Space Shuttle e Utente:Pampuco/Sandbox: differenze tra le pagine

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{{Vettore spaziale
<!----Immagine---->
{{Area protetta
|nome = Space Shuttle
|nomearea = Monte Grammondo - Torrente Bevera
|immagine = STS120LaunchHiRes-edit1.jpg
|immagine = Bevera_a_monte_di_Torri_02.png
|dim_immagine =
|linkmappa =
|didascalia = Lancio dell'[[Atlantis]] per la missione [[STS-120]]
|pxMappa =
<!----Parametri principali---->
|tipoarea = [[Sito di interesse comunitario]]
|funzione = Navetta con equipaggio parzialmente riutilizzabile
|stato = {{ITA}}
|produttore = [[United Space Alliance]]<br>[[Alliant Techsystems]]<br>[[Thiokol]]<br>[[Lockheed Martin]]<br>[[Boeing]]<br>[[Rockwell International]]
|regione = {{IT-LIG}}
|nazione = USA
|provincia = {{IT-IM}}
|nazione2 =
|comuni = [[Airole]], [[Olivetta San Michele]] e [[Ventimiglia]]
|nazione3 =
|euap =
<!----Costi---->
|classif-internaz =
|cpl = da 450 milioni a 1.5 miliardi di dollari (2011)
|provvedimenti istitutivi =
|anno_cpl = 2010
|superficieterrakm =
<!----Dimensioni---->
|superficieterra = 2642 ha
|altezza = 56.1 m
|altezza_altsuperficiemare =
|diametrogestore = 8.7 m
|diametro_altpresidente =
|massasito = 2030 t
|massa_altlinkmappa2 =
|stadipxMappa2 = 2
<!--Carico utile in orbita terrestre bassa-->
|carico_LEO = 27,5 t
|carico_LEO_alt =
<!--Carico specifico 1-->
|carico_dest = [[Stazione Spaziale Internazionale|ISS]]
|carico = 16,05 t
|carico_alt =
<!--Carico specifico 2-->
|carico2_dest = [[Orbita geostazionaria|GTO]]
|carico2 = 3,81 t
|carico2_alt =
<!--Carico specifico 3-->
|carico3_dest = [[Orbita polare]]
|carico3 = 12,7 t
|carico3_alt =
<!--Cronologia dei lanci -->
|stato = ritirato
|basi = [[Kennedy Space Center Launch Complex 39]]
|lanci = 135
|successi = 133
|fallimenti = 2
*[[Space Shuttle Challenger|Challenger]], [[Disastro dello Space Shuttle Challenger|7 morti]]
*[[Space Shuttle Columbia|Columbia]], [[Disastro dello Space Shuttle Columbia|7 morti]]
|parziali = 1 [[Space Shuttle abort mode|ATO]] durante [[STS-51-F]]
|altri_esiti =
|primo = [[STS-1|1º aprile 1981]]
|ultimo = [[STS-135|21 luglio 2011]]
|primo_sat =
|carichi_notevoli = [[Assemblaggio della Stazione spaziale internazionale|Componenti della Stazione spaziale internazionale]]<br>[[Tracking and Data Relay Satellite|Satelliti TDRS]]<br>[[Spacelab]]<br>[[Hubble Space Telescope]]<br>[[Sonda Galileo|Galileo]], [[Sonda Magellano|Magellano]], [[Sonda Ulisse|Ulisse]]
<!--Razzi ausiliari primari-->
|RA_nome = [[Space Shuttle Solid Rocket Booster|SRB]]
|var_RA =
|razzi_ausiliari = 2
|RA_propulsori =
|RA_spinta = 12.500 kN x2
|RA_Isp = 269 s
|RA_durata = 124 s
|RA_propellente = [[Propellente solido|Solido]]
<!--Stadi-->
|elenco_stadi =
{{Vettore spaziale/stadio
|numero = 1
|var =
|nome = [[Space shuttle#Orbiter|Orbiter]] + [[External Tank|Serbatoio esterno]]
|propulsori = x3 [[Space Shuttle main engine|SSME]]
|spinta = 5250 kN x3 <small>al livello del mare</small>
|spinta_alt =
|Isp = 455 s
|durata = 480 s
|propellente = [[Idrogeno|LH<sub>2</sub>]]/[[Ossigeno liquido|LOX]]
}}
|RA_spinta_alt =
}}
Lo '''Space Transportation System'''<ref>''Space Transportation System'' in [[lingua inglese|inglese]] letteralmente significa "sistema di trasporto spaziale".</ref> ('''STS'''), comunemente noto come '''Space Shuttle'''<ref>''Space Shuttle'' tradotto letteralmente significa "navetta spaziale".</ref> o '''Shuttle''', è stato un sistema di lancio spaziale riutilizzabile della [[NASA]], l'ente governativo [[Stati Uniti d'America|statunitense]] responsabile dei [[programma spaziale|programmi spaziali]], adibito a missioni spaziali in [[orbita]] intorno alla [[Terra]]. Lanciato in orbita per la prima volta il 12 aprile [[1981]]<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-1/mission-sts-1.html |titolo=STS-1 Overview |editore=NASA |accesso=22 agosto 2010|lingua=en}}</ref>, ha portato a termine la sua ultima missione il 21 luglio [[2011]].<ref name="launch">{{Cita web|url= http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/launch/ |titolo= Launch and Landing| accesso= 1º luglio 2011 | editore=NASA|lingua=en}}</ref>
 
Quello del '''Monte Grammondo - Torrente Bevera''' è un [[sito di interesse comunitario]] della [[Regione Liguria]]<ref name = impe /> istituito con Decreto Ministeriale 7 aprile 2017<ref>{{Cita news | giornale = [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana]] | numero = 98 | data = 28 aprile 2017 | url = http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/04/28/98/sg/pdf | titolo = DECRETO 7 aprile 2017 - Designazione di 74 Zone speciali di conservazione della regione biogeografi ca mediterranea insistenti nel territorio della Regione Liguria, ai sensi dell’art. 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 | accesso = 2019-06-06 }}</ref> , nell'ambito della Direttiva 92/43/CEE (''[[Direttiva Habitat]]'').
== La guerra fredda e i lanci ==
Comprende un'area di 2642 [[ettaro|ettari]]<ref name = Ligu>{{Cita web | titolo = Monte Grammondo - Torrente Bevera | url = http://www.natura2000liguria.it/sic16/index.htm | editore = Regione Liguria | accesso = 2019-06-06}} </ref> nel territorio dei comuni di [[Airole]], [[Olivetta San Michele]] e [[Ventimiglia]], in [[Provincia di Imperia]].
La storia dello Space Shuttle inizia e si inserisce sul finire del contesto della [[guerra fredda]] con la celebre [[corsa allo spazio]] in decisa contrapposizione con l'altra grande [[superpotenza]] dell'epoca: l'[[Unione Sovietica]].
 
In particolare con lo sviluppo, avvenuto a partire dai primi [[anni 1970|anni settanta]], di un veicolo spaziale riutilizzabile, la NASA sperava di continuare i suoi progetti e programmi spaziali con una notevole riduzione dei costi di accesso allo [[spazio (astronomia)|spazio]], ma la complessità del progetto, i problemi relativi alla sicurezza e i [[costo|costi operativi]] di funzionamento (500 milioni di dollari per lancio) hanno progressivamente disatteso queste aspettative fino alla sua definitiva dismissione nel [[2011]].<ref>{{Cita web|url=http://www.hvcn.org/info/a2s2/restofus.html|titolo=A Spaceship for the Rest of US - A Spaceship for the Rest of US|accesso=27 dicembre 2011|lingua=en}}</ref>
 
Lo Shuttle si compone essenzialmente di tre sottoinsiemi: l'''[[orbiter]]'', che è l'unico componente ad entrare in [[orbita]] e che trasporta gli [[astronauta|astronauti]], il [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]] (chiamato anche ''External Tank'') e di due ''[[Space Shuttle Solid Rocket Booster|razzi booster]]''.
 
Il veicolo viene assemblato nel [[Vehicle Assembly Building]] presso il [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]], in [[Florida]], e quindi trasportato, per mezzo di una [[Crawler-transporter|piattaforma mobile]], presso il [[complesso di lancio 39]]. Il lancio della navetta avviene in posizione verticale come un [[razzo]] convenzionale grazie alla [[spinta]] fornita dai suoi tre [[Space Shuttle main engine|motori principali]] e dai due ''booster'' (SRB) laterali. Dopo circa due minuti dal lancio i due SRB vengono espulsi e la navetta continua il suo volo fino all'orbita prevista utilizzando i suoi motori, alimentati dal [[propellente]] contenuto nel serbatoio esterno. Una volta raggiunta l'orbita, i motori principali vengono spenti e il serbatoio abbandonato a bruciare nell'[[atmosfera terrestre]].
 
La navetta è progettata per raggiungere orbite comprese tra i 185 ed i {{M|643|k|m}} di quota con un equipaggio composto da due a sette astronauti<ref name="The orbiter">{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/returntoflight/system/system_Orbiter.html|titolo=NASA - The Orbiter|lingua=en|accesso=30 giugno 2011}}</ref><ref name="atmos">{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/returntoflight/system/system_STS.html|titolo=Shuttle Basics|accesso= 30 giugno 2011|lingua=en|editore=[[NASA]]}}</ref> (dieci in caso di una missione di recupero di emergenza). Nelle prime missioni di prova l'equipaggio era formato soltanto dal comandante e dal pilota. Una missione orbitale dura in media due settimane. La manovra di rientro prevede che la navetta riduca la propria velocità attraverso i [[Orbital Maneuvering System|motori di manovra]] fino a trovarsi su una traiettoria di discesa che le permetta di attraversare i vari strati dell'[[atmosfera terrestre|atmosfera]] e fare ritorno sulla [[Terra]]. L'atterraggio avviene senza propulsione, un po' come un [[aliante]], in una lunga [[Pista d'atterraggio|pista]] in vari possibili siti.
 
L'intero sistema è stato ritirato dal servizio il 21 luglio [[2011]], dopo 135 lanci<ref>{{Cita web|url=http://www.dedalonews.it/it/index.php/07/2011/e-finita-lera-dello-shuttle/|titolo=E' finita l'era dello Shuttle|autore=Jim Abrams|editore=Dedalonews|data=21 luglio 2011|accesso=21 luglio 2011}}</ref>. Le missioni più importanti realizzate hanno permesso il lancio di [[satellite artificiale|satelliti]] (tra cui il [[Telescopio spaziale Hubble|telescopio ''Hubble'']]) e tre [[Sonda spaziale|sonde interplanetarie]]<ref>{{Cita web|titolo=7 cool things you didn't know about Atlantis|url=http://www.space.com/8391-7-cool-space-shuttle-atlantis.html|lingua=en}}</ref>, di condurre esperimenti scientifici nello [[Spazio (astronomia)|spazio]] e la manutenzione e la costruzione di [[stazione spaziale|stazioni spaziali]]. Nel corso del [[Programma Space Shuttle]] sono stati costruiti cinque ''orbiter'', due sono andati distrutti in incidenti e tre sono stati ritirati.
 
Nella sua storia è stato utilizzato per le missioni spaziali orbitali dalla NASA, dal [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti|Dipartimento della Difesa statunitense]], dall'[[Agenzia Spaziale Europea]], dal [[Giappone]] e dalla [[Germania]]<ref name=Interavia85/><ref name=life/>. Gli Stati Uniti hanno finanziato lo sviluppo dell'STS e le operazioni di gestione fatta eccezione [[Spacelab]] [[STS-61-A|D1]] e [[STS-55|D2]], finanziati rispettivamente dalla [[Germania Ovest]] e dalla [[Riunificazione tedesca|Germania riunificata]]<ref name=Interavia85>{{Cita web|url=http://www.google.com/search?tbs=bks%3A1&tbo=1&q=German-funded+Spacelab+mission+made+use+of+the+ESA+Space+Sled&btnG=Search+Books#sclient=psy&hl=en&tbo=1&tbs=bks:1&source=hp&q=The+D1+mission+has+been+financed+entirely+by+the+German+Ministry+of+Research+and+Technology&aq=&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=&pbx=1&fp=44253eb2e797c355|titolo=Interavia (1985), Volume 40|pagina=1170|lingua=en|accesso=18 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.damec.dk/vis.asp?id=44|titolo=Columbia Spacelab D2 - STS-55|editore=Damec.dk|accesso=12 aprile 2010}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.esa.int/SPECIALS/ESAhistory/SEM4SSYOBFG_1.html|titolo=ESA - Spacelab D1 mission – 25 years ago|accesso=4 dicembre 2010|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://books.google.com/books?id=Q-jQG5C8wwcC&pg=PA89&dq=German+funded+space+shuttle&hl=en&ei=Iqf6TLb1LsP38Aa8vM3TCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CD4Q6AEwBQ#v=onepage&q=German%20funded%20space%20shuttle&f=false|autore=Tim Furniss|titolo=A history of space exploration and its future|anno=2003|pagina=89|accesso=4 dicembre 2010|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://books.google.com/books?id=jLdTAAAAMAAJ&q=German-funded+Spacelab+mission+made+use+of+the+ESA+Space+Sled&dq=German-funded+Spacelab+mission+made+use+of+the+ESA+Space+Sled&hl=en&ei=p6z6TIT_EoH88Aa2zcXwCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCcQ6AEwAA|autore=Reginald Turnill|titolo=Jane's spaceflight directory|anno=1986|pagina=139|lingua=en}}</ref>. Inoltre, la [[STS-47|SL-J]] è stata parzialmente finanziata dal Giappone<ref name=life>{{Cita web|url=http://lis.arc.nasa.gov/lis2/Chapter4_Programs/SL_J/SL_J_Intro.html|titolo=Life into Space|volume=2|pagina=Spacelab-J (SL-J) Payload|lingua=en}}</ref>.
 
== Storia ==
[[File:Rifacimento muretti a secco in destra Bevera 01.png|thumb|left|Rifacimento muretti a secco sulla [[destra idrografica|sponda destra]] del Bevera]]
{{Vedi anche|Programma Space Shuttle}}
Vaste porzioni del SIC erano state in passato dissodate, terrazzate e messe a coltura, con gli [[oliveto|oliveti]] che arrivavano nelle zone meglio esposte fino agli 800 metri di quota. Erano inoltre presenti varie altre colture specializzate tra le quali di particolare importanza era la [[floricoltura]]. All'agricoltura si affiancava poi, specie nelle zone più in quota, la pastorizia. Nella zona si trovava una fitta rete di nuclei di costruzioni rurali, oggi in buona parte allo stato di rudere, collegati tra loro da una viabilità pedonale che in alcuni casi è stata in seguito trasformata in rete stradale percorribile da veicoli a motore. Nel periodo tra la [[I guerra mondiale|prima]] e la [[seconda guerra mondiale]] la zona è stata interessata dalla costruzione del [[Vallo Alpino]], effettuata dal regime fascista in preparazione del conflitto con la [[Francia]]. Alcuni sentieri che valicano la [[catena principale alpina]], in precedenza utilizzati per il [[contrabbando]], a seguito delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] vennero usati dagli [[ebrei]] che si trasferivano in [[Francia]]. Con lo spopolamento delle aree rurali e l'abbandono delle coltivazioni, avvenuto nella seconda metà del [[XX secolo]], buona parte di queste zone è invasa dalla vegetazione spontanea e i [[muro a secco|muretti a secco]] che reggevano i terrazzamenti stanno progressivamente cedendo. Rimangono comunque aree prative alle quote maggiori ancora sfruttate per il pascolamento ovino.<ref name = impe />. A seguito della ''[[crisi europea dei migranti]]'' alcuni dei sentieri transfrontalieri hanno visto, in particolare nel 2015 ma anche in altri periodi, un notevole flusso di migranti diretti dall'Italia verso la Francia.<ref>{{cita news | titolo = Migranti, da Aquarius a Bardonecchia al Brennero: tutte le crisi scoppiate tra Paesi amici | autore = Andrea Carli | data = 12 giugno 2018 | accesso = 2019-06-07 | giornale = [[Il sole 34 ore]] | url = https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-06-12/da-bardonecchia-ventimiglia-brennero-tante-crisi-confine-francia-e-austria-154247.shtml?uuid=AEKDom4E }}</ref>
=== Primi studi ===
==== Dal Silbervogel all'X-15 ====
[[File:Silbervogel.jpg|thumb|left|Modello del [[Silbervogel]] in una [[galleria del vento]].]]
 
La prima menzione di un [[razzo]] dotato di [[ala (aeronautica)|ala]] capace di lasciare la bassa atmosfera fu in un progetto tedesco-austriaco dell'[[ingegnere]] [[Eugen Sänger]] risalente al [[1933]]. Il concetto venne successivamente sviluppato verso la fine della [[seconda guerra mondiale]] con il disegno del ''[[Silbervogel]]'', un velivolo che avrebbe dovuto permettere di [[bombardamento|bombardare]] gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dopo aver realizzato un [[volo suborbitale]]. Al termine della guerra, l'[[United States Air Force|aeronautica militare statunitense]] studiò con la ''[[North American Aviation]]'' un missile alato, chiamato ''[[North American SM-64 Navaho|Navaho]]'', per il trasporto di [[arma nucleare|armi nucleari]]. Dopo alcuni voli di prova effettuati nel [[1957]] il progetto fu abbandonato in favore di [[missile balistico|missili balistici]] di tipo [[SM-65 Atlas|Atlas]], [[Titan (famiglia di razzi)|Titan]] e Thor.
 
