Duomo di Siena e Maurizio Losi: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{coord|43|19|03|N|11|19|49|E|type:landmark|region:IT|display=title}}
|Nome = Maurizio
{{nota disambigua|le omonime chiese|[[basilica di Santa Maria Assunta]] e [[cattedrale di Santa Maria Assunta]]}}
|Cognome = Losi
[[Immagine:Siena-duomo-1.jpg|thumb|right|250px|Facciata del Duomo di Siena]]
|Sesso = M
La '''Cattedrale di Santa Maria Assunta''' è il '''[[Duomo]] di [[Siena]]'''. Costruita in stile [[Architettura romanica|romanico]]-[[Architettura gotica|gotico]], è una delle chiese italiane più affascinanti costruite in questo stile.
|LuogoNascita = Santo Stefano Lodigiano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1976
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = regista
|Attività2 = sceneggiatore
|Attività3 = produttore cinematografico
|AttivitàAltre = e teatrale
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
}}
== Biografia ==
 
Laureato in Drammaturgia del suono presso il [[DAMS]] di [[Bologna]] e allievo del [[Centro Sperimentale di Cinematografia]], con i suoi [[cortometraggi]] di debutto ha vinto numerosi festival nazionali e internazionali tra cui il [[Bellaria Film Festival]], il Festival dei Diritti Umani<ref>[http://www.cinemaitaliano.info/news/15591/i-vincitori-del-festival-del-cinema-dei-diritti.html I vincitori del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli 2012 - CinemaItaliano.info<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, [[I've Seen Films]]<ref>[http://www.cinemaitaliano.info/news/15117/i-vincitori-della-quinta-edizione-di-i-ve.html I vincitori della quinta edizione di I've Seen Films - CinemaItaliano.info<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il premio [[Arci]]-[[CGIL]] ''Obiettivi sul lavoro''<ref>[http://www.ucca.it/content/film-vincitori-concorso-obiettivi-sul-lavoro-2008 Film vincitori concorso Obiettivi sul Lavoro 2008 |<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, ''Inventa un film''<ref>{{Cita web |url=http://www.inventaunfilm.it/public/articles.asp?id=118 |titolo=Inventa un Film - Articoli: I vincitori del 15º Festival Inventa un Film Lenola 2012<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=11 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121001054829/http://www.inventaunfilm.it/public/articles.asp?id=118 |dataarchivio=1 ottobre 2012 |urlmorto=sì }}</ref>.
== La storia ==
Nel luogo dove sorge la cattedrale, sarebbe sorto il ''castrum'' romano.<br/>
Ancora nel [[medioevo]] il toponimo era ''Piano Sancte Mariae'' e in questo luogo, tra l'attuale costruzione e la piazza che la circonda su due lati, sono stati effettuati degli scavi che hanno suffragato l'ipotesi di uno sviluppo dell'area in periodo [[longobardi]] e [[Franchi|franco]].
 
Negli anni sotto vari pseudonimi ha vinto numerosi concorsi americani per filmakers, attirando l'attenzione di media e pubblico d'oltreoceano<ref>[http://www.bizcommunity.com/Article/196/423/48849.html Italian scoops prize for SA online ad contest<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[https://www.bloomberg.com/bw/lifestyle/content/jun2010/bw20100624_645847.htm World Cup: Guerillas on the Pitch - Businessweek<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://ireport.cnn.com/docs/DOC-467199 A video to promote South Africa nation investments - CNN iReport<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/01/Sudafrica_uno_spot_Concorso_mondiale_co_7_100701044.shtml Sudafrica in uno spot Concorso mondiale vinto da un lodigiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Nonostante gli exploit in USA, ha creato il suo gruppo di produzione indipendente Exen (diviso nei sottogruppi Media, Films e Drama) in Italia, improntandolo ad una multi-disciplinarità che consentisse a idee e progetti di svilupparsi contemporaneamente in diverse forme espressive come [[cinema]], entertainment pubblicitario e [[teatro]]<ref>[http://www.outis.it/fiorira-la-mandragola/ Fiorirà La Mandragola (Una Sit-Com) | Outis<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{cita web |url=http://www.teatro.it/rubriche/eventi-lombardia/il_giocatore_di_alberto_oliva_rilegge_dostevskij_all_out_off_di_milano_40297 |titolo=Copia archiviata |accesso=11 luglio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150712182950/http://www.teatro.it/rubriche/eventi-lombardia/il_giocatore_di_alberto_oliva_rilegge_dostevskij_all_out_off_di_milano_40297 |dataarchivio=12 luglio 2015 }}</ref>.
Si parla di un accastellamento con quattro torri, di cui una sarebbe diventata la torre campanaria attuale. Questo edificio sarebbe stato fino al [[913]] la residenza del [[Vescovo]] ed avrebbe contenuto una chiesa rivolta verso est, cioè verso l'attuale [[Battistero]]. Nel [[secolo XII]] questa chiesa fu inglobata nella costruzione romanica che andava diventando la [[cattedrale]], con la facciata rivolta a [[sud]], cioè verso l'attuale "''Facciatone''", la facciata incompiuta del "duomo nuovo" (vedi sotto).
 
