Castel dell'Ovo e Oratorio di Sant'Erasmo (Bonassola): differenze tra le pagine

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{{Edificio civile
{{Infobox struttura militare
|nome edificio = Ex oratorio di Sant'Erasmo
|Nome = Castel dell'Ovo
|immagine= Bonassola-oratorio sant'erasmo-complesso1.jpg
|Nome originale = Castrum Lucullanum
|Parte dididascalia =
|paese = ITA
|Posizione geografica = Napoli
|divamm1 = [[Liguria]]
|Struttura = Castello, Fortezza
|città = Bonassola
|Immagine = Il_Castello_dell'Ovo_In_Napoli.JPG
|cittàlink =
|Larghezzaimmagine = 250px
|indirizzo = via Berroni
|Didascalia = Castel dell'Ovo
|Statostato =
|demolito =
|Stato attuale = ITA
|distrutto =
|Suddivisione = {{IT-CAM}}
|periodo costruzione = XVI secolo
|Città = [[Napoli]]
|inaugurazione =
|LatGradi = 40.828238
|uso = esposizioni, manifestazioni
|LatPrimi =
|LatSecondiarchitetto =
|LatNSingegnere = N
|appaltatore =
|LongGradi = 14.247288
|LongPrimicostruttore =
|proprietario = Comune di Bonassola
|LongSecondi =
|stato completamento = <!-- di default è "in uso" -->
|LongEW = E
|Tipologia = [[Villa romana]], [[Convento|Convento fortificato]], [[Castello|Castello medievale]], [[Prigione|Prigione di Stato]]
|Utilizzatore = [[Impero romano]], [[Ducato di Napoli]], [[Regno di Sicilia]], [[Regno di Napoli]], [[Regno delle Due Sicilie]]
|Primo proprietario = [[Lucio Licinio Lucullo]]
|Stile =
|Funzione strategica =
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = [[I secolo a.C.]]
|Termine costruzione = [[XVI secolo]]
|Costruttore =
|Materiale =
|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale =
|Proprietario attuale = Comune di [[Napoli]]
|Visitabile = Sì
|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici = [[Lucio Licinio Lucullo]]<br />[[Sergio II di Napoli]]<br />[[Ruggero II di Sicilia]]<br />[[Federico II di Svevia]]<br />[[Carlo I d'Angiò]]<br />[[Alfonso V d'Aragona]]<br />[[Ferdinando I delle Due Sicilie]]
|Occupanti =
|Azioni di guerra = [[872]]: le flotte di Napoli e Amalfi scacciano dall'isolotto i Saraceni<br />[[1503]]: il castello subisce l'attacco da Ferdinando II d'Aragona<br />[[1647]]: il castello viene utilizzato per attaccare i rivoluzionari guidati da Masaniello<br />[[1943]]: il castello viene utilizzato come struttura di difesa per gli attacchi da mare
|Eventi = [[V secolo]]: nel castello fu esiliato l'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augusto<br />[[XIII secolo]]: fu imprigionato Corradino di Svevia<br />[[XIX secolo]]: furono imprigionati Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Francesco De Sanctis.
|Note =
|Sito web =
|Ref = Fonti citate nel testo della voce
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''oratorio di [[Erasmo di Formia|Sant'Erasmo]]''' è stato un [[Chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[Chiesa cattolica|cattolico]] situato nel comune di [[Bonassola]], in via Berroni, in [[provincia della Spezia]]. La struttura è posizionata lungo le prime formazioni rocciose presso la spiaggia ad occidente del borgo.
Il '''castel dell'Ovo''' (''castrum Ovi'', in latino), è il castello più antico della città di [[Napoli]]<ref>[http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1433 Storia del Castel dell'ovo, comunenapoli.it]</ref> ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del [[Golfo di Napoli|golfo]]. Si trova tra i quartieri di [[San Ferdinando (quartiere di Napoli)|San Ferdinando]] e [[Chiaia]], di fronte l'attuale via Partenope (quartiere Santa Lucia).
 
== Cenni storici ==
A causa di diversi eventi che hanno in parte distrutto l'originario aspetto normanno e grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo [[Angioini|angioino]] ed [[Sovrani d'Aragona|aragonese]], la linea architettonica del castello mutò drasticamente fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi.
[[File:Bonassola-oratorio sant'erasmo.jpg|thumb|left|L'oratorio]]
Secondo le fonti storiche l'edificio fu edificato nel corso del XVI secolo con l'iniziale intitolazione verso [[San Nicola di Bari|san Nicola da Bari]] e [[Erasmo di Formia|sant'Erasmo]]. Presso l'oratorio si svolgevano anticamente le adunanze dei pescatori e marinai di Bonassola, in merito alle decisioni da intraprendere per il bene della piccola comunità del borgo. L'edificio era anche sede di una locale confraternita che, secondo le fonti risalenti all'inizio dell'Ottocento, contava ancora centoventi praticanti tra donne e uomini.
 