In questo periodo il centro di ricerca aeronautica statunitense, la [[NACA]], poi divenuta [[NASA]], fu fortemente coinvolta nella ricerca sugli aerei a razzo tanto da realizzare il [[Bell X-1]] che superò la [[Muro del suono|barriera del suono]] nel [[1947]]. Questi studi portarono velocemente ad identificare i due grandi problemi di progettazione: l'instabilità nel volo atmosferico e la dissipazione del [[calore]] durante il rientro nell'atmosfera. Quest'ultimo portò allo studio di nuovi materiali per la realizzazione di un adeguato [[scudo termico]]. La costruzione del razzo [[North American X-15|X-15]], avvenuta nel [[1954]], consentì la sperimentazione di diverse soluzioni. Le nuove scoperte consentirono di raggiungere, nel [[1960]], una velocità di 6,8&nbsp;[[Numero di Mach|Mach]] ed una altitudine di 108&nbsp;km. L'X-15 poté sperimentare gran parte delle fasi di volo che incontrerà decenni più avanti lo Space Shuttle durante il rientro sulla Terra<ref name="X15">{{Cita web |url=http://history.nasa.gov/SP-4221/ch1.htm |titolo=The Space Shuttle Decision |capitolo=1 - SPACE STATIONS AND WINGED ROCKETS |autore=T.A. Heppenheimer (NASA) |data=1999 |accesso= 18 marzo 2011 |lingua=en}}</ref>.
 
==== Corpo portante (1957-1970) ====
{{vedi anche|corpo portante}}
[[File:LiftingBodies.jpg|thumb|upright=1.3|Tre esempi di corpo portante. [[Martin-Marietta X-24|X-24]]A, M2-F3, HL-10.]]
 
Per ridurre le sollecitazioni termiche e meccaniche subite da un aereo che vola ad alta velocità, una soluzione è quella di rimuovere l'ala e generare [[portanza]] con la forma del corpo che viene allargato. Aerei di questo tipo, chiamati a [[corpo portante]], furono studiati dalla NASA a partire dal [[1957]]. Parecchi prototipi dimostrarono la loro capacità di eseguire rientri e deviazioni del percorso con buona facilità. Di questo concetto fu il progetto del [[Boeing X-20 Dyna-Soar]], voluto dall'aeronautica militare statunitense nel [[1957]]. Esso era costituito da un corpo portante e da una [[ala a delta]], veniva lanciato come un razzo per poi [[atterraggio|atterrare]] come un aereo. Il progetto progredì fino al [[1963]] quando fu chiuso per motivi di bilancio, poiché non era giustificato da uno scenario di missione chiaramente identificato<ref name="X15"/>.
 
==== Il progetto di navetta in fase sperimentale (1968-1970) ====
[[File:Space Shuttle concepts.jpg|thumb|left|I primi schizzi della navetta spaziale]]
 
Mentre la NASA era impegnata nelle ultime fasi dello sviluppo del [[Programma Apollo]], l'agenzia spaziale lanciò, il 30 ottobre [[1968]], una consultazione per lo sviluppo di un sistema di lancio riutilizzabile in grado di mettere in [[Orbita terrestre bassa|orbita bassa]] un [[carico utile]] compreso tra le 2,3 e le 23 tonnellate e di riportare sulla Terra almeno 1 tonnellata di carico e con un vano di almeno 85&nbsp;m³. Nel febbraio dell'anno successivo, quattro aziende: [[North American Aviation|North American Rockwell]], [[Lockheed Corporation|Lockheed]], [[General Dynamics]] e [[McDonnell Douglas]] vennero selezionate per partecipare a questo studio preliminare<ref name="Dennis R p. 78-79">{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 78-79|Jenkins}}.</ref>.
 
I vari centri di ricerca della NASA avevano opinioni divergenti sul progetto della navetta. Maxime Faget, in rappresentanza del [[Marshall Space Flight Center]] era favorevole ad una piccola navetta dotata di piccole ali dritte con scarse possibilità di compensare, ma più leggera e meglio aliante a velocità subsoniche: il DC-Shuttle 3, un aereo modello in scala 1 a 10 sarà realizzato nel maggio 1970 per studiare l'aerodinamica a bassa velocità. I centri di Langley e Dryden sostenevano invece la soluzione del corpo portante e soprattutto hanno contribuito a sviluppare l'H-10. Una soluzione di questo tipo ha una capacità di compensare intermedia tra l'ala dritta e l'ala a delta, anche se teoricamente meno ingombrante rispetto all'ultima. L'Air Force e il Laboratorio Draper erano in favore di un'ala a delta che offre una capacità massima di offset. La NASA successivamente decise di eliminare il concetto di corpo portante la cui forma non è compatibile con i carri di trasporto e attrezzature scartando anche l'ipotesi dell'uso di un'ala a geometria variabile per l'eccessivo peso che avrebbe portato alla navicella<ref name="astronautix"/>.
 
=== L'avvio del progetto (1969-1972) ===
 
==== Un seguito al programma Apollo (1969) ====
All'inizio del 1969 la NASA studiò il seguito del [[programma Apollo]]. Nell'euforia dei successi del programma lunare furono sviluppate diverse proposte: la realizzazione di una [[stazione spaziale]], di una base lunare, una spedizione su [[Marte (astronomia)|Marte]] e la progettazione di una navetta<ref>{{Cita|Xavier Pasco|p. 134|XP}}.</ref>. Un comitato, denominato "''Space Task Group''", fu creato su richiesta del [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli Stati Uniti]] [[Richard Nixon]] per preparare i prossimi voli con equipaggio della NASA.<ref name="STG">{{Cita web|url=http://www.spacenews.com/archive/archive08/history_0211.html|titolo=Space News Business - Feb. 13, 1969: Task Group Charts NASA's Future After Apollo|lingua=en|accesso=28 dicembre 2011}}</ref>
 
I lavori di questo gruppo portarono alla formulazione di tre scenari possibili con un bilancio annuale che variava dai 5 ai 10 miliardi di dollari, un importo pari o superiore al bilancio annuale del programma Apollo al massimo del suo sviluppo. La proposta meno ambiziosa prevedeva lo sviluppo simultaneo di una navetta e di una stazione spaziale. Il presidente Nixon non accettò nessuno di questi scenari perché li giudicò troppo dispendiosi.<ref name="STG"/>
 
[[File:North American Rockwell P333.jpg|thumb|Concetto di navetta riutilizzabile progettata nel 1969 dalla [[Rockwell International|North American Rockwell]].]]
 
La NASA decise così di concentrare i finanziamenti sullo sviluppo della navetta spaziale, ritenendo che la disponibilità di quest'ultima fosse un requisito necessario per la costruzione successiva della stazione. I dirigenti della NASA ritennero inoltre che la navetta potesse essere utilizzata per sostituire altri 10 lanciatori disponibili a quel tempo, compresi quelli utilizzati dall'esercito, per il lancio di [[satellite artificiale|satelliti]] in orbita.
 
La fine della [[guerra fredda]] e il crollo del [[programma spaziale sovietico]] tolsero al programma statunitense una gran parte della sua giustificazione. Il presidente Nixon, che dovette affrontare una situazione di budget molto limitato, non volle fare scelte di alto profilo per l'esplorazione spaziale non ritenendo che ci fossero sufficienti ricadute politiche. Nixon mise il progetto della NASA sotto il controllo dei supervisori del bilancio federale (l'OMB - ''Office of Management and Budget'') a partire dal [[1970]] che richiese una giustificazione per ogni spesa dell'ente spaziale. L'organismo di controllo pose molti limiti e vincoli al procedere dello sviluppo della navetta, tanto che il direttore della NASA [[James C. Fletcher]] ritenne che non solo l'OMB si occupasse di gestire il budget, ma pretendesse anche di fare delle scelte sulla progettazione<ref name="Dennis R p. 78-79"/><ref>{{Cita|Xavier Pasco|p. 139-147|XP}}.</ref>.
 
Per combattere lo scetticismo dell'OMB la NASA dette incarico ad una società di consulenza esterna, Mathematica, di realizzare uno studio sugli oneri economici del progetto. I risultati furono molto favorevoli, in quanto venne ipotizzato una drastica diminuzione dei costi di messa in orbita da parte della navetta riutilizzabile in confronto ai razzi convenzionali. Questa relazione verrà utilizzata dalla NASA per difendere la redditività del progetto, in particolare nei confronti del [[Senato (Stati Uniti d'America)|Senato]]<ref>{{Cita libro|titolo=Bulletin of the Atomic Scientists|data febbraio 1973|lingua=inglese|autore=AA.VV.|url=http://books.google.com/books?id=qgsAAAAAMBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|p=38}}</ref>.
 
==== Fase B: Design (1970-1971) ====
[[File:Faget shuttle concept P208.jpg|thumb|left|Disegno di [[Maxime Faget]], 1969 circa, che rappresenta una navetta a due stadi completamente riutilizzabile.]]
 
Al termine della fase A, nel giugno 1970, la NASA impone nuove specifiche in una fase di progettazione più dettagliata, chiamata fase B. Si specifica che la navetta dovrà decollare verticalmente e atterrare orizzontalmente. Il complesso dovrà essere collocato ad un'orbita di 500&nbsp;km con una inclinazione di 55° e trasportare un carico utile di 6,8 tonnellate. La specifica richiesta per il carico utile aumenta pochi mesi dopo per venire incontro all'esercito, finanziatore del progetto, che richiedeva 30 tonnellate in orbita bassa.
 
Le aziende concorrenti vengono invitate a progettare due versioni, una più simile alle esigenze dell'ente spaziale e l'altra invece alle aspettative dell'esercito. Inoltre viene richiesto che la navetta possa compiere un secondo tentativo di atterraggio, qualora il primo non fosse riuscito, impiegando quindi dei [[motore a reazione|motori a reazione]]. Si prevedeva che la navetta fosse disponibile a tornare a volare dopo due settimane dal termine di una missione per una frequenza compresa tra i 25 e i 40 voli all'anno. Ogni navetta doveva trasportare un equipaggio di due astronauti.<ref>{{Cita web|url=http://www.pmview.com/spaceodysseytwo/spacelvs/sld031.htm|titolo=McDonnel Douglas & Martin Marietta - Phase B Shuttle|lingua=en|accesso=24 dicembre 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.archive.org/details/nasa_techdoc_19750068336|titolo=Space Shuttle main engine definition (phase B). Volume 3: Combustion devices (July 30, 1974)|lingua=en|accesso=24 dicembre 2011}}</ref>
 
Due aziende furono selezionate per la fase B: McDonnell Douglas, associata a Martin Marietta, e North American Rockwell con General Dynamics. Già nel marzo [[1971]] i due costruttori hanno preparato una bozza di progetto. Entrambe risultano essere molto simili per quanto riguarda l'''orbiter'', anche perché la NASA aveva fornito a loro delle specifiche molto restrittive. Molto diversi, invece, appaiono le proposte per il vettore. Un fattore comune è l'utilizzo dell'[[alluminio]] per la struttura al posto del più efficiente [[titanio]], escluso dall'aeronautica militare perché considerato non sufficientemente testato<ref name="astronautix"/>.
 
==== L'abbandono del progetto di navetta completamente riutilizzabile (1971) ====
[[James C. Fletcher]] divenne amministratore della NASA nell'aprile del [[1971]] e fin dall'inizio del suo mandato si occupò di promuovere presso il [[Senato (Stati Uniti d'America)|Senato degli Stati Uniti]] il progetto della navetta spaziale, che in quel momento era bloccato. Si accorse ben presto che l'unico modo per raggiungere un accordo sui finanziamenti fosse quello di integrare nelle specifiche della navetta le esigenze dei [[Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti|militari]] per ottenere il loro supporto. Avviò anche dei tentativi di cooperazione internazionale, seppur con modesti risultati: l'Europa (ed in particolare la Germania) si impegnò a costruire lo [[Spacelab]] destinato a volare nella stiva dell'''Orbiter''<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/technology/sts-newsref/spacelab.html|titolo=Nasa.gov - Spacelab|lingua=en|accesso=7 maggio 2011}}</ref> e il [[Canada]] a realizzare un braccio meccanico per la navetta, chiamato ''[[Remote Manipulator System|Canadarm]]'' ed utilizzato per sollevare carichi in orbita<ref>{{Cita web|url=http://www.asc-csa.gc.ca/eng/canadarm/default.asp|titolo=Canadarm|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.asc-csa.gc.ca/eng/canadarm/flight.asp|titolo=Flight history of Canadarm|lingua=en|accesso=7 maggio 2011}}</ref>.
 
Nel maggio del 1971, L'Ufficio del Bilancio (OMB) annunciò che la NASA avrebbe dovuto accontentarsi per gli anni seguenti di un budget ridotto a 3,2 miliardi di dollari annui, con un miliardo da dedicare allo sviluppo della navetta. Con questo vincolo finanziario, la NASA fu costretta ad abbandonare il progetto di un sistema completamente riutilizzabile, il cui costo di sviluppo avrebbe richiesto oltre i due miliardi annui. La configurazione dell'[[ala a delta]] venne però mantenuta per rispettare le esigenze dei militari<ref name="astronautix"/>. Sempre per rispettare i vincoli di budget, la NASA optò, nel giugno 1971, per un serbatoio esterno non riutilizzabile<ref name="astronautix"/>.
 
Per ridurre ulteriormente i costi, la NASA ha richiesto uno studio relativo al primo stadio di propulsione a cui contribuirono Grumman, Boeing, Lockheed, McDonnell-Douglas, Martin Marietta e North American Rockwell. I produttori dovevano prendere in considerazione tre alternative: l'uso di uno stadio Saturno IC, l'uso di uno stadio alimentato da nuovo motore a [[propellente liquido]] o utilizzare un razzo a [[propellente solido]]. In seguito a questo studio, la NASA scelse di usare quest'ultima opzione che portava a risparmiare 500 milioni di dollari di costi di sviluppo rispetto ai propulsori a propellente liquido ma aumentò il costo delle operazioni di lancio di quasi il doppio (500 $ per ogni chilogrammo di carico utile contro i 275 dollari al chilogrammo)<ref name="astronautix"/>.
 
==== La decisione di iniziare (1972) ====
Il Presidente Richard Nixon non voleva essere considerato colui che aveva fermato le missioni umane spaziali degli Stati Uniti, che ancora erano considerate un elemento di prestigio per la nazione. Inoltre, se l'opinione pubblica e la comunità scientifica avevano convenuto sulla necessità di ridurre il bilancio dedicato ai voli umani, il presidente non era immune alle pressioni dell'industria aerospaziale e alle considerazioni elettorali. Il ritiro degli Stati Uniti dal [[Vietnam]] aveva portato al crollo degli ordini militari, la crisi dell'industria e il declino del programma Apollo provocarono una recessione che l'industria aerospaziale statunitense non aveva mai conosciuto: la metà degli ingegneri e dipendenti che lavorano nel settore erano ridondanti. Questo problema era certamente rilevante per le imminenti elezioni presidenziali<ref>{{Cita|Xavier Pasco|p. 103-105|XP}}.</ref>.
 
{| align="center" rules="all" cellspacing="0" font-size: 95%; cellpadding="4" style="border: 1px solid #999; border-right: 2px solid #999; border-bottom:2px solid #999; background: #f3fff3"
|+''Stima dei costi della navetta NASA per la sua capacità (dicembre 1971)''<ref name="decision"/>
|-align=center style="background: #ddffdd"
!Scenario
!1
!2
!2A
!3
!4
|-
| Diametro e lunghezza del vano carico
| align=center|3,1&nbsp;m × 9,1&nbsp;m
| align=center|3,7&nbsp;m × 12,2&nbsp;m
| align=center|4,3&nbsp;m × 13,7&nbsp;m
| align=center|4,3&nbsp;m × 15,2&nbsp;m
| align=center|4,6&nbsp;m × 18,3&nbsp;m
|-
| Massa del [[carico utile]]
| align=center|13,6&nbsp;t
| align=center|13,6&nbsp;t
| align=center|20,4&nbsp;t
| align=center|29,5&nbsp;t
| align=center|29,5&nbsp;t
|-
| Costo di sviluppo (Mds $)
| align=center|4,7
| align=center|4,9
| align=center|5,0
| align=center|5,2
| align=center|5,5
|-
| Costo di una missione (Milns $)
| align=center|6,6
| align=center|7,0
| align=center|7,5
| align=center|7,6
| align=center|7,7
|-
| Costo di lancio per kg ($)
| align=center|485
| align=center|492
| align=center|368
| align=center|254
| align=center|260
|-
|}
 
LA NASA continuò a difendere il suo progetto di navetta spaziale evidenziando la riduzione di costo per la messa in orbita di carichi in confronto con i tradizionali lanciatori non riutilizzabili. L'agenzia, inoltre, propose una versione più potente del sistema in grado di trasportare un carico maggiore, questo sia per venire incontro all'esigenza dell'[[United States Air Force|aeronautica militare]] e per permettere il montaggio di una [[stazione spaziale]]. Il presidente Nixon dette finalmente il suo benestare per il progetto più ambizioso della navetta il 5 gennaio [[1972]]. Ma il suo sviluppo si scontrò con il calo costante del bilancio: i finanziamenti alla NASA passarono, infatti, dall'1,7% del bilancio totale dello stato federale del 1970 allo 0,7% del [[1986]]<ref name="decision">{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 170|Jenkins}}.</ref><ref name="budgetnasa">{{Cita web
|url=http://www.richardb.us/nasa.html#graph
|titolo=Putting NASA's Budget in Perspective
|autore=Richard Braastad
|accesso=1º maggio 2010
|lingua=en
}}</ref>. Per poter finanziare adeguatamente lo sviluppo della navetta la NASA dovette abbandonare il lancio della seconda stazione [[Skylab]]. Le missioni spaziali umane statunitensi vennero così sospese fino al primo volo dello Shuttle che avvenne soltanto nel [[1981]]<ref name="astronautix">{{Cita web
|url=http://www.astronautix.com/lvs/shuttle.htm
|titolo=Shuttle
|autore=Mark Wade
|editore=Astronautix
|accesso=26 aprile 2010
|lingua=en
}}</ref>.
 
