Chiesa di San Clemente (Venezia) e Gran Premio Città di Lugano 2018: differenze tra le pagine

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{{Gara ciclistica
{{Infobox edifici religiosi
|Nazione = CHE
|NomeEdificio = Chiesa di San Clemente
|Nome gara = [[Gran Premio Città di Lugano]]
|Immagine = Isola di san clemente, chiesa.JPG
|Gara_Tot = 72
|Didascalia = La facciata
|Immagine =
|Larghezza = 250px
|Didascalia =
|Città = [[Venezia]]
|GiornoPartenza = 3 giugno
|Regione = [[Veneto]]
|Anno = 2018
|Stato = [[Italia]]
|Partenza = [[Lugano]]
|Religione = [[Chiesa cattolica romana|Cattolica]]
|Arrivo = [[Lugano]]
|Diocesi = [[Patriarcato di Venezia]]
|Percorso_km = 185,2
|AnnoConsacr = [[1131]]
|Tempo = 4h53'05"
|StileArchitett = [[Rinascimentale]]
|Media_kmh = 37,914
|InizioCostr =
|Validità = [[UCI Europe Tour 2018]]
|FineCostr =
|Primo = [[Hermann Pernsteiner]]
|Website =
|Primo_Nazione = AUT
|Secondo = [[Kristian Sbaragli]]
|Secondo_Nazione = ITA
|Terzo = [[Enrico Gasparotto]]
|Terzo_Nazione = ITA
|Precedente = [[Gran Premio Città di Lugano 2017]]
|Successiva = [[Gran Premio Città di Lugano 2019]]
}}
Il '''[[Gran Premio Città di Lugano]] 2018''', settantaduesima edizione della corsa e valevole come evento dell'[[UCI Europe Tour 2018]] categoria 1.1, si svolse il 3 giugno [[2018]] su un percorso di 185,2 km, con partenza e arrivo a [[Lugano]], in [[Svizzera]]. La vittoria fu appannaggio dell'austriaco [[Hermann Pernsteiner]], il quale completò il percorso in 4h53'05", alla media di 37,914 km/h, precedendo gli italiani [[Kristian Sbaragli]] e [[Enrico Gasparotto]].
 
Sul traguardo di Lugano 29 ciclisti, su 107 partenti, portarono a termine la competizione.
 
== Squadre e corridori partecipanti ==
La '''[[chiesa (architettura)|chiesa]] di San Clemente''' è un edificio religioso della città di [[Venezia]], situato sull'omonima [[isola di San Clemente]], oggi interamente occupata dal complesso alberghiero [http://www.sanclementepalacevenice.com San Clemente Palace Hotel & Resort].
{{vedi anche|Partecipanti al Gran Premio Città di Lugano 2018}}
{|
|valign=top|
{|class="wikitable" style="font-size:95%;width:360px;text-align:center;"
|-
!width=17%|N.
!width=13%|Cod.
!width=70%|Squadra
|-
|1-7||TBM||align=left|{{bandiera|BHR}} [[Bahrain-Merida]]
|-
|11-17||UAD||align=left|{{bandiera|ARE}} [[UAE Team Emirates]]
|-
|21-27||ANS||align=left|{{bandiera|ITA}} [[Androni Giocattoli-Sidermec]]
|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
|81-87||AMO||align=left|{{bandiera|ALB}} [[Amore & Vita-Prodir]]
|-
|}
|valign=top|
{|class="wikitable" style="font-size:95%;width:360px;text-align:center;"
|-
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!width=13%|Cod.
!width=70%|Squadra
|-
|91-97||BIC||align=left|{{bandiera|ITA}} [[Biesse Carrera Gavardo]]
|-
|101-107||SMV||align=left|{{bandiera|ITA}} [[Sangemini-MG.K Vis-Vega]]
|-
|111-117||AZT||align=left|{{bandiera|ITA}} [[d'Amico-Utensilnord]]
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|-
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|-
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|-
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|-
|}
|}
 
