Strage della Questura di Milano e File:Emma Schwarz con Bonomi 1963.jpg: differenze tra le pagine

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== LibriDettagli ==
{{Incidente
{{Informazioni file
|titolo=Strage della Questura di Milano
|Descrizione = Emma Schwarz con Paolo Bonomi al Congresso delle giovani donne rurali (Roma)
|immagine= Strage Questura Milano.png
|Fonte = Archivio Coldiretti
|didascalia= Un'immagine di alcune vittime della strage.
|Data = 19/04/1963
|nazione=ITA
|Autore = ignoto
|luogo=[[Milano]]
|Licenza = vedi sotto
|data=17 maggio [[1973]]
|Detentore copyright =
|obiettivo=Ufficio della Questura
|EDP =
|ora=11:00
|Altre versioni =
|tipologia=[[Esplosione]]
|vittime=4
|feriti=52
|esecutori=[[Gianfranco Bertoli]] come esecutore materiale; [[Carlo Digilio]]<ref>Diventato collaboratore di giustizia, confessò il ruolo avuto nell'organizzazione della strage e usufruì delle attenuanti generiche.</ref> e altri membri sconosciuti di [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]] come organizzatori
|sospetti=
|motivazione=Terrorismo, eversione, ritorsione contro [[Mariano Rumor]]
}}
La '''strage della [[Questura di Milano]]''' fu un attentato terroristico avvenuto il 17 maggio 1973, ad opera di [[Gianfranco Bertoli]], in conseguenza del quale 4 persone persero la vita e 52 rimasero ferite.
 
== I fattiLicenza ==
{{PD-Italia}}
Alle 11:00 del mattino di quel giorno, in via Fatebenefratelli, davanti alla Questura di Milano, mentre si svolgeva la cerimonia in memoria del commissario [[Luigi Calabresi]] ucciso un anno prima, dopo che il Ministro dell'Interno [[Mariano Rumor]] aveva scoperto il busto dedicato al funzionario ed era andato via in auto, un grosso ordigno esplode in mezzo alla folla di persone ancora riunite per la celebrazione.
 
L'effetto della deflagrazione è devastante: 4 persone muoiono e 52 rimangono ferite. Solo dopo si scoprirà che lo scoppio era stato causato da una bomba a mano.
 
L'attentatore venne immediatamente immobilizzato ed arrestato; si trattava di [[Gianfranco Bertoli]]. Bertoli si definì un anarchico «[[Max Stirner|stirneriano]]».
 
Dichiarò più volte che il vero scopo del suo attentato era l'eliminazione del Ministro Rumor, la cui uccisione avrebbe vendicato gli anarchici perseguitati.
 
== Il processo: l'anarchico isolato ==
[[File:Gianfranco Bertoli.png|thumb|[[Gianfranco Bertoli]].]]
 
Il 1º marzo 1975 si concluse il processo presso la Corte d'assise di Milano con la condanna di Bertoli all'ergastolo<ref>{{Cita news|autore=Francesco Fornari|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1106_01_1975_0051_0001_15836819/|titolo=Ergastolo per Bertoli|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=2 marzo 1975|accesso=20 novembre 2015}}</ref>, poi confermata in appello<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1487_02_1976_0057_0002_20845604/|titolo=Processo Bertoli: ergastolo confermato|pubblicazione=[[Stampa Sera]]|data=9 marzo 1976|accesso=20 novembre 2015}}</ref> e in Cassazione<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,1104_01_1976_0256_0023_21144073/anews,true/|titolo=Confermato l'ergastolo all'anarchico Bertoli|pubblicazione=La Stampa|data=20 novembre 1976|accesso=20 novembre 2015}}</ref>.
 
