Matthew Lukwiya e Hipposideros crumeniferus: differenze tra le pagine

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{{Tassobox
{{Bio
|nome=Hipposideros crumeniferus
|Nome = Matthew
|statocons_versione=iucn3.1
|Cognome = Lukwiya
|statocons=DD
|Sesso = M
|statocons_ref=<ref name=IUCN>{{IUCN|summ=10124|autore=Hutson, A.M., Schlitter, D., Struebig, M. & Csorba, G. 2016}}</ref>
|GiornoMeseNascita = 24 novembre
|immagine=Timor roundleaf bat.jpg
|AnnoNascita = 1957
|didascalia=
|GiornoMeseMorte = 5 dicembre
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|AnnoMorte = 2000
|dominio=[[Eukaryota]]
|Attività = medico
|regno=[[Animalia]]
|Nazionalità = ugandese
|sottoregno=
|PostNazionalità = e il supervisore del [[Lacor Hospital]], poco distante da [[Gulu]]. Egli fu in prima linea nel fronteggiare l'epidemia del virus Ebola ([[Malattia da virus Ebola]]) che colpì l'Uganda nel 2000
|superphylum=
|phylum=[[Chordata]]
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|classe=[[Mammalia]]
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|infraclasse=
|superordine=[[Laurasiatheria]]
|ordine=[[Chiroptera]]
|sottordine=[[Microchiroptera]]
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|famiglia=[[Hipposideridae]]
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|sottotribù=
|genere=[[Hipposideros]]
|sottogenere=
|specie='''H.crumeniferus'''
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE -->
|biautore=[[Charles Alexandre Lesueur|Lesueur]] & Petit
|binome=Hipposideros crumeniferus
|bidata=[[1807]]
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE -->
|triautore=
|trinome=
|tridata=
<!-- ALTRO -->
|sinonimi=
|nomicomuni=
|suddivisione=
|suddivisione_testo=
}}
 
'''''Hipposideros crumeniferus''''' (<span style="font-variant: small-caps">[[Charles Alexandre Lesueur|Lesueur]] & Petit, [[1807]]</span>) è un [[pipistrello]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] degli [[Ipposideridi]] endemico di [[Timor]].<ref name=IUCN/><ref>{{MSW3|id=13800753}}</ref>
== Biografia ==
==Etimologia==
Matthew Lukwiya, membro della tribù degli [[Acholi]], crebbe nella città di [[Kitgum]]. Il padre, un pescivendolo, annegò quando Matthew aveva 12 anni; la madre,invece, era impegnata nel contrabbando di thè lungo il territorio confinante con il [[Sudan]]. Dopo la morte del padre, Matthew dovette iniziare ad aiutare la famiglia, cominciando sin da giovane a commerciare e scambiare merci con i paesi vicini a bordo della sua bicicletta. Nonostante ciò, egli diede prova sin da subito di essere uno studente straordinario, il che gli permise di avere una carriera scolastica eccellente e un percorso universitario ancora più brillante. Nel 1983<ref name="nyt">[http://www.nytimes.com/library/magazine/home/20010218mag%2debola.html "Dr. Matthew's Passion"], ''[[The New York Times|New York Times]]'', 18 February 2001</ref> , dopo aver conseguito la laurea in medicina all'Università di Makerere, Lukwiya entrò a far parte del programma di tirocinio avviato in quello stesso anno presso il St. Mary, un ospedale cattolico, insieme ai dottori Esati Alidria Isaac e Orach Sam. Dopo soltanto tre mesi il Dr. [[Piero Corti]] e sua moglie [[Lucille Teasdale]], fondatori dell'ospedale, avevano già che Matthew sarebbe stato il loro successore. I coniugi Corti riconobbero immediatamente le capacità di Lukwiya, definendolo fin da subito un medico "nettamente al di sopra della media"<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Fondazione Piero e Lucille Corti|titolo = Dal sogno alla realtà|anno = 2009|editore = CORPONOVE BG|città = |p = |pp = |ISBN = }}</ref>. La sua bravura, unita al profondo legame instaurato con i fondatori del St. Mary, gli permisero di vivere varie esperienze all'estero:
Il termine specifico deriva dalla combinazione delle due parole latine ''crumina-'' e ''-ferus'' il cui significato è colui che porta la borsa, con allusione alla sacca ghiandolare posta sulla fronte. Tale epiteto è presente anche nel nome scientifico del [[Marabù africano]].
* nel 1985, giunse in Italia e, per sei settimane, si occupò di citopatologia sotto la guida del professor Ravetto di Busto Arsizio<ref name=":0" />
 
