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|nomeCorrente = Ducato di Atri
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|paginaBandiera =
|inno =
|motto =
|lingua = [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua latina|latino]]
|capitale principale = [[Atri]]
|altre capitali =
|dipendente da = [[regno di Napoli]]
|dipendenze =
|forma di stato =
|governo =[[monarchia assoluta]]<br />([[Ducato (feudo)|ducato]])
|titolo capi di stato =
|elenco capi di stato = [[duca]]
|organi deliberativi =
|inizio = [[1395]]
|primo capo di stato = Andrea Matteo I Acquaviva
|stato precedente = [[File:Bandera de Nápoles - Trastámara.svg|20px]] [[Regno di Napoli]]
|evento iniziale = investitura reale
|fine = [[1755]] - [[1760]]
|ultimo capo di stato = Rodolfo Acquaviva d’Aragona e Isabella Acquaviva d'Aragona Strozzi.
|stato successivo = [[File:Flag of the Kingdom of the Two Sicilies (1738).svg|30px]] [[Regno di Napoli]]
|evento finale = estinzione della famiglia Acquaviva ed avocazione del ducato nei Regi Stati Allodiali.
|area geografica = [[Abruzzo Ultra]]
|territorio originale =
|superficie massima = 100 kq circa<br />
|periodo massima espansione = [[secolo XVII]]
|popolazione = 3000 abitanti circa<br />
|periodo popolazione = [[secolo XVII]]
|moneta = [[Ducato (moneta)|ducato]] e [[Carlino (moneta)|carlino]], [[bolognino]] d'argento della [[Zecca (moneta)|zecca]] di Atri ([[secolo XV]])<ref>Vincenzo Lazari - Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi (1858) - Atri</ref>
|risorse = agricoltura, risicoltura, pastorizia, allevamento bestiame, produzione e vendita legname.
|produzioni = [[lana]], prodotti agricoli, riso
|commerci con = [[Regno di Napoli]], [[Stato Pontificio]].
|esportazioni = [[lana]], riso e altri cereali.
|importazioni =
|tld =
|telefono =
|targa =
|religioni preminenti = [[Chiesa cattolica]]
|religione di stato = [[chiesa cattolica|cattolicesimo]]
|altre religioni =
|classi sociali = clero, nobili, civili, agricoltori, pastori, mercanti, artigiani.
}}
Il '''ducato di Atri''', occupava la parte più settentrionale del [[regno di Napoli]] nell’[[Abruzzo Ulteriore Primo]], confinante nel periodo di massima espansione a nord con lo Stato Pontificio, ad ovest con la contea di [[Montorio al Vomano|Montorio]], con [[Teramo]], con i beni del [[Diocesi di Teramo-Atri|Vescovado Aprutino]], con [[Amatrice]] e con il Contado del[[l'Aquila]], ad est con il mare [[Adriatico]], a sud con il fiume [[Vomano]], con lo stato di [[Città Sant'Angelo]] ed altri feudi minori.<br />
Fecero parte in tempi diversi del territorio le località di [[Montepagano]], [[Canzano]], [[Morro d'Oro|Morro]], [[Cellino Attanasio|Cellino]], [[Castellalto|Castelvecchio, Castelvecchio Trasmondo]], [[Notaresco]], [[Guardia Vomano]], [[Corropoli]], [[Mosciano Sant'Angelo]], [[Sant'Omero (Italia)|Poggio Morello]], [[Ripattoni]], [[Controguerra]], [[Colonnella]], [[Torano Nuovo|Torano]], [[Sant'Omero (Italia)|Sant’Omero]], [[Tortoreto]], [[Bellante]], [[Teramo|Forcella]], Montagna di Roseto con le sue ville (oggi parte dei comuni di [[Cortino]] e [[Crognaleto]]), [[Valle Castellana]], [[Montone (Mosciano Sant'Angelo)|Montone]] e [[Giulianova|Giulia]], già ''San Flaviano'', con titolo di contea<ref>Niccola Palma, ''Storia della città e diocesi di Teramo'', Teramo 1832-1836, vol. II.</ref>.
 
== Storia ==
[[File:Veduta di Atri nel seicento.jpg|miniatura|left|Veduta di [[Atri]] nel Seicento]]
[[File:Palazzo ducale, Atri.jpg|miniatura|left|Il palazzo ducale di [[Atri]]]]
[[File:Cappella Acquaviva, Paolo de Garviis (1505).jpg|miniatura|left|[[Basilica di Santa Maria Assunta (Atri)|Duomo di Atri]]: la cappella [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]], l'altare di Sant'Anna]]
La sede dei duchi [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]], era ufficialmente collocata nel palazzo ducale di [[Atri]] a cui si aggiungeva la residenza estiva di Giulianova. I duchi possedevano altri immobili di rappresentanza in particolare a Napoli dove risiedevano per lunghi periodi per ragioni di ufficio, tra i quali si ricorda il [[palazzo Acquaviva d'Atri|palazzo Atri]] sito nella [[Via Atri|via]] omonima non lungi da [[piazza San Domenico Maggiore]].
 