Secondo le indagini del PM [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], confermate dalle testimonianze di [[Vincenzo Vinciguerra]], l'obiettivo sarebbe stato proprio Mariano Rumor, colpevole di non aver proclamato lo stato d'assedio quando era Presidente del Consiglio il 12 dicembre 1969 in occasione della [[strage di piazza Fontana]]<ref>{{Cita libro|autore=Maurizio Dianese|autore2=Gianfranco Bettin|titolo=La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2002}}</ref>. L'affermazione di Bertoli lasciò però un dubbio: l'ordigno era stato lanciato tra la folla e non quando il Ministro era ancora presente alla commemorazione.
 
Il massacro non venne considerato subito di origine anarchica, ma aleggiavano forti sospetti sull'intervento di rami deviati dei servizi segreti e contatti con gruppuscoli di estrema destra. Il fatto che Bertoli fosse stato armato dall'estrema destra dietro spinta dei servizi segreti fu la tesi sostenuta dall'istruttoria (condotta Antonio Lombardi) e confermata dal primo processo<ref>{{Cita news|autore=Cinzia Sasso|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/03/21/bertoli-uomo-dei-servizi.html|titolo='Bertoli uomo di Servizi'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 marzo 1995|accesso=1º dicembre 2008}}</ref>.
Ciononostante, durante il processo di appello a Bertoli, questa ipotesi fu rovesciata e l'ipotesi dell'anarchico isolato prese piede, tesi riaffermata costantemente dallo stesso Bertoli<ref>{{Cita news|autore=Luca Fazzo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/02/02/strage-alla-questura-bertoli-non-agi-solo.html|titolo=Strage alla questura 'Bertoli non agì solo'|pubblicazione=la Repubblica|data=2 febbraio 2003|accesso=1º dicembre 2008}}</ref>.
 
Gli anarchici condannarono il suo gesto e anche il Bertoli convenne col tempo che era stato un errore. Dal carcere riallacciò i rapporti con gli anarchici e collaborò alla rivista ''[[A/Rivista Anarchica]]'' con molti articoli assai valutati dagli anarchici<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archive.is/m3td|titolo=È morto Gianfranco Bertoli|pubblicazione=[[A/Rivista Anarchica]]|data=febbraio 2001|accesso=31 gennaio 2008}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Gianfranco Bertoli|url=http://isole.ecn.org/filiarmonici/bertoli79bis.html|titolo=Il prezzo da pagare|pubblicazione=A/Rivista Anarchica|data=aprile 1979|accesso=31 gennaio 2008}}</ref>.
 
== La nuova inchiesta ==
Nuove indagini emerso nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]], condotte dal GIP Antonio Lombardi, che hanno rinviato a giudizio gli ex militanti di Ordine Nuovo [[Giorgio Boffelli]], [[Carlo Digilio]], [[Carlo Maria Maggi (1934)|Carlo Maria Maggi]] e [[Francesco Neami]], e l'ex colonnello [[Amos Spiazzi]] accusati di concorso in strage. Vennero anche processati [[Gianadelio Maletti]] (ex capo del SID) e Sandro Romagnoli, accusati di omissione di atti d'ufficio, soppressione e sottrazione di atti e documenti riguardanti la sicurezza dello Stato.
 
L'11 marzo 2000 Boffelli, Maggi, Neami e Spiazzi sono stati condannati all'ergastolo; Carlo Digilio ottenne la prescrizione dopo essere diventato un collaboratore di giustizia mentre Maletti è stato condannato a 15 anni (l'accusa ne aveva chiesti 12)<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0409_01_2000_0070_0010_4133403/|titolo=Bomba in questura, giustizia dopo 27 anni|pubblicazione=La Stampa|data=12 marzo 2000|accesso=20 novembre 2015}}</ref>.
 
In appello gli ergastoli furono cancellati e Maletti venne assolto perché il fatto non sussite<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0304_01_2002_0265_0007_2751251/|titolo=Bomba in questura neofascisti assolti per i 4 morti di Milano|pubblicazione=La Stampa|data=28 settembre 2002|accesso=20 novembre 2015}}</ref>, ma la Cassazione annullò le assoluzioni di Boffelli, Maggi e Neami, ordinando un nuovo processo; diventarono definitive quelle di Spiazzi (per non aver commesso il fatto) e Maletti<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,12/articleid,0165_01_2003_0189_0012_1144665/|titolo=Processo da rifare per la strage di Milano|pubblicazione=La Stampa|data=12 luglio 2003|accesso=20 novembre 2015}}</ref>.
 
