Pier Luigi Farnese e Contea di Owsley: differenze tra le pagine

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{{S|contee del Kentucky}}
{{F|nobili italiani|novembre 2013}}
{{Divisione amministrativa
{{Monarca
|nomeNome = PierContea Luigidi FarneseOwsley
|Nome ufficiale =
|immagine = Pier Luigi Farnese di Tiziano.jpg
|Panorama =
|legenda = <small>Pier Luigi Farnese ritratto da [[Tiziano]] (1546 ca),<br />[[Museo nazionale di Capodimonte]], [[Napoli]].</small>
|Didascalia =
|stemma = Armoiries Farn%C3%A8se-Parme.svg|200px
|Bandiera =
|titolo = [[Duchi di Parma|Duca di Parma e Piacenza]]
|Stemma =
|regno = [[1545]] – [[1547]]
|Stato = USA
|predecessore = ''Nessuno'' <small>(titolo creato)</small>
|Grado amministrativo = 2
|successore = [[Ottavio Farnese]]
|Tipo =
|titolo2 = [[Ducato di Castro|Duca di Castro]]
|Divisione amm grado 1 = Kentucky
|regno2 = [[1537]] – [[1547]]
|Capoluogo = [[Booneville (Kentucky)|Booneville]]
|predecessore2 = ''Nessuno'' <small>(titolo creato)</small>
|Amministratore locale =
|successore2 = [[Orazio Farnese]]
|Partito =
|data di nascita = <br />19 novembre [[1503]]
|Data elezione =
|luogo di nascita = [[Roma]], [[Stato Pontificio]]
|Lingue =
|data di morte = 10 settembre [[1547]]
|Data istituzione = 1843
|luogo di morte = [[Piacenza]], [[Ducato di Parma]]
|Altitudine =
|luogo di sepoltura =Isola Bisentina, sul [[Lago di Bolsena]]
|Abitanti = 4858
|dinastia = [[File:Arms of the House of Farnese.svg|15px]] [[Farnese]]
|Note abitanti =
|padre = [[Papa Paolo III]]
|Aggiornamento abitanti = 2000
|madre = [[Silvia Ruffini]]
|Sottodivisioni =
|consorte = [[Gerolama Orsini]]
|Divisioni confinanti =
|figli = [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro]]<br />[[Vittoria Farnese|Vittoria]]<br />[[Ottavio Farnese|Ottavio]]<br />[[Ranuccio Farnese (cardinale)|Ranuccio]]<br />[[Orazio Farnese|Orazio]]
|Prefisso =
|religione = [[Cattolicesimo]]
|Fuso orario = -5
|Codice statistico =
|Codice catastale =
|Immagine localizzazione =
|Mappa = Map of Kentucky highlighting Owsley County.svg
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
{{Bio
|Nome = Pier Luigi
|Cognome = Farnese
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita = 19 novembre
|AnnoNascita = 1503
|LuogoMorte = Piacenza
|GiornoMeseMorte = 10 settembre
|AnnoMorte = 1547
|FineIncipit = fu il primo [[duca]] di [[Ducato di Castro|Castro]] e di [[Ducato di Parma e Piacenza|Parma]] della famiglia [[Farnese]], figlio di [[papa Paolo III]]
|Categorie = no
}}
== Biografia ==
=== La giovinezza ===
Pier Luigi iunior (per distinguerlo dal nonno [[Pier Luigi Farnese Seniore|Pier Luigi senior]]) nacque dal [[cardinale]] Alessandro Farnese, il futuro [[papa Paolo III]], e da [[Silvia Ruffini]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-iii_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/ Enciclopedia dei Papi (2000)]</ref>, gentildonna romana che ha dato al futuro papa altri tre figli: Costanza, Paolo e Ranuccio. Questa sua origine non legittima lo tormentò per tutta la vita, e contribuì, in modo forse determinante, alla formazione del suo carattere. Per indicarlo, i nobili piacentini lo chiamavano con disprezzo "il bastardo del papa".
 