Nel [[2015]] realizza il suo [[lungometraggio]] d'esordio, ''[[Amo la tempesta]]'', con cast composto da [[Nando Paone]], [[Maya Sansa]], [[Tony Sperandeo]], [[Maurizio Donadoni]], [[Eleonora Giovanardi]], [[Ugo Dighero]], [[Elisabetta Pozzi]], [[Ferruccio Soleri]], [[Giobbe Covatta]], [[Enzo Iacchetti]], affiancati da molti giovani talenti italiani al debutto<ref>[http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2015/04/07/al-primo-ciak-amo-la-tempesta-di-losi_b62fcd49-8810-4d82-8481-ad145ce58e38.html Al primo ciak Amo la tempesta di Losi - Cinema - ANSA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=81366 giornaledellospettacolo | Primo ciak a Milano per Amo la tempesta, film di Maurizio Losi<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150713023953/http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=81366 |data=13 luglio 2015 }}</ref>. Il film è stato presentato in anteprima in concorso al [[Bif&st]] 2016 <ref>[http://www.cinematographe.it/63390/festival/amo-la-tempesta-maurizio-losi-bifst-2016.html Amo la tempesta di Maurizio Losi in anteprima al Bif&st 2016<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
[[Immagine:Siena Duomo At Night.jpg|thumb|right|250px|Il Duomo di Siena di notte (lato nord-est)]]
 
== Note ==
È tradizione, suffragata anche da deduzioni storiche, che il Duomo sia stato consacrato il [[18 novembre]] [[1179]]. Ci sono però opinioni contrastanti e notizie storiche che smentiscono questa datazione. Infatti, solo nel [[XIII secolo]] ([[1229]]) il Duomo sarebbe stato trasformato in basilica, con la facciata rivolta ad ovest, verso l'[[ospedale di Santa Maria della Scala]]. I lavori vennero terminati solo alla fine del secolo successivo.
<references />
 
La cupola fu completata nel [[1263]] e il [[Rosso padellaio]] vi appose la "mela". L'attuale sistemazione dell'apice della cupola stessa è del [[1667]].
 
L'"Operaio del Duomo" che sovrintendeva all'amministrazione dei lavori era sempre scelto tra i canonici ma, dal [[1258]] agli inizi del [[XIV secolo|Trecento]], fu scelto tra i monaci dell'Abbazia cistercense di [[San Galgano]]. Questi si erano segnalati come abili amministratori, tanto che lo stesso [[Comune]] di [[Siena]] gli aveva affidato gli uffici di Gabella e di Biccherna (gli uffici "entrate" e "uscite" della Repubblica di Siena).
 
Furono i monaci a chiamare [[Nicola Pisano]] e suo figlio [[Giovanni Pisano|Giovanni]] per i lavori. Giovanni lavorò alla facciata in quel periodo, utilizzando nella parte inferiore i rivestimenti marmorei che vediamo ancora oggi. Nicola creò il pulpito, terminato nel [[1268]].
 
La figura (forse derivata da [[Cimabue]]) del Cristo in croce, con le gambe avvitate, i piedi sovrapposti e trapassati da un unico chiodo e le braccia "ad ipsilon" è diventata un classico dell'[[iconografia]]. Sembra anche essere stata copiata da parte degli artisti che realizzarono gli [[affresco|affreschi]] scoperti di recente nella [[cripta]] sottostante il Duomo.
 
Nel [[1313]] viene terminato il campanile, alto circa 77 metri. Nel [[1316]] l'edificio venne ampliato sotto la direzione di [[Camaino di Crescentino]], padre dello scultore [[Tino di Camaino]].
 
