cap. XV, ''Dello grannissimo diluvio e piena de acqua'', dove si narra di una piena di cinque giorni sotto il pontificato di [[Clemente VI]], che ''«Danniao lo territorio de Roma più de dociento migliara de fiorini. Anche ruppe le catene e·lli ignegni delli mulinari e menaone da cinque bone mole, le quale connusse allo mare. Allora fuoro le mole perdute, aitre moite deslocate recuperate a granne pena.»''([http://bepi1949.altervista.org/cronica/cronica3.html]).</ref> - che appaiono però dislocati più a valle, verso l'[[Isola Tiberina]]<ref>Si veda, nella stessa ''Cronica'' al cap. XVIII, sulla nascita di Cola di Rienzo: ''«Fu nato nello rione della Regola. Sio avitazio fu canto fiume, fra li mulinari, nella strada che vao alla Regola, dereto a Santo Tomao, sotto lo tempio delli Iudei»''([http://bepi1949.altervista.org/cronica/cronica3a.html]).</ref>.
 
[[File:The Castel Sant'Angelo from the South.jpg|thumb|[[Gaspar van Wittel]], veduta di Castel Sant'Angelo con la mola]]
La collocazione attorno all'Isola non fu però mai esclusiva: ci furono mole sull'ansa a monte di Ponte Sisto sia sulla riva sinistra (esiste ancora in fondo a [[via Giulia]], una ''via delle Mole dei Fiorentini''), che sulla riva destra sotto [[Chiesa di Santo Spirito in Sassia|Santo Spirito in Sassia]], all'altezza all'incirca del [[Ponte Neroniano]].
 
A un certo punto dell'alto medioevo (non si sa quando), i molini furono ancorati singolarmente alla riva, assumendo la struttura che conosciamo dalle rappresentazioni. L'impianto era costituito da:
* un manufatto detto "torretto", sulla riva, a cui era legata, con catene di ferro, la mola<ref>In un'incisione di [[Piranesi]] il [[Ponte Cestio]] è indicato come "Ponte Ferrato", per le catene delle mole che vi erano ormeggiate: il "torretto" poteva anche essere una struttura esistente.</ref>;
* un arco in muratura che poggiava da una parte sulla riva e dall'altra nel fiume;
* a questo si appoggiava una passerella di legno, che collegava il sistema alla terra, consentiva di movimentare (a dorso d'asino) i carichi di cereali e di grano, e ammortizzava le variazioni di altezza del fiume;
* la passerella portava all'imbarcazione più ampia, coperta e sormontata da una croce, nella quale era alloggiata la macina e avveniva la lavorazione;
* la ruota, orizzontale, installata per traverso alla corrente, che trasmetteva il proprio movimento alla macina;
* un'altra imbarcazione più piccola (detta "barchetto"), che supportava l'asse della ruota verso il centro del fiume.
 
=== Alluvioni ===
{{vedi anche|Piene del Tevere a Roma}}
[[File:Le alluvioni del Tevere a Santa Maria sopra Minerva 00329.JPG|thumb|Memorie delle alluvioni del Tevere nei secoli a Santa Maria sopra Minerva]]
 
I muraglioni di contenimento dei Lungotevere (ma non accade diversamente a [[Parigi]] e a [[Firenze]]), rendono oggi difficile immaginare quanto "fluviale" potesse essere la città antica e quanto lo fosse ancora un secolo fa. Ma questa connessione con il fiume, che certo era una risorsa economica notevole, era anche - da sempre - ad alto rischio.
 
Già [[Livio]] attesta che le piene del Tevere, spesso disastrose (come quelle del [[215 a.C.]]<ref>{{cita|Livio|XXIV, 9.6}}.</ref>), erano ritenute dal popolo romano annunciatrici di eventi importanti o punizione degli dei irati, e certo comportavano - oltre che distruzioni - [[epidemia|epidemie]] causate dal ristagno delle acque.
Ancora nel [[XIX secolo]] il fatto che l'arrivo dei Piemontesi a Roma fosse stato salutato da una disastrosa inondazione, il 28 dicembre [[1870]], confermò il popolo romano nella sua opinione antica e mai abbandonata.
 
Le grandi piene (mediamente almeno 3 o 4 per secolo) sono sempre arrivate a Roma dalla [[via Flaminia]]: a valle dell'ultima confluenza con l'Aniene il fiume, libero fin lì di distendersi su territori pianeggianti e praticamente [[golena]]li, incontrava costruzioni e ponti che lo ostacolavano (ripetutamente il Ponte Sublicio era stato trascinato via dalle alluvioni) e si incanalava rovinoso per vie e piazze.
 