La '''contea di Owsley''' in [[lingua inglese|inglese]] '''Owsley County''' è una contea dello Stato del [[Kentucky]], negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. La popolazione al censimento del [[2000]] era di 4 858 abitanti. Il capoluogo di contea è [[Booneville (Kentucky)|Booneville]]
Pier Luigi, figlio primogenito e amatissimo dal padre, sarà legittimato, insieme al fratello Paolo, nel [[1505]] da [[papa Giulio II]].
 
Il padre scelse per lui, come precettore, un famoso umanista: Baldassarre Molossi, di [[Casalmaggiore]], soprannominato ''Tranquillus''. Nonostante la buona volontà del precettore, Pier Luigi manifestò fin dalla prima giovinezza quei tratti caratteriali, inclinazioni e mancanza di equilibrio che lo renderanno tristemente famoso tra i suoi contemporanei. Dagli ingegneri del padre mutuò anche l'amore per le fortificazioni. Comunque, Alessandro voleva fare di lui un vero capofamiglia, così cercò il [[matrimonio]] e l'alleanza più vantaggiose per lui. Decise che doveva sposare [[Gerolama Orsini]], figlia di Lodovico, conte di [[Pitigliano]]. Nel [[1513]] fu stipulato il contratto di fidanzamento e nel [[1519]] a [[Valentano]] fu celebrato il loro matrimonio.
 
Nonostante i matrimoni di casa Farnese non fossero mai matrimoni d'amore, e il matrimonio di Pier Luigi non sfuggisse a questa regola, Gerolama si rivelò una moglie fedele e devotissima, sopportando con dignità gli eccessi, la brutalità e le stravaganze del marito.
 
A causa dei ritardi nella costruzione del palazzo di [[Gradoli]], Pier Luigi e la giovane moglie si sistemarono nella Rocca di Valentano. L'anno successivo nacque il loro primogenito [[Alessandro Farnese il giovane|Alessandro Farnese]], il "Gran Cardinale".
 
Tuttavia, l'aria salubre e fresca dei [[monti Volsini]] e la vita quieta di palazzo non potevano appagare lo spirito guerriero di Pier Luigi e soprattutto non favorivano quelle occasioni che la sua natura cercava. Si rivolse quindi ben presto al mestiere di famiglia: il mestiere delle armi.
 
=== La carriera militare ===
La carriera militare di Pier Luigi fu molto varia; sarà coinvolto su più fronti e al soldo di più padroni; a volte combatterà contro gli stessi familiari e addirittura contro il papa, abbandonando la tradizionale posizione [[guelfi|guelfa]] dei [[Farnese]]. Non fu un semplice soldato o [[mercenario]], fu lo stereotipo del guerriero: selvaggio, primordiale, amorale. Non gli mancarono coraggio e ardimento: fu forte, audace e risoluto, addirittura eroico, ma a tal punto efferato da ripugnare i suoi stessi committenti.
 
Nel [[1520]], a soli diciassette anni, Pierluigi Farnese e suo fratello Ranuccio erano già mercenari al soldo della [[Repubblica di Venezia]]. Il cardinale gli lasciò seguire questa via per fare un buon apprendistato militare in un esercito disciplinato che non creava disagio al pontefice.{{Farnese}} Il suo temperamento di guerriero, tuttavia, non ne fu a sufficienza appagato, così Pier Luigi passò sotto le insegne di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]]. Il Farnese restò al servizio dell'imperatore fino al [[1527]], anno del [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]], al quale partecipò insieme ai [[lanzichenecchi]]. Mentre Ranuccio si ritirava a [[Castel Sant'Angelo (monumento)|Castel Sant'Angelo]] per difendere il papa, Pier Luigi superava [[Ponte Sisto]] e poneva il suo quartier generale nel [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo di famiglia]], salvandolo così dalla devastazione.
 
Qualcuno, malignamente, accusò i Farnese di essersi opportunamente divisi nei due campi avversi, ma il [[papa Clemente VII]] non diede credito a queste voci.
 