L'oratorio venne quindi sconsacrato in tempi recenti, con il conseguente cambiamento d'uso dello stabile quale sede di manifestazioni ed eventi promossi dall'amministrazione comunale.
== Origini del nome ==
Il suo nome deriva da un'antica leggenda secondo la quale il poeta latino [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] - che nel [[medioevo]] era considerato anche un mago - nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
 
== Descrizione ==
Durante il [[XIV secolo]], al tempo di [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], il [[castello]] subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell'arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l'uovo.<ref>''I castelli di Napoli'', Elio De Rosa Editore, 1992.</ref>
[[File:Bonassola-oratorio sant'erasmo-sagrato e scalinata.jpg|thumb|Particolare del piccolo sagrato]]
 
L'edificio si presenta semplice, preceduto da una piccola piazza con sei gradini, a forma rettangolare lunga e stretta. La facciata ha la particolarità di essere divisa, per via dei disegni pittorici, in due parti orizzontali e quattro verticali e con la presenza di una lunetta sopra la trabeazione dipinta.
== Storia ==
=== Megaride e il Castrum Lucullanum ===
{{Vedi anche|Villa di Licinio Lucullo}}
[[File:Castelo do Ovo.jpg|left|thumb|Castel dell'Ovo da via Partenope]]
Il castello sorge sull'isolotto di [[tufo]] di [[Isolotto di Megaride|Megaride]] ([[lingua greca|greco]]: ''Megaris''), propaggine naturale del [[monte Echia]], che era unito alla terraferma da un sottile istmo di roccia. Questo è il luogo dove venne fondata [[Parthenope (storia)|Parthenope]] nell'[[VIII secolo a.C.]], per mano cumana.
 
Presso l'altare maggiore, sito nel rialzato presbiterio e decorato con finto marmo, è custodita la tela ritraente la ''Madonna col Bambino con san Giuseppe e quattro angeli''. Il dipinto fu danneggiato, soprattutto nella parte centrale, durante un'incursione militare nelle fasi della [[seconda guerra mondiale]]; la tela è stata recentemente restaurata e ricollocata nella sua posizione originale.
Nel [[I secolo a.C.]] [[Lucio Licinio Lucullo]] acquisì nella zona un fondo assai vasto (che secondo alcune ipotesi andava da Pizzofalcone fino a [[Pozzuoli]]) e sull'isola costruì una splendida villa, [[Villa di Licinio Lucullo]], che era dotata di una ricchissima biblioteca, di allevamenti di [[muraenidae|murene]] e di alberi di [[Prunus persica|pesco]] importati dalla [[Persia]], che per l'epoca erano una novità assieme ai [[Prunus avium|ciliegi]] che il generale aveva fatto arrivare da [[Giresun|Cerasunto]].<ref>Così attesta [[San Girolamo]] nell'epistola XXXI ''ad [[Eustochium]]'' ([http://patrologia.narod.ru/patrolog/hieronym/epist/epist02.htm Hieronymus. Epistolae XIX-XLV]).</ref>
La memoria di questa proprietà perdurò nel nome di ''Castrum Lucullanum'' che il sito mantenne fino all'età tardoromana.<ref>G.B. De Ferrari, Mariano Vasi, ''Nuova guida di Napoli, dei contorni di Procida, Ischia e Capri'', Napoli 1826, pag. 89-90: «In un'isoletta di forma ovale, della lunghezza di 230 tese, è stato costruito questo castello, al quale si va per mezzo d'un gran ponte. Siccome abbiamo detto di sopra, ques'isola si distaccò dalla collina di Pizzofalcone per causa d'un terremoto. Essa è chiamata ''Megaris'' da Plinio, e ''Megalia'' da Stazio; e secondo i nostri Antiquarj, si crede che Lucullo, Console Romano, vi avesse una deliziosa villa, e che perciò il medesimo castello lungo tempo abbia portato il nome di ''Castrum Lucullanum''».</ref>
 
In tempi più oscuri per l'Impero - metà del [[V secolo]] - la villa venne fortificata da [[Valentiniano III]] e le toccò la sorte di ospitare il deposto ultimo Imperatore di Roma, [[Romolo Augusto]], nel [[476]].<ref>[[Giordane]], ''[[De origine actibusque Getarum]]'', 242: «Augustulo vero a patre Oreste in Ravenna imperatore ordinato non multum post Odoacer Torcilingorum rex habens secum Sciros, Herulos diversarumque gentium auxiliarios Italiam occupavit et Orestem interfectum Augustulum filium eius de regno pulsum in Lucullano Campaniae castello exilii poena damnavit».</ref>
 