Con Siena al massimo del suo splendore, dovette sembrare che il duomo fosse comunque troppo piccolo per la città. Si pensò quindi di ampliarlo in modo tale che l'attuale navata centrale diventasse solo il transetto e la facciata tornasse ad essere orientata a sud, in posizione molto più avanzata rispetto all'antico edificio. Il progetto fu affidato a [[Lando di Pietro]] (o "Lando di Piero") dopo la delibera del [[Consiglio Generale della Campana]] del [[23 agosto]] [[1339]]. I lavori passarono in seguito sotto la supervisione dello scultore ed architetto [[Giovanni di Agostino]].
 
[[Immagine:SienaDuomoFinestra.jpg|thumbnail|left|Finestra gotica sul fianco del duomo]]
 
A causa della [[peste]] del [[1348]] e di alcuni crolli strutturali, nel giugno del [[1357]] si decise di interrompere i lavori, lasciando nell'attuale piazza Iacopo della Quercia i segni del fallimento: basamenti per le colonne e incastonamenti di queste nell'edificio dell'attuale [[Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo]], oltre alla facciata incompiuta (il "''facciatone"'') dal quale possiamo oggi godere di un panorama sulla città di incomparabile fascino.
 
Dopo qualche anno, si affidano di nuovo i lavori al capomastro [[Domenico di Agostino]], fratello di Giovanni, morto nel [[1366]]. Nel [[1376]], la costruzione della parte superiore della facciata viene affidata a [[Giovanni di Cecco]] (detto "Giovannino della Pietra"). Nel [[1382]] vengono alzate le volte della navata centrale e quest'anno può essere considerato quello di completamento del Duomo.
 
 
L'interno, di grandiose proporzioni, è a [[croce latina]], con tre vaste [[navata|navate]]. Il pavimento è a commessi marmorei, opera unica nella [[storia dell'arte]]. La navata centrale è sormontata da un davanzale sovrastante i busti dei papi (incluso quello della [[Papessa Giovanna]]).
 
[[Immagine:Siena-duomo-2.jpg|thumbnail|right|350px|I busti dei Papi]]
 
Il transetto, a doppia navata, ha [[crociera (architettura)|crociera]] esagonale ed è coperto dalla cupola a base dodecagonale, ornata da sei grandi statue dorate di santi. Il tutto è sovrastato da una galleria cieca a colonnette ornata di figure di patriarchi e [[profeta|profeti]] a chiaroscuro.
 
== Le opere d'arte ==
 
=== La cappella della Madonna del voto ===
 
=== La Cappella Piccolomini ===
 
E' situata lungo la navata sinistra, subito dopo l'ingresso della [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Siena)| Libreria Piccolomini]], il grandioso altare in essa contenuto fu commissionato nel [[1481]] ad [[Andrea Bregno]] dal cardinale di Siena [[Francesco Piccolomini]], poi [[papa Pio III]] nel [[1503]].
Lo scopo era di dedicare una grandiosa opera artistica allo zio [[papa Pio II]], celebrando contemporaneamente la presenza politica e culturale della famiglia Piccolomini a Siena.
 
Bregno realizzò l'altare fra il [[1481]] e il [[1485]].
Il giovane [[Michelangelo]] fu poi chiamato fra il [[1501]] e il [[1504]] per completarlo, egli vi aggiunse, nelle nicchie inferiori, le quattro statue di [[San Pietro]] e [[San Pio]] a destra e [[San Gregorio]] e [[San Paolo]] a sinistra.
 
Nella nicchia in alto vi è una Madonna con il Bambino, considerata un'opera giovanile di [[Jacopo della Quercia]], [[1397]]-[[1400]].
La [[pala d'altare]] che rappresenta la Madonna con il Bambino è di [[Paolo di Giovanni Fei]], del [[1385]].
Tutta la struttura si presenta imponente, con tre ordini di nicchie, di cui quella più in alto a sinistra è vuota perchè avrebbe dovuto contenere un [[San Matteo]], poi lasciato incompiuto da Michelagelo.
 
==Bibliografia==
 
* Pio II e le arti - La riscoperta dell'antico da Federighi a Michelangelo'', a cura di Alessandro Angelini, Milano, Silvana Editoriale, 2005.
 
=== Il pulpito di Nicola Pisano ===
{{vedi anche|Pulpito del Duomo di Siena}}
Il [[pulpito]] del Duomo di [[Siena]] è stato realizzato da [[Nicola Pisano]] in un periodo compreso tra il [[1266]] e il [[1269]]. Presenta una pianta ottagonale e una struttura architettonica mossa e articolata con rilievi vari e statuine a tutto tondo al posto delle colonne ai vertici. Quattro delle otto colonne agli spigoli poggiano su leoni tutti uguali, mentre quella centrale su telamoni. Gli archi sono a tutto sesto trilobati e sopra i capitelli ci sono figure marmoree che rappresentano le virtù ed una più grande con Cristo. Scene rappresentate:
* Natività (dalle linee molto morbide)
* Adorazione dei Magi
* Presentazione al tempio
* [[Crocefissione]] (molto drammatica - intervento di [[Arnolfo di Cambio]])
* Strage degli Innocenti (attribuita al figlio [[Giovanni Pisano]])
* Giudizio Universale, raccolto su due lati (attribuita al figlio [[Giovanni Pisano]])
 
=== Il pavimento ===
Di seguito la descrizione di alcune immagini del pavimento del duomo di Siena:
 
Nell'antichità classica, la [[Sibilla (mitologia)|Sibilla]] era una vergine dotata di virtù profetiche in quanto ispirata da un [[divinità|dio]], di solito [[Apollo]]. Le sibille, legate in origine a riti ispirati ad [[Orfeo (mitologia)|Orfeo]] e [[Dioniso]], fornivano, di solito, responsi oscuri.<br>
Vivevano in grotte o nei pressi dei corsi d’acqua e predicevano in stato d’inconsapevole frenesia.<br>
Le sibille sono 17, tutte appartenenti ad epoche mitiche e sono divise in tre gruppi: ''ioniche, italiche ed orientali''.
 
'''[[Pizia|Sibilla Delfica]] (ionica)'''<br>
[[Delfi]] deve essersi subito presentata alla mente dei primi studiosi come uno dei luoghi d’origine delle profezie sulla redenzione del mondo. È considerata la prima tra le sibille.<br>
Nel pavimento è rappresentata come una donna solenne che tiene con la sinistra un corno decorato dal quale escono fiamme. La sua mano destra è appoggiata su una targa da una sfinge alata.
(IPSUM TUUM COGNOSCE DEUM QUI DEI FILIUS EST « conosci il tuo stesso Dio, che è il Figlio di Dio »)
Sotto i suoi piedi, un cartiglio ne riporta il nome ed il fatto che sia menzionata da [[Crisippo]]. La figura fu realizzata nel [[1482]] da Giuliano di Biagio e Vito di Marco.
 
'''Sibilla Cumea (ionica)'''<br>
Il suo nome che deriva dalla città di Kyme in Eolia porta spesso a confonderla con la [[Sibilla Cumana]] che viveva invece a Cumae in Campania.
Qui è rappresentata come una donna dall’aspetto agitato, con i capelli sciolti e sparsi sulle spalle. Tiene in mano un cartiglio.<br>
(ET MORTIS FATUM FINIET, TRIUM DIERUM SOMNO SUSCEPTO TUNC AMORTUIS REGRESSUS INLUCEM VENIET PRIMUM RESURRECTIONIS INITIUM OSTENDENS « egli porterà a termine il destino di morte dopo un sonno di tre giorni. Poi, di ritorno dai morti, verrà alla luce mostrando per la prima volta l’inizio della Resurrezione »).<br>
Si dice che questo disegno sia opera di Luigi di Ruggiero.
 
'''[[Sibilla Cumana]] (italica)'''<br>
Questa sibilla è famosa per essere stata visitata da [[Enea]]. Su di lei sono accumulate infinite leggende e la sua presenza è legata a luoghi di [[Napoli]] e dintorni.<br>
Si dice che sia vissuta un migliaio d’anni fa e che fosse l’unica profetessa che offrì i Libri Sibillini a Tarquinio.
Appare come un’anziana donna, di una certa severità, con un velo che le cinge il capo. Con la mano destra regge il ramo di vischio della narrazione [[Publio Virgilio Marone|Virgiliana]], e con la sinistra stringe a sé tre libri. Altri sei, quelli distrutti nella leggenda di Tarquinio, bruciano impilati sul terreno alla sua destra; sopra la sua spalla sinistra due cherubini in volo sostengono una tabella.<br>
(ULTIMA CUMAEI VENIT IAM CARMINIS AETAS MAGUNUS ABINTEGRO SAECLORUM NASCITUR ORDO IAM RE DIT ET VIRGO, REDEUNT SATURNIA REGNA, IAM NOVA PROGENIES CAELO DEMITTITUR ALTO « È ora sopraggiunto l’ultimo periodo del carme cumano, un grande ordine delle età è rinato, ora ritorna la Vergine; ritornano i regni di Saturno. Ora una nuova progenie è inviata dall’alto del cielo »).<br>
Questa figura è opera di Giovanni di maestro Stefano di Giovanni e dei suoi allievi e fu da lui eseguita nel [[1482]].
 
'''[[Sibilla Eritrea]] (ionica)'''<br>
Questa sibilla si dice nativa d’Erythre, nella Lidia in Asia Minore (e non per la regione africana). Altri scrittori le attribuiscono il nome d’Erofile. Visse scrivendo della [[Pizia|sibilla delfica]]. [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]] le attribuisce il famoso acrostico che annuncia la venuta di [[Gesù|Cristo]], riportato nei Libri Sibillini.<br>
Qui la si dipinge come un’alta signora patrizia, dal contegno piuttosto severo e con un copricapo molto curioso che le fascia parzialmente il viso. La mano destra tiene un volume chiuso, mentre la sinistra si appoggia ad un libro aperto, sostenuto da un leggio intagliato. Sulle pagine di questo libro è riportata una frase.<br>
(DE EXCELSO CAELORUM HA BITACULO PRO SPEXIT DOMINUS HUMILES SUOS ET NASCITUR IN DIEBUS NO VISSIMIS DE VIRGINE HABRAEA IN CUNABULIS TERRAE « dall’eccelsa dimora del cielo Dio ha volto lo sguardo sui suoi umili servi; nascerà negli ultimissimi giorni da una Vergine ebrea nella culla della terra »)<br>
 
'''[[Sibilla Persica]] (orientale)'''<br>
La tradizione l’ha chiamata anche figlia di Beroso e di [[Noè]], creando così confusione con quella Cumana; talvolta le viene, invece, dato il nome di Sabbe o di Sambethe.<br>
La profezia attribuitagli è la sola che non tratti della nascita o della redenzione del Cristo. È rappresentata come una piacevole donna di mezza età, con la testa avvolta in un semplice velo. Nella mano sinistra tiene un libro e con la destra indirizza l’attenzione verso una tabella appoggiata su un piedistallo intagliato.<br>
(PANIBUS SOLUM QUINQUE ET PISCIBUS DUOBUS HOMINUM MILLIA IN FOENO QUINQUE SATIABIT RELIQUIAS TOLLENS XII COPHINOS IMPLEBIT IN SPEM MULTORUM « con cinque pani e due pesci soddisferà la fame di cinquemila uomini sull’erba. Raccogliendo gli avanzi riempirà dodici ceste per la speranza di molti »).<br>
Sotto i suoi piedi, una tabella c’informa che è Nicarone a dare testimonianza di lei. Urbano di [[Pietro da Cortona]], Antonio Federighi, Vito di Marco e Luigi Ruggiero ricevettero l’incarico di eseguire queste sibille nel [[1481]].
 
'''[[Sibilla Samia]] (ionica)'''<br>
Non sappiamo nulla di questa sibilla; possiamo solo rilevare che fece di [[Samo]] la sua principale dimora, sebbene nata nella Troade. Ci viene detto dalla tabella posta sotto la sua immagine che ha darci conto di lei fu [[Eratostene]].<br>
Fu ideata da Matteo di Giovanni Batoli, disegnatori e valente artista. Come una principessa slanciata, con i drappeggi svolazzanti, regge nella mano sinistra un volume aperto, dalla ricca legatura. Un tratto curioso e caratteristico del lavoro di Matteo emerge evidente nella graziosa testa di [[cherubino]] ad ali spiegate che chiude una cintura attorno alla sua veste sotto i fianchi. Accanto a lei c’è una tabella, sorretta da due figure dalla testa leonina.<br>
(TU ENIM STULTA IUDAEA DEUM TUUM NON COGNOVISTI LUCENTEM MORTALIUM MENTIBUS SED ET SPINIS CORONASTI ORRIDUM QUE FEL MISCUISTI « poiché tu, stolta giudea, non hai riconosciuto il tuo Dio, risplendente nelle menti degli uomini. Ma lo hai coronato di spine e hai versato per lui del fiele amarissimo).<br>
Ai piedi dell’iscrizione c’è la firma dell’artista con la data del [[1483]].
 
'''[[Sibilla Frigia]] (ionica)'''
Neppure di questa sibilla sappiamo nulla, sennonché anch’essa e stata confusa con la sibilla delfica.<br>
Dalla tabella che lo accompagna apprendiamo che essa profetizzava ad Ancira. Si presenta ai nostri occhi vestita nel modo che possiamo supporre l’artista intendesse per abbigliamento frigio o semiorientale. Con la mano sinistra tiene sollevato un libretto aperto.
(SOLUS DEUS SUM ET NON EST DEUS ALIUS « io sono il solo Dio e non c’è un altro Dio »)
La sua destra indirizza l’attenzione verso una targa sorretta da due supporti a forma di lira, tra i quali appaiono torsi e teste di figure nude supplicanti, che sembrano emergere dalla tomba.
(TUBA DE CAELO VOCEM LUCTUOSAM EMITET TARTAREUM CHAOS OSTENDET DEHIS CENS TERRA VENIET AD TRIBUNAL DEI REGES OMNES DEUS IPSE IUDICANS PIOS SIMUL ET IMPIOS TUNC DENUM IM PIOS IN IGNEM ET TENEBRAS MITTET QUI AUTEM PIETATEM TENET ITERU VIVENT « la tromba emetterà dal cielo un suono funereo. La terra aprendosi farà scorgere il caos tartareo. Tutti i re compariranno innanzi al tribunale di Dio. Dio stesso giudicando contemporaneamente i pii e gli empi, solo allora getterà gli empi nel fuoco delle tenebre. Coloro che invece conserveranno la rettitudine, vivranno di nuovo »).<br>
Si ritiene che questo riquadro sia stato ideato ed eseguito da Luigi di Ruggiero e Vito di Marco, ma nulla è certo.
 
'''[[Sibilla Ellespontica]] (ionica)'''<br>
L’iscrizione sotto i piedi di questa sibilla dice che essa nacque sul suolo [[Troia (Asia Minore)|troiano]] e che fu, secondo alcuni, contemporanea di [[Ciro II di Persia|Ciro]].</b>
La figura è aggraziata, ma dà l’idea di proporzioni in qualche modo gigantesche. I capelli, coronati da un diadema di gioielli, le cadono liberi sulle spalle, anche se parzialmente ripartiti da nastri. Con la mano sinistra sostiene un libro semiaperto. La sua veste è appena trattenuta alla vita da una piccola cintura arricchita di gemme.<br/>
Alla sua sinistra, appoggiata su due colonne, vi è una targa di fronte alla quale siedono un lupo e un leone che si danno amichevolmente la zampa: si tratta forse di un’allusione al trattato tra [[Siena]] e [[Firenze]].<br>
(IN CIBUM FEL IN SITIM ACETUM DEDERUNT HANC IN HOSPITALITATIS MOSTRABUNT MENSAM; TEMPLI VERO SCINDETUR VELUM ET MEDIO DIE NOX ERIT TENEBROSA TRIBUS HORIS « gli dettero fiele per cibo e aceto per la sua sete; gli mostreranno questa mensa d’inospitalità. In verità il velo del Tempio si squarcerà e nel mezzo del giorno vi sarà notte buia per tre ore »).<br>
Questo disegno fu opera di [[Neroccio di Bartolomeo de' Landi]] nel [[1483]].
 
'''[[Sibilla Libica]] (italica)'''<br>
La sibilla libica è la più antica di tutte le sibille e sembra essere figlia di [[Zeus]] e [[Lamia]].<br>
Il suo volto, il collo, le mani e i piedi di marmo nero producono un effetto notevole. Il capo è velato e coronato da una ghirlanda di fiori. Ha nella mano sinistra un cartiglio srotolato, e tiene in mostra con la destra un libro aperto.<br>
(COLAPHOS ACCIPENS TACEBIT DABIT IN VERBERA INNOCENS DORSUM « prendendo a schiaffi tacerà. Offrirà ai colpi la schiena innocente »).<br>
Alla sua sinistra c’è una targa sostenuta da serpenti attorcigliati.<br>
(IN MANUS INIQUAS VENIET. DABUNT DEO ALAPAS MANIBUS IN CESTIS. MISERABILIS ET IGNOMINIOSUS. MISERABILIBUS SPEM PRAEBEBIT. « verrà tra mani ingiuste. Con mani impure daranno frustate a Dio. Miserabile e ignominioso infonderà speranza al miserabile »).<br>
Guidoccio Cozzarelli fu l’autore di questo disegno nel [[1483]].
 
'''Il [[Sacrificio]] di Iefte'''<br>
La parte più ampia della composizione è occupata dalla battaglia e dalla vittoria. Sulla sinistra Iefte con il suo destriero, vestito come un [[imperatore]] romano, impartisce ordini ai suoi uomini. Vicino a lui notiamo un elegante abbinamento di due giovani uomini in conversazione.<br>
Al di sopra, sullo sfondo, si vede la figlia di Iefte uscire dalle porte della città con una folla gioiosa di fanciulle per salutare il padre vittorioso, mentre ancora più lontano in alto sull’angolo sinistro, possiamo vedere l’infelice padre in un piccolo tempio nell’atto di sacrificare la figlia, in adempimento al suo voto.<br>
L’artista era Bastiano di Francesco di Sano, il quale appare come disegnatore ed esecutore. L’opera sembra che sia stata iniziata tra [[1481[]] e il [[1482]] e terminata solo nel [[1484]]-[[1485]].<br>
È da ricordare che fino al [[1661]] questa sezione del pavimento rimaneva davanti alla porta del Perdono.
 
'''La [[strage degli innocenti]]'''<br>
Nel periodo della “costruzione” di questa parte del pavimento, l’[[Italia]] era sconvolta dall’orrore per il terribile sacco e la distruzione d’[[Otranto]]. Molte persone furono massacrate e che la maggior parte dei bambini furono venduti come schiavi.<br>
Lo sgomento fu tanto che il papa [[Sisto IV]] richiamò l’attenzione delle città sul disastro, mise in evidenza che nessuna di esse fosse al sicuro e le implorò di mettere da parte le loro contese politiche per unirsi nella causa della reciproca difesa contro i [[Musulmano|Musulmani]].<br>
[[Erode]] sta seduto su uno splendido trono rinascimentale di marmo scolpito, sotto un colonnato decorato con rappresentazioni di scene classiche. Un fregio è inserito lungo la parte alta della composizione, interrotto da aperture circolari attraverso le quali gruppi di bambini guardano con aria di compiacenza e di divertimento il massacro sotto di loro. L’opera è del [[1481]].<br>
 
'''[[Mosè]]'''<br>
La storia è narrata in sei parti, integrate in una grande scena. In alto al centro, [[Mosè]] è inginocchiato sulla cima del monte; è inondato dalla luce e riceve le [[Dodici tavole della legge|Tavole della Legge]] nelle sue mani tese. In basso al centro, alza le Tavole sopra la sua testa per mandarle in frantumi sul terreno. Nell’angolo superiore sinistro, gli Anziani d’[[Israele]] stanno cercando di persuadere [[Aronne]] a forgiare il vitello d’oro; in quello inferiore lo vediamo fondere nel fuoco [[oro]] e gioielli per plasmarlo. Nell’angolo inferiore destro, gli Israeliti stanno adorando il vitello, mentre in alto sono punti con la [[peste]] e muoiono tra gli spasimi.<br>
 
'''[[Mosè]] colpisce la roccia'''<br>
Questa è la più gradevole e meglio opera riuscita tra quelle di Beccafumi. Fu eseguita nel [[1525]].<br>
Queste scene destarono la più esorbitante ammirazione e l’onore degli scrittori del XVII, XVIII e inizi del XIX secolo.
 
'''[[Ermete Trismegisto]]'''<br>
La prima cosa che cade sotto i nostri occhi, è un’inscrizione: ”CASTISSIMUM VIRGINIS TEMPLUS CASTE MEMENTO INGREDI”. Sopra di essa appare la figura di un uomo, presumibilmente un saggio orientale raffigurato nell’atto di offrire ad altri due uomini con la mano destra un libro, mentre con la sinistra si appoggia ad una citazione scritta su una lapide sostenuta da due [[Sfinge|sfingi]] alate. La figura principale rappresenta [[Ermete Trismegisto]], il quale fu contemporaneo di [[Mosè]]. I due uomini potrebbero essere forse le tipizzazioni dei saggi d’Oriente e d’Occidente. Poiché alla sua leggendaria paternità è attribuito un vasto numero d’opere che trattano d’antica sapienza e di credi religiosi così come molti trattati sul cerimoniale ecclesiastico, la sua collocazione all’ingresso di questo magnifico tempio non manca di una caratteristica suggestione. Questo disegno fu posto qui nel [[1488]].
 
'''[[Davide (Bibbia)|Re David Salmista]]'''<br>
Re [[Davide (Bibbia)|David]] sta seduto sul trono con una specie di cetra sulle ginocchia, mentre con la mano destra indica un libro di [[Salmi]] aperto, appoggiato su un leggio. Gli stanno attorno quattro cortigiani muniti di un primitivo strumento musicale. Ai lati della figura centrale, si trovano due figure isolate: da una parte il giovane David in atto di scagliare il sasso e dall’altra il gigante [[Golia]] che cade all’indietro. È curioso il fatto che [[Golia]] presenti un buco sulla fronte, benché la pietra non lo abbia ancora raggiunto e che quest’ultima si trovi allo stesso tempo sia nella fionda di David sia sospesa davanti a Golia.<br>
 
'''Il [[sacrificio]] d’[[Abramo]]'''<br>
Tutta la storia è raccontata in diverse parti della scena, culminanti nel gruppo centrale del sacrificio stesso. A destra dell’altare:
# [[Eliseo]] che resuscita il figlio della Sunamita.
# Un profeta con un libro aperto davanti.
# [[Eva (religione)|Eva]] in ginocchio.
# Una donna che tiene in mano un libro aperto.
# Un’altra donna con uno specchio in mano che rappresenta la prudenza.
# Il sacrificio di [[Melchisedech]].
# Una donna seduta con un bambino.
A sinistra:
# Il vecchio Tobia con il figlio Tobiolo e l’[[arcangelo Raffaele]]; ai loro piedi un cane.
# Una donna che rappresenta la Carità.
# [[Adamo]] inginocchiato.
# Un profeta che guarda attentamente il cielo.
# Un’altra donna seduta che tiene in mano un libro.
# Il sacrificio d’[[Abele (Bibbia)|Abele]].
# Un’altra donna seduta con un bambino.
 
Tutto attorno a questi corre una gran processione composta d’uomini e donne d’ogni età che rappresentano i figli d’[[Israele]] in cerca della terra promessa.<br>
[[Dio]] vuole mettere alla prova [[Abramo]], e per fare ciò gli ordina di prendere il suo unico figlio, [[Isacco]], e di dirigersi verso il monte Moria.<br>
Quando tutto è pronto per il [[sacrificio]], l’[[angelo]] del Signore interviene per fermare [[Abramo]] che scorge lì vicino un [[Ovis aries|montone]] impigliato in un cespuglio. Sarà la bestia ad essere sacrificata al posto d’[[Isacco]]. L’episodio si conclude con il rinnovamento della promessa fatta ad [[Abramo]] di moltiplicare la sua discendenza come le stelle del cielo e la rena sulla spiaggia del [[mare]].
 
=== La Libreria Piccolomini ===
La Libreria Piccolomini fu fatta costruire nel [[1492]] dall'Arcivescovo di [[Siena]], Cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi [[Papa Pio III]]) per custodire il ricchissimo patrimonio librario raccolto dallo zio [[Papa Pio II]].
 
Si trova lungo la [[navata]] sinistra, prima del transetto, e venne ricavata da alcuni ambienti della canonica. Non ospitò mai i libri per la quale era stata creata. Venne affrescata dal [[Pinturicchio]] ma solo dopo la morte di [[Papa Pio III]]. Gli affreschi descrivono avvenimenti della vita di [[Papa Pio II]]. Contiene numerosi pregevoli ''[[Antifona|antifonari]]'' miniati e il gruppo marmoreo delle ''Tre grazie''.
 
== Voci correlate ==
* [[Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino]]
* [[Chiese di Siena]]
*''[[Maestà del Duomo di Siena]]''
*[[Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo]]
*[[Ospedale di Santa Maria della Scala]]
* [[Gotico italiano]]
* [[Sibilla]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.operaduomo.siena.it Il sito ufficiale dell'Opera del Duomo di Siena]
 
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[[Categoria:Duomo|Siena]]
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[[Categoria:Cattedrali della provincia di Siena|Siena]]
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[[de:Dom von Siena]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Bologna]]
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[[Categoria:Registi cinematografici italiani]]
[[es:Catedral de Siena]]
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