==== La selezione dei produttori ====
La gara di appalto per la progettazione e la costruzione dell'''Orbiter'' fu lanciata nel marzo 1972 dalla NASA. Fin dall'inizio si evidenziarono le proposte della [[North American Aviation|North American Rockwell]], già costruttrice del [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando e di servizio Apollo]], con sede in [[California]] e quella della [[Grumman]] produttrice del [[Modulo Lunare Apollo]] e situata nello Stato di [[New York (stato)|New York]]. Per il comitato di selezione della NASA, la prima proposta si distinse per il suo basso costo, per il ridotto peso dell'orbiter e per il solido sistema di gestione dei progetti, mentre quello della Grumman era ritenuto più interessante dal punto di vista tecnico. Il progetto della North American Rockwell venne scelto in via definitiva il 26 luglio [[1972]] per 2,6 miliardi di dollari: a questo prezzo l'azienda si impegnava a costruire due ''orbiter'' e un modello per i test operativi. Due ''Orbiter'' supplementari erano previsti in un momento successivo.<ref>{{Cita web|url=http://www.pmview.com/spaceodysseytwo/spacelvs/sld036.htm|titolo=PHASE B - Contractor studies|lingua=en|accesso=24 dicembre 2011}}</ref>
 
L'''Orbiter'' scelto poteva mettere in orbita bassa {{M|29,5||t}} e aveva una dimensione di {{M|18,3||m}} × 4,57&nbsp;m. Esso veniva prodotto a [[Palmdale]] in [[California]]. Nel [[1973]] l'azienda [[Thiokol]] aveva ottenuto il mandato per la costruzione dei due ''razzi booster'' e [[Martin Marietta]] quello per il serbatoio esterno, prodotto presso il ''[[Michoud Assembly Facility]]'' di proprietà della NASA. La [[Rocketdyne]] fu invece selezionata, a fine marzo 1972, per la produzione dei [[Space Shuttle main engine|motori principali]] (''Space Shuttle main engine'' - SSME) dell'orbiter<ref>{{Cita web
|url=http://history.nasa.gov/SP-4221/ch9.htm
|titolo=The Space Shuttle Decision
|capitolo=9 - Nixon's decision
|autore= T.A. Heppenheimer (NASA)
|data=1999
|accesso= 18 marzo 2011
|lingua=en
}}</ref><ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 182-183|Jenkins}}.</ref>.
 
=== Lo sviluppo (1972-1981) ===
[[File:OV-101-CaptiveFlights.jpg|thumb|Lo ''[[Shuttle Carrier Aircraft]]'' trasporta lo ''[[Space Shuttle Enterprise]]''.]]
Durante i primi due anni successivi alla firma del contratto, molte modifiche vennero apportate alle specifiche della navetta, principalmente per ridurre i costi di sviluppo. L'ala a doppia delta fu introdotta in questa fase allo scopo di migliorare la capacità di volo a bassa velocità ed in più permetteva, con interventi limitati nel design della parte anteriore, di compensare i problemi di posizione del [[Centro di massa|centro di gravità]] che avrebbero potuto verificarsi in una fase più avanzata di sviluppo. Una delle novità più importanti fu l'abbandono di motori a reazione da utilizzarsi nelle fasi di atterraggio.
 
Per spostare la navetta, ora non motorizzata, tra i vari siti, la NASA acquistò nel 1974 un [[Boeing 747]] usato, che venne attrezzato per il suo trasporto sul dorso della [[fusoliera]] (l'aereo fu chiamato ''[[Shuttle Carrier Aircraft]]''). Il primo test del motore SSME dell'orbiter si svolse il 17 ottobre [[1975]]. Il serbatoio esterno fu progressivamente ridotto per consentire un risparmio di peso di 4,5 tonnellate. La costruzione della prima navetta [[Space Shuttle Enterprise|Enterprise]] terminò nel marzo 1976 ma essa non venne poi utilizzata nella fase operativa, in quanto troppo pesante<ref>{{Cita web|url=http://grin.hq.nasa.gov/ABSTRACTS/GPN-2000-000218.html|titolo=Shuttle Enterprise Free Flight|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref>.
 
Il 12 agosto [[1977]] si tenne il primo volo senza motore della navetta, portato in quota e poi sganciata dal 747, nell'ambito del programma ''[[Approach and Landing Tests]]''. La consegna dei primi SSME operativi fu rinviata di due anni a causa di alcuni inconvenienti nella fase di test che comportarono una rivisitazione del progetto. Nel febbraio 1980 fu completata la settima e ultima prova di qualificazione del ''booster''<ref name="astronautix"/><ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 187-248|Jenkins}}.</ref>.
 
Il primo volo spaziale dello Space Shuttle avvenne il 12 aprile [[1981]] con la missione [[STS-1]]. Lo [[Space Shuttle Columbia]], con al comando l'esperto [[astronauta]] [[John W. Young]] e con [[Robert Crippen]] come pilota, realizzò 17 orbite in poco più di due giorni, rientrando in sicurezza presso la ''[[Edwards Air Force Base]]''. Prima dell'impiego operativo furono compiute altre tre missioni ([[STS-2]], [[STS-3]], [[STS-4]]) per testare tutto il sistema, avvenute tra il 1981 e il 1982<ref name="astronautix"/>.
 
== Descrizione ==
Lo Space Shuttle è composto da quattro parti principali:
* l'''Orbiter Vehicle'' (in sigla OV): un [[orbiter]] con spazio per l'equipaggio, vano di trasporto per il carico, tre motori principali che utilizzano il combustibile presente nei serbatoi esterni e un sistema di manovra orbitale con due motori più piccoli ([[Orbital Maneuvering System|OMS]]);
* due ''[[Space Shuttle Solid Rocket Booster|Solid Rocket Booster]]'' (in sigla SRB): [[razzo|razzi]] riutilizzabili a propellente solido, il [[perclorato d'ammonio]] ([[Azoto|N]][[Idrogeno|H]]<sub>4</sub>[[Cloro|Cl]][[Ossigeno|O]]<sub>4</sub>) e l'[[alluminio]], che si staccano due minuti dopo il lancio a una altezza di {{M|66|k|m}} e vengono recuperati nell'oceano grazie al fatto che la velocità di caduta viene notevolmente ridotta da alcuni paracadute;
* il ''[[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|Serbatoio Esterno]]'' (in sigla ET): un grande serbatoio esterno di combustibile contenente [[ossigeno]] liquido (in cima) e [[idrogeno]] anch'esso liquido (nella parte bassa) che servono ad alimentare i tre motori principali dell'Orbiter. Si stacca dopo circa 8 minuti e mezzo a una [[altitudine]] di 109&nbsp;km, esplode in atmosfera e ricade in mare senza che venga poi recuperato.
 
I progetti iniziali prevedevano serbatoi supplementari sull'orbiter e altre attrezzature che però non furono mai costruite.
 
== Orbiter ==
=== Sovrastruttura ===
L'orbiter è stato progettato con gli stessi principi con cui si progetta un [[aeroplano]] costruito di [[Leghe di alluminio|lega di alluminio]]. La [[fusoliera]] si divide in quattro sottoinsiemi: la fusoliera anteriore, il vano di carico, le [[Ala (aeronautica)|ali]] e la fusoliera di poppa. Nella fusoliera anteriore si trovano il [[carrello d'atterraggio]] anteriore, i motori di controllo di [[Assetto (aeronautica)|assetto]] ([[Reaction control system|RCS]]) utilizzati in orbita e gli strumenti di guida e navigazione. La zona dedicata all'equipaggio è una struttura indipendente [[Cabina pressurizzata|pressurizzata]] e collegata al resto della struttura della navetta in soli 4 punti di aggancio per ridurre lo [[Trasmissione del calore|scambio termico]].
 
La sezione intermedia dello Shuttle contiene principalmente il vano carico e offre l'aggancio per le ali. Essa è una struttura a forma di U, aperta ad ogni estremità, di 18 metri di lunghezza, 5,2 metri di larghezza, 4 di altezza e di 13,5 tonnellate di peso. Inferiormente e ai suoi lati si trovano gli ingranaggi del carrello di atterraggio principale. Due porte in un materiale più leggero dell'alluminio sono utilizzate per chiudere il vano carico e per svolgere la funzione di [[radiatore|radiatori]] per la dissipazione del calore in eccesso quando la navetta è in orbita. La loro chiusura durante il rientro risulta fondamentale per la rigidità dell'intera navetta<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 365-384|Jenkins}}.</ref>.
 
[[File:Schema Space Shuttle Orbiter.jpg|thumb|center|upright=2.3|Schema illustrativo della navetta.]]
 
=== Propulsione ===
L'orbiter dispone di tre sistemi di [[propulsione]] separati. Il sistema di propulsione principale si compone di tre [[Motore a razzo|motori a razzo]] [[Combustibile criogenico|criogenici]] (chiamati [[Space Shuttle main engine|SSME]]) che vengono utilizzati solo per il posizionamento della navetta in orbita e traggono il loro propellente dal [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]]. Entrambi i motori del sistema di manovra orbitale ([[Orbital Maneuvering System|OMS]]) sono utilizzati per integrare l'azione degli SSME dopo il loro spegnimento e per modificare l'orbita durante la missione. I piccoli motori di controllo di assetto (''[[Reaction control system]]'') vengono invece utilizzati per modificare l'assetto della navetta in orbita e per piccole correzioni orbitali.
 
==== La propulsione principale: gli SSME ====
{{vedi anche|Space Shuttle main engine}}
[[File:Shuttle Main Engine Test Firing.jpg|thumb|left|Test di accensione di un propulsore ''[[Space Shuttle main engine|SSME]]''.]]
 
I tre motori a razzo, chiamati SSME (''[[Space Shuttle main engine]]''), si trovano dietro l'orbiter e sono utilizzati insieme ai ''booster'' laterali a [[propellente solido]] per produrre la spinta necessaria a mettere la navetta in orbita. Questi motori a razzo a [[propellente liquido]], una volta spenti non possono più essere riaccesi, ma hanno prestazioni che superano tutte le produzioni equivalenti passate e presenti. Ogni motore può generare circa {{M|1,8|M|N}} di spinta al decollo ed i tre motori possono generare un [[impulso specifico]] (''I''<sub>sp</sub>) di 453 secondi nel vuoto o 363 secondi a livello del mare, con velocità di scarico rispettivamente di {{M|4 440||m/s}} e 3&nbsp;560&nbsp;m/s.
 
In tutto un motore pesa circa {{M|3,2||t}}. Dopo ogni missione i motori sono rimossi e trasportati allo ''Space Shuttle Main Engine Processing Facility'' per le ispezioni e le eventuali sostituzioni di componenti. Gli SSME sono progettati per accumulare 27&nbsp;000 secondi di funzionamento (per un totale di 55 lanci con 8 minuti di funzionamento continuo), ma si stima che la sua vita operativa è di più di 15&nbsp;000 secondi di funzionamento e 30 lanci. Questi motori traggono il loro carburante nel serbatoio esterno e non rivestono nessun altra funzione nella durata della missione dopo che il serbatoio viene sganciato al termine della fase di ascesa. Se la spinta cumulativa risulta essere insufficiente per mettere l'orbiter nell'orbita corretta, può essere aggiunta anche la spinta dei due motori di manovra orbitale<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 412-420|Jenkins}}.</ref>.
 
I [[motore|motori]] principali dello Shuttle sono stati oggetto di molti perfezionamenti per migliorare la affidabilità e aumentare la potenza. Ciò spiega come mai durante la procedura di lancio si possono sentire comandi curiosi, come ''Porta la potenza al 106%''; questo non significa che i motori vengano portati oltre il limite: il valore del 100% è il livello di potenza dei motori principali originali. Attualmente, il contratto per la fornitura dei motori prevede un valore del 109%. I motori originali potevano arrivare al 102%; il 109% fu ottenuto nel [[2001]] con la fornitura ''Block II''<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/orbiter/prop/|lingua=en|accesso=18 luglio 2011|titolo=NASA.gov - Space Shuttle main engine}}</ref>.
 
==== Il sistema di manovra orbitale (OMS) ====
{{vedi anche|Orbital Maneuvering System}}
Entrambi i motori del sistema di manovra orbitale (''[[Orbital Maneuvering System]]'' o OMS) sono utilizzati sia per posizionare la navetta nell'orbita voluta al termine della fase di lancio e, alla fine della missione, per ridurre la velocità della navetta e permettere il rientro. Durante la permanenza nello spazio, possono anche fare minori correzioni dell'orbita. Ogni motore è posto in un involucro estraibile, situati sul retro dell'''orbiter'' su entrambi i lati dell'[[impennaggio]] e sopra gli SSME. Ogni motore funziona ad [[idrazina]] e [[tetrossido di azoto]], propellenti di facile stoccaggio e di tipo [[Propellente ipergolico|ipergolico]]<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/orbiter/oms/|titolo=NASA.gov - Orbital Maneuvering System|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
Con un [[impulso specifico]] nel vuoto di 313 secondi sono molto meno efficienti degli SSME, ma permettono la riaccensione di svariate volte, caratteristica essenziale per la loro funzione. La spinta è di 2,7 tonnellate, possono essere orientati a ±8° in [[beccheggio]] e ±7° in [[imbardata]]. Entrambi i motori, che possiedono circa 10,4 tonnellate di propellente in ogni serbatoio, possono fornire un [[delta-v]] di circa 300 ms<sup>−1</sup>, di cui circa la metà è utilizzata per inserire la navetta in orbita<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 389-391|Jenkins}}.</ref>.
 
==== I propulsori di controllo di assetto (RCS) ====
[[File:Shuttle front RCS.jpg|thumb|Motori [[Reaction control system|RCS]] anteriori della navetta.]]
 
I motori di controllo di assetto (''[[Reaction control system]]'' - RCS) vengono utilizzati per modificare l'assetto dello Shuttle quando l'atmosfera è troppo rarefatta perché le superfici mobili dell'''orbiter'' siano efficaci. Essi vengono utilizzati anche in orbita quando la velocità dell'orbiter deve essere corretta di un valore inferiore a 2<sup>−1</sup> ms. I motori sono distribuiti sulle due piattaforme degli OMS e sulla parte anteriore della navetta. Ci sono due tipi di motori. I più potenti hanno una spinta di 395&nbsp;kg con un impulso specifico di 289 secondi. I motori Vernier, con un impulso specifico di 228 secondi, vengono utilizzati per regolazioni molto fini: con una spinta di 11&nbsp;kg, possono fornire un impulso di una durata compresa tra 0,08 e 125 secondi. Sulla parte anteriore dell'orbiter ci sono motori più potenti, mentre in ogni alloggiamento dei motori OMS ci sono 12 motori di 395&nbsp;kg di spinta. Tutti questi motori usano lo stesso propellente dei motori di manovra orbitale, ma con i propri serbatoi distribuiti tra i tre siti<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 391-392|Jenkins}}.</ref>.
 
=== La protezione termica ===
{{vedi anche|Sistema di protezione termica dello Space Shuttle}}
[[File:Stsheat.jpg|thumb|left|Simulazione al computer del calore sulla navetta durante il rientro. Le temperature all'esterno possono raggiungere i {{M|1650||°C}} durante questa fase.]]
 
Il sistema di protezione termica dello Space Shuttle è lo [[scudo termico]] che protegge l'orbiter durante il [[rientro atmosferico]] durante una missione, quando si raggiungono temperature di 1650 [[Celsius|°C]]. Inoltre, costituisce anche una barriera dal freddo dello spazio mentre lo Shuttle è in orbita<ref name="tech">{{Cita|Dennis R. Jenkins||Jenkins}}.</ref>. Esso ricopre completamente la superficie dello Shuttle ed è costituito da sette diversi materiali a seconda della protezione termica richiesta in una particolare parte del velivolo<ref name="thermal">{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp.395-402|Jenkins}}.</ref><ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp.238-239|Jenkins}}.</ref><ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p.401|Jenkins}}.</ref>.
 
L'[[orbiter]] ha cambiato il suo sistema di protezione termico diverse volte per ridurre il peso e il carico di lavoro. Le piastrelle di [[ceramica]] devono essere controllate dopo ogni volo per trovare eventuali piastrelle rotte; inoltre assorbono [[umidità]] e quindi devono essere protette dalla pioggia. Questo inconveniente è stato dapprima risolto spruzzando sulle tegole il prodotto ''[[Scotchgard]]''; in seguito è stata sviluppata una soluzione ad hoc. In un secondo tempo molte tegole della sezione dello Shuttle, che da un controllo accurato, risultarono meno calde, furono sostituite da grandi pannelli di un materiale isolante avente la consistenza del [[feltro]]; ciò ha comportato il vantaggio di non dover ispezionare in modo particolarmente accurato zone molto grandi del rivestimento (in particolare la zona del carico)<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/technology/sts-newsref/sts_sys.html|titolo=NASA.gov - Thermal Protection System|accesso=18 luglio 2011|lingua=en}}</ref>.
 
=== Gli alloggi dell'equipaggio ===
La navetta è in grado di ospitare fino a 8 [[astronauta|astronauti]] su due ponti: uno di volo (''Flight deck'') e uno intermedio (''Mid deck''). In questi due livelli, più uno scompartimento inferiore, portano ad un totale di 72&nbsp;m<sup>2</sup> disponibili, a fronte di soli 8,5&nbsp;m<sup>2</sup> della [[navicella spaziale]] [[russia|russa]] [[Veicolo spaziale Sojuz|Sojuz]] che trasporta tre [[cosmonauta|cosmonauti]]<ref name="CrewCompartment">{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/structure/crew.html|titolo=NASA.gov - Crew Compartment |lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
==== Ponte di volo ====
[[File:Orbiter predna cast.jpg|thumb|Configurazione di lancio della navetta:<br />1. Scomparti per oggetti<br />2. Finestrini<br />3. Passaggio tra il ponte di volo e intermedio<br />4. Seggiolino pilota<br />5. Seggiolino comandante<br />6-9 Seggioli specialisti di missione<br />10. Avionica<br />11. Accesso al serbatoio di [[idrossido di litio]]<br />12. Camera di compensazione<br />13. Seggiolino<br />14. Punto di attacco ali-fusoliera<br />15. Portello di accesso alla navetta<br />16. Motori di manovra anteriore.]]
 
L'abitacolo può ospitare 4 persone. Nella configurazione di lancio, il comandante e il pilota sono posti anteriormente, davanti alla strumentazione, rispettivamente a sinistra e a destra. Dietro al pilota siedono i due specialisti di missione. Una volta raggiunta l'orbita, i sedili, tranne quello del comandante, vengono rimossi. Nella parte posteriore sono presenti pannelli di controllo del [[Remote Manipulator System|braccio robotico]] e gli ancoraggi che permettono agli astronauti di mantenere una posizione fissa durante il lavoro. L'operatore del braccio dispone di due finestre che si affacciano sulla zona carico e due sul soffitto dell'orbiter. A lato, due posti laterali sono dedicati a varie strumentazioni di controllo.
 
