Iosif Stalin e Sindaci di Verbania: differenze tra le pagine

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{{Torna a|Verbania}}
{{Avvisounicode}}
{{Organo governativo
{{Carica pubblica
| nome = Sindaco di = Iosif StalinVerbania
| stemma = Verbania-Stemma.png
|immagine = JStalin Secretary general CCCP 1942.jpg
| didascalia stemma =
|carica = [[Segretario generale del PCUS|Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]
| dim stemma = 100px
|mandatoinizio = [[3 aprile]] [[1922]]
| immagine = Silvia_Marchionini_2014.jpg
|mandatofine = [[5 marzo]] [[1953]]
| stato = {{ITA}}
|predecessore = ''Carica istituita''
| organizzazione = [[Giunta comunale]] di [[Verbania]]
|successore = [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]]
| in_carica = Silvia Marchionini
|carica2 = [[Premier dell'Unione Sovietica|Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo dell'URSS]]<br /><small>dal 19/3/1946 [[Premier dell'Unione Sovietica|Presidente del Consiglio dei Ministri]]</small>
| partito_in_carica = [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|mandatoinizio2 = [[6 maggio]] [[1941]]
| data_in_carica = 10 giugno [[2014]]
|mandatofine2 = [[5 marzo]] [[1953]]
| data_creazione =
|predecessore2 = [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjačeslav Molotov]]
| elettore = Cittadini di [[Verbania]]
|successore2 = [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]]
| elezione = [[elezioni amministrative italiane del 2019#Verbania|26 maggio, 9 giugno 2019]]
|partito = [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]
| prossima_elezione =
|religione = [[Ateismo|Ateo]]
| durata = 5 anni
|}}
| sede = Palazzo di Città
{{Bio
| indirizzo = Piazza Garibaldi 15
|Nome = Iosif Vissarionovič
|Cognome = Džugašvili
|PostCognome = - {{russo|''Иосиф Виссарионович Джугашвили''}} {{audio|Ru-Stalin.ogg|<small>ascolta</small>}}; in [[lingua georgiana|georgiano]] '''იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი''', ''Ioseb Besarionis Dze Jughašvili'' -
|ForzaOrdinamento = Stalin, Iosif
|Sesso = M
|LuogoNascita = Gori
|LuogoNascitaLink = Gori (Georgia)
|GiornoMeseNascita = 21 dicembre
|AnnoNascita = [[1878]] <ref>Questa è la data che risulta dai [[Registri parrocchiali|registri della chiesa parrocchiale]] di Gori, ma egli dichiarava di essere nato il [[21 dicembre]] [[1879]] e in tale giorno veniva festeggiato ufficialmente il suo compleanno nell'Unione Sovietica. </ref>
|LuogoMorte = Mosca
|LuogoMorteLink = Mosca (città)
|GiornoMeseMorte = 5 marzo
|AnnoMorte = 1953
|PreAttività = fu un
|Attività = rivoluzionario
|Attività2 = politico
|Epoca = 1900
|Nazionalità = sovietico
|PostNazionalità = &nbsp;[[Partito Bolscevico|bolscevico]] conosciuto come '''Stalin''' (rus. ''Сталин'', "d'acciaio"), Segretario Generale del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito Comunista dell'URSS]] e leader di tale Paese dal [[1924]] al [[1953]]
|Categorie = no
}}
 
Accanto a [[Lenin]], [[Trockij]] e altri, fu uno dei principali artefici del primo [[Stato socialista]] del mondo, l'Unione Sovietica. Sotto il suo governo l'[[URSS]] venne trasformata da Paese prevalentemente agricolo in un Paese industrializzato, nonostante le numerose carestie che provocarono milioni di morti.<ref name="Boobbyer 2000 p=130">{{Harvnb|Boobbyer|2000|p=130}}</ref><ref>Pohl, Otto, ''Ethnic Cleansing in the USSR, 1937-1949'', ISBN 0-313-30921-3</ref> Isolata politicamente dal resto del mondo agli inizi della ascesa al potere di Stalin, alla sua morte l'Unione Sovietica era una delle due superpotenze mondiali, dotata di armi nucleari e leader dell'alleanza dei paesi socialisti dell'[[Europa orientale]]. Stalin fu anche un teorico del [[marxismo]]; la versione del [[marxismo-leninismo]] realizzatasi in via di fatto nei trent'anni del suo governo è nota come [[stalinismo]] con caratteristiche in parte marcatamente divergenti rispetto alla formulazione leninista del marxismo.
Nonostante i gravi errori di condotta politica e di strategia militare nella fase iniziale della guerra contro la [[Germania]], seppe riorganizzare il paese e l'esercito fino a ottenere (pur a costo di spaventose perdite militari civili) la vittoria totale nella ''Grande Guerra Patriottica''. Ha rivestito il ruolo principale nella distruzione del Nazismo e nella sconfitta e la morte di [[Hitler]]; le sue truppe conquistarono [[Berlino]], costringendo il [[Führer]] al suicidio, dopo aver liberato l'Europa Orientale dall'occupazione tedesca.
 
I '''sindaci di [[Verbania]]''' dal [[1945]] ad oggi sono stati i seguenti.
{{cn|È responsabile di avere ordinato la deportazione ed avere causato la morte di milioni di persone}}. In [[Ucraina]] vi è un giorno dell'anno, il [[25 novembre]], dedicato al genocidio ucraino che causò molti milioni di morti durante la grande carestia degli anni Trenta (oltre 14 milioni secondo il presidente della Repubblica ucraino), nota col nome di [[Holodomor]] o Golodomor (Голодомор), causata da Stalin e dai suoi collaboratori più stretti.
 
==Repubblica Italiana (dal 1946)==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Vincenzo Andreani|Inizio=2 maggio 1945|Fine=7 aprile 1946|Carica=|Partito=[[Comitato di Liberazione Nazionale]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=[[Luigi Zappelli]]|Inizio=17 aprile 1946|Fine=9 agosto 1948|Carica=|Partito=[[Partito Socialista Italiano]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giuseppe Perin|Inizio=25 settembre 1948|Fine=9 luglio 1949|Carica=|Partito=[[Partito Socialista Italiano]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Edoardo Cometti|Inizio=24 settembre 1949|Fine=26 maggio 1951|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ugo Sironi|Inizio=27 maggio 1951|Fine=21 novembre 1964|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Stefano Ammenti|Inizio=22 novembre 1964|Fine=2 ottobre 1970|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ugo Sironi|Inizio=6 ottobre 1970|Fine=19 gennaio 1971|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pietro Mazzola|Inizio=13 marzo 1971|Fine=3 febbraio 1974|Carica=|Partito=[[Partito Comunista Italiano]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Imperiale|Inizio=4 febbraio 1974|Fine=7 ottobre 1978|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giovanni Motetta|Inizio=14 ottobre 1978|Fine=19 aprile 1979|Carica=|Partito=[[Partito Comunista Italiano]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pietro Mazzola|Inizio=20 aprile 1979|Fine=7 giugno 1980|Carica=|Partito=[[Partito Comunista Italiano]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giacomo Ramoni|Inizio=23 agosto 1980|Fine=20 gennaio 1985|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Francesco Imperiale|Inizio=21 gennaio 1985|Fine=16 luglio 1990|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Bartolomeo Zani|Inizio=17 luglio 1990|Fine=16 luglio 1993|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=[[Aldo Reschigna]]|Inizio=13 settembre 1993|Fine=7 maggio 1995|Carica=|Partito=[[Partito Democratico della Sinistra]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
===Sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1995)===
 
{| class="wikitable" style=text-align:center;"
== Carriera iniziale ==
! rowspan="2" | Nº
Nacque da [[Vissarion Džugašvili]] ([[1853]]-[[1890]]) e da [[Ekaterina Geladze]] ([[1858]]-[[1937]]), in una famiglia di umili condizioni sociali in cui il padre faceva il ciabattino e la madre la lavandaia. Secondo alcune fonti, ogni sera il padre si ubriacava e lo picchiava, così Stalin ebbe per tutta la sua esistenza pessimi rapporti con la propria famiglia e si ritenne anche che tali violenze abbiano provocato in lui diverse turbe psicologiche (a tal riguardo è preziosa l'analisi che fa della sua personalità [[Erich Fromm]] che definisce ''Iosif Stalin, un caso clinico di un sadismo non sessuale'' <ref>{{cita libro | nome= Erich| cognome=Fromm | titolo=Anatomia della distruttività umana | anno=1975 | Editore= | città= Milano | capitolo= undicesimo capitolo}}</ref>); tuttavia, queste affermazioni furono smentite dal diretto interessato che, di fronte a una precisa domanda del biografo [[Emil Ludwig]], rispose: "Assolutamente no. I miei genitori non mi maltrattavano affatto"<ref>{{cita libro | nome= Henri| cognome=Barbusse | titolo=Stalin | anno=1975 | Editore=Universale economica | città= | capitolo= primo capitolo}}</ref>.
! rowspan="2" colspan="2" | Ritratto
 
! rowspan="2" | Nome
[[File:Stalin 1894.jpg|thumb|left|200px|Stalin a 16 anni, nel [[1894]].]]
! colspan="2" | Mandato
L'infanzia di "Soso" (diminuitivo georgiano di Josif) non fu priva di momenti critici per la sua salute fisica, dapprima per una forma acuta di [[varicella]] e poi quando, a dieci anni, fu investito e travolto da un cavallo nel corso di una festa di paese: rimase gravemente ferito al braccio sinistro, perdendone parte della capacità di articolazione. Giovanissimo poté frequentare, grazie a una borsa di studio, il [[seminario]] teologico [[ortodossia|ortodosso]] di [[Tbilisi]].
! rowspan="2" | Partito
 
! rowspan="2" colspan="2" | Coalizione
Il contatto, però, con le idee e con l'ambiente dei deportati politici lo avvicinò alle dottrine socialiste. Entrato, così, nel movimento [[Karl Marx|marxista]] clandestino di Tiblisi nel [[1898]], allora rappresentato dal [[Partito]] socialdemocratico ([[POSDR]]), lavorò per qualche tempo al locale [[osservatorio astronomico]]. Ma soprattutto cominciò, da allora, un'intensa attività politica di [[propaganda]] e di preparazione insurrezionale, che lo portò ben presto a conoscere il rigore della [[polizia]] del [[regime]].
 
[[File:Stalin 1902.jpg|thumb|right|200px|Stalin a 24 anni, nel [[1902]].]]
Arrestato nel [[1900]] e continuamente sorvegliato, Stalin nel [[1902]] lasciò la sua città per stabilirsi a [[Batumi]], dove però venne subito imprigionato e condannato a un anno di [[carcere]], seguito da un triennio di deportazione in [[Siberia]]. Fuggito nel [[1904]], tornò a Tiblisi e nei mesi successivi partecipò con energia e notevole capacità organizzativa al movimento insurrezionale, che vide la formazione dei primi [[soviet]] di [[operaio|operai]] e di [[contadino|contadini]]. Nel [[novembre]] del [[1905]], dopo aver pubblicato il suo primo saggio, ''A proposito dei dissensi nel partito'', divenne direttore del periodico ''Notiziario dei lavoratori caucasici'' e in [[Finlandia]], alla conferenza [[bolscevico|bolscevica]] di [[Tampere]], incontrò per la prima volta [[Lenin]], accettandone le tesi sul ruolo di un partito marxista compatto e rigidamente organizzato come strumento indispensabile per la [[rivoluzione proletaria]].
 
Spostatosi in [[Baku]], dove fu in prima linea nel corso degli [[sciopero|scioperi]] del [[1908]], Stalin venne di nuovo arrestato e deportato in [[Siberia]]; riuscì a fuggire ma fu ripreso e internato nel ([[1913]]) a [[Kurejka]] sul basso [[Jenisej]], dove rimase per quattro anni, fino al marzo del [[1917]]. Nei brevi periodi di attività clandestina, riuscì progressivamente ad imporre la sua personalità pragmatica e le sue capacità organizzative (nonostante un approccio talvolta eccessivamente "ruvido" che i compagni di partito gli rimproveravano) e ad emergere come dirigente di livello nazionale, tanto da essere chiamato da [[Lenin]] nel [[1912]] a far parte del [[Comitato centrale]] del partito.
 
Nello [[1917|stesso anno]] contribuì a far rinascere a [[Pietroburgo]] la [[Pravda]], mentre definiva, nel saggio ''Il marxismo e il problema nazionale'', le sue posizioni teoriche (non sempre, però, in linea con quelle di Lenin, di cui non comprendeva la battaglia contro i deviazionisti, né la decisione di prender parte alle elezioni per la [[Duma]]). Tornato a San Pietroburgo (nel frattempo ribattezzata [[Pietrogrado]]) subito dopo l'abbattimento dell'assolutismo [[zar]]ista, Stalin, insieme a [[Lev Kamenev]] e a [[Murianov]], assunse la direzione della Pravda, appoggiando il governo provvisorio per la sua azione rivoluzionaria contro i residui reazionari. Ma questa linea fu sconfessata dalle Tesi di aprile di Lenin e dal rapido radicalizzarsi degli eventi. Nelle decisive settimane di conquista del potere da parte dei [[bolscevichi]] Stalin, membro del comitato militare, non apparve in primo piano e solo il [[9 novembre]] [[1917]] entrò a far parte del nuovo governo provvisorio (il Consiglio dei commissari del popolo) con l'incarico di occuparsi degli affari delle minoranze etniche. A lui si deve l'elaborazione della Dichiarazione dei popoli della [[Russia]], che costituisce un documento fondamentale del principio di autonomia delle varie nazionalità nell'ambito dello stato sovietico.
 
Membro del Comitato esecutivo centrale, Stalin fu nominato, nell'aprile del [[1918]], plenipotenziario per i negoziati con l'[[Ucraina]]. Nella lotta contro i generali "bianchi", fu incaricato di occuparsi del fronte di Tsaritsyn (poi [[Stalingrado]], oggi [[Volgograd]]) e, successivamente, di quello degli [[Urali]]; in queste circostanze diede prova di grande coraggio, ma anche di notevole insensibilità e rozzezza nei rapporti umani e di eccessiva presunzione e schematismo nel valutare le vicende dello scontro tra le forze contrapposte{{citazione necessaria}}. Proprio questo sollevò le esplicite riserve di Lenin nei suoi confronti, manifestate nel testamento politico in cui accusava Stalin di anteporre le proprie ambizioni personali all'interesse generale del movimento. Lenin era preoccupato che il governo perdesse sempre più la sua matrice proletaria, e diventasse esclusivamente un'ala dei burocrati di partito, sempre più lontani dalla generazione vissuta tanto tempo in clandestinità prima delle rivolte del 1917. Oltretutto intravvedeva un futuro dominio incontrastato del Comitato Centrale, ed è per questo che propose nei suoi ultimi scritti una riorganizzazione dei sistemi di controllo, auspicandone una formazione prevalentemente operaia che potesse tenere a bada la vasta e nascente nomenclatura di funzionari di partito.<ref>[[Isaac Deutscher]], Il profeta armato, Longanesi, 1956.</ref>
 
In occasione dei giorni precedenti e seguenti alla morte di Lenin, Stalin fece in modo che le lettere al partito ed al Comitato Centrale, note come il Testamento di Lenin, non giungessero a destinazione e che, da lui divulgate ad una ristretta cerchia, non fossero né rese pubbliche né pubblicate ed, anzi, per tutti i decenni successivi, la loro stessa esistenza fu negata.<ref>[[Isaac Deutscher]], Il profeta disarmato, Longanesi, 1961</ref>
[[File:Vladimir Lenin and Joseph Stalin, 1919.jpg|250px|thumb|Stalin e [[Lenin]], nel [[1919]].]]
Nominato nel [[1922]] [[segretario generale]] del Comitato centrale, Stalin, unitosi a [[Grigorij Zinov'ev|Zinov'ev]] e Kamenev (la famosa [[troika (triumvirato)|troika]]), seppe trasformare questa carica, di scarso rilievo all'origine, in un formidabile trampolino di lancio per affermare il suo potere personale all'interno del partito dopo la morte di Lenin ([[1924]]). Fu allora che nel contesto di una Russia devastata dalla guerra mondiale e dalla guerra civile, con milioni di cittadini senza tetto e letteralmente affamati, diplomaticamente isolata in un mondo ostile, scoppiò violento il dissidio con [[Lev Trockij]], ostile alla [[Nuova Politica Economica]] e sostenitore dell'internazionalizzazione della rivoluzione. Stalin sosteneva al contrario che la "[[rivoluzione permanente]]" fosse una pura utopia e che l'Unione Sovietica dovesse puntare sulla mobilitazione di tutte le proprie risorse al fine di salvaguardare la propria rivoluzione (teoria del "socialismo in un Paese solo").
 
Trockij, sulla falsariga degli ultimi scritti di Lenin, pensava, assieme alla crescente opposizione creatasi in seno al partito (tra cui i ''Decei'', critici del Centralismo Democratico), che ci volesse invece un rinnovamento democratico all'interno degli organi dirigenti, che sempre più venivano scelti su matrice non elettiva, dall'alto verso il basso, contrariamente agli spiriti che accesero la rivoluzione. Espresse queste sue posizioni al XIII congresso del partito, ma venne sconfitto, oltretutto accusato da Stalin e dal "triumvirato" (Stalin, Kamenev, Zinov'ev) di "frazionismo", tendenza contraria alla direzione "monolitica" presa dal partito dal X congresso. Trockij venne isolato anche a causa delle norme di emergenza (prese precedentemente dallo stesso Lenin nel pieno della guerra civile sempre nell'ambito del X congresso) tese a strutturare un partito compatto, eliminando le tendenze frazionistico-scissioniste.
 
Le tesi di Stalin trionfarono soltanto nel [[1926]], quando infine il Comitato centrale si schierò sulle posizioni staliniane isolando Trockij (con il quale, nel corso del dibattito, avevano finito per associarsi anche Kamenev e Zinov'ev).
 
Nel corso di questi anni sia l'Opposizione Operaia di [[Aleksandra Kollontaj]], che si batteva per il ritorno alla democrazia dei Soviet contro la burocratizzazione, sia l'Opposizione di Sinistra, guidata da Trockij, e la sua momentanea trasformazione in [[Opposizione Unificata]], con Kamenev e Zinov'ev, che poi capitolarono, furono sconfitte con i metodi più brutali di intimidazione e di persecuzione, dalla propaganda perniciosa di falsità da parte dell'apparato del partito dominato dagli staliniani, all'irruzione nelle sedi di partito, che ospitavano riunioni ed assemblee, con la devastazione delle stesse ed il pestaggio degli intervenuti.
 
Lo psichiatra russo [[Vladimir Bechterev]] nel 1927 visitò Stalin e gli diagnosticò una sindrome paranoide, poco tempo dopo morì in circostanze non chiarite. Stalin avrebbe ordinato l'assassinio del medico perché non d'accordo con la diagnosi.<ref>[[Isaac Deutscher]], Il profeta armato, Longanesi, 1956.</ref>
 
== Cenni storici: l'era staliniana ==
{{vedi anche|Stalinismo|Grandi purghe}}
[[File:Stamp1950-stalinu-za-detstvo.jpg|left|thumb|200px|Francobollo sovietico anni cinquanta: "La pace sconfigge la guerra". Fa parte delle raffigurazioni del dopoguerra. Sul manifesto c'è scritto: "Grazie, caro Stalin, per i nostri bambini felici".]]
 
Con il [[1928]] iniziò la cosiddetta "era di Stalin". Da quell'anno infatti la vicenda della sua persona si identificò con la storia dell'URSS, di cui fu l'onnipotente artefice fino alla morte. Dopo aver posto bruscamente termine alla [[NEP]] con la collettivizzazione forzata e la meccanizzazione dell'[[agricoltura]] e soppresso il commercio privato (i kulaki arricchiti furono declassati a semplici contadini dei [[kolchoz]] o avviati a campi di lavoro), fu dato avvio al primo piano quinquennale (1928-[[1932|32]]) che dava la precedenza all'[[industria pesante]]. Circa la metà del reddito nazionale fu dedicata all'opera di trasformazione di un Paese povero e arretrato in una grande potenza industriale. Furono fatte massicce importazioni di macchinari e chiamate alcune decine di migliaia di tecnici stranieri. Sorsero nuove città per ospitare gli operai (che in pochi anni passarono dal 17 al 33% della popolazione), mentre una fittissima rete di scuole debellava l'[[analfabetismo]] e preparava i nuovi tecnici.
 
Anche il secondo piano quinquennale (1933-37) diede la precedenza all'industria che compì un nuovo grande balzo in avanti; ma non altrettanto brillante fu il rendimento agricolo per cui, in concomitanza con l'entrata in vigore di una nuova Costituzione ([[1936]]), ne fu modificata la troppo rigida struttura. A quest'opera indubbiamente gigantesca corrisposero tuttavia un ferreo autoritarismo e un'implacabile intransigenza: ogni dissenso ideologico fu condannato come "complotto".
 
Furono le terribili "[[Grandi purghe|purghe]]" degli anni Trenta (successive al misterioso assassinio di [[Sergej Kirov|S. Kirov]]) che videro la condanna a morte o a lunghi anni di carcere di quasi tutta la vecchia guardia bolscevica, da [[Lev Kamenev|Kamenev]] a [[Grigorij Zinov'ev|Zinov'ev]] a [[Radek]] a [[Sokolnikov]] a [[J. Pjatakov]]; da [[Nikolai Ivanovich Bukharin|Bucharin]] e [[Aleksej Ivanovič Rykov|Rykov]] a [[Genrich Grigorevic Jagoda|G. Jagoda]] e a [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij|M. Tuchačevskij]] ([[1893]] - [[1938]]), in totale 35.000 ufficiali su 144.000 che componevano l'[[Armata Rossa]] <ref>nel 1937 da "Stalinist terror - New Perspective" Capitolo 9 "The Red Army and the Great Purge" (AA.VV. il capitolo in questione di R. R. Reese)</ref>.
 
Secondo le stime del [[KGB]] ([[1960]], rese note dopo la caduta dell'URSS) 681.692 persone vennero condannate a morte nel [[1937]]-[[1938|38]] (353.074 nel 1937 e 328.018 nel 1938), 1.118 nel [[1936]] e 2.552 nel [[1939]] per reati politici. Il totale di condanne a morte politiche tra il [[1930]] e il [[1953]] è, sempre secondo queste stime, di 786.098, anche se molti storici le considerano sottostimate per diversi motivi.
 
Certo all'origine del bagno di sangue che spazzò via dal [[PCUS]] ogni residuo frazionismo (operazione che privò fra l'altro l'[[Armata Rossa]] di oltre la metà dei suoi comandanti più prestigiosi) ci fu anche l'effettivo timore di complotti e di moti reazionari, nonché la presenza di una "quinta colonna" nei vertici dell'esercito.
 
Ammessa alla [[Società delle Nazioni]] nel [[1934]], l'URSS avanzò proposte di disarmo generale e cercò di favorire una stretta collaborazione antifascista sia fra i vari Paesi sia al loro interno (politica dei "fronti popolari"). Nel [[1935]] concluse patti di amicizia e reciproca assistenza con la [[Francia]] e la [[Cecoslovacchia]]; l'anno successivo appoggiò con aiuti militari la [[Spagna]] repubblicana contro [[Francisco Franco|Franco]]. Ma il [[Patto di Monaco]] ([[1938]]) costituì un duro colpo per la politica "collaborazionista" di Stalin che a Litvinov sostituì [[Vjačeslav Molotov]] ([[1939]]) e alla linea possibilista alternò una politica puramente realistica.
 
Così, di fronte alle tergiversazioni occidentali, Stalin preferì la "concretezza" tedesca ([[Patto Molotov-Ribbentrop]] del [[23 agosto]] [[1939]]) che, secondo lui, se non era più in condizione di salvare la pace europea, poteva almeno assicurare la pace all'URSS. Una diversa interpretazione storiografica è, tuttavia, quella che vede il [[Patto Molotov-Ribbentrop]] come un tentativo di Stalin di far uscire l'URSS dall'isolamento internazionale in cui si trovava da almeno un biennio, reso palese dalla [[Conferenza di Monaco]] del [[29 settembre|29]]-[[30 settembre]] [[1938]] cui l'[[Unione Sovietica]] non era stata invitata. Una ulteriore interpretazione storiografica (ad esempio, quella dello storico russo marxista-leninista Roy Medvedev, che ha scritto diverse opere su Stalin) vede un Stalin in attesa degli eventi, pronto a schierarsi dalla parte del vincitore appena si fosse palesato come tale. La spartizione della [[Polonia]] ([[1939]]) e l'annessione di [[Estonia]], [[Lettonia]] e [[Lituania]] e la guerra alla [[Finlandia]] ([[1940]]) rientrarono nella stessa concezione: garantire al massimo le frontiere sovietiche "calde". In seguito al patto di non aggressione con la Germania, il [[Comintern]] strettamente controllato da Stalin, riesumò il vecchio slogan leniniano della ''guerra tra opposti imperialismi'', attribuendo le maggiori responsabilità a Francia e Inghilterra. <ref>{{cita libro | cognome=Detti | nome=Tommaso | coautori=Giovanni Gozzini | anno=2002 | titolo=Storia contemporanea Il Novecento | editore=[[Bruno Mondadori]] | città=Milano | id=ISBN 88-424-9367-8 | pagine=pp. 138-139 }}</ref> Tale linea provocò non poco scompiglio e disorientamento tra le file dei comunisti molti dei quali erano approdati alle idee del comunismo proprio in funzione dell'anti-nazismo e dell'antifascismo <ref> Si vedano a questo proposito le testimonianze di due comunisti italiani: [[Aldo Natoli]] e [[Pietro Ingrao]] [http://www.ilmanifesto.it/25aprile/01_25Aprile/9501rs08.01.htm]</ref>.
 
== La Grande Guerra Patriottica ==
{{vedi anche |seconda guerra mondiale|battaglia di Stalingrado|Fronte Orientale}}
[[File:Poster27.jpg|right|thumb|Manifesto di propaganda sovietico.]]
 
{{quote| Quando volgo indietro lo sguardo,mi permetto di dire che nessun'altra direzione politico-militare di qualsiasi paese avrebbe retto a simili prove,nè avrebbe trovato una via d'uscita dalla situazione eccezionalmente grave che si era creata...<ref> G.Zhukov 'Memorie e battaglie',1970.</ref>}}
 
La successiva guerra contro i paesi dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] nazifascista ([[1941]]-[[1945]]) costituì una pagina importantissima e decisiva della vita di Stalin. Dopo un crollo psicologico iniziale, di fronte alla sorpresa dell'attacco tedesco, seppe organizzare e guidare l'[[Armata Rossa]] e l'[[Unione Sovietica]] nella tremenda lotta mortale contro la [[Germania]] nazista, che metteva in pericolo la sopravvivenza stessa dello stato bolscevico ma anche delle popolazioni sovietiche (destinate allo sterminio, alla schiavitù e alla deportazione secondo i piani di [[Hitler]]). Durante la [[seconda guerra mondiale]], l'URSS subì enormi perdite (quantificabili in circa 9.000.000 di militari e 12.000.000 di civili) in parte a causa delle catastrofiche sconfitte iniziali e in parte a causa dei dispendiosi metodi operativi adottati (di fronte alle potenti forze tedesche) e delle straordinarie dimensioni delle battaglie e delle campagne di guerra del fronte orientale (le più grandi della storia). La Germania impiegò sempre il grosso delle sue forze armate in Russia e subì anch'essa perdite enormi (quasi 4 milioni di militari: oltre 80% del suo totale su tutti i fronti). Stalin, usando spesso i suoi metodi violenti e brutali, specie contro collaborazionisti e etnie, a suo parere infide, diresse la lotta con ferrea determinazione e grande energia, anche se non senza alcuni momenti di disperazione (specie a Mosca nel 1941 e a Stalingrado nell'estate 1942). Col tempo si costruì anche una notevole competenza militare strategica ( per ammissione degli stessi esperti occidentali che lo conobbero <ref> In E.Bauer 'Storia controversa della seconda guerra mondiale',volume 6 e 7,DeAgostini 1971.</ref>) e coordinò nel complesso con abilità le grandi operazioni strategiche ideate e pianificate da alcuni suoi competenti generali, a cui col tempo diede fiducia (come [[Georgij Konstantinovič Žukov|Žukov]], [[Konstantin Konstantinovič Rokossovskij|Rokossovskij]], [[Vasilij Ivanovič Čujkov|Čujkov]], [[Ivan Stepanovič Konev|Konev]] e [[Nikolaj Vatutin|Vatutin]]). Stalin e l'Armata Rossa svolsero un ruolo decisivo nella sconfitta di Hitler e del Nazismo, prima respingendo l'[[Operazione Barbarossa|attacco nazista]], con la [[battaglia di Mosca]] del [[dicembre]] [[1941]]; poi con la decisiva vittoria di [[Stalingrado]] dell'inverno [[1942]]-[[43]] e il gigantesco scontro di mezzi corazzati a [[Kursk]]; infine con le grandi offensive degli anni 1943-45 (i famosi ''dieci colpi di maglio'', secondo la terminologia staliniana dell'epoca <ref> G.Boffa 'Storia dell'Unione Sovietica',parte II,Mondadori 1979.</ref>), che frantumarono la potenza della [[Wehrmacht]] , fino alla conquista finale della capitale tedesca a seguito della [[battaglia di Berlino]] e il suicidio di Hitler. <ref> Sulla conduzione di guerra di Stalin : [[John Erickson]] 'The road to Stalingrad' e 'The road to Berlin',Cassel 1975 e 1983; A.Werth 'La Russia in guerra' ,Mondaodri 1968; R.Overy 'Russia in guerra',ilSaggiatore 1998.</ref>. Durante la guerra il nome in codice di Stalin nelle direttive segrete e nelle comunicazioni con i vari comandi era '''Vasilev''' <ref> J.Erickson 'The road to Berlin',Cassel 1983. </ref>.
 
Oltre al suo apporto - notevole e decisivo - alla conduzione della guerra, fu comunque estremamente significativo anche il ruolo di Stalin come grande diplomatico, evidenziato dalle conferenze al vertice: un negoziatore rigoroso, logico, tenace, non privo di ragionevolezza<ref>Sulle conferenze tra i tre Grandi e sul ruolo politico-diplomatico vedere: J.Erickson ''The road to Berlin'', Cassell 1983; G.Boffa ''Storia dell'Unione Sovietica'', parte II, Mondadori 1979; R.Sherwood ''La seconda guerra mondiale nei documenti segreti della Casa Bianca'', Garzanti 1949; G.Vitali ''Franklin Delano Roosevelt'', Mursia 1991; la versione di Churchill, polemica ma che non nega l'abilità di Stalin in: W.Churchill 'La seconda guerra mondiale'', volumi 4, 5 e 6, Mondadori 1951-53. </ref> . Fu assai stimato da [[Franklin Delano Roosevelt]], meno da [[Winston Churchill]], cui fece velo la vecchia ruggine anticomunista.
 
== Il dopoguerra e la morte ==
{{cn|Si sostiene che stimasse [[Chiang Kai-shek]] più di [[Mao Zedong]]}} (che tra l'altro aveva di lui un'ottima opinione, come testimonia la visita che fece allo statista sovietico il [[21 dicembre]] [[1949]], in occasione del suo compleanno nonché gli onori che gli tributò nei giorni successivi alla sua scomparsa) {{cn|e solo con riluttanza smise di pensare che la [[Cina]] poteva essere governata dal [[Kuomintang]] con l'adesione dei comunisti}}. Ad ogni modo, durante la [[guerra civile cinese]] l'URSS fornì al [[Partito Comunista Cinese]] un contributo in materiale bellico e un certo numero di consiglieri; fin dall'[[agosto]] del [[1945]] inoltre, dopo la sua dichiarazione di guerra al Giappone, appoggiò i maoisti conquistando la [[Manciuria]] e lasciando al PCC il bottino ottenuto.
 
Per ciò che concerneva la Germania, Stalin fu un assertore della divisione in due Stati: [[Repubblica Federale Tedesca]] capitalista e [[Repubblica Democratica Tedesca]] comunista. Quando le potenze occidentali decisero unilateralmente la politica monetaria da far adottare ai tedeschi, il leader georgiano rispose con il [[blocco di Berlino|blocco della città]]: il [[24 giugno]] [[1948]] l'URSS impedì gli accessi ai tre settori occupati da americani, inglesi e francesi di Berlino, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari che attraversavano la parte di Germania sotto controllo sovietico. Gli americani risposero con il celebre [[ponte aereo per Berlino|ponte aereo]] che convinse l'Unione Sovietica a togliere il blocco il [[12 maggio]] [[1949]] (ma le incurisoni aeree USA perdurarono fino al [[30 settembre]]).
 
Il dopoguerra trovò l'URSS impegnata nuovamente su un doppio fronte: la ricostruzione all'interno e l'ostilità occidentale all'esterno, resa questa volta assai più drammatica dalla presenza della [[bomba atomica]] che l'Unione Sovietica sperimentò nel [[1949]]. Furono gli anni della [[Guerra Fredda]], che videro Stalin irrigidire ancor più il monolitismo del Partito comunista fuori e dentro i confini, di cui è espressione evidente la creazione del [[Cominform]] e la "scomunica" della deviazionista [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Iugoslavia]].
 
In occasione della [[guerra di Corea]] Stalin offrì all'alleato [[Kim Il Sung]] l'appoggio di 26.000 soldati sovietici (un apporto molto moderato, se confrontato con quello concesso invece da Mao pari a 780.000 militi) e regalò delle forniture alimentari ai nordcoreani, ma fu sempre restio a un'internazionalizzazione del conflitto. Durante la [[guerra civile greca]] rispettò i patti firmati con le potenze alleate e non supportò i comunisti ellenici, a differenza di Gran Bretagna e USA che, sempre nel rispetto dei patti che dividevano l'Europa in aree d'influenza, a rotazione diedero aiuti determinanti al governo di Atene nella repressione della reistenza comunista. In sostanza Stalin lasciava mano libera agli occidentali in Grecia ed in Italia, ma pretendeva i medesimi diritti su tutta l'Europa orientale.
 
Stalin, ormai in età avanzata, subì un [[colpo apoplettico]] nella sua villa suburbana di Kuntsevo la notte tra l'[[1 marzo|1]] e [[2 marzo]] [[1953]], ma le guardie di ronda davanti alla sua camera da letto non osarono forzarne la porta blindata fino alla mattina dopo, quando Stalin era già in condizioni disperate: metà del corpo era paralizzata, ed aveva perso l'uso della parola. Morì all'alba del [[5 marzo]], dopo aver dato per diverse volte segnali di miglioramento. Drammatico è il racconto dell'ultimo istante di vita del dittatore fatto dalla figlia [[Svetlana Josifovna Allilueva|Svetlana]].
 
Il suo funerale fu imponente, con una partecipazione stimata in un milione di persone<ref>[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref>: il corpo, dopo essere stato [[imbalsamazione|imbalsamato]] e vestito in uniforme, fu solennemente esposto al pubblico nella Sala delle Colonne del [[Cremlino]] (dove era già stato esposto [[Lenin]]). Almeno 500 persone morirono schiacciate nel tentativo di rendergli omaggio.<ref>[http://www.corriere.it/Rubriche/Infografiche/flash/funerali.swf Funerale di Stalin]</ref> Fu sepolto accanto a Lenin nel [[Mausoleo di Lenin|mausoleo]] sulla Piazza Rossa.
Quando Stalin morì, la sua popolarità come capo del movimento di emancipazione delle masse oppresse di tutto il mondo era ancora intatta: ma bastarono tre anni perché al [[XX Congresso del PCUS]] ([[1956]]) il suo successore, [[Nikita Chruščёv]], denunciasse i crimini da lui commessi contro gli altri membri del partito dando il via al processo di "[[destalinizzazione]]".
Primo provvedimento di tale nuova politica fu la rimozione della salma di Stalin dal [[Mausoleo di Lenin]], accanto al quale il dittatore era stato deposto subito dopo la morte. Da allora egli riposa in una tomba poco distante, sotto le mura del Cremlino.
 
Tra le opere di Stalin hanno notevole importanza ideologica e politica: ''La questione nazionale'' (1912); ''Materialismo dialettico e materialismo storico'' ([[1938]]); ''Questioni del leninismo'' ([[1941]]); ''Il marxismo e la linguistica'' ([[1950]]); ''Problemi del socialismo in URSS'' ([[1952]]).
 
=== La commemorazione su [[L'Unità]] ===
{{quote|Stalin è morto. <br />
Gloria eterna all'uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell'umanità. <br />
Il Capo dei lavoratori di tutto il mondo si è spento ieri sera a Mosca alle 21:50|
''L'Unità'', 6 marzo 1953, prima pagina<ref>{{Cita web|url=http://archivio.unita.it/v2/archivio/today.asp?IDprodotto=3112&sezione_community=|titolo=L'Unità - Copia del 6 marzo 1953}}</ref>}}
 
=== Il tributo di sangue ===
{{F|storia|agosto 2008}}
{{C|wikificare, possibile visione di parte|politica|febbraio 2010|firma=[[Utente:Marco Daniele|marco]] ([[Discussioni utente:Marco Daniele|msg]]) 18:35, 5 feb 2010 (CET)}}
[[File:Bundesarchiv Bild 183-11500-0497, Berlin, Karl-Marx-Allee, Denkmal Stalin.jpg|thumb|250px|[[Berlino]] est, 1951: Statua di Stalin nella Karl Marx Allee]]
 
La maggioranza degli storici concorda che, tenendo in considerazione oltre al [[terrorismo di stato]] (deportazioni e purghe politiche), le [[carestia|carestie]] (tra cui la grande tragedia dell'[[Holodomor]]) e la mortalità in prigione e nei campi di lavoro, Stalin e i suoi accoliti furono direttamente o indirettamente responsabili della morte di un numero di persone compreso tra 20 e 60 milioni. Secondo [[Aleksandr Nikolaevič Jakovlev|Aleksandr Jakovlev]], che dirige la Commissione per la riabilitazione delle vittime delle repressioni (creata dal presidente Eltsin nel 1992 ed ex braccio destro di Stalin, i morti causati dal suo regime furono oltre 20 milioni.
 
Sulla cifra esiste però un ampio dibattito. Gli archivi sovietici, del tutto incompleti ed approssimativi, riferiscono che molte delle vittime vennero condannate a morte tra il [[1930]] e il [[1953]] per motivi politici. Tra questi 681,692 nel [[1937]] e [[1938]], durante le "[[grandi purghe]]"; tuttavia non tutte le condanne a morte sentenziate durante questo periodo vennero eseguite. Infatti, gli arrestati furono oltre 42 milioni e buona parte di essi morirono nei gulag. Inoltre risulta che tra il [[1921]] e il [[1954]] ulteriori 2,400,000 persone furono deportate nei [[gulag]] per reati politici (uno dei capi di imputazione più frequenti era l'incitamento a sovvertire od indebolire lo Stato). Vi furono anche circa 40 milioni di arrestati per reati comuni, parte dei quali arrestati per motivi ideologici o solo in quanto sospettati, spesso senza alcuna prova o riscontro nella realtà, di attività sovversive o di apologia di capitalismo.
 
Molti ritengono le cifre fornite dagli archivi sovietici sottostimate. Lo storico e demografo russo [[John Ehrlichman]] ha stimato 1.500.000 persone giustiziate (ove gli archivi riportano solo 786,098 persone ), 4.300.000 morti nei [[campi di concentramento]] amministrati dal [[Gulag]] ed in prigione (agli 1.900.000 ufficiali riportati nell'archivio ne ha aggiunti 2.400.000; tale cifra sale a 5 milioni considerando i 700.000 morti nei campi di lavoro tra il [[1922]] e il [[1929]]), 1.700.000 morti nelle deportazioni (su un totale di 7.500.000 deportati) ed un milione di civili e prigionieri stranieri morti a causa dell'[[Armata Rossa]], per un totale di 8.500.000 morti causati da Stalin. In [[Georgia]] circa 80.000 persone vennero giustiziate nel 1921, 1923–24, 1935–38, 1942 e 1945-50, e più di 100.000 vennero deportate nei campi di lavoro.
{{cn|I condannati ai gulag per "reati controrivoluzionari" ai sensi dell'[[articolo 58 (codice penale della RSFSR)]] furono, secondo gli archivi, dal [[1921]] al [[1954]], 2,400,000 ed i condannati totali (anche per altri reati) nello stesso periodo non superarono i 9 milioni}}.
 
{{cn|Vi è chi adduce analisi demografiche per contenere il numero delle vittime staliniane}}. I confronti tra il [[censimento]] del [[1926]] e quello del [[1937|37]] suggeriscono un numero di 5-10 milioni di morti in eccesso rispetto a quanto sarebbe stato normale per quel periodo, dovuti principalmente alla carestia del [[1931]]–[[1934|34]] ([[Holodomor]]). Il censimento del 1926 fissa la popolazione dell'Unione Sovietica a 147 milioni, mentre quello del 1937 registra una popolazione compresa tra i 162 e i 163 milioni. Quest'ultima cifra è di 14 milioni inferiore a quanto atteso dalle proiezioni. Il censimento del 1937 venne invalidato come "censimento disfattista" e i responsabili vennero puniti severamente. Un nuovo censimento venne eseguito nel 1939, ma la cifra pubblicata di 170 milioni viene in genere attribuita direttamente ad una decisione di Stalin. Si noti che la cifra di 14 milioni non implica 14 milioni di morti in più, poiché fino a 3 milioni possono essere ricondotti a nascite mai avvenute a causa di una riduzione della fertilità o per scelta.
 
Il [[5 marzo]] [[1940]] Stalin e altri alti funzionari sovietici firmarono l'ordine di esecuzione di 25.700 cittadini polacchi, tra cui 14.700 [[prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]]. Questo episodio è noto come [[Massacro di Katyn]]. Il [[20 agosto]] dello stesso anno un agente dell'[[NKVD]] assassinò l'antico avversario di Stalin [[Lev Trockij]], su suo personale ordine, esiliato in [[Messico]].
 
Oltre alla morte nei lager Stalin provocò in [[Ucraina]] la morte di diversi milioni di persone per fame ([[Holodomor]]): le stime oscillano tra circa 1,54 (morti in eccessi registrate dagli archivi sovietici) e 10 milioni. Occorre precisare che Stalin è considerato da molte nazioni direttamente responsabile di questi decessi, poiché negli archivi sovietici sono numerosi i documenti che confermano la pianificazione della carestia per parte staliniana.
Nella vigilia della 61esima sessione dell'Assemblea generale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nell'estate 2006 il ministro degli esteri ucraino [[Boris Tarasiuk]] dichiarò:
 
{{quote|lo sterminio di massa pianificato appositamente dal regime totalitario comunista dell'epoca ha causato la morte di una cifra oscillante tra i 7 e 10 milioni di uomini, donne e bambini innocenti, cioè di circa un quarto della popolazione ucraina dell'epoca}}
 
Le missive scritte dai contadini agonizzanti dalla fame ai propri parenti arruolati nell'Armata Rossa non giungevano mai ai rispettivi destinatari, in quanto venivano regolarmente intercettate dalla censura militare affinché le voci relative a ciò che stava effettivamente accadendo nelle zone colpite dalla carestia non si diffondessero per tutto il paese.
 
Tra le testimonianze dell'epoca:
 
* Lettera scritta ad un artigliere dalla sorella residente a [[Krylovskaja]], provincia di [[Rostov]].
{{quote|Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo di fame e quando qualcuno entra in casa per chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono adesso...è una cosa spaventosa. La gente è affamata sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta.}}
 
* Lettera scritta dai genitori al soldato dell'[[Armata Rossa]] Jurčenko da Novo-Derevjanovskaja, [[Caucaso]] del Nord.
{{quote|Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame, le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura persino a guardare chi è ancora vivo...le facce stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte il gonfiore diminuisce, diventando di un colore giallastro. Non sappiano che ne sarà di noi, ci attende la morte per fame...}}
 
Per i villaggi, che ogni anno dovevano consegnare una parte del raccolto allo Stato, furono fissate quote altissime, proprio in un periodo di raccolti magri. Di fronte al mancato rispetto delle quote, Stalin inviò la [[polizia politica]] a requisire l'intero raccolto. «Arrivavano, cercavano dappertutto e si portavano via anche il cibo cotto nelle pentole», racconta Dmytro Kalenyk, 88 anni, uno dei due sopravvissuti in una famiglia di 14 persone. I contadini, ai quali era vietato lasciare i villaggi, erano condannati. «Per una spiga di grano si veniva fucilati sul posto», racconta ancora il vecchio agricoltore). Interi villaggi vennero cancellati. Quando anche l'ultimo abitante era morto, issavano una bandiera nera e qualcuno arrivava a seppellire i morti. Chi ci riusciva, abbandonava i figli alle stazioni, sperando che le autorità li avrebbero portati in [[orfanotrofio]]. «Uccidemmo i gatti, cucinammo i cani; poi le persone iniziarono a mangiarsi fra di loro», racconta Anna Vasilieva, 85 anni. Tale tragedia provocata dal dittatore Stalin non riguardò solo l'Ucraina. L'Izvestija ha pubblicato la lettera inviata dalla figlia che abitava a [[Rostov sul Don]] a un certo Rostenko: «Ero andata a cercare pane e ho visto che tutti correvano in vicolo Nikolaevskij. C'era un mucchio di gambe e braccia buttate nel catrame. Poi ho saputo che una donna è stata arrestata al mercato perché vendeva salame di carne umana».
 
Riportiamo ora uno dei tanti documenti di Stalin che la dice lunga sulle effettive cause di quella strage collettiva, più esattamente la direttiva da parte del [[Comitato Centrale del partito comunista sovietico]], datata [[22 gennaio]] [[1933]], che proibì l'[[esodo]] di massa dei contadini affamati dalle loro terre, condannandoli di conseguenza alla morte per fame.
 
{{quote|Il Comitato centrale del partito comunista sovietico ed il Soviet dei commissari del popolo sono stati informati in merito ad un esodo di massa in corso nelle zone del Kuban e dell'Ucraina da parte di contadini alla ricerca "di pane" che si dirigono nelle zone del Volga, della provincia di Mosca, nel Caucaso ed in Bielorussia. Sia il Comitato centrale del partito comunista sovietico che il Soviet dei commissari del popolo non dubitano minimamente che si tratti di un atto simile a quello dell'anno scorso avvenuto in Ucraina e pianificato da nemici del potere sovietico ed agenti polacchi allo scopo di organizzare agitazioni "attraverso i contadini" nelle zone settentrionali dell'Unione Sovietica contro i kolchoz e soprattutto contro il potere sovietico. L'anno scorso sia gli organi di partito che quelli della polizia militare ucraina non si sono rivelati in grado di opporsi a questo atto contro-rivoluzionario organizzato nei confronti del potere sovietico. Quest'anno non verranno in nessun modo tollerati errori del genere.
 
Per tanto il Comitato centrale del partito comunista sovietico ed il Soviet dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica ordinano alle autorità di polizia militare del Caucaso del Nord e dell'Ucraina di contrapporsi all'esodo di massa dei contadini locali in altre zone. Il Comitato centrale del partito comunista sovietico ed il Soviet dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica ordinano altresì alle autorità di polizia militare della provincia di Mosca, della Bielorussia e del Volga innanzitutto di arrestare sul posto i contadini ucraini e caucasici che in qualche modo siano già riusciti a penetrare nei territori soprindicati e, in secondo luogo, una volta che gli elementi controrivoluzionari siano stati individuati, provvedere al rientro di tutti gli altri nei rispettivi luoghi di residenza.
 
Il presidente del Soviet dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica,
 
V.M. Molotov
 
Il segretario generale del Comitato centrale del partito comunista dell'Unione Sovietica,
 
I.V. Stalin|''Direttiva da parte del [[Comitato centrale]] del [[PCUS|Partito Comunista Sovietico]]'', [[22 gennaio]] [[1933]]}}
 
Coloro che negano che le vittime del periodo staliniano siano statisticamente rilevanti si basano anche sul confronto tra i censimenti della popolazione.
Infatti se si confronta la popolazione dell'Unione Sovietica nel gennaio del [[1959]] che è di 208.827.000 mentre nel [[1913]], negli stessi confini, era di 159.153.000, si può stabilire che l'incremento annuale della popolazione è dello 0,60%.
Se confrontiamo questi dati con altri paesi otteniamo:
[[File:stalin.JPG|thumb|right|Stalin pochi mesi dopo la morte]]
{| {{Prettytable}}
|Paese || 1920 || 1960 || Aumento annuo
|-
! Inizio
|[[Regno Unito]] || 43718 || 52559 || 0,46%
! Fine
|-
!rowspan=2 |1
|[[Francia]] || 38.750 || 45.684 || 0,41%
|rowspan=2 style="background:{{Colore partito|Democratici di Sinistra}}" |
|rowspan=2 |[[File:Verbania-Stemma.png|60px]]
|rowspan=2 |'''[[Aldo Reschigna]]'''
|8 maggio [[1995]]
|28 giugno [[1999]]
|rowspan=2 |[[Partito Democratico della Sinistra]]<br>[[Democratici di Sinistra]]
|style="background:#ffc0cb" |[[L'Ulivo]]<br>([[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]-[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]])
|-
|27 giugno [[1999]]
|[[Germania]]||61.794 || 72.664 || 0,41%
|14 giugno [[2004]]
|style="background:#ffc0cb" |[[L'Ulivo]]<br>([[Democratici di Sinistra|DS]]-[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]]-[[Partito dei Comunisti Italiani|PdCI]]-[[Socialisti Democratici Italiani|SDI]])
|-
!2
|style="background:{{Colore partito|La Margherita}}" |
|[[File:Verbania-Stemma.png|60px]]
|'''[[Claudio Zanotti]]'''
|14 giugno [[2004]]
|9 giugno [[2009]]
|[[La Margherita]]<br>[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|style="background:#ffc0cb" |[[L'Ulivo]]<br>([[Democratici di Sinistra|DS]]-[[La Margherita|DL]]/[[Partito Democratico (Italia)|PD]]-[[Socialisti Democratici Italiani|SDI]]<br>[[Rifondazione Comunista|PRC]]-[[Partito dei Comunisti Italiani|PdCI]]-[[Federazione dei Verdi|FdV]]-[[Italia dei Valori|IdV]])
|-
!3
|style="background:{{Colore partito|Il Popolo della Libertà}}"|
|[[File:Verbania-Stemma.png|60px]]
|'''[[Marco Zacchera]]'''
|9 giugno [[2009]]
|30 aprile [[2013]]
|[[Il Popolo della Libertà]]
|style="background:#ccccff |[[Il Popolo della Libertà|PdL]]-[[Lega Nord|LN]]-[[Unione di Centro (2008)|UdC]]
|-
!–
|style="background:#CECECE" |
|
|'''Michele Mazza'''
* [[Repubblica Democratica Tedesca|DDR]]
*|30 aprile [[Berlino2013]]
|10 giugno [[2014]]
* [[Repubblica Federale Tedesca|RFT]]
|''[[Commissario prefettizio]]''
|
|style="background:#CECECE" |''Giunta commissariata''
|| 17.241<br />2.199<br />53.224 ||
|-
!rowspan=2|4
|rowspan=2 style="background:{{Colore partito|Partito Democratico (Italia)}}" |
|rowspan=2|[[File:Silvia_Marchionini_2014.jpg|60px]]
|rowspan=2|'''[[Silvia Marchionini]]'''
|10 giugno [[2014]]
|''in carica''
|rowspan=2|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|style="background:#ffc0cb" |[[Partito Democratico (Italia)|PD]]-[[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]-[[Partito Comunista d'Italia (2014)|PCd'I]]-[[Lista Civica|Civiche]]
|-
|colspan=2|''Riconfermata''
|style="background:#ffc0cb" |[[Partito Democratico (Italia)|PD]]-[[Lista Civica|Civiche]]
|-
|[[Unione Sovietica|URSS]] || 159.153 || 208.827 || 0,60%
|+Crescita della popolazione, in migliaia<ref>Народонаселение стран мира / Под ред. Б.Ц.Урланиса. М.: "Статистика". 1974</ref>
|}
 
=== Linea temporale ===
Come si vede, la popolazione dell'Unione Sovietica, nonostante nel calcolo, a differenza degli altri stati, sia compreso il periodo della [[prima guerra mondiale]] e della [[guerra civile russa|guerra civile]], e nonostante i 26 milioni di morti nella [[seconda guerra mondiale]], ma annettendosi vasti territori a spese di Finlandia, Germania, Polonia, Cecoslovacchia, Romania e Giappone e ingoiando le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) ha registrato un incremento demografico corrispondente ad un tasso medio di aumento annuale del 50% superiore agli altri stati menzionati nell tabella. Inoltre molti sostenitori di Stalin considerano i morti ucraini per fame vittime della crisi alimentare provocata non dal regime dai contadini che si rifiutarono
{{#tag:timeline|
di coltivare la terra pur di non conferire parte del raccolto ai commissari politici e allo Stato.
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DateFormat = dd/mm/yyyy
Una frase erroneamente attribuita a Stalin è "La morte di un uomo è una tragedia, la morte di milioni è statistica" che si ritiene riportata da [[Winston Churchill|Churchill]] alla [[Conferenza di Potsdam]] del 1945. In realtà la frase, che Stalin non ha mai pronunciato, è tratta da un romanzo di [[Erich Maria Remarque]] ''[[L'obelisco nero]]'' ([[1956]]).
Period = from:01/01/1945 till:{{#time:d/m/Y}}
IL 2 marzo del 2003 il partito marxista-leninista italiano ha organizzato una commemorazione pubblica in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte.
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== Famiglia ==
id:ind value:rgb(0.8,0.8,0.8)
=== Mogli ===
* [[Ekaterina Svanidze]] ([[1880]]-[[1907]]), sposata nel [[1903]] e morta nel [[1907]]
* [[Nadežda Allilueva]] ([[1901]]-[[1932]]), sposata nel [[1919]]<ref>{{cita libro|cognome=Conquest |nome=Robert |wkautore=Robert Conquest |coautori= |curatore= |altri= |titolo="Stalin. La Rivoluzione, il Terrore, la Guerra" |dataoriginale= |annooriginale= |meseoriginale= |url= |formato= |datadiaccesso= |annodiaccesso= |mesediaccesso= |edizione= |data= |anno= 2003|mese=febbraio |editore=Mondadori |città=Milano |lingua=Italiano |id=ISBN 88-04-51329-2. |doi = |pagine=pag.87 |capitolo=cap.6 |url_capitolo= |citazione =Nel marzo 1918 (...) Mosca tornò a essere la capitale. Stalin portò con sé la sua segretaria sedicenne Nadežda Allilueva, con cui doveva sposarsi l'anno successivo. |cid= }}</ref>, morta nel [[1932]]
 
BarData =
=== Figli ===
barset:PM
* [[Jakov Džugašvili]] ([[1907]]-[[1943]]), avuto dalla prima moglie, morto prigioniero dei tedeschi nel [[1943]]
* [[Vasilij Iosifovič Džugašvili|Vasilij Džugašvili]] ([[1921]]-[[1962]]), avuto dalla seconda moglie, morto per eccessi di alcool nel [[1962]]
* [[Svetlana Josifovna Allilueva|Svetlana Allilueva]] ([[1926]]- ), avuta dalla seconda moglie, andata negli [[Stati Uniti d'America|USA]] nel [[1967]], vivente
* [[Kostantin Džugašvili]] (1912?) avuto da una donna durante la prigionia
 
PlotData=
== Curiosità ==
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* È l'ultimo Capo di Stato della storia ad aver inviato ufficialmente una [[dichiarazione di guerra]]: ciò accadde l'8 agosto del 1945, quando scese in campo contro l'[[Impero giapponese]].
barset:PM
* Gli oppositori politici cattolici italiani lo chiamavano "Baffone". Questo soprannome venne usato anche da don Camillo nel film: ''[[Don Camillo e l'Onorevole Peppone]]'' ([[Carmine Gallone]], [[1955]]). Infatti in una scena il prete, interpretato da [[Fernandel]], conia questo slogan contro l'avversario: «Lista Peppone, lista Baffone!».
 
from: 02/05/1945 till: 07/04/1946 color:claret text:"Andreani" fontsize:10
== Note ==
from: 17/04/1946 till: 09/08/1948 color:magenta text:"Zappelli" fontsize:10
<references />
from: 25/09/1948 till: 09/07/1949 color:magenta text:"Perin" fontsize:10
 
from: 24/09/1949 till: 26/05/1951 color:red text:"Cometti" fontsize:10
== Bibliografia ==
from: 27/05/1951 till: 21/11/1964 color:red text:"Sironi" fontsize:10
* Adam Ulam. ''Stalin''. Milano, Garzanti, 1981
from: 22/11/1964 till: 02/10/1970 color:red text:"Ammenti" fontsize:10
* Aldo Agosti. ''Stalin''. Roma, Editori Riuniti, 1983
from: 06/10/1970 till: 19/01/1971 color:red text:"Sironi" fontsize:10
* [[Gianni Rocca]]. ''Stalin quel meraviglioso georgiano''. Milano, Mondadori, 1991. ISBN 88-04-34363-X
from: 13/03/1971 till: 03/02/1974 color:claret text:"Mazzola" fontsize:10
* [[Boris Souvarine]], ''Stalin''. Milano, Adelphi, 2003. ISBN 88-459-1800-9
from: 04/02/1974 till: 07/10/1978 color:red text:"Imperiale" fontsize:10
* [[Robert Conquest]]. Stalin: la rivoluzione, il terrore, la guerra. Milano, Oscar Mondadori, 2003. ISBN 88-04-51329-2
from: 14/10/1978 till: 19/04/1979 color:claret text:"Motetta" fontsize:10
* Anna Louise Strong. ''L'era di Stalin''. Napoli, La città del sole, 2004. ISBN 88-8292-261-8
from: 20/04/1979 till: 07/06/1980 color:claret text:"Mazzola" fontsize:10
* [[Ludo Martens]]. ''Stalin un altro punto di vista''. Verona, Zambon, 2005. ISBN 88-87826-28-5
from: 23/08/1980 till: 20/01/1985 color:red text:"Ramoni" fontsize:10
* Simon Sebag Montefiore. ''Gli uomini di Stalin. Un tiranno, i suoi complici e le sue vittime''. Milano, Rizzoli, 2005. ISBN 88-17-00319-0
from: 21/01/1985 till: 16/07/1990 color:red text:"Imperiale" fontsize:10
* Roj Aleksandrovic Medvedev. ''Stalin sconosciuto: alla luce degli archivi segreti sovietici''. Milano, Feltrinelli, 2006. ISBN 88-07-17120-1
from: 17/07/1990 till: 16/07/1993 color:red text:"Zani" fontsize:10
* Donald Rayfield. ''Stalin e i suoi boia: una analisi del regime e della psicologia stalinisti''. Milano, Garzanti, 2005
from: 13/09/1993 till: 14/06/2004 color:red text:"Reschigna" fontsize:10
* [[Losurdo Domenico]].''Stalin storia e critica di una leggenda nera''. Carocci editore.
from: 14/06/2004 till: 09/06/2009 color:red text:"Zanotti" fontsize:10
* Isaac Deutscher. Il profeta armato. Milano, Longanesi, 1956
from: 09/06/2009 till: 30/04/2013 color:blue text:"Zacchera" fontsize:10
* Isaac Deutscher. Il profeta disarmato. Milano, Longanesi, 1961
from: 10/06/2014 till: end color:red text:"Marchionini" fontsize:10
* Isaac Deutscher. Il profeta esiliato. Milano, Longanesi, 1963
* [[John Erickson]]. ''Stalin's war with Germany'', volume I e II.Cassell 1975 e 1983.
* Geoffrey Roberts. ''Stalin's war'', Yale University press 2007.
 
=== Teatro ===
* [[Eugenio Corti]], ''[[Processo e morte di Stalin]]'', [[tragedia]], [[Ed. Ares]], [[1962]] ISBN 88-8155-172-1
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Eroe dell'Unione Sovietica
|collegamento_onorificenza=Eroe dell'Unione Sovietica
}}
 
{{Sindaci Piemonte}}
 
[[Categoria:Liste di sindaci di comuni italiani|Verbania]]
{{Onorificenze
[[Categoria:Sindaci di Verbania| ]]
|immagine=HeroOfSocialistLabour.jpg
|nome_onorificenza=Eroe del Lavoro Socialista
|collegamento_onorificenza=Eroe del Lavoro Socialista
}}
 
 
 
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Ordine della Vittoria (2 volte)
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{{Onorificenze
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{{Onorificenze
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{{Onorificenze
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| nome_onorificenza=Ordine di Suvorov di I classe
| collegamento_onorificenza=Ordine di Suvorov
}}
{{Onorificenze
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| nome_onorificenza=Medaglia per il 20° anno di costituzione dell'Armata Rossa
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}}
{{Onorificenze
| immagine=Ribbon bar for the medal for the Defense of Moscow.png
| nome_onorificenza=Medaglia per la difesa di Mosca
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}}
{{Onorificenze
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| nome_onorificenza=Medaglia per la vittoria della Germania nella grande guerra patriottica 1941-1945
| collegamento_onorificenza=
}}
{{Onorificenze
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| nome_onorificenza=Medaglia per la vittoria sul Giappone
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}}
{{Onorificenze
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| nome_onorificenza=Medaglia per l'800° anno di fondazione di Mosca
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}}
 
 
{{Onorificenze
| immagine=Heroy MNR.jpg
| nome_onorificenza=Eroe della Repubblica Popolare di Mongolia
| collegamento_onorificenza=
}}
 
 
 
{{Onorificenze
| immagine=OrdenSuheBator.png
| nome_onorificenza=Ordine di Sukhbaatar (2 volte)
| collegamento_onorificenza=Ordine di Sukhbaatar
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ribbon order of the White Lion of 1 class.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone Bianco
|collegamento_onorificenza=Ordine del Leone Bianco
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}}
{{Onorificenze
|immagine=Czechoslovak War Cross 1939-1945 Bar.PNG
|nome_onorificenza=Croce militare cecoslovacca (2 volte)
|collegamento_onorificenza=Croce militare (Cecoslovacchia)
|motivazione=
|luogo=
}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Stalinismo]]
* [[Destalinizzazione]]
* [[Grandi purghe]]
* [[Crimine di guerra]]
* [[Vittime di Stalin]]
* [[Gulag]]
* [[Holodomor]]
* [[Nikita Khruščёv]]
* [[XX Congresso del PCUS]]
* [[Storia dell'Unione Sovietica (1922-1953)]]
* [[Seconda guerra mondiale]]
* [[Guerra Fredda (1947-1953) e sue origini]]
* [[Boris Souvarine]]
* [[Premio Stalin]]
* [[Complotto dei Medici]]
* [[La fattoria degli animali]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Joseph Stalin|q|s=ru:Иосиф Виссарионович Сталин|s_preposizione=in [[lingua russa]] di}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.dittatori.it/stalin.htm Biografia, discorsi, documenti audio e video su Josif Stalin. Materiale in diverse lingue]
* Scritti di Stalin
** [http://www.ezeta.net/homosapiens/essenziali/nazionale/nazionale.htm La questione nazionale]
** [http://www.ezeta.net/homosapiens/essenziali/materialismo/materialismo.htm Materialismo dialettico e materialismo storico]
* [http://www.documen.tv/asset/Staline_film.html Documentario 52': Staline par Staline]
* vittime italiane dei Gulag [http://www.gulag-italia.it]
* [http://www.ilpalo.com/libri-scientifici-interessanti/libri/Amis-M-Koba-il-terribile-Stalin.htm Estratti dal libro di M. Amis "Koba il terribile - Stalin"]
 
{{Box successione|carica= [[Consiglio dei Commissari del Popolo|Commissario del Popolo per le Questioni Nazionali]] della [[RSSF Russa]]|immagine = Flag_of_Russian_SFSR.svg| periodo= [[8 novembre]] [[1917]] - [[25 aprile]] [[1923]]|precedente=''Nessuno''|successivo= }}
{{Box successione|carica= [[Consiglio dei Commissari del Popolo|Commissario del Popolo per il Controllo Statale]] della [[RSSF Russa]]|immagine = Flag_of_Russian_SFSR.svg| periodo= [[Marzo]] [[1918]] - [[1922]]|precedente= |successivo=}}
{{Box successione|carica= [[Segretario generale del PCUS]]|immagine = Flag of the Soviet Union.svg| periodo= [[3 aprile]] [[1922]] - [[5 marzo]] [[1953]]|precedente= ''Nessuno''|successivo= [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Nikita Chruščёv]]}}
{{Box successione|carica=[[Premier dell'Unione Sovietica|Presidente del Consiglio dei Ministri dell'URSS]]<br /><small>Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo fino al 19 marzo 1946</small>|immagine = Flag of the Soviet Union.svg|precedente=[[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjačeslav Molotov]]|successivo=[[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Georgij Malenkov]]|periodo=[[6 maggio]] [[1941]] - [[5 marzo]] [[1953]]}}
{{Box successione|carica=Presidente del [[Comitato di Difesa dello Stato]]|immagine = Flag of the Soviet Union.svg|precedente=''Nessuno''|successivo=''Nessuno''|periodo=[[30 giugno]] [[1941]] - [[27 giugno]] [[1945]]}}
{{Box successione|carica= Ministro della Difesa dell'Unione Sovietica<br /><small>Commissario del Popolo fino al 19 marzo 1946</small>|immagine = Flag of the Soviet Union.svg| periodo= [[19 luglio]] [[1941]] - [[3 marzo]] [[1947]]|precedente=[[Semën Konstjantynovyč Tymošenko|Semën Tymošenko]]|successivo= [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin|Nikolaj Bulganin]]}}
{{Box successione|carica=Generalissimo dell'[[Unione Sovietica]]|immagine = Flag of the Soviet Union.svg|precedente=''Nessuno''|successivo=''Nessuno''|periodo=[[27 giugno]] [[1945]] - [[5 marzo]] [[1953]]}}
 
 
{{Marescialli dell'Unione Sovietica}}
 
{{Primi ministri della Russia}}
{{Portale|comunismo|seconda guerra mondiale|storia}}
[[Categoria:Josif Stalin| ]]
 
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[[af:Josef Stalin]]
[[an:Josef Stalin]]
[[ar:جوزيف ستالين]]
[[arz:يوسف ستالين]]
[[ast:Yósif Stalin]]
[[az:İosif Stalin]]
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