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La '''congiura di Pisone''', o '''congiura Pisoniana''', che prende il nome da uno dei principali partecipanti al complotto, [[Gaio Calpurnio Pisone]].
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La trama fu scoperta e, prima che potesse avere effetto, scatenò una terribile vendetta: l'imperatore eliminò senza esitazione, con una serie di processi politici, tutti i suoi oppositori.
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=== Obiettivi e scoperta della congiura ===
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I congiurati miravano a uccidere l'imperatore [[Nerone]], nel [[65]], durante una grande festa pubblica al [[Circo Massimo]], in modo che si trattasse di una esecuzione plateale, al pari dei grandi spettacoli popolari che lo stesso Nerone era uso organizzare.
Morto l'Imperatore, [[Gaio Calpurnio Pisone]] sarebbe stato proclamato nuovo ''[[princeps]]'' dalla [[Guardia Pretoriana]], grazie all'appoggio di [[Lucio Fenio Rufo|Fenio Rufo]] (forse il vero capo della congiura), allora [[Prefetto del Pretorio]] congiuntamente a [[Gaio Ofonio Tigellino|Tigellino]], del [[tribuno militare]] [[Subio Flavio]] e del [[centurione]] [[Sulpicio Asper]].
 
La congiura venne scoperta allorché uno schiavo al servizio del congiurato Scevino, Milico, corse agli Orti Serviliani a denunciare il proprio padrone. Intuito che vi era una complicità tra Scevino e Natale, ed essendo entrambi amici di Pisone, vengono interrogati separatamente: Natale confessa subito, indicando tra i congiurati Pisone e Seneca. E' l'inizio della rovinosa scoperta della congiura, che dà adito per ordine di Nerone ad una serie di processi sommari, esecuzioni e suidici. Tra le morti illustri, lo scrittore latino Tacito negli Annales, cita, oltre alla celebre morte di Seneca, anche quella di Plauzio Laterano e Subrio Flavo. Un esempio di grande coraggio riferito dallo stesso Tacito, è la morte della liberta Epicari, suicida pur di non rivelare i nomi dei complici: "Fulgido esempio di eroismo,dato da una donna, una liberta, che in tanto pericolo volle proteggere degli estranei e quasi degli sconosciuti, mentre degli uomini nati liberi,dei cavalieri e dei senatori romani, senza essere sottoposti a tortura, tradivao ognuno le persone più care" (Annales, XV, LVII).
 
=== Conseguenze ===
 
Tra i congiurati, furono uccisi o costretti al suicidio, oltre a Pisone, da lì all'anno successivo: [[Fenio Rufo]], Senecione, Quinziano, Scevino, Antonio Natale, Laterano e Vestino, oltre alla liberta [[Epicari]]; ma anche insigni personaggi nel campo della cultura come [[Seneca]], [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], e [[Petronio Arbitro|Petronio]].
 
La congiura interessò anche ambienti militari: un esempio è la morte del più grande generale del tempo, [[Gneo Domizio Corbulone]]. Egli, sospettato di essere un oppositore di Nerone, morì suicida nel [[68]].
 
 
{{portale|Antica Roma}}
 
[[Categoria:Storia dell'antica Roma]]
 
[[bg:Заговор на Пизон]]
[[de:Pisonische Verschwörung]]
[[en:Pisonian conspiracy]]
[[fr:Conjuration de Pison]]
[[he:קשר פיסו]]
[[pt:Conspiração de Pisão]]
[[sh:Pizonova zavjera]]
[[tr:Pisonia Tertibi]]