[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] immaginò di raddrizzare i meandri urbani del fiume deviandolo attorno al [[Gianicolo]] (cioè facendogli evitare [[Trastevere]] e la pianura dei Fori) e canalizzandolo attraverso le [[Paludi Pontine]] in direzione del [[Circeo]]. [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]], di temperamento più realista e "amministrativo", dopo aver nominato una commissione di 700 esperti si limitò a disporre la pulizia dell'alveo fluviale e ad istituire una magistratura apposita, i ''Curatores alvei et riparum Tiberis'', carica che [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] tenne per tutta la vita.
Gli esperti di [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] suggerirono di deviare le acque del Chiani verso l'[[Arno]], ma per l'opposizione dei fiorentini non se ne fece nulla (il progetto fu riesumato - e ugualmente abbandonato - nel 1870). A [[Traiano]] si deve il completamento del canale di Fiumicino (la cosiddetta ''Fossa Traiana'') iniziato da [[Claudio]], funzionale alla navigabilità del fiume, ma anche a migliorare il deflusso delle acque verso il mare.
 
L'ultimo imperatore che dispose una pulizia radicale dell'alveo e un'arginatura del fiume fu [[Aureliano]].
 
=== Il drizzagno del Tevere ===
 
Incessantemente Roma nei secoli venne allagata dalle piene del Tevere, un vero flagello per l'Urbe. Ancora sui vecchi muri del centro storico vi sono lapidi che ricordano il livello delle acque raggiunto da quelle alluvioni (vedi la foto sopra). L'ultima grande alluvione avvenne nel dicembre 1937 allorché il governo fascista decise di ampliare notevolmente il progetto già in attuazione dal 1936 da parte del Ministero dei Lavori Pubblici e quello dell'Aeronautica, ora con i cantieri allagati. Questo progetto prevedeva, tra l'altro, di accorciare il corso del Tevere per aumentare il deflusso delle acque verso il mare. Ciò era possibile tagliando un'ansa del fiume di circa 8&nbsp;km che si trovava in località [[Spinaceto]], a valle di Roma,<ref>Spinaceto si trova tra Roma e il mare; il tratto del drizzagno realizzato è esattamente dove il Raccordo anulare attraversa il Tevere</ref> realizzando il [[drizzagno del Tevere]]. I lavori ripartirono su vasta scala dal 1938, scavando un nuovo alveo rettilineo di oltre 1&nbsp;km di lunghezza insieme a colossali lavori di sbancamento che portarono i nuovi argini del Tevere a ben 400 metri di larghezza, creando un alveo capace di contenere anche le piene più copiose. Il 12 agosto del 1940 l'allora capo del governo Mussolini inaugurò il drizzagno facendo esplodere gli ultimi diaframmi e deviando le acque nel nuovo alveo artificiale. Già dall'inverno del 1940 questo invaso, assieme al nuovo drizzagno, scongiurarono il pericolo di altre grandi alluvioni, alluvioni che da allora, a Roma, non si verificarono più per straripamento del Tevere.
 
=== Idrometri ===
Il porto di Ripetta fu demolito nel [[1893]] per costruire il [[Ponte Cavour]], fondamentale per l'urbanizzazione del nuovo rione dei [[Prati (rione di Roma)|Prati di Castello]] e l'idrometro sistemato sul muro laterale della chiesa di [[Chiesa di San Rocco all'Augusteo|San Rocco]]. In corrispondenza del nuovo ponte, 5 anni dopo venne sistemato il nuovo idrometro, con lo stesso zero idrometrico. L'attuale stazione idrometrica è situata, dal [[1941]], 5 chilometri più a valle, a Porta Portese (via Portuense 49).
 
Le osservazioni sulla portata del Tevere a Roma, iniziate nel [[1782]] per iniziativa dell’abate [[Giuseppe Calandrelli]], direttore dell’Osservatorio astronomico e meteorologico di [[Collegio Romano]], costituiscono ad oggi la serie storica più rilevante tra le osservazioni sistematiche dei fiumi italiani<ref>fonte: [http://www.protezionecivilecomuneroma.it/sito/upload/images/ardis_portata.pdf ARDIS - Regione Lazio].</ref>.
 
===Muraglioni===
[[File:Tevere - le lupe a Tevere 07.JPG|thumb|Lupe sui muraglioni]]
La spinta definitiva a riprendere l'elaborazione di un sistema di difesa della città dalle furie del suo fiume venne certamente dalla disastrosa alluvione che salutò l'ingresso dei Piemontesi a Roma, il 28 dicembre 1870. L'inondazione arrivò, quella volta, a più di 17 metri oltre il livello normale del fiume (praticamente fino a [[piazza di Spagna]]). Il 1º gennaio [[1871]] fu nominata un'apposita Commissione di studio che in quattro anni non produsse risultati. Nel [[1875]] [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], arrivato a Roma come parlamentare, risuscitò l'idea di Cesare di deviare il corso del fiume presentando una proposta in merito. L'ipotesi suscitò gran dibattito, apparendo ad alcuni quasi blasfema, ma facendo balenare, ad altri, il sogno di ritrovamenti smisurati di tesori, archeologici o propriamente preziosi, inabissati nel fiume lungo i secoli.
 