Nella parte anteriore, si trovano i comandi per la selezione dei diversi sistemi di propulsione e per la selezione dei computer GPC ([[general purpose]] Computer). A sinistra, il comandante ha accesso ai [[Controllo termico dei veicoli spaziali|sistemi di controllo termico]], di [[Pressurizzazione (aeronautica)|pressurizzazione]] e climatizzazione e di antincendio. Di fronte al pilota e al comandante sono collocati due indicatori: ADI (''Attitude Direction Indicator'') e l'HSI (''[[Indicatore della situazione orizzontale|Horizontal Situation Indicator]]'') che forniscono informazioni sulla velocità, sulla [[accelerazione]] e sulla posizione nello spazio. Alla sua destra, il comandante, ha i controlli per la potenza idraulica ed elettrica.
 
[[File:STSCPanel.jpg|thumb|left|[[Glass cockpit]] di ultima generazione installato sulla flotta Shuttle a partire dal [[2001]].]]
 
Al centro, si trovano cinque MFD (''[[Schermo digitale multifunzione|Multi-function Display]]'') che riportano le informazioni necessarie per le varie fasi della missione. Tra i due sedili si trovano una [[Tastiera (informatica)|tastiera]], un timer, selezionatori di [[antenna|antenne]] e ponti radio, nonché indicatori di controllo di assetto. Frontalmente i piloti dispongono di un [[joystick]] utilizzato per far ruotare la navetta sui tre assi.
 
{{Chiarire|Sul soffitto si trova un ampio pannello con molti [[interruttore|interruttori]]}}. Sul pavimento, una pedaliera permette di ruotare il [[Impennaggio|timone di coda]] della navetta come un aereo, durante l'ultima fase dell'atterraggio<ref name=CrewCompartment/>.
 
==== Ponte intermedio e dotazioni ====
Il ponte centrale è il luogo dove si svolge gran parte della vita dell'equipaggio. Fino a tre sedili (quattro per il [[Space Shuttle Columbia|Columbia]] tuttavia mai sfruttati completamente<ref name="CrewCompartment" />) potevano essere installati durante il lancio e al rientro per gli specialisti de[[Carico utile (astronautica)|l carico uti]][[carico utile|le]].
 
Sulla destra è presente un bagno per gli astronauti mentre un angolo cottura permette all'equipaggio di preparare i pasti. Frontalmente sono installati orizzontalmente dei singoli compartimenti per il riposo che possono essere chiusi come armadi. L'equipaggio qui dispone anche di un [[tapis roulant]] che utilizzano per mantenere la loro forma fisica in assenza di peso<ref name=CrewCompartment/>.
 
Gli astronauti dispongono anche di presidi medici (SOMS, ''Shuttle Orbiter Medical System'') che permettono la cura di malattie o lesioni lievi. Si compongono di una scatola blu (MBK, ''Medications and Bandage Kit'') contenenti farmaci e materiali per fasciature ed immobilizzazione di arti ed una scatola blu con strisce rosse (EMK, ''Emergency Medical Kit'') contenente un kit di pronto soccorso e dispositivi medici. Gli strumenti diagnostici di bordo e le informazioni fornite dall'equipaggio della navetta permettono il trattamento di lievi ferite o malesseri sotto la supervisione di [[medico|medici]] che operano presso il centro di controllo missione di Houston.<ref name="Medical">{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/crew/medical.html|titolo=Shuttle Orbiter Medical System|accesso= 19 maggio 2011|lingua=en|editore=[[NASA]]}}</ref>
 
==== La camera di equilibrio ====
La navetta dispone di una camera di equilibrio (o ''[[airlock]]'') che permette all'equipaggio di effettuare [[passeggiata spaziale|passeggiate spaziali]]. Quando gli Stati Uniti decisero di partecipare al [[programma Shuttle-Mir|programma]] della stazione spaziale russa [[Mir (stazione spaziale)|Mir]], la camera venne modificata per permettere l'aggancio tra i due complessi. Questo sistema di aggancio è stato poi modificato per permettere l'aggancio con la [[Stazione Spaziale Internazionale]]<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/structure/airlock.html|titolo=NASA.gov - Airlock|accesso=18 luglio 2011|lingua=en}}</ref>.
 
=== Il sistema di calcolo ===
Il sistema di calcolo della navetta consiste in 200 computer assegnati a ciascun sistema. I sistemi originali erano dei computer [[IBM]] modello 360 basati su processori [[Intel 8086]], con sottosistemi di controllo video basati su microcontrollori [[RCA 1802]], collegati a [[Monitor (video)|monitor]] analogici posti nella cabina di pilotaggio, similmente agli attuali aerei di linea modello [[DC-10]]. Nelle ultime versioni la cabina di pilotaggio è basata su cinque computer APA-101S ridondanti basati su processori [[Intel 80386|80386]] ed è dotata di sistemi a ''tutto display''. I cinque calcolatori di bordo usano complessivamente circa {{M|2|M|B}} di memoria [[RAM]] a nuclei magnetici che, diversamente dalla normale RAM integrata a transistor, è completamente immune alle radiazioni. I computer impiegano il linguaggio di programmazione ''[[HAL/S]]''. Come nella tradizione del [[programma test Apollo-Sojuz|Progetto Apollo-Sojuz]], anche delle calcolatrici programmabili vengono portate a bordo (originariamente si usava il modello [[Hewlett-Packard]] 41C)<ref>{{Cita web|url=http://klabs.org/DEI/Processor/shuttle/|titolo=Space Shuttle Computers and Avionics|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
Durante le fasi "critiche" (lancio ed atterraggio) i 5 computer che lavorano in parallelo eseguono gli stessi calcoli: ricevono le stesse informazioni e sono sincronizzati 440 volte al secondo. Per superare gli errori del software, le decisioni sono prese a maggioranza quando c'è discrepanza tra i risultati<ref>{{Cita web|url=http://www.capcomespace.net/dossiers/espace_US/shuttle/index.htm|titolo=L'informatique de la navette|accesso=21 marzo 2010|lingua=fr}}</ref>.
 
=== Sistemi energetici ===
[[File:5420hoberecht.jpg|thumb|Una [[cella a combustibile]] usata nelle capsule spaziali.]]
 
Le navette spaziali sono alimentate a [[Energia potenziale elettrica|energia elettrica]] per mezzo di tre [[cella a combustibile|celle a combustibile]]. 2&nbsp;832&nbsp;kg di [[ossigeno]] sono distribuiti in otto serbatoi di 95,3&nbsp;cm di diametro e 1&nbsp;584&nbsp;kg di idrogeno in quattro serbatoi di 115,6&nbsp;cm di diametro. Queste 3 batterie garantiscono una [[differenza di potenziale|tensione]] di {{M|28||V}} per una intensità compresa tra 61 e {{M|436||A}}. Le celle a combustibile producono [[acqua]] che dopo una filtrazione può essere utilizzata dagli [[astronauta|astronauti]]. Le celle a combustibile sono un elemento critico dell'orbiter. In diverse occasioni la durata della missione è stata accorciata a causa di loro guasti o malfunzionamenti<ref>{{Cita web|titolo=NASA.gov - Electrical Power System |url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/orbiter/eps/overview.html|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
=== Idraulica ===
Il sistema idraulico dello Shuttle viene utilizzato per indirizzare gli [[ugello di scarico|ugelli]] del motore SSME e per estrarre il carrello di atterraggio. L'alimentazione è fornita da tre unità di potenza ausiliaria (APU, [[Auxiliary Power Unit]]), installate nella parte posteriore della navetta. Ognuna pesa circa 39&nbsp;kg ed è in grado di fornire una potenza di 138 [[cavallo vapore|hp]] attraverso una [[turbina]] azionata dai [[gas]] emessi durante la decomposizione catalitica di [[idrazina]] a 930&nbsp;°C, la turbina aziona poi una [[pompa]] con una portata di 4 litri al secondo. Il loro serbatoio di alimentazione contiene 134&nbsp;kg di idrazina messa in pressione a 27 [[Bar (unità di misura)|bar]] per mezzo di [[elio]]<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/orbiter/apu/|titolo=NASA.gov Auxiliary Powe Unit|lingua=en|accesso=19 luglio 2011}}</ref>.
 
=== Il serbatoio esterno ===
{{vedi anche|Serbatoio esterno dello Space Shuttle}}
[[File:STS-134 External Tank ET-122 in front of the VAB.jpg|left|thumb|Il serbatoio esterno transita davanti al VAB.]]
 
Il serbatoio esterno (chiamato anche ''external tank'') contiene [[idrogeno]] e [[ossigeno]] liquidi.
 
Durante il decollo e l'ascesa dello Shuttle, esso fornisce il carburante e l'ossidante sotto pressione ai tre propulsori principali situati sull'orbiter e viene espulso dopo 10 secondi dallo spegnimento dei propulsori principali (''Main Engine Cut Off'', in sigla MECO).<ref name="EOver">{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/et/et.html|titolo=NASA.GOV - External Tank Overview|lingua=en|accesso=27 dicembre 2011}}</ref>
 
Il serbatoio è l'elemento più grande dello Space Shuttle e, quando viene riempito, anche il più pesante. È costituito da tre componenti principali: il serbatoio di prua dell'[[ossigeno]], un serbatoio intermedio non pressurizzato che contiene la maggior parte dei componenti elettrici, il serbatoio di poppa dell'[[idrogeno]].<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/et/intertank.html|titolo=NASA.GOV - External Tank Intertank|lingua=en|accesso=27 dicembre 2011}}</ref>
 
Oltre alle funzioni di fornitura di carburante, il serbatoio costituisce anche la struttura portante dello Shuttle. Esso infatti fornisce il supporto strutturale per l'aggancio dei Solid Rocket Boosters e dell'orbiter. I due punti di ancoraggio per gli SRB sono posizionati a poppa e a prua, mentre sono presenti un punto di aggancio a prua e due a poppa per l'orbiter. Nell'area di poppa sono anche presenti dei collegamenti che trasportano fluidi, gas, segnali elettrici ed energia elettrica tra il serbatoio e l'orbiter. Anche i segnali e i controlli tra l'orbiter e i due SRB transitano tramite queste connessioni.<ref name="EOver"/>
 
A differenza dei ''[[Solid Rocket Boosters]]'', il Serbatoio Esterno non è riutilizzabile, si distrugge infatti durante il rientro nell'atmosfera terrestre prima dell'impatto con l'[[Oceano Indiano]] o l'[[oceano pacifico|Oceano Pacifico]], lontano dalle rotte marittime.
 
Durante le missioni [[STS-1]] e [[STS-2]] il serbatoio esterno era verniciato di bianco per proteggere l'isolamento che riveste la maggior parte del serbatoio stesso. Miglioramenti di progetto e misure successive permisero di provare che la verniciatura non era necessaria, permettendo di risparmiare una frazione di peso apprezzabile, aumentando quindi il carico utile che è possibile portare in [[orbita]].<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/et/tps.html|titolo=NASA.GOV - External Tank Thermal Protection Systems|lingua=en|accesso=27 dicembre 2011}}</ref>
 
Altre riduzioni di peso sono state ottenute eliminando alcune parti interne nel serbatoio dell'[[idrogeno]] che si sono mostrate non necessarie. Ne è risultato un modello di ''serbatoio esterno leggero'' che è stato poi adottato nella gran parte delle missioni dello Shuttle. Con il volo [[STS-91]] si è visto l'impiego per la prima volta di un ''serbatoio esterno superleggero'', realizzato con la lega [[alluminio]]-[[litio]] 2195, più leggero di 3,4 tonnellate rispetto all'ultima generazione di serbatoi leggeri. Poiché lo Shuttle non può volare senza equipaggio, tutti questi miglioramenti sono stati provati durante voli operativi.<ref name="EOver"/>
 
=== I razzi a propellente solido (booster) ===
{{vedi anche|Space Shuttle Solid Rocket Booster}}
[[File:STS-3 launch.jpg|thumb|[[STS-3]] al lancio.]]
 
I due razzi laterali (SRB - ''[[Space Shuttle Solid Rocket Booster|Solid Rocket Booster]]'') riutilizzabili forniscono la spinta principale allo Shuttle al decollo e fino ad una altezza di 45,7&nbsp;km. Inoltre essi portano l'intero peso del [[serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]] e dell'Orbiter e trasmettono il peso del carico attraverso la loro struttura alla [[Mobile Launcher Platform]]. Ogni SRB ha una spinta al decollo (a livello del mare) di circa {{M|12,45|M|N}} e poco dopo il lancio la spinta aumenta fino a {{M|13,78|M|N}} - {{M|14,67|M|N}}. Ogni SRB è lungo 45,5&nbsp;m e ha un diametro di 3,7&nbsp;m con un peso al lancio di 570 tonnellate, pari al 60% della massa totale al decollo. Il peso del carburante per ogni SRB è di 499&nbsp;t e il peso a vuoto è di circa 87 t. Settantacinque secondi dopo la separazione dallo Shuttle gli SRB raggiungono l'apogeo ad una altezza di circa 67&nbsp;km e tornano a terra rallentati da tre paracadute. Essi impattano nell'oceano a circa 226&nbsp;km di distanza e vengono in seguito recuperati.<ref name="SRBOVER">{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/srb/srb.html|titolo=NASA.GOV - SRB Overview|lingua=en|accesso= 27 dicembre 2011}}</ref>
 
Gli elementi principali che costituiscono questo razzo sono il propulsore (involucro, carburante, sistema di accensione, ugello), la struttura, il sistema di separazione, gli strumenti di operazioni per il volo, l'avionica, le cariche pirotecniche, il sistema di decelerazione, il sistema di controllo vettoriale della spinta e il sistema di distruzione di sicurezza.<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/srb/elec.html|titolo=NASA.GOV - SRB, Electrical Power Distribution|lingua=en|accesso= 27 dicembre 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/srb/hyd.html|titolo=NASA.GOV - SRB, Hydraulic Power Units |lingua=en|accesso= 27 dicembre 2011}}</ref>
 
Ogni razzo è collegato al [[serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]] all'altezza della struttura di poppa tramite due supporti laterali e un collegamento diagonale. Sulla piattaforma di lancio ogni razzo è anche connesso alla ''mobile launcher platform'' al bordo esterno anteriore con quattro agganci esplosivi che vengono staccati al decollo.
 
Un SRB è costituito di sette segmenti di acciaio prodotti individualmente, assemblati a coppie dal costruttore e inviati al ''[[Kennedy Space Center]]'' tramite un treno per l'assemblaggio finale. I segmenti sono collegati assieme tramite un supporto circolare chiuso con tre guarnizioni [[O-ring]] (ne erano utilizzati due prima dell'[[Disastro dello Space Shuttle Challenger|incidente al Challenger]]) e uno speciale mastice termoresistente.<ref name="SRBOVER"/>
 
Molti miglioramenti agli SRB erano stati pianificati per migliorare le prestazioni e la sicurezza, ma non sono mai stati messi in pratica; erano culminati nel progetto ''Advanced SRB'', che avrebbe dovuto essere prodotto nella metà degli [[anni 1990|anni novanta]] e che sarebbe stato notevolmente più semplice, economico e probabilmente più sicuro a fronte di prestazioni superiori, ma che è stato in seguito cancellato per tagliare i costi dopo che erano già stati investiti 2,2 miliardi di [[dollaro statunitense|dollari]]. La cancellazione del progetto ''Advanced SRB'' ha portato allo sviluppo del ''serbatoio esterno superleggero'', che dà una parte dell'aumento di carico utile senza miglioramenti dal punto di vista della sicurezza. Inoltre l'[[aeronautica]] ha sviluppato un proprio progetto di booster molto più leggero e in un singolo pezzo, ma anche questo è stato cancellato.<ref>Leary, Warren E., [http://www.nytimes.com/1989/04/22/business/nasa-picks-lockheed-and-aerojet.html ''NASA Picks Lockheed and Aerojet''], New York Times, April 22, 1989.</ref>
 
== La flotta di Orbiter ==
La NASA ha costruito quattro Orbiter operativi (ognuno dei quali con caratteristiche diverse): Challenger, Columbia, Discovery, Atlantis; dopo la distruzione del Challenger, venne costruito un quinto Orbiter: Endeavour.
 
Esistevano anche due shuttle usati come modellini per gli studi: Pathfinder e Enterprise.
 
* [[Space Shuttle Challenger|Challenger]] (OV-099, ex-STA-099): è stato il secondo orbiter costruito (nel 1982). Volò per la prima volta nel [[1983]] durante la missione [[STS-6]]. Rimase distrutto durante il lancio del suo decimo volo, [[STS-51-L]], il 28 gennaio 1986.
* [[Space Shuttle Columbia|Columbia]] (OV-102): è stato il primo orbiter in servizio operativo. Ha effettuato 28 voli tra il 1981 e il 2003 prima di essere distrutto durante il suo rientro in atmosfera il 1 ° febbraio 2003. Columbia pesava 3,6 tonnellate in più rispetto agli orbiters seguenti<ref>{{Cita web|url=http://spaceflightnow.com/shuttle/features/000414overhaul/weightloss.html |titolo=Orbiter Overhaul &#124; The Columbia weight loss plan |editore=Spaceflight Now |accesso=17 luglio 2009}}</ref>: le ali e la fusoliera risultavano essere più pesanti. Il Columbia era dotato di strumentazione usata per il controllo e il monitoraggio di moltissimi parametri di volo durante i primi voli di test<ref>{{Cita web|url=http://spaceflightnow.com/shuttle/features/000414overhaul/future.html|titolo=Orbiter Overhaul &#124; Flying into the future |editore=Spaceflight Now |accesso=17 luglio 2009}}</ref>.
* [[Space Shuttle Discovery|Discovery]] (OV-103): ha fatto il suo volo inaugurale nel 1984, durante la missione [[STS-41-D]] Ha completato 39 missioni arrivando ad essere l'Orbiter con il maggior numero di voli. È stato ritirato dal servizio dopo la missione [[STS-133]].
* [[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]] (OV 104): Ha fatto il suo volo inaugurale nel 1985 per la missione [[STS-51-J]]. È stato ritirato dal servizio dopo la missione [[STS-135]].
* [[Space Shuttle Endeavour|Endeavour]] (OV-105): Primo volo nel 1992 durante la missione [[STS-49]]. È stato costruito dopo la perdita del Challenger e ha compiuto 26 voli. È stato ritirato dal servizio dopo la missione [[STS-134]].
 