All'apparizione della [[peste]] che pose fine al Sacco di Roma, i lanzichenecchi si ritirarono e Pier Luigi, anziché seguirli, iniziò a battere la [[campagna romana]] taglieggiando senza pietà e segnalando la sua presenza con furti, profanazioni e omicidi, finché il papa, stanco di sopportare i suoi comportamenti, gli lanciò contro la [[Scomunica#Tipi di scomuniche|scomunica maggiore]] e l'[[anatema]].
 
La situazione che si era venuta a creare, tuttavia, risultava intollerabile per il cardinale Alessandro; da diplomatico fine e astuto quale era, iniziò una paziente opera di ricucitura tra il figlio e il pontefice.
Nel [[1528]] Pier Luigi, sempre al soldo dell'imperatore, si recò in [[Puglia]] a combattere contro un esercito francese, in cui militavano il fratello Ranuccio, che morì in questa occasione, e il cugino Galeazzo del ramo di [[Latera]]. In questa occasione si distinse per la sua tenacia nella difesa di [[Manfredonia]].
Dopo la morte di Ranuccio, sotto la regia attenta del padre, Pier Luigi riconobbe le proprie colpe, implorando e ottenendo il perdono papale. La scomunica fu così ritirata nel [[1529]].
 
Nello stesso anno il condottiero passò al soldo del [[principe d'Orange]] e combatté strenuamente contro [[Firenze]], guerra patrocinata anche dal papa, che la vedeva come un mezzo per riportare la città sotto il controllo dei [[Medici]].
 
Anche nell'[[assedio di Firenze]] Pier Luigi diede libero sfogo ai suoi istinti peggiori e fu destituito dal comando. Non gli restò che rifugiarsi nella sua rocca, a Valentano, dove ad attenderlo c'erano Gerolama e i figli che erano nati nel frattempo. Negli anni seguenti dedicò tutte le sue energie a migliorare i domini della famiglia nell'alto Lazio, organizzando meravigliose cacce e costruendo una rete di strade che portò il movimento e l'abbondanza nella regione.
 
=== L'elezione di Paolo III. Gonfaloniere della Chiesa ===
Improvvisamente una notizia, a lungo attesa e forse ormai inaspettata, scosse Pier Luigi dal torpore in cui era ricaduto: nell'ottobre [[1534]] il padre, cardinale Alessandro Farnese, ascese al soglio di Pietro con il nome di Paolo III. Nella rocca di Valentano si organizzarono grandi festeggiamenti, dopodiché Pier Luigi, abbandonati i piaceri della vita familiare e le battute di caccia, partì per Roma. Il primo atto del nuovo pontefice fu la creazione del nipote quattordicenne Alessandro, primogenito del figlio diletto, e del nipote, figlio di Costanza, [[Guidascanio Sforza]], cardinali.
 
In politica estera il nuovo papa osservava la regola dell'equidistanza tra [[Francia nell'età moderna|Francia]] e [[Sacro Romano Impero|Impero]]. Tuttavia Carlo V lasciò intravedere al pontefice che avrebbe dato volentieri a Pier Luigi la città di [[Novara]]. Paolo III, invece, accettò per il figlio una pensione annua a condizione che non divenisse di pubblico dominio e, per il nipote Alessandro, la ricca [[arcidiocesi di Monreale]] in [[Sicilia]].
 
Desiderando affrettare l'affare di Novara, Pier Luigi Farnese intervenne direttamente nelle trattative all'insaputa della cancelleria pontificia e, contemporaneamente, invase la terra di Farnese, spogliando di tutti i suoi averi la cugina Isabella [[Anguillara (famiglia)|Anguillara]], vedova del cugino Galeazzo.<br />Il papa, però, fu oltremodo contrariato dal suo comportamento e, solo dopo che il figlio si fu pentito delle sue azioni (l'imperatore gli aveva scritto che la conclusione dell'affare di Novara sarebbe dipesa esclusivamente da Paolo III), gli lasciò continuare la trattativa, dandogli però limiti ben precisi.
 
Novara e il territorio circostante furono eretti in marchesato in favore di Pier Luigi, che per l'investitura ufficiale dovette, però, aspettare fino al febbraio del [[1538]].
 