==Descrizione==
* nel 1986 seguì un corso di Ematologia presso l'Hammersmith Hospital a Londra e lavorò per un mese come ematologo al servizio del Prof. Luzzatto.<ref name=":0" />
Questa [[specie]] è nota soltanto attraverso un'illustrazione contenuta in una tavola a colori all'interno del primo volume dell'Atlante allegato al resoconto del viaggio nelle Terre Australi, effettuato dagli scienziati francesi [[François_Péron|Pèron]], Maugè e [[Charles Alexandre Lesueur|Lesueur]] nel [[1801]] e nel [[1803]].<ref>{{cita|Lesueur & Petit, 1807}}.</ref> L'aspetto esterno è simile a quello di ''[[Hipposideros cervinus]]'', con due fogliette supplementari ai lati della porzione anteriore della foglia nasale ed una porzione posteriore elevata, con il margine superiore semi-circolare e tre setti verticali ben distinti che la dividono in quattro celle. È presente una sacca frontale, almeno nei maschi adulti. Le orecchie sono grandi, ben separate, triangolari e con una concavità sul bordo posteriore appena sotto l'estremità appuntita, la quale è piegata all'indietro. La coda è lunga e si estende leggermente oltre l'ampio [[uropatagio]].
* nel 1991 fu impegnato in un master in malattie pediatriche tropicali in India<ref name=":0" />.
Matthew mostrò il suo valore anche al di fuori della professione medica, trovandosi a lavorare in ospedale in tempi particolarmente difficili per l'Uganda. Molti dei suoi pazienti erano infatti vittime degli attacchi dei ribelli dell'[[Esercito di resistenza del Signore]] e la struttura stessa era soggetta a innumerevoli saccheggi. In diverse occasioni Lukwiya dimostrò di essere in grado di affrontare la situazione al meglio, al punto da essere considerato il braccio destro del Dr. [[Piero Corti]]. Il [[Venerdì santo]] del 1989, per esempio, i ribelli attaccarono l'ospedale per derubarlo nuovamente ma, trovandolo sprovvisto di medicinali, decisero di prendere in ostaggio le suore missionarie che lavoravano e alloggiavano al St. Mary. Matthew riuscì a convincere i rapitori a prendere lui stesso in ostaggio lasciando libere le religiose e, a seguito di ciò, fu tenuto prigioniero per una settimana prima di essere rilasciato. Inoltre, sempre in periodo di guerra, Matthew aprì i cancelli dell'ospedale durante la notte a tutte le persone in cerca di riparo dagli attacchi e dai rapimenti dei ribelli. Fino allo scoppio dell'allarme Ebola novemila persone trovarono in tal modo rifugio tra le mura del St. Mary. Durante una di quelle notti, tormentate dai combattimenti, un proiettile sparato da un [[mortaio]] ruppe il tetto di casa Lukwiya mentre Matthew, la moglie e i loro cinque figli erano dentro, rimanendo fortunatamente inesploso<ref name="nyt" />. Molte volte il dottor Matthew svolse anche il ruolo di mediatore nel tentare di trovare una soluzione pacifica alle guerriglie che scoppiavano costantemente tra i ribelli e gli abitanti delle tribù che vivevano nei territori adiacenti l'ospedale. <ref name="ama">[http://www.ama-assn.org/ama/pub/category/3967.html February 2001 Profile of a Role Model], [[American Medical Association]], (last updated: 28 May 2002; accessed 4 December 2006)</ref>
 