[[File:Roma 2011 08 07 Battello sul Tevere.jpg|Navigazione turistica sul Tevere|thumb]]
La proposta di Garibaldi risuscitò comunque la Commissione, che il 23 settembre non approvò il progetto di Garibaldi, ma quello conservativo dell'ingegnere [[Raffaele Canevari]]. Esso prevedeva l'arginatura del corso del fiume da [[Ponte Milvio]] alla [[Basilica di San Paolo fuori le mura]], la ''"rimozione dei ruderi ed escavamento del fondo dell'alveo"'' ed una stabilizzazione della sua ampiezza a 100 metri, lo ''"studio della situazione di un porto in luogo di quello di Ripetta nella località che si troverà più opportuna"'', scongiurando però l'ipotesi, che pure era stata avanzata, dell'interramento del braccio sinistro del fiume a lato dell'Isola Tiberina (quello del Ponte Quattro Capi), e quindi la sua scomparsa.
 
Alla fine del [[1876]] il Governo assegnava l'appalto del primo lotto dei lavori, che durarono 25 anni. Il Porto di Ripetta non fu mai ricostruito, ma una nuova piena disastrosa del fiume nel [[1900]], che superò i 16 metri, mostrò che il contenimento fornito dai muraglioni funzionava (anche se alla fine crollarono 125 metri di argine tra [[Ponte Garibaldi (Roma)|Ponte Garibaldi]] e [[Ponte Cestio]]). L'ultimo tratto dell'opera, sotto l'Aventino, fu completato nel [[1926]], a cinquant'anni dall'inizio.
 
Salvata dalle esondazioni e bonificata dall'umidità che ristagnava nelle fondazioni dei rioni cresciuti lungo il Tevere, la città perse tuttavia il contatto con il suo fiume. Le demolizioni che furono effettuate per far spazio all'arginatura, e la standardizzazione dell'altezza delle rive fecero sì che alcune delle strade storiche che corrono a lato del fiume restassero al di sotto del livello dei [[Lungotevere]] (è sufficiente, per rendersene conto, una passeggiata in [[Via Giulia]]), e che andasse in parte smarrito il senso delle situazioni urbanistiche e architettoniche di molti edifici, anche importanti, che erano stati costruiti sulle rive, dotati di giardini e approdi sul fiume - si pensi ad esempio, a [[Palazzo Falconieri]], o alla [[Villa Farnesina]] alla Lungara.
 
Con i muraglioni e l'inquinamento urbano scomparvero anche - un po' più lentamente ma irrevocabilmente - figure legate al fiume, come i barcaioli o i ''fiumaroli''<ref>Erano cittadini che passavano le giornate in riva ''a Fiume'', come per antonomasia era chiamato in romanesco il Tevere - o anche, tra il fiume e le osterie dei paraggi. Vd. [http://www.archiviocapitolinorisorsedigitali.it/search/view_res_fulltext.php?res=?file=archivio_69_index/1676_2_20_1945_07_08_09_11-13_00002.txt&amp;q= Aroldo Coggiatti, ''Gente di Fiume'', in "Capitolium", 1945 (XX), N° 7 - 8 - 9, pp. 41-43].</ref>, e le loro attività commerciali ed artigiane.
 
== Il Tevere nelle vedute di [[Ettore Roesler Franz|Roesler Franz]] ==
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File:CastelSantAngeloByRoeslerFranz.jpg|Tevere a [[Castel Sant'Angelo (monumento)|Castel Sant'Angelo]]
File:PortodiRipettaEMonteBrianzoByRoeslerFranz.jpg|Il porto di Ripetta e Monte Brianzo
File:TevereAMonteBrianzoByRoeslerFranz.jpg|Tevere a Monte Brianzo
File:IlTevereDaPonteSistoByRoeslerFranz.jpg|Tevere a [[Ponte Sisto]]
File:Ettore Roesler Franz ViaDellaFiumaraAllagata.jpg|via della Fiumara allagata, al [[Ghetto di Roma|Ghetto]]
File:IsolaTiberinaEPonteCestioByRoeslerFranz.jpg|L'Isola Tiberina verso Ponte Cestio
File:SanCrisogonoByRoeslerFranz.jpg|Tevere a San Crisogono
File:PortoDiRipaGrandeByRoeslerFranz.jpg|Il Porto di Ripa Grande
File:TerrazzaDeiGiardiniDellaFarnesinaByRoeslerFranz.jpg|Dai giardini della [[Villa Farnesina|Farnesina]]
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== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
;Fonti antiche
* {{Cita libro|autore=Tito Livio|wkautore=Tito Livio|titolo=Ab Urbe condita libri|url=http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita|volume=|cid=Livio|lingua=latino}} [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]
 
