Orfeo ed Euridice (Gluck) e Shirō Emiya: differenze tra le pagine

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{{personaggio
{{Opera
|medium = videogiochi
|titoloitaliano=Orfeo ed Euridice (Orphée et Euridice)
|universo = [[Nasuverse]]
|immagine=Gluck's Orphée - title page illustration (lightened and cropped).jpg
|nome = 士郎衛宮
|didascalia='''Illustrazione di copertina'''<br />per la prima edizione a stampa (Parigi, 1764)<br />della versione originale dell<nowiki>'</nowiki>''Orfeo ed Euridice''
|nome traslitterato =
|titolooriginale=
|nome italiano = Shirō Emiya
|linguaoriginale=[[lingua italiana|italiano]] ([[Lingua francese|francese]])
|alterego = Faker
|genere=azione teatrale<br />(''tragédie opéra'')
|sesso = M
|musica=[[Christoph Willibald Gluck]]
|luogo di nascita = [[Giappone]]
[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b7400027h.image.r=Gluck+Orfeo+ed+Euridice.f1.langFR (partitura originaria ''online'')]
|razza = Umano
|libretto=[[Ranieri de' Calzabigi]]
|autore = [[Kinoko Nasu]]
[http://www.librettidopera.it/orf_eur/orf_eur.html (libretto italiano ''online'')]
|character design = [[Takashi Takeuchi]]
|soggetto=
|studio = [[Type-Moon]]
|numeroatti=tre
|prima apparizione = [[Fate/stay night]]
|epocacomposizione=[[1762]]
|doppiatore = [[Noriaki Sugiyama]]
|primarappresentazione=5 ottobre [[1762]]
|doppiatore 2 = [[Junko Noda]]
|teatro=[[Vienna]], [[Burgtheater]]
|doppiatore 2 nota = (giovane)
|primaitaliana=[[1769]]
|doppiatore italiano = [[Federico Viola]]
|teatroprimaitaliana=[[Parma]]
|immagine = ShiroEmiyaFate.jpg
|versionisuccessive=in francese, libretto di [[Pierre Louis Moline]], andata in scena a [[Parigi]] (''[[Opéra National de Paris|Opéra]]'') il 2 agosto [[1774]]<br />[http://opera.stanford.edu/iu/libretti/orphee.html (libretto francese ''online'')]<br />[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3980067.image.r=orph%C3%A9e+gluck.f1.langFR (partitura ''online'' della versione francese)]
|affiliazione = Master di [[Saber (Fate/stay night)|Saber]]
|personaggi=*''Orfeo'':
**[[contralto]] [[castrato]] (Vienna, 1762)
**[[soprano]] castrato (Parma, 1769)
**[[haute-contre]] (Parigi, 1774)
* ''Euridice/ombre hereuse''<ref name="ombre">Nell'edizione parigina del 1774, Gluck aggiunse una nuova aria nel secondo atto, da eseguirsi da parte di un<nowiki>'</nowiki>''ombre hereuse'' ("ombra beata", soprano); in effetti, fin dalla stessa prima, quest'aria è stata di solito cantata da Euridice o, comunque, dalla cantante che interpreta la parte di Euridice.</ref> [soprano]
* ''Amore'' [soprano]
* ''Pastori, Furie, Spiriti beati''
|autografo=
}}
{{citazione|Non voglio rimpiangere nulla. Voglio rendere significative tutte le tragedie che sono avvenute credendo che il mio cammino sia giusto|Shirō Emiya, ''Fate/stay night''|私は何か後悔したくない。 私は、私の道が正しいと信じて意味のあるすべての悲劇を作りたい|lingua=giapponese}}
{{Nihongo|'''Shirō Emiya'''|衛宮 士郎|Emiya Shirō}}, a volte soprannominato dispregiativamente {{Nihongo|'''Faker'''|フェイカー|Feikā}}, è un [[personaggio immaginario]], [[protagonista]] e [[narratore]] della [[visual novel]] giapponese ''[[Fate/stay night]]'', scritta da [[Kinoko Nasu]] e illustrata da [[Takashi Takeuchi]].
 
Il suo doppiatore ufficiale giapponese è [[Noriaki Sugiyama]], mentre nelle trasposizioni animate edite in italia è doppiato da [[Federico Viola]].
'''''Orfeo ed Euridice''''' (versione francese: ''Orphée et Eurydice'') è un'[[opera]] composta da [[Christoph Willibald Gluck]] intorno al [[Orfeo|mito di Orfeo]], su [[libretto]] di [[Ranieri de' Calzabigi]]. Appartiene al genere dell<nowiki>'</nowiki>''azione teatrale'', in quanto opera su soggetto mitologico, con [[Coro (opera)|cori]] e [[Danza accademica|danze]] incorporati<ref name="Viking375">Holden 1993, pag. 375.</ref>. Essa fu rappresentata per la prima volta a [[Vienna]] il 5 ottobre [[1762]], su impulso del direttore generale degli spettacoli teatrali (''Generalspektakeldirektor''), [[Giacomo Durazzo (conte)|conte Giacomo Durazzo]], ed aprì la stagione della cosiddetta [[riforma gluckiana]], con la quale il compositore tedesco ed il librettista livornese (e, insieme a loro, il genovese direttore dei teatri) si proponevano di semplificare al massimo l'azione drammatica, superando sia le astruse trame dell'opera seria italiana, sia i suoi eccessi vocali, e ripristinando quindi un rapporto più equilibrato tra parola e musica<ref name="Grove">Hayes, ''Grove''.</ref>. Le danze furono curate dal coreografo italiano [[Gasparo Angiolini]], che si faceva portatore di analoghe aspirazioni di riforma nel campo del balletto, in un'epoca che vide la nascita della nuova forma coreutica del "[[ballet d'action]]".<ref>Howard, p. 55; Gardiner, p. 113</ref>
 
== Creazione del personaggio ==
Dodici anni dopo la prima del 1762, Gluck rimaneggiò profondamente la sua opera per adeguarla agli usi musicali della capitale francese, dove, il 2 agosto 1774, nella prima sala del [[Palais-Royal]], vide la luce ''Orphée et Eurydice'', con libretto tradotto in francese, ed ampliato, da [[Pierre Louis Moline]], con nuova orchestrazione commisurata ai più ampi organici dell'''[[Opéra National de Paris|Opéra]]'', con parecchia musica completamente nuova, con imprestiti da opere precedenti e con un più largo spazio dato alle danze.
Nella storia originale di ''Fate'' concepita da Nasu Kinoko, Shirō aveva il genere scambiato ed il suo nome era Sajyou Ayaka. Fu Takashi Takeuchi a convincere l'autore a cambiare sesso al protagonista, mantenendo intatti i temi essenziali: una storia di eroi leggendari in cui "un ragazzo incontra una ragazza".
 
Per scrivere il personaggio di Shirō, Nasu si è basato sui romanzi scritti dopo gli anni '90, in cui i protagonisti soffrono cercando di venire a patti con i loro problemi nelle loro ristrette prospettive.
L'opera è passata alla storia come la più famosa tra quelle composte da Gluck, e, nell'una edizione o nell'altra, o, più spesso ancora, in versioni ulteriori, ampiamente e variamente rimodellate, è stata una delle poche opere settecentesche, se non addirittura l'unica non [[Wolfgang Amadeus Mozart|mozartiana]], a rimanere sempre, fino ad oggi, in repertorio nei principali teatri lirici del mondo<ref>Giudici, pag. 251. L'autore, per la precisione, scrive di "una delle poche opere del Settecento a essere stata regolarmente eseguita nei duecento anni che la separano da noi" (cf. ''infra''); la diffusione dell'opera nei successivi periodi storici è, in particolare, analiticamente descritta nel libro, ''C.W. von Gluck: Orfeo'' curato da Patricia Howard e indicato in bibliografia.</ref>.
 
== Periodo precedente alla quinta Guerra ==
== ''Orfeo'' e la ''[[Riforma gluckiana|riforma]]'' ==
[[File:ShiroUBW.png|miniatura|302x302px|left|Shirō superstite dal grande incendio di Fuyuki|alt=]]
L<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'' fu il primo lavoro di Gluck a mettere in pratica le sue ambizioni di riforma dell<nowiki>'</nowiki>''[[opera seria]]''. Si è molto discusso del ruolo reciproco di musicista e librettista nella genesi della riforma stessa e Ranieri de' Calzabigi medesimo ebbe già modo di rilevare, a proposito della sua collaborazione con il compositore tedesco, che, se Gluck era il creatore della musica, non l'aveva creata però dal nulla, ma sulla base della materia prima che lui stesso gli aveva fornito, e che quindi li si doveva considerare compartecipi dell'onore della creazione dell'opera nel suo complesso<ref name="Mestron">Mestron.</ref>. Lo stesso Gluck, in una lettera al ''Mercure de France'' del 1775 non ebbe difficoltà a riconoscere una qualche posizione di primato del Calzabigi nella gestazione della riforma: "Mi dovrei ancor più rimproverare se acconsentissi nel lasciarmi attribuire [l'iniziativa] del nuovo genere d'opera italiana, il cui successo giustifica l'averla tentata; è al Sig. Calzabigi che va il merito principale ..."<ref>Degrada, pag. 28.</ref>. In effetti, secondo il racconto più tardi fatto, sempre sul ''Mercure de France'' (1784), dal poeta livornese, il libretto dell'Orfeo era già pronto ed era già stato recitato al [[Giacomo Durazzo (conte)|Conte Durazzo]] verso il 1761, prima che questi coinvolgesse Gluck nell'impresa della composizione della nuova opera<ref>Degrada, pag. 27.</ref>. D'altro canto, secondo Hutchings, era principalmente "''la vecchia forma del libretto''" metastasiano l'ostacolo intrinseco per i tentativi di dare continuità e maggior realismo all'azione drammatica, ed era quindi una nuova forma di scrittura il primo requisito per cercare nuove strade<ref name="Hutchings2">La riforma - dice Hutchings - non rappresentò "un ''miglioramento'' dell'opera napoletana, ma la messa in musica di un tipo di libretto radicalmente diverso, e [quella di Gluck] fu la personalità adatta a collaborare con coloro che gli avrebbero fornito quanto necessario", perché aveva le idee molto chiare sul da farsi (pag. 7, corsivo del redattore della presente voce).</ref>.
Nel 1994, dieci anni prima degli eventi di ''Fate/stay night'', Shirō era un bambino normale che viveva con i suoi genitori a Shinto, nella città di Fuyuki. Il grande incendio causato dalla fuoriuscita del contenuto del Santo Graal durante la [[quarta Guerra del Santo Graal]], però, uccise entrambi i suoi genitori e lo ferì mortalmente. Fu salvato da Kiritsugu Emiya, abbattuto per aver causato l'incendio e desideroso di salvare almeno una persona, inserendo Avalon nel suo corpo. Successivamente, in ospedale, gli chiese se volesse diventare suo figlio adottivo, rivelando la sua identità di mago. Il ragazzo accettò e trascorse gli anni chiedendo al padre di addestrarlo nelle arti magiche, non riuscendo però a convincerlo. Alla fine, però, Kiritsugu accettò, sebbene ancora riluttante, consigliando a Shirō di praticarle in segreto, così da poter aiutare le persone senza attirare sospetti. Le conoscenze impartitegli erano molto semplici ed incomplete, e lo portavano su un sentiero pericoloso e con pochi risultati. Inoltre, Kiritsugu trasmise al figlio il suo voler essere un {{Nihongo|paladino della giustizia|正義の味方|seigi no mikata}}, capace di salvare chiunque si trovasse in difficoltà.
 
Cinque anni prima della quinta Guerra del Santo Graal, Kiritsugu, sempre più indebolito a causa dell'effetto della melma del Santo Graal, morì, lasciando Shirō frustrato, depresso e solo. Successivamente venne visitato da Taiga Fujimura, la sua insegnante di inglese al liceo, e le sue spese di vitto e alloggio furono prese in carico da suo nonno, Raiga Fujimura. Frequentò una scuola media dove incontrò Shinji Matō, verso l'ottobre del secondo anno, quando dovette rifare l'insegna del festival culturale secondo il design degli studenti del terzo anno in una sola sera. Shinji, che lo supervisionò, gli disse «Hmm ... sei un idiota, ma in realtà fai un buon lavoro» e si mise a ridere.
Nell<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'', le grandi [[Aria|arie]] virtuosistiche con il ''da capo'' (e comunque le arie chiuse, in un certo senso, ''autosufficienti''), destinate a rappresentare sentimenti e momenti topici, da un lato, e, dall'altro, gli interminabili [[Recitativo secco|recitativi secchi]], utilizzati per illustrare l'effettivo svolgersi degli avvenimenti drammatici, lasciano strada a pezzi di più breve durata strettamente legati l'un l'altro a formare strutture musicali più ampie: i recitativi, sempre [[Recitativo accompagnato|accompagnati]], si allargano naturalmente nelle arie, per le quali Calzabigi introduce sia la forma strofica (come in "Chiamo il mio ben così", dell'atto primo, dove ognuna delle tre sestine di versi non ripetuti che compongono l'aria, è alternato con brani di recitativo, il quale è pure chiamato a concludere il pezzo nel suo insieme), sia il [[rondò]] (come in "Che farò senza Euridice?", il brano più famoso dell'opera, nel terzo atto, in cui la strofa principale viene ripetuta tre volte<ref>"Sì - rileva Hutchings - Gluck sapeva bene quando usare un ''da capo'' perfino nelle opere riformate" (pag 7).</ref>). In conclusione, vengono infrante e superate le vecchie convenzioni dell'opera italiana, con lo scopo di dare impeto ''drammatico'' all'azione, la quale viene anche semplificata, dal punto di vista della trama, con l'eliminazione della consueta pletora di personaggi minori e dei relativi intrecci secondari. Quanto alle connessioni con la [[tragédie lyrique]] francese, ed in particolare con le opere di [[Jean Philippe Rameau|Rameau]], sullo stesso loro schema, anche l<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'' contiene un gran numero di danze ''espressive''<ref>Definite "balletto pantomimo" dall'[[Gasparo Angiolini|Angiolini]] o "''ballet d'action''" dal [[Jean-Georges Noverre|Noverre]].</ref>, un ampio utilizzo del coro e l'uso del recitativo accompagnato<ref name="Grove" />. Il ''coup de théâtre'' di aprire il dramma con un coro intento a piangere uno dei personaggi principali, già deceduto, è molto simile a quello realizzato all'inizio del ''[[Castor et Pollux]]'' di Rameau nel 1737<ref>Girdlestone, p. 202. Girdlestone mette a confronto in dettaglio l'effetto delle due scene di apertura dell'una e dell'altra opera.</ref>. Ci sono anche elementi che non paiono rispettare alla lettera gli stilemi della riforma gluckiana: per esempio, la frizzante e gioiosa [[ouverture]] non anticipa minimamente la successiva azione del dramma<ref name="Grove" />. La parte di Orfeo richiede un esecutore particolarmente dotato, che eviti ad esempio di far diventare monotona l'aria strofica "Chiamo il mio ben così" e che sia in grado di informare di significato tragico sia essa sia la successiva "Che farò senza Euridice?", entrambe le quali si basano su armonie che non sono naturalmente lacrimevoli<ref name="Noiray">Noiray.</ref>. In effetti, nella prefazione all'ultima delle sue opere riformate ''italiane'', ''[[Paride ed Elena]]'' (1770), Gluck avrebbe ammonito: basta poco «perché la mia aria nell'Orfeo, "Che farò senza Euridice", mutando solo qualche cosa nella maniera dell'espressione diventi un saltarello di burattini. Una nota più o meno tenuta, un rinforzo trascurato di tempo o di voce, un'appoggiatura fuor di luogo, un trillo, un passaggio, una volata può rovinare tutta una scena in un'opera simile ...»<ref>Citato da Degrada, pag. 40.</ref>.
 
Dopo aver iniziato a frequentare il liceo Homurahara, incontrò Issei Ryūdō e si fece subito riconoscere per la sua disponibilità per aiutare gli altri, come riparare l'attrezzatura scolastica. Poi si unì al club di tiro con l'arco, perdendo progressivamente di vista il suo amico Shinji. Nel periodo in cui fu iscritto al club, mancò il bersaglio una sola volta, prevedendolo ancora prima di scoccare la freccia. Si ritirò durante l'estate del primo anno a causa di una frattura ossea alla spalla destra, procuratasi durante il suo lavoro part-time, che gli lasciò il segno della bruciatura sulla pelle. La ferita in sé non era grave, ma Shinji fece notare che era brutto che qualcuno con una bruciatura sulla spalla tirasse con l'arco, per cui Shirō lasciò il club, ancora occupato con il suo lavoro part-time. La loro relazione alla fine si stabilizzò, ma rimaneva ancora una certa tensione, specialmente per gli abusi di Shinji sulla sua sorella minore, Sakura. Shirō si avvicinò a lei quando quest'ultima iniziò a visitarlo, durante il periodo di guarigione, per aiutarlo nelle faccende domestiche. Anche dopo essere guarito, Shirō ha continuato a ricevere ogni giorno le visite da parte della ragazza.
Le riforme gluckiane, che si iniziarono con l<nowiki>'</nowiki>''Orfeo ed Euridice'', hanno avuto una significativa influenza lungo tutto il corso successivo dalle storia dell'opera, da Mozart a [[Richard Wagner|Wagner]], attraverso [[Carl Maria von Weber]]<ref>Orrey, p. 88.</ref>, con l'idea wagneriana del ''[[Gesamtkunstwerk]]'' (opera d'arte totale) particolarmente debitrice nei confronti di Gluck<ref>Orrey, p. 169.</ref>. L<nowiki>'</nowiki>''opera seria'' vecchio stile ed il dominio dei cantanti orientati alla coloratura venne ad essere sempre meno popolare dopo il successo delle opere di Gluck nel loro insieme e dell<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'' in particolare<ref name="Grove" />. In essa, l'orchestra presenta un carattere preponderante nei confronti del canto, assai più di quanto non fosse mai avvenuto nelle opere precedenti: si pensi soprattutto all<nowiki>'</nowiki>''arioso'' del protagonista, "Che puro ciel", dove la voce è relegata al ruolo comparativamente minore della declamazione in stile recitativo, mentre è l'[[oboe]] a portare avanti la melodia principale, sostenuto dagli [[Assolo (musica)|assolo]] del [[flauto]], del [[violoncello]], del [[fagotto]] e del [[Corno (strumento musicale)|corno]], e con l'accompagnamento anche degli [[Archi (musica)|archi]] (che eseguono [[Terzina (musica)|terzine]]) e del [[Basso continuo|continuo]], nel quadro della più complessa [[orchestrazione]] che Gluck avesse mai scritto<ref name="Grove" />.
 
== Quinta Guerra del Santo Graal ==
== Le rappresentazioni storiche ==
[[File:Emiya Command Speel.png|miniatura|370x370px|Gli incantesimi di comando di Shirō Emiya]]
[[File:Gaetano Guadagni.JPG|thumb|upright=0.7|[[Gaetano Guadagni]], il primo Orfeo.]]
Shirō scopre l'esistenza della guerra e diviene un master durante la notte del terzo giorno della quinta guerra, il 31 gennaio 2004.
L'opera fu data la prima volta a [[Vienna]], nel [[Burgtheater]], il 5 ottobre 1762, in occasione dell'onomastico dell'[[Sacro Romano Imperatore|imperatore]] [[Francesco I di Lorena|Francesco I]], sotto la supervisione del direttore del teatro, il [[Riforma gluckiana|riformista]] conte [[Giacomo Durazzo (conte)|Giacomo Durazzo]]. La [[coreografia]] fu curata da [[Gasparo Angiolini]], e la [[scenografia]] da [[Giovanni Maria Quaglio]], entrambi esponenti di punta dei rispettivi ambiti artistici. Primo Orfeo fu il famoso [[contralto]] [[castrato]] [[Gaetano Guadagni]], rinomato soprattutto per la sua abilità di attore, maturata a [[Londra]] alla scuola [[Shakespeare|shakespaeriana]] di [[David Garrick]]<ref name="Noiray" />, e per le sue capacità nel canto ''di espressione'', alieno dalle esteriorità e dagli stereotipi che caratterizzarono l'arte del canto nella seconda metà del '700<ref>Per una breve descrizione della decadenza dell'arte canora nella seconda metà del XVIII secolo, si veda [[Rodolfo Celletti]], ''Storia del belcanto'', Discanto edizioni, Fiesole, 1983, pagg. 109-112.</ref>. L'opera fu ripresa a Vienna l'anno successivo, ma poi non fu più eseguita fino al 1769<ref>Secondo Degrada (pag. 37), in effetti l'opera fu anche ripresa a [[Francoforte]] nel 1764 nel quadro delle celebrazioni per l'incoronazione dell'arciduca d'[[Asburgo]] [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe]] a "re dei romani".</ref>, quando ebbe luogo la prima italiana a [[Parma]], con la parte del protagonista trasposta per il [[soprano]] castrato [[Giuseppe Millico]], un altro dei cantanti favoriti di Gluck. Per le rappresentazioni che si tennero a [[Londra]] nel 1770, fu invece Guadagni ad eseguire ancora la parte di Orfeo, ma ben poco della partitura originaria di Gluck sopravvisse in questa edizione, avendo [[Johann Christian Bach]]<ref name="Grove" /> e [[Pietro Alessandro Guglielmi]]<ref>Barsham, "Orpheus in England", pag. 63.</ref> provveduto a gran parte della musica nuova. Il compito di far ascoltare ai londinesi un'edizione più ortodossa dell<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'' gluckiano, toccò quindi, di nuovo, a Millico, il quale eseguì, nel 1773, al [[Her Majesty's Theatre|King's Theatre]], con scarso successo, la ''sua'' versione di Parma per soprano.<ref>Ian Woodfield, ''Opera and Drama in Eighteenth-Century London. The King's Theatre, Garrick and the Business of Performance'', Cambridge (UK), Cambridge University Press, 2001, p. 49. ISBN 0-521-80012-9.</ref>
 
Quella sera, dopo aver pulito il dojo del club di tiro con l'arco della sua scuola, Shirō scopre che due Servant, Archer e Lancer, stanno combattendo nel cortile della scuola. Per preservare la segretezza della guerra, Lancer interrompe il combattimento per inseguire il ragazzo e trafigge il suo cuore con la sua lancia. Una compagna di scuola di Shirō, Rin Tōsaka, lo trova sanguinante e prossimo alla morte nel corridoio dell'istituto, ma riesce a salvargli la vita grazie ad un cimelio di famiglia, al cui interno è contenuta una grande quantità di forza magica. Scosso e frastornato, Shirō ritorna a casa, ma Lancer irrompe nella sua abitazione e lo attacca di nuovo. Messo alle strette, riesce ad entrare nel magazzino esterno e si prepara ad un nuovo attacco mortale di Lancer, ma, prima che il Servant riesca a colpirlo, appare una giovane ragazza dai capelli biondi in armatura impugnante una spada invisibile, e dopo un breve scontro caccia il nemico e si presenta a Shirō come il Servant di classe [[Saber (Fate/stay night)|Saber]].
Il successo dell'edizione [[parigi]]na del 1774, integralmente rimaneggiata ed ampliata da Gluck in conformità con gli usi dell'''[[Opéra National de Paris|Opéra]]'' ed i gusti del pubblico francese, e con la parte del protagonista conseguentemente trasposta per ''[[haute-contre]]'' ed interpretata dal primo [[tenore]] dell<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale de Musique'', [[Joseph Legros]], fu clamoroso e «molti influenti personaggi dell'epoca, tra cui [[Jean-Jacques Rousseau]], ebbero commenti lusinghieri da fare nei suoi confronti. La sua prima uscita in cartellone durò per 45 rappresentazioni ... Fu poi ripresa per una ventina di stagioni con quasi trecento<ref>Per la precisione, 297 esecuzioni, a Parigi, tra il 1774 ed il 1848 (Degrada, pag. 39).</ref> spettacoli, tra il 1774 e il 1833, [anche se, poi] poté annoverare l'effettivo trecentesimo allestimento da parte della compagnia [dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' di Parigi] solo il 31 luglio del 1939 presso il [[Teatro romano di Orange|teatro antico di Orange]]»<ref>Pitou, pag. 400.</ref>. Durante la prima parte del XIX secolo, si misero particolarmente in luce per le loro interpretazioni di ''Orphée'', i due Nourrit, padre ([[Louis Nourrit|Louis]]<ref>Pitou, pag. 389.</ref>) e figlio ([[Adolphe Nourrit|Adolphe]]<ref name="Grove" />), che si succedettero nell'incarico di primo tenore dell<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale'', dal 1812 al 1837.
 
Quella stessa notte, Shirō viene accompagnato da Rin Tōsaka al cospetto di tale padre Kotomine Kirei, un misterioso prete che lo mette a conoscenza della realtà a proposito della Guerra del Santo Graal, una sorta di antico rituale in cui sette maghi si combattono ferocemente fra di loro, in cui il premio finale è per l'appunto la leggendaria reliquia, in grado di esaudire qualunque desiderio del mago che ne entra in possesso. Il ragazzo inizialmente è titubante ma decide comunque di prendere parte al conflitto, ma non per ottenere la vittoria, ma solo per proteggere coloro a cui vuole bene, per evitare che altri subiscano le sofferenze toccate a lui, in quanto impara presto che la devastazione subita dalla sua città anni prima fu causata dalla fine della scorsa guerra. A quel punto il prete annunucia con solennità l'inizio effettivo della quinta Guerra del Santo Graal di Fuyuki.
Se l'edizione parigina godé dunque di una particolare fortuna in patria, quella di Vienna incontrò più difficoltà nel resto d'Europa, anche per la concorrenza esercitata dall'[[Orfeo ed Euridice (Bertoni)|omonima opera]] di [[Ferdinando Bertoni]], andata in scena a [[Venezia]], nel 1776, sempre con Guadagni come protagonista, e scritta sullo stesso libretto di Ranieri de' Calzabigi. L'opera di Gluck fu comunque eseguita un po' in tutto il continente<ref>Nonché forse a [[Charleston (Carolina del Sud)|Charleston]], nella [[Carolina del Sud]], nel 1794 (anche se probabilmente nella versione parigina).</ref>, senza interruzioni, nel corso dell'ultimo trentennio del '700, con anche una rappresentazione curata da [[Franz Joseph Haydn|Haydn]] ad [[Nicola I Esterházy|Eszterháza]] nel 1776<ref>Nel 1788 Haydn mise in scena ad Eszterháza anche la versione nel frattempo musicata da Bertoni (George Truett Hollis, "Orfeo ed Euridice (ii)", ''The New Grove Dictionary ...'' cit.), e dette, alla fine, il suo personale contributo alla celebrazione del mito di Orfeo con [[L'anima del filosofo|L'anima del filosofo, ossia Orfeo ed Euridice]], opera commissionatagli per la riapertura del [[Her Majesty's Theatre|King's Theatre in the Haymarket]], ma poi non andata in scena fino al 1951, quando ebbe la sua prima assoluta al [[Maggio Musicale Fiorentino]] con la partecipazione di [[Maria Callas]].</ref>. Con il nuovo secolo le riprese si fecero però più sporadiche, anche se non si interruppero mai completamente: nel 1813, alla [[Teatro alla Scala|Scala]], si ebbe probabilmente il primo caso di sostituzione del castrato con una cantante di sesso femminile, citata dalle cronache come "''Demoiselle Fabre''"<ref>Barsham, "The diffusion ...", pag 61. Probabilmente: Giuseppina Fabre, soprano.</ref>. Tale sostituzione sarebbe divenuta, di lì a pochissimi anni, la regola, in seguito all'estinzione dei castrati sui palcoscenici lirici. Nel 1854 [[Franz Liszt]] diresse l'opera a [[Weimar]], componendo un suo proprio poema sinfonico in sostituzione dell<nowiki>'</nowiki>''ouverture'' gluckiana originale<ref name="Grove" />.
 
=== Route ''Fate'' ===
Nel 1859 fu invece [[Hector Berlioz]] a cercare di attualizzare, per il [[Théâtre Lyrique]] di Parigi, la versione francese dell'opera, facendola in parte riorchestrare, introducendo alcune modifiche e soprattutto trasponendo per [[mezzo-soprano]] la scrittura per ''haute-contre'' del ruolo di Orfeo, divenuta ormai troppo difficoltosa per il nuovo stile realistico di canto dei tenori romantici. L'operazione fu concepita e realizzata grazie alla disponibilità sulle scene parigine della grande cantante [[Pauline Viardot]], ultimo rampollo in attività della gloriosa dinastia canora dei [[Manuel García (padre)|García]].
Nello scenario ''Fate'' il rapporto fra lui e Saber all'inizio è abbastanza difficile, ma con l'andare del tempo fra i due nasce un sentimento che sfocerà poi nell'amore, al punto che Shirō desidererà per un momento di ottenere il Santo Graal per dare una nuova vita a Saber ed averla sempre accanto a sé. Sempre in questo scenario il ragazzo ricaricherà il mana a Saber, esauritosi a causa dell'evocazione incompleta, avendo un rapporto sessuale con lei come suggeritogli da Rin. Il loro amore raggiungerà l'apice prima della battaglia finale contro Gilgamesh quando i due faranno l'amore di propria spontanea volontà a casa di Shirō. I suoi ideali incrollabili, eredità del padre adottivo, in futuro lo porteranno a stipulare un contratto con il mondo per poter così proteggere più persone possibili facendolo diventare l'Archer della quinta Guerra. La sua abilità di proiezione cresce con il passare del tempo e riesce a ricreare prima una copia di Caliburn, la [[spada nella roccia]], con cui insieme a Saber eliminerà Berserker e poi anche una copia di Avalon con cui i due si difendono dal primo attacco di Gilgamesh. Però alla fine anche il ragazzo capisce che l'amore tra lui e Saber è destinato a non potersi coronare perché le loro due esistenze appartengono a tempi differenti ma ambedue prima di lasciarsi hanno imparato che era inutile voler cambiare il passato quando si era fatto il massimo per renderlo il migliore possibile.
 
Nella versione per [[PlayStation 2]] del videogioco, ''Réalta Nua'', è presente un finale aggiuntivo in cui Shirō si risveglia su ad Avalon e viene accolto da Saber, trascorrendo l'eternità insieme a lei.
Di norma, a partire dagli anni '20 dell'800 e per gran parte del '900, il ruolo di Orfeo fu quindi interpretato da cantanti donne, [[Contralto|contralti]] tipici, come [[Guerrina Fabbri]]<ref name="Caruselli">Caruselli, ''ad nomen''.</ref>, [[Marie Delna]]<ref name="Caruselli" />, [[Fanny Anitúa]]<ref name="Caruselli" />, [[Gabriella Besanzoni]]<ref name="Caruselli" /> o le britanniche [[Clara Butt]] e [[Kathleen Ferrier]], o [[Mezzo-soprano|mezzo-soprani]], come [[Giulietta Simionato]], [[Shirley Verrett]], [[Marilyn Horne]] e [[Janet Baker]]<ref>Le più recenti tra le cantanti nominate hanno tutte lasciato significative testimonianze discografiche delle loro esecuzioni.</ref>. La pratica, del tutto inusitata nei secoli precedenti, dell'impiego di [[Controtenore|controtenori]] nelle parti originariamente scritte per castrati, e quindi anche in quella di Orfeo, data solo a partire dalla metà del XX secolo<ref name="Grove" />. All'occasione (soprattutto in area tedesca), il ruolo di Orfeo è stato anche trasposto per [[baritono]], di solito abbassando di un'ottava la versione di Vienna o quella pubblicata da Dörffel (cfr. ''infra''): [[Dietrich Fischer-Dieskau]] e [[Hermann Prey]] sono due baritoni di vaglia che hanno eseguito la parte in Germania (Fischer-Dieskau ne ha anche lasciato ben tre registrazione discografiche complete, Prey solo una parziale)<ref name="Grove" />. Tra i direttori, [[Arturo Toscanini]] si distinse per le sue riproposizioni dell'opera nella prima metà del XX secolo<ref name="Grove" />: la trasmissione radiofonica del secondo atto è stata alla fine anche riversata due volte in disco, sia in [[Disco in vinile|vinile]] che in [[CD]]. Carattere sostanzialmente del tutto occasionale ha avuto infine l'accostamento alla versione parigina dell'opera, da parte della ''leva'' di tenori acutissimi che, a partire dall'ultimo ventennio del '900, ha invece consentito la rifioritura di tanta parte del repertorio [[rossini]]ano per [[tenore contraltino]]: si ricorda solo qualche sporadica esecuzione, a puro titolo di esempio, [[William Matteuzzi]] a [[Lucca]], nel 1984 (spettacolo in forma di concerto nel suggestivo cortile della [[Museo nazionale di Villa Guinigi|Villa Guinigi]]), [[Rockwell Blake]] a [[Bordeaux]], nel 1997, [[Maxim Mironov]] a [[Tolone]] nel 2007, o, infine, [[Juan Diego Florez]], al ''Teatro Real'' di [[Madrid]] nel 2008 (edizione questa che è stata anche riversata in un'incisione discografica completa).
 
=== Route ''Unlimited Blade Works'' ===
== Le successive ''versioni'' dell'opera ==
Nello scenario ''Unlimited Blade Works'' il suo rapporto con Saber è molto meno intimo a favore di quello con Rin che lo tratterà in modo più aperto ed affettuoso non facendogli mancare il proprio supporto nei momenti peggiori. Ad un certo punto gli incantesimi di comando gli viene sottratti da Caster con il Rule Breaker e dopo la sconfitta di quest'ultima Saber si trova costretta a diventare la Servant di Rin stringendo un nuovo patto. Il suo amore per Rin, ricambiato, si rafforza grazie alle lotte che i due affrontano insieme. I due arrivano anche a fare l'amore, in modo che Rin possa passare parte del suo circuito magico a Shirō e rifornirlo della forza magica necessaria per lo scontro finale con Gilgamesh che va avvicinandosi. Archer, che si era liberato dal controllo di Rin, attacca Shirō per potersi liberare dal peso delle sue scelte errate del passato così che uccidendo il se stesso da giovane non avrebbe fatto quella fine. Shirō però riesce a convincerlo che la strada da lui scelta, ovunque lo porterà, è quella fatta con il cuore e quindi quella giusta facendolo rinunciare allo scontro. Nel successivo scontro con Gilgamesh il prestito di forza magica di Rin gli consentirà di creare una propria versione dell'Unlimited Blade Works, lo spazio di singolarità con cui sconfiggerà il re degli eroi. Verrà salvato dal ritorno di Gilgamesh da Archer, ormai sicuro che il rapporto con Rin lo possa fare diventare una persona migliore di quella che è lui. Nel ''True Ending'', dopo che Saber ha distrutto il Sacro Graal, Shirō deciderà di accettare la proposta di Rin e seguirla all'Associazione dei Maghi dove diventerà il suo apprendista.
{{vedi anche|Versioni storiche di Orfeo ed Euridice}}
[[Elvio Giudici]] ha avuto modo di affermare nel suo lavoro sulla discografia operistica: "I rifacimenti, le revisioni e le contaminazioni subite dall<nowiki>'</nowiki>''Orfeo ed Euridice'' (una delle poche opere del Settecento a essere stata regolarmente eseguita nei duecento<ref>Nel 2012, per la verità, saranno ormai duecentocinquanta tondi!</ref> anni che la separano da noi) sono tra i più complessi e numerosi di tutta la storia del teatro lirico"<ref>Giudici, pag. 251.</ref>. Per tale ragione appare necessario descrivere e mettere in rilievo almeno le principali versioni che si sono storicamente affermate, anche se poi le esecuzioni effettivamente andate in scena nei teatri o riprodotte sui dischi, ben di rado si sono rigidamente attenute all'una od all'altra di tali versioni, ma hanno invece attinto parzialmente a più di una, dando luogo anche a dei veri e propri miscugli, ''patchwork'' li definisce Giudici, in un certo senso paragonabili, si potrebbe aggiungere, al genere cosiddetto del ''[[Pasticcio (musica)|pasticcio]]'', che andò per la maggiore in tutta l'epoca [[Barocco|barocca]] e fino alla fine del '700 (ed anche oltre). Le versioni storicamente più significative sono sostanzialmente sei, di cui quattro derivanti da effettive messe in scena teatrali, e due da edizioni a stampa, poi largamente utilizzate dai teatri di tutto il mondo.
 
=== Route ''Heaven's Feel'' ===
;1. Versione originale di Vienna (1762)
Nel terzo scenario, ''Heaven's Feel'', avrà il duro compito di scontrarsi con Zōken che è in grado di controllare le persone tramite dei vermi. Qui è Sakura la sua compagna principale perché ben presto Saber verrà sconfitta e consumata da una strana ombra che la trasformerà in Saber Alter. Sakura è profondamente innamorata di lui e decide che la sua Servant Rider dovrà proteggerlo ad ogni costo. Sakura intanto è andata a vivere con lui assieme a Rider e la ragazza non riesce a resistere al continuo impulso di fare suo Shirō e i due ragazzi [[Rapporto sessuale|copulano]] diverse volte. Durante uno scontro con Zōken, nel tentativo di salvare Ilya perderà il braccio sinistro che Archer, morente, si offrirà di rimpiazzare col suo, dicendogli però di utilizzarlo attentamente perché un uso eccessivo avrebbe potuto ucciderlo. Dopo aver scoperto che Sakura è una delle chiavi per ottenere il Sacro Graal decide di rinnegare i propri ideali e per salvare la ragazza che ama è deciso anche a sacrificare il mondo intero. Rider accorre in suo soccorso quando una Sakura impazzita ed irriconoscibile lo attacca e così i due stringono un'alleanza per salvare la ragazza. Grazie al braccio di Archer le sue abilità con il Trace-On sono eccezionali e riesce a ricreare sia il Nine Lives di Berserker che la Jeweled Sword Zelretch. Durante lo scontro con Saber Alter crea il Rho Aias e con l'aiuto di Rider riesce ad eliminarla tramite il pugnale di Azoth, liberandola da questa esistenza maledetta. Shirō così riesce ad avvicinarsi a Sakura e la libera dal legame con il Sacro Graal ricreando il Rule Breaker. Nel "True Ending" dopo aver sconfitto Zōken è pronto a sacrificarsi distruggendo il Sacro Graal ma Ilya lo salva tramite l'incantesimo Heaven's Feel ed è lei a distruggerlo in nome della vera giustizia che Zōken non aveva mai conosciuto. Il ''Normal Ending'' di questo scenario è l'unico dove Shirō perde la vita distruggendo il Sacro Graal.
La versione originaria di Vienna, in [[Lingua italiana|italiano]], con la parte del protagonista maschile scritta per contralto castrato, fu pubblicata (molto tempestivamente, per le abitudini dell'opera ''italiana'' di allora) a Parigi, nel 1764,<ref name="Degrada">Degrada, pag. 35</ref> ed un'edizione critica è disponibile fin dal 1963 a cura di [[Anna Amalie Abert]] e [[Ludwig Finscher]]<ref>Bärenreiter, Kassel, 1963.</ref>.
 
== ''Fate/hollow ataraxia'' ==
;2. Versione di Parma (1769)
In ''[[Fate/hollow ataraxia]]'', Shirō e Saber vincono la quinta Guerra distruggendo il Santo Graal e trascorrono pacificamente le loro giornate in compagnia degli altri Master e Servant. Sei mesi dopo, la pace viene spezzata quando la Guerra viene riavviata, nonostante il Santo Graal Maggiore sia stato distrutto. Shirou allora decide di pattugliare la città con Saber per scoprire cosa abbia causato il riavvio della Guerra e presto scopre che tutti sono bloccati in un loop temporale della durata di quattro giorni, per cui decide di porre fine al problema. Nel frattempo, quando esce di casa durante la quarta notte, continua ad incontrare una misteriosa ragazza dai capelli argentei, ma non è mai in grado di interagire con lei poiché viene sempre rapidamente ucciso da un'orda di ombre simili a bestie, ritornando così al primo giorno del ciclo. Inoltre, lui e Saber incontrano una nuova Master ed un nuovo Servant: Bazett Fraga McRemitz ed il misterioso Avenger, che partecipano ad una Guerra non riconosciuta dagli altri. Sfortunatamente, Shirou e Saber vengono uccisi durante questo incontro, ritornando nuovamente al primo giorno.
La versione in un atto andata in scena a Parma nel 1769, ancora ovviamente in italiano, con il ruolo del protagonista trasposto per soprano e sotto la direzione dello stesso compositore<ref name="Grove" />, non risulta essere stata pubblicata a stampa e non è comunque mai stata rappresentata in epoca moderna<ref name="Grove" />.
[[File:Orphée et Euridice, Tragédie, Opera en trois actes 1774 - Gallica 2012 (adjusted).jpg|thumb|upright|Frontespizio della partitura della versione francese del 1774, come pubblicata da Lemarchand]]
 
Rin torna a Fuyuki da Londra e Shirou scopre da lei che sia il loop temporale che la ripresa della Guerra potrebbero essere il risultato del desiderio di qualcuno esaudito dal Santo Graal. Più tardi, sul retro del tempio Ryudou, Shirou incontra nuovamente la ragazza dai capelli argentei, che si presenta a lui come Caren Ortensia e dice di conoscerlo già. Tuttavia, come le volte precedenti, vengono attaccati da un'orda di ombre, ma i due si uniscono e riescono a sconfiggerle. Prima che si resetti il ciclo, Caren informa Shirou che da quel momento in poi potranno incontrarsi nella chiesa di Fuyuki per discutere degli avvenimenti che si stanno verificando in città. Il ragazzo si dirige quindi al luogo stabilito e la giovane gli rivela nuovi elementi riguardanti il loop temporale e la ripresa della Guerra. Inoltre gli rivela che gli eventi che si verificano nel ciclo sono artificiali, ma che tutte le persone sono reali, tranne una. Infine, racconta di essere stata inviata per investigare sul Santo Graal e sulla ripresa dell'Heaven's Feel, e che solo Shirou, in quanto vincitore della Guerra precedente, ha il potere di fermarlo, poiché essendo una rievocazione della quinta Guerra del Santo Graal, deve risultare con la sua vittoria. Shirou lascia quindi la chiesa, con il consiglio di Caren di domandare a Rin di Londra.
;3. Versione di Parigi (1774)
Per la versione parigina del 1774, intitolata ''Orphée et Euridice'', Gluck operò una generale revisione della partitura per adeguarla alle diverse esigenze del mondo musicale francese ed in particolare a quelle dell'''Académie Royale de Musique''. Il libretto di Calzabigi venne tradotto in [[Lingua francese|francese]] ed ampliato da [[Pierre-Louis Moline]], furono allargate e riscritte intere sezioni dell'opera, il ruolo del protagonista fu trasposto per [[tenore]] acuto o ''[[haute-contre]]'' (come veniva allora definita in Francia la specifica tipologia tenorile utilizzata, da circa un secolo, per le parti di amatore/eroe che l'opera italiana assegnava ai castrati, o alle donne in [[travesti]])<ref name="Grove" />, ulteriori sequenze di balletto furono aggiunte alla maniera francese. Questa versione fu pubblicata immediatamente a Parigi, nel 1774,<ref name="Degrada" /> ed ha avuto anche un'edizione moderna, a cura di Finscher, nel 1967<ref>Bärenreiter, Kassel, 1967.</ref>.
 
Il ragazzo interroga quindi Rin sulla sua esperienza oltreoceano e scopre da lei dell'esistenza di due tenute costruite durante la terza Guerra del Santo Graal come rifugio separato delle sorelle Edelfelt. La ragazza gli racconta di aver scoperto in una delle due tenute la scena del crimine in cui è avvenuta l'uccisione del Master originale di Lancer. Spinto da questa informazione, Shirou si reca in quel luogo per accertarsi se sia davvero il nascondiglio di Bazett, ma trova il posto completamente vuoto, tranne che per uno degli orecchini di Lancer. Portandolo con sé, si reca al porto per ottenere un aiuto dal Servant, usando l'orecchino per convincerlo. Il Servant si decide ad aiutarlo e i due si incontrano nel cortile di fronte alla chiesa prima di mezzanotte, dove trovano ad aspettarti anche Bazett e Avenger. Lancer e Bazett si affrontano brutalmente e, come risultato, vengono entrambi feriti mortalmente a causa delle loro Armi Nobili. Con la morte della ragazza, Shirou si convince di aver portato a termine il ciclo, ma è sorpreso che Avenger continui ad esistere anche dopo la morte della sua Master. Appare nuovamente l'orda di ombre, che questa volta però si focalizza sul Servant. Prima di diventare uno di loro, Avenger implora Shirou di parlare con la Coppa del Cielo, distruggendo il vero sé prima che la sua trasformazione sia completa.
;4. Versione Berlioz (Parigi, 1859)
Nel 1859, il compositore [[Hector Berlioz]] riadattò la versione parigina in francese, suddividendola in quattro atti, con la parte del protagonista ritrasposta per [[mezzo-soprano]]/contralto<ref name="Holden136">Holden 1995, p. 136.</ref>. In questo suo riadattamento, Berlioz tenne anche presente lo schema chiave della versione viennese del 1762, facendo riferimento ad esso tutte le volte che lo riteneva superiore, vuoi in termini musicali, vuoi dal punto di vista del dramma, a quello parigino<ref name="Holden136" />. Egli modificò anche l'orchestrazione allo scopo di trarre vantaggio dagli sviluppi tecnici degli strumenti musicali, che si erano nel frattempo verificati<ref name="Holden136" />. All'epoca di Berlioz, la parte di Orfeo veniva ormai eseguita o da un contralto donna o da un tenore, dato che i castrati erano definitivamente scomparsi dai palcoscenici da oltre trent'anni. La revisione di Berlioz fu immediatamente pubblicata a Parigi nella versione per canto e pianoforte<ref>Escudier, Parigi, 1859.</ref>, ma poi le condizioni di salute impedirono al grande musicista francese di curare personalmente la pubblicazione dell'intera partitura.
 
Comprendendo le parole di Avenger, Shirou si reca quindi da Illyasviel per ottenere delle risposte. La ragazza gli rivela che il Santo Graal che ha riprodotto la Guerra è una vera macchina che esaudisce i desideri, a confronto con il Santo Graal degli Einzbern. Inoltre gli racconta che il Santo Graal in realtà è Avenger e si trova sulla Luna, e che in realtà Shirou è Avenger stesso. Conoscendo la sua vera identità, Shirou torna ad essere Avenger e, con Caren, sale al Graal per terminare una volta per tutte il loop temporale. Fuori dal ciclo, il vero Shirou invece è costretto a permettere a Bazett di restare per un po' in casa sua.
;5. Versione (a stampa) Dörfell ([[Lipsia]], 1866)
Il compito di procedere alla pubblicazione fu assunto dal musicologo Alfred Dörfell, e Berlioz fu in grado di rivedere le bozze. La cosiddetta ''versione Dörfell'' vide la luce nel 1866<ref>Heinze, Lipsia, 1866.</ref> ed "è basata sulla versione Berlioz ma con la strumentazione e le danze della stesura del 1774"<ref>Rossi, pag. 65.</ref>, ed è anche restituita alla struttura originaria in tre atti.
 
== Carattere e personalità ==
;6. Versione (a stampa) Ricordi ([[Milano]], 1889)
A causa del trauma sofferto durante il grande incendio di Fuyuki, Shirou soffre di un costante vuoto nella sua personalità e di una tremenda sindrome del sopravvissuto. Sente che, in quanto unico sopravvissuto, sia ingiusto nei confronti dei morti dare priorità ai propri bisogni prima di quelli degli altri. Possiede un senso distorto dei valori e trova autostima solo nell'aiutare le persone senza alcun compenso, sostenendo che l'atto stesso di aiutarle sia la ricompensa. Per lui è altamente ingiusto che alcune persone sopravvivano ed altre no, per cui quando deve ricevere ferite o perdere la sua vita per salvarne un'altra, lo fa senza pensarci due volte. Tutti coloro che notano questo suo lato spesso sono preoccupate per lui e tentano di correggerlo, senza però riuscirci. Kiritsugu parlava spesso di quanto si fosse sforzato per proteggere gli innocenti dai pericoli del mondo, anche a costo della propria umanità, e di quanto fosse rattristato dal fatto che, ogni volta in cui era in grado di salvare una persona, un'altra era destinata a morire. Nonostante Kiritsugu fosse tormentato dalla sua incapacità di salvare tutti, Shirou ha sempre ammirato i suoi sforzi. Appena prima della morte del padre, Shirou giurò di diventare un paladino della giustizia al suo posto, sforzandosi di proteggere tutti a costo della sua stessa vita. Ciò che è diventato finora è il risultato di quello stesso impegno.
Nel 1889, infine, un'edizione, pubblicata dalla [[Casa Ricordi]], partendo dalla versione Berlioz e conservando la scrittura per il registro di mezzo-soprano/contralto, scelse di utilizzare elementi sia della versione viennese originaria sia di quella parigina (reincorporando anche musica trascurata da Berlioz), e tornò, per il libretto, al testo originario di Calzabigi, integrato con nuove traduzioni per le aggiunte provenienti della versione francese. Quest'edizione è andata per la maggiore, per oltre un sessantennio.
 
Shirou porta il suo ideale al limite nella route ''Fate'', in cui tenta costantemente di proteggere Saber evitando di farla combattere contro altri Servant, nonostante lei sia decisamente più forte di lui e le irrimediabilmente scarse probabilità di sopravvivenza contro esseri più potenti di lui. Questo perché lui non sopporta che qualcun altro si ferisca al posto suo per proteggerlo. Non rinuncia mai ai suoi ideali e durante il corso della storia si ferisce numerose volte per mantenerli. Nella route ''Unlimited Blade Works'' Shirou, attraverso continue discussioni con Archer, inizia a scorgere l'ipocrisia nei suoi ideali. Sebbene si rifiuti di abbandonarli, cerca una via di mezzo in cui cercherà di realizzarli ben sapendo che ciò è impossibile. Ma il suo più grande dilemma lo affronta in ''Heaven's Feel'', in cui è costretto a decidere se mantenere i suoi ideali o abbandonarli per proteggere la vita di Sakura. Alla fine li abbandona, tranne nel bad end "Mente d'acciaio", in cui diventa risoluto come il Kiritsugu di un tempo, permettendo la morte di Sakura per un bene più grande. In questa route combatte solo per proteggerla, nonostante abbia spesso dei conflitti interiori.
== Orchestrazione ==
Gluck eseguì una serie di cambiamenti nell'orchestrazione dell<nowiki>'</nowiki>''Orfeo'', allorché si trovò, nel 1774, ad adattare ai complessi dell'[[Académie Royale de Musique]] la partitura viennese originaria. [[Cornetto (strumento musicale)|Cornetti]] e ''[[salmoè]]'' furono rimpiazzati da più moderni ed usuali [[oboe]] e [[Clarinetto|clarinetti]], mentre calò considerabilmente la parte riservata ai [[Trombone|tromboni]], forse per mancanza di capacità tecniche da parte degli esecutori francesi. I cornetti erano strumenti tipicamente utilizzati per la [[musica sacra]], mentre i salmoè avevano largo uso solo in quella [[Musica da camera|da camera]]: tutte e due le tipologie di strumenti erano inusuali nella Francia del 1774.<ref name="Mestron" />. Sotto certi punti di vista, il passaggio dal salmoè all'oboe corrisponde al mutamento da castrato a tenore acuto: né i castrati né i salmoè erano destinati a sopravvivere a lungo<ref name="Mestron" />.
 
Shiro è estremamente testardo quando decide di realizzare qualcosa, come passare ore a tentare di saltare un'asticella più in alto di lui. Viene visto compiere quest'azione sia da Rin che da Sakura, diventando uno dei fattori iniziali che indurrà entrambe a provare dei sentimenti nei suoi confronti. Difende ostentatamente i propri punti di vista, non importa quanto possano sembrare sbagliati agli altri, al punto da causare loro grandi angosce. Sebbene faccia del suo meglio per aiutare gli altri, se sente che una persona ha causato la sua stessa rovina, invece di aiutarla resta semplicemente a guardare.
In ambe le edizioni, italiana e francese dell'opera, la [[Lira (strumento musicale)|lira]] di Orfeo è rappresentata dall'[[arpa]], cosa che si ritiene costituisca il primo esempio di introduzione di questo strumento nelle orchestre francesi<ref name="Mestron" />. Ogni verso dell'aria strofica "Chiamo il mio ben così" viene accompagnata da un diverso strumento solista: a Vienna si trattava di [[flauto]], [[Corno (strumento musicale)|corni]] e [[Corno inglese|corni inglesi]], ma nel 1774 Gluck fu costretto a passare ad un singolo corno e a due clarinetti, anche in questo capo in parte rimpiazzando strumenti inusuali con altri di più largo utilizzo<ref name="Mestron" />. Durante l'aria "Chiamo il mio ben così" ed i recitativi ad essa inframmezzati, Gluck previde una seconda orchestra, composta di archi e salmoè, dietro il palcoscenico, allo scopo di creare un effetto di [[Eco (fisica)|eco]]<ref name="Grove" />.
 
== Relazioni amorose ==
Per i diversi organici orchestrali previsti nelle varie edizioni, vedi la voce [[Versioni storiche di Orfeo ed Euridice]].
In ''Fate/stay night'', l'interesse amoroso di Shirō varia da Saber a Rin a Sakura a seconda della route. Tuttavia, indipendentemente dal percorso, all'inizio mostra di essere attratto da Saber dopo la sua convocazione. In ''Fate'' accetta pienamente i suoi sentimenti per Saber e desidera stare con lei, ma nonostante venga ricambiato, ciò è impossibile dopo la fine della Guerra. In ''Unlimited Blade Works'' inizia a provare dei sentimenti per Rin durante la loro alleanza, e con il proseguire della storia viene ricambiato. In ''Heaven's Feel'' i suoi sentimenti per Sakura diventano il punto focale della trama. Realizza quanto la ragazza diventi sempre più bella e inizia a provare qualcosa per lei prima ancora che inizi la Guerra del Santo Graal, alterando drasticamente gli eventi successivi, che lo porteranno ad abbandonare i suoi ideali pur di proteggerla.
 
== RegistrazioniAbilità e poteri ==
{{vedi anche|Incisioni di Orfeo ed Euridice (Gluck)}}
[[File:Joseph Siffred Duplessis - Christoph Willibald Gluck - Google Art Project.jpg|thumb|left|upright|<center>'''C. W. Gluck'''<br />di [[Joseph-Sifrède Duplessis]] (olio su tela, Vienna, 1775)</center>]]
Premesso che la versione per [[soprano]] non risulta essere mai stata eseguita in epoca moderna (né, quindi, mai registrata), e che per l'edizione francese per [[haute-contre]] occorre fare un discorso particolare, si può comunque rilevare che l'industria discografica ha dedicato all<nowiki>'</nowiki>''Orfeo ed Euridice'' di Gluck un'attenzione insolita per un'opera settecentesca, sia riproponendo registrazioni dal vivo, più o meno di fortuna, sia producendone di specifiche in studio. Le edizioni di gran parte del XX secolo, si riferiscono a versioni miste, quasi sempre in italiano e, inizialmente, affidate al timbro femminile del [[mezzo-soprano]] o, quando fosse disponibile, del [[contralto]]. A quest'ultima categoria appartiene la voce di [[Kathleen Ferrier]], unanimemente lodata per la sua adesione al personaggio<ref>Il repertorio scenico della Ferrier rimase limitato all'Orfeo e a [[The Rape of Lucretia|Lucretia]], che fu anzi una sua creazione.</ref>. Elvio Giudici ha potuto scrivere, in relazione all'incisione [[Decca Records|Decca]] incompleta del 1947, che le altre cantanti "chi più, chi meno, tutte ''cantano'' Orfeo e la sua malinconia: mentre la Ferrier semplicemente lo è. Basta sentire l'attacco di «Che puro ciel» ... C'è tutta una civiltà musicale, dietro questo canto: e noi siamo fortunati - ad onta di un'orchestra e di comprimari invero mediocri - nel poterlo ancora ascoltare ..."<ref>Giudici, pag. 252.</ref>.
 
=== Addestramento ===
Gli anni '50 e '60 furono comunque dominati dalle versioni ibride e dalle interpretazione ''teutoniche'' e tardo ottocentesche di grandi direttori come [[Wilhelm Furtwängler]], [[Ferenc Fricsay]] o [[Herbert von Karajan]], i quali si rivolsero, coerentemente, ad interpreti del grande repertorio, come [[Fedora Barbieri]] (o anche [[Giulietta Simionato]]) o addirittura trasposero per baritono la parte, insofferenti del gusto [[barocco]] per la ''stilizzazione'' ed il [[travesti]]. Il culmine delle versioni ''patchwork'' fu raggiunto con la registrazione di [[Georg Solti]] del 1969, peraltro su un lavoro di collazione preparato da [[Charles Mackerras]]<ref>Mackerras, pag. 101.</ref>, in cui l'intreccio tra le varie edizioni storiche viene definito da Giudici come "un puzzle quasi inestricabile"<ref name="GIUDICI">Giudici, pag. 254</ref>. La registrazione è comunque memorabile per "il taglio fastoso e animato della ... esecuzione di gusto ottocentesco", realizzata da Solti, e per "il rilievo assunto dall'Orfeo [di [[Marilyn Horne]]<nowiki>]</nowiki>, inattaccabile sul piano della statura tecnica e iperbolisticamente virtuosistico nelle agilità dell'aria di Bertoni", ''Addio, addio, o miei sospiri''<ref name="ROSSI">Rossi, pag. 68</ref>. Prima della Horne, aveva inciso l'opera in studio, senza tale aria, anche [[Shirley Verrett]], avvalendosi di complessi e direttore ([[Renato Fasano]]), italiani, ricorrendo per la prima volta alla [[stereofonia]], e realizzando quella che Giudici ritiene la migliore delle incisioni non ''filologiche''<ref name="GIUDICI" />, e che Rossi definisce "una stupenda incarnazione interpretativa"<ref name="ROSSI" />.
Shirou è un mago addestrato da Emiya Kiritsugu e non segue i modi di fare dei maghi formali. Essendo stato adottato dalla famiglia Emiya, non ha avuto modo di ereditare l'emblema magico di Kiritsugu e gli manca dunque quel talento innato prodotto da generazioni di maghi che hanno cercato di sviluppare gli emblemi migliori. Ha ricevuto un addestramento informale, poiché suo padre originariamente non aveva alcuna intenzione di insegnargli i fondamenti delle arti magiche, per cui possiede solo scarse conoscenze. La sua Origine e la sua affinità elementale sono "Spade", avendo posseduto Avalon all'interno del suo corpo per molto tempo. Ciò gli rende impossibile usare con precisione magie dei cinque elementi a causa della mancanza di allineamento, ma gli consente di manifestare l'Unlimited Blade Works di utilizzare la magia di rafforzamento e l'incantesimo di proiezione.
 
Anche addestrandosi duramente e seguendo Rin a Londra nell'Associazione dei Maghi, Shirou non lascerà mai il suo livello di mago apprendista, ma potrà essere considerato come uno dei più grandi specialisti nel lancio di incantesimi. In una scala da 1 a 100, Rin avrebbe un punteggio dal 70 al 100, mentre Shirou avrebbe solo 10 punti, 40 in condizioni particolari.
Intanto, nel 1963, era stata pubblicata l'edizione critica della partitura viennese, e, a partire dall'incisione effettuata nel 1966 da [[Václav Neumann]] ed interpretata da [[Grace Bumbry]], tale versione ha cominciato ad affacciarsi come quella predominante ed ha finora trovato il suo culmine nella registrazione con strumenti originali, realizzata nel 1991 da [[John Eliot Gardiner]], con entusiastici apprezzamenti da parte della critica<ref>Sia Rossi (pag. 69), sia Giudici (pagg. 251 e 259), ad esempio, valutano tale edizione come la migliore in assoluto tra quelle realizzate con strumenti originali.</ref>. Tale registrazione vedeva il ruolo del protagonista affidato alla voce di un [[controtenore]], [[Derek Lee Ragin]], secondo una prassi esecutiva, questa non certo ''filologica''<ref>Mackerras (pagg. 100 e 101), il quale argomenta, con dati di fatto, sulla maggior plausibilità storica dell'impiego della voce femminile. Altri significativi esempi della relativa intercambiabilità tra donne e castrati nell'opera coeva li si può trarre dalla vicenda dell<nowiki>'</nowiki>[[Orfeo ed Euridice (Bertoni)|Orfeo ed Euridice]] di [[Ferdinando Bertoni|Bertoni]]: secondo l'[http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=31&Mese=01&Anno=1788&Giornata=&Testo=Orfeo&Parola=Stringa Almanacco di ''Amadeusonline''], il ruolo di Orfeo fu già interpretato da un «contralto drammatico "en travesti"» nella prima rappresentazione dell'opera nel [[Staatsoper Unter den Linden|Königliches Opernhaus]] di [[Berlino]] il 31 gennaio 1788, mentre il sito ''online'' [http://www.italianopera.org/italianOPERAfr.php?f=compositori/B/c2172147.htm ''Italianopera'' (consultato 15 ottobre 2010)] riporta di un libretto a stampa pubblicato in Italia in data sicuramente precedente in cui il ruolo di Orfeo era affidato alla cantante Angela Calori. Addirittura, secondo quanto riportato da Maria Nevilla Massaro nel saggio di accompagnamento del CD Arts dell'opera stessa, nella prima esecuzione a [[Padova]], avvenuta il 2 maggio 1776 in forma di "Accademia", a fianco del solito Guarducci come Orfeo, era affidata al soprano castrato Lorenzo Piatti la parte di Euridice. Contro tutte le evidenze storiche di cui sopra, "l'usanza di sostituire l'eroe con un mezzosoprano o contralto donna" viene, invece, apoditticamente definita "''deplorable''" da Gardiner (''op. cit.'', pag. 112).</ref>, iniziata discograficamente dieci anni prima da [[Sigiswald Kuijken]] con [[René Jacobs]]<ref>Jacobs sarebbe stato poi direttore di una pregevole incisione interpretata nel 2001 da [[Bernarda Fink]], con complessi musicali tedeschi.</ref>.
 
=== Arti magiche ===
Per quanto riguarda la versione parigina, essa è stata oggetto di minori e più saltuarie attenzioni, in genere almeno in parte collegate con la presenza sul mercato di [[Tenore|tenori]] in grado di sostenere le [[Tessitura (musica)|tessiture]] acutissime previste dalla parte. Dopo alcune incisioni negli anno '50, di cui una addirittura in russo riservata alle doti fenomenali di [[Ivan Kozlovskij]], si è registrato un ritorno di fiamma nel corso del primo decennio del XXI secolo, con almeno quattro registrazioni, culminate, nel 2010, in quella realizzata da [[Juan Diego Florez]], primo e, per il momento, unico della nuova leva di [[Tenore contraltino|tenori rossiniani]], ad aver inciso l<nowiki>'</nowiki>''Orphée et Eurydice''.
Shirou è un mago non ortodosso che fa uso di una versione specializzata dell'arte magica di proiezione. Inizialmente è inetto come mago, capace solo di utilizzare le magie di rafforzamento e proiezione con un basso tasso di successo. Il rafforzamento gli consente di analizzare la composizione strutturale di un oggetto e aumentane l'efficacia, come ad esempio renderlo più resistente nel caso di un bastone o renderlo più brillante nel caso di una lampadina, o riportarlo al suo stato originale. Può anche utilizzarla per migliorare le capacità fisiche del suo corpo come la vista, permettendogli di vedere fino a quattro chilometri di distanza. È molto bravo anche nella magia di assimilazione strutturale, che gli consente di comprendere la struttura e il design degli oggetti come se stesse osservando un progetto, ma non è da confondere con un tipo di Occhi Mistici. La proiezione invece, nonostante sia un'arte magica di alto livello, viene considerata inutile se comparata alla magia di rafforzamento a causa dell'elevato dispendio di forza magica, e qualsiasi cosa inizialmente proiettata da Shirou è inutile e vuota. Nonostante gli oggetti proiettati imitino unicamente la forma di quelli veri, sono poche le persone capaci di identificarli come falsi ad una prima occhiata. Qualsiasi praticante che ne analizzasse la composizione non sarebbe in grado di vedere loro attraverso, ed anche lavorando attraverso medium spirituali si noterebbe solo un senso di incongruenza. Dato che solo gli oggetti con una storia alle loro spalle entrano al dipartimento di invocazione spirituale della Torre dell'Orologio, la probabilità che le proiezioni di Shirou vengano scoperte è molto bassa.
 
Shirou è in grado di utilizzare una versione migliorata dell'arte magica di proiezione, che gli permette di copiare tutto ciò che riguarda la creazione e l'esistenza dell'oggetto copiato. Durante lo scenario ''Fate'', lo impara lentamente da solo, allenandosi con Rin e seguendo il consiglio di Archer: «Se non riesci a sconfiggerlo, immagina qualcosa che possa farlo», mentre in ''Unlimited Blade Works'' lo impara entrando spesso in contatto con quest'ultimo. È in grado di riprodurre efficacemente spade, altre armi e armature, e anche armi leggendarie molto fedelmente. Tuttavia, queste armi sono sempre soggette ad una certa degradazione, dato che un umano non può concettualizzare l'esistenza di un oggetto attraverso l'uso di un solo senso. Riesce a riprodurre qualsiasi arma abbia visto, anche se le Armi Nobili sono sempre di un grado inferiori rispetto agli originali, compresa la sua storia, impugnandola con la stessa abilità del suo possessore originale. Per fare ciò non basta conoscerne il modello, ma deve vedere il prodotto finale con i suoi stessi occhi: ad esempio, riesce a riprodurre Caliburn e la spada di gemma di Zelretch solo dopo averle viste nei ricordi di Saber e Justeaze. Tuttavia, nel caso in cui l'arma non sia composta da materiali esistenti nel mondo, come Ea di Gilgamesh, non può essere né analizzata e, quindi, nemmeno riprodotta, sebbene si possa definire la sua natura di base. Se si impegna, è anche abbastanza in grado di produrre delle armi originali.
== Personaggi ed interpreti delle ''versioni'' storiche ==
{| class="wikitable"
!personaggio
!tipologia vocale
!interpreti<br />della prima assoluta<br />Vienna, 5 ottobre 1762
!interpreti<br />della prima italiana<br />(versione riveduta)<br />Parma, 24 agosto 1769
!interpreti<br />della nuova versione francese<br />Parigi, 2 agosto 1774
!interpreti<br />dell'edizione [[Hector Berlioz|Berlioz]]<ref>Parzialmente ri-orchestrata da [[Camille Saint-Saëns]].</ref><br />Parigi, 19 novembre 1859
|-
|Orfeo (''Orphée'')
|[[contralto]] [[castrato]] (1762)<br />[[soprano]] castrato (1769)<br />[[haute-contre]] (1774)<br />[[mezzo-soprano]] (1859)
|[[Gaetano Guadagni]]
|[[Giuseppe Millico]]
|[[Joseph Legros]]
|[[Pauline Viardot]]
|-
|Euridice (''Euridyce'')
|[[soprano]]
|Marianna Bianchi Tozzi
|Maria Antonia Girelli-Aguilar
|[[Sophie Arnould]]
|Marie Constance Sass
|-
|Amore (''Amour'')
|soprano
|Lucia Clavereau
|Felicita Suardi
|[[Rosalie Levasseur]]
|Marie Marimon
|-
|ombra beata<br />(''ombre hereuse'')
|soprano
|align=center| (''non presente'')
|align=center| (''non presente'')
| align="center" |<ref name="ombre" />
|M.lle Moreau<ref>Il nominativo della Moreau (probabilmente Marie Moreau-Sainti) è riferito direttamente da Berlioz: ''À travers chants ...'', p. 116.</ref>
|-
|}
 
=== SoggettoProiezione ===
Nella route ''Unlimited Blade Works'', nonostante apprenda il vero uso dell'arte magica di proiezione, gli manca un allenamento adeguato, per cui anche le proiezioni più elementari gli causano dolore e la maggior parte di esse si rompe dopo un solo impatto a causa della loro scarsa qualità. Riesce a proiettare le spade di Archer, ma sono imperfette poiché inizialmente non sa che provengono dal suo spazio di singolarità, e anche dopo averlo capito non possiede la forza magica necessaria per utilizzarlo. Per questo motivo, prima dello scontro contro Gilgamesh, Shirou forma un contratto con Rin per rifornirsi di forza magica, così da poter formare lo spazio di singolarità e proiettare alcune armi dal Gate of Babylon.
L'articolazione degli atti e delle scene è conforme al libretto originario di [[Ranieri de' Calzabigi]].
 
=== AntefattoIl braccio sinistro di Archer ===
Nella route ''Heaven's Feel'' Shirou non sviluppa le sue abilità come nelle due precedenti. Utilizza la sua magia di rafforzamento su un bastone e su una spada di legno durante la prima parte della storia, senza mai utilizzare la proiezione. Durante il primo conflitto nella foresta degli Einzbern perde il braccio sinistro mentre tenta di proteggere Illyasviel dall'espansione dell'Ombra. La sua ferita è critica, per cui Archer, sacrificatosi per salvarli, dice alla ragazza e a Rin di trapiantare il suo braccio sinistro su Shirou. Attaccare un corpo spirituale ad un normale corpo umano richiede un medico spirituale come Kotomine Kirei, perché il processo è più simile alla guarigione dell'anima piuttosto che del corpo.
[[Orfeo]] era uno dei personaggi principi del [[Mitologia greca|mito greco]]: eroe, cantore e musico, "La sua arte era tanto raffinata ... da ammansire gli animali selvatici e da muovere e farsi seguire dai sassi. Si racconta addirittura che a Zone, in [[Tracia]], alcune querce si disposero secondo lo schema di una delle sue danze e che sia tuttora possibile vederle in quest'ordine"<ref>Fiorentini, pag. 13.</ref>. Orfeo partecipò all'impresa degli [[Argonauti]] per la conquista del [[vello d'oro]] e, al suo ritorno in [[Grecia]], si innamorò follemente della ninfa, mortale, [[Euridice (ninfa)|Euridice]], e ne fece la sua sposa, stabilendosi con lei in Tracia presso il selvaggio popolo dei [[Ciconi]]. Qui, nella valle del fiume [[Peneo (mitologia)|Peneo]], un brutto giorno, Euridice, per sottrarsi ad un tentativo di stupro da parte di [[Aristeo]], altro poeta-cantore, anch'egli figlio (come, secondo alcune fonti, lo stesso Orfeo) di [[Apollo]], si diede alla fuga tra i campi e fu morsa mortalmente da un serpente velenoso. "È noto Orfeo, - scrive Calzabigi nell<nowiki>'</nowiki>''Argomento'' del suo libretto - e celebre il suo lungo dolore nell'immatura morte della sua sposa Euridice. Morì ella nella Tracia; io per comodo dell'unità del luogo la suppongo morta nella [[Campania|Campagna]] [sic!] felice presso al [[lago d'Averno]]", dove gli antichi poeti volevano uno degli accessi all'oltretomba. "Per adattar la favola alle nostre scene - conclude Calzabigi, quasi a giustificarsi del lieto fine - ho dovuto cambiar la catastrofe"<ref>Libretto di ''Orfeo ed Euridice'', programma di sala del Teatro di Livorno, pag. 51.</ref>.
 
Kotomine riesce a trapiantare con successo il braccio di Archer (アーチャーの腕, ''Āchā no ude''<sup>[[Aiuto:Giapponese|?]]</sup>) per sostituire quello perduto di Shirou. È una "sostanza estranea" che non dovrebbe trovarsi lì, attaccata opponendosi alla naturale Provvidenza: unire due corpi spirituali è una magia proibita che normalmente non potrebbe avere successo. La formazione di corpi spirituali si occupa di risurrezione e ripristino delle anime, dei misteri divini che non possono essere gestiti con le normali arti magiche, per cui il recipiente normalmente morirebbe di shock anche se l'operazione avesse successo. Kotomine si aspettava infatti che al compimento dell'operazione Shirou morisse, ma Archer e Shirou, essendo la stessa persona, sono di fatto un'eccezione alla regola. Kirei, non conoscendo il collegamento tra i due, afferma che sono adatti l'uno per l'altro e nemmeno due gemelli sarebbero così simili.
=== Atto primo ===
==== Scena prima ====
Orfeo/''Orphée'' e coro di pastori e di ninfe.
 
Se Archer fosse svanito durante l'operazione, sarebbe scomparso anche il suo braccio, ma ora è attaccato a Shirou ed è a tutti gli effetti un suo arto. Essendo stato trapiantato mentre Archer era ancora in vita, il braccio è ancora parte di uno Spirito Eroico connesso ai suoi circuiti magici e rimane nel mondo utilizzando la sua forza magica. Mentre Shirou è incosciente, riceve dal braccio alcune conoscenze di Archer, le basi dell'arte magica di proiezione, le sue esperienze di battaglia e alcune informazioni di battaglia. Shirou sente come se il suo corpo stesse bruciando, mentre innumerevoli formiche entrano nel buco nella sua spalla, ora sigillato con carne che non è sua. Nonostante senta di dover gestire queste nuove abilità, il livello di conoscenza e di potenza richieste gli sembra impossibile: anche se il braccio dovesse familiarizzare con il corpo di Shirou, il ragazzo non avrebbe comunque le capacità per gestirlo o il potere di usarlo senza autodistruggersi.
Un coro di [[Ninfa (mitologia)|ninfe]] e pastori si unisce ad [[Orfeo]] intorno alla tomba di [[Euridice (ninfa)|Euridice]], sua moglie, ed intona un solenne [[Lamentazione|lamento]] funebre, mentre Orfeo non riesce se non ad invocare il nome di Euridice ([[Coro (opera)|coro]] e Orfeo: “Ah, se intorno”/“''Ah! Dans ce bois''”). Rimasto solo, Orfeo canta la sua disperazione nell<nowiki>'</nowiki>[[Aria (musica)|aria]] "Chiamo il mio ben"/“''Objet de mon amour''”, composta da tre strofe di sei versi, inframmezzate da [[recitativo|recitativi]] pieni di pathos.
 
Nonostante Shirou e Archer siano la stessa persona con circuiti magici compatibili, il potere del braccio di uno Spirito Eroico non è qualcosa che un normale essere umano possa gestire. Non importa quanto Shirou sia compatibile con il braccio, non potrà usare le sue abilità senza che l'arto stesso alla fine lo inghiottisca, poiché il suo corpo è spiritualmente molto inferiore al braccio. Più che un arto, può essere considerato come un'arma, ed è infatti definito come ''Artificial Phantasm (アーティフィシャル・ファンタズム人工的な幻想, Ātifisharu FantazumuJinkōtekina Gensō)'' nel titolo della scena in questione. Cede passivamente le abilità e l'esperienza in battaglia di Archer a Shirou anche mentre è incosciente, agendo come un'overdose di droghe che potenziano la forza, lasciandogli dimostrare capacità oltre i suoi limiti.
==== Scena seconda ====
Amore/''l'Amour'' e detto
 
=== Sacra sindone di Martino ===
[[Cupido|Amore]]/''L'Amour'' appare a questo punto in scena e comunica ad Orfeo che gli dèi, impietositi, gli concedono di discendere agli [[Ade (regno)|inferi]] per tentar di riportare la moglie con sé, alla vita, ponendogli, come unica condizione, che lui non le rivolga lo sguardo finché non saranno ritornati in questo mondo (1774 soltanto, aria di ''Amour'': “''Si les doux accords''”)<ref>Tradotta in italiano nell'edizione Ricordi: "Ah! Se il dolce suon della tua lira".</ref>. Come forma di incoraggiamento, Amore rappresenta ad Orfeo che la sua sofferenza sarà di breve durata e lo invita intanto a farsi forza nell'aria "Gli sguardi trattieni"/“''Soumis au silence''”. Orfeo decide di affrontare il cimento e, soltanto nell'edizione del 1774, si esibisce, a chiusura dell'atto, in un'aria di bravura all'italiana ("''L'espoir renaît dans mon âme''"), che Gluck aveva già utilizzato in due precedenti lavori, ''Il Parnaso confuso'' (1765), e l'atto di "Aristeo" ne ''[[Le feste d'Apollo]]'' (1769)<ref name="Viking375" />. L'aria, la cui paternità è contesa con il musicista italiano coevo, [[Ferdinando Bertoni]], fu poi notevolmente rimaneggiata da [[Camille Saint-Saëns]] e [[Pauline Viardot]] per l'edizione [[Hector Berlioz|Berlioz]] del 1859<ref>Anche il testo fu cambiato in "''Amour viens rendre à mon ame''".</ref>, e fu infine tradotta in italiano ("Addio, addio, miei sospiri") nella versione a stampa della [[Casa Ricordi|Ricordi]], del 1889.
Per poter contrastare gli effetti del braccio, Kotomine dona a Shirou una Sacra Sindone, la Sindone di Martino (マルティーンの聖骸布, ''Marutin no Seigaifu''<sup>[[Aiuto:Giapponese|?]]</sup>), che funge da sigillo per impedire ai circuiti di Archer di connettersi al corpo del ragazzo, poiché possiede la capacità di sigillare un determinato evento o riportarlo alla normalità. Si avvolge completamente attorno al suo braccio, ad eccezione delle dita, che inizialmente è completamente intorpidito, ma con il passare dei giorni acquista familiarità con il suo corpo e gli permette di condurre una vita normale. Sarebbe stato possibile amputarlo, o non trapiantarlo direttamente, ma ciò gli avrebbe tolto la sua unica arma possibile per sconfiggere Zouken.
 
Nonostante la Sindone rimuova i collegamenti tra i circuiti magici del corpo di Shirou e del braccio, Shirou prova molto dolore se non si concentra per formare una "barriera", così da tenere la "sostanza estranea" fuori dal suo corpo instabile quando il braccio reagisce alla sua forza magica e tenta di attivarsi.
=== Atto secondo ===
==== Scena prima ====
Coro di furie e spettri nell'Inferno e Orfeo/''Orphée''
 
=== Corpo di marionetta ===
In un oscuro panorama di caverne rocciose, mostri e spettri dell'al di là rifiutano inizialmente di ammettere Orfeo, in quanto persona vivente, nel mondo degli inferi, invocando contro di lui "le fiere [[Eumenidi]]" e "gli urli di [[Cerbero]]", il mostruoso guardiano canino dell'[[Ade (regno)|Ade]] (coro: “Chi mai dell'Erebo”/“''Quel est l'audacieux''”)<ref>Il testo cantato dal [[Coro (opera)|coro]] è costituito da tutta una serie di impressionanti versi [[Metrica italiana#Versi piani.2C sdruccioli e tronchi|sdruccioli]] volti a destare l'inquietudine dell'ascoltatore; tale effetto si perde purtroppo nella traduzione in francese dove esistono solo [[Parola tronca|parole ossitone]] o, al massimo, [[Parola piana|piane]].</ref>. Quando Orfeo, accompagnandosi con la sua [[lira (strumento musicale)|lira]] (orchestralmente resa con un'[[arpa]]), si appella alla pietà delle entità abitatrici degli inferi, definite "furie, larve, ombre sdegnose" (aria: "Deh placatevi con me"/“''Laissez-vous toucher''”), egli viene dapprima interrotto da orrende grida di "No!"/“''Non!''” da parte loro, ma, poi, gradualmente intenerite dalla dolcezza del suo canto (arie: "Mille pene"/“''Ah! La flamme''” e "Men tiranne"/“''La tendresse''”), esse gli dischiudono i "neri cardini" delle porte dell'Ade (coro: “Ah, quale incognito”/“''Quels chants doux''”). Nella versione del 1774, la scena si chiude in una "Danza delle furie" (n. 28)<ref>La danza, ''presa in prestito'' dal balletto "Don Juan" (Vienna, 1761), è stata talvolta ricollocata, nelle edizioni novecentesche dell'opera, alla fine del primo atto.</ref>.
Nella route ''Heaven's Feel'', causa degli effetti del braccio di Archer impiantato nel suo corpo e dell'eccessivo uso dell'arte magica di proiezione, i suoi circuiti magici vengono distrutti e la sua morte è inevitabile anche per il Santo Graal. Illyasviel, però, tramite l'utilizzo di un'imperfetta terza vera magia, riesce a proteggere la sua anima inserendola in un contenitore. Normalmente, dare un contenitore o un corpo all'anima le permetterebbe di assumerne perfettamente la forma utilizzando i "geni dell'anima", piuttosto che quelli del corpo stesso. Il suo corpo viene ricostruito da una porzione di quello di Illyasviel, che lei dice essere di bassa qualità, per cui in termini di dimensioni non è per niente simile a quello originale. La sua forma non è di un corpo umano, ma è vagamente umanoide. Viene trovato da Rider, che utilizza il pendente di Rin come punto di riferimento per localizzarlo, e nonostante la sua forma esatta sia sconosciuta, è almeno abbastanza piccolo da essere "raccolto" dalle acque del fiume che scorre sul monte Enzou.
 
Non è un vero prodotto della terza vera magia, un essere di una dimensione superiore, ma ha invece la sua anima ancorata ad un contenitore. Per i primi sei mesi dal suo recupero, le sopravvissute alla quinta Guerra decidono di sperimentare varie idee per dargli un corpo appropriato, poiché nelle sue condizioni attuali non può semplicemente crescere. Non possedendo le risorse necessarie per formare il corpo di un omuncolo, per cui vendono i libri della famiglia Matou così da ottenere un corpo usato di una marionetta da Aozaki Touko. In questo stato è perfettamente umano, in quanto può ricevere cure mediche, bere medicine, essere ucciso, invecchiare e morire di vecchiaia, ma, come osservato da Rin, il suo corpo viene controllato dall'anima in remoto. La sua anima è fissata al corpo, per cui può essere paragonato ad un Servant che agisce senza Master.
==== Scena seconda ====
Coro di eroi ed eroine negli Elisi, solo nell'edizione del 1774 "''un'ombre hereuse''" (ombra beata o Euridice<ref>Euridice deve però evidentemente abbandonare la scena prima dell'arrivo di Orfeo.</ref>), poi Orfeo/Orphée
 
Essendo il corpo già stato usato precedentemente, non è esente da problemi, ma nessun marionettista potrebbe produrne un altro simile. Rin vorrebbe incontrare nuovamente Touko e discuterne, ma la sua designazione di sigillatura rende il tutto molto complicato. La forza magica non scorre correttamente nel suo corpo, ma a Shirou non importa, poiché tutti gli altri aspetti sono migliori del suo corpo originale. L'anima sovrascriverà indipendentemente il corpo, per cui probabilmente ci saranno sempre malfunzionamenti ad alcune parti del suo corpo. Fortunatamente, Sakura sopperisce ai suoi circuiti magici molto deboli rifornendolo costantemente di forza magica per lei in eccesso, così da impedirgli di tornare al suo stato precedente. Nonostante questi inconvenienti, Rin crede che Shirou possa utilizzare l'Unlimited Blade Works con un po' di addestramento, e che il suo essere un esempio di successo della terza vera magia sia straordinario di per sé.
La seconda scena si svolge nei [[Campi Elisi]]. Il breve balletto del 1762 divenne la più elaborata "Danza degli spiriti beati", in quattro movimenti, con una preminente parte per [[flauto]], nel 1774, alla quale, sempre con riferimento limitato all'edizione parigina, faceva seguito un'aria solistica per soprano (“''Cet asile''”<ref>"Quest'asilo", nella versione italiana Ricordi del 1889.</ref>), poi ripetuta dal coro, celebrante la beatitudine dei Campi Elisi, ed eseguita o da un'anima beata senza nome, ''un'ombre hereuse'', o, più comunemente, da Euridice (o comunque dalla cantante che interpreta questo personaggio). Orfeo arriva quindi in scena ed è estasiato dalla bellezza e dalla purezza del luogo (arioso: "Che puro ciel"/“''Quel nouveau ciel''”), ma non riesce a trovare sollievo nel paesaggio perché Euridice non è ancora con lui ed implora quindi gli spiriti beati di condurgliela, cosa che essi fanno con un canto di estrema dolcezza (Coro: “Torna, o bella”/“''Près du tendre objet''”).
 
=== AttoAccoglienza terzo ===
Nella prima classica di gradimento ufficiale dei personaggi di Fate/stay night datata 2004 Shirō arrivo alla settima posizione, due anni dopo all'undicesima mentre per il ''TYPE-MOON's 10th Anniversary Character Poll'' è stata eletto al dodicesimo posto tra i migliori personaggi del ''[[Nasuverse]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.typemoon.com/special/special_tm10thkekka/votefes/101_200.html|titolo=TYPE-MOON10周年記念オールキャラクター人気投票結果発表|sito=www.typemoon.com|lingua=en|accesso=25 luglio 2018}}</ref>.
==== Scena prima ====
Orfeo/''Orphée'' e Euridice/''Eurydice''
 
=== Critica ===
Sulla strada di uscita dall'Ade, Euridice si mostra dapprima entusiasta del suo ritorno alla vita, ma poi non riesce a comprendere l'atteggiamento del marito che rifiuta di abbracciarla ed anche solo di guardarla negli occhi, e, dato che a lui non è permesso rivelarle le condizioni impostegli dagli dei, comincia a rimproverarlo e a dargli del traditore ([[Duetto (musica)|duetto]]: “Vieni, appaga il tuo consorte”/“''Viens, suis un époux''”). Visto che Orfeo insiste nel suo atteggiamento di ritrosia e di reticenza, Euridice interpreta ciò come un segno di mancanza d'amore e rifiuta di andare avanti esprimendo l'angoscia che l'ha invasa nell'aria "Che fiero momento"/“''Fortune ennemie''” (nell'edizione parigina, fu inserito un breve duetto prima della ripresa<ref>"''Je goûtais les charmes''" (Eurydice)/"''Ses injustes soupçons''" (Orphée), poi tradotto nell'italiano "Avvezza al contento"/Qual dolor al mio cor".</ref>). Incapace di resistere oltre, Orfeo si volta a guardare la moglie e ne provoca così di nuovo la morte. Orfeo canta allora la sua disperazione nell'aria più famosa dell'opera, la struggente "Che farò senza Euridice?”/“''J'ai perdu mon Eurydice''”, e decide, al termine, di darsi anch'egli la morte per riunirsi infine con lei nell'Ade.
[[Gen Urobuchi]] crede che il rapporto tra Shirō e Saber non sia un normale rapporto tra un ragazzo ed una ragazza, ma una relazione complicata con un ragazzo che è diventato una ragazza. Secondo lui non è un rapporto alimentato dall'istinto come in una relazione tra un uomo e una donna, ma è una storia d'amore tra due persone che hanno bisogno l'uno dell'altra dal profondo del loro cuore. Crede che la route ''Fate'' avrebbe potuto essere raccontata attraverso le antiche concezioni greche dell'amore. Secondo lui, la vera eroina di ''Fate/stay night'' è Rin Tohsaka, perché la sua relazione con Shirou è la più realistica. Nella route ''Unlimited Blade Works'' viene rappresentata una relazione paritaria, con una donna che è diventata più forte dell'uomo. Rin e Shirō combattono reciprocamente le loro debolezze con la loro unica forza. Inoltre, la storia d'amore con Sakura esprime i lati oscuri delle donne, mentre le azioni di Shirō mostrano che possono accettarli e amarle a prescindere<ref>{{Cita web|url=https://www.tsukikan.com/misc/nasu-kinoko-takeuchi-takashi-urobuchi-gen-special-forum.html|titolo=Nasu Kinoko X Takeuchi Takashi X Urobuchi Gen - Special Forum {{!}} Tsuki-kan|sito=www.tsukikan.com|accesso=25 luglio 2018}}</ref>.
 
Il giornalista della testata Mania Entertainment, Chris Beveridge, ha lodato il personaggi di Shirō esaltandone la contorta psicologia e soprattutto il rapporto con Saber nella route Fate analizzando come il loro gioco di squadra mostri un interessante linguaggio corporeo di domanda e risposta, azzardando l'idea che il loro sia più un rapporto fisico che psicologico<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20141013171440/http://www.mania.com/fate-stay-night-vol-6-also-wlimited-edition_article_79447.html|titolo=Fate / Stay Night Vol. #6 (also w/limited edition) - Mania.com|data=13 ottobre 2014|accesso=25 luglio 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20141013171349/http://www.mania.com/fate-stay-night-vol-5_article_79243.html|titolo=Fate / Stay Night Vol. #5 - Mania.com|data=13 ottobre 2014|accesso=25 luglio 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.dvdtalk.com/reviews/29445/fate-stay-night-3-master-servant/|titolo=Fate/Stay Night 3: Master & Servant|sito=DVD Talk|lingua=en|accesso=25 luglio 2018}}</ref>. Mentre il giornalista di [[IGN (sito web)|IGN]], Jeff Harris ha affermato che la storia d'amore con Saber rappresenti il vero motore trainante della trama e mezzo grazie alla quale i personaggi evolvono nel loro carattere<ref>{{Cita web|url=https://www.ign.com/articles/2007/09/06/fatestay-night-volume-3-master-and-servant|titolo=Fate/Stay Night: Volume 3 - Master and Servant|autore=Jeffrey Harris|sito=IGN|data=6 settembre 2007|lingua=en|accesso=25 luglio 2018}}</ref>.
==== Scena seconda ====
Amore/''l'Amour'' e detti
 
== Curiosità ==
A questo punto, però, [[deus ex machina]], Amore riappare, ferma il braccio dell'eroe e, in premio alla sua fedeltà, ridona, una seconda volta, la vita ad Euridice (solo nella versione del 1774, [[terzetto]]: “''Tendre Amour''”<ref>In seguito tradotto in italiano come "Gaudio, gaudio".</ref>).
Il primo cognome di Shirō è sconosciuto, ciò è dato dal fatto che il periodo della vita del ragazzo precedente al grande incendio di Fuyuki non è mai stato trattato direttamente. Datò ciò, nel videogioco ''[[Fate/Grand Order]]'', Shirō diviene uno Pseudo-Servant venendo impossessato dal leggendario fabbro giapponese [[Muramasa|Muramasa Sengu]] essendo entrambi dei "creatori di spade". Lo stesso Spirito Eroico afferma di essere così tanto in sintonia col ragazzo che probabilmente egli stesso sia un suo lontano antenato, ciò ha portato gli appassionati a teorizzare che il vero nome di Shirō sia {{Nihongo|Muramasa Shirō|千子士郎}}.
==== Scena terza ed ultima ====
Coro di seguaci di Orfeo/''Orphée'' e detti
 
== Note ==
L'ultima scena si svolge in un magnifico tempio destinato ad Amore, dove, dopo un balletto in quattro movimenti, i tre protagonisti e il coro cantano le lodi del sentimento amoroso e della fedeltà (“Trionfi Amore”). Nella versione parigina, il coro “''L'Amour triomphe''” precedeva il balletto, che concludeva l'opera, allargato con l'aggiunta, da parte di Gluck, di tre ulteriori movimenti.
<references/>
 
== Note e riferimenti ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
* {{fr}} [[Hector Berlioz]], ''À travers chants, Études musicales, adorations, boutades et critiques'', Parigi, Michel Lévy Frères, 1862 (accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=messAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=Hector+Berlioz+%C3%80+travers+chants+contralto&hl=it&ei=oGs5TfTwN4KV4gaFj7mqCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CCwQ6AEwAQ#v=onepage&q&f=false books.google])
* {{en}} Eve Barsham, ''Berlioz e Gluck'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;84–97)
* {{en}} Eve Barsham, ''The diffusion through Europe'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;60–62)
* {{en}} Eve Barsham, ''Orpheus in England'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;62–66)
* {{en}} Eve Barsham, ''Table of numbers'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;127–134)
* Salvatore Caruselli (a cura di), ''Grande enciclopedia della musica lirica'', Longanesi & C. Periodici S.p.A., Roma (voll. 4)
* {{en}} Gerhard Croll, ''Millico, (Vito) Giuseppe'', in S. Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;399–400)
* {{en}} Gerhard Croll, e Daniel Heartz, ''Durazzo, Count Giacomo'', in S. Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'' (''op. cit.'', I, pp.&nbsp;1284–1285)
* Francesco Degrada, ''"Danze di eroi" e "Saltarelli di burattini": vicende dell'Orfeo di Gluck'', saggio inserito, per gentile concessione del [[Teatro La Fenice]] di Venezia, nel programma di sala (cfr. ''infra'', A. Peruffo) per le rappresentazioni di ''Orfeo ed Euridice'' al Teatro di Livorno, 1995 (pp.&nbsp;23 e segg.; edizione citata in questa voce) [poi inserito nell'opera dello stesso autore, ''Il palazzo incantato. Studi sulla tradizione del melodramma dal Barocco al Romanticismo'', Fiesole, Discanto Edizioni, 1979, vol. I, pp.&nbsp;115–131, ed oggi disponibile gratuitamente ''on-line'' ne [http://www.rodoni.ch/proscenio/cartellone/orphee/degradaorfeo.html Il portale dell'arte di "Rodoni.ch"]<nowiki>]</nowiki> .
* Angela Valenti Durazzo, ''La premiata ditta Durazzo & Gluck'' in ''I Durazzo da schiavi a dogi della Repubblica di Genova'', Brescia, La Compagna della Stampa - Massetti Rodella Editori, 2004, ISBN 88-8486-108-X.
* Angiola Fiorentini, ''Il cammino di Orfeo ed Euridice. Il melodramma all'italiana: i primi due secoli di storia fra poesia, musica e società'', Firenze, MEF - L'Autore Libri Firenze, 2005, ISBN 88-517-0839-8
* {{en}} [[John Eliot Gardiner]], ''Hands off ''Orfeo''!'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;112–118)
* {{Cita libro |cognome=Girdlestone |nome=Cuthbert |titolo=Jean-Philippe Rameau: His Life and Work |editore=Dover Publications |città=New York |anno=1990 |isbn=0-486-26200-6 |lingua=en }}
* [[Elvio Giudici]], ''L'opera in CD e video - Guida all'ascolto'', Milano, Il Saggiatore, 1995. ISBN 88-428-0279-4
* {{en}} Tom Hammond, ''A note on the aria di bravura 'L'espoir renaît dans mon âme<nowiki>'</nowiki>'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;109–112)
* {{en}} Tom Hammond, ''Orphée et Eurydice: Gluck's final solution'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;105–109);
* {{en}} Jeremy Hayes, ''Gluck: Orphée et Eurydice - The 1774 Paris version'', pubblicato nel 2010 dalla [[Decca Records|Decca]] come saggio di accompagnamento alla registrazione (CD) di Jesús Lópes-Cobos del 2008
* {{en}} Jeremy Hayes, ''Orfeo ed Euridice'', ''Grove Music Online'' ed. L. Macy (Accessed 10 December 2006), [http://www.grovemusic.com/ grovemusic.com], subscription access.
* {{en}} Jeremy Hayes & Bruce Alan Brown & Max Loppert & Winton Dean, ''Gluck, Christoph Willibald Ritter von'', in S. Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'' (''op. cit.'', II, pp.&nbsp;453–464)
* {{Cita libro |cognome=Holden |nome=Amanda |coautori=Nicholas Kenyon, Stephen Walsh (a cura di) |titolo=The Penguin Opera Guide |editore=Penguin |città=Londra |anno=1995 |isbn=978-0-14-025131-9 |lingua=en }}
* {{Cita libro |cognome=Holden |nome=Amanda |coautori=Alan Blyth |titolo=The Viking opera guide |editore=Viking |città=New York |anno=1993 |isbn=0-670-81292-7 |lingua=en }}
* {{en}} Patricia Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'', Cambridge/New York/Melbourne, Cambridge University Press, 1981 (edizione consultata: collana ''Cambridge Opera Handbooks'', ''paperback'', 2010, ISBN 0-521-29664-1)
* {{en}} Arthur Hutchings, ''Gluck and Reform Opera'', pubblicato nel 1970 dalla [[Decca Records|Decca]] come saggio di accompagnamento alla registrazione (LP) di [[Georg Solti]] del 1969.
* {{en}} Max Loppert, ''Gluck's Orfeo ed Euridice'', «[http://www.gramophone.net/Issue/Page/September%201997/28/816271/ Gramophone.net - The world's best classical music magazine]», Settembre 1997
* {{en}} Max Loppert, ''Orfeo ed Euridice'', in: Blyth, Alan (a cura di), ''Opera on Record'', Londra, Hutchinson, 1979, ISBN 0-09-139980-7.
* {{en}} Sir [[Charles Mackerras]], ''Berlioz: the best of both worlds'', in P. Howard (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'' (''op. cit.'', pp.&nbsp;99–105)
* Carlo Manfriani (a cura di), con la collaborazione di Sara Bertelli, Programma di sala per le rappresentazioni di ''Orfeo ed Euridice'', 70° [[Maggio Musicale Fiorentino]], 2007, Edizioni Pendragon, Bologna, ISBN 978-88-8342-551-6
* Matteo Marazzi, ''Backstage: La discografia di Orfeo e Euridice'', [http://www.operadisc.com/vis_tutto_backstage.php?idback=10 «Opera Disc»] (consultato il 17 giugno 2010)
* Hervé Mestron (tradotto in inglese da Mary Pardoe), ''Archaisms and innovations in the orchestration of Orfeo'' (1994), pubblicato da ''Astrée'' come breve saggio di accompagnamento alla registrazione di [[Jean-Claude Malgoire]] del 1994.
* Michael Noiray (tradotto in inglese da Mary Pardoe), ''A musical manifesto'' (1994), pubblicato da ''Astrée'' come breve saggio di accompagnamento alla registrazione di Jean-Claude Malgoire del 1994.
* {{Cita libro |cognome=Orrey |nome=Leslie |coautori=Rodney Milnes |titolo=Opera, a concise history |editore=Thames and Hudson |città=Londra |anno=1987 |isbn=0-500-20217-6 |lingua=en }}
* Antobella Peruffo e Roberto Dal Nista (a cura di), Programma di sala per le rappresentazioni di ''Orfeo ed Euridice'', CEL - Teatro di Livorno, 1995 (200º anniversario della morte di Ranieri de' Calzabigi), stampato a Livorno da O. Debatte & F. per conto del CEL
* {{en}} Spire Pitou, ''The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815'', Westport/London, Greenwood Press, 1985. ISBN 0-313-24394-8
* Roberto Rossi, ''Discografia - Christoph Willibald Gluck - Orfeo ed Euridice (Orphée et Eurydice)'', saggio inserito nel programma di sala (cfr. ''supra'', C. Manfriani, pp.&nbsp;60 e segg.) per le rappresentazioni di ''Orfeo ed Euridice'' al 70º maggio Musicale Fiorentino, 2007
* {{en}} Stanley Sadie (a cura di), ''The New Grove Dictionary of Opera'', New York, Grove (Oxford University Press), 1997 (voll. 4). ISBN 978-0-19-522186-2
* Giovanni Vitali, ''Ad honorem Dei - Vita, morte e miracoli di Giusto Ferdinando Tenducci, evirato cantore detto Senesino'', saggio inserito nel programma di sala (cfr. ''supra'', C. Manfriani, pp.&nbsp;34 e segg.) per le rappresentazioni di ''Orfeo ed Euridice'' al 70º maggio Musicale Fiorentino, 2007
 
== Voci correlate ==
* [[Riforma gluckiana]]
* [[Orfeo ed Euridice (Bertoni)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.dlib.indiana.edu/variations/scores/bfk4074/large/index.html|Piano Vocal Score - English and Italian}}
* {{cita web|url=http://it.typemoon.wikia.com/wiki/Emiya_Shirou|titolo=Emiya Shirou}}
* Nel sito di [http://www.opera-guide.ch/opern_komponisten.php?uilang=en&first-letter=G ''Opera Guide''] sono disponibili sia il libretto integrale che il riassunto, in tedesco, inglese e italiano (il libretto anche in francese).
* [http://www.metoperafamily.org/metopera/history/stories/synopsis.aspx?id=173 Synopsis of Orfeo ed Euridice] (Metropolitan Opera)
* [http://www.classicistranieri.com/christoph-willibald-gluck-orfeo-ed-euridice-1951.html Registrazione MP3 in Creative Commons] 1951 - Staatsoper Berlin
 
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