== Ordine d'arrivo (Top 10) ==
==Storia==
{|class="wikitable" style="font-size:95%;width:380px;"
I monaci vennero sostenuti economicamente da Bernardo Morosini che affidò i compiti di restauro ad Andrea Cominelli il quale nel [[1653]] iniziò ad operare:
|-
- ponendo rimedio alle rotture presenti;
!width=5%|{{Abbr|Pos.|Posizione}}
- collocando due epitaffi con i bassorilievi delle battaglie navali;
!width=50%|Corridore
- regolando le due finestre;
!width=27%|Squadra
- inserendo l’arma dei Morosini sopra la porta;
!width=18%|Tempo
- creando due nicchie nel terzo ordine per ivi collocarvi due statue: una di [[San Benedetto]] e una di [[San Romualdo]];
|-
- mettendo la scultura della Beata Vergine nel mezzo arco terminale.
|align=center|1
|{{bandiera|AUT}} '''[[Hermann Pernsteiner]]'''||'''[[Bahrain-Merida|Bahrain-Mer.]]'''||align=center|'''4h53'05"'''
|-
|align=center|2
|{{bandiera|ITA}} [[Kristian Sbaragli]]||[[Israel Cycling Academy|Israel]]||align=center|a 32"
|-
|align=center|3
|{{bandiera|ITA}} [[Enrico Gasparotto]]||[[Bahrain-Merida|Bahrain-Mer.]]||align=center|a 1'33"
|-
|align=center|4
|{{bandiera|ITA}} [[Diego Ulissi]]||[[UAE Team Emirates|UAE]]||align=center|a 1'40"
|-
|align=center|5
|{{bandiera|ITA}} [[Giovanni Visconti (ciclista)|Giovanni Visconti]]||[[Bahrain-Merida|Bahrain-Mer.]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|6
|{{bandiera|ITA}} [[Domenico Pozzovivo]]||[[Bahrain-Merida|Bahrain-Mer.]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|7
|{{bandiera|ITA}} [[Giulio Ciccone]]||[[Bardiani CSF|Bardiani]]||align=center|a 1'57"
|-
|align=center|8
|{{bandiera|ITA}} [[Antonio Nibali]]||[[Bahrain-Merida|Bahrain-Mer.]]||align=center|a 2'43"
|-
|align=center|9
|{{bandiera|ITA}} [[Andrea Vendrame]]||[[Androni Giocattoli-Sidermec|Androni]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|10
|{{bandiera|ITA}} [[Michele Gazzara]]||[[Sangemini-MG.K Vis-Vega|Sangemini]]||align=center|a 3'11"
|-
|}
 
== Collegamenti esterni ==
La chiesa di S. Clemente non ha mai avuto una vera e sostanziale ricostruzione, è stata comunque profondamente modificata conseguentemente ad ampliamenti e restauri successivi tali che risulta difficile l'individuazione della pianta originaria. Quest'ultima probabilmente aveva all’origine un impianto [[romanico]] a [[croce latina]], a navata unica con transetto contenente l'altare maggiore e l’abside.
* {{cita web|lingua=en|https://www.procyclingstats.com/race/gp-lugano/2018|titolo=La corsa}}
Nel suo complesso la chiesa probabilmente si sviluppava secondo i canoni tipici del periodo di transizione tra il romanico ed il [[gotico]], se possono valere come testimonianze la finestra ogivale ora scomparsa, e l’eccessiva altezza della volta a botte della navata centrale; tuttavia non sono stati finora trovati documenti che lo attestano con sicurezza. A metà del Seicento, infatti, risultava già trasformata a causa della costruzione della [[Cappella della Madonna di Loreto]], del prolungamento dell’abside e del braccio destro del transetto dove è stato collocato un grande altare, dell’ampliamento del braccio sinistro del transetto realizzato al fine di dare uniformità all’insieme e della creazione di quattro cappelle sulla navata centrale.
* {{cita web|lingua=en|http://www.cyclingnews.com/races/gran-premio-citta-di-lugano-2018/results/|La corsa}}
Nel [[1750]] la chiesa venne riconsacrata.
* {{cita web|lingua=en|url=http://www.cqranking.com/men/asp/gen/race.asp?raceid=32642|titolo=La corsa}}
A metà del 1800 fu oggetto di interventi di recupero in seguito al degrado subito per il periodo di abbandono: venne abbattuta la cappella del Capitolo e i quadri, quelli all’epoca ancora esistenti e recuperabili, furono restaurati.
* {{sitodelciclismocorse|312652}}
 