[[File:Shuttle profiles.jpg|center|thumb|upright=2.3|Gli Space Shuttle costruiti, in ordine cronologico (non raffigurati l'[[Space Shuttle Enterprise|Enterprise]] e il [[Space Shuttle Pathfinder|Pathfinder]])]]
 
Altri due Orbiter sono stati costruiti per lo sviluppo della navetta:
 
* [[Space Shuttle Enterprise|Enterprise]] (OV-101); consegnato alla NASA nel 1977, è stato il primo utilizzato per convalidare il trasporto della navetta sul retro del Boeing 747. Negli anni successivi Enterprise è stato utilizzato per prove di vibrazione e per la validazione delle procedure di montaggio prima del lancio dello Shuttle al Kennedy Space Center. Nel 1985 la navetta, che non era attrezzata per missioni in orbita, è stata donata al Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio di [[Washington]]<ref>{{Cita web
|url = http://www-pao.ksc.nasa.gov/kscpao/shuttle/resources/orbiters/enterprise.html
|titolo = Enterprise(OV-101)
|editore = NASA Kennedy Space Center
|data = 10 marzo 2000
}}</ref>.
 
* [[Space Shuttle Pathfinder|Pathfinder]]: costruito nel 1977 dal Marshall Space Flight Center è un modello in cui il peso, le dimensioni e la forma sono uguali a un orbiter. Viene utilizzato per convalidare alcune procedure a terra<ref>{{Cita web
|url = http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/pathfinder.html
|titolo = Parthfinder
|editore = NASA Kennedy Space Center
|data = 1995
}}</ref>.
Esiste anche una copia dell'orbiter originale mai usata né per test né per missioni. Si tratta dell'[[Space Shuttle Explorer|Explorer]].
=== Statistiche di volo ===
(''al 9 marzo [[2011]]'')
{| class="wikitable" style="text-align:right;"
|- bgcolor="#EFEFEF" align="center"
! Shuttle
! Primo volo
! Tempo<br />di volo
! Orbite
! Distanza<br />in [[chilometro|km]]
! Voli
! Volo più lungo
! Equipaggio<br />e passeggeri
! [[Attività extraveicolare|EVA]]
! Agganci con<br />[[Mir (stazione spaziale)|Mir]]/[[Stazione Spaziale Internazionale|ISS]]
! [[Satellite artificiale|Satelliti]]<br />messi<br />in orbita
|-
|align="left"|''[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]]''
|3 ottobre 1985
|293[[Giorno#Giorno solare|g]] 18[[Ora|h]] 29[[minuto|m]] 37 [[secondo|s]]
|4&nbsp;648
|194&nbsp;168&nbsp;813
|32
|13g 20h 12&nbsp;m 44s
|191
|32
|7 / 11
|14
|-
|align="left"|''[[Space Shuttle Challenger|Challenger]]''
|4 aprile 1983
|62g 07h 56m 15s
|995
|41&nbsp;527&nbsp;416
|10
|8g 05h 23m 33s
|60
|6
|0 / 0
|10
|-
|align="left"|''[[Space Shuttle Columbia|Columbia]]''
|12 aprile 1981
|300g 17h 40m 22s
|4&nbsp;808
|201&nbsp;497&nbsp;772
|28
|17g 15h 53m 18s
|160
|7
|0 / 0
|8
|-
|align="left"|''[[Space Shuttle Discovery|Discovery]]''
|30 agosto 1984
|364g 12h 55m 31s
|5&nbsp;830
|238&nbsp;539&nbsp;667
|39
|15g 02h 48m 08s
|252
|47
|1 / 13
|31
|-
|align="left"|''[[Space Shuttle Endeavour|Endeavour]]''
|7 maggio 1992
|280g 09h 39m 44s
|4&nbsp;429
|166&nbsp;003&nbsp;247
|24
|16g 15h 08m 48s
|148
|46
|1 / 10
|3
|-
|align="left"|'''Totale'''
|
|'''1301g 18h 41m 29s'''
|'''20&nbsp;710'''
|'''841&nbsp;736&nbsp;915'''
|'''133'''
|'''17,66g (STS-80)'''
|'''811'''
|'''138'''
|'''9 / 34'''
|'''66'''
|}
 
La missione più lunga è stata la [[STS-80]], del novembre [[1996]], della durata complessiva di 17 giorni, 15 ore, 53 minuti e 18 secondi.
 
== Svolgimento di una missione ==
=== Preparazione ===
[[File:STS-129 Atlantis Ready to Roll.jpg|thumb|[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]] nel ''[[Orbiter Processing Facility]]'' per la preparazione alla missione [[STS-129]].]]
 
Dopo che l'''orbiter'' ha passato una revisione in uno dei tre edifici dedicati alla sua manutenzione ([[Orbiter Processing Facility]], o OPF), situati al Kennedy Space Center in Florida, riceve una parte del [[carico utile]] della missione successiva e vengono caricati i materiali di consumo.<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/facilities/opf.html Orbiter|titolo=Processing Facility sul sito del Kennedy Space Center|lingua=en|accesso=23 aprile 2011}}</ref> L'orbiter viene poi pesato al fine di determinare con precisione il suo [[Centro di massa|centro di gravità]], dato fondamentale per la corretta gestione dei parametri di volo da parte dei computer di bordo. Quindi la navetta viene trasferita al [[Vehicle Assembly Building]] (VAB), l'enorme edificio di assemblaggio costruito per i razzi [[Saturn V]] durante il [[programma Apollo]]. Qui viene messo in posizione verticale e vengono installati i due [[Space Shuttle Solid Rocket Booster|booster laterali]] e il [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]]. Per eseguire tali procedure, si utilizzano due [[carroponte]] di 200 tonnellate in grado di alzare la navetta a circa 100 metri. L'intero complesso viene posizionato sulla ''[[Mobile Launcher Platform]]'' che verrà utilizzata per spostarlo verso il luogo di lancio e come base per il decollo. Vengono poi testati i collegamenti meccanici ed elettrici tra i tre componenti e gli impianti di terra. Tutte queste verifiche richiedono, teoricamente, almeno sei giorni<ref name="orbiterprocessing"/>.
 
[[File:Atlantis on Crawler Transporter with Pad 39A in background.jpg|thumb|left|Atlantis viene spostato, tramite il ''[[Crawler-transporter]]'', verso la zona di lancio.]]
 
Sotto la piattaforma di lancio mobile, viene inserito un veicolo [[cingolo (trasporti)|cingolato]] (il ''[[Crawler-transporter]]'') che permetterà di spostare l'intero complesso dal VAB fino alla [[rampa di lancio]], muovendosi ad una velocità inferiore a {{M|2||km/h}}. Il veicolo, anch'esso un retaggio del programma Apollo, raggiunge la destinazione in circa 6 ore. Ogni rampa di lancio ([[Complesso di lancio 39|39A e 39B]]) è dotata di strutture che permettono il completamento dei preparativi della navetta e cioè una torre metallica fissa (''Fixed service structure'' o FSS) e una parte mobile (''Rotaring service structure'') che può ruotare per ricoprire l'intera stiva dell'orbiter. La parte fissa contiene le linee di alimentazione dei [[propellente|propellenti]] e altre strumentazioni, nonché una passerella che permette all'equipaggio di entrare nella navetta. La parte mobile è costituita da 5 livelli di piattaforme che consentono di lavorare sul vano di carico in un ambiente controllato. Essa fornisce, inoltre, l'accesso alla zona del motore<ref name="orbiterprocessing"/>.
 
Il carico utile trasportato dalla navetta spesso include molti componenti. Alcuni di questi sono destinati a rimanere in [[orbita]], come i componenti della [[Stazione Spaziale Internazionale]], altri di fare ritorno sulla Terra come contenitori di esperimenti o strutture destinati al trasporto di materiali. Tutti gli elementi del carico vengono controllati, imballati e installati presso il Kennedy Space Center. Una parte è installata quando l'orbiter è in orizzontale e il resto direttamente sulla rampa di lancio. Altre procedure svolte prima del lancio sono il caricamento del combustibile e la chiusura delle porte della stiva. L'ultima attività svolta prima del lancio è una simulazione dello stesso che viene effettuata con l'equipaggio a bordo. Il conto alla rovescia inizia 47 ore prima del decollo e comprende una revisione generale dei sistemi e del [[software]] di volo installato. A T -11 ore (T = ora di partenza) la struttura mobile (RSS) viene rimossa e il caricamento di idrogeno e ossigeno liquido nel serbatoio esterno inizia<ref name="orbiterprocessing"/>.
 
=== Lancio ===
[[File:Space Shuttle Profilo Missione.jpg|thumb|upright=2.4|Schema di una tipica missione]]
 
Tutte le missioni Shuttle sono lanciate dal [[Kennedy Space Center]] (KSC). Lo ''Shuttle Launch Weather Officer'', il responsabile al monitoraggio delle condizioni meteorologiche, controlla la situazione per determinare se il lancio è possibile. In particolare, le condizioni devono essere accettabili anche in almeno un sito per l'atterraggio di emergenza, che viene chiamato ''Transatlantic Abort Landing site''<ref>NASA Launch Blog. [http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/launch/sts-121/launch-vlcc_070106.html ] Accessed 2008-06-10.</ref>. Sono disponibili diversi siti per l'atterraggio dello Shuttle. Le condizioni meteorologiche accettabili escludono la presenza di [[fulmine|fulmini]] poiché, nonostante lo Shuttle sia schermato elettricamente dalla sua superficie conduttrice (come avviene negli aerei di linea), durante il lancio la scia dei propulsori potrebbe fornire un percorso conduttivo del fulmine verso terra<ref>(NPR8715.5).</ref>. Inoltre non può essere effettuato il lancio se sono presenti dei [[Cumulonembo|cumulonembi ad incudine]] (''cumulonimbus incus'') entro {{converti|10|nmi|km}}<ref>{{Cita web|url=http://weather.about.com/od/thunderstormsandlightning/f/anvilrule.htm |titolo=What is NASA's Anvil Rule for Thunderstorms? |editore=about.com |autore=Rachelle Oblack |accesso=28 dicembre 2011 |lingua=en}}</ref>.
 
Il giorno del lancio, dopo l'ultima pausa nel conteggio alla rovescia a T - 9 minuti, lo Shuttle inizia i preparativi finali. In questo periodo il conteggio viene controllato automaticamente tramite computer del centro di controllo lancio, da un [[software]] chiamato ''Ground Launch Sequencer''. Esso arresta automaticamente il lancio se rileva un problema critico ad un qualunque sistema di bordo del velivolo.
 
A 16 secondi dal lancio, si attiva il [[Sistema di soppressione acustica della rampa di lancio|sistema di soppressione del suono]] chiamato ''Sound Suppression System''. Esso consiste nel riempimento della [[Mobile Launcher Platform]] con 1&nbsp;100&nbsp;m³ di acqua in modo da proteggere l'orbiter dall'energia acustica riflessa generata dallo scarico dei propulsori<ref name="sps">National Aeronautics and Space Administration. [http://www-pao.ksc.nasa.gov/kscpao/nasafact/count4ssws.htm "Sound Suppression Water System"] Revised 2000-08-28. Accessed 2006-07-09.</ref>.
 
[[File:Atlantis launch plume edit.jpg|thumb|left|Lancio dello Shuttle ''Atlantis'' all'alba nel [[2001]]. Il sole è dietro la telecamera e l'ombra dei gas di scarico interseca la [[Luna]]]]
 
A 10 secondi dal lancio vengono attivati i sistemi di accensione dell'idrogeno sotto ognuno dei tre ugelli dei propulsori dello Shuttle, in modo da eliminare eventuali gas stagnanti all'interno degli ugelli prima della partenza vera e propria. L'accumulo di questi gas potrebbe infatti provocare un'esplosione al momento dell'accensione. Viene iniziato, tramite le turbo pompe dei propulsori principali, il caricamento della camera di combustione con idrogeno ed ossigeno liquidi.
 
A 6,6 secondi dal lancio vengono accesi i tre [[SSME|propulsori sull'orbiter]], in modo sequenziale ad un intervallo di {{M|120|m|s}}. I computer dello Shuttle (''GPC'') controllano che i propulsori raggiungano il 90% della spinta nominale prima di iniziare l'orientamento finale degli ugelli nella configurazione di lancio<ref name="countdown101">National Aeronautics and Space Administration. [http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/launch/countdown101.html "NASA - Countdown 101"] Accessed 2006-07-10.</ref>. Quando i tre propulsori si accendono, l'enorme calore dello scarico trasforma una grande quantità d'acqua del sistema di soppressione in vapore che si sprigiona dalla piattaforma di lancio. I tre propulsori devono raggiungere il 100% della spinta entro 3 secondi dall'accensione; se tutto procede come previsto, al momento del lancio vengono attivati i [[Space Shuttle Solid Rocket Booster|razzi a combustibile solido]]. Una volta accesi, essi non possono essere spenti. Dopo l'avvio dei propulsori dell'Orbiter, ma mentre i booster sono ancora connessi alla piattaforma di lancio, la differenza di spinta dei tre propulsori provoca lo spostamento dell'intero gruppo di componenti (booster, serbatoio e orbiter) di 2 metri. Quando anche gli SRB raggiungono una spinta stabile, 8 [[Bullone esplosivo|cariche pirotecniche]] ''NASA standard detonator'' (NSD) vengono fatte detonare in successione da un computer di bordo chiamato ''Master Events Controller'' per sganciare il velivolo dalla piattaforma di lancio<ref>[http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/srb/posts.html HSF - The Shuttle].</ref>.
 
Poco dopo aver superato la torre della piattaforma di lancio, lo Shuttle inizia una manovra di rotazione per impostare l'inclinazione orbitale. Il veicolo sale nell'atmosfera compiendo un arco, accelerando man mano che il peso dei booster e del serbatoio diminuiscono. Quando si trova in orbita ad una altezza di circa {{M|380|k|m}} la velocità è di {{M|7,68|k|m/s}} ({{M|27 650||km/h}}).
 
[[File:SSLV ascent.jpg|thumb|Lo Shuttle a [[Numero di Mach|Mach]] 2,46 e ad una altezza di {{converti|66000|ft|m}}. Le superfici del velivolo sono colorate in base al coefficiente di pressione e i contorni grigi rappresentano la variazione di densità dell'aria circostante. I valori sono calcolati con il software ''OVERFLOW'']]
 
Il punto, chiamato ''Max Q'', è quello in cui lo Shuttle subisce la massima pressione aerodinamica e per questo motivo la spinta dei tre propulsori è temporaneamente diminuita per evitare stress alla struttura, particolarmente vulnerabile in alcune zone come le ali. In questo punto avviene un fenomeno noto come [[singolarità di Prandtl-Glauert]]: il velivolo effettua la transizione a velocità supersonica e si formano delle nubi di condensazione attorno ad esso<ref>{{Cita web|url=http://www.space.com/7462-nasa-rocket-sports-supersonic.html|lingua=en|accesso=18 luglio 2011|titolo=Space.com - NASA's New Rocket Sports a Supersonic Look}}</ref>.
 
Dopo 126 secondi dal lancio i booster sono esauriti e vengono distaccati dal velivolo attraverso l'attivazione di cariche esplosive e dei piccoli razzi di separazione che li allontanano dal resto del velivolo. Essi rientrano nell'atmosfera e sono rallentati da un sistema di paracadute fino all'ammaraggio nell'oceano. Lo Shuttle continua ad accelerare verso l'orbita con i tre propulsori principali. Al momento del distacco dei booster, il velivolo ha un rapporto spinta-peso inferiore a 1 — ovvero i propulsori hanno spinta insufficiente per contrastare la forza di [[gravità]] e la velocità verticale diminuisce temporaneamente. Tuttavia, il peso del propellente diminuisce man mano che viene bruciato dai propulsori, e, dopo poco, il rapporto spinta-peso torna ad essere maggiore di 1, aumentando l'accelerazione dello Shuttle (sempre più leggero) verso l'orbita.
 
La traiettoria a questo punto è molto piatta e quasi orizzontale. A circa 5 minuti e 45 secondi dopo la partenza, l'orbiter ruota per orientare le antenne di comunicazione verso i satelliti.
 
Nelle ultime decine di secondi di spinta dei propulsori, la massa del velivolo è sufficientemente bassa da richiedere la diminuzione della potenza di questi ultimi per limitare l'accelerazione a 3 [[accelerazione di gravità|g]], per evitare un eccessivo stress fisico all'equipaggio.
 
I tre propulsori vengono spenti prima dell'esaurimento completo del carburante, poiché se fossero attivi in assenza di carburante si danneggerebbero gravemente. La quantità di ossigeno si esaurisce prima dell'idrogeno, poiché l'ossigeno liquido tende a reagire violentemente. Il [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle|serbatoio esterno]] viene sganciato attraverso cariche esplosive. Esso precipita nell'atmosfera disintegrandosi prima di toccare la superficie terrestre, generalmente sopra l'[[Oceano Indiano]]. La distruzione è agevolata dalla presenza di idrogeno al suo interno, che lo fa letteralmente esplodere, in modo da limitare la grandezza dei frammenti in caduta.
 