Nel frattempo si era resa vacante la carica di [[Gonfalone della Chiesa|Gonfaloniere della Chiesa]], così, pressato dai problemi dello [[Stato Pontificio]] e dalle incursioni dei [[pirati barbareschi]] che giungevano fino alla foce del [[Tevere]], Paolo III si lasciò convincere che il figlio, capitano esperto e a lui fedele, potesse essere la persona più idonea a ricoprire tale carica. Nel [[concistoro]] del 31 gennaio [[1537]] il pontefice perfezionò la nomina e il giorno successivo, nella [[basilica di San Pietro]], affidò a Pier Luigi la spada e il gonfalone di [[Capitano generale della Chiesa]].
 
Il Farnese iniziò subito un viaggio attraverso i territori dello Stato, piegando facilmente ogni resistenza e giungendo trionfalmente a Piacenza.
 
È proprio durante questo viaggio che ci giunge la testimonianza dell'episodio più squallido della vita del condottiero. I contemporanei ci hanno lasciato molti racconti della sua sfrenata sessualità e delle sue tendenze [[omosessualità|omosessuali]], anche se non disdegnava assolutamente le donne, ma il cosiddetto "[[oltraggio di Fano]]" fu quello che lo fece considerare una specie di diavolo in terra.
 
Il fatto fu riportato nella ''Storia fiorentina'' di [[Benedetto Varchi]] ([[1503]]-[[1565]]). L'autore iniziava la cronaca riferendo le voci che giravano sulla incontenibile depravazione di Pier Luigi che, sicuro di farla sempre franca per il fatto di essere figlio del Papa, girava per gli Stati della Chiesa stuprando quanti giovanetti gli fossero piaciuti.
 
In occasione di una ispezione alle fortezze marchigiane, Pier Luigi si recò a [[Fano]], dove fu accolto con tutti gli onori dal [[vescovo]] del posto, [[Cosimo Gheri (vescovo)|Cosimo Gheri]], un ragazzo poco più che ventenne.
 
Il giorno successivo il Farnese incontrò nuovamente il vescovo e manifestò le sue intenzioni: "cominciò, palpando e stazzonando il vescovo, a voler fare i più disonesti atti che con femmine far si possano".
Tuttavia, visto che il vescovo non era disponibile, anzi, si difendeva in maniera piuttosto decisa, Pier Luigi lo fece legare e, sotto la minaccia dei pugnali, lo violentò. Non sopportando l'umiliazione per l'oltraggio subito, dopo poche settimane il vescovo morì. Qualcuno pensa che il ragazzo fu fatto avvelenare dallo stesso Pier Luigi, per non far trapelare la notizia dello [[stupro]].
 
=== Il [[Ducato di Castro]] ===
Nel frattempo il patrimonio del nonno [[Ranuccio Farnese il Vecchio]], diviso alla sua morte, era giunto integralmente nelle mani di Paolo III, che lo aveva incrementato con altri feudi e con il vicariato, ''cum pacto redimendi'', della terra di [[Ronciglione]]. A completamento dei patrimoni familiari, Pier Luigi fu investito della terra di [[Montalto di Castro|Montalto]], con facoltà di esportarne il grano senza pagare tasse, ricevette tutti i diritti feudali su [[Canino (Italia)|Canino]], Gradoli, Valentano, Latera e [[Marta (Italia)|Marta]], scambiò la città di [[Frascati]] con la fortezza di [[Castro (Lazio)|Castro]] e il castello di [[Grotte di Castro|Grotte San Lorenzo]] e, infine, comprò [[Bisenzio (sito)|Bisenzio]] dalla [[diocesi di Montefiascone]].
 
Dopo aver concesso ai discendenti di Bartolomeo, suo fratello, i feudi di Latera e Farnese, formando un ducato sotto la diretta sovranità della Chiesa, il papa eresse in favore di Pier Luigi e del figlio [[Ottavio Farnese|Ottavio]] il ducato di Castro.
 