==Biologia==
Nel 1990 Lukwiya ottenne una borsa di studio per una specializzazione in malattie pediatriche tropicali nella [[Liverpool School of Tropical Medicine]]. Nonostante gli fosse stata offerta una cattedra nell'ambita università, dove ottenne valutazioni eccellenti, il medico ugandese dichiarò di non aver mai neppure preso in considerazione l'idea di abbandonare l'Uganda e il St. Mary's Hospital.<ref name=":1">{{Cita libro|autore = Michel Arseneault|titolo = Un sogno per la vita|anno = 2004|editore = PAOLINE editoriale libri|città = |pp = |ISBN = }}</ref> Sotto la direzione di Lukwiya l'ospedale triplicò la propria attività, fino ad arrivare a milleottocento pazienti all'anno, inclusi i feriti di entrambi gli schieramenti di guerra, per un totale di circa cinquecento pazienti al giorno. Presto il St. Mary divenne il miglior ospedale del nord Uganda, probabilmente il migliore del paese e certamente uno dei migliori di tutta l' Africa orientale.<ref name="observer">James Astill, [http://www.guardian.co.uk/g2/story/0,3604,416866,00.html "The death of Dr Matthew"], ''[[The Observer]]'', 2 January 2001</ref> Nel dicembre del 1998, Lukwiya fece trasferire la propria famiglia nella capitale,[[Kampala]], lasciando per un breve periodo la direzione dell'ospedale al collega Cyprian Opira;qui ottenne un master in salute pubblica alla [[Makerere University]]. Nel 1999, Lukwiya, fino a quel momento di fede[[ protestante]], seguì l'esempio della moglie convertitasi al [[pentecostalismo]] e, in quel frangente, dichiarò di sentirsi come rinato<ref name=":1" />.
===Alimentazione===
Probabilmente si nutre di insetti.
==Distribuzione e habitat==
Questa [[specie]] è presumibilmente presente soltanto sull'isola di [[Timor]]. R.E.Goodwin nella sua monografia sui pipistrelli dell'isola considera la sua presenza molto dubbia.<ref>{{cita|Goodwin, 1979}}.</ref>
 
Vive probabilmente nelle foreste primarie.
== Più forte di Ebola<ref name=":1" /> ==
== Stato di conservazione ==
La mattina del 7 ottobre 2000, Matthew ricevette una chiamata da Opira che lo informò di una malattia misteriosa che aveva ucciso due degli infermieri dell'ospedale, i quali avevano cominciato a sanguinare e vomitare sangue. Opira chiese aiuto a Lukwiya, il quale la sera stessa si precipitò all'ospedale in tempo per assistere alla morte della terzo infermiere, Daniel Ayella. Egli si fece consegnare dall'infermiere-capo, Suor Maria Di Santo, dei documenti relativi a tutte le morti sospette avvenute nell'ospedale nell'arco delle due settimane precedenti e identificò diciassette casi con sintomi simili. Matthew e Suor Maria trascorsero gran parte di quella notte leggendo reports provenienti dal CDC ([[Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie]]) e dal WHO ([[Organizzazione mondiale della sanità]]) riguardanti le [[infezioni]] che causavano sanguinamento. Alla fine della loro ricerca capirono che si trattava di[[Malattia da virus Ebola| Ebola.]] Qualsiasi manuale medico riguardante il virus in questione, tutti basati per lo più sull'epidemia che nel 1995 in [[Kikwit]] e [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]] uccise quattro pazienti su cinque, conferma che più il paziente peggiora più diventa contagioso. Lukwiya riconobbe immediatamente la gravità della situazione e la facilità di trasmissione del virus tra gli Acoli, tribù che aveva la tradizione di lavare il corpo del defunto prima di seppellirlo. Proprio questa usanza, infatti, avrebbe favorito la diffusione della malattia.<ref name="nyt">[http://www.nytimes.com/library/magazine/home/20010218mag%2debola.html "Dr. Matthew's Passion"], ''[[The New York Times|New York Times]]'', 18 February 2001</ref>
La [[IUCN Red List]], considerati i continui dubbi tassonomici circa la sua validità come [[specie]] distinta e l'assenza di informazioni recenti circa il suo [[areale]], lo stato della popolazione e i requisiti ecologici, classifica ''H.crumeniferus'' come specie con dati insufficienti (DD).<ref name=IUCN/>
 