Successivamente la morte di [[Romolo Augusto]], sull'isolotto di Megaride e su monte Echia, già alla fine del [[V secolo]], si insediarono [[monaci basiliani]] chiamati dalla [[Pannonia]] da una matrona Barbara con le reliquie dell'[[Severino abate|abate Severino]]. Allocati inizialmente in celle sparse (dette "romitori basiliani"), i monaci adottarono nel [[VII secolo]] la [[regola benedettina]] e crearono un importante ''scriptorium'' (avendo probabilmente a disposizione anche quanto restava della biblioteca luculliana).
 
=== Il Medioevo: il Ducato di Napoli, i re normanni, svevi e angioini ===
[[File:Ovo superiore 1040673.JPG|thumb|left|Interno del castello]]
Il complesso conventuale venne però raso al suolo all'inizio del [[X secolo]] dai [[duchi di Napoli]], per evitare che vi si fortificassero i [[Saraceni]] usandolo come base per l'invasione della città, mentre i monaci si ritiravano a [[Pizzofalcone]].
Nell'[[872]], sull'isolotto al tempo denominato di San Salvatore i Saraceni imprigionano il vescovo [[Atanasio di Napoli]], ma lo sforzo congiunto delle flotte del [[Ducato di Napoli]] e della [[Repubblica di Amalfi]] permette di liberare il vescovo e scacciare i musulmani<ref>{{EI|amalfi|Amalfi|accesso=3 dicembre 2013}}</ref>.
In un documento del [[1128]] nel sito viene nuovamente citata una fortificazione, denominata ''Arx Sancti Salvatoris'' dalla [[Chiesa di San Pietro (Castel dell'Ovo)|chiesa di San Pietro]] che vi avevano costruito i monaci. Testimone dell'insediamento dei monaci basiliani è proprio quanto resta di questo luogo di culto, fondato dagli stessi monaci e le cui prime notizie risalgono al [[1324]]. L'unico elemento architettonico di rilievo rimasto è l'ingresso preceduto dai grandi archi del [[loggiato]].
 
[[Ruggero II di Sicilia|Ruggiero il Normanno]], conquistando Napoli nel [[1140]], fece di castel dell'Ovo la propria sede. L'uso abitativo del castello tuttavia veniva sfruttato solo in poche occasioni dato che, con il completamento del [[Castel Capuano]], furono spostate lì tutte le direttrici di sviluppo e di commercio verso terra. Con i [[Normanni]], iniziò un programma di fortificazione sistematica del sito, che ebbe nella torre ''Normandia'' il suo primo baluardo, ed era quella su cui sventolavano le bandiere.
 
Con il passaggio del regno agli [[Hohenstaufen|Svevi]] attraverso [[Costanza d'Altavilla]], castel dell'Ovo viene ulteriormente fortificato nel [[1222]] da [[Federico II di Svevia|Federico II]], che ne fa la sede del tesoro reale e fa costruire altre torri - torre di Colleville, torre Maestra e torre di Mezzo. In quegli anni, il castello divenne reggia e prigione di stato.
 
Il re [[Carlo I d'Angiò]] spostò a Castel Nuovo ([[Maschio Angioino]]) la corte. Mantenne tuttavia a castel dell'Ovo - che proprio in questo periodo comincia ad essere denominato ''chateau de l'Oeuf'' o ''castrum Ovi incantati'' - i beni da custodire nel luogo meglio fortificato: ne fece quindi la residenza della famiglia, apportandovi allo scopo numerosi restauri e modifiche, e vi mantenne il tesoro reale. In questo periodo, in quanto prigione di stato, nel castello vi fu rinchiuso [[Corradino di Svevia]] prima di essere decapitato nella [[piazza del Mercato]], e i figli di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] e della regina [[Elena Ducas]].
 
Dopo un evento sismico che nel [[1370]] aveva fatto crollare l'arco naturale che costituiva l'istmo, la [[Giovanna I di Napoli|regina Giovanna]] lo fece ricostruire in muratura, restaurando anche gli edifici normanni. Dopo avere abitato il castello come sovrana, la regina qui venne imprigionata dall'infedele nipote [[Carlo III di Napoli|Carlo di Durazzo]], prima di finire in esilio a [[Muro Lucano]].
 