Il ducato era un vero e proprio stato all'interno del [[Patrimonio di San Pietro (provincia pontificia)|Patrimonio di San Pietro]]; comprendeva le città di Castro, Montalto, Canino, [[Musignano]], [[Ponte della Badia]], [[Tessennano]], [[Arlena]], [[Cellere]], [[Pianiano]], [[Ischia di Castro|Ischia]], Valentano, Marta, [[Piansano]], [[Lago di Bolsena#Isole del lago|l'Isola Martana e l'Isola Bisentina]], [[Capodimonte (Italia)|Capodimonte]], Bisenzio, Gradoli, [[Grotte di Castro|le Grotte]] e Borghetto; era bagnato dal [[mar Tirreno]] e dal [[Lago di Bolsena]], confinava con i territori di [[Viterbo]], [[Orvieto]] e [[Siena]]; possedeva foreste ricche di selvaggina, vigne, terre fertili e un gran numero di fortezze.
 
Nel concistoro del 14 marzo 1537, il papa, oltre a creare il nuovo ducato, regalò al figlio anche le città di [[Nepi]] e [[Ronciglione]]. Pier Luigi si impegnò a riparare tutte le fortezze del ducato di cui era stato infeudato.
 
Per trasformare Castro nella capitale del nuovo stato, il Duca chiamò [[Antonio da Sangallo il Giovane]], a cui commissionò la cittadella, il palazzo ducale e la zecca.
 
Nel [[1538]] il figlio Ottavio sposò [[Margherita d'Austria]], figlia naturale di Carlo V, consolidando così l'amicizia tra la famiglia Farnese e l'imperatore.
 
Nel 1543 il figlio dodicenne [[Orazio Farnese|Orazio]] fu mandato alla corte del [[re di Francia]] [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e, nel [[1545]], l'altro figlio, [[Ranuccio Farnese (cardinale)|Ranuccio]], fu creato cardinale da Paolo III.
 
== Il [[Ducato di Parma e Piacenza]] ==
L'ambizioso Pier Luigi, però, non si accontentava del piccolo ducato laziale, ma ambiva a qualcosa di più grande e di più autonomo rispetto alla Chiesa. Nella sua mente c'erano il [[ducato di Milano]], la città di [[Siena]] o [[Piacenza]].
 
Il papa, dopo il rifiuto di Carlo V di infeudare Pier Luigi con [[Milano]], decise di investire il figlio e la sua discendenza del ducato di Piacenza e Parma, togliendo a Ottavio [[Camerino]] e a Pier Luigi Nepi.<br />La proposta di investitura fu fatta nel concistoro del 12 agosto [[1545]] e la votazione avvenne in quello del 17 agosto, non senza contrasti. Però, dopo che il [[Cardinale camerlengo|camerlengo]], [[Guidascanio Sforza]], dimostrò che Piacenza e Parma rendevano 7.500 ducati l'anno, mentre Camerino rendeva 10.000 ducati e che in 10 anni il ducato di cui si parlava era costato alla [[Camera Apostolica]] la bellezza di 200.000 ducati, la votazione risultò favorevole alla decisione di Paolo III, che obbligò Pier Luigi a pagare un censo annuale di 9.000 ducati alla Camera Apostolica e a cedere il ducato di Castro a Ottavio, facendogli in questo modo riconoscere di essere un vassallo della Chiesa.
 
La dipendenza feudale del ducato di Piacenza e Parma dalla Santa Sede avrebbe costituito per più secoli (e ancora al [[congresso di Vienna]]) un motivo di rivendicazione da parte della [[Curia Romana]], e di dispute tra quest'ultima e (passata poi Parma ai [[Borboni]]) gli stati borbonici: l'episodio più acuto di tale scontro fu probabilmente quello che avvenne, nel [[XVIII secolo]], con [[papa Clemente XIII]].
 
Il duca prese possesso dei suoi stati il 23 settembre 1545 e, non mostrando alcuna riconoscenza verso il papa, considerando il merito della formazione del ducato tutto suo, cercò di trasformare il vassallaggio in favore dell'imperatore, ma lo stesso Carlo V rifiutò.
 
I primi provvedimenti a cui mise mano furono: l'apertura di numerose scuole in cui si insegnavano la [[medicina]], il [[diritto]] e la [[letteratura latina]] e [[letteratura greca|greca]]; la costruzione di nuove vie di comunicazione per favorire il commercio; la riforma del sistema amministrativo prendendo spunto dal modello milanese; la riforma del sistema giudiziario in forma più garantista: i giudici dovevano motivare gli arresti.
 
Diede forte slancio all'agricoltura abolendo la tassa sul bestiame, riparando strade rurali, ricostruendo o restaurando ponti e migliorando il regime delle acque. Per l'industria e il commercio migliorò le comunicazioni tra le varie regioni del ducato e sviluppò il servizio postale.
 
Per riassestare il bilancio assoggettò tutti gli abitanti al pagamento delle tasse e soppresse le esenzioni ingiustificate. Per poter raggiungere tale scopo ordinò ai preti di censire tutti i parrocchiani dai 10 ai 70 anni d'età; da ogni parrocchia furono eletti tre rappresentanti, uno ricco, uno di modesta fortuna e uno povero; costoro avrebbero dovuto censire i beni mobili, immobili e il bestiame di ogni parrocchiano. Con tale metodo il duca venne a conoscenza delle ricchezze di ogni abitante e fu in grado di ripartire equamente le cariche pubbliche e le tasse.
 
Per garantire la sicurezza dello stato, Pier Luigi creò delle legioni composte da cinque compagnie di 200 fanti ciascuna e una guardia personale, non tralasciando il suo pallino, che era la costruzione di una fortezza a Piacenza. Del disegno dell'opera fu incaricato [[Domenico Giannelli]]. Il piano fu sottoposto alla revisione del San Gallo e di [[Michelangelo]], che lo approvarono con poche modifiche l'11 novembre 1545. La nuova fortezza doveva essere un baluardo contro gli spagnoli e un ammonimento contro coloro che criticavano la sua politica di riforme.
 
Pier Luigi sapeva bene che i nobili lo odiavano e che la borghesia e il popolo non lo avevano molto in simpatia, così, per avere un controllo più saldo della situazione, decise che chiunque avesse una rendita superiore a 200 scudi avrebbe dovuto risiedere in città, pena la perdita dei beni.
 
Tutte queste precauzioni non erano inutili perché Carlo V, che nel frattempo era diventato ostile al papa, non aveva gradito la cessione del ducato a Pier Luigi. A causa di questa rottura, inoltre, avevano ricominciato a formarsi le fazioni guelfa con il papa, la Francia, Venezia, [[Parma]] e [[Ferrara]] e quella ghibellina con l'imperatore, la [[Spagna]], [[Genova]], i Medici e i [[Gonzaga]].
 
=== La congiura di Piacenza e la tragica morte ===
Fu proprio [[Ferrante I Gonzaga]], conosciuto in [[Italia]] come Don Ferrante, governatore di Milano, che, avendo appreso che l'imperatore voleva appropriarsi del ducato di Piacenza e Parma, decise di colpire i Farnese verso cui covava un odio mortale.
 
Gonzaga iniziò a far spiare Pier Luigi e a mandare rapporti continui a [[Madrid]] e a Carlo V. Pier Luigi, non rimase con le mani in mano; il 4 giugno 1547 fece sposare la figlia [[Vittoria Farnese|Vittoria]] con il duca di [[Urbino]], [[Guidobaldo II Della Rovere]]; alla fine dello stesso mese stipulò il contratto di fidanzamento tra il figlio Orazio e la figlia del re di Francia, [[Enrico II di Francia|Enrico II]], [[Diana di Francia|Diana]]; e continuò alacremente i lavori di fortificazione del suo ducato.
 
Carlo V, preoccupato per il procedere dei lavori a Parma, si convinse a lasciare mano libera a Don Ferrante per organizzare una congiura contro il duca.
 
Già il [[marchese]] [[Pallavicini]] di [[Cortemaggiore]], fuoriuscito a [[Crema (Italia)|Crema]], aveva offerto il suo braccio e quello dei suoi amici al Gonzaga, ma questi rifiutò perché costui era sotto la stretta sorveglianza delle spie dei Farnese. Preferì invece affidarsi al suo lontano parente [[Aloisio Gonzaga|Luigi Gonzaga]], signore di [[Castiglione delle Stiviere|Castiglione]], [[Castel Goffredo]] e [[Solferino]], e al di lui cognato [[conte]] [[Giovanni Anguissola]], governatore di [[Villa Pliniana|Como]], che si impegnò a trovare altri congiurati tra la nobiltà piacentina.<br />L'Anguissola riuscì a convincere il conte Agostino Landi, il marchese Giovan Luigi Confalonieri e i marchesi Girolamo e Alessandro Pallavicini.
 
{{Citazione|Nel fatal giorno 10 settembre 1547, trovandosi Pierluigi nella vecchia cittadella di Piacenza, furono presi i posti, trattenute le poche guardie tedesche, ed alcune uccise dai congiurati. Il conte Anguissola entrò risoluto nella stanza ov'era il duca, a cui tante pugnalate si calarono sinché dié segno di vita. Aperta la finestra che più riguarda verso la piazza egli, l'Anguissola, ed il Landi mostrarono il cadavere al popolo gridando ''libertà'' e ''Impero'', e quindi lo piombarono giù nella fossa. Questa tragedia compiuta, furono introdotti in città i soldati imperiali che stavano in aspetto nelle vicinanze, e il giorno di poi D. Ferrante Gonzaga venne a prenderne possesso per Cesare|Lorenzo Molossi, ''Vocabolario topografico dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla'', Parma, dalla tipografia ducale, [[1832]]-[[1834]], pp. 317-318.}}
 
Dopo la morte del figlio, il papa riunì il concistoro e accusò Don Ferrante della sua morte, ridicolizzando le motivazioni che adduceva per l'occupazione di Piacenza, dopodiché dichiarò espressamente che Ottavio sarebbe stato il nuovo duca e il nuovo Gonfaloniere della Chiesa.
 
Di lui è stato detto, come di [[Caravaggio]], "morì male così come era vissuto".
 
Il suo corpo fu ricomposto e sepolto a Piacenza, prima in una chiesa, poi in un'altra; in seguito la salma fu fatta traslare a Parma dalla moglie Gerolama Orsini e infine fu trasferita nella tomba di famiglia sull'isola Bisentina, sul [[Lago di Bolsena]], dove dopo la morte lo raggiunsero anche la moglie e il figlio cardinale Ranuccio.
 
== Discendenza ==
Da [[Gerolama Orsini]] Pier Luigi ebbe cinque figli:
* [[Alessandro Farnese il giovane|Alessandro]] (1520-1589), vescovo di [[Parma]] e Cardinale;
* [[Vittoria Farnese]], che sposò Guidobaldo II, duca di Urbino
* [[Ottavio Farnese|Ottavio]], duca di [[Parma]] (1521-1586), successore del padre;
* [[Ranuccio Farnese (cardinale)|Ranuccio]] (1530-1565), Cardinale;
* [[Orazio Farnese|Orazio]], duca di Castro, che sposò Diana, Duchessa d'Angoulême, una figlia illegittima di [[Enrico II di Francia]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Edoardo del Vecchio, ''I Farnese'', Istituto di studi romani editore, Roma 1972.
* Giovanni Contrucci, Le monete del ducato di Castro, Comune Ischia di Castro 2012.
 
== Voci correlate ==
* [[Duchi di Parma]]
* [[Farnese]]
* [[Ducato di Castro]]
* [[Papa Paolo III]]
* [[Oltraggio di Fano]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Pier Luigi Farnese}}
 
{{Kentucky}}
{{Box successione
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{{Box successione
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{{Duchi di Parma e Piacenza}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|rinascimentoStati Uniti d'America}}
 
[[Categoria:DuchiContee didel CastroKentucky|Owsley]]
[[Categoria:Duchi di Parma]]
[[Categoria:Farnese|Pier Luigi]]
[[Categoria:Persone legate a Fano]]
[[Categoria:Persone morte assassinate]]
[[Categoria:Figli illegittimi dei papi]]
[[Categoria:Capitani generali della Chiesa]]