Eretto a ducato sin dal 1395, divenendo il più antico del [[regno di Napoli]] non appartenente a famiglia reale, in persona di Andrea Matteo [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]] (+1407), figlio ed erede di Antonio conte di San Flaviano e di [[Montorio al Vomano|Montorio]] (+ 1395) che aveva acquistato Atri nel 1393<ref>L'acquisto che comprendeva anche la città di Teramo comportò una spesa di 35.000 ducati d'oro. L. Sorricchio, ''Hatria-Atri, vol. III, Dalla dinastia Durazzesca alla morte di Filippo II di Spagna (1382-1598)'', a c. di B. Trubiani, Teramo, Cassa di Risparmio della provincia di Teramo, 1980, pp. 25-31. La città di Teramo lungamente contesa dalla famiglia, fu ripetutamente persa e riconquistata durante il XV secolo, per essere definitivamente ceduta al regio demanio.</ref> e di Ceccarella Cantelmo, sposato con Caterina Tomacelli nipote di [[papa Bonifacio IX]]; i suoi titolari vennero insigniti del titolo onorifico di 1º [[Duca]] del Regno. La costituzione dello stato di Atri in ducato avvenne in un momento di difficoltà economiche di re [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]] a cui gli Acquaviva seppero prontamente rispondere con cospicui sostegni finanziari divenendo ferventi partigiani degli Angiò della linea di [[Angiò-Durazzo|Durazzo]], dei quali godettero i loro favori fino alla loro estinzione. <br />
Con l’avvento della dinastia [[Trastámara|aragonese]] gli Acquaviva, soprattutto nelle persone di Giosia e Andrea Matteo III subirono menomazioni nel territorio del ducato a causa della loro infedeltà dovuta principalmente a pretese territoriali non corrisposte dai sovrani.<br />
Particolarmente aspri furono gli scontri durante la seconda metà del secolo XV quando il ducato passò per alcuni anni nelle mani di Matteo di Capua che per conto del re [[Ferrante I d'Aragona]], occupò il ducato e lasciò morire di peste il duca ribelle Giosia<ref>v. voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani</ref> la sua moglie e alcuni dei suoi figli con famigliari arroccati nel castello di [[Cellino Attanasio|Cellino]] nell'agosto del 1462, e successivamente subì il sequestro di alcune località e roccaforti annesse al demanio regio.<br />
L’essere la famiglia Acquaviva simpatizzante del partito francese e la sua partecipazione alla [[congiura dei Baroni]], costò il ripetuto sequestro del ducato ad [[Andrea Matteo III Acquaviva|Andrea Matteo III]]<ref>v. voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani</ref> imprigionato a Napoli, e la cui successione venne tolta al suo primogenito Gio. Francesco, potendolo riottenere solo nel 1530, dopo una breve concessione fatta ad [[Ascanio I Colonna|Ascanio Colonna]] (1525), trasferendolo al suo secondogenito Gio. Antonio Donato, a seguito di una difficile e costosa causa con il fisco. <br />
Durante il periodo spagnolo il ducato visse un periodo di relativa tranquillità anche se le condizioni finanziarie della famiglia ducale la costrinsero ad ipotecare numerose località appartenenti al territorio dello stato, delle quali alcune vennero recuperate solo dopo la metà del XVII secolo altre perse definitivamente.<br />
Alla morte dell’ultimo duca Rodolfo nel 1755, e di sua sorella Isabella nel 1760, ultima duchessa del suo ramo, sposata a Filippo [[Strozzi]], la Corona considerata la natura di territorio di confine del ducato, avocò a se l’intero stato che tranne brevi periodi fu posseduto sempre ed esclusivamente dagli Acquaviva, evitando di riconcederlo al ramo degli Acquaviva conti di [[Conversano]] che avevano avanzato istanza di concessione come eredi legittimati alla successione, facendolo confluire nella amministrazione dei regi stati allodiali che condivise la medesima normativa speciale con gli [[stati mediceo farnesiani]]. Ai conti di Conversano venne tuttavia concesso di conservare il solo titolo di Duca di Atri fino all'ultima rappresentante di tale famiglia Giulia (1887 - 1972), ultima duchessa titolare di Atri di casa Acquaviva.<br />
 
== Economia ==
Tra i maggiori cespiti economici tradizionali del ducato vi erano i proventi derivanti dalla transumanza del bestiame ovino che d'estate risaliva sui pascoli appartenenti al ducato posti sul versante orientale dei [[Monti della Laga]] e veniva indirizzato in buona parte durante l'inverno nelle "Poste di Atri" e in alcuni dei "Regi Stucchi" inclusi nel territorio del ducato, nell'ambito del sistema fiscale della [[Doganella d'Abruzzo]]<ref>Melchiorre Delfico, ''Memoria per l'abolizione o moderazione della servitù del pascolo invernale detto de' Regi Stucchi nelle provincie marittime di Apruzzo'', Napoli 1791</ref> e la coltivazione del riso (Atri, [[Colleranesco]], [[Bellante]], Poggio Morello, [[Sant'Omero (Italia)|Sant'Omero]] ecc.)<ref>Melchiorre Delfico, ''Memoria sulla coltivazione del riso nella provincia di Teramo'', Napoli 1783, pp.8-9.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Francesco Barberini, ''Atri nella storia e nella tradizione'', Zanni, Atri 1967.
* Giovanna Manetta Sabatini, ''Albero genealogico della Famiglia Acquaviva d'Aragona'', Paprt's World srl, Bellante (TE) 2009.
* Giulio Sodano, ''Da baroni del Regno a Grandi di Spagna. Gli Acquaviva d'Atri: vita aristocratica e ambizioni politiche'', Guida, Napoli 2012.
* Luigi Sorricchio, ''Hatria - Atri'', Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, Atri 1981.
 
== Voci correlate ==
* [[Acquaviva (famiglia)]]
* [[Atri]]
* [[Contea di Conversano]]
 
{{Portale|Abruzzo|Due Sicilie|Storia}}
[[Categoria:Antichi Stati dell'Italia meridionale]]
[[Categoria:Ducato di Atri]]
[[Categoria:Ducati]]
[[Categoria:Storia di Teramo]]
[[Categoria:Transumanza nel regno di Napoli]]