==Note==
La mattina dell'8 ottobre, Matthew informò l'equipe medica dei suoi sospetti sulla strana malattia che egli riteneva fosse una [[febbre emorragica]]. Quel pomeriggio, un gruppo di anziani delle comunità locali giunse all'ospedale avvisando che intere famiglie stavano morendo nei loro villaggi. Egli allora,ignorando le pratiche burocratiche, chiamò il Dr. Okware, il commissario ugandese per la salute pubblica, il quale inviò un team dall' [[Uganda Virus Research Institute]] per ritirare un campione di sangue infetto da analizzare. In attesa del team, Matthew fece isolare i pazienti che potevano aver contratto il virus, secondo le direttive del WHO. Il reparto speciale era composto da tre medici, cinque infermieri e tre assistenti infermieri, tutti volontari.<ref name="nyt" /> Quando fu confermata la diffusione del virus Ebola e una delegazione del WHO giunse a Gulu, tutti furono sorpresi dall'efficienza delle operazioni, come ebbe modo di sottolineare il Dr. Simon Mardel, membro della delegazione che era stata inviata all'ospedale di Lacor.
 
 
Capendo che la loro assistenza non era necessaria al St. Mary's, il WHO e [[Medici senza frontiere]] rapidamente rivolsero il loro aiuto al [[Gulu Regional Referral Hospital]], dove trovarono corpi morti abbandonati nei letti.<ref name="observer" />
 
La crisi continuò a peggiorare. Per la terza settimana di ottobre il numero di pazienti affetti da Ebola aumentò a sessanta, superando di gran lunga il numero di volontari nel reparto in isolamento. Lukwiya ordinò che altre infermiere fossero messe a disposizione e diede egli stesso l'esempio, lavorando a contatto con i pazienti affetti dal virus dalle 7.00 del mattino alle 20.00 di sera. Ad ogni modo, nonostante le procedure istituite per minimizzare i rischi di contagio, incluso l'uso di camici, più paia di guanti, mascherine chirurgiche e occhiali, i lavoratori dell'ospedale continuavano a contrarre la malattia. Altri dodici morirono. Al funerale di una suora italiana, celebrato il 7 novembre, Matthew tentò di risollevare il morale dei suoi lavoratori :
 
{{citazione|Questa è la nostra vocazione, quella di salvare vite. Questo comporta dei rischi, ma quando svolgiamo il nostro lavoro con amore il rischio non conta poi così tanto}}<ref name="nyt" />
 
Matthew raggiunse il limite a fine novembre. Mentre l'epidemia nazionale stava raggiungendo l'apice, il St. Mary's visse un giorno terribile. In un lasso di tempo di 24 ore, fino alla fine del giorno 24 novembre, sette pazienti morirono, tre dei quali dipendenti dell'ospedale, due di questi ultimi erano infermieri che non lavoravano nel reparto in isolamento. Il fatto che l'infezione fosse passata al personale che non aveva direttamente contatto con i pazienti affetti da Ebola seminò il panico e molti degli infermieri decisero di abbandonare l'ospedale. Il turno giornaliero non fu svolto e l'intero staff del St. Mary's si riunì in assemblea nella hall della scuola di infermieristica, determinato a chiudere l'ospedale. Lukwiya mise a tacere tutti gli infermieri, molti dei quali erano stati formati e istruiti da Matthew in persona, dicendo che se l'ospedale avesse chiuso egli sarebbe partito, lasciando Gulu per non farvi più ritorno. Raccontò anche di come egli aveva lasciato che i ribelli prendessero lui come ostaggio piuttosto che il personale dell'ospedale anni prima e di come tutti loro sarebbero stati responsabili di numerose morti se l'ospedale avesse chiuso. Dopo ore di discussioni, Matthew tentò un approccio conciliatore e concluse la questione affermando che egli sarebbe rimasto in ogni caso all'ospedale, anche se tutti fossero andati via. L'incontro si concluse e tutti assieme cantarono una canzone: Matthew li aveva convinti.<ref name="nyt" />
 
== Morte ==
 
Dopo aver finito i suoi giorni nel reparto in isolamento, Matthew si sedette con i membri del WHO, CDC e di altri teams medici che avevano aiutato l'ospedale a far fronte alla diffusione del virus. Il suo problema principale era far in modo che i membri del suo staff evitassero il contagio. In molti casi,infatti, erano bastati pochissimi istanti per contrarre il virus nonostante le accuratissime precauzioni. I dipendenti dell'ospedale lavoravano fino a quattordici ore al giorno per intere settimane, avvolti in camici protettivi nei quali si soffocava dato il clima equatoriale. Tutto quello che era necessario affinché avvenisse il contagio era, per il lavoratore, perdere la concentrazione per un singolo istante e, dopo aver toccato un paziente, grattarsi ad esempio il naso sotto la maschera o grattarsi un occhio. Un lavoratore dell'ospedale che fu contagiato dal virus probabilmente a causa di tale disattenzione fu Simon Ajok. All'alba del 20 novembre, Ajok era nel reparto degli infetti moribondi, che sanguinavano dal naso e dalle gengive. Combattendo con il suo stesso respiro, Ajok si tolse la maschera dell'ossigeno per tossire violentemente, spruzzando sul muro vicino un misto di muco e sangue. Egli terrorizzò il personale del turno notturno alzandosi in piedi e barcollando nel corridoio. L'infermiera di turno chiamò il Dr. Matthew il quale, saltato giù dal letto, indossò il vestito protettivo, la maschera, la cuffietta, la toga, il grembiule e due paia di guanti, ma dimenticò gli occhiali o qualcosa per proteggere gli occhi. Questa distrazione, minima ma gravissima, fu proabilmente dovuta al brusco risveglio e all'ansia di raggiungere un collega che egli stesso aveva formato e istruito. Non lo sapremo mai con certezza, ma fu probabilmente in questo modo che Matthew contrasse il virus.<ref name="nyt" />
 
La sera di una domenica, era il 26 novembre, due giorni dopo l'assemblea nella hall della scuola di infermieristica, Margaret cominciò ad udire la voce del marito pesantemente congestionata. Egli le disse di avere una "terribile febbre". La mattina seguente, Matthew e Suor Maria furono d'accordo nel constatare che probabilmente si trattasse di [[malaria]] . "Noi dicemmo malaria, ma pensammo Ebola", confessò lei dopo. La sua febbre crebbe con il passare dei giorni, il mercoledì cominciò a vomitare e il Dr. Pierre Rollin del CDC gli prelevò dei campioni di sangue per esaminarli. Un'infermiera che gli stava fissando un drenaggio intravenoso quella sera a casa sua fu sorpresa quando quello cominciò a parlare distintamente, ma non a lei:
{{citazione|Oh, Dio, penso che morirò per aver adempiuto ad un mio dovere. Se io muoio, fa che io sia l'ultimo}} Poi, con chiara voce, cominciò a cantare "[[Onward, Christian Soldiers]]". Rollin la mattina seguente tornò con i risultati, era Ebola. Lukwiya immediatamente chiese di essere posto nel reparto di isolamento, affermando:
{{citazione|poiché sono il capo, devo dare l'esempio}}<ref name="nyt" />
 
Margaret fu alla fine avvisata il giovedì pomeriggio e arrivò la mattina dopo. Ad ogni modo, i colleghi di Matthew furono rigidi nei protocollo . La moglie fu costretta a sedersi su una stuoia ad almeno tre piedi di distanza dal suo letto, le fu accordato di afferrare un piede del marito dopo aver indossato tre paia di guanti. La domenica il suo respiro divenne così affannoso che fu dotato di un respiratore, ma il lunedì mattina il livello di ossigeno nel suo sangue cominciò a crescere e il battito tornò normale. Sembrava che Matthew potesse guarire, ma più tardi i polmoni cominciarono a sanguinare, fu uno scenario orribile. Lukwiya morì alle 1.20 del mattino, il 5 dicembre del 2000. Quando Margaret fu informata e giunse in reparto, il corpo era già stato avvolto in un sacchetto di polietilene. Quando la donna chiese se avesse potuto abbassare di poco la cerniera per dare un ultimo sguardo al marito le fu rifiutato, il corpo era troppo infetto per poter correre un rischio del genere.<ref name="nyt" />
La morte di Matthew fu un evento estremamente drammatico e significativo non solo per l'ospedale, ma per tutti coloro che stavano fronteggiando l'epidemia in quel periodo. Lukwiya aveva fornito un contributo decisivo nell'identificazione e nel controllo del virus, ma soprattuto era stato fonte di ispirazione per tutti e motore fondamentale in quell'incessante lotta contro l'Ebola.
"L'ultima persona ce poteva morire: chiunque altro ma non lui. [...] Ebola l'ha scoperta lui, Ebola lui l'ha fermata. Non fosse arrivato di corsa dal suo impegno di studio a Kampala, nessuno lo avrebbe identificato Ebola prima che devastasse l'ospedale e l'intera regione. Se Ebola è stata contenuta è soltanto perchè Mathhew ha intuito, ha sentito che c'era qualcosa di strano. Chi ha ucciso mio fratello Matthew? Non certo la sua imprudenza, nè la sua l'incapacità di difendersi.
L'ha ucciso la sua vocazione! La sua totale dedizione agli altri, il suo consapevole e razionale vivere ai bordi della sopravvivenza, sulla lama della vita, col sorriso e l'allegria che non gli sono mai mancati."<ref name=":0" />
 
"E' necessario che una persona muoia perchè il mondo scopra la sua insita grandezza? La risposta è spesso affermativa, ma nel caso di Matthew Lukwiya la risposta è no! [...] Il suo lavoro è concluso, ma la memoria della sua vita rimarrà intresìcciata al tessuto del St. Mary's, un esempio per molti altri."
 
"Il 5 Dicembre fu la centosessantaseiesima vittima di Ebola.[...] Perchè è stato sopraffatto proprio da un microbo così piccolo? [...] A volte una brava persona deve morire al fine di portare agli altri la ragione. Lukwiya amò e servì la sua gente al punto di perdere la vita."
 
"Matthew era come un soldato che mette la sua vita a rischio per proteggere i suoi concittadini"
 
"Non riusciva a vedere la gente soffrire senza fare niente. Non poteva fare a meno di aiutare anche quando significava solo accompagnare i pazienti ad una morte più dignitosa"
 
== Funerale ed eredità ==
 
Per evitare qualsiasi rischio il funerale si tenne il prima possibile, alle 16.00. Una squadra di uomini ricoperti da tute protettive abbassarono la semplice bara, mentre uno di loro vaporizzava continuamente il corpo per disinfettarlo. La posizione della bara era stata scelta da Lukwiya in persona mentre era nel reparto in isolamento. Matthew voleva essere sepolto vicino alla tomba della Dr. [[Lucille Teasdale]], la cofondatrice dell'ospedale, ma, soprattutto, sua mentore e sua amica. Lucille era morta nel 1996 a causa dell' AIDS, contratto durante un intervento su un paziente sieropositivo. Tra le centinaia di persone accorse, tutte avvertite di restare a distanza finché il funerale non si fosse concluso, c'erano i bambini di Matthew e numerosi ufficiali del governo, incluso il ministro della salute, che aveva lasciato Kampala dopo aver ricevuto la notizia quella mattina.<ref name="nyt" />
 
Lungo il decorso dell'epidemia Lukwiya fu ricordato quasi quotidianamente dai media nazionali. Il [[The New York Times]] descrisse il Dr. Matthew con questa immagine: <<il comandante senza paura al centro di una guerra biologica che ha spaventato tutti in tutto il paese>>. Anche se l'epidemia era ormai in declino, la sua morte segnò gli animi. Il St. Mary's smise di accettare i pazienti affetti da Ebola, un gruppo consistente di lavoratori dell'ospedale, ormai disillusi, decise di smettere di operare, mentre molti pazienti, probabilmente contagiati dall'Ebola, rifiutarono le cure sostenendo che se neanche il medico migliore aveva potuto salvarsi, non ci sarebbe stata comunque nessuna speranza neanche per loro.<ref name="nyt" />
 
Il 6 Febbraio, il WHO dichiarò la fine dell'epidemia in Uganda, con nessun caso nei precedenti ventuno giorni. Centosettantré morti totali.<ref>Henry Wasswa, [http://www.ugandamission.net/health/news/ebola.html "Kin of Ugandans Recount Ebola Woes"], ''[[Associated Press]]'', 8 October 2001</ref> Mentre il tasso di sopravvivenza nella precedente epidemia di Ebola era stato del 10%, l'epidemia ugandese vantava un tasso di sopravvivenza vicino al 50%, un risultato principalmente attribuibile alle migliori cure mediche. Lukwiya fu l'ultimo lavoratore del St. Mary's a morire a causa del virus. Diversi epidemiologi stranieri hanno sottolineato quanto la chiamata preventiva fatta dal Dr. Matthew a Kampala il giorno 8 ottobre sia stata importante e abbia salvato un numero di vite che va dalle centinaia alle migliaia.
 
Nel febbraio del 2001, l'[[American Medical Association]] ha nominato Lukwiya un modello di comportamento. Un Memorial Lecture in onore del Dr. Lukwiya viene celebrato tutti gli anni a partire dall'anno seguente la sia morte. Le "lectures" sono sponsorizzate dall'Organizzazione Mondiale Della Sanità e organizzate dall' Uganda National Association of Community and Occupational Health.<ref>[http://www.lhospital.org/banner/061024_mathew/index.htm Dr. Matthew Lukwiya Memorial Lecture], Lacor Hospital website (accessed 4 December 2006)</ref>
 
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
 
* {{cita pubblicazione | autore =Lesueur CA & Petit NM| titolo =Voyage de Découvertes aux terres Australes execute par ordre de S.M.L'Emperor et Roi. Atlas Historique.| rivista = | volume = |numero = |anno = 1807 | pagine= |url=https://archive.org/stream/voyagededcouve03pr#page/n77/mode/2up | cid=Lesueur & Petit, 1807}}
== Voci correlate ==
* {{cita pubblicazione | autore =Goodwin RE| titolo =The bats of Timor : systematics and ecology| rivista =Bulletin of the American Museum of Natural History | volume = 163 |numero = 2 |anno = 1979 | pagine= 73-122|url=http://digitallibrary.amnh.org/dspace/bitstream/handle/2246/1288//v2/dspace/ingest/pdfSource/bul/B163a02.pdf?sequence=1 | cid=Goodwin, 1979}}
* [[Febbre emorragica]]
==Altri progetti==
* [[Malattia da virus Ebola]]
{{interprogetto|wikispecies=Hipposideros crumeniferus}}
 
{{Portale|mammiferi}}
{{portale|biografie|medicina}}
[[Categoria:Microchirotteri]]
[[Categoria:Fauna asiatica]]
[[Categoria:Taxa classificati da Charles Alexandre Lesueur]]