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[[File:Saint Augustine by Philippe de Champaigne.jpg|thumb|Sant'Agostino, di [[Philippe de Champaigne]]]]
La '''Regola di sant'Agostino''' è un complesso di scritti che la [[tradizione]] ha attribuito a [[sant'Agostino]] e che è stato riferimento della [[Monachesimo|vita monastica]] per numerose comunità di consacrati dal [[V secolo]] fino ad oggi.
==La "questione storica" della Regola agostiniana==
Con ''Regola agostiniana'' la tradizione ha chiamato complessivamente tre scritti:
*la ''Consensoria monachorum'' (chiamata anche ''Regula prima'' o ''Regulae clericis traditae fragmentum'');
*l'''Ordo monasterii'' (chiamata anche ''Regula seconda'');
*e il ''Praeceptum'' (chiamata anche ''Regula tertia'' o ''Regula ad servos Dei'').
*Per secoli si è dibattuto anche sulla ''Lettera 211'' di Agostino, che contiene una versione della ''Regula ad servos Dei'' ma declinata al femminile.
La "questione storica" sulla ''Regola di Agostino'' ha riguardato soprattutto l’autenticità della Regola, i primi destinatari della medesima, la data di composizione.
===Autenticità e destinatari===
I più recenti studi concordano nell’attribuire a S. Agostino solo la ''Regula ad servos Dei''; in epoca successiva questa ''Regula'' fu adattata al femminile e unita alla ''Lettera 211'' che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La ''Consensoria monachorum'', invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura [[visigoti]]ca in [[Galizia (Spagna)|Galizia]] e scritta tra il [[650]] e il [[711]]. L'''Ordo monasterii'' pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.
===Datazione===
Sulla data della ''Regula ad servos Dei'' gli studiosi sono più divisi: una prima teoria indica come data probabile il [[391]], più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'[[Ippona]], il monastero dei laici; una seconda teoria indica il [[400]] in coincidenza con il ''De opere monachorum''; una terza sposta la data addirittura fino al [[427]]-[[428]], dopo il ''De correptione et gratia'', in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel [[monastero]] di Adrumeto.
La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al [[400]].
==L'influenza esercitata dalla regola agostiniana sulla legislazione monastica posteriore==
===Influssi indiretti===
La fortuna della regola agostiniana fino all'XI secolo fu secondaria e indiretta. Se venne infatti tramandata da un certo numero di codici altomedievali, tuttavia non lo fu mai separatamente dai molti testi che presso i monasteri erano chiamati a costituire la tradizione.
Sono stati identificati influssi dell’''Ordo monasterii'' e del ''Praeceptum'' nella ''Regula ad virgines'' di [[San Cesario di Arles]]; si riconosce un influsso agostiniano nella ''Regula Magistri'' e, per quanto riguarda il senso della persona e delle relazioni personali, una dipendenza della [[Regola benedettina|Regola di S. Benedetto]]. Alcuni autori hanno sottolineato anche le relazioni tra l’impostazione agostiniana e la ''Regula monasterii Tarnantensis'', la ''Regula Pauli et Stephani'', la ''Regula Quattuor Patrum'', la vita monastica di [[San Fulgenzio di Ruspe]] e varie forme di [[monachesimo]] femminile in [[Spagna]].
===L'utilizzazione della Regola agostiniana===
La grande diffusione della Regola di Agostino come vera e propria norma di vita cominciò nel secolo XI e soprattutto dopo che venne adottata nell’ambito nelle comunità di [[canonici regolari]] prima in Francia e poi nelle altre nazioni europee.
È necessario, tuttavia, quando si parla di ''Regola agostiniana'' negli ambienti canonicali, accertarsi se il riferimento sia alla ''Regula tertia'' o ''Praeceptum'', o alla ''Regula secunda'' o ''Ordo monasterii''. L’''Ordo monasterii'', più esigente in quanto a disciplina, fu adottato tra gli altri, dai [[Canonici di Springiersbach]] e dai [[Canonici Regolari Premostratensi]]; tuttavia dopo il XIII secolo ad esso fu preferita la ''Regula tertia''.
L’affermarsi della ''Regula tertia'' fu dovuto anche al riconoscimento che le venne attribuito dal [[Concilio Lateranense IV]] del [[1215]] come una delle regole di riferimento per le nuove fondazioni religiose. Essa venne assunta dai [[Ordine dei Frati Predicatori|Frati Predicatori]], dai [[Servi di Maria]] e, in modo speciale, dagli [[Agostiniani]] i quali, però, aggiunsero all'inizio della ''Regula tertia'' la prima frase dell'''Ordo monasterii''.
Fu subito chiaro per queste nuove fondazioni, però, che il solo ''Praeceptum'' non poteva regolare la vita complessa di un Ordine: ad esso fu quindi aggiunta una serie di [[costituzioni religiose|costituzioni]], dichiarazioni, regolamenti, ecc. che avrebbero dovuto regolare con più precisione la vita monastica.
È stato stimato che il numero complessivo degli istituti che nel corso dei secoli hanno adottato la Regola agostiniana sia di circa 500.
Il recupero della ''Regula ad servos Dei'' si può spiegare con l’autorità morale e dottrinale che Agostino aveva acquistato soprattutto come esempio di vita clericale povera, la concentrazione della ''Regula'' sulla vita apostolica della chiesa primitiva (tema principe della [[riforma gregoriana]] e poi dei movimenti di riforma popolari tardomedievali), l’essenzialità che la rendeva facilmente adottabile in qualunque contesto monastico.
==Contenuto della ''Regula ad servos dei''==
La ''Regula ad servos Dei'' agostiniana è breve ma ricca di contenuto. I suoi precetti sono pochi ed essenziali. La sua originalità sta soprattutto nell’aver interpretato il monachesimo non come “solitudine” ma come perfetta unione dei fratelli: la radice “''monos''” della terminologia monastica continua a significare “''solo''”, ma in riferimento al dettato apostolico del “''un sol cuore e un'anima sola''”(Atti 4,32).
Questa la scansione dei capitoli della Regola (secondo la titolazione dell’edizione di Edoardo Arborio Mella – Cecilia Falchini, ''Regole monastiche d’Occidente'', Magnano 1989):
*I: Carità e povertà
*II: La preghiera
*III: Le forme di ascesi
*IV: Castità e custodia reciproca
*V: Non considerare nulla come proprio, neppure se stessi
*VI: Il perdono delle offese
*VII: L’autorità e l’obbedienza
*VIII: Esortazione all’osservanza della regola
==Bibliografia==
*Luc Verheijen, ''La Règle de St. Augustin'': I ''Tradiction manuscrite'', II ''Recherches historiques'', Paris 1967.
*Luc Verheijen - Balbino Rano, ''Regula augustini'', in Guerrino Pelliccia - Giancarlo Rocca (edd.), ''Dizionario degli Istituti di Perfezione'', Vol. VI, Roma 1980.
*Agostino Trapè, ''Introduzione'', in S. Agostino, ''La Regola'', Roma 1986.
*Luc Verheijen, ''La regola di S. Agostino. Studi e ricerche'', Palermo 1986.
*Alessandra Macajone, ''Chiamata alla vita monastica'', in ''Cor Unum'' 6(1969).
==Voci correlate==
*[[Ordine di Sant'Agostino]]
==Collegamenti esterni==
*[http://www.augustinus.it Il testo della ''Regula ad servos Dei'']
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