L'orbiter attiva i propulsori [[Orbital maneuvering system]] (OMS) per allontanarsi dal serbatoio. Nelle missioni verso la stazione spaziale i propulsori di manovra vengono attivati quando i propulsori principali sono ancora in funzione. In questo modo l'orbiter è in un percorso che, nel caso di malfunzionamento dei propulsori, lo riporterebbe in un sentiero di discesa verso la terra<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/events/|titolo=Mission Events Summary|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
==== Procedure per il lancio ====
Il lancio di una missione dello Space Shuttle è controllato da un conto alla rovescia. Due orologi vengono utilizzati per il suo calcolo. Uno non ufficiale, chiamato L (''launch''), indica il tempo reale rimanente al lancio e uno ufficiale, più spesso menzionato e chiamato T, che include diverse sospensioni (''hold'') in concomitanza con lo svolgimento di alcune verifiche preliminari. Le sospensioni previste potranno essere allungate, qualora i parametri della missione lo permettano, nel caso si presentasse la necessità di ulteriori verifiche o il dover correggere alcuni problemi. I lanci verso la Stazione Spaziale Internazionale non consentono di estendere le sospensioni per lungo tempo a causa della limitata finestra di lancio a disposizione (della durata di non più di 10 minuti)<ref>{{Cita pubblicazione|cognome= Adams|nome=Eric|titolo=How Things Work: Shuttle Launch Windows|rivista=Air and Space|anno=2002|mese=marzo|url=http://www.airspacemag.com/flight-today/cit-adams.html|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Launch countdown for Shuttle mission STS-97 begins|url=http://www-pao.ksc.nasa.gov/kscpao/release/2000/100-00.htm|editore=NASA|accesso=19 marzo 2011|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Space Shuttle Launch Countdown|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/countdown/count.html#T-06H00M|editore=NASA|accesso=19 marzo 2011|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Countdown 101|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/launch/countdown101.html|editore=NASA|accesso=19 marzo 2011|lingua=en}}</ref>.
 
==== Fasi principali del lancio ====
* '''T -43 ore e in funzione''' - Il Direttore dei Test dello Shuttle effettua la tradizionale chiamata alle postazioni e il [[display]] del conto alla rovescia viene attivato.
** Inizia il controllo finale del veicolo e delle attrezzature per il lancio
** Controllo dei sistemi di volo di riserva
** Controllo del [[software]] di volo memorizzato nelle unità di memoria di massa e dei display
** Caricamento del software di volo di riserva nei computer di uso generale dell'orbiter
** Rimozione delle piattaforme del ponte intermedio e del ponte di volo
** Attivazione e test dei sistemi di navigazione
** Completamento della preparazione per caricare i reagenti e il sistema di distribuzione
** Completamento delle ispezioni preliminari al ponte di volo
* '''T -27 ore e sospeso''' - Questa è la prima sospensione programmata e di solito dura quattro ore.
** Allontanamento dalla piattaforma di lancio di tutto il personale non necessario
* '''T -27 ore e in funzione'''
** Inizio delle operazioni per caricare i reagenti criogenici nei serbatoi delle celle a combustibile dell'[[orbiter]]
* '''T -19 ore e sospeso''' - Questa sospensione programmata di solito dura quattro ore.
** Distacco dell'unità ombelicale intermedia dell'orbiter
* '''T -19 ore e in funzione'''
** Inizia la preparazione finale dei tre motori principali dell'orbiter
** Riempimento del serbatoio dell'acqua del sistema di soppressione acustica
** Chiusura dei servizi della coda sulla [[piattaforma di lancio]]
* '''T -11 ore e sospeso''' - La durata di questa sospensione programmata varia, ma di solito dura dalle 12 alle 13 ore.
** Preparazione dell'equipaggiamento degli astronauti
** Spostamento della struttura di servizio rotante nella posizione "park"
** Attivazione delle unità di misurazione inerziale e dei sistemi di comunicazione
* '''T -11 ore e in funzione'''
** Inizio dei controlli funzionali del [[tracker stellare]]
** Caricamento della pellicola nelle numerose cineprese sulla rampa di lancio
** Attivazione delle celle a combustibile
** Allontanamento dall'area a pericolo di esplosioni di tutto il personale non necessario
** Passaggio dei depuratori dell'aria dell'orbiter all'azoto gassoso
* '''T -6 ore e sospeso''' - Questa sospensione programmata di solito dura due ore.
** La squadra di lancio verifica che non ci siano violazioni dei criteri per il lancio prima di caricare il serbatoio esterno con i propellenti
** Allontanamento di tutto il personale dalla piattaforma di lancio
** Raffreddamento delle linee di trasferimento del propellente
** Inizio del caricamento del serbatoio esterno con circa {{M|1 900||m3}} di propellenti criogenici
* '''T -6 ore e in funzione'''
** Conclusione del caricamento del serbatoio esterno con il carico di idrogeno liquido e ossigeno liquido
** Il Final Inspection Team arriva alla rampa di lancio per effettuare una dettagliata ispezione del veicolo
* '''T -3 ore e sospeso''' - Questa sospensione programmata di solito dura due ore
** Esecuzione della calibrazione pre-volo dell'unità di misurazione inerziale
** Allineamento delle antenne dell'Area di Lancio di [[Merritt Island]]
* '''T -3 ore e in funzione'''
[[File:STS-135 Rex Walheim and Sandy Magnus in the White Room.jpg|thumb|Gli astronauti [[Rex Walheim]] e [[Sandra Magnus]] stanno per entrare nello [[Space Shuttle Atlantis]] per la missione [[STS-135]]. Mancano poche ore al lancio]]
** L'equipaggio parte per la rampa di lancio
** Completamento della preparazione per la chiusura della White Room della rampa di lancio
** I membri dell'equipaggio iniziano ad entrare nell'orbiter
** Controllo del posizionamento degli interruttori dell'abitacolo
** Gli astronauti effettuano un controllo radio con il centro di controllo del lancio (Kennedy Space Center) e il controllo di missione (Johnson Space Center)
** Chiusura del portellone dell'orbiter e ricerca di eventuali perdite
** Completamento della chiusura della White Room
** La squadra addetta alla chiusura si porta alla zona di rientro
** I dati principali del sistema di guida sono trasferiti al sistema di riserva
* '''T -20 minuti e sospeso''' - Questa sospensione programmata di solito dura 10 minuti.
** Il Direttore dei Test dello Shuttle effettua l'ultimo briefing
** Completamento dell'allineamento dell'unità di misurazione inerziale
* '''T -20 minuti e in funzione'''
** Passaggio del computer di bordo dell'orbiter alla configurazione di lancio
** Inizio del condizionamento termico delle celle a combustibile
** Chiusura delle valvole di sfiato della cabina dell'orbiter
** Passaggio del sistema di volo di riserva alla configurazione di lancio
* '''T -9 minuti e sospeso'''- Questa è l'ultima sospensione programmata e la lunghezza varia a seconda della missione.
** Il direttore del lancio, la squadra di gestione della missione e il direttore dei test dello Shuttle chiedono ai propri team per un go/no go al lancio
* '''T -9 minuti e in funzione'''
[[File:STS-112 liftoff.jpg|thumb|T-0: si accendono gli [[Space Shuttle Solid Rocket Booster|SRB]] e lo Space Shuttle decolla.]]
** Avvio della sequenza automatica di lancio dalla Terra.
** Ritrazione del braccio di accesso all'orbiter (T-7 minuti, 30 secondi)
** Avvio unità di registrazione della missione (T-6 minuti, 15 secondi)
** Avvio delle unità di alimentazione ausiliarie (T-5 minuti, 0 secondi)
** Avvio del recupero dell'ossigeno liquido (T-4 minuti, 55 secondi)
** Inizio dei test sulle superfici aerodinamiche dell'orbiter, seguiti dai test sull'orientamento dei motori principali (T-3 minuti, 55 secondi)
** Pressurizzazione del serbatoio dell'ossigeno liquido (T-2 minuti, 55 secondi);
** Ritrazione del braccio per lo sfiato dell'ossigeno gassoso, o "beanie cap" (T-2 minuti, 55 secondi)
** I membri dell'equipaggio chiudono e bloccano le visiere dei caschi (T-2 minuti, 0 secondi)
** Pressurizzazione del serbatoio dell'idrogeno liquido (T-1 minuto, 57 secondi)
** Spegnimento riscaldatori bi-pod (T-1 minuto, 52 secondi)
** Spegnimento dei riscaldatori dei giunti dei SRB (T-60 secondi)
** L'orbiter è alimentato solo dall'energia interna (T-50 secondi)
** Il sistema di controllo del lancio a terra è pronto per la sequenza di avvio automatica (T-31 secondi)
** Attivazione del [[sistema di soppressione acustica della rampa di lancio]] (T-16 secondi)
** Attivazione del sistema di combustione dell'idrogeno dei motori principali (T-10 secondi)
** Accensione dei motori principali (T-6,6 secondi)
* '''T -0 '''
** Accensione dei [[Space Shuttle Solid Rocket Booster|razzi a combustibile solido]] e decollo<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/countdown/count.html#T-01M00S|titolo=NASA.gov - Shuttle countdown|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>
 
==== Cancellazione del lancio ====
{{Vedi anche|Space Shuttle abort mode}}
[[File:Space Shuttle abort panel.jpg|thumb|left|Pannello di selezione delle modalità di interruzione sullo [[Space Shuttle Challenger]]. Fotografia presa durante [[STS-51-F]].]]
Nel caso di problemi durante il lancio l'operazione dei [[razzo|razzi]] SRB non può essere fermata. Dopo l'accensione degli SRB, le modalità di cancellazione della missione possono essere applicate solo dopo che sono esauriti e sono stati sganciati. Sono previste le seguenti modalità di cancellazione<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/events/aborts/|titolo=NASA.gov - Ascent Abort Modes|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>:
* Ritorno al sito di lancio (''RTLS, Return To Launch Site''); non si è mai verificata
* Cancellazione con atterraggio nella Costa orientale (''ECAL, East Coast Abort Landing''); non si è mai verificata
* Cancellazione con atterraggio transoceanico (''TAL, Transoceanic Abort Landing''); non si è mai verificata<ref name=TAL>{{Cita web|url=http://www-pao.ksc.nasa.gov/nasafact/taloccurs.htm|titolo=Space Shuttle Transoceanic Abort Landing (TAL) Sites|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref>
* Cancellazione a lancio completato (''AOA, Abort Once Around''); non si è mai verificata
* Cancellazione verso un'[[orbita]] (''ATO, Abort to Orbit''); si è verificata durante la missione [[STS-51-F]]; ha costretto a ripianificare la missione, ma la missione è stata comunque dichiarata completata con successo<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/51-f/mission-51-f.html|titolo=51-F|lingua=en|accesso=7 maggio 2011}}</ref>.
 
La modalità di cancellazione dipende da quando, nella fase di ascesa, la cancellazione stessa si rende necessaria. Se l'[[idrogeno]] e l'[[ossigeno]] non sono necessari, vengono consumati deliberatamente in modo da poter abbandonare il serbatoio esterno in modo sicuro.
 
Una cancellazione con atterraggio transoceanico deve essere dichiarata in un intervallo di tempo che va approssimativamente da T+2min,30s (decollo più due minuti e trenta secondi) e lo spegnimento dei motori principali, a circa T+8min,30s L'atterraggio potrebbe avvenire nella Base Aerea di Ben Guerir, in [[Marocco]]; all'[[Aeroporto internazionale di Banjul]], [[Gambia]]; nella Base Aerea di [[Saragozza]] o nella Base Aerea di [[Morón de la Frontera]] in [[Spagna]]<ref name=TAL/>.
 
Se l'[[orbiter]] non riuscisse a raggiungere una pista, sarebbe costretto ad atterrare sul terreno o ad ammarare; è improbabile che l'equipaggio che si trovasse ancora a bordo possa sopravvivere<ref>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/escape/inflight.html|titolo=NASA.gov - Inflight Crew Escape System|lingua=en|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
Comunque, nel caso in cui lo Shuttle sia in volo planato controllato, il sistema di fuga per l'equipaggio permette l'evacuazione per mezzo di lancio con [[paracadute]]. Una particolare pertica permette ai membri dell'equipaggio di accedere a una via di fuga che conduce sotto l'[[ala (aeronautica)|ala]] sinistra dell'Orbiter.
 
Nei due incidenti che si sono verificati avvenne tutto così in fretta che si poté fare ben poco; l'unica contromisura ebbe luogo durante il volo STS-51: poiché i razzi SRB erano ancora accesi dopo che si erano separati dal resto del veicolo, furono fatti esplodere da un comando inviato dalla NASA che ha innescato delle cariche esplosive che sono installate a questo scopo<ref>{{Cita web|url=http://www.shuttlepresskit.com/STS-93/REF86.htm|titolo=Shuttle Abort Modes|lingua=en|accesso=7 maggio 2011}}</ref>.
 
=== Rientro e atterraggio ===
[[File:STS-73 landing.jpg|thumb|Il ''[[Space Shuttle Columbia|Columbia]]'' tocca la pista al Kennedy Space Center al termine della missione [[STS-73]]]]
 
Quasi tutte le procedure di [[rientro atmosferico]] dello Shuttle sono controllate dai computer, anche se è sempre possibile accedere ai controlli manuali in caso di emergenza. L'avvicinamento e l'atterraggio possono essere controllate dal [[pilota automatico]], ma normalmente sono effettuate dai piloti.
 
Il veicolo inizia il rientro attivando i propulsori OMS di manovra, mentre vola "sottosopra" e con la coda dell'orbiter in direzione del movimento. I motori restano accesi per 3 minuti, riducendo la velocità dello Shuttle di circa 90&nbsp;m/s ed abbassando il suo [[perigeo]] verso l'atmosfera superiore. Successivamente ruota su se stesso, ponendo la prua verso l'alto.
 
La densità dell'aria inizia a manifestare i suoi effetti quando il velivolo si trova a {{converti|400000|ft|m}} di altezza ad una velocità di 8,2&nbsp;km/s (Mach 25). Il veicolo in quel momento è controllato dai propulsori del ''Reaction Control System'' e dalle superfici di volo, in modo da mantenere un assetto cabrato di 40°. Questa posizione produce un notevole attrito che non solo rallenta l'orbiter fino a raggiungere una velocità di atterraggio, ma diminuisce anche il riscaldamento esterno. Inoltre, il veicolo effettua un percorso con curve a "S" con angolo di virata di 70°<ref name=entry>{{Cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/shuttle/reference/shutref/events/entry/|lingua=en|accesso=18 luglio 2011|titolo=NASA.gov - Entry}}</ref>.
 
[[File:Space Shuttle Endeavour landing.jpg|thumb|left|Endeavour dispiega il [[paracadute]] per aumentare la frenata.]]
 
Il rapporto massimo di planata (''rapporto resistenza-portanza'') muta considerevolmente con la velocità, passando da 1:1 a velocità ipersoniche, 2:1 a velocità supersoniche fino a raggiungere 4,5:1 in volo subsonico durante l'avvicinamento e l'atterraggio<ref>[http://klabs.org/DEI/Processor/shuttle/shuttle_tech_conf/1985008580.pdf Space Shuttle Technical Conference pg 258].</ref>.
 
Nell'atmosfera inferiore l'orbiter si sposta come un "[[aliante]]", tranne per la velocità di discesa considerevolmente più elevata (50&nbsp;m/s).
 
Quando ha rallentato a circa Mach 3, vengono attivate due sonde sulla parte destra e sinistra della fusoliera inferiore dell'orbiter, per misurare la pressione atmosferica in relazione al movimento del veicolo.
 
Quando inizia la fase di avvicinamento e atterraggio, l'orbiter si trova a 3&nbsp;000&nbsp;m di altezza e ad una distanza di 12&nbsp;km dalla pista. I piloti applicano i freni aerodinamici per rallentare il velivolo da 682&nbsp;km/h a circa 346&nbsp;km/h (velocità finale di atterraggio). Il carrello di atterraggio viene fatto scendere quando l'orbiter si muove a 430&nbsp;km/h.
Quando le ruote toccano la pista, per aiutare i freni, viene dispiegato un paracadute che si sgancia quando ha rallentato l'orbiter a circa 110&nbsp;km/h.
 
Dopo l'atterraggio, il veicolo si arresta sulla pista per diversi minuti in modo da disperdere i velenosi vapori di [[idrazina]], utilizzata come carburante sia nel ''reaction control system'' che nelle tre ''[[auxiliary power unit]]''. Inoltre è necessario attendere un certo periodo di tempo per far raffreddare la fusoliera esterna prima di poter far scendere gli astronauti<ref name=entry/>.
 
<div align="center"><gallery>
File:Stsheat.jpg|Simulazione dello [[scudo termico]] esterno dello Shuttle ad una temperatura superiore ai 1,500&nbsp; °C durante il rientro.
File:CFD Shuttle.jpg|Una simulazione al computer della velocità dei flussi d'aria attorno allo Shuttle durante il rientro.
File:Nasa Shuttle Test Using Electron Beam full.jpg|Un modello di Shuttle sottoposto a test in una [[galleria del vento]] nel [[1975]]. Il test simulava i gas ionizzati che circondano lo Shuttle durante il rientro.
</gallery></div>
 
==== Procedure per l'atterraggio ====
Per iniziare l'atterraggio, l'Orbiter ruota in modo da tenere la coda nella direzione dell'orbita ed effettua una accensione dei propulsori detta ''Deorbit Burn'', per uscire dall'orbita. Questa accensione infatti rallenta la navetta ed essa inizia la discesa verso l'atmosfera terrestre. L'accensione dura dai tre ai quattro minuti e l'atterraggio avviene circa un'ora dopo. Il momento dell'accensione viene chiamato ''Time of Ignition'' - ''TIG''.
 
==== Fasi principali dell'atterraggio ====
* '''TIG-4 ore'''
** Inizio preparazione per l'atterraggio
** Computer di bordo configurati per il rientro
** Sistemi idraulici che comandano le superfici aerodinamiche configurati per il rientro
* '''TIG-3 ore'''
** Chiusura della stiva di carico
** Conferma del Controllo Missione
* '''TIG-2 ore'''
** L'equipaggio indossa le tute di lancio e si fissa ai sedili
* '''TIG-1 ora'''
** Conferma del Controllo missione per l'accensione per l'uscita dall'orbita
* '''TIG'''
** Accensione propulsori per 3 o 4 minuti
* '''Atterraggio - 30 minuti'''
** L'orbiter e il suo equipaggio iniziano a sentire gli effetti dell'atmosfera. A questo punto l'orbiter si trova a circa {{converti|80|mi|km|0}} di altezza ed è il punto dell''''Entry Interface''' o '''Interfaccia d'ingresso'''.
** Per rallentare la discesa, l'Orbiter effettua una serie di quattro virate di 80° formando una "S"
* '''Atterraggio - 5 minuti'''
** L'Orbiter continua a rallentare la sua velocità e il comandante prende il controllo manuale del velivolo, scendendo a 19°
* '''Atterraggio - 15 secondi'''
** Estensione del carrello di atterraggio
* '''Atterraggio'''
** L'orbiter tocca la pista ad una velocità compresa tra 344&nbsp;km/h e 363&nbsp;km/h
** Pochi istanti dopo viene aperto il paracadute per rallentare
 
==== Siti di atterraggio ====
{{vedi anche|Lista delle piste di atterraggio dello Space Shuttle}}
Condizioni permettendo, lo Shuttle atterra sempre al [[Kennedy Space Center]]; tuttavia, se la situazione meteorologica non rende possibile l'atterraggio, è possibile utilizzare la [[Edwards AFB|base di Edwards]] in [[California]] o altre piste di atterraggio. Lo [[Space Shuttle Columbia]], durante la missione [[STS-3]] atterrò anche alla [[White Sands Missile Range]] nel [[Nuovo Messico]], anche se questo sito è considerato come ultima scelta poiché gli ingegneri temono che la sabbia possa danneggiare la parte esterna dell'orbiter.
 