Il 1º dicembre 2004 la Corte d'appello di Milano assolse nuovamente Neami e Maggi<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0213_01_2004_0332_0015_1490534/anews,true/|titolo=Assolti in appello per la bomba del '73|pubblicazione=La Stampa|data=2 dicembre 2004|accesso=20 novembre 2015}}</ref> (Boffelli, la cui posizione fu stralciata per motivi di salute, sarà assolto due mesi più tardi), sentenza confermata dalla Cassazione il 13 ottobre 2005<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,12/articleid,0243_01_2005_0280_0012_1868641/anews,true/|titolo=Strage in questura del '73 «Nessun mandante»|pubblicazione=La Stampa|data=14 ottobre 2005|accesso=20 novembre 2015}}</ref>.
 
Secondo i giudici a organizzare la strage fu il movimento neofascista [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]] ma le prove a carico dell'ex capo della cellula veneta non sono state ritenute sufficienti, mancando «il tassello decisivo che avrebbe potuto fornire la prova 'oltre ogni ragionevole dubbio' della responsabilità del Maggi» e «pur dando per scontato che quell'attentato rientrasse nei programmi di 'Ordine Nuovo' occorreva pur sempre la prova di apporto personale del Maggi», poiché non si conoscevano i procedimenti dei singoli attentati compiuti compiute dalle organizzazioni eversive come ON. L'altro imputato, Francesco Neami, è invece stato assolto perché contro di lui non sono emersi elementi certi per contestargli un coinvolgimento nella strage<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/politica/piazzafontana/piazzafontana/piazzafontana.html?ref=search|titolo=La Cassazione: "Nessun colpevole per la strage della questura"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|Repubblica.it]]|data=15 novembre 2005|accesso=20 novembre 2015}}</ref>.
 
== Bertoli e i servizi segreti ==
Nel 2002 il generale [[Nicolò Pollari]] (ex direttore del SISMI), sentito dai giudici della terza [[Corte d'appello di Milano]] ha confermato che Bertoli è stato un informatore del SIFAR prima, e del [[Servizio Informazioni Difesa|SID]] in seguito. Il generale ha anche confermato che Bertoli ha avuto rapporti con i servizi segreti negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] fino al [[1960]]. Nessuna conferma sul fatto che Bertoli abbia o meno ripreso a collaborare con il servizio nel 1966. Esiste, infatti, agli atti la copertina di un fascicolo con il titolo ''Fonte Negro'' cioè il nome di copertura di Bertoli datato 1966. Secondo tre ex ufficiali del SID, che avevano parlato della collaborazione di Bertoli negli anni cinquanta (Viezzer, Genovesi e Cogliandro) la fonte Negro poteva essere stata riattivata nel 1966. Pollari ha spiegato che con ogni probabilità quest'ultimo fascicolo è in realtà stato aperto dopo la strage alla Questura nel 1973, e che la data 1966 fa riferimento alle norme di archiviazione<ref>Fonte: ''Ansa''.</ref>.
 
== Libri ==
* [[Daniele Biacchessi]], ''Ombre nere'', Milano, Mursia, 2002.
* [[Maurizio Dianese]] e [[Gianfranco Bettin]], ''La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria'', Milano, Feltrinelli, 2002.
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Anarchia]]
* [[Max Stirner]]
* [[Teoria degli opposti estremismi]]
* [[Omicidio Calabresi]]
* [[Presunti rapporti tra servizi segreti italiani e criminalità]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.reti-invisibili.net/questuramilano/|La strage di via Fatebenefratelli su reti-invisibili}}
 
{{Anni di piombo}}
 
[[Categoria:Stragi commesse in Italia]]
[[Categoria:Anni di piombo]]