;Fonti storiografiche moderne
* Cesare D'Onofrio: ''Il Tevere''. Romana Soc. Ed., Roma 1980,
* Sergio Fulceri, Roberto Manescalchi, ''Dove il sacro fiume non è ancora biondo''. L’Universo, nº5, pp.&nbsp;706–707, 1992.
* Sergio Fulceri, Roberto Manescalchi,''I mulini della reglia di Anghiari''. L’Universo, nº6, p.&nbsp;860, 1992.
* Sergio Fulceri, Roberto Manescalchi,''Il corso del Tevere tra Anghiari e Sansepolcro. Notizie di interventi dal XII al XV secolo'', L’Universo, nº2, pp.&nbsp;279–280, 1993.
* Umberto Mariotti Bianchi, ''I molini sul Tevere''. Roma, Newton & Compton, 1996.
* Armando Ravaglioli: ''Il Tevere'' fiume di Roma - Storia, curiosità, prospettive. Tascabili economici Newton, Roma 1998.
* Marco Scataglini: ''Il viaggio del Tevere'', Guide Iter, maggio 2004
* Maria Margarita Segarra Lagunes: ''Il Tevere e Roma. Storia di una simbiosi''. Gangemi Editore, Roma 2004.
* Joël Le Gall: ''Il Tevere, fiume di Roma nell'antichità''. Edizioni Quasar, Roma 2005 <br />(prima edizione in francese: Joël Le Gall: ''Le Tibre, fleuve de Rome dans l'antiquité''. Presses universitaires de France, Paris 1953).
* ''Il Tevere a Roma, portolano'', a cura dell'Autorità Bacino del fiume Tevere e dal CITERA - Centro Interdisciplinare Territorio Edilizia Restauro Ambiente dell'Università "La Sapienza", in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Roma, novembre 2006
 
== Voci correlate ==
* [[Fiumi italianiBonassola]]
* [[CloacaOratorio Massima(architettura)]]
* [[Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato]]
* [[Fiume]]
* [[LagoErasmo di MontedoglioFormia]]
* [[Lungotevere]]
* [[Piene del Tevere a Roma]]
* [[Ponti di Roma]]
* [[Porta Portese]]
* [[Lista dei fiumi più lunghi d'Europa]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogettoInterprogetto|commons = Category:TiberSant'Erasmo (Bonassola)|preposizione=sull'}}
* [[:Commons:Ettore Roesler Franz|Il Tevere nelle immagini di Roma sparita di Ettore Roesler Franz]] su Commons
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.diocesilaspezia.it/|Sito della diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato}}
* [http://www.abtevere.it/index.htm Autorità di bacino del fiume Tevere]
* {{cita web|url=http://www.comune.bonassola.sp.it/sa/sa_p_testo.php?x=&idservizio=233&idtesto=30&idfoto=&fogliaClick=root1_7&node=7#7|titolo=Fonti e approfondimenti sul sito del Comune di Bonassola}}
* [http://www.arpa.umbria.it/canale.asp?id=422 Alto-medio e basso Tevere] (a cura di ARPA Umbria)
* [http://www.parks.it/parco.fluviale.tevere/ Il parco fluviale del Tevere]
* [http://www.parcotreja.it il Parco Regionale Valle del Treja]
* [http://www.argoweb.it/alviano/oasi/oasi.it.html l'Oasi naturalistica di Alviano]
* [http://www.isolatiberina.it/Muraglioni_i.html La storia dei muraglioni]
* [http://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/RSA2011_Acque.pdf Comune di Roma, ''Relazione sullo stato dell'ambiente'', dicembre 2011]
* [http://www.riservalitoraleromano.it/amb7.htm La storia del territorio] della [[Riserva naturale Litorale romano]]
* [http://www.idrografico.roma.it/default.aspx Regione Lazio Ufficio Idrografico e Mareografico di Roma]
 
{{Lungotevere}}
{{Ponti di Roma}}
 
{{portale|architettura|cattolicesimo|Provincia della Spezia}}
{{Portale|Lazio|Roma|Romagna|Scienze della Terra|Toscana|Umbria}}
 
[[Categoria:Tevere|Chiese !di Bonassola|Erasmo]]
[[Categoria:Oratori della provincia della Spezia]]
[[Categoria:Chiese dedicate a sant'Erasmo di Formia|Bonassola]]