=== Gli Aragonesi, i viceré, i Borbone ===
[[Immagine:Castel dell'Ovo (22) (15580621161).jpg|thumb|left|Romitorio Basiliano]]
[[Alfonso V d'Aragona]], iniziatore della dominazione aragonese a Napoli (1442 – 1503), apportò al castello ulteriori ristrutturazioni, arricchendo il palazzo reale, ripristinando il molo, potenziando le strutture difensive e abbassando le torri.
 
Successogli al trono il figlio [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I]], ricevuti saccheggiamenti dalle milizie francesi, egli per riappropriarsi del castello dovette bombardarlo con l'artiglieria.
[[File:Castel dell'Ovo (13) (14963137693).jpg|thumb|Torre dei Normanni]]
Il castello fu ulteriormente danneggiato dai francesi di [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] e dagli spagnoli di [[Gonzalo Fernández de Córdoba]], che spodestarono per conto di [[Ferdinando II di Aragona]], re di Spagna, l'ultimo re aragonese di [[Napoli]]. Nel [[1503]] l'assedio di [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando il Cattolico]] demolì definitivamente quanto restava delle torri. Il castello fu allora nuovamente e massicciamente ristrutturato, assumendo la forma che oggi vediamo. Mutati i sistemi di armamento - dalle armi da lancio e da getto alle bombarde - furono ricostruite le torri ottagonali, ispessite le mura, e le strutture difensive furono orientate verso terra, e non più verso il mare. Sconfitti i francesi per due volte, a [[Cerignola]] e sul [[Garigliano]], avvenne la completa conquista dell'intero [[Regno di Napoli]] in favore della [[Spagna]].
 
Durante il regno dei [[Viceré di Napoli|Viceré spagnoli]] e successivamente dei [[Borbone]] il castello fu fortificato ancor più con batterie e due ponti levatoi. La struttura perse completamente la funzione di residenza reale e dal [[XVIII secolo]] anche il titolo di "fabbrica reale", e venne adibito ad accantonamento ed avamposto militare - dal quale gli spagnoli bombardarono la città durante i moti di [[Masaniello]] - e a prigione, dove fu recluso fra gli altri il filosofo [[Tommaso Campanella]] prima di essere condannato a morte, e più tardi alcuni [[giacobini]], [[Carboneria|carbonari]] e [[liberali]] fra cui [[Carlo Poerio]], [[Luigi Settembrini]], [[Francesco de Sanctis]].
 
=== Dall'Unità d'Italia a oggi ===
[[File:Napoli 2010-by-RaBoe-45.jpg|thumb|Vista dal mare]]
[[File:Napoli - Castel dell'Ovo.JPG|thumb|Altra veduta del castello]]
Durante il periodo del cosiddetto "[[Risanamento di Napoli|Risanamento]]", che cambiò il volto di Napoli dopo l'[[Risorgimento|Unità d'Italia]], un progetto elaborato dall'Associazione degli scienziati letterati e artisti nel [[1871]] prevedeva l'abbattimento del castello per far posto ad un nuovo rione.
Tuttavia quel progetto non fu attuato e l'edificio rimase in possesso del demanio e praticamente in stato di abbandono, fino all'inizio dei restauri nel [[1975]].
Oggi è annesso allo storico rione di [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] ed è visitabile. Nelle grandi sale si svolgono mostre, convegni e manifestazioni. Alla sua base sorge il porticciolo turistico del "[[Borgo Marinari]]", animato da ristoranti e bar, sede storica di alcuni tra i più prestigiosi circoli nautici napoletani.
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Gennaro Aspreno Galante, ''Le chiese di Napoli''. Guida sacra alla città, la storia, le opere d'arte e i monumenti. Solemar Edizioni, Mugano di Napoli 2007.
 
== Voci correlate ==
* [[Bonassola]]
*[[Monumenti di Napoli]]
* [[Oratorio (architettura)]]
*[[Villa di Licinio Lucullo]]
* [[Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato]]
*[[Borgo Marinari]]
* [[Erasmo di Formia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogettoInterprogetto|commons = Category:Castel dellSant'OvoErasmo (NaplesBonassola)|preposizione=sull'}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.napolidiocesilaspezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1433|IlSito Casteldella dell'ovodiocesi della Spezia- comune.napoli.itSarzana-Brugnato}}
* {{cita web|url=http://www.comune.bonassola.sp.it/sa/sa_p_testo.php?x=&idservizio=233&idtesto=30&idfoto=&fogliaClick=root1_7&node=7#7|titolo=Fonti e approfondimenti sul sito del Comune di Bonassola}}
 
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[[Categoria:CastelChiese dell'Ovodi Bonassola|Erasmo]]
[[Categoria:Oratori della provincia della Spezia]]
[[Categoria:Chiese dedicate a sant'Erasmo di Formia|Bonassola]]