{{Gran Premio di Lugano}}
==Descrizione==
{{portale|ciclismo|Ticino}}
===Esterni===
La chiesa, romanica come il monastero, presenta nella facciata, che risale al [[1485]], i tratti tipici dello stile [[rinascimentale]] lombardesco: equilibrata distribuzione di spazio, semplicità, simmetria di linee con una sobria ornamentazione. Su questa sono anche visibili interventi d’epoca secentesca che non hanno tuttavia compromesso lo stile quattrocentesco. È per opera dei [[Camaldolesi]] che si attuarono i restauri della chiesa che all’epoca del loro arrivo portava i segni dell’azione della [[salsedine]] che aveva intaccato seriamente alcuni punti. Come tutte le chiese più antiche, l'altare è rivolto ad oriente, dove sorge il sole, simbolo del Cristo risorto.
 
[[Categoria:Gran Premio di Lugano]]
===Interni===
[[Categoria:Ciclismo nel 2018]]
Tutta la chiesa è stata arricchita durante il ‘600 e '700 di sculture e bassorilievi, ma i monumenti più importanti, che emergono con decisione sono quelli dei [[Morosini]], appoggiati ad una parete degli anditi e rivolti verso la navata. I Morosini avevano scelto questa chiesa per la tomba di famiglia. Nel lato più breve della Casa di Loreto, rivolto verso i fedeli, c'è l'altare principale della chiesa, nella parte opposta verso il coro, c'è il bellissimo bassorilievo del bolognese Giuseppe Mazza che rappresenta la nascita di Cristo e l'adorazione dei pastori, fuso nelle fonderie dell’arsenale nel 1703.
All'interno della Casa, gli affreschi che ornavano le pareti erano, prima dell’attuale restauro, quasi illeggibili per l’umidità che ha rovinato l'ambiente; sopra il piccolo altare è stata temporaneamente asportata, per essere restaurata, l'antica scultura in cipresso scuro raffigurante la Vergine proveniente dal convento di [[Chiesa di Santa Maria della Carità|Santa Maria della Carità]].
Il coro conclude l'abside della chiesa ed era rivestito di stalli in noce intagliati nel 1672; cinque grandi quadri attribuiti ad ignoto del 1748 completavano l'arredamento; difficile è anche capire se sono stati dipinti dalla stessa mano o da artisti diversi. In tutti è comunque evidente l'influenza delle più importanti scuole venete del tempo: quella di [[Sebastiano Ricci]] e quella del [[Tiepolo]].
La sacrestia è una delle parti più suggestive della chiesa per le pareti rivestite dai vecchi e ricchi armadi di noce scuro e da appositi scomparti in legno lavorati con molta finezza, destinati a contenere i preziosi arredi.
Purtroppo l'umidità dell'ambiente ha lasciato segni profondi sia negli arredi sia nelle strutture, come del resto in gran parte dell'edificio.
 
===Il restauro===
Il restauro conservativo della Chiesa di S. Clemente in Isola ha nelle sue finalità l’arresto dei processi di degrado ed il recupero di parti di rilevanza architettonica e storico artistica.
Effettuati gli studi preliminari, è stato possibile stabilire le linee guida sull’applicazione metodologica e la sequenza dei protocolli d’impiego delle tecniche di restauro.
Il complesso intervento di restauro riguarda la pulitura di tutta la chiesa e il ripristino dei materiali lapidei, in particolare:
 
- recupero della facciata seicentesca della chiesa che presenta pilastrature e contorni in [[pietra d'Istria]] che riquadrano il portale e le specchiature nelle quali sono inserite nella parte inferiore quattro lapidi marmoree, superiormente i due monumenti a Francesco e [[Tommaso Morosini]], due finestre, lo stemma centrale; salendo ancora, due nicchie con statue in pietra tenera di Vicenza, il rosone centrale, due contrafforti laterali con oculi, ed infine la grande cimasa con al centro la statua della Madonna. Tali elementi di facciata si sono nel tempo degradati polverizzandosi o dilavandosi a causa di fenomeni dovuti ad acque acide e alla salinità del clima lagunare, umido e salso
- ripristino delle fessurazioni, soprattutto in corrispondenza dei due monumenti ai Morosini
- sistemazione degli intonaci della facciata che si trovavano in una situazione di degrado legata sia all’altezza dal suolo sia all’esposizione alle acque meteoriche
- restauro della pavimentazione interna composta da eterogeneità di marmi: marmo rosso di Verona, pietra d’Istria, nero apuano. In particolare, gli elementi in rosso di Verona presentavano fessurazioni e marcate scagliature; pur in miglior stato di conservazione, anche i riquadri in pietra d’Istria appaiono fessurati in gran numero. Su tutta la superficie della pavimentazione è visibile l’attacco algale, in particolare nei punti dove sono presenti avvallamenti. Per concludere, la parte anteriore della pavimentazione absidale risultava sollevata e rigonfiata a causa di movimenti del sottofondo.
 