=== Le operazioni di manutenzione ===
[[File:STS-114 Discovery back at KSC.jpg|thumb|Lo [[Space Shuttle Discovery|Shuttle Discovery]] viene portato nell'[[Orbiter Processing Facility|OPF]] al termine della missione [[STS-114]].]]
 
Al termine della missione, l'orbiter viene spostato in uno dei tre edifici dedicati (''[[Orbiter Processing Facility]]'' OPF) che si trovano al Kennedy Space Center, in cui vengono eseguite le operazioni di manutenzione ordinaria. L'orbiter viene sollevato da diverse piattaforme mobili che permettono l'accesso alle diverse parti della navetta. Per prima cosa vengono aperte le porte del vano carico ed estratto il carico utile della missione precedente. Molte altre componenti vengono poi rimosse per essere analizzate con più cura, tra cui i tre motori principali (SSME) che vengono revisionati in un edificio dedicato (''Main Engine Processing Facility'')<ref>{{Cita web|url=http://petermcrow.wordpress.com/2011/12/13/space-shuttle-main-engine-process-facility-ssmepf/|titolo=Main Engine, care & feeding: The Space Shuttle Main Engine Processing Facility (SSMEPF)|lingua=en|accesso=28 dicembre 2011}}</ref>.
 
Lo [[Sistema di protezione termica dello Space Shuttle|scudo termico]] viene analizzato mattonella per mattonella e quelle che risultano danneggiate o mostrano segni di cedimento vengono sostituite. Vengono analizzati e corretti i malfunzionamenti che si sono verificati nell'ultima missione. Il [[carrello di atterraggio]] e altre componenti strutturali vengono accuratamente ispezionati. La manutenzione e la configurazione dell'Orbiter per la missione successiva ha mediamente la durata di meno di 100 giorni<ref name="orbiterprocessing">{{Cita web
|url = http://www.nasa-klass.com/Curriculum/Get_Oriented%202/Space%20Shuttle%20Information/RDG_Space-Shuttle-Info-Additional/Orbiter%20Processing.pdf
|titolo = Space Shuttle: Orbiter Processing : From Landing To Launch
|editore = NASA Kennedy Space Center
|accesso = 3 aprile 2011
|lingua = en
}}</ref>.
 
==== Aggiornamenti ====
Le operazioni di manutenzione e aggiornamento vengono eseguite periodicamente con due obiettivi principali: limitare il rischio e ridurre i costi di manutenzione. Alcuni aggiornamenti apportati nel [[2000]] hanno avuto lo scopo di ridurre il rischio di perdita della navetta durante la fase di ascesa e di migliorare le informazioni a disposizione delle squadre di emergenza. Queste migliorie hanno ridotto il rischio di perdita della navetta da 1/248 a 1/483. Questo rischio, stimato a 1/78 nel [[1988]] per la missione [[STS-26]], fu ridotto a 1/248 agendo soprattutto sull'affidabilità degli [[SSME]]<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 441|Jenkins}}.</ref>.
 
Tra i più importanti aggiornamenti effettuati sulla navetta si possono citare<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 435-439|Jenkins}}.</ref>:
 
* Rafforzamento del carrello per consentire l'atterraggio dello Shuttle alla [[Shuttle Landing Facility]];
* L'installazione della camera di compensazione e sistema di ancoraggio nel vano di carico dello Shuttle per l'attracco con la stazione spaziale [[Mir (stazione spaziale)|Mir]];
* L'installazione di un ''[[glass cockpit]]'' di moderna concezione in cabina di comando al posto della strumentazione [[analogico|analogica]].
* L'aumento della potenza massima dei motori SSME portati, dopo varie modifiche, al 109% della potenza originale (ma in condizioni normali non si supera il 104%).
 
== Tipologie di missioni ==
{{vedi anche|Lista delle missioni dello Space Shuttle}}
Lo Space Shuttle è stato progettato come un veicolo dotato di grande versatilità. Durante la sua vita operativa è stato impiegato per il trasporto di grandi carichi verso diverse [[orbita|orbite]], per il trasferimento dell'equipaggio della [[Stazione Spaziale Internazionale]] e per effettuare missioni di manutenzione come quelle sul [[telescopio spaziale Hubble]].
 
[[File:Missioni STS per tipo.png|thumb|center|upright=3.6|Tipologie di missione negli anni di operatività.]]
 
=== Lancio e manutenzione di satelliti ===
[[File:STS-103 Hubble EVA.jpg|thumb|left|I lavori sul telescopio spaziale Hubble nel corso della missione [[STS-103]].]]
 
All'inizio della fase operativa dello Space Shuttle, il suo principale compito era quello di inserire in orbita [[satellite artificiale|satelliti]]. La NASA sperava di abbassare i costi di lancio grazie alla riusabilità della navetta. Durante la prima missione operativa, [[STS-5]], che seguiva i primi voli di test, il Columbia ha messo in [[orbita bassa]] i satelliti di comunicazione Anik C-3 e SBS-C che poi raggiunsero l'[[orbita geostazionaria]] utilizzando il proprio motore. Anche le tre missioni successive furono dedicate al lancio di satelliti.<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/shuttlemissions/archives/sts-5.html|titolo=STS-5 Riassunto missione (NASA)|lingua=en|accesso=23 aprile 2011}}</ref>
 
Lo Shuttle è l'unico veicolo spaziale capace di riportare i satelliti sulla Terra. La prima missione di questo tipo è stata la [[STS-51-A]]. La navetta è anche in grado di raggiungere satelliti e agganciarli in modo da permettere all'equipaggio di effettuare delle riparazioni. Il caso più noto è quello del [[telescopio spaziale Hubble]]: cinque missioni dello Space Shuttle sono state dedicate ai lavori di manutenzione al fine di estenderne la vita operativa. La prima missione ha potuto salvare il telescopio spaziale che inizialmente non era in grado di funzionare a seguito di un errore di progettazione. L'ultima missione per questo scopo, la [[STS-125]], ha avuto luogo nel 2009.<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/mission_pages/shuttle/shuttlemissions/hst_sm4/index.html|titolo=STS-125 HST-SM4 pagina su NASA.gov|lingua=en|accesso=23 aprile 2011}}</ref>
 
Dopo il disastro del Challenger nel [[1986]], venne deciso che la navetta non avrebbe più portato satelliti commerciali in orbita ma solo satelliti militari, scientifici e governativi. Il lancio di questi risultò, al contrario delle aspettative, molto costoso e a poco a poco si è tornati ad utilizzare [[Vettore (astronautica)|lanciatori]] convenzionali. L'ultima missione dello Shuttle per lanciare un satellite è stata la [[STS-93]] che mise in orbita il [[Chandra X-ray Observatory|Chandra]] durante l'estate [[1999]].<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/missions/sts-93/mission-sts-93.html|titolo=STS-93 su Nasa.gov|accesso=23 aprile 2011|lingua=en}}</ref>
 
=== Lancio di sonde spaziali ===
Lo Shuttle era stato concepito anche per il lancio di [[sonda spaziale|sonde spaziali]] e a tal fine, nell'ambito del progetto ''Shuttle-Centaur'', era stata sviluppata una versione del razzo [[Centaur (razzo)|Centaur]] adatta ad essere trasportata dalla navetta spaziale. Dopo il disastro del Challenger del 1986, il trasporto del Centaur venne ritenuto pericoloso e al suo posto si preferì utilizzare l'[[Inertial Upper Stage]]<ref>[http://www.cleveland.com/science/index.ssf/2011/12/long-forgotten_shuttlecentaur.html Long forgotten Shuttle/Centaur].</ref>. La navetta spaziale ha lanciato alcune importanti sonde interplanetarie, come: la [[Sonda Magellano]], la [[Sonda Galileo]] e la [[Sonda Ulisse]]; in seguito, per il lancio delle sonde si è tornati ai [[Vettore (astronautica)|lanciatori]] convenzionali.
 
=== Laboratorio spaziale ===
[[File:STS-47 payloadbay.jpg|thumb|Lo Spacelab installato nella stiva]]
 
La ricerca nel campo della microgravità è stato un altro importante obbiettivo delle missioni Shuttle. La navetta offre una piattaforma flessibile che consente di eseguire esperimenti di qualsiasi tipo. Il vano carico può ospitare esperimenti esposti in [[vuoto (fisica)|vuoto]] o in un modulo [[Pressurizzazione (aeronautica)|pressurizzato]] in cui l'equipaggio può svolgere attività di ricerca, in ambiente vivibile. Il primo laboratorio di questo tipo è stato lo [[Spacelab]] sviluppato dalla [[Agenzia spaziale europea]], il cui volo inaugurale ha avuto luogo durante la missione [[STS-9]] nel novembre [[1983]]. Spacelab ha partecipato a 22 missioni Shuttle, l'ultimo volo si è avuto nel 1998 con la [[STS-90]].<ref name=NASA28>{{Cita web|url=http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/1999/msad15mar99_1/|titolo=Spacelab joined diverse scientists and disciplines on 28 Shuttle missions|editore=NASA|data=15 marzo 1999|accesso=23 novembre 2010}}</ref><ref name=StoryShuttle>{{Cita libro|titolo=The Story of the space Shuttle|autore=[[David M. Harland|David Michael Harland]]|editore=[[Springer Science+Business Media|Springer]] Praxis|data=2004|pagine=444|isbn=978-1-85233-793-3}}</ref>
 
Lo [[Spacehab]] fu il successore di Spacelab. Molto più flessibile, lo spazio laboratorio poteva essere utilizzato anche per trasporto materiale verso la Stazione Spaziale Internazionale.<ref>{{Cita web|url=http://www.astronautix.com/craft/spacehab.htm|titolo=Austronautix - Spacehab|accesso=23 aprile 2011|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news | url=http://www.flightglobal.com/news/articles/picture-spacehab-to-update-website-with-arctus-details-220151/ | titolo=Spacehab to update website with ARCTUS details | editore=Flight Global | data=7 dicembre 2007}}</ref> L'ultima missione dedicata esclusivamente alla ricerca è stata la [[STS-107]] dello [[Space Shuttle Columbia]], esploso poi nella fase di rientro.
 
Anche le missioni Shuttle che non sono principalmente finalizzate alla ricerca scientifica portano con sé esperimenti. Spesso nel vano di carico vengono inseriti esperimenti scientifici che vengono eseguiti automaticamente. L'equipaggio spesso svolge anche esperimenti sul ponte della navetta, durante la permanenza in orbita.
 
=== A servizio delle stazioni spaziali ===
[[File:Atlantis-MIR-GPN-2000-001071.jpg|thumb|left|Atlantis lascia la stazione spaziale [[Mir (stazione spaziale)|Mir]].]]
 
Grazie alla sua flessibilità, lo Shuttle si è rivelato il mezzo ideale per l'assemblaggio di una [[stazione spaziale]] e per il suo rifornimento. La Stazione Spaziale Internazionale dipende molto dai voli della navetta. Molti componenti della stazione sono di una dimensione che non consente loro la messa in orbita da parte di altri razzi. D'altra parte, il braccio Canadarm della navetta è stato utilizzato per assemblare i moduli direttamente sulla stazione. La navetta ha inoltre consentito la rotazione dell'equipaggio permanente sulla stazione.
 
A causa dell'importante ruolo svolto dalla navetta nell'assemblaggio della stazione, la messa a terra della flotta degli Shuttle dopo il disastro del Columbia, avvenuto nel febbraio 2003, ha portato al rinvio di alcune tappe fondamentali di diversi anni. Diversi esperimenti scientifici che dovevano essere installati nella stazione stessa sono stati cancellati.
 
Negli [[Anni 1990|anni novanta]] la navetta ha compiuto diversi voli per la stazione russa [[Mir (stazione spaziale)|Mir]]. Tra il [[1995]] e il [[1998]] lo Shuttle ha attraccato nove volte alla stazione, in relazione al [[programma Shuttle-Mir]], la prima collaborazione tra le due potenze dopo il [[Programma test Apollo-Sojuz|programma Apollo-Soyuz]] del [[1975]].<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Shuttle-Mir History/Welcome/Goals |url=http://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/welcome/w-g-goals.htm |data=4 aprile 2004 |cognome=Dismukes |nome=Kim |accesso=25 ottobre 2010}}</ref><ref name="JointReport">{{Cita libro |autore=George Nield |coautori=Pavel Mikhailovich Vorobiev |titolo=Phase One Program Joint Report. NASA SP-1999-6108 |editore=NASA |mese=gennaio|anno=1999 |url=http://spaceflight.nasa.gov/history/shuttle-mir/references/documents/phase1-joint-report.pdf |formato=PDF |lingua=en |accesso=25 ottobre 2010}}</ref>
{{clear}}
 
== La fase operativa dello Shuttle ==
=== Lo Shuttle per conquistare il mercato dei lanci commerciali (1982-1985) ===
[[File:SBS-3 with PAM-D stage.jpg|thumb|left|Un [[Rete satellitare|satellite per telecomunicazioni]] viene rilasciato dalla stiva dello ''[[Space Shuttle Columbia]]'' durante la missione [[STS-5]], la prima del [[programma Space Shuttle|programma]] con uno scopo operativo, dopo i primi quattro test.]]
L'11 novembre [[1982]] lo Shuttle Columbia inizia la fase operativa del programma con la missione [[STS-5]] in cui mette in orbita due [[Rete satellitare|satelliti per telecomunicazioni]] privati. In questo momento la navetta possiede il monopolio del mercato statunitense per i lanci di satelliti, sia pubblici che privati, militari o civili. La NASA sperava di raggiungere una frequenza di un lancio a settimana. Allo scopo di attirare clienti internazionali, il costo del lancio è sottovalutato e vengono praticati sconti anche per i lanci di satelliti militari. Grazie a questi incentivi già nove operatori di telecomunicazione internazionali si rivolsero alla NASA per il lancio dei propri satelliti, questo portò al lancio di 24 satelliti commerciali nei primi tre anni di attività della navetta. Il numero teorico di satelliti trasportabili in una sola missione è di cinque, ma non potendo prevedere le conseguenze di un atterraggio di emergenza con tale peso, la NASA, prudentemente preferì fissare a tre il numero massimo. La navetta mise anche in orbita i satelliti [[Tracking and Data Relay Satellite|TDRS]] della NASA. Il 4 aprile [[1983]] allo ''Shuttle Columbia'' si affiancò una nuova navetta: il ''[[Space Shuttle Challenger|Challenger]]''. In questi primi iniziarono anche le missioni con a bordo lo ''[[Spacelab]]'' che fu portato in orbita per quattro volte<ref>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 286-287|Jenkins}}.</ref>.
 
Il pubblico seguì con vivo interesse i primi voli della navetta che vantava caratteristiche uniche, ma la grande richiesta di lanci, da parte di clienti internazionali, mascherava le prime difficoltà finanziarie del programma. Nel 1985 apparve chiaro che la NASA aveva dei problemi a lanciare più di uno ''Shuttle'' al mese, una frequenza di cinque volte inferiore a quella preventivata e su cui si basavano i calcoli di budget. La manutenzione, infatti, apparve estremamente più complessa del previsto e questi costi non poterono essere caricati sul budget dell'ente, poiché era bloccato fino al 1988<ref name=J288>{{Cita|Dennis R. Jenkins|p. 288|Jenkins}}.</ref>.
 
Intanto vennero prodotti altri due ''Orbiter'': il ''[[Space Shuttle Discovery|Discovery]]'' nel novembre del [[1983]] e l'''[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]]'' nell'aprile del [[1985]]<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/discovery.html|titolo=Discovery (OV-103)|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/atlantis.html|titolo=Atlantis (OV-104)|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref>..
 
=== Il disastro del ''Challenger'' e le sue conseguenze (1986) ===
{{vedi anche|Disastro dello Space Shuttle Challenger}}
[[File:Challenger explosion.jpg|thumb|La disintegrazione del ''[[Space Shuttle Challenger|Challenger]]'' al decollo della missione [[STS-51-L]].]]
 
Il 28 gennaio [[1986]] la navetta ''[[Space Shuttle Challenger|Challenger]]'' andò distrutta dopo 73 secondi dal lancio, uccidendo l'intero equipaggio della missione [[STS-51-L]]. La causa fu un guasto a una guarnizione, detta [[O-ring]], nel segmento inferiore del [[razzo]] a propellente solido ([[Space Shuttle Solid Rocket Booster|SRB]]) destro<ref>{{Cita web| autore=Rogers Commission report| titolo=Report of the Presidential Commission on the Space Shuttle ''Challenger'' Accident|volume=1, capitolo 4|pagina=72|anno=1986|url=http://history.nasa.gov/rogersrep/v1ch4.htm|lingua=en|accesso=17 marzo 2011}}</ref>. Questa era la venticinquesima missione del programma e il decimo volo del ''Challenger''. L'indagine della [[Commissione Rogers]] evidenziò la cattiva gestione del programma da parte della NASA: Il problema che ha causato l'incidente era già stato identificato ma sottovalutato a causa di un miope approccio e di una mancanza di dialogo tra i vari responsabili<ref name="Rogers_vol6">{{Cita web|autore=Rogers Commission report|titolo=Report of the Presidential Commission on the Space Shuttle ''Challenger'' Accident|volume=1, capitolo 6 |anno=1986 |url=http://history.nasa.gov/rogersrep/v1ch6.htm|lingua=en|accesso=17 marzo 2011}}</ref>. Il rapporto rivelò inoltre che i rischi delle missioni erano superiori a quanto stimato.
 
Questo rapporto modificò pesantemente l'operatività della navetta. Venne infatti stabilito che il lancio di satelliti e qualunque altra operazione spaziale che non avesse dovuto disporre di un equipaggio per il suo raggiungimento, si sarebbe realizzata mediante lanciatori convenzionali, in modo da non rischiare inutilmente vite umane, cosa ritenuta moralmente inaccettabile per una missione spaziale. Questa scelta comportò la fine della carriera commerciale dello Space Shuttle. Poiché lo sviluppo di lanciatori convenzionali era rimasto fermo per l'utilizzo della navetta, questo contribuì al successo del lanciatore [[agenzia spaziale europea|europeo]] [[Programma Ariane|Ariane]]<ref name=J288/>.
 
Il ''Challenger'' venne sostituito dall'''[[Space Shuttle Endeavour|Endeavour]]'', costruito con parti di ricambio delle altre navette, nel maggio del [[1991]]<ref>{{Cita web|url=http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/endeavour.html|titolo=Endeavour (OV-105)|accesso=7 maggio 2011|lingua=en}}</ref>.
 
=== L'operatività della navetta dopo il ''Challenger'' (1988-2003) ===
Dopo una pausa durata trentadue mesi, la prima missione dopo l'incidente, [[STS-26]], fu lanciata il 29 settembre [[1988]]. Dopo l'incidente del Challenger il Dipartimento della Difesa rinunciò all'uso della navetta spaziale. Una navetta e una base di lancio dedicata esclusivamente alle necessità militare era stata costruita presso la ''[[Vandenberg Air Force Base]]'' e stava per essere inaugurata al momento dell'incidente Challenger: non sarà mai utilizzata. Nonostante la nuova scelta per l'uso della navetta, vari satelliti (TDR, telecomunicazioni satellitari) e sonde ([[Sonda Galileo|Galileo]] e [[Ulysses|Ulisse]]) furono inviati nello spazio grazie ad essa, poiché il loro design non consentiva la messa in orbita per mezzo di vettori tradizionali<ref name=J324-331>{{Cita|Dennis R. Jenkins|pp. 324-331|Jenkins}}.</ref>.
 
=== L'incidente Shuttle ''Columbia'' e la decisione di cancellare il programma (2003-2010) ===
{{Vedi anche|Disastro dello Space Shuttle Columbia}}
[[File:Columbia makeshift memorial.jpg|thumb|left|Una commemorazione improvvisata all'entrata principale del ''[[Johnson Space Center]]'' a [[Houston]], dopo l'[[Disastro dello Space Shuttle Columbia|incidente del Columbia]].]]
 
Il 1º febbraio [[2003]] l'orbiter ''Columbia'', dopo che lo [[scudo termico]] rimase danneggiato da un pezzo del serbatoio esterno staccatosi al momento del lancio, si disintegrò durante il rientro atmosferico uccidendo tutti i membri del suo equipaggio<ref name="USATODAY">{{Cita news|url=http://www.usatoday.com/news/nation/2003-03-04-shuttle-investigation_x.htm|autore=Associated Press|titolo=Molten Aluminum found on Columbia's thermal tiles|accesso=13 agosto 2007|lingua=en}}</ref>. Ancora una volta venne messa in discussione la gestione del programma da parte della NASA: l'anomalia che aveva portato al disastro era già nota, ma non venne mai risolta<ref name="foamstrikes">{{Cita web |autore=Columbia Accident Investigation Board | titolo=6.1 A History of Foam Anomalies | pagina=121|data=agosto 2003 |url=http://caib.nasa.gov/news/report/pdf/vol1/chapters/chapter6.pdf |formato=PDF|accesso=3 agosto 2007|lingua=en}}</ref>. Inoltre, il fitto calendario di montaggio della Stazione Spaziale Internazionale, imposto nel [[2001]] dai tagli al bilancio imposti dalla NASA, mise sotto pressione l'ente spaziale tanto da fargli sottovalutare i rischi. Quando dopo 18 mesi i voli ripresero con la missione [[STS-114]], molte misure vennero adottate per limitare i rischi. Ad ogni missione venne imposta una accurata ispezione dello scudo termico (mediante l'''[[Orbiter Boom Sensor System]]'') una volta raggiunta l'orbita. Se la valutazione avesse riscontrato dei problemi irrisolvibili, un secondo Shuttle era pronto per essere lanciato per compiere una missione di salvataggio (missione chiamata [[STS-3xx]]).
 
Il 15 gennaio [[2004]], il Presidente statunitense [[George W. Bush]] rese pubblici gli obiettivi a lungo termine del programma spaziale americano nel campo dell'esplorazione del [[sistema solare]] e delle missioni umane. Questa strategia è formalizzata nel ''[[Vision for Space Exploration]]''. La definizione di questo documento fu spinta da due motivazioni<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/missions/solarsystem/explore_main.html|titolo=NASA: The Vision for Space Exploration|lingua=en|accesso=23 aprile 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/constellation|titolo=Sito web del Programma Constellation|lingua=en|accesso=23 aprile 2011}}</ref>
 
[[File:Space Shuttle Discovery leaps from Launch Pad 39B on the Return to Flight mission STS-114.jpg|thumb|Lancio di [[STS-114]], lo Shuttle torna a volare.]]
 
* La NASA doveva sostituire la flotta di navette spaziali, che risaliva a quasi tre decenni prima, ma la Stazione Spaziale doveva essere completata e resa pienamente operativa;
* Il Presidente voleva ricondursi ai successi del Programma Apollo, fissando obiettivi ambiziosi e coinvolgenti che vedevano in primo piano l'esplorazione dello spazio da parte dell'uomo.
 
=== Le ultime missioni ===
Facendo eco all'approccio del Presidente [[John Kennedy]], [[George W. Bush]] chiese alla NASA di realizzare un programma che consentisse di effettuare viaggi sulla Luna entro il [[2020]]. Questo programma prese il nome di [[Programma Constellation]]. Si stabilì inoltre che i voli dello Shuttle dovessero terminare entro il [[2010]], quando la Stazione Spaziale Internazionale doveva essere completata<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/pdf/163092main_constellation_program_overview.pdf|titolo=Constellation Program Overview|formato=PDF|autore=John Connolly|mese=ottobre|anno=2006|editore=Constellation Program Office|accesso=6 luglio 2009|lingua=en}}</ref>.
 
Nel 2010, il presidente neoeletto [[Barack Obama]], cancellò il ''Constellation'' per motivi di bilancio e protrasse la vita dello Shuttle fino alla prima metà del [[2011]], con la missione conclusiva [[STS-135]] effettuata l'8 luglio<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/pdf/420990main_FY_201_%20Budget_Overview_1_Feb_2010.pdf|accesso=7 marzo 2010|titolo=Fiscal Year 2011 Budget Estimates|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news| url=http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-11518049 | editore=BBC News | titolo=Obama signs Nasa up to new future | data=11 ottobre 2010|lingua=en}}</ref>.
 
== La fine dell'era dello Shuttle ==
{{vedi anche|Abbandono dello Space Shuttle}}
[[File:Atlantis welcome home ceremony outside the OPF July 22.png|upright=1.8|thumb|L'''Atlantis'' fa il suo ritorno al KSC dopo la sua ultima missione, [[STS-135]].]]
 
== Territorio ==
Il 21 luglio [[2011]], con l'atterraggio al [[Kennedy Space Center]] dell'[[STS-135]] ''Atlantis'', lanciato l'8 luglio 2011, si conclude ufficialmente l'era dello Space Shuttle. I tre orbiter rimasti, Discovery (OV-103), Atlantis (OV-104) ed Endeavour (OV-105) saranno ricondizionati per poter essere esposti in diversi musei di storia aerospaziale negli Stati Uniti a partire dal 2012. Essi si andranno ad aggiungere all'orbiter Enterprise (OV-101) che non ha mai volato nello spazio ed è servito unicamente per le prove dinamiche di rientro ed atterraggio.<ref>{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/topics/shuttle_station/features/shuttle_homes.html|titolo=NASA Announces New Homes for Space Shuttle Orbiters After Retirement|lingua=en|accesso=24 dicembre 2011}}</ref>
[[File:Monte Grammondo passo del Cornà da monte Pozzo.png|thumb|left|Il [[Monte Grammondo]], la principale cima della zona]]
Il sito comprende un tratto della dorsale alpina sul confine italo/francese dominato dal [[Monte Grammondo]] e caratterizzata da aspri crinali di tipo [[dololmia|dolomitico]] e, più ad est, la valle del [[Bevera (affluente del Roia)|Bevera]]. A livello geologico predominano le rocce [[calcare|calcaree]] in varie forme, le [[argillite|argilliti]], le [[Marna (roccia)|marne]] e i [[conglomerato (roccia)|conglomerati]].<ref name = Ligu />
Da un punto di vista ecologico è caratterizzato dalla presenza di habitat mediterranei che, data l'influenza del vicino Mar Ligure, risalgono a quote particolarmente elevate<ref name = impe />.
 
== Flora e vegetazione ==ù
Molte parti utilizzate nel programma verranno esposte in vari musei. Circa 7&nbsp;000 piastrelle facenti parte dello scudo termico sono state proposte, a 25 dollari l'una, alle scuole e università statunitensi che ne faranno richiesta.<ref name=tiles>{{Cita news| url=http://www.cfnews13.com/article/news/2010/december/178743/NASA-offers-space-shuttle-tiles-to-school-and-universities | titolo=NASA offers space shuttle tiles to school and universities |pubblicazione=Channel 13 News |data=Wednesday, December 01, 2010 | accesso=11 luglio 2011}}</ref>
[[File:Vegetazione rupicola versante Est del Grammondo.png |thumb|Vegetazione rupicola sul versante est del Grammondo]]
L'area del SIC è interessata per circa il 50 % da boschi e per la rimanente metà da ''ambienti aperti'', rappresentati in particolare, da cespuglieti e arbusteti nei quali predominano le specie tipiche della [[macchia mediterranea]]. Interessante è la presenza di ''[[Euphorbia dendroides]]'' (euforbia arborea) nella zona più meridionale del SIC. Tra le vere piante arboree ha particolare importanza il leccio ([[Quercus ilex]], che si presenta spesso allo stato arbustivo ma che in alcune zone costituisce boschi in purezza con esemplari di dimensioni anche notevoli. In particolare alcune leccete nel territorio comunale di [[Olivetta San Michele]], situate a quote superiori ai 1000 metri, sono considerate tra le meglio conservate di tutta la Liguria.<ref name = impe> {{Cita web | url = http://www.provincia.imperia.it/Portals/_provincia/Documents/1_Rel_Ill_%20PDG_SIC_GRAMMONDO.pdf | titolo = Relazione illustrativa SIC IT1315717 - M. Grammondo - T. Bevera Piano di gestione | editore = Provincia di Imperia | accesso = 2019-06-07}}</ref> A livello floristico si segnala la presenza di [[endemismo|endemismi]] quali ''[[Leucojum nicaeense]]'' (il ''bucaneve di Nizza''), ''[[Lilium pomponium]]'', ''[[Gentiana ligustica]]'' e ''[[Fritillaria involucrata]]''. Particolarmente vistosa nel periodo della fioritura è la peonia selvatica (''[[Paeonia officinalis]]''), qui presente nella sua [[sottospecie]] ''villosa''<ref name = Ligu />.
 
== Fauna ==
Il 12 aprile 2011, la NASA ha annunciato i siti in cui verranno esposti gli ''Orbiter'' rimasti:<ref name=NASA_New_Homes_for_Orbiters>{{Cita web |url=http://www.nasa.gov/topics/shuttle_station/features/shuttle_homes.html |titolo=NASA Announces New Homes for Space Shuttle Orbiters After Retirement |autore=Jason Townsend |data=12 aprile 2011 |editore=NASA |accesso=12 aprile 2011}}</ref><ref name="intrepid">{{Cita news |cognome=McGeehan|nome=Patrick|titolo=Space Shuttle to Land in Manhattan|url=http://cityroom.blogs.nytimes.com/2011/04/12/space-shuttle-to-land-in-manhattan/<!--|accesso=12 aprile 2011--> |giornale=The New York Times|data=12 aprile 2011| accesso=11 luglio 2011}}</ref>
[[File:Bevera_dragonfly_on_the_riverbed.png|thumb|Una libellula sul greto del Bevera]]
Tra le specie animali presenti nel SIC possono essere ricordati, tra i rettili, ''[[Timon lepidus]]'' (lucertola ocellata), e tra gli anfibi ''[[Speleomantes strinatii]]'' (geotritone). Tra le numerose specie di uccelli presenti nell'area (più di 50) si possono notare rapaci come ''[[Aquila chrysaetos]]'' (l'aquila reale) e ''[[Pernis apivorus]] (il falco pecchiaiolo).<ref name = Ligu />
 
== Fattori di rischio ==
* L'''[[Space Shuttle Atlantis|Atlantis]]'' è esposto all'interno dello Space Shuttle Atlantis HOME nell'area visitatori del ''[[Kennedy Space Center]]'' a [[Cape Canaveral]], [[Florida]].
Tra i fattori che mettono in pericolo la conservazione del sito oltre al pericolo di incendio, comune a vaste aree della cota ligure, nella zona meridionale c'è la possibile estensione delle aree edificate con la conseguente distruzione degli habitat naturali.<ref name = Ligu />.
* Il ''[[Space Shuttle Discovery|Discovery]]'' è stato posto al ''[[Steven F. Udvar-Hazy Center]]'' dello ''[[Smithsonian Institution]]'' in [[Virginia]], vicino a [[Washington, D.C.]] a partire dal 21 aprile [[2012]]
* L'''[[Space Shuttle Endeavour|Endeavour]]'' sarà esposto presso il ''[[California Science Center]]'' di [[Los Angeles]], [[California]].
* L' ''[[Space Shuttle Enterprise|Enterprise]]'' (orbiter utilizzato per i test in atmosfera), precedentemente esposto al ''Steven F. Udvar-Hazy Center'' è stato spostato all<nowiki>'</nowiki>''[[Intrepid Sea-Air-Space Museum]]'' di [[New York]].
* Il ''[[Space Shuttle Pathfinder|Pathfinder]] (il modellino per i test) è esposto nel museo [[United States Space & Rocket Center]] ad [[Huntsville (Alabama)|Huntsville]], in [[Alabama]].
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci Bibliografia correlate==
*[[Siti di interesse comunitario della Liguria]]
* {{Cita libro|titolo=A Space Shuttle Chronology|nome=John F.|cognome=Guilmartin|coautori=John Maurer|editore=NASA Johnson Space Center|anno=1988|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=Entering Space|nome=Joseph|cognome=Allen|editore=Stewart, Tabori & Chang|anno=1984|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=Before Lift-Off: The Making of a Space Shuttle Crew|nome= Henry S. F.|cognome= Cooper Jr.|editore=Johns Hopkins University Press|1987|lingua=en|isbn=978-0-8018-3524-7}}
* {{Cita libro|titolo=Space Shuttle: The Quest Continues|nome=George|cognome=Forres|editore=Ian Allen|anno=1989|lingua=en}} {{NoISBN}}
* {{Cita libro|titolo=Space Shuttle Log|nome=Tim|cognome= Furniss|editore=Jane's|anno=1986|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=The Space Shuttle Log: The First 25 Flights|nome=Gene|cognome= Gurney|coautori=Jeff Forte|editore=Aero Books|anno=1988|lingua=en|isbn=0-8306-8390-9}}
* {{Cita libro|titolo=Space Shuttle: The History of Developing the National Space Transportation System|nome=Dennis|cognome= Jenkins|editore=Walsworth Publishing Company|anno=1996|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=Space Shuttle Operator's Manual|nome=Kerry Mark|cognome=Joels|coautori=Greg Kennedy|editore=Ballantine Books|anno=1982|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=The Last Voyage of Challenger|nome=Richard S.|cognome= Lewis |editore=Columbia University Press|anno=1988|lingua=en|isbn=0-231-06490-X}}
* {{Cita libro|titolo=The Voyages of Columbia: The First True Spaceship|nome=Richard S.|cognome=Lewis |editore=Columbia University Press|anno=1984|lingua=en|isbn=978-0-231-05924-4}}
* {{Cita libro|titolo=Mission: An American Congresman's Voyage to Space|nome=Bill|cognome= Nelson|coautori=Jamie Buckingham|editore=Harcourt, Brace, Jovanovich|anno=1988|lingua=en|isbn=0-15-105556-4}}
* {{Cita libro|titolo=Spaceliner: Report on Columbia's Voyage into Tomorrow|nome=William|cognome= Stockton|coautori=John Noble Wilford |editore=Times Books|anno=1981|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=La politique spatiale des Etats-Unis, 1958-1995|autore=Xavier Pasco|anno=1997|editore=L'Harmattan|lingua=fr|cid=XP|isbn=978-2-7384-5270-2}}
* {{Cita libro|autore=Dennis R. Jenkins|titolo=Space Shuttle: The History of the National Space Transportation System the first 100 missions|editore=Midland Publishing|anno=2006|lingua=en|cid=Jenkins|isbn=978-1-85780-116-3}}
 
==Altri progetti==
== Voci correlate ==
{{interprogetto|commons=Category:Monte Grammondo - Torrente Bevera}}
{{div col|2}}
* [[Programma Buran]]
* [[Programma Space Shuttle]]
* [[Lista delle missioni dello Space Shuttle]]
* [[Cronologia delle missioni dello Space Shuttle]]
* [[Serbatoio esterno dello Space Shuttle]]
* [[Space Shuttle Solid Rocket Booster]]
* [[NASA]]
* [[Space Shuttle Explorer]]
* [[Shuttle Training Aircraft]]
* [[Toilette spaziale]]
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/technology/sts-newsref/stsref-toc.html|Reference manual|lingua=en}}
[[Categoria:Siti di interesse comunitario della Liguria]]
* {{cita web|http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/orbiters.html|Orbiter Vehicles|lingua=en}}
 
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{{Programma Space Shuttle}}
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