Per quanto riguarda le principali opere presenti nell’edificio ecclesiastico, i due monumenti funebri che si fronteggiano nell’arco di accesso al presbiterio, quella dedicata a Giorgio Morosini, opera di Giusto Le Court e quello a Pietro Morosini, sono costruiti in marmo di Carrara con numerose cornici in rosso ammonitico, l’arca ed alcune specchiature in nero delle Ardenne. Presentano un fondo in marmorino, con ridipinture ottocentesche nel caso del monumento a Giorgio Morosini.
 
La Sacra Casa di Loreto, interamente rivestita di marmi e brecce preziose, presentava ad una prima indagine distacchi dal supporto delle tarsie, lacune delle stesse, una limitata polverizzazione superficiale nelle aree inferiori, scagliature e caduta delle malte tra i conci. L’intero complesso è tirantato lungo i due prospetti maggiori. Sulla parte posteriore è presente un grande altorilievo bronzeo, opera del Mazza e dell’Alberghetti , in discreto stato di conservazione.
 
All’interno l’altare presentava la parte sinistra del paliotto staccata e conservata a terra; le rimanenti decorazioni lapidee in lumachella, verde antico e breccia corallina si presentavano distaccate e fessurate.
La chiesa era rivestita interamente con intonaci. Tutte le aree inferiori, fino ad altezze variabili dai 3 ai 5 metri dal suolo, sono pressoché perdute, con vaste integrazioni o lacune. Le parti superiori delle pareti e le volte sono conservate e presentavano, oltre a fessurazioni, distacchi e lacune. Anche le cornici a stucco, modellate su aggetti in muratura, presentano efflorescenze saline facilitate dal ristagno delle acque piovane penetrate attraverso la copertura.
Su una struttura lignea in cantinelle è costituito il grande affresco che decora il semicatino absidale e continua con lesene e pennacchi monocromi nella controfacciata absidale. La decorazione settecentesca a tecnica mista presentava nel lato destro vistose lacune che rivelavano l’orditura lignea e mettevano in rilievo la presenza di aree di decoesione e sollevamento della pellicola pittorica, efflorescenza salina, distacchi dal supporto ligneo. Soprattutto nella parte centrale del dipinto erano presenti vistose ridipinture e stuccature debordanti.
 
All’interno della Sacra Casa, il soffitto a botte è decorato con un cielo stellato, mentre le pareti presentano decorazioni pittoriche e graffiti. Anche nella Sacra Casa, in ogni caso, le partiture inferiori delle decorazioni pittoriche erano mancanti o in via di distacco.
Tutto l’apparato ligneo della chiesa, compreso il coro nell’abside, è stato integralmente recuperato attraverso un’opera di pulizia e parziale ricostruzione delle parti mancanti. Al momento dell’intervento, infatti, tutti gli elementi presentavano una duplice forma di degrado, una connessa a cause ambientali, l’altra all’abbandono, con conseguente mancanza di manutenzione. L’elemento ligneo di maggior pregio è senza dubbio l’apparato componente la sacrestia, importante opera seicentesca realizzata dall’Ordine dei Camaldolesi, purtroppo attualmente mancante perché rimossa dalla sua sede originaria nella chiesa di San Clemente e ricomposta nella chiesa di Ognissanti al Giustinian dopo un accurato intervento di restauro che le ha ridato la luminosità di un tempo.
 
{{Portale|architettura|Cattolicesimo|}}
{{Portale|Veneto|Venezia}}
 
[[categoria:Chiese di Venezia|Clemente, Chiesa di San]]
[[Categoria:Chiese dedicate a San Clemente I papa|Venezia]]
 
[[fr